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<b><font color="00A0FF">{ Armature - linee di lavoro }</font></b>

Ultimo Aggiornamento: 09/04/2003 10:33
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13/03/2003 20:11
 
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Apro questa cartella provvisoria perchè iniziamo a discutere tra di noi su come affrontare il discorso armature.

Abbiamo da tenere presenti, principalmente, due aspetti:

1) Armature in base al plotone/ruolo di appartenenza
2) Armature in base alle caratteristiche di razza
3) Armature descritte in generale, anche quelle non in dotazione

Secondo questo ordine di priorità.

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14/03/2003 15:26
 
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Su questo frangente, specialmente sulle razze, farò prestissimo un dossier da presentare in questa sezione al più presto. Ovviamente chi di voi ha qualcosa da inserire lo faccia.

[Modificato da VivianK 14/03/2003 15.27]

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15/03/2003 15:21
 
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In quanto ho preparato io personalmente sotto richiesta del Comandante della mia compagnia....
Ci tengo in particolar modo, a portarvi come modello attinente all'armamento, o equipaggiamento dei Balestrieri III^ comp.II°plot.Aquile d'Acciaio....gia considerando che i Balestrieri di norma dovrebbero essere leggeri ed'agili, trovo il lavoro che ho curato nella sezione armamento Aquile d'Acciaio abbastanza esaudiente, alla portata di ogni razza. (pesi e ingombri)
link all'armamento del II°plot III^comp.
SITO DA RAZIARE
e.d. tratto da...


Per quanto riguarda le razze, posso dire che nel plotone dei balestrieri, elmo, cotta metallica per la testa, cotta metallica per il busto, balestra, faretra per dardi, piccolo scudo a tracolla, spada bastarda standard (come da sito ufficiale dell'armata)e pugnale, siano pesi sopportabili per tutte le razze (esclusi folletti)

[Modificato da Ðußßius 04/04/2003 22.45]

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18/03/2003 13:53
 
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Domanda
E' vero che l'arma prediletta per gli elfi è l'arco?
Hanno limitazioni o malus sull'utilizzo della balestra?
Un Drow possiede la forza per tenere un arco in tensione?
Quali sono i limiti sull'utilizzo delle macchine da lancio per quanto riguarda i malus di razza?

Quali sono le razze con malus nel prediligere l'uso di una o di altra arma?
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04/04/2003 07:23
 
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Concernente alle armature a mio parere il problema da affrontare è duplice.....
Innanzitutto dovremmo strutturare l'armatura in dotazione ai vari militi dell'armata uniformandole per compagnia, e plotone di appartenenza. Per esempio per la III compagnia è ragionevole strutturare l'armatura ed i relativi equipaggiamenti in maniera tale che essa non gravi sui compiti specifici del milite. Essendo essi inquadrati nelle armi da lancio (Arceri e balestrieri) la loro armatura dovrebbe essere leggera con le braccia libere in modo da non ostacolare l'uso del loro armamento. Per la IV Compagnia invece il problema è piu complesso poiche all'interno di detta compagnia vi sono inquadrati due plotoni con compiti seppur simili, totalmente diversi, infatti il plotone sagittari, dovrebbe avere come armamento delle armi da lancio (archi corti) pertanto la loro armatura deve per ragioni di gioco essere simile a quella della III compagnia mentre per il 2° plotone - Centauri - la loro armatura dovrebbe essere piu pesante e lasciando scoperto il meno possibile del corpo proprio poiche il loro impiego in battaglia è quello se cosi si puo dire di gettarsi nella mischia.
In relazione alle caratteristiche di razza secondo i nuovi skill, a mio parere il problema delle armature è minimo poiche logicamente tenendo presente le caratteristiche di razza pultroppo, andra a finire che non vi saranno piu plotoni misti, ma si verranno a creare con il tempo plotoni di razza, nel senso che i demoni date le loro caratteristiche fisiche finiranno inquadrati nella fanteria pesante, gli elfi tra gli arceri, i drow tra gli arceri o i balestrieri, e cosi via dicendo.


Pioppus di Chaulssin
Lot's Gleen
Membro del 1° Plotone della IV Compagnia - Sagittari -
Membro della Commissione Certificazione
07/04/2003 08:52
 
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sito interessante.
Ho trovato questo sito che mostra delle raffigurazioni,a parer mio decisamente realistiche e attinenti,credo che sia utile per farci un'idea esatta, dalla quale prendere spunti.

armarure e vestigia medioevali

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07/04/2003 11:23
 
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TRATTO DAL REGISTRO PRESIDIO ESERCITO DUCALE
Scritto e redatto da Iceblood all'epoca Maresciallo dell'esercito ducale di Lot


Esistono vari tipi di armatura forgiate dai fabbri Lottiani.

COTTA D'ARME :

una veste di maglia fatta di tanti piccoli anelli intrecciati. La cotta pesa
all’incirca quattordici chilogrammi ed e' aperta sulla parte inferiore, sia avanti che dietro, in modo
tale da permettere al cavaliere di stare a cavallo.

COTTA D'ARME COMPLETA :

oltre al rivestimento in maglia del dorso vennero aggiunte in
copertura le mani, le braccia, i piedi e un cappuccio di maglia per proteggere il capo

MAGLIA DI FERRO:

fatta interamente di piastre di metallo scoperta. Robusta ma anche
flessibile, cosi un colpo di un’arma pesante poteva provocare la rottura delle ossa senza
rompere o strappare la maglia di ferro.

A PIASTRE :

ha delle robuste piastre con una superficie curva e liscia che fanno si che le punte
delle armi vengano deviate.

DI CUOIO RINFORZATO:

è formata da cuoio rigido e rinforzato con lamine in ferro e borchie. Adatta per una buona protezione con un giusto compromesso nell'agilità e movimento.

