Nuova Discussione
Rispondi
 
Stampa | Notifica email    
Autore

ANNI 70 LA PRIMA VOLTA

Ultimo Aggiornamento: 17/09/2006 17:01
17/09/2006 17:01
 
Email
 
Scheda Utente
 
Modifica
 
Cancella
 
Quota
Post: 695
Registrato il: 09/02/2005
Utente Senior
OFFLINE
Non è facile dimenticare la prima volta a Cuba; erano circa i primi degli anni 70 e
l’Isla aveva da poco tempo riaperto i contatti turistici col mondo, le cose non erano
come adesso : il dollaro non circolava e se qualche cubano ne fosse stato trovato in
possesso avrebbe passato i guai suoi, ancora oggi c’è al gabbio qualche cubano
arrestato mentre trafficava in dollari.

L’ingerenza del potere poi era totale e coinvolgeva anche i turisti : come arrivavi,
sempre e comunque in gruppo come le pecore, ti veniva assegnato un consigliere o
controllore politico che passava con noi tutto il periodo di permanenza cercando
di limitare al minimo i contatti con i lavoratori cubani controllando quello che
dicevi e quello che pensavi.

Le ragazze poi meglio scordarsele, per il turista non esistevano, e se qualche
galletto insisteva sulla cosa e insidiava una lavoratrice dell’hotel, fuori non era
possibile per via del controllore, la poveretta rischiava l’allontanamento
immediato.

Ma è meglio andare con ordine : il viaggio, per me e mia moglie, era stato
organizzato a scopo subacqueo: due settimane all’Hotel Colony sull’Isola della
Gioventù, chiamata così perchè raccoglieva un gran numero di scuole , la maggior
parte ad indirizzo agrario.

L’arrivo all’Avana mi aveva stordito, il profumo, i suoni , la lingua, il caldo , la
gente, anche se ancora non me ne ero accorto mi erano già prenetrati nella pelle e
nel cuore, segnando per sempre il mio futuro.

La tratta Avana/Isola fu effettuata con un vecchio e scassatissimo Duglas
dell’ultima guerra; gli sguardi preoccupati dei turisti avevano mosso a
compassione la hostes: un donnone con pantaloni elasticizzati e maglietta a righe
bianche e rosse che, prima della pertenza ci ha rassicurato dicendo che il motore
era nuovo, appena recuperato da un magazzino di residuati bellici delle Filippine.

L’aria a bordo era mossa da piccoli ventilatori posti sopra i sedili; subito dopo il
decollo da vari punti della carlinga incominciò ad uscire un vapore bianco
terrorizzando i passeggeri; ci volle del bello e del buono perchè la hostes,
distribuendo caramelle, riuscisse a convincere la gente che tutto era normale e che
era solo condensa dovuta alla differenza di temperatura.

Il panorama dall’aereo era magnifico, volando basso si riusciva a vedere i fondali,
le isole, le lagune, il tutto pervaso da una luminosità insolita e da colori a cui noi
non eravamo abituati; ero già stato alle Maldive, nel Mar Rosso, in Africa, ma qui
i colori e le impressioni erano diverse e mi facevano passare sopra al fatto che
sulle ali si intravedevano rappezzi che sembravano fatto con del nasto isolante.

IL tragitto areoporto hotel non fece altro che confermare la prima impressione: le
palme, il mare, l’aria tutto era nuovo e affascinante; l’unica cosa che stonava erano
i bunker con mitragliere e cannoni antiarei rivolti verso il mare e coperti con teli
mimetici; non so se per pudore verso i turisti, o per segretezza o semplicemente
per proteggerli dalla salsedine.

All’hotel primo scontro con la mentalità statal/social/politica dell’epoca : i tanto
servizievoli omini, che da noi assolvono il compito di trasporto valige quì non
c’erano, non è contemplato che i compagni facciano questo tipo di servizio
schiavista/capitalista, ognuno deve provvedere per se; bene si risparmiano mance ,
intanto sono vietate perchè è un’altra foma di avvilimento north americano.

La mattina dopo il secondo scontro culturale/amministrativo : alla colazione ci
troviamo serviti dei salsicciotti unti, del pane tostato, del caffè e delle bibite (hotel
1° categoria); alle immancabili proteste : e il latte? La marmellata? La frutta?
Abbiamo la candida risposta : il rifornimento statale è in ritardo per cui oggi è
così, scusate tanto.

