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[1] Scenario: La colonia

Ultimo Aggiornamento: 18/05/2003 11:44
04/05/2002 09:33
 
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Sciamano

Falco e Aracus

Il senatore vi guarda, e lentamente riprende il controllo di se, dicendovi:
"Non preoccupatevi per il vostro viaggio, verrà preparato con la dovuta perizia.. sarà meglio, Centurio Falco, che uno schiavo avverta la vostra centuria.."
Il senatore posa lo sguardo su Aracus e dice:
"Il termine persone non é esatto: non so nemmeno io chi sono, in verità: sono coloro che hanno distrutto quel villaggio, e che ora vogliono nascondere qualcosa"
Il vecchio senatore sospira e poi dice:
"Dovete sapere che l'imperatore Augusto non aveva preso in considerazione le richieste di queste persone, e allora loro gli hanno mostrato la loro forza, distruggendo il villaggio... Augusto non é uno sciocco e sa benissimo che la forza di Roma gli é ancora superiore... finché si rimane all'interno dell'impero.."

Marco Bellero

Le pergamene che trovi parlano per lo più dei miti romani: Romolo, Remo, la lupa..ma non é quello che cerchi.
E' un attimo, e una pergamena finisce sotto il tuo sguardo: una pergamena che reca un nome antico come il tempo, narrato quando ancora la gloriosa civiltà greca dominava il mondo..

ATLANTIDE

"Al di là di quello stretto di mare chiamato Le Colonne d'Ercole, si trovava allora un'isola più grande della Libia e dell'Asia messe insieme, e da essa si poteva passare ad altre isole, e da queste isole alla terraferma di fronte (...). In quell'isola chiamata Atlantide v' era un regno che dominava non solo tutta l'isola, ma anche molte altre isole nonché alcune regioni del continente al di là: il suo potere si spingeva, inoltre, al di qua delle Colonne d'Ercole; includendo la Libia, l'Egitto e altre regioni dell'Europa fino alla Tirrenia". A parlare è Crizia, parente del filosofo Platone, il quale racconta che un secolo prima, nel 590 anni fa, il legislatore Solone si era fermato nella capitale amministrativa dell' Egitto, Sais. Qui aveva cercato di impressionare i Sacerdoti di Iside illustrando le antiche tradizioni greche, ma uno di loro aveva sorriso, affermando che quello greco era un popolo fanciullo nei confronti di un altro su cui gli Egizi possedevano molta documentazione scritta. Secondo il sacerdote egiziano, una civiltà evoluta era esistita per secoli su "un'isola più grande della Libia e dell Asia messe insieme" l'isola era stata distrutta novemila anni prima da un immane cataclisma insieme a tutti i suoi abitanti. Le parole di Crizia sono riportate nei "Dialoghi" Timeo e Crizia, scritti da Platone attorno al 340 anni fa. Ecco come il filosofo greco descrive l' isola, sempre per bocca del sacerdote egiziano. "Dal mare, verso il mezzo dell'intera isola, c'era una pianura; la più bella e la più fertile di tutte le pianure, e rispetto al centro sorgeva una montagna non molto alta (...)."

Valerio Massimo

La strada verso il palazzo imperiale é sgombra di persone: anche le guardie attorno al palazzo sembrano quasi immerse in un sogno.
Poi vedete alcune guardie che si corrono di quà e di là, vicino al palazzo del senato.
Senti chiaramente che dicono che qualcuno é stato ucciso, ma non ci fai caso più di tanto (al senato sono cose normali che muoia qualcuno.. come fu per Cesare).
Tito e Aristide si guardano, e poi ti seguono correndo, senza dire nulla.
Il medaglione é molto bello, ma c'è qualcosa nella sua forma che non ti convince: é come se spingesse il tuo sguardo all'esterno della sua figura triangolare, mentre un'altra misteriosa forza spingesse il tuo sguardo dentro il triangolo, e anche oltre.
Hai una vertigine improvvisa, e Aristide ti prende al volo, chiedendoti:
"Capo, che succede?"
Tito, la faccia bagnata della pioggia, é l'impersonificazione della preoccupazione.
Il medaglione, é ancora nelle tue mani...
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