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[2] Scenario: L'isola delle nebbie

Ultimo Aggiornamento: 06/02/2004 11:02
22/05/2003 20:40
 
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Atto I: Quattro anni dopo

(21 a.c. – 6° Anno Augusteo – Mattina – 8.30)

E' una mattina di quattro anni dopo.
Il tempo é passato, Roma e l'impero sono diventate sempre più potenti: quello che rimaneva della repubblica é stato spazzato via da Ottaviano Augusto, il primo imperatore.
Tutto il potere é nelle sue mani che controlla, tramite i govenatori e via via un apparato burocratico immenso, tutto. I pretoriani vigilano ed al senato non rimane altro che approvare le leggi che Augusto vuole e provare in qualche modo a sopravvivere.
L'impero é eterno. La sua forza non é messa in discussione da nessuno, ne all'interno ne all'esterno: secoli se non millenni di prosperità sono davanti a questa immensa unione di popoli, culture, storie diverse.
Forse.
Delle figure si muovono velocemente nella fredda mattinata d'inverno, a Roma: le ville dei senatori sono tutte attorno a loro, ma una sola é la meta.
La casa di Caio Albertus, ex senatore di Roma, ormai ritirato a vita privata, dopo la tragica scomparsa del figlio adottivo, Ceaser Caio, quattro anni prima. Il fatto, a suo tempo, aveva causato un grande scalpore, e si vociferava di un complotto ordito dai pretoriani per poter togliere di mezzo un senatore in ottimi rapporti con l'imperatore. Una questione che di fatto indeboliva il potere dell'imperatore, visto succube dei senatori tramite Caio Albertus.
La spiegazione "ufficiale" del fatto fù di un errore di una guardia di palazzo: troppe domande e così poche risposte per spiegare quanto successo quel giorno..
Le stesse domande levate per far luce su quanto successo alla Centuria di Falco, inviata nei pressi di Cartagine, allo sperduto villaggio di Iniax, e massacrata, "ufficialmente" da dei predoni del deserto.
Inutile dire che non tutto é andato come si racconta nei palazzi di Roma e di tutto l'impero, per chi si può permettere di conoscere simili segreti.

Il tempo é buono: l'inverno non é particolarmente freddo, ed un timido sole sorge ad oriente illuminando dietro di voi tutta l'urbe ed i suoi stupendi palazzi, Roma, il cuore dell'impero.
Vi sembra di essere tornati ad una mattinata di quattro anni prima, quando vi siete incontrati per la prima volta: é molto tempo che non vi vedete, almeno tre anni, dopo che i senatori incaricati di scoprire la verità dalle vostre criptiche risposte, si arresero.
Ovviamente non potevate spiegare qualcosa che nemmeno voi ancora comprendete a pieno. Avete visto tutti il Muchardna scaricare una potenza inaudita contro quella mostruosità, avete visto la caverna crollare.
Poi il vuoto.
Vi siete trovati nel deserto, a vagare come dei folli in cerca d'acqua, finché una carovana non vi ha trovati e ricondotti a Cartagine.
Appena il governatore ha saputo della vostra fine, si é ucciso gettandosi dalla torre del suo palazzo.

vi siete divisi, cercando ognuno con i propri mezzi una risposta a quanto successo in quella città sotterranea, allo Shoggoth, agli stranieri dagli occhi azzurri.
Le rispose sembravano sempre evanescenti, sfuggenti, nascoste con abile mano da chi muove i fili di tutto, finché non siete stati raggiunti da una missivia del senatore Caio Albertus, che vi pregava di tornare a Roma, perché aveva quelle risposte.

I vostri incubi, ovviamente, non possono più aspettare: i servitori vi fanno accomodare, dicendo che il "senatore" (così viene ancora chiamato) arriverà entro breve.

