|
22/12/2002 21:32 | |
Sai Jack, non discuto sulla difficoltà di poter superare e vincere le proprie ossessioni. Ma se si parte già con l'identificarsi con il proprio disturbo si comincia già male.
Intanto, secondo me, devi far di tutto per non soccombere, per non darti per perduto perchè tanto "tu sei così".
Non esiste "essere in un certo modo".
Si può anche avere una malattia ma non si è necessariamente la propria malattia.
E questa è una cosa da tenere bene a mente per non rischiare di fare confusione.
Quindi riassumendo: tu non sei la tua malattia. Tu sei Jack e hai un disturbo molto ma molto sgradevole.
Detto ciò, non ti resta che cercare di fare di tutto per levartelo.
Non è facile, l'ho detto all'inizio, proprio perchè a differenza del "male ai calli", tutti i disturbi come l'ansia, la depressione, il dap ecc.ecc., pur essendo di per sè malattie organiche (e cioè del corpo), colpiscono la sfera psichica e ci coinvolgono fino a dubitare di noi stessi.
E qui sì che possiamo fare molto con la nostra volontà.
Perchè convincerci che dobbiamo combattere una malattia, e non lottare contro noi stessi, ci semplifica di molto il compito e la risoluzione.
In attesa di una guarigione, son d'accordo con te, che si subisce e che non è bello. Ma quanto e più riuscirai a distinguere bene te stesso dal tuo disturbo, tanto più ti avvicinerai alla soluzione.
Farmaci e psicoterapia, psicoterapia e farmaci sono la soluzione.
Per imparare i trucchi e controllare la mente che scappa via e fa i cavoli suoi, per irrobustire la mente e per rafforzare le proprie convinzioni sul fatto che "guarire si può".
Arrivare ad avere la mente contorta, convincersi che chissà quale trauma abbiamo avuto, pensare di essere irrimediabilmente segnati....fa tutto parte del canto delle sirene che questa malattia ci fa udire di continuo. Che si sia ossessivi o appanicati il meccanismo è sempre quello. Non si riesce a non sentirsi perduti.
Mi viene in mente il film "A Beautiful mind". Quel film mi dà ragione su ciò che penso, credo.
Entro 10 anni al massimo, voglio essere ottimista, troveranno il rimedio farmacologico idoneo a tutti questi nostri disturbi.
Attraverso la genetica e lo studio sempre più approfondito del dna, stanno mettendo a punto farmaci sempre più personalizzati e quindi mirati ai casi più specifici.
Questo vuol dire che la malattia di per sè è organica....anche se, come ho detto prima, è fin troppo ovvio che la psiche ne rimane turbata e sconvolta.
Di questo ormai sono fermamente convinta. Diversamente non si spiegherebbe perchè ogni persona reagisce in maniera diversa a stimoli esterni.
Gente che soffre la fame, che vede orrori e guerre, che ha subito violenze atroci, non è detto che sviluppi disturbi nervosi.
Diciamo che spesso è una combine di due fattori.
Il fattore predisponente e il poterselo concedere.
E' indubbio che, chi già patisce la fame, si preoccupererà più di quello che di eventuali disturbi nervosi.
Ed è anche vero che di fronte alla fame persino io e Lidia andremmo in treno, nave e metrò pur di procurarci cibo....altro che dap o claustrofobie varie
Quindi, per finire, volontà per non soccombere e concedersi troppe astrazioni e cure, cure e cure farmacologiche per far prima, per aiutarsi, per fare meno fatica (se possibile).
Un abbraccio Laura
|
|
23/12/2002 19:04 | |
Oddio jack, pensavo stessi scrivendo di me.
Diciamo che io ero un pò più confusa 'ai miei tempi' ed ero così isolata dal resto del mondo, da pensare che per tutti fosse più o meno lo stesso. Poi però le maniglie della mia scuola le ho 'sfondate' io, non il resto del mondo. Diciamo che questo era uno dei miei tick.