Un’armatura pesa in genere tra i venti e i venticinque chilogrammi, un peso che viene distribuito
su tutto il corpo. Il cavaliere puo' muoversi facilmente anche se indossa una armatura completa.

In certi casi l’armatura puo' diventare però molto stancante, basti pensare che sotto il sole o sotto
gli sforzi fisici essa si surriscalda e trattiene calore.

Alcune armature possono essere, mediante il calore, dipinte oppure colorate di blu (come nel
caso delle amature dell'Esercito di Lot). I bordi a volte vengono decorati con bordature di rame,
lamierino, o addirittura con oro e argento (come nel caso delle armature dell'Esercito di Lot dove
vi impresso in oro il simbolo del Gran Ducato, per l'uniforme da cerimonia oltre al simbolo del
Ducato sono impressi in oro e argento anche i gradi di ogni soldato). Su queste bordature
potevano essere incisi dei disegni all’acquaforte con acido e in certi casi decorati in oro.

L'Esercito di Lot ha in dotazione ogni tipo di armatura per qualsiasi evenienza.
L'assetto da battaglia dell'esercito comprende questo tipo di protezione a livello di armatura :
fanteria e astati, che sono quelli che dovranno affrontare maggiormente il nemico nel corpo a
corpo, sono dotati di una corazza di piastre completa
gli arcieri ed i balestrieri, che hanno bisogno di maggior mobilita', sono dotati di una cotta
d'arme completa o al massimo di una maglia di ferro
gli ufficiali sono attrezzati genericamente con una corrazza pesante a piastre ma dipende
anche dal loro ruolo nel comando
l'armatura di ordinanza e' una cotta d'arme completa, cosi' come l'alta uniforme con riportati i
gradi in argento per i sottoufficiali ed in oro per gli ufficiali e molto ben ornata.

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Pioppus di Chaulssin
Lot's Gleen
Membro del 1°Plotone della IV Compagnia - Sagittari -
Membro del Casato Everhate
Membro della Commissione Certificazioni

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07/04/2003 11:29
 
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Un pò di storia
- Armi e Armature -
Spade, mazze, elmi e armature dall'antichità al Medioevo

A partire dall'VII sec. a.C, soprattutto nelle regioni celtiche, facevano la loro comparsa le prime armi in ferro; così le spade usate dai celti contro i romani intorno al IV-III sec. a.C. erano in ferro e adatte a colpire solo di taglio. Il gladius romano, massiccia spada più larga che lunga, affilata e appuntita fu introdotto dopo la battaglia di canne e più tardi, con la cavalleria, fu introdotta anche un'arma più lunga, la spatha.

Nei primi anni del medioevo l'arma più utilizzata era la spada lunga e piatta, a due fili, usata essenzialmente come arma da taglio, diffusa tra le popolazioni germaniche. In quel periodo i combattenti non utilizzavano altra difesa che uno scudo di legno e talvolta un elmetto. A partire dall'VIII sec. i combattimenti si svolgevano in gran parte a cavallo; ciò rendeva necessario l'utilizzo di cotte di maglia di ferro o di armature di cuoio rinforzato con borchie di metallo. Gli elmetti, che cominciavano a diffondersi, coprivano generalmente solo il cranio, lasciando scoperto il volto.
Presso le popolazioni nordiche, i vichinghi in particolare, era invece d'uso frequente l'ascia da guerra, utilizzata da guerrieri che combattevano a piedi.
Nei primi anni del Duecento i cavalieri indossavano anche un cappuccio di maglie ed erano coperti di maglia sulle mani, sui piedi e sulle braccia. Verso la fine del secolo comparivano le prime piastre metalliche fissate sulle maglie dell'armatura a proteggere i gomiti e le ginocchia e nello stesso periodo veniva introdotto un nuovo tipo di elmo cilindrico che copriva l'intero volto. Il peso dell'elmo in questi casi era distribuito sulle spalle.

Con il diffondersi delle armature di piastre si crearono spade più lunghe e sottili, adatte a colpire di punta per infilarsi tra i piccoli spazi tra le piastre. Avendo queste ultime la lama più lunga, e dunque risultando l'arma più pesante, il cavaliere fu costretto a tenere la spada a due mani: nascevano così le spade 'bastarde', o spade da una mano e mezza, che potevano essere usate con una o due mani.
Era d'uso praticare una scanalatura nel centro della lama per renderla più leggera e resistente.
Solo verso la seconda metà del '300 si poté però parlare di una vera e propria armatura di piastre: tutto il corpo del cavaliere era coperto da una serie articolata di piastre di metallo modellate e fissate alla vecchia cotta di maglia.
Per infrangere la maggiore protezione fornita da queste armature fu introdotta la lama a sezione romboidale, molto più rigida ed efficiente e più adatta a scaricare la forza del colpo. Perchè la spada potesse essere brandita con una certa facilità e maestriam, inoltre, era importante che il fabbro bilanciasse al meglio l'arma, in modo tale che il baricentro dell'arma si trovasse più o meno sull'elsa; per far ciò il peso della lama doveva essere pari a quello dell'elsa, dell'impugnatura e del pomo. Nello stesso periodo divenne noto lo spadone a due mani, versione ingrandita della spada normale, a lama piatta e larga, terminante posteriormente con una grossa impugnatura.

