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I capolavori di Day e Studebaker

Ultimo Aggiornamento: 12/02/2004 09:56
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05/02/2004 11:17

Nei giorni scorsi, in riferimento alla omessa foto del sacco di carta, si è parlato parecchio di questi due soggetti della polizia di Dallas. Poi la discussione è stata chiusa d'autorità nella convinzione che tutto era stato chiarito e che, in fondo, l'unico errore dei due rappresentanti della scientifica consisteva nella mancata registrazione fotografica dell'involucro che avrebbe contenuto il fucile.
Ovviamente le cose non stanno affatto così, e io credo, invece, che è molto difficile riuscire a individuare un solo comportamento di Day e Studebaker che sia conforme alle normali procedure di quel reparto di polizia.
Date un'occhiata alle due foto qui sotto.

Si tratta dei reperti 511 e 715 della Commissione Warren, e dovrebbero rappresentare la scena “immacolata” del covo dell'assassino. Tutti sappiamo che il 22 novembre 1963, a Dallas, splendeva un meraviglioso sole, e sappiamo altresì che le prime foto del covo furono prese non dopo le 13.30 di quel giorno. Se osserviamo la finestra più lontana (in alto al centro) vediamo un buio che è assolutamente incompatibile con la luminosità di quella giornata. Guardando l'angolo in basso a sinistra, vediamo che l'ultima scatola è illuminata (dal flash) in un punto che il sole non avrebbe mai potuto raggiungere, e dove, quindi, avrebbe dovuto esserci l'ombra. Ma passiamo ad altre due fotografie.

A sinistra è il reperto 512 della Commissione, e mostra il covo ripreso dall'estremità opposta. Anche qui ci rende facilmente conto che fuori è tutt'altro che un giorno soleggiato. Stesso discorso va fatto per i reperti 510 e 716 che non vi propongo per non appesantire troppo il messaggio, ma che sono facilmente reperibili in rete.
Ora osserviamo, neanche molto attentamente, la foto a destra, che fu scattata da un giornalista intorno alle 15.30 di quel giorno. Nonostante le immagini parlino da sole, vi invito ad osservare la luce nella parte posteriore delle scatole e a confrontarla con la luce del retro delle scatole che abbiamo visto nelle foto precedenti. Per la cronaca, l'oggetto che vediamo sul davanzale dovrebbe essere un martello, che, non si capisce come mai, non vediamo nelle altre foto. Qui siamo di fronte ad una gravissima manipolazione e contraffazione di fondamentali elementi di prova, altro che la storia del sacco “non fotografato accidentalmente”.
Saluti
Giuseppe
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05/02/2004 11:28

Avevo letto anch'io circa la controversia sulla reale autenticità dell'orario quando furono scattate le foto in questione... osservando le luci e le ombre effettivamente parrebbero essere state scattate in orari diversi se no addiritttura giorni dopo.

saluti nerazzurri

Mario 'rawhide'[SM=g27823]
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05/02/2004 14:48

...se non addirittura di notte.
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05/02/2004 15:00

.... io ne ho due (di foto.... intendo) dove per l'appunto sembrerebbe essere, se non notte, almeno pomeriggio .... con il sole ormai tramontato... a questo punto sarebbe interessante
sapere se furono scattate sempre il 22 nov. o nei giorni successivi...

credo sarà problematico appurarlo....

saluti

mario


p.s. se tuo figlio e tua moglie sono abbonati all'Inter, vuol dire che una domenica si e una no... siete allo stadio.... io abito proprio li vicino.... da casa mia vedo la copertura dello stadio.... magari parcheggita la macchina vicino casa mia....
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05/02/2004 15:23

tempi di esposizione
Mi scuserà ancora il sig. Sabatino, ma vorrei riportare brevemente la mia opinione di fotografo dilettante in merito alle osservazione sopra riportate.

Foto CE 511.
Si è detto che siamo intorno alle 13.30 del 22 novembre ’63. La facciata del deposito è praticamente esposta a SUD in pieno sole. In questi casi, per evitare la foto sovraesposta – tipica situazione controluce- si misura la luce dell’ambiente e poi si agisce sul tempo di esposizione e sui diaframmi.
Ad 1/60 si usa automaticamente il flash, come è stato notato. Infatti il lampo di luce va ad illuminare le scatole. In questi casi l’effetto tonale risultatante è simile a quello che si nota nella foto riportata. Il foro della finestra, come si scorge, è tamponato da due telai divisi da un piantone in legno. Dal telaio a dx –chiuso- si nota una prospettiva che raggiunge la strada dove si intravedono il palazzo d’angolo di via Houston , auto e persone: cosa che dimostra l’ottima visibilità. Il telaio a sx -la finestra di Oswald- è semiaperta: si vede benissimo il telaio a baionetta alzato.Risulta nera perché la visuale si estende sulla facciata in ombra di via Elm street del palazzo sopra citato. Il forte chiaroscuro è tipico delle giornate molto luminose e accentuato dalla calibrazione tempi/diaframmi attuata nella macchina fotografica.
La conferma di questo si puo’ anche ottenere dalla scarsa illuminazione che arriva alle spalle delle scatole dove c’è una finestra, ma anche qui in ombra. Quindi, per me, tutto regolare.
L’ipotetico martello, a mio avviso, è un inganno di luce. Spiego: il piantone in legno che divide la finestratura termina con uno zoccolino, un dormiente. Nella foto a sx in basso si nota una specie di cacciavite o puntello sopra il davanzale ( ipotizzo usato per bloccare il telaio nelle chiusure a baionetta) . Se osserviamo la foto del giornalista possiamo vedere che il martello non è altro che il puntello- prima collocato a dx del davanzale ora a sx- che avvicinato allo zoccolo del piantone centrale della finestratura si trasforma in un martello. Infine, il giornalista, agevolato dallo spostamento del sole ad ovest, due ore dopo – come si evince osservando la luce nella parete – puo’ riprendere la sua foto con la luce naturale senza uso di flash. L’effetto con luce più radente e il diaframma/tempi in posizione è ovviamento diverso, più naturale.
Scusate la forma, ma ho scritto di getto.