Falco

Assieme al fidato Aracus, sei stato mandato per un paio di anni sotto il servizio di diverse centurie nel confine nord dell'impero. I barbari germani hanno presto imparato i vostri due nomi e a temervi.
Gran parte del vostro successo, però, é dovuto alla ex-lvce: questa straordinaria arma vi ha sempre avvertito di ogni pericolo, e questi anni sono passati senza nessun vero pericolo.
La tua arma é divenuta una ossessione.
Hai cercato delle risposte seguendo i consigli di Giusto, cercando l'orgine di questa magica lama, ma hai scoperto un mondo, quello dell'ignoto, talmente vasto che hai deciso di poterci perdere un'intera vita, senza giungere a nulla.
Aris oramai non ti rivolge più la parola, credendoti pazzo, ma anche lei un giorno ha avuto la prova del potere della spada! Senti molto la mancanza delle lunghe chiaccherate con la tua ex-donna, ma non puoi fare nulla.. anche tu un tempo eri così!
Tuo padre é morto dopo una lunga e terrificante malattia, che ha gettato un ombra sulla sua fine, come su quella di Kron, il tuo falco.
In alcuni momenti di pare di aver scorto in lontananza, oltre il potere della ex-lvce, pericoli senza nome che aspettano solo un tuo sbaglio per colpirti.
Hai ancora profondi e tormentati incubi su uomini dalla pelle chiara e dagli occhi azzurri, e su quanto é successo, sullo shoggoth e sulla scomparsa di Marco.
Ma perché ora davanti a te c'è quel pretoriano che credevi morto, assieme a tutti i tuoi uomini?
Ecco la domanda: perché tutto questo?

Giusto

Hai intravisto il potere degli antichi, lo hai stretto nelle tue mani.
Quale tesoro sono state per te quelle semplici pergamente! Quale grande potere ti hanno donato. Hanno tolto come un velo che esisteva davanti ai tuoi occhi, che ti nascondeva la verità, e che ti rendeva cieco davanti al potere degli antichi.
Sei scappato da Roma, aiutato da Helios e Tousil. Loro ti hanno visto, ti credono!
Ma questo non é bastato.
Sei rimasto come una pietra a fissare quel mostro, lo shoggoth, in quella caverna, in quella colonia atlantidea.
Ancora lo vedi, ancora senti la sua opprimente presenza vicino a te, mentre senti Aracus gridare a Caio di usare il muchardna, un arma di Mu, su quella creatura più antica di due imperi che sono ormai dimenticati.
Un raggio di speranza però é arrivato nel momento più opportuno: due anni fa stavi studiando dei tomi nella antica Atene, quando l'hai rivista.
Ereizal era lì, davanti a te, a parlarti.
Assieme a lei hai compreso le pergamene, lei ti ha aperto gli occhi: ti ci sono voluti quasi due anni, ma infine ci sei riuscito.
Il primo piccolo passo.
Ma lei ha visto in te qualcosa che tu non vedevi: il pericolo di cadere nell'abisso. Ti ha detto chiaramente di stare attento, che stavi per scivolare, per divenire un servitore degli antichi, cieco nella sua ricerca di potere.
Le sue parole ti hanno scosso, ovviamente, e non ti sei accorto che ancora una volta era scomparsa dalla tua vita, come un ombra, come se non fosse mai esistita veramente.
Stavi per recarti da Astrifone Argus, in cerca di risposte vere, quando il messaggio del "senatore" ti ha raggiunto.
Cosa si nasconde ancora una volta a Roma?

Aracus

Sei rimasto al fianco di Falco, sconvolto dalla rivelazione che si é presentata davanti ai tuoi occhi.
L'inutilità della razza umana, di Roma, dell'impero.
Hai passato anni a combattere furiosamente, schiacciato da questa convinzione.
Ma qualcosa di ha tenuto a galla, fuori dalla pazzia di quei momenti, in quella città. Ringrazi gli dei, se esistono veramente, di essere ancora vivo per vedere il miracolo ancora una volta.
La ex-lvce.
Contro lo strisciante, quattro anni fa a Roma, contro lo straniero, contro l'essere mostruoso, contro ogni minaccia dei barbari.
"COLPISCILA!"
Senti ancora la tua voce, di notte, che spezza il silenzio, che ti sveglia. Il tuo urlo é come una spada piantata nel fianco, che continua a sanguinare.
Ogni pericolo, vi ha avvertito di ogni pericolo..
Ma perché nessuno tranne te e Falco comprende il valore di questa arma? Le altre persone non vedono, non capiscono.. perché?
Tu senti ancora il dolore acuto e profondo che ti ha causato quello straniero dagli occhi azzurri, con la sua orrenda magia. Il tuo braccio destro si é ripreso in pieno, ma é divenuto più scuro, rispetto alla pigmentazione della tua pelle.
Tutta la tua vita sarebbe passata al servizio cieco di Falco, se non fosse per tuo fratello, Ator.
Lo trovasti in un villaggio a nord, vicino al confine, ucciso da un male senza nome ne cura: ti spiegò perché se ne andò, perché ti lasciò da solo.
Per permetterti di seguire te stesso e non ciecamente qualcuno sopra di te: non sei ancora libero da questa influenza, ma ti senti molto più sicuro di te stesso.
Hai compreso la tua vera essenza, e adesso, non cammini più dietro a Falco, ma al suo fianco, perché Ator, con la sua morte, ti ha reso un uomo, prima di un soldato di grande coraggio ed intelligenza.