Tale spada era più efficiente in quanto consentiva di arrecare maggiori danni grazie al suo peso. Se da un lato il peso era un vantaggio, esso poteva essere anche un difetto: un'arma così pesante richiedeva più forza ed era notevolmente più lenta di una normale spada. Per tale motivo, in genere, quest'arma era portata appesa alla sella in aggiunta alla spada normale.
Per attaccare armature di protezione sempre maggiore furono introdotte, nella seconda metà del Trecento, le mazze da battaglia. Le prime di esse avevano la testa in metallo sagomata a creste, in modo tale da distribuire il colpo su una superficie minore onde infliggere maggior danno.. Ben più pericolosi erano i mazzafrusti, armi la cui testa, o teste, erano collegate alla mazza da catene e dotate di punte acuminate. La rotazione del braccio moltiplicava l'effetto del colpo che poteva essere micidiale per un cavaliere se non veniva schivato o parato con lo scudo. Altra arma utilizzata per perforare l'armatura era il martello da guerra o "picca", arma costituita da una testa dotata di un becco appuntito da un lato e da un blocco di metallo forgiato a martello dall' altro.
Con il passare del tempo e l'affinarsi delle tecniche di lavorazione del metallo, gli armaioli poterono forgiare armature sempre più leggere e resistenti ma anche costose: tra il Quattrocento e il Cinquecento l'uso dell'armatura era prerogativa dei combattenti nobili. Nascevano così le armature complete e da torneo. La fabbricazione di queste armature era commissionata spesso a famosi laboratori d'Italia o di Germania che le fabbricavano a misura del cavaliere o del nobile. Le armature così prodotte potevano essere quindi decorate con rame, oro o argento, o ancora colorate mediante calore o sul metallo potevano essere incisi dei disegni rappresentanti le insegne del nobile o il simbolo della città in cui era stata prodotta l'armatura, a garanzia della sua autenticità.
Il declino delle armature sui campi di battaglia fu segnato, verso la fine del Cinquecento, dal perfezionamento delle armi da fuoco e dalla maggiore importanza che andava a rivestire la fanteria rispetto alla cavalleria.

-Glossario-
Cotta di Maglie: Veste fatta di tanti piccoli anelli di metallo intrecciati del peso complessivo di circa quindici chilogrammi, aperta sia sulla parte posteriore che su quella anteriore per consentire al cavaliere di cavalcare senza impedimenti.

Armatura di Piastre: Era costituita da un'articolata serie di piastre metalliche modellate e fissate alla cotta di maglia e distribuite su tutto il corpo ad eccezione delle giunture (comunque protette dalla maglia di ferro). Le piastre erano curve e lisce in modo tale da far scivolare via le punte delle armi. Un'armatura di tal fatta poteva pesare fino a venticinque chilogrammi, ben distribuiti, però, su tutto il corpo.
Armature Complete o da Torneo: Furono introdotte verso la metà del XV secolo ed erano molto complesse e costituite da numerosi pezzi, tanto da far supporre che per la vestizione ci volessero diverse ore. Spesso però molti dei pezzi erano già attaccati l'uno con l'altro facendo risultare la vestizione meno ardua del previsto: così pochi scudieri, uno o due, potevano vestire il proprio cavaliere in meno di venti minuti. Le armature da torneo erano più massicce e resistenti delle altre armature poiché dovevano resistere ai violenti colpi di lancia inferti dai cavalieri.

Un'armatura da torneo contava in genere numerosi pezzi, tra quelli in metallo e le imbottiture.La vestizione cominciava con i panni da gamba, sorta di biancheria intima composta da calze solate (rinforzate sulla pianta del piede) e da 'brache'. Seguivano una tunica di cotone o di lana e un'ulteriore sottocotta di lino o cotone imbottita di crini. Un'ulteriore rinforzo era costituito da un paio di bracciali in cuoio cotto muniti di lamine metalliche, a protezione dell'avanbraccio, e da un paio di ginocchiere della stessa fattura. Successivamente il cavaliere indossava la cotta di maglia e calze e cosciali anch'essi di maglie metalliche, gli schinieri (piastre d'acciaio a protezione delle ginocchia) e i gambali d'acciaio, assicurati da corregge in cuoio. Era indossata in seguito l'armatura di piastre, costituita da due corpetti in cuoio rinforzato (bollito nell'olio) al cui interno erano applicate piastre di metallo. A protezione delle mani si indossavano sottoguanti di cuoio e guanti d'acciaio. L'elmo era preceduto da una cuffia imbottita di crini. A completamento della vestizione c'erano la spada, tenuta alla cinta, e gli speroni; v'erano poi lo scudo e numerose armi quali la lancia, la mazza e il pugnale.
Le piastre di metallo, la maglia di ferro e altri eventuali ganci, lacci e imbottiture che servivano a meglio distribuire il peso sul corpo, rendevano però queste armature eccessivamente calde, si immagini la temperatura che poteva raggiungere il metallo sotto il sole, e pesanti, tanto che i cavalieri dovevano issarsi sul cavallo per mezzo di argani.
Elmo Cilindrico: Racchiudeva l'intera testa e aveva fori e fessure per vedere e respirare.
Come per le armature, questi elmi potevano essere decorati con metalli preziosi o ponendo sullla 'cresta' variopinte penne di struzzo.

L'elmo era indossato sopra una 'cuffia', in genere imbottita di crini, assicurato alla testa mediante una cinta con fibbia e, oltre a limitare la vista e attutire i suoni, poteva affaticare la respirazione. Per questo molti cavalieri preferivano indossare elmi a viso scoperto, anche se più pericolosi. Particolarmente diffusa era la barbuta, un elmo con apertura facciale a "T". Elmi di tal fatta venivano tenuti appesi di fianco, all'elsa della spada quando non si doveva entrare in combattimento.


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Fanteria LEGGERA e fanteria PESANTE
alcune indicazioni

brevi cenni
Il Fante, l'ossatura dell'esercito medioevale, e' la figura forse meno ammirata di tutta la storia passata.
Nessuno infatti si ricorda mai dei combattenti a piedi, dei veri mastini dell'esercito del Signore Feudale, di coloro che veramente facevano la differenze sul campo di battaglia.