PS
Mi accorgo di aver usato un gergo limitato ad alcune zone: finestra a baionetta per finestra sali e scendi o finestra a ghigliottina o, in uk, sash window ecc.

[Modificato da Stefano F. 05/02/2004 17.56]

Stefano
Post: 154
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05/02/2004 19:03

x Rawhide 2
Caro Rawhide 2,
mi spiace ma, pur apprezzando il tuo coraggio nel confrontarti su quelle scomode foto, hai risposto in modo approssimativo. Affermi di aver sentito parlare di una controversia circa l'autenticità delle foto e poi usi il condizionale come se si trattasse di una diceria senza alcun fondamento. Le foto pubblicate non le ho tratte dal mio album di famiglia, ma sono quelle ufficiali contenute nel Rapporto Warren, e non ci vuole un esperto per rendersi conto che ci troviamo di fronte a una gravissima contraffazione di prove fondamentali. La tua risposta avrebbe dovuto essere “è vero, le foto non sono autentiche e non ritraggono la scena del delitto così come l'aveva lasciata l'assassino”. Ti apparirò presuntuoso ma non esistono alternative. Ciò non vuol dire necessariamente che Oswald non sia colpevole, ma la domanda ovvia è: perchè quelle foto non sono autentiche?
Auguri per l'Inter (matematicamente potete ancora vincere lo scudetto)
Ciao
Giuseppe

-Allo stadio ci vanno (a volte ci vado io) in pullman.
Post: 141
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05/02/2004 19:47

Caro Stefano,
di fotografia ci ho sempre capito poco, tant'è che quando vidi e lessi la storia dell'ombra del naso di Oswald che cadeva perpendicolare mentre invece l'ombra del corpo era obliqua mi convinsi del fatto che non potesse trattarsi di un'immagine originale, bensì di un artefatto.

Mi hai dato lo spunto per parlare con il fotografo del giornale per cui collaboro, che vedo spesso, e cui ho spiegato per sommi capi la faccenda (eravamo al bar e non avevo altri documenti, ma gli ho stampato questa pagina del forum). Mi ha confermato quello che hai detto, e ancora una volta devo essere d'accordo con quanto DV sostiene nell'introduzione del suo libro: per farsi un'opinione precisa sui fatti di Dallas bisogna, per forza, formarsi delle conoscenze in campo medico, balistico, criminologico, giuridico, anatomo-patologico e pure fotografico!
Sono tantissime le occasioni in cui "a naso" si direbbe una cosa e invece la scienza ci dice l'opposto (mi vengono in mente lo spostamento della testa di Kennedy, la pallottola magica ma anche tantissimi altri).
E' per questo che, ahinoi (noi che ci occupiamo del caso da "amatori") è sempre pericoloso affermare, come invece ho letto, che "non serve un esperto per...". L'esperto serve eccome, invece.
A presto
FF
Federico Ferrero
Post: 58
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06/02/2004 08:28

caro Giuseppe
mi spiace aver dato l'impressione di una mia risposta approssimativa, ma ciò è dovuto, come specificato dal mio post precedente, da un'informazione che lessi in rete (non chiedermi quale sito fosse... proprio non lo ricordo...).

il condizionale usato da me si riferiva al fatto che , a differenza di taluni, a prescindere dalle convinzioni in materia 'kennediana', io sono possibilista e aperto al dialogo accettando tutti i punti di vista, pareri, tesi e opinioni personali.... senza rifiutare a priori alcunchè.

di conseguenza, anche se da 'complottista' di prima maniera sono passato ad una visione più vicina alle tesi ufficiali (anche se non pienamente convinto , visti i molti punti non completamente chiari .... almeno a me....) non rifiuto il dialogo su presunte anomalie o fatti non completamente chiariti....

