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Lee Bowers Jr.

Ultimo Aggiornamento: 26/01/2004 18:25
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18/01/2004 14:03

Molto spesso si legge e si sente dire che Lee Bowers, un ferroviere presente in Dealey Plaza, sarebbe un testimone chiave per chi sostiene la teoria del complotto. Ma cosa disse Bowers?

Bowers disse queste cose (traduco dal testo dell'interrogatorio della comm. Warren, ho l'originale a disposizione):

Bowers: "Ho sentito tre colpi. Uno, poi una breve pausa, poi due ravvicinati. E ho sentito anche l'eco degli spari".
Ball: "E si è fatto, dal rumore, un'idea sulla provenienza degli spari?"
Bowers: "Il rumore arrivava o dal Deposito dei libri o dall'imbocco del triplo sottopasso".
Ball: "E riuscì a stabilire da quale dei due luoghi arrivassero?"
Bowers: "No".

Più avanti Bowers parla di due uomini.

Bowers: "Davanti a me, in direzione del sottopasso, c'erano due uomini. Uno più vecchio, con maglia bianca e pantaloni più scuri. Un altro era sui 25 anni".
Ball: "Erano insieme?"
Bowers: "Erano a qualche metro l'uno dall'altro, non mi diedero l'impressione di essere insieme".
Ball: "In che direzione guardavano?"
Bowers: "Guardavano verso la Main e la Houston, seguivano il corteo con gli occhi".
Ball: "Vide nessuno dal triplo sottopasso?"
Bowers: "Sì, c'erano due poliziotti [...]".
Ball: "E vide questa gente prima dell'arrivo del presidente?"
Bowers: "Prima e dopo".
[...]


E veniamo agli spari.
Ball: "Quando udì gli spari cosa stava guardando?"
Bowers: "Al momento del primo colpo guardavo davanti a me ma l'auto era coperta alla mia vista da un muretto".
Ball: "E durante il secondo e terzo sparo riuscì a vedere la macchina?"
Bowers: "No, al momento degli spari non ero in grado di vederla. Riuscii a vederla appena dopo la fine degli spari".
Ball: "Dopo l'ultimo colpo notò attività nella Elm, davanti a lei?"
Bowers: "At the time of the shooting there seemed to be some commotion (= Al momento degli spari sembrò esserci confusione) e subito dopo un poliziotto si lanciò verso la cima della collinetta".
[...]

Ball: "E c'erano ancora i due uomini?"
Bowers: "Uno sì, l'altro non saprei dire".
Ball: "Lei ha parlato di confusione, può spiegarsi meglio?"
Bowers: "Non riesco a spiegarlo, se non dicendo che era qualcosa fuori dall'ordinario, dell'agitazione lì intorno, che ha attratto il mio occhio per un momento".
Ball: "Può spiegarlo meglio?"
Bowers: "No, niente che potrei definire come qualcosa che sia accaduto".


Questo è il contributo offerto all'inchiesta da Lee Bowers Jr., che spiegò anche di aver visto tre automobili nel parcheggio prima degli spari: una Oldsmobile del 1959, una Ford nera del 1957 ("con alla guida un uomo che teneva qualcosa alla bocca, forse un microfono o un telefono") e una Chevrolet Impala bianca.
Chi avesse solo visto il film di Stone (da cui si potrebbe evincere che Bowers ha praticamente visto sparare a Kennedy) può così farsi un'idea più precisa (e soprattutto fedele alle fonti) su quanto le parole di Bowers corroborino l'ipotesi di uno sparatore dalla collinetta.

Nonostante nell'interrogatorio, più e più volte, Ball abbia provato a tirar fuori dalla bocca di Bowers una spiegazione di quello che vide, nel 1966 l'autore complottista Mark Lane intervistò Bowers.
Bowers disse (per la prima volta) di aver visto un "lampo... un fumo... o qualcosa non saprei descriverlo" e fu indotto da Lane ad affermare che la commissione Warren lo interruppe proprio mentre stava per spiegare (mentre la lettura integrale della sua testimonianza indica che, nonostante le insistenze di Ball, non riuscì a dire altro che "qualcosa di fuori dall'ordinario", cosa che peraltro ha ripetuto a Bowers).