L'armamento del Fante e' molto simile a quello del cavaliere, spada scudo e daga, ma si diversifica per molti aspetti dati dal diverso compito che avrebbe avuto sul campo.
Innanzitutto il fante aveva a disposizione moltissime armi cosiddette "lunghe" per fronteggiare la carica dei cavalieri, picche alabarde e vari altri tipi di pole arms venivano infatti usati a ranghi serrati per impedire ai cavalieri di penetrare in profondita' nei propri ranghi.

Altre armi personali erano sempre il mazzapicchio od il martello d'arme che, oltre a costituire una buona leva per disarcionare il cavaliere, permettevano al fante di bucare con relativa facilita' la resistente corazza nemica.

Il fante non combatteva solo in corpo a corpo: l'arciere prima e l'archibugere poi sono due classi di combattente a piedi che completano il quadro del fante.
L'arciere portava poche armi oltre al suo arco, in genere una corta daga od una spada dato che non era previsto un suo utilizzo in prima linea e cosi' faceva anche l'archibugere armato del temibile (anche se primitivo) archibugio e di poco altro.
Varie erano anche le armature portate dai fanti, molte volte condizionate dalle condizioni economiche proprie o del signore sotto cui combattevano.

I piu' poveri, soldati rastrellati dai campi e dai lavori civili, indossavano raramente armature che proteggevano completamente il loro corpo ed andavano in battaglia vestiti dei propri cenci ed armati in maniera molto varia spesso adattando quegli arnesi che usavano nel lavoro (da queste primitive armi lunghe si sono poi sviluppate tutte le armi in asta dei periodi successivi).
Nel caso che il loro signore avesse molti denari da spendere o che fossero soldati di mestiere, i fanti potevano contare sostanzialmente sulle stesse armature dei cavalieri che proteggevano il loro corpo dagli attacchi nemici: cotte di maglia, brigantine, corazze a volte anche complete difendevano quelli che posso essere chiamati i comparti d'elite dell' esercito medioevale.

Anche coloro che non avrebbero dovuto sostenere combattimenti in prima persona (arcieri, belestrieri ed archibugeri) presentavano parti di armature che li proteggevano in particolare alla testa ed al petto, parti del corpo esposte ai colpi dei cavalieri che avevano sfontato le linee amiche.

La maggior parte dei soldati poi portava solo giacche imbottite ed elmi (raramente indossavano i camagli) con un elmo di semplice fattura mentre i comandanti delle unita' potevano presentare corazze al petto o migliori protezioni segno distintivo del loro rango nell'unita'.



FANTE PESANTE

Requisiti
Debbono essere alti non meno di CLXX (170 nella notazione del vicino oriente) centimetri e pesare non meno di LXV (65 nella notazione del vicino oriente) kilogrammi. Di possente aspetto e senza paura.

Abilità necessarie
armatura pesante, scudo, arma a una mano.

Abilità consigliate
armi piccole. sviluppo fisico, ambidestria, bendare ferite, letteratura, fare mappe.

Equipaggiamento indispensabile
Usbergo: cotta di maglia di ferro e camaglio (almeno a mezza coscia, meglio se sotto il ginocchio); scudo torre; spada; sopravveste bianca e mantello bianco dell’ordine.

Equipaggiamento consigliato
Spallacci di piastre; guanti di maglia di ferro o di piastre articolati; bracciali di piastre o di cuoio borchiato; elmo in metallo (cervelliera germanica, elmo conico normanno, cappello di ferro, elmo pentolare templare); spada con fodero; arma addizionale da botta (martello o mazza); daga o pugnale; cinturone di cuoio largo; più camicie; più calzamaglie; cotta d’arme a manica lunga (da mettere sotto l’usbergo); stivali alti di cuoio (meglio se borchiati o con schinieri borchiati sovrapposti); corno per bere o boccale in metallo; ciotola in terracotta o legno e posate in legno.

Funzione
Il fante pesante sta sul fronte dello schieramento e contribuisce a formare il “muro di scudi”, per tale ragione rappresenta il nerbo della formazione e deve essere presente in proporzione maggiore rispetto agli altri combattenti. Solo i guerrieri più forti e coraggiosi aspirano ad appartenere alla prima linea, poiché la Morte nella gran parte degli scontri è la loro più fedele compagna assieme alla gloria.



FANTE LEGGERO

Funzione
Il fante leggero sta dietro il muro di scudi posteriormente e lateralmente alla “seconda linea”, insieme agli usufruitori di magia puri. Le funzioni del fante leggero sono: esploratore, la dotazione d’equipaggiamento leggero gli consente di spostarsi rapidamente correndo e riferire ai superiori; coprire i fianchi, le spalle, o eventuali brecce della formazione; uscire dal retro della formazione per portare rapidi attacchi. L’eventuale possesso di abilità magiche concede al fante leggero un considerevole vantaggio, sia per la possibilità di curare i fratelli della prima e della seconda linea sia per contrastare incantesimi avversari.

Abilità necessarie
Armatura media, arma ad una mano, ambidestria.

Abilità consigliate
Armi piccole. sviluppo fisico, bendare ferite, dottore, letteratura, fare e leggere mappe, abilità magiche (a scelta).

Equipaggiamento indispensabile
Armatura in cuoio borchiato; due spade, una più pesante per parare e una più leggera per colpire rapidamente; sopravveste bianca e mantello bianco dell’ordine.

Equipaggiamento consigliato
Guanti di cuoio; bracciali di cuoio borchiato; cappuccio di cuoio o cuoio borchiato; fodero per le spade; arma addizionale da botta (martello o mazza); daga o pugnale; cinturone di cuoio largo; più camicie; più calzamaglie; cotta d’arme a manica lunga (da mettere sotto l’armatura); stivali alti di cuoio (meglio se borchiati o con schinieri borchiati sovrapposti); corno per bere o boccale in metallo; ciotola in terracotta o legno e posate in legno.