... tutto questo lungo preambolo per dirti qual'è il mio approccio mentale alla questione....

ritornando al condizionale da me usato.... in sintesi il mio intervento era volto a constatare le tue stesse perplessità sulla reale ora nella quale furono scattate le foto, la mia completa ignoranza in materia fotografica all'inizio mi ha fatto propendere per la tua stessa idea circa l'ora serale o notturna degli scatti fotografici.... salvo poi leggere il post di Stefano F.(ci siamo sentiti anche privatamente sull'argomento foto e non solo quello... vedi suo post sul pacco giacente...[SM=g27828] )... dove la sua spiegazione mi sembra plausibile....

ho detto plausibile.... non che sia verità assoluta la sua versione ... però è una spiegazione 'scientifica' (quella di Stefano) di come talune foto possono essere scattate.
magari è come sostieni tu.... le foto furono scattate il giorno dopo o la sera stessa del delitto (come pensai anch'io...).

se poi realmente le cose andarono in quel modo... non ho ne gli elementi ne la presunzione di affermarlo o negarlo... accetto serenamente entrambe le possibilità.

come vedi... sono aperto al dialogo accettando ipotesi a 360 gradi... sottolineo che non volevo con il mio intervento spiegare
la natura della fonte di luce delle foto da te postate...

con Stefano abbiamo (spero Stefano mi conceda il plurale....) 'analizzato' i frame del filmato di Zapruder inerenti il famoso e presunto uomo con il casco coloniale che si intravede tra le foglie del cespuglio... ritenuto da lacuni il possibile killer del poggio erboso.... siamo giunti a delle conclusioni interessanti... pur partendo entrambi da due convinzioni errate derivanti da un riscontro soggettivo dei frame.... solo con lo scambio di opinioni e ingrandimenti siamo riusciti forse a mettere a fuoco ciò che in realtà è... (senza presunzione... magari alle nostre conclusioni ci sono arrivati altri... moltoprima di noi...[SM=g27824] ).

bene... spero di aver chairito il mio approccio mentale a tutto il caso... in attesa di una tua rispsota ti saluto e ti auguro buona giornata.

ciao

mario



Post: 155
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06/02/2004 10:45

Signor Stefano F.,
in materia di fotografia, purtroppo, sono alquanto ignorante. Ma questo non vuol dire che sono cieco. Infatti io credo, e mi auguro che la mia franchezza non la infastidisca, che il suo intervento più che contenere delle valide argomentazioni, rappresenti un disperato tentativo mirante alla conservazione delle sue note posizioni. E ovviamente le spiego perchè.

1)Non mi sembra una tipica situazione controluce. Colui che ha scattato la foto è riparato dal muro che separa il primo e il secondo paio di finestre. In più, la linea dell'obiettivo è perpendicolare ai raggi solari, e quindi l'obiettivo stesso non è direttamente esposto alla luce. Visto che Lei è sicuramente fornito dell'attrezzatura giusta, provi a scattare una foto del pavimento sottostante una finestra di casa sua, rispettando le stesse condizioni di luce e tenendo l'obiettivo dietro il muro della finestra. E poi magari ci mostri il risultato.

2)Il fatto che si agisca sul tempo di esposizione e sul diaframma per evitare una sovraesposizione, non vuol dire che si debba per forza ottenere l'effetto notte che vediamo nei reperti della Commissione.

3)Lei afferma che il nero di quelle finestre è dovuto alla visuale che si estende sulla facciata in ombra del County Records Building. Spiacente ma si è dato la zappa sui piedi. Infatti, CE 512, cioè la terza tra le foto che ho proposto, ci mostra il nero in entrambe le finestre. In quel caso non c'è nessun edificio in ombra, visto che la visuale si estende verso il triplice sottopassaggio.

4)La falsità di quelle foto è stata dimostrata tecnicamente dall'analisi del punto di fuga.

http://jfkresearch.freehomepage.com/vanishing%20point.jfg

Come vediamo sono state tracciate delle linee parallele che sono il proseguimento delle finestre del County Records Building, le quali finestre sono ovviamente parallele. In una foto tutte le linee parallele devono convergere in uno stesso punto. Ma come si vede le linee di una finestra convergono in un punto, mentre le linee dell'altra finestra convergono in un punto diverso. Ciò dimostra che ci sono state delle alterazioni.
Quindi, signor Stefano, Lei è libero di ritenere che tutto sia regolare, ma il suo messaggio in difesa di Day e Studebaker non è stato molto convincente.
Saluti
Giuseppe

[Modificato da sabatinogiuseppe59 06/02/2004 10.49]

Post: 226
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06/02/2004 12:43

Rispondo brevemente perché ora non ho il tempo materiale di scendere nei dettagli, predo atto comunque che ha sorvolato sul parere un fotografo professionista interpellato gentilmente da Federico.


Signor Stefano F.,
in materia di fotografia, purtroppo, sono alquanto ignorante. Ma questo non vuol dire che sono cieco. Infatti io credo, e mi auguro che la mia franchezza non la infastidisca, che il suo intervento più che contenere delle valide argomentazioni, rappresenti un disperato tentativo mirante alla conservazione delle sue note posizioni. E ovviamente le spiego perchè.