Ora non vorrei rischiare di banalizzare, ma se la mia testa fa conti a velocità supersonica (io negatissima per i numeri) è come conseguenza di questi...non so come definirli scientificamente: pensieri ricorrenti, ossessivi, compulsivi? Contare, sillabare per sequenze, associando il tutto a figure geometriche proiettate nel mondo circostante e rispetto alle quali posizionare il mio corpo...è davvero un arzigogolo cercare di tradurre in parole quello che succede. Se non lo provi, non sai cos'è. E la respirazione armonizzata con le sequenze numeriche o sillabiche (questo soprattutto se stavo studiando)da ripetersi nei momenti in cui vorresti essere lasciata in pace, in cui vorresti fare quello che devi fare...e invece no. Sai che questi 'esercizi' coatti respiratori, uniti a movimenti muscolari che non riuscivo a controllare (sempre fatti secondo la stessa logica)mi avevano provocato:
un problema allo stomaco di reflusso dei succhi gastrici (per quanto riguarda contrazioni muscolari del diaframma); problemi alla mandibola (bloccata, tanto era sollecitata da contrazioni e movimenti forzati); se poi ci metti il fatto che mi mordevo regolarmente la lingua e ancora lo faccio in effetti. Diciamo che ora faccio, ritualmente, delel cose che una volta mi devastavano fisicamente, ma che ora accenno solo; diciamo che continuano a darmi un senso di protezione.
Ora, facciamo così Jack. Non mi voglio dilungare. A suo tempo scrissi un post sui miei tick passati, che mi prendevano tutti in contemporanea, uniti a atteggiamenti rituali 'paralizzanti' in termini di vita quotidiana...E in effetti mi resi conto che solo se li hai, puoi davvero sapere quanto possano essere invalidanti. Io ti capisco. Fra l'altro 'ai miei tempi' non se ne parlava di queste cose, era tutto un pò fantascientifico. Ancora qualcuno ride, quando tornano fuori delle immagini un pòl ingiallite di me stessa che non riusciva a tenere a freno i tick facciali, che si vedevano...avessero potuto vedere pure gli altri...Ma ora i tempi sono davvero cambiati.
Diciamo che capisco le tue difficoltà, ma non c'è niente di anormale in te, proprio niente. Pensa che la mia psico. diceva che dietro a tanti tick (io li chiamo cos' generalizzando, ma ci sta tutto...ok?)in verità c'è la nostra ansia di vita, la nostra interiorità che cerca una via di uscita e che noi tratteniamo,che è anche e soprattutto energia sessuale, come è giusto che sia in un individuo fisicamente adulto.
E in effetti non ti dico quelli della sfera sessuale. Non erano tabou, erano immagini forzate, comandate, guidate da me (ma da una me-stessa che volevano che fossi, o che pensavo che gli altri volessero), e che avevano come leitmotiv il senso di sporcizia, il bisogno di pulizia, la sensazione di essere o poter essere contaminata sessualmente.
Facciamo così, se vuoi se ne parla privatamente. Non perché ci sia niente che non possa esser detto pubblicamente, ma perché sinceramente fatico a spiegare, è davvero difficile in questo modo 'solitario'.
Ma sappi una cosa. In terapia non ho mai parlato di queste cose direttamente, cioè l'argomento è venuto fuori piano piano nel tempo, e la psico. ha usato certi miei movimenti, atteggiamenti rituali, per aiutarmi a 'consolarmi', a proteggermi. Diciamo che dietro a tutto quello che descrivi ci sta un problema, che riguarda te stesso nel tuo contesto famigliare. Ci sta la confusione del ruolo. Ci sta il non-riconoscimento del tuo essere uomo-adulto.
Sai, io so perché per anni sono stata così 'neutra' sessualmente. Addirittura al liceo molti mi percepivano come una sorta di maschio sbagliato e in quel modo mi vestivo. Ma non c'entrava niente il discorso dell'omosessualità, proprio per niente. In verità io cercavo di essere il più asessuata possibile, e questo è durato per parecchio tempo, mi riconcilio ora col mio essere donna (ammetto che mi fa ancora senso dirlo). Perché per prolungare il sogno dei miei genitori di una famiglia originaria dove tutto è fermo, dove non c'è crescita, sviluppo e dunque non solo nascita, maturità, ma anche vecchiaia, morte, ho dovuto essere una specie di adulto/neonato, che sessualmente è ancora poco definito.
