E’ il tramonto. Mentre il sole irradia gli ultimi fasci di luce rosata sulle case e sui palazzi, il giorno pur volgendo alla fine tende sempre a rianimarsi e riprendere una nuova vita. Mentre una parte degli abitanti esce di casa all'aria aperta per fermare gli ultimi spiccioli di giornata e cogliere la mutevolezza delle cose, una folta schiera preferisce invece aggirarsi negli angoli più insoliti alla ricerca di nuovi punti di aggregazione.
Potrebbe essere sera.
Potrebbe essere una sera alabastrina,
con le sue venature ed una serpentina
fessura per passare dalla sera alla notte
con la nostra piccina.
Nuvole rossastre e bagliori di luce soffusa ricamano l'infinito come un'immensa lastra di marmo, con le sue caratteristiche venature e gradazioni di colore.
Viola il colore della sera,
l'ora nella quale tutto resta
non tanto com'era, ma come sarà.
Rinviate le schegge,
s'infrangono come vetrate
le saracinesche,
come se non dovessero riprendersi più,
risalire, riaprire un domani.
In una città circondata dal traffico viene messa in risalto l’impotenza dell'uomo di fronte alla sua caotica esistenza, tanto da sembrare i suoi abitanti dei murati vivi. Vien quasi voglia colorarla di verde questa città. Per questo, camminare la sera nel parco o in certi viali alberati può veramente aiutare a riconciliare il nostro vivere accanto alla natura. Ma non è sempre così. Per essere l'ora che è, ne passano di macchine lungo il viale coi fari accesi. È buio ora ma il fermento non conosce sosta. Anche in una qualsiasi città con le sue brave attrazioni, si può sempre trovare dentro il viale un meraviglioso sorriso bianco splendente che spunta da dietro un platano o un tiglio. Magari una ragazza molto bella, in vesti per professione succinte, che mostra agli occasionali passanti le sue potenzialità carnali. Un tempo l’immagine della prostituta era diversa, più decorosa se vogliamo, non sulla strada ma nelle stanze di appartamenti più o meno lussuosi o al contrario, più o meno stamberghe. Però erano chiuse; le persiane accostate, i vetri oscurati per motivi di tutela del comune senso del pudore, e soprattutto per la privacy di chi le frequentava. La prostituzione è oggi in nessun modo quel misto di provocazione, "bohème" e povertà, che troviamo nei quadri di Tolouse Lautrec, Degas o Cézanne. Lautrec, in particolar modo, fu attratto dalla semplicità e dallo spirito di quelle donne e arrivò per studiare ancora più da vicino i suoi soggetti a trasferirsi per un certo periodo in una casa di piacere, suscitando scalpore fra alcuni suoi visitatori. L'artista non ridicolizzò mai la loro figura, né le ritrasse mai in pose volgari. Preferì concentrarsi sulla loro vita quotidiana, mentre ingannavano il tempo attendendo i loro clienti, durante la toeletta, mostrando il loro lato umano quasi con tenerezza. In alcuni ritratti di prostitute l'artista ci rivela anche il rapporto sentimentale che univa molto spesso queste donne, immortalandole in momenti di effusioni omosessuali, unica fonte di dolcezza disinteressata.
Henri de Toulouse - Lautrec
Le "case di piacere" ( almeno nel Belpaese ) sono svanite nel passato. Oggi, grazie a delle leggi discutibili, queste donne sono diventate parte integrante del tessuto urbano, costellano le periferie, popolano strade inanimate, appaiono come fantasmi in luoghi dove non ci si aspetterebbe mai una presenza umana.
E i viali vanno avanti in due filari,
per pura educazione, così per cortesia
non finisce la via,
pur avendo diverse
ragioni per fermarsi:
cercare gli aggettivi catarifrangenti
infranti e lucenti.
Ai margini delle strada nelle ore notturne, la segnaletica di sicurezza appare catarifrangente e luminosa. Per certi versi molti automobilisti di passaggio potrebbero anche resistere a certe tentazioni, come per i pedoni proseguire la loro passeggiata serotina , ma immancabilmente dietro c'è sempre il diverso rumore di una macchina che si avvicina, una frenata con tanto di fischio di gomme: « Ciao bella quanto vuoi ? Andiamo? ». L´offerta si sa, è sempre quella di farle salire in macchina.