Requisiti
Il fante leggero deve essere veloce di gambe, svelto di riflessi e avere vista acuta. Capace di cogliere la situazione tattica immediatamente per decidere dove intervenire. Avere coordinazione e abilità con le spade e grande coraggio dovendo sovente tenere testa a più avversari.


[Modificato da ROBOCOP 07/04/2003 11.36]

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07/04/2003 22:06
 
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TRATTATO STORICO "ARMATURE".

Il legionario romano della fine del V secolo e dell'inizio del V secolo, del periodo in cui avvenne la caduta dell'impero romano d'occidente, indossava armi difensive non molto dissimili da quelle dell’ oplita greco che, nove secoli prima, nel 490 A.C., aveva umiliato sui campi di Maratona la potenza persiana.

La corazza era a difesa del tronco con elmo e scudo.

Gli schenieri, che nell'oplita difendevano la gamba e che poi erano passati anche alla fanteria pesante romana, erano caduti in disuso già sul finire della repubblica cioè nel I secolo A.C.

La corazza romana e greca, ovvero la lorica , era di tre tipi:

1]A strisce di ferro sovrapposte orizzontalmente.

2]A scaglie.

3]A due pezzi, pettorale e schienale.

Esse sono tre modi di creare la difesa del corpo con elementi metallici che ritroveremo anche nei secoli seguenti, sia pure in applicazioni e forme diverse.

I guerrieri dei regni barbarici in cui si spezzettò l'Europa romana adottarono dapprima l'armamento difensivo romano ed in seguito il loro tipo di armatura si stabilizzò su quella formata a scaglie o anelli applicati su un supporto (pelle o stoffa) adattato a camicione al corpo.

La rozza tecnica dei fabbri dell'alto medioevo non permetteva nulla di più.
In quanto agli elmi erano del tipo più semplice, ovvero a lamine di ferro unite da borchie.

Lo scudo era di legno, rinforzato da strati di cuoio e lamine di ferro sugli orli più un pesante umbone di ferro al centro che aveva la funzione di far rimbalzare le frecce delle armi da tiro in generale.

Con queste armi difensive si giunge all' XI secolo, ovvero alla vigilia della grande avventura della prima Crociata.


L'esercito, il modesto esercito feudale, ha il suo punto di forza nella cavalleria.

La fanteria è composta da un insieme di persone non omogenee male armate e mal difese il cui compito è quello di sfruttare il successo, quando si verifica, della cavalleria.

L'arte della guerra è semi ignorata.

Strategia e tattica sono frutto di improvvisazione e sono ben lontane da quelle degli antichi generali.

Nel cosiddetto arazzo di Bayeux che Matilde, moglie di Guglielmo il

Conquistatore, ricamò undici anni dopo la battaglia di Hastings in cui il marito aveva sconfitto Re Harold d'Inghilterra, sono ben descritte le armi dei sassoni e dei vincitori normanni.

Mentre gli arcieri sono in tunica leggera, i fanti e i cavalieri indossano un ampia cotta ed elmi conici a segmenti.

La cotta o ad anelli piatti di ferro cuciti l'uno all'altro, a mezze maniche e divisa in basso a formare una specie di corto pantalone che giunge fino le ginocchia.

L'elmo ha una robusta striscia anteriore a riparare il naso (nasale).

Nelle scene dedicate alla battaglia vera e propria si può notare questo..mentre i cavalieri e i fanti che cadono sotto i colpi d'ascia o di spada sono feriti alla nuca o al collo, quelli abbattuti dalle frecce sono colpiti al viso o addirittura in un occhio.

Ciò fa supporre che le cotte fossero abbastanza robuste da resistere alla punta di una freccia.

Trent'anni dopo la battaglia di Hanstings sulla grande ventata religiosa che scuote gli animi delle popolazioni cristiane, inizia la prima crociata, espressione di fede, ma anche della tipica mentalità feudale secondo cui non disdiceva a un nobile che non avesse propri domini andare a conquistare a spese di altri.

I capi della spedizione sono infatti cadetti di nobili famiglie e quindi esclusi dal diritto ereditario perciò ansiosi di conquistarsi possedimenti personali.

Alla prima crociata ne seguiranno, con alterne fortune, altre sei.
In Terrasanta i cristiani rimarranno per poco meno di due secoli, ovvero, fin quando cade San Giovanni d'Acri, ultimo dei loro baluardi.


Dal contatto con l’oriente, il combattente europeo apprende l’uso di una particolare difesa del corpo, ovvero, la maglia di ferro che compare in Europa verso la metà del XII secolo.

La maglia di ferro non era di invenzione araba.

I parti la conoscevano certamente, infatti la usavano non solo per la difesa del guerriero, ma anche del cavallo che questi montava.

Il cavaliere catafratto Partico infatti, che tanto filo da torcere diede alle legioni romane, si presentava già tutto coperto di ferro, come coperta di ferro era la sua cavalcatura.

Dai parti, la maglia di ferro passò ai Sassanidi e da questi, dopo la conquista araba della Persia, agli arabi.

In occidente la maglia di ferro rimase come difesa principale del cavaliere fino alla prima metà del XIV secolo.
Nel vicino Oriente e in Oriente, Persia e India, fu usata praticamente fino all’ottocento.

La praticità della maglia di ferro permise agli armaioli di coprire completamente di metallo i loro clienti.
Il cavaliere alla fine del secolo XII indossava così un completo composto da un camicione (usbergo o cotta di maglia)a difesa del tronco, lunghe calze, manopole e infine un cappuccio che copriva il capo e le spalle (Camaglio).