1)Non mi sembra una tipica situazione controluce. Colui che ha scattato la foto è riparato dal muro che separa il primo e il secondo paio di finestre. In più, la linea dell'obiettivo è perpendicolare ai raggi solari, e quindi l'obiettivo stesso non è direttamente esposto alla luce. Visto che Lei è sicuramente fornito dell'attrezzatura giusta, provi a scattare una foto del pavimento sottostante una finestra di casa sua, rispettando le stesse condizioni di luce e tenendo l'obiettivo dietro il muro della finestra. E poi magari ci mostri il risultato.
2)Il fatto che si agisca sul tempo di esposizione e sul diaframma per evitare una sovraesposizione, non vuol dire che si debba per forza ottenere l'effetto notte che vediamo nei reperti della Commissione.



Spero non vorrà sottopormi all’ onere di dimostrare quello che ogni appassionato di fotografia apprende fin dai primi passi in questa arte. E in ogni caso l’onere della prova è suo.
In quanto alla sua considerazione, mi dispiace ma non è pertinente, non coglie il problema.
Prova a spiegarmi: il problema del fotografo è quello di riprendere le parti in ombra. Se usasse una macchina fotografica per turisti frettolosi, quelle non professionali e senza la possibilità di agire sui diaframmi/tempi/fuoco/ zoom, le parti in ombra risulterebbero sempre nere, la luce solare ha la prevalenza ( consideriamo la pellicola in bianco e nero). Cosa fare allora? Poiché gli oggetti che noi vediamo sono il frutto del riflesso della luce sulla forma della loro materia, si misura la luce nelle vicinanze dell’oggetto e dell’ambiente che dobbiamo riprendere e si imposta la macchima fotografica. A questo si aggiunge il fatto che per avere profondità di campo ( più dettaglio in campo) debbo tendenzialmente cercare di chiudere i diaframmi. Uso del flash diviene, come dicevo, indispensabile.
Ecco spiegato l’effetto finale sulla stampa delle foto.



3)Lei afferma che il nero di quelle finestre è dovuto alla visuale che si estende sulla facciata in ombra del County Records Building. Spiacente ma si è dato la zappa sui piedi. Infatti, CE 512, cioè la terza tra le foto che ho proposto, ci mostra il nero in entrambe le finestre. In quel caso non c'è nessun edificio in ombra, visto che la visuale si estende verso il triplice sottopassaggio.



Ah il bianco e nero, che bello! Il triangolino nero che si intravede nella finestra a sx, e un po’ del fogliame della famosa quercia. Un bel verde ..in bianco e nero. Sulle CE512, analizzando i dettagli, si puo’ anche dedurre l’orario meridiano dello scatto: osservate la luce sul davanzale e sulla strombatura all’esterno.



)4La falsità di quelle foto è stata dimostrata tecnicamente dall'analisi del punto di fuga.

http://jfkresearch.freehomepage.com/vanishing%20point.jfg

Come vediamo sono state tracciate delle linee parallele che sono il proseguimento delle finestre del County Records Building, le quali finestre sono ovviamente parallele. In una foto tutte le linee parallele devono convergere in uno stesso punto. Ma come si vede le linee di una finestra convergono in un punto, mentre le linee dell'altra finestra convergono in un punto diverso. Ciò dimostra che ci sono state delle alterazioni.


Queste considerazione geometriche, mi scuserà, sono puerili. Le prospettive centrali esistono solo nei disegni non nella realtà ripresa dalla foto, i punti di fuga solo solitamente molteplici. Ha provato a considerare le deformazione dovute alla lente, al punto di ripresa?



Quindi, signor Stefano, Lei è libero di ritenere che tutto sia regolare, ma il suo messaggio in difesa di Day e Studebaker non è stato molto convincente.


Mi dispiace.


Saluti
Giuseppe



Un saluto

FRAME

[Modificato da Stefano F. 06/02/2004 13.38]

Stefano
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06/02/2004 13:52

Per Federico
Ti ringrazio per l’attenzione che hai prestato al mio messaggio e, naturalmente, non posso che condividere la tua considerazione finale. Sai se la partecipazione a questo forum vale come titolo per entrare nella polizia scientifica di CSI MIAMI?[SM=g27828]

Ps
Astenersi da battute tipo:” sì, come cadavere per l’autopsia”
Stefano
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06/02/2004 15:14

x Stefano F.
In riferimento al punto 3 del mio messaggio precedente e più precisamente al nero del triangolino in basso a sx, Lei afferma trattarsi del verde della quercia. E il nero dell'altra finestra a cosa è dovuto? Sempre alla quercia?
Le puerili considerazioni sono state fatte da un esperto, e non da me. Lei si è definito un dilettante, e quindi io credo all'esperto.
Per quanto riguarda l'oggetto sul davanzale, che appare nella foto del giornalista, è veramente molto ardita l'ipotesi che si tratti dello stesso dei reperti in questione.
Ho ingrandito decine di volte gli oggetti, e francamente non hanno niente in comune.
Giuseppe

[Modificato da sabatinogiuseppe59 06/02/2004 15.19]

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06/02/2004 18:03

x sig. Giuseppe S.
E' mia opinione che "Il nero" sulla finestra a dx a cui lei fa riferimento non è altro un pezzetto del prato verde di Dealey Plaza, si nota anche la careggiata di Elm Street con il famoso cartello.