E poi va beh, il senso di onnipotenza che ti porta addirittura a pensare di poter essere artefice del destino delle persone. Ancora adesso penso di aver ucciso una mia cugina, morta 23enne per un tumore alla testa, perché anni prima mi aveva preso in giro, umiliandomi, per una stupidaggine che avevo detto. Allora, questo è solo una conseguenza della 'fissazione', la chiamava così Freud vero? Il rimanere fermi a una fase della nostra crescita emotiva, non erssere in sintonia con il nostro tempo anagrafico. Ancora invischiato nell'ego-centrismo e nel senso di onnipotenza tipico del bambino, pensiamo di poter avere un peso tanto devastante al mondo. Ma non è così.
Allora, di queste cose si può guarire. O meglio, piano piano queste immagini, queste scene angoscianti, questi riti coatti, invasivi, soffocanti, scioccanti possono lasciare il posto a te stesso. Cioè, man mano che tu rimetterai a posto i mattoncinidella tua vita, questa cose scemeranno. Ti rimarrà un ricordo, una sorta di sensazione, e per certi versi potranno tornate certi gesti ma a mò di auto-protezione, di auto-consolazione, ma non ne avrai più bisogno.
Bisogna ASSOLUTAMENTE che tu inizi un percorso di psico-terapia, non farmacologico, di psico-terapia. Tu hai un gran bisogno di parlare, tu hai un gran bisogno che qualcuno 'gestisca' un pò la tua emotività confusa, senza lasciare solo a te un peso tale. Tu hai bisogno di non essere solo con tutti i messaggi che il tuo corpo e la tua mente ti danno.
Se vuoi, per questo tipo di scambio ci sono. Cioè, io so esattamente che cosa significa passare due ore in preda a singulti, tick, movimenti dettati da sequenze numeriche che si auto-riproducono, impossibilità a svolgere una qualsiasi azione. Allora mi nascondevo, come te. Ma neanche avevo mai parlato con uno come me. Io credo che tu sia pronto per farti prendere per mano, Jack. Ma nessuno in casa tua ti darà mai veramente il permesso, cioè l'amore a volte può essere molto contaddittorio Jack, anche l'amore per i propri figli. E i sensi di colpa sono un bel meccanismo nel quale evidentemente tu, come me, sei stato allevato, per non farti allontanare. Sei solo tu che devi faticare per vedere la vera faccia di tutte queste cose. Solo tu puoi dire basta.
un abbraccio
in gamba ragazzo
se hai bisogno, fatti vedere in messenger. Sono nervosa e stizzosa, ma forse puoi capire anche perché. Non è stato facile, e mi dispiace che anche per te la strada non sia semplice. Ma diamine Giac, tu ti meriti di star bene e dunque comincia a lavorare per quello. Non disperdere energie. Ciao. |
|
23/12/2002 21:20 | |
Io sono convinta, e ci tengo a volerlo sottolineare, che la cosa più importante l'hai già fatta Jack, quella di provare a parlare, ad aprirti.
In questo tuo atto, che fino ad oggi non riuscivi nemmeno a concepire, hai ufficializzato, con te stesso, il tuo vivo desiderio di stare bene, di guarire.
Ed è questa la cosa più importante.
E' successo davvero un fatto che ti cambierà la vita Jack.
Capire e mettere nero su bianco che si vuol davvero guarire è già essere a metà strada.
Perchè non sempre è così. Ci sono persone che oltre ad avere tutta la serie di pensieri e sintomi e ossessioni che hai tu, in realtà non ci pensano proprio a voler guarire.
Invece tu mi sembri pronto.
Sei ricettivo, ti informi, vuoi capire, sei persino disposto a rischiare pur di venirne fuori.
Il che, in poche povere parole, significa che ti sei sufficientemente rotto le palle di dover convivere con tutte queste coercizioni mentali.
Ma come dice Ruby, la psicoterapia ci vuole. Far tutto da soli è difficile, bisogna essere guidati in modo corretto anche nel recupero perchè altrimenti si rischia di passare di continuo dalle stelle alle stalle e viceversa fino a pensare nuovamente che uscirne è davvero impossibile.
Il prossimo passo deve essere quello di trovare (anzi, di pretendere) uno psicoterapeuta con le palle.
Magari senti un pò Ruby visto che siete quasi vicini di casa.
E poi sforzarsi di andarci, a costo di sputare sangue.
Ti auguro un mondo di bene.
Laura
|