Ma con l'educazione e con la cortesia,
c'è da fare attenzione tra i viali e sulla via
nell'ora in cui si avvera
soltanto il colorito della sera.
Nonostante i cartelli dicano che «è vietato circolare e sostare con auto e moto al di fuori della strada carrabile» - si nota un continuo via-vai di uomini soli. Molti entrano nel viale con l´auto e lo scambio di avances ora è più sostenuto ...
Viola paonazza, la ragazza è sola
con suo grande sollievo per godere con me
Molte volte da parte dei clienti vi è un certo interesse per la soddisfazione sessuale della loro mercanzia.
Certo è una ambizione molto ardita quella di far godere la prostituta che pagano...
Si permette un coda, roteata all'intorno,
se la mette, la leva: potrebbe essere sera.
I suoi capelli sono ben spazzolati e acconciati in uno chignon stretto stretto; fissato con le forcine la rende particolarmente affascinante come una bambola geisha.
Le foglie fanno i compiti sui rami:
i bilanci, i conti,
la lettura con occhi castani,
potrebbe essere sera.
I luoghi degli incontri diventano gli alberi e i cespugli. Mentre i due consumano l'atto amoroso lontano da occhi indiscreti, immobili restano gli alberi attorno alla loro alcova improvvisata, zelanti sentinelle garanti dell'intimità. E come gli umani sbrigano le loro ultime faccende prima di chiudere la giornata: chi per addormentarsi legge un libro, qualcuno ripassa la lezione come uno scolaro, chi fa l'inventario prima di chiudere il negozio ...
E tu potresti ridendo dire
"Non ho spiccioli, resti d'inverno,
né di primavere, davvero non ne ho,
e non posso cambiare, scusate,
né l'autunno, né l'estate."
Tra poesia ed espressioni di vita reale le stagioni vengono equiparate ai colori delle banconote: bianco l'inverno, verde la primavera, gialla l'estate, rosso l'autunno. Dopo aver pattuito la somma con il suo cliente, alla fine della prestazione, la bella prende a discutere con lui: proprio non vuole dargli il resto dovuto e cerca con delle moine di trattenere il resto, con la scusa di mancanza di spiccioli.
Viola, paonazza la ragazza è sola,
passa e ripassa la linguetta rosa
sopra il quesito del suo labbro squisito.
Dopo aver consumato l'amore fugace il suo trucco si è disfatto un po'. In attesa di nuovi di amanti da adescare, lei ripassa il rossetto sulle labbra della voluttà.
E come resiste, ma come resiste
al lamento ottimista di una felicità;
si permette un rifiuto con il mento levato,
più bellina più altera
potrebbe essere sera.
" Quanto ? " - chiede quest'altro uomo. La ragazza lo guarda, e alzando il mento con tono deciso risponde: " No !". Questo rifiuto incuriosisce: il volto del conducente è molto giovane. Troppo, avrà pensato lei, che sicuramente non vuol correre guai con la sua coscienza. Il ragazzo non ne vuole sapere, anzi scende dall'auto e si fa decisamente vicino.
Come chi in sonno dicesse una frase così,
giorno dopo giorno, un rumore così,
a dissolvere a smorire un frase così
"Non è così com'è, non è com'era"
Tu cedi all'insistenza dolce e viola,
seguendo la pendenza della sera.
Fasciata da una camicetta vistosa, sagomata e aderente, i tacchi alti, la gonna decisamente corta, i capelli raccolti in uno chignon, il trucco non carico, non pesante ma deciso ; basta leggere dentro agli occhi dei suoi pretendenti per capire quanto lei possa essere inconfutabilmente bella ! Talmente bella e invitante da da desiderare per gli uomini di coglierla come un fiore . Ma ciò che è stato perduto, difficilmente può essere ritrovato. Davanti a questa realtà, i suoi pensieri corrono al ricordo della vita passata, al suo paese, agli amici e ai suoi affetti, accompagnati questi dal rimpianto di non aver compreso il valore delle cose che rendevano la sua vita speciale. Il rumore di un auto la distoglie bruscamente dai suoi pensieri. Il ragazzino è ancora lì davanti e non demorde: per un attimo ancora resta titubante, ma di fronte alle lusinghe monetarie non indifferenti del giovane amante di turno, la sua resistenza ora viene meno.
E Tu cedi all'insistenza, dolce viola ...