Anche il suo elmo si era modificato.
Ora egli sul camaglio metteva la celata, formata da piastre di ferro unite da chiodi ribattuti, che gli copriva interamente il capo e che aveva fori o fessure per vedere e respirare.

E anche la sua cavalcatura fu messa al riparo dalle “sleali” frecce del nemico, coprendola dapprima con pesanti gualdrappe imbottite e rinforzate con anelli di metallo, e poi con barde di di maglia di ferro.

Ad ogni modo, nel duecento l’escalation delle armi da difesa era appena all’inizio.

La maglia di ferro riparava piuttosto efficacemente dai colpi di spada, ma la sua efficacia diminuiva quando invece che la spada si usavano armi da botta, e cioè la mazza ferrata o il martello d’arme (un solido becco d’acciaio applicato a un manico più o meno lungo) o l’azza, che altro non era che una robusta scure.

Inoltre vi erano parti del corpo particolarmente esposte poiché, specie a cavallo, lo scudo, che era sempre il completamento dell’armamento difensivo del cavaliere, non giungeva a ripararle, per esempio, le gambe e in particolar modo il ginocchio.

Sulla fine del XIII secolo, quindi, cominciarono a essere aggiunte alla maglia di ferro delle piastre che aumentavano la difesa di certe parti.

Dapprima si creò il ginocchietto a coprire il ginocchio e poi vennero gli schinieri,i bracciali, gli spallacci, la mezza corazza.
Tutto questo aumentò notevolmente la possibilità difensiva del combattente.

Si trattava però di oggetti inutili.

Per consentire lo sfruttamento totale delle piastre d’acciaio occorreva che queste fossero collegate tra loro e nello stesso tempo assicurassero una certa libertà di movimenti.

A questo si giunse gradualmente durante il corso del XIV secolo.

Agli inizi del successivo, l’armatura snodata che copriva tutto il corpo, piedi compresi, era una realtà.

Da notare, però, che allora, come anche in seguito, si continuò a portare sotto la corazza di giaco di maglia lunga fin sotto il bacino.

Nel quattrocento assistiamo a un continuo miglioramento dell’armatura intera, che dalla metà del secolo in poi raggiunse si può dire la perfezione tecnica e funzionale.

Essa si presenta “bianca” e cioè di acciaio né brunito né ageminato con ornamenti o disegni di ogni sorta.

I tipi sono sostanzialmente due: armatura gotica, che nella forma angolosa e nel disegno della corazza riprende certi motivi dell’abbigliamento di tessuto, e quella liscia, italiana, raro esempio di funzionalità e robustezza unito a uno squisito senso estetico.

Quest’ultima, infatti, “veste” letteralmente chi la porta, seguendo la linea del corpo, senza fronzoli né elementi superflui.

Anche l’elmo, nel frattempo, ha subito sostanziali mutamenti, arricchitasi attraverso una numerosa tipologia.

A quello chiuso del cavaliere della fine del XIII secolo, si è sostituito quello con visiera mobile, in cui la parte anteriore (visiera) è imperniata al coppo e può alzarsi verso l’alto, lasciando il volto scoperto.

Il coppo, inoltre, e cioè la parte che copre testa e nuca, non è più formato da varie piastre d’acciaio ma è in un unico pezzo, tirato a caldo dal fabbro armaiolo da un solo massello d’acciaio.

Sulla fine del trecento viene in uso il bacinetto o celata ”a becco di passero”, un elmo in cui la parte anteriore mobile ha l’aspetto appunto del becco di un passero.

Questo motivo verrà ripreso anche nel Cinquecento, quando la celata assumerà le forme più svariate.

Nel Quattrocento, come accadde per l’armatura, che veste il corpo perfettamente, così anche l’elmo seguirà i contorni del capo, aggraziato ed elegante, pur mantenendo alte doti di robustezza.

L’abilità degli armaioli del Quattrocento è tale che possono costruire armature a prova della più forte balestra, che hanno un peso medio di venticinque chili.

Ciò è ottenuto lavorando i vari pezzi in modo che questi abbiano il maggior spessore solo nei punti più esposti.

Così, la parte anteriore della corazza, il petto, mentre al centro ha uno spessore di vari millimetri, ai fianchi può essere grossa meno di un millimetro.

Vivian Kloris.

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TRATTATO STORICO: "TECNICA E ARTE DELL'ARMAIOLO".

All'artigiano del ferro che voleva costruire una buona lama di pugnale o di spada si presentava in antico un problema apparentemente di difficile soluzione.

Se usava il ferro dolce la lama sarebbe risultata priva di elasticità, e quindi facilmente piegabile, e avrebbe perso il filo rapidamente.

Se avesse usato l'acciaio avrebbe ottenuto un filo estremamente tagliente e robusto, ma la lama avrebbe corso il rischio di spezzarsi al primo colpo.

In effetti la soluzione era semplice.
Unendo ferro dolce e ferro ad alto contenuto di carbonio, cioè acciaio, la lama avrebbe mantenuto la flessibilità del primo e la durezza del secondo, il che avrebbe significato un estrema elasticità del prodotto che avrebbe sopportato gli urti e le sollecitazioni più violente senza infrangersi e senza piegarsi.

Questa tecnica è detta "Damasco saldato"o "A strati sovrapposti".

Di norma, infatti, i masselli di ferro dolce e acciaio, da cui si traeva la lama, erano ripiegati più volte su se stessi mediante battitura a caldo, con la conseguenza che la lama si presentava a più strati.

La bontà del risultato era data dalla regolarità e dal numero degli strati alterni di ferro dolce e acciaio.