Per quando riguarda il presunto martello, resto fermo alla mia prima osservazione che trova conferma nell'ingrandimento presente nel sito da lei segnalato

FOTO IN BASSO A SX

Puerili era riferito alle osservazione geometriche presenti nel sito da lei indicato (http://jfkresearch.freehomepage.com/snipersnest.htm).
E' vero, sono un dilettante in fotografica, ma con le prospettive ci campo. Faccia lei.
Un saluto

PS x tutti
Per una versione più grande di CE716 click QUI

[Modificato da Stefano F. 06/02/2004 19.14]

Stefano
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07/02/2004 11:32

x Stefano F.

Signor Stefano F.,
ognuno di noi, ovviamente, è libero di dire tutto e il contrario di tutto, ma dovremo porci dei limiti se vogliamo che la discussione sia, anche solo minimamente, costruttiva. Lei afferma che con le prospettive ci campa, e anche se non ho capito bene quale sia la sua professione, questo rende ancora meno accettabile la sua opinione secondo cui gli oggetti sul davanzale, ripresi nelle diverse foto in posizioni diverse, siano in realtà lo stesso oggetto.
Non vorrei urtare la sua suscettibilità su una questione che potrebbe non avere niente a che fare con le responsabilità del delitto, ma oltre ad apparire molto diversi nel colore, i due oggetti sono assolutamente differenti nella forma. Quello che a mio avviso è chiaramente il manico di un martello ha una base abbastanza spessa e questo spessore si assottiglia man mano che si sale verso l'altra estremità, tanto che è possibile notare il vuoto e la luce sotto di esso. Questa è appunto una caratteristica classica del manico di un martello. Basta, comunque, fare un paragone tra le proporzioni degli oggetti e il davanzale per rendersi conto immediatamente che si tratta di due cose diverse.
Comunque, le prime due foto del quartetto da Lei proposto confortano particolarmente le mie argomentazioni sull'attendibilità dei reperti fotografici della CW.
Per quanto riguarda l'aver sorvolato sul parere di un fotografo professionista, non ho anch'io purtroppo la fortuna di avere sotto casa tutti gli esperti possibili e immaginabili da interpellare ogni qualvolta il forum lo richieda. Nel mio piccolo ho chiesto il parere del primo fotografo che mi è capitato sotto mano, il quale ha dichiarato che, pur tenendo conto di tutti gli aspetti tecnici che Lei ha fatto osservare, le foto appaiono comunque troppo scure. Cercherò di ottenere ulteriori consulenze il più possibile qualificate e professionali, e sono convinto che troverò pareri completamente diversi da quello del professionista a cui Lei fa riferimento.
Su Intenet, ad esempio, è possibile procurarsi, ed io ne sono in possesso, i pareri di decine di qualificati e rispettabilissimi professionisti che contestano le conclusioni balistiche e medico-legali della CW e dell'HSCA. Ma per qualcuno gli esperti sono un esclusiva del libro di Diego Verdegiglio. La faziosità è, purtroppo per chi ne soffre, un male incurabile.
Per terminare vorrei invitarla ad essere più coerente. Sulla questione delle foto Lei è apparso molto professionale, preciso e particolarmente vincolato alla realtà, tanto da definire puerili e irrealistiche, e magari a ragione, alcune considerazioni tecniche espresse a riguardo. Come definirebbe la spiegazione da Lei addotta per risolvere il mistero del “pacco sospetto non recapitato”?
Ha risposto in quel modo perchè sapeva che una replica seria non poteva non riconoscere l'esistenza di un problema?
Giuseppe
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07/02/2004 14:04

La ringrazio per l’attenzione che ha prestato alla mie opinioni di fotografo dilettante. Ai fotografi che eventualmente interpellerà potrà chiedere l’influenza che potrebbe avere il tipo di stampa in bianco e nero (la grana su cui è stampato il negativo), il carattere scientifico della foto con la necessità del massimo dettaglio e non ultimo, il fatto che stiamo osservando delle foto digitalizzate. Poi potrà valutare se il dubbio di falsificazione sia o non sia ragionevole.

Lei continua a vedere un martello a colori che io non vedo: opinioni. Io vedo un cuneo, apparentemente in legno - CE511, CE 716 e completo in CE 716- posto sulla dx del davanzale. Nella foto da lei presentata come foto di un giornalista - eseguita intorno 15,30-, io vedo la parte iniziale- dove termina la svasatura, cioè la parte più grossa- di un cuneo, questa volta collocato a sx dello stesso davanzale. Quindi posso “ragionevolmente” pensare che si tratti dello stesso oggetto, tenuto conto anche della variazioni di luce.
Lei vuole vederci un martello che ha sostituito il cuneo. Ok,va bene. Ai lettori il giudizio.