[Modificato da Federico Ferrero 18/01/2004 16.37]

[Modificato da Federico Ferrero 18/01/2004 16.39]

Federico Ferrero
Post: 136
Registrato il: 03/12/2002
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20/01/2004 14:47

Il fatto che molto spesso si legge o si sente dire che Lee Bowers fu un testimone chiave per i teorici del complotto, mi appare più come una sensazione del moderatore che come un dato reale. Il ferroviere di Dallas è solo un pezzo del puzzle.
La sensazione che ho io, invece, è che il mio interlocutore, sostenitore dei metodi di cui andò fiera la Commissione Warren, sia anch'esso divenuto molto bravo nella selezione, e in questo caso la selezione si riferisce alle dichiarazioni estratte dalla testimonianza di Bowers.
Sono state riportate molte delle cose più importanti dette da Bowers, ma sono state omesse o confinate alla fine del messaggio, non so quanto distrattamente, alcune dichiarazioni molto interessanti. Preferisco completare il quadro.

Ball. A che ora vide arrivare la prima auto?
Bowers. Non ricordo esattamente, ma più o meno intorno alle 12.10.
Ball. E quando la vide, dov'era l'auto?
Bowers. L'auto proveniva dalla strada di fronte al deposito. Girò intorno all'area di fronte alla torre e ad ovest della torre, come se stesse cercando una via d'uscita, o come se stesse ispezionando la zona, e quindi tornò indietro attraverso l'unica via possibile, cioè quella dalla quale era arrivata.
Ball. Dove Elm è un vicolo cieco?
Bowers. Esatto. Era l'unico modo per andar fuori. Dopo di che uscì dalla mia visuale.
Ball. Vide un'altra auto?
Bowers. Si, circa 15 minuti dopo, suppongo intorno alle 12.20, vidi un'altra auto, una Ford nera, con a bordo un uomo che sembrava avere un microfono o un telefono o qualcosa che dava l'impressione di esserlo.
Ball.
Come può dirlo?
Bowers. Egli stava tenendo qualcosa sulla bocca con una mano, e stava guidando con l'altra, e diede quell'impressione. Era molto vicino alla torre e lo vidi mentre procedeva intorno alla zona.
Ball.
Da che parte arrivò?
Bowers. Arrivò dalla strada cieca di fronte al deposito.
Ball. La vide andar via?
Bowers. Si, dopo aver circolato 3 o 4 minuti intorno all'area tornò indietro dalla stessa strada. Sondò la zona un po' di tempo in più rispetto alla prima auto.
Ball. Vide un'altra auto?
Bowers. La terza auto entrò nell'area 7 o 8 minuti prima della sparatoria. Credo fosse un Chevrolet, un Impala a quattro porte, bianca. Era infangata fino ai finestrini e alla guida c'era un uomo bianco.
Ball. Cosa fece?
Bowers. Rimase un po' di più nella zona. Girò intorno all'area e sondò una zona a destra della torre. Lentamente tornò indietro attraverso la solita strada.
Ball. Fu allora che usci?
Bowers. L'ultima volta che la vidi era ferma proprio sopra il luogo dell'assassinio.
Ball.
Il parcheggio delle auto, o più avanti o cosa osservò?
Bowers. Se proseguì proprio in quel momento o se si fermò solo a una breve distanza, non posso dirlo. Ero occupato.


Ho sottolineato le frasi che ritengo più interessanti e che penso debbano far riflettere. Tornando agli estratti proposti dal direttore del forum, mi piacerebbe che si spiegasse ai lettori chi era quell'uomo che insieme a un altro stazionava dietro la palizzata prima degli spari, e che vi restò anche dopo la sparatoria, quando arrivò il poliziotto.
Sembrerebbe essere colui che presentò al poliziotto un distintivo del Servizio Segreto. Ma in quel momento non c'era nessun uomo del Servizio Segreto in quella zona. Chi era costui? E' stato identificato? E chi era l'altro uomo, insieme a lui o non, dietro la palizzata prima degli spari?
E come mai dopo non c'era più? E' stato identificato?

Proprio perché Bowers non l'ha detto alla Commissione, non è giusto tener conto di quello che ha detto a Mark Lane, ma penso che la testimonianza davanti alla Commissione offra lo stesso interessantissimi spunti sui quali meditare.