Il "Damasco soldato" era conosciuto certamente già alcuni secoli prima di Cristo e con molta probabilità la scoperta proveniva dall'oriente, culla della metallurgia.

La denominazione di "Damasco" però è di origine molto più recente, e risale al XVIII-XIX secolo, quando tale nome fu attribuito indiscriminatamente a diverse qualità di acciai orientali che presentavano alla superficie una grande varietà di disegno.

In effetti, il vero "Damasco orientale" era diverso da quello delle lame a strati sovrapposti, in quanto si trattava di un prodotto ottenuto da un solo massello d'acciaio, dalle proprietà particolari, che ridotto a lama, non riceveva una tempra definitiva altrimenti sarebbe risultato troppo fragile.

L'effetto di "marezzatura" e di colore del "Damasco orientale", benchè potesse a volte somigliare a quello del cosiddetto “damasco saldato a disegno esteriore", era dato dalla intima composizione dell'acciaio e non era il risultato della commistione di ferro dolce e acciaio stratificati.

Il "Damasco saldato a disegno esteriore", che fu molto in voga nella costruzione di spade in Europa nel VIII secolo, era ottenuto mediante ripiegamenti e torciture di lamine alterne di ferro dolce e di acciaio, tecnica che provocava alla superficie della lama elaborati effetti di disegno, che non apparivano nel "Damasco saldato"a lamine parallele.

Il sistema impediva che il filo risultasse omogeneo e saldo cosi che, di norma, alla lama venivano applicate a caldo sui bordi due strisce affilate di acciaio scelto per ovviare all’inconveniente.

A partire dal XII secolo, la tecnica del “Damasco saldato a disegno esteriore” scompare e si ritorna a quello a strati.

Per concludere diremo che la denominazione di “Damasco” è di incerta origine, potendo derivare sia dal fatto che a Damasco di Siria esisteva un tempo una fiorente industria di lame, sia perché il disegno sulle lame orientali ricorda i tessuti di cui Damasco andava famosa.

Per ciò che riguarda le armature e gli elmi, c’è da notare che gli armaioli europei furono gli unici ad adottare estesamente la costruzione delle varie pezze ricavandole da un unico massello di ferro ciascuna mediante battitura a caldo del metallo, tecnica che dava eccellenti risultati di resistenza e di omogeneità, sia che si trattasse di un pezzo di corazza, di un cosciale o del coppo dell’elmo.

Quando sul finire del quattrocento, alle armi e alle armature vengono dedicati anche lavori di abbellimento esteriore, l’armaiolo da artigiano che era, anche se ottimo, divenne artista.

Le tecniche usate erano le più varie, incisione diretta effettuata con bulino o punzone, incisione all’acqua forte, brunitura e doratura.

Vivian Kloris



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Armature ed Armi attualmente in dotazione ai vari plotoni
FANTERIA LEGGERA:

Fanti:
Arma principale: spada bastarda
Arma secondaria: spada corta d’ordinanza
Elmo: elmo normanno
Armatura: Cuoio borchiato con placche metalliche a protezione dei punti vitali; arti superiori scoperti. Paramenti in cuoio sugli avambracci.
Scudo: scudo a goccia
Altro: pugnale bilanciato da lancio


Lancieri:
Arma principale: Pilum (lancia corta da tiro)
Arma secondaria: Spada corta d'ordinanza
Elmo: elmo normanno
Armatura: Cuoio borchiato con placche metalliche a protezione dei punti vitali; arti superiori protetti. Rinforzo metallico sulle spalle.
Scudo: Scudo targa, affrancato all'avambraccio
Altro: pugnale bilanciato da lancio




FANTERIA PESANTE


Picchieri:
Arma principale: Picca
Arma secondaria: ascia bipenne a due mani
Elmo: Elmo Grande da battaglia (con protezioni aggiuntive alle guance e al naso)
Armatura: Pesante da battaglia (completa, oltre che al busto con protezioni anche alle spalle, braccia e gambe, ma molto protettiva ma molto ingombrante)
Scudo: Scudo a torre
Altro: Accetta da lancio e sacca con due lacci, per essere assicurata ad entrambe le spalle, contenente oggetti personali e pietra per arrotare le ami straccio e grasso per oliare le armi


Alabardieri
Arma principale: Alabarda
Arma secondaria: ascia bipenne a due mani
Elmo : Elmo Grande da battaglia (con protezioni aggiuntive alle guance e al naso)
Armatura: Pesante da battaglia (completa, oltre che al busto con protezioni anche alle spalle, braccia e gambe, ma molto protettiva ma molto ingombrante)
Scudo : Scudo a torre
Altro: Accetta da lancio e sacca con due lacci, per essere assicurata ad entrambe le spalle, contenente oggetti personali e pietra per arrotare le ami straccio e grasso per oliare le armi





ARMI DA TIRO

Arcieri
Arma principale: Arco Corto: Piccola arma maneggievole, velocissima ma dai danni molto bassi.
Arco Composito: Arma di precisione, provoca danni medi,necessita di una media conoscienza di Tiro con l'arco.
Arco Lungo: Permette di scagliare le freccie a lunga gittata, danni medi e velocità ridotta. Necessita di una minimo di forza per tendere la corda e un media conoscenza di Tiro con l'arco.
Arco elfico: Arma d'Elite, estremamente precisa e veloce, danno medi. Necessita una conoscenza perfetta dell'arte del Tiro con l'arco e una buona quantità di forza, solo gli arceri con una mira eccezionale possono usarlo.
Arco di fuoco I danni da bruciature di questo arco sono medio-alti e la sua gittata è superiore. Necessita una buona conoscenza di tiro con l'arco e una mira più che buona oltre che una discreta forza.