Quando alla questione relativa alla giacenza del pacco, lei ha presentato una ricostruzione basata su “intuizioni “ di tale ricercatrice, in cui escludeva che LHO potesse essersi autospedito il pacco.
Basandomi sui dati dal lei riportati, senza altri approfondimenti da parte mia, ho ricostruito un “storia” alternativa, mettendo bene in evidenza il carattere ipotetico nel titolo del messaggio: “RACCONTO IPOTETICO. Personali intuizioni alternative sul misterioso” pacco postale. “ E tale è.

Guardi che non è un pericolo avere delle opinioni contrastanti e spero che in futuro si eviti di lanciare accuse di faziosità.

[Modificato da Stefano F. 07/02/2004 14.23]

Stefano
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07/02/2004 17:54

x Stefano F.
So benissimo che non è peccato avere opinioni diverse. Ma diventa inevitabile parlare di faziosità quando c'è chi ritiene che gli esperti siano quelli che sostengono un determinata teoria, mentre altre persone, altrettanto qualificate, sono considerate incompetenti solo perchè la pensano in altro modo. Vada a rileggersi un messaggio di complimenti che ha recentemente ricevuto e provi a criptarne il significato. Non cambia nulla se le cose non vengono dette chiaramente, ma si cerca di farle capire in tutti i modi possibili.
Riguardo agli oggetti sulla finestra non le facevo notare solamente che a mio avviso uno dei due era un martello. Intendevo anche dirle che secondo il sottoscritto si trattava di oggetti diversi, e le ho spiegato abbastanza dettagliatamente il perchè. Su questo punto Lei mi è sembrato alquanto evasivo.
Per quanto riguardo il pacco, la sua ipotesi contrasta con una serie di elementi che può riscontrare andando a rileggersi l'articolo, ma francamente le pensate proprio tutte pur di non agevolare minimamente le teorie complottiste. Su sig. Stefano, siamo seri....
Giuseppe

[Modificato da sabatinogiuseppe59 07/02/2004 18.04]

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07/02/2004 18:33

Sul martello
Più che evasivo, un termine un po’troppo negativo, direi che sono stato sospensivo, nel senso che mi sono limitato a riassumere quello che ravviso attualmente dalle foto in nostro possesso. Mi creda, ho preso atto di tutte le sue osservazioni. Tuttavia, ho necessità di altri dettagli più chiari per esprimermi in merito. Per ora non escludo che al termine del cuneo in CE716 posso esserci la parte in metallo di un martello (che quadratura del cerchio!). Per questo sono in attesa di trovare altre inquadrature. In attesa le posso indicare due foto - CE511- di maggiore definizione direttamente provenienti dal Municipio di Dallas:QUI-e-QUI
Stefano
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08/02/2004 10:36

Freno subito la fantasia di qualcuno: lungi dall'abitare in mezzo a esperti dell'omicidio Kennedy, ho la sfortuna di essere gomito a gomito con la redazione di una rivista di armi e mi si concederà che le riviste abbiano dei fotografi, che ho l'atrettanta sfortuna di conoscere.

Due anni fa chiesi la tesi al professor Baima Bollone (anche se alla fine optai per un'altra materia) e ne approfittai per domandargli alcune cose sull'omicidio.
Ecco qual è la folla di esperti che ho interpellato. Non capisco proprio dove sia il comico in tutto ciò: comunque Bollone lavora in un ospedale di Torino, il Gradenigo di corso Regina Margherita, basta prendere la guida e fare una telefonata, non è che qualcuno abbia l'esclusiva sui suoi pareri.

Per finire, un invito e una considerazione.
L'invito è quello a evitare i toni provocatori e a non ergersi a interprete dei messaggi altrui. Quando ho avuto qualcosa da dire non ho fatto giri di parole, l'ho sempre detto, quindi nego e rispedisco al mittente i commenti sulle mie intenzioni (ovvero di fare i complimenti a qualcuno o di dare dell'incompetente a esperti che neppure so chi siano). Ho detto solo che la questione delle luci, così come confermatomi da uno del mestiere, è di quelle che "a naso" ingannano, tutto qui.

La considerazione invece riguarda, una volta di più, il libro di Verdegiglio: è piuttosto curioso che la maggior quantità di commenti su questo volume, in questi anni, sia arrivata da chi non ne ha mai letto neppure una pagina. Per gentilezza nei confronti di uno scrittore si può, sì, rifiutarsi di leggere la sua opera, ma non fare apprezzamenti sui contenuti di questa(che, a scanso di equivoci, non sono né quelli riportati nel sito né quelli riassunti negli interventi di DV: sono, invece, 606 pagine di studi, indagini e interviste).

