Bracconaggio a Reggio Calabria

Comunicato stampa 20 giugno 2004.

Reggio Calabria: Raffica di denunce ed arresti, il bracconaggio non accenna a diminuire.


Un’incredibile sequenza di denunce ed arresti per bracconaggio desta forte
preoccupazione in quanti abbiano a cuore le sorti del patrimonio ambientale
reggino. E’ di oggi la notizia di una importante operazione del Corpo
Forestale dello Stato, Stazione di San Roberto, che ha condotto alla
individuazione di cinque persone intente a pratiche venatorie abusive in
danno dei rapaci migratori in località Matiniti di Campo Calabro. Si
apprende dal CFS che gli agenti intervenuti sul posto, per fermare uno dei
bracconieri, sono stati costretti addirittura ad esplodere colpi di arma da
fuoco, mentre i complici dello stesso si davano alla fuga. Questa denuncia
del CFS segue a quelle inoltrate pochi giorni fa dai Carabinieri della
stazione di Ortì per analoghi episodi verificatisi in località Archi, nonché
alla lunga serie di denunce e arresti durante il mese di maggio.
La LIPU rileva con preoccupazione la recrudescenza del bracconaggio che
emerge da questi dati. Centinaia di persone in questi giorni affollano la
fascia collinare del reggino, fiduciose di poter sfuggire ai controlli ed
abbattere qualche esemplare di “adorno”. Da tenere in conto, inoltre, che
quasi la metà dei denunciati si avvaleva di armi clandestine, a conferma di
gravissimi collegamenti tra bracconaggio e settori della criminalità
organizzata. Come non sottolineare, infine, le pesanti responsabilità di
quanti hanno indotto il convincimento che si possa cacciare tutto l’anno
impunemente. Risalgono a pochi mesi fa, infatti, i provvedimenti della
Provincia di Reggio Calabria e dalla Regione Calabria, che hanno allargato i
periodi di caccia in deroga alla normativa nazionale, approfittando del Piano
Faunistico voluto dall’Assessore regionale Dima.


Gruppo LIPU Reggio Calabria
Reggio Calabria, 20 giugno 2004.