Ball. Quando dice che là ci fu della confusione, cosa intende?
Bowers. Non sono capace di descrivere ciò che avvenne. Si trattava di qualcosa fuori dall'ordinario, una specie di calca o di circolazione disordinata, ma in quel particolare luogo avvenne qualcosa che era fuori dall'ordinario, che per qualche motivo attrasse la mia attenzione. Ma non so dire cosa.


Se anche le parole di Bowers, qui sopra, non riferiscono la visione di uno sparo, rimane la misteriosa affermazione secondo cui “avvenne qualcosa fuori dall'ordinario” che non riusciva in alcun modo a definire. E' abbastanza improbabile che queste parole potessero riferirsi alla confusione generata dalla folla che accorse sul pendio, visto che si stava riferendo al momento esatto dell'ultimo sparo o agli attimi immediatamente successivi.

A rifletterci bene, possiamo noi escludere la possibilità che un testimone, in un contesto in cui la verità (vera o presunta) è stata colpevolmente resa pubblica già da mesi, non abbia il coraggio, con le sue dichiarazioni, di riaprire clamorosamente una caso che, almeno sulla carta, è ormai chiuso?
Questo discorso, ovviamente, va allargato a tutti gli altri testimoni della vicenda. Sapere che la polizia di Dallas, l'FBI e la stessa Commissione hanno sbandierato la colpevolezza di Oswald ancora prima che l'inchiesta iniziasse, non ha certamente consentito a tutte quelle persone di testimoniare in modo sereno ed imparziale.
Credete che fosse facile avere gli attributi per contraddire tutte quelle autorità, a quei tempi?
O credete che sia stato molto più comodo, in quel caso, essere impotenti?
Perché non dovrei essere legittimato a pensare che la diffusione di quella prematura sentenza non fu, in realtà, un avvertimento, neanche troppo occulto, indirizzato ad eventuali testimoni intenzionati a fare gli eroi?

Quindi, tornando a Bowers, non possiamo stabilire con assoluta certezza che lo sparo di cui parlò a Lane fosse un'invenzione postuma a cui Bowers fu indotto dallo stesso Lane. Né possiamo, basandoci sulle trascrizioni stenografiche, escludere la circostanza che Bowers possa essere stato interrotto. Sono sufficientemente documentato sui metodi della Commissione, per poter affermare che niente si può escludere quando parliamo del Rapporto Warren.

Prendo atto che il mio interlocutore non ha nessuna intenzione di raccogliere l'invito a lasciar perdere, in queste discussioni, il film di Oliver Stone.


[Modificato da sabatinogiuseppe59 20/01/2004 14.53]

Post: 129
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21/01/2004 18:48

Credevo di essere stato chiaro nei vecchi messaggi: cito il film di Stone, e continuerò a farlo, perché le mie non sono risposte ad personam (in questo caso, ho detto, mi sarei già astenuto da tempo) ma risposte per i lettori del forum che trovano qui espressi dubbi e giudizi e che voglio invece siano informati con completezza. E siccome la gran parte di loro non ha letto l'inchiesta di Warren ma ha invece visto il film di Stone, ecco spiegata la presenza del film nei messaggi.

Non c'è bisogno di scomodare l'onestà di Lee Bowers, che può aver avuto la sua legittima opinione sull'attentato (a Lane, Bowers disse, con un sorriso ironico: "Quando davanti alla Commissione dissi che secondo me il secondo e il terzo sparo erano troppo ravvicinati per provenire dallo stesso fucile, loro mi risposero che non ero un esperto di armi e che non potevo saperlo"). E' piuttosto chiaro, insomma, che per Bowers le cose non andarono come il rapporto Warren ha dimostrato.
Non per questo è un mendace: dice di aver visto un qualcosa che non sa spiegarsi. Insomma: non ha visto l'auto, non ha visto Kennedy, non ha visto armi. A Lane disse di aver visto un lampo e/o un fumo, ma è veramente impossibile capire cosa può aver visto, siccome egli stesso non sa citare una sola entità materiale (una canna, del sangue, la testa del presidente, qualsiasi cosa). Bowers, in soldoni, non è né disonesto né falso né condizionato da Lane. E' che proprio non ha visto alcunché.

Sugli altri rilievi, appena potrò risponderò.
Federico Ferrero
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