Arma secondaria: Spada corta normanna (77cm)
Elmo : Elmo da battaglia
Armatura : cotta metallica
Scudo : ====
Altro : pugnale ausiliario



Balestrieri:
Arma principale: Balestra 120 LB – con martinetto – 60 m. gittata
Arma secondaria: spada bastarda standard –100 cm – 1,3 kg
Elmo : Elmo con celata
Armatura : Cotta metallica
Scudo : scudo piccolo (40x60 –3 kg)
Altro : pugnale delle aquile




CAVALLERIA

Arcieri cavalleria Leggera
Arma principale: Arco corto (gittata massima 150 metri) e faretra (12 frecce)
Arma secondaria: Spada d'ordinanza
Elmo : Mezzo elmo
Armatura : Cotta di maglia
Scudo : ===
Altro : pugnale ausiliario
destriero: Sella e briglie
Ascia a una mano (legata alla sella)
Seconda faretra (contiene 12 frecce, legata alla sella)
Corda (3 metri, legata alla sella)
Borraccia (legata alla sella)
Punti di forza : Velocità di manovra e spostamento a cavallo
Abilità di tiro a cavallo

Punti deboli : Vulnerabilità dell’armatura leggera
Mancanza di scudo



Lancieri Cavalleria Pesante:
Arma principale: Lancia lunga da assalto (3 metri)
Arma secondaria: Spada d'ordinanza
Elmo : Celata
Armatura: Armatura completa da cavaliere (1-CELATA 2-RESTA 3-CUBITIERA 4-PANCIERA 5-COSCIALE 6-GINOCCHIERA 7-GAMBIERA 8-SPALLACCIO 9-BRACCIALE 10-PETTO 11-MANOPOLA 12-SCARPA
CELATA14-VISTA 15-VENTAGLIA 16-CRESTA 17-COPPO 18-GORGIERA)

Scudo : Scudo da cavaliere
Altro : pugnale ausiliario
destriero: Bardatura
Sella e briglie
Mazza ferrata (legata alla sella)
Corda (3 metri, legata alla sella)
Borraccia (legata alla sella)

Punti di forza: Potenza della carica a cavallo
Elevata capacità di assorbimento

Punti deboli : Lentezza di manovra e spostamento
Difficoltà a rialzarsi se disarcionati





[Modificato da ROBOCOP 09/04/2003 11.17]

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ARMI: Taglia - Categoria - Gittata - Peso
Arma -----Taglia ----- Categoria ----- Gittata ------ Peso

Alabarda Grande Mischia - 6,75 kg
Arco corto composito Media Distanza 21 m 0,9 kg
Arco corto Media Distanza 18 m 0,9 kg
Arco lungo composito Grande Distanza 33 m 1,35 kg
Arco lungo Grande Distanza 30 m 1,35 kg
Ascia Piccola Mischia - 2,25 kg
Ascia da battaglia Media Mischia - 3,15 kg
Ascia da lancio Media Distanza 3 m 1,8 kg
Ascia grande Grande Mischia - 9 kg
Balestra a mano Minuscola Distanza 9 m 1,35 kg
Balestra leggera Piccola Distanza 24 m 1,7 kg
Balestra pesante Media Distanza 36 m 4,05 kg
Bastone ferrato Grande Mischia - 1,8 kg
Catena chiodata Grande Mischia - 6,75 kg
Dardi Piccola Distanza 6 m 0,2 kg
Doppia ascia orchesca Grande Mischia - 11,25 kg
Falce Grande Mischia - 5,4 kg
Falcetto Piccola Mischia - 1,35 kg
Falchion Grande Mischia - 7,2 kg
Falcione Grande Mischia - 6,75 kg
Fionda Piccola Distanza 15 m -
Freccie (20) - Distanza - 1,35 kg
Frusta Piccola Mischia - 0,9 kg
Giavellotto Media Distanza 9 m 0.9 kg
Guanto (no armi) - Mischia - 0,9 kg
Guanto chiodato Minuscola Mischia - 0,9 kg
Lancia corta Grande Mischia - 2,25 kg
Lancia da cavaliere l. Piccola Mischia - 2,25 kg
Lancia da cavaliere p. Media Mischia - 4,5 kg
Lancia lunga Grande Mischia - 4,05 kg
Manganello Piccola Mischia - 1,35 kg
Martello da guerra Media Mischia - 3,6 kg
Martello leggero Piccola Mischia - 0,9 kg
Martello gnomesco Media Mischia - 2,7 kg
Mazza leggera Piccola Mischia - 2,7 kg
Mazza pesante Media Mischia - 5,4 kg
Mazzafrusto doppio Grande Mischia - 9 kg
Mazzafrusto leggero Media Mischia - 2,25 kg
Mazzafrusto pesante Grande Mischia - 9 kg
Mezza lancia Media Mischia - 1,35 kg
Stella del mattino Media Mischia - 3,6 kg
Proiettili fionda(10) - Distanza - 2,25 kg
Pugnale Minuscola Mischia - 0,9 kg
Pugnale da lancio Minuscola Distanza 3 m 0,45 kg
Quadrelli balestra(10) - Distanza - 0,45 kg
Randello Media Mischia - 1,35 kg
Scimitarra Media Mischia - 1,8 kg
Spada a due mani Grande Mischia - 6,75 kg
Spada bastarda Media Mischia - 4,5 kg
Spada corta Piccola Mischia - 1,35 kg
Spada lunga Media Mischia - 1,8 kg
Spada a due lame Grande Mischia - 13,5 kg
Stocco Media Mischia - 1,35 kg
Tridente Media Mischia - 2,25 kg


La tabella sopra esposta e' una riproduzione della tabella originale di D&D.

[Modificato da ROBOCOP 09/04/2003 10.20]

09/04/2003 10:33
 
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[Modificato da lukeskyw 09/04/2003 10.51]

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