Conscio della poca importanza dell'argomento, ho cercato da tempo di "smilitarizzare" il linguaggio e ringrazio chi ha raccolto l'appello a fare altrettanto. Se in passato ho ecceduto (ma mi si concederanno le attenuanti, per chi ricorda i tempi del "pazzo" e di qualche altro elemento) me ne scuso, ma vorrei che tutti gli utenti lasciassero perdere le polemiche personali. Oltretutto ricordo che, per i messaggi "ad personam", c'è lo strumento dei messaggi privati (e comunque esiste sempre l'e-mail: la mia è johnkennedy@libero.it).
Chi ha da fare commenti personali e comunque non rivolti alla comunità e/o non utili alla discussione è pregato di servirsi di queste alternative, non del forum principale.
Non ha senso continuare a dare al prossimo dell'arrampicatore di specchi, del difensore disperato di posizioni risibili eccetera: come vedete anche chi potrebbe dire altrettanto nei confronti di quelli che sostengono teorie per ora (e son passati 41 anni) non suffragate da prove non ricevono epiteti del genere.

Chi ha da dire qualcosa a qualcuno senza giovamento per la discussione (e apostrofare in certi modi l'interlocutore non giova affatto) lo faccia in privato, se proprio non ce la fa a non vestire i panni del "tifoso".
Federico Ferrero
Post: 159
Registrato il: 03/12/2002
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09/02/2004 17:16

x Stefano F.
Non vorrei sbagliarmi, ma sembra che Lei abbia preso atto della diversità dei due oggetti che vediamo sullo stesso davanzale in posizioni e in foto diverse. La prima foto che mi propone evidenzia ancora di più queste differenze. Ripeto, questo episodio potrebbe non significare nulla, ma potrebbe essere un ulteriore prova degli inquinamenti subiti dall'originaria scena del crimine.
Per quanto riguarda la seconda foto, mi sarebbe piaciuto vedere l'ingrandimento dell'intera immagine. Infatti questa foto dimostra, a mio avviso, che il fotografo non aveva nessun motivo per preoccuparsi di un eventuale sovraesposizione, e da quel poco di pavimento che si riesce a vedere è facilmente intuibile che i dettagli importanti, e cioè i bossoli, sarebbero stati meglio identificabili, e la luminosità dell'ambiente sarebbe stata più coerente con l'orario in cui le foto furono presumibilmente scattate. E, probabilmente, si sarebbero creati meno sospetti. Anche nella versione a maggiore definizione di CE511 l' identificazione dei bossoli è alquanto problematica, se non impossibile. Ho ingrandito decine di volte l'immagine ma riesco a vedere i bossoli solo perchè altre foto mi dimostrano che si trovano in quella posizione.
A questo punto mi chiedo:
è meglio una foto leggermente sovraesposta ma che riesce a mostrare chiaramente i dettagli che ci interessano, o si preferisce evitare la sovraesposizione rendendo in questo modo quasi invisibili le prove?
E comunque, tornando ai bossoli, sembra proprio che la loro posizione originale non fosse quella mostrata dai reperti. Anzi, potrebbe addirittura non trattarsi dei bossoli realmente rinvenuti vicino alla finestra.

Il racconto del testimone oculare
Tom Alyea, primo giornalista del WFAA, entrò nel TSBD prima che ne fosse bloccato l'accesso, e fu l'unico giornalista sulla scena dell'assassinio mentre la polizia perquisiva l'edificio. Alyea disse:
“La barricata al sesto piano correva parallela alle finestre estendendosi in una forma di “L” che terminava contro il muro fra la prima e la seconda coppia di finestre. L'altezza della pila di scatole era almeno di un metro e mezzo. Guardai sopra la barricata e vidi tre bossoli sul pavimento di fronte alla seconda delle due finestre a battenti. Essi erano sparsi in un area abbastanza ristretta e si trovavano a circa metà strada tra l'interno della barricata e il basso muro di mattoni sotto le finestre. Nessuno dei bossoli toccava il muro o l'interno della barricata. Posizionai il fuoco del mio obiettivo a una distanza calcolata dalla macchina fotografica al pavimento e, tenendo la fotocamera sopra la sommità della barricata, li filmai prima che qualcuno entrasse all'interno del covo. Non potei posizionare il mio occhio sul mirino della fotocamera per ottenere la ripresa. Dopo aver fotografato i bossoli con l'obiettivo grandangolare, da un'altezza di un metro e mezzo, chiesi al capitano Fritz, che era al mio fianco, se potevo andare all'interno della barricata e fare una ripresa in primo piano dei bossoli. Egli mi disse che sarebbe stato meglio che facessi le mie riprese dall'esterno, e dopo aver girato intorno alle pile di scatole, entrò all'interno del nascondiglio. Fu la prima volta che qualcuno camminava tra le scatole e la finestra.
Fritz raccolse i bossoli e, tenendoli nella sua mano sopra la sommità delle scatole, mi consentì di effettuare delle riprese in primo piano delle prove. Dopo aver filmato circa otto secondi interruppi la ripresa e lo ringraziai. Non ricordo se Fritz mise i bossoli in tasca o se li ripose sul pavimento, perchè preoccupato per la registrazione di altre panoramiche della scena del crimine. Mi è stato chiesto molte volte se ritenevo strano il fatto che il capitano della sezione omicidi di Dallas avesse raccolto prove importanti con le sue mani. Effettivamente fu la prima cosa che pensai, ma riflettondoci bene si trattava di un esperto e, inoltre, nessuna impronta poteva essere presa da una cartuccia vuota. Quindi, qualche fotografia dei bossoli presa successivamente non ne rappresenta la posizione originale. E' estremamente improbabile che i bossoli che appaiono nelle foto della polizia di Dallas della scena del crimine, siano gli stessi che vennero scoperti originariamente. Gli originali probabilmente erano a quel tempo in un sacchetto di plastica alla sede centrale della polizia. Perchè? Probabilmente questo era un collegamento mancante nel rapporto che il dipartimento di polizia aveva mandato all'FBI e quindi lo hanno inscenato insieme alla collocazione della barricata di scatole, per completare il loro rapporto e la registrazione delle foto”.