Alla domanda : ma non c’è una città vicino ? non si può mandare a comprare latte
e marmellata ? la risposta è uno sguardo allibito, meravigliato e offeso seguito da
un secco : non è possible, è un compito della gestione statale, non appena possono
lo faranno.

Così per tutta la vacanza ci sarà un’alternanza di privazioni: una volta il pane
“finita la farina”, una volta il caffè, un’altra la frutta e così via.

L’hotel , secondo le assicurazioni era stato appena restaurato : la moquette faceva
onde e era un puzzle di macchie sospette, il soffitto si sfogliava, il bagno perdeva
acqua, la porta finestra non chiudeva e mancavano le tende notturne, l’aria
condizionata funzionava a singhiozzo; l’unica cosa perfettamente funzionante era
la disco, frequentata da cubani e dai pochi turisti; per una birra io pagavo un
dollaro e il cubano un peso, altri tempi.

Quando c’era la materia prima, la cucina era buona, niente di elaborato o molto
variato però aragoste, tortuga e pesce non mancavano mai, quello che ogni tanto
faltava era il pollo e il maiale.

Finalmente Il primo giorno in barca , una cosa in ferrocemento da 20 metri
risalente agli anni 40 (infatti tale tecnica di costruzione fu abbandonata nel 50) con
un motore diesel che la scuoteva come un frullatore ; tubi e spuntoni si ergevano
ovunque al solo scopo di riempirti di lividi a fine giornata.

Le attrezzature sub di buona qualità portavano i segni di una assoluta mancanza di
manutenzione; gli strumenti in dotazione ai quatto accompagnatori/istruttori
sarebbero bastati solo per due, nel senso che molti si erano rotti e mai sostituiti
alla faccia della sicurezza del turista; proprio il giorno seguente sarebbe scoppiato
il tubo manometro di un istruttore lasciandolo per sempre nell’impossibiltà di
sapere quanta aria avesse a disposizione durante l’immersione Mosso a
compassione , quando sono partito gli ho lasciato il mio unitamente al
profondimetro e bussola.

Il personale di bordo dal capitano all’ultimo mozzo erano gentilissimi e sempre
disponibili come sono e saranno sempre i cubani; interessati a quanto succedeva
fuori isola erano affamanti di notizie e sempre pronti alla chiacchera se non fosse
per la presenza del controllore che col solo sguardo li rendeva muti; dopo ogni
immersione trovavamo pronta frutta sbucciata e caffe; quello che ci mandava
dietro l’hotel, lo stesso che si consumava a terra, era terribile, sempre e soltanto
liofilizzato; forse pensavano che i turisti non gradissero caffè sano e naturale.

Per fortuna che il capitano, dopo accesa discussione col politico, è riuscito ad
avere l’autorizzazione di prepararci il suo e proprio grazie al capitano ho potuto
assaggiare per la prima volta boniato (patata dolce) frito.

Le immersioni d’altro canto erano spettacolari; in special modo quella su un relitto
dove ci aspettava la LOLA un barracuda di quasi due metri, conosciuto in tutto il
mondo subacqueo come attrattiva internazionale; come arrivava il barco usciva dal
relitto e si metteva in attesa a mezz’acqua; a noi sub, ci veniva dato un sacco pieno
di pesce da dare al mostro. Alzare il pesce e aspettare che che quel tritacarne te lo
levasse da mano era terrorizzante, quasi nessuno, tranne gli istrutti lo faceva, la
maggioranza, quando la picua era a un paio di metri mollava il pesce e tentava la
fuga; vedere quella bocca enorme e piena di denti che ingurgitava il pesce faceva
impressione; quando ce ne andavamo la picua aveva una barriga come se avesse
ingurgitato un’anguria.

L’unico neo era la “presenza”, il controllore politico , condizionava tutto, i
rapporti, le risate, la spontaneità; gli accidenti e gli auguri che fluivano copiosi sia
da noi che dai locali però giunsero a buon fine; dopo poco meno di una settimana
il malcapitaro fu colto da una colica renale e ricoverato in ospedale.