Caio Valerio Massimo

Alla fine hai dovuto cambiare idea.
Come ti sembrano futili i discorsi con Falco, quanto lontano ti sembra quell'uomo!
Hai lasciato il tuo lavoro, la tua azienda alle mani capaci e giovani di Tito e Aristide, cercando un equilibrio nuovo dentro di te.
Sei divenuto un vagabondo in un impero senza fine.
Hai visto milioni di persone diverse, hai conosciuto la fame, la sofferenza, le battaglie in così tanti modi, che ti fa paura ricordarlo.
Hai visto dentro e fuori di te.
Ti sei visto più e più volte premere su quell'arma, il Muchardna che é al tuo fianco ben nascosto ai curiosi, contro quel mostro.
Volevi premere!
VOLEVI DISTRUGGERE QUELLA MOSTRUOSITA'!
Ma tu ERI LI, ed il tuo corpo IN UN ALTRO LUOGO.
Poi qualcosa ha reagito, ed il Muchardna ha distrutto la volta della città, seppelendovi vivi.
Dopo é stato un incubo, incubi con cui combatti ogni notte, in cui ti vedi ancora lì ad osservare il tuo corpo mentre rimane fermo, mentre Aracus continua ad urlare "COLPISCILA!", mentre Detamargus si agita come un neonato.
Hai imparato il funzionamento del Muchardna, il suo immenso potere, e lo tieni ben nascosto: l'impero ed i suoi abitanti hanno già abbastanza problemi, senza che conosca simili passati perduti.
Ma allora perché il "senatore" ti vuole vedere ancora una volta?

Marco Bellero

Lo hai visto chiaramente.
Hai visto scomparire gli altri in quella pozza di liquido oleoso.
Eri pronto a seguirli, quando é scomparsa, ed é apparso un incubo con ali da pipistrello, artigli grandi come un braccio umano, una coda da scorpione, e un volto senza lineamenti, come una pietra levigata.
Eppure vedevi, sentivi, il suo sorriso malvagio su di te e sugli altri soldati.
Il medaglione, ti ha protetto, per tua fortuna.
Mentre la tua mente vagava per mondi distanti e senza senso, ti ha condotto fino al mare, e di lì ad un villaggio di pescatori.
Quando la ragione tornò nel tuo corpo, scopristi che eri a Tarragona.
I tuoi capi, i pretoriani, erano furiosi.
Eri scomparso per due anni, creduto morto da tutti.
Però tu potevi confermare la folle storia dei tuoi compagni, creduti morti, ma ora vivi: la centuria massacrata, non scomparsa o uccisa da predoni, ma distrutta da un mostro senza volto.
Mai più mandare nemmeno un soldato ad Iniax!
L'imperatore in persona, quando gli raccontasti quanto successo, ti credette.
Diventasti famoso tra i pretoriani (e quindi segreto per ogni altri abitante dell'impero!) per essere un suo fidato consigliere, e scopristi che un mondo oscuro ed ignoto si addensava ai confini dell'impero.
Augusto lo sapeva, e lo sa tuttora.
Migliaia di popoli, migliaia di culture, migliaia di dei diversi.
Può Roma piegarsi a tutto questo? No, certo, gli dicesti.
Da quel giorno sei impegnato a trovare delle rispote per l'imperatore e per il futuro di roma, protetto da un medaglione sacro di Giove, di cui ora padroneggi il potere.
Il senatore Albertus, ancora una volta, incrocia la tua strada, così come quelli che una volta erano tuoi compagni: cosa sanno loro, che cosa é successo veramente quel giorno?
Loro possono darti delle risposte e tu, assieme a loro, trovare la risposta che l'imperatore vuole:
"Chi?"

[Modificato da Gornova 27/05/2003 18.07]

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