Dal 7° capitolo del Rapporto Finale dell'ARRB (Assassination Records Review Board):
Tom Alyea: Film from Inside the Texas School Book Depository
1. Tom Alyea, a cameraman for Dallas television station WFAA, shot film while he was trapped in the Texas School Book Depository, which was sealed by the Dallas Police Department after the assassination. Alyea's footage includes shots of the sixth floor sniper's nest. In May 1996, Review Board staff met with Alyea, who agreed, in writing, to donate his original 16mm film to the JFK Collection. Alyea gave the film to the JFK Collection at that time, and as agreed, the Review Board sent Alyea a 16mm positive copy and a 16mm negative copy.

Se questo materiale, ripreso prima dell'arrivo di Day e Studebaker, mostrava, e non c'è motivo di dubitarne, che la posizione dei bossoli era diversa da quella delle foto della polizia, Lei non ritiene che sia molto difficile non diffidare dei reperti del Rapporto Warren?
Giuseppe

[Modificato da sabatinogiuseppe59 09/02/2004 17.26]

Post: 232
Registrato il: 21/11/2002
Frequentatore
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10/02/2004 00:40

Lei non ha certo lesinato la sua franchezza nello scrivere e ora spero che accetterà qualche sprazzo della mia,
--Sull’oggetto o oggetti sul davanzale ripeto quando scritto nel messaggio precedente: non ho inqudrature sufficienti per esprimermi, e ho anche spiegato chiaramente il motivo. L’oggetto svasato è ripreso con varie condizioni di luce che notoriamente giocano brutti scherzi. Giudizio sospeso. Non vedo poi come questo argomento - anche curioso - possa inficiare l’attendibilità delle foto ufficiali. La foto del giornalista è stata scattata dopo la ripresa della scena del delitto da parte della polizia.
--Sono un po’ imbarazzo nel replicare alle sue ripetute considerazioni sulle tecniche di fotografia. Lei ha anche precisato la sua non dimestichezza con la fotografia, quindi pacatamente le ripeto che le sue considerazioni non colgono il problema della ripresa fotografica: in quelle condizioni le foto andavano fatte in quel modo. Le posso aggiungere che il punto di ripresa fortemente a scorcio trova anche la sua giustificazione nel non far riflettere il flash sul vetro delle finestre.

Quando lei scrive:

Per quanto riguarda la seconda foto, mi sarebbe piaciuto vedere l'ingrandimento dell'intera immagine. Infatti, questa foto dimostra, a mio avviso, che il fotografo non aveva nessun motivo per preoccuparsi di un’eventuale sovraesposizione, e da quel poco di pavimento che si riesce a vedere è facilmente intuibile che i dettagli importanti, e cioè i bossoli, sarebbero stati meglio identificabili, e la luminosità dell'ambiente sarebbe stata più coerente con l'orario in cui le foto furono presumibilmente scattate. E, probabilmente, si sarebbero creati meno sospetti



Tutto questo è un nonsenso. La foto è la stessa, la CE511. E’ stata ingrandita una porzione e “tirata”, come si dice anche in gergo. Cioè, al momento della stampa, è stata data più luce che pero’ sfalsa i toni. Il negativo è lo stesso. Puo’ simulare lo stesso effetto digitalmente con un programma di grafica.

--Infine, lei ha lanciato sul forum un forte sospetto sull’autenticità di alcune foto portando delle specifiche motivazioni. Queste motivazioni sono state discusse punto per punto e, con altrettante argomentazioni che lei è libero di non accettare, sono state rigettate.
Concludo riaffermando che le foto ufficiali qui riportate a mio giudizio non presentano falsificazione nella tecnica fotografica e nei caratteri da lei inizialmente denunciati.
Allego qui una foto che trovo assai difficile classificare come “notturna”.


Per quando riguarda la testimonianza del sig. Tom Alyea, le confesso che mi mancano gli elementi base per esprimere un’opinione. Appena avro’ il tempo cerchero’ d’informarmi, ma forse qualcuno nel forum le potrà già rispondere.
Stefano
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