Non pote immaginare la gioia : prima, per portare a bordo qualche bottiglia di rum
e qualche pacchetto di sigarette per l’equipaggio dovevamo farlo di nascosto; il
capitano sapeva che quando. indicando la tanica dove lavavamo le mute, si diceva
:”agua sucia” poteva star sicuro che lì dentro avrebbe trovato il rum.

Le uscite senza il controllo furono spettacolari; il cibo portato a bordo dall’hotel
era sempre il medesimo e faceva schifo: uno spezzatino che noi avevamo
soprannominato Kit&Kat cibo per gatti; come sparì il politico saltarono fuori
fucili, arpioni e rampini per aragoste più pentole e pentoloni; ogni giorno salivano
a bordo pesce pregiato e non meno di 30-40 aragoste mai mangiato meglio, e,
pensando al pobrecito nel suo letto di penitenza, tutto aveva un sapore migliore.

La cosa non durò per molto, solo quattro o cinque giorni, prima che arrivasse il
sostituto ma diede un sapore e un tocco tutto particolare alla vacanza : mi fece
innamorare in modo irreversibile dei cubani.

La gita a Nuova Gerona fu un fallimento: intruppati come scolaretti, ripresi ogni
qual volta ci si fermava o per vedere qualcosa o per parlare con qualcuno stavamo
per esplodere e già qualche battibecco al limite della rissa si era avuto; l’hijo de
puta, con una calma imperturbabile incassava insulti e vav..... e scriveva su un
libricino; cosa, perchè o per chi non l’ho mai saputo.

La prima impressione del paese fu di squallore, sporcizia e mancanza di
manutenzione; i negozi vuoti, qualche articolo qua e là sugli scaffali, qualche
barattolo di marmellata bulgara, due o tre pentole, qualche stringa, qualche scarpa
pochi vestiti, all’epoca andavano di moda i jins elasticizzati che facevano un
fondoschiena da balena a buona parte delle cubane allevate a patate e boniato;
suvenir nada ,sarebbe andata bene anche una tazza col piattino ma non c’era verso
di trovarle appaiate.

Era il periodo in cui i cubani incominciavano a parlare che forse si sarebbe potuto
comprare la casa dove vivevano o costruirsela: lo stato avrebbe fornito il prestito
che poi sarebbe stato rimborsato negli anni, cosa assolutamente nuova per loro. Si
parlava sempre di questo, loro non si fidavano molto, i dubbi erano tanti : e se poi
cambiano idea ? Mio padre aveva una finca e la quitaron: adesso la manutenzione
la fanno loro poi devo pensarci io : pintura, tuberia y otro, dove trovo i soldi ?; e
se il prestito non mi basta ? insomma erano in una confusione totale.

La vacanza stava giungendo al termine e si poneva il problema di come ringraziare
i gentilissimi marinai, rompipalle escluso : dollari non si potevano dare e non li
volevano; l’unica cosa erano oggetti tangibili ; svuotammo la tienda dell’hotel :
rum, sigarette , cappelli, saponi, profumi, orologi; svuotammo le valige : pantaloni
,magliette, vestiti per le mogli e figlie, attrezzature da sub, tutto quello di cui si
poteva fare a meno prese il volo.

Di ritorno ci toccarono tre giorni all’Avana e lì le cose erano diverse :
l’organizzazione turistica era impeccabile per Cuba chiaro, si poteva girare soli,
tutti erano gentili , in hotel si mangiava magnificamente e non mancava nulla, solo
i negozi locali erano semivuoti, quasi come quelli di Nuova Gerona.

Per descrivere i giorni dell’Avana ci vorrebbero altre 10 pagine per cui lo rimando
alla prossima; sono tornato molte altre volte : Avana, Cajo Largo, Santiago ecc.
ma niente mi ha più colpito come la prima volta.
Amministra Discussione: | Chiudi | Sposta | Cancella | Modifica | Notifica email Pagina precedente | 1 | Pagina successiva
Nuova Discussione
Rispondi
Cerca nel forum

Feed | Forum | Bacheca | Album | Utenti | Cerca | Login | Registrati | Amministra
Crea forum gratis, gestisci la tua comunità! Iscriviti a FreeForumZone
FreeForumZone [v.6.1] - Leggendo la pagina si accettano regolamento e privacy
Tutti gli orari sono GMT+01:00. Adesso sono le 23:17. Versione: Stampabile | Mobile
Copyright © 2000-2024 FFZ srl - www.freeforumzone.com