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[1] Scenario: La colonia

Ultimo Aggiornamento: 18/05/2003 11:44
05/07/2002 15:51
 
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Giusto
"Quello che arebb emeglio non nominre, almeno per ora" dice Giusto con un fil di voce avvicinandosi in modo da ppoter essere sentito dai soli due soldati.

sempre con un fil di voce, rivolto ad Aracus:
"Voi dovete essere colui che ha GIA' incontrato l'avanguardia dei nostri nemici...."

22/09/2002 09:54
 
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"Voi dovete essere colui che ha GIA' incontrato l'avanguardia dei nostri nemici....",
dice Giusto rivolto a Falco.
Le parole di Giusto, anche se pronunciate a bassa voce, risuonano come due eserciti in lotta, nella stanza dove siete: sembra che essa sia sempre più stretta, mentre passano alcuni istanti, interminabili istanti, in cui lo sguardo di Aracus e di Falco si incontrano, e Falco, inconsciamente, stringe la mano sull'elsa della sua spada, la EX-LVCE.
Il governatore di Cartagine ha uno sguardo completamente diverso da prima, dopo che é entrato nella stanza Giusto Sembra
essere molto più sollevato.
I servitori si guardano tra di loro, e senza un preciso ordine di nessuno, escono, assiemea i due uomini che hanno
accompagnato Giusto nella stanza.
Mentre chiudono la porta dietro di loro, un rivolo di aria riesce ad entrare nella stanza, e muove leggermente le tende che il governatore aveva precedentemente chiuso in tutta fretta.

Ora siete soli: Marco Bellero, Giusto, Aracus, Falco e il governatore di Cartagine.

[Forza ragazzi! Si ricomincia!]
23/09/2002 08:11
 
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FALCO


Alle parole di Giusto mi torna alla mente il ricordo di quell'orribile creatura.
"Quella massa informe di vermi striscianti si volta verso di me e con un sibilo carico d'odio mi si lancia contro..."
Ormai da tempo questa immagine perseguita i miei sogni e ogni volta mi sveglio sudato e in preda a fremiti.
La mia mano va involontariamente a sfiorare la ciocca di capelli bianchi, tacito testimone di quell'incontro che ha cambiato la mia vita.
Io, Falco, uno dei centuri più rispettati della grande Roma, sono rimasto bloccato innanzi a quell'essere.
Me ne vergogno, ma ripensandoci ancora mi assale quell'ondata di panico. Mi domando se riuscirò a reagire la prossima volta... Perchè sono sicuro che ci sarà.

La mia mano dai capelli è passata all'impugnatura di Ex-Lvce. Il freddo contatto con il metallo mi riporta alla realtà, strappandomi ai miei pensieri.

Guardo con aria interrogativa Giusto all'improvvisa uscita degli uomini.
"Credo che tenerci nascosta la verità sia inutile.
Invero, ho affrontato quelle creature e questa ciocca bianca ne è la prova..."

Mi volto verso Aracus, un'occhiata breve ma carica di intesa verso il mio fedele sottoposto.
Ho dovuto tacere i suoi meriti, mentire su come si svolsero le cose quella volta. Il mio sguardo cade sulla lama magica, chiedendomi se sono degno di cingerla al fianco.

Infine il mio sguardo cade nuovamente su Giusto. Quell'uomo ispira fiducia e sicurezza. Sento crescere in me una nuova determinazione.
Mi domando chi sia in realtà l'uomo che è tenuto così in stima dal Procuratore... Ma sono sicuro che le risposte ai miei interrogativi non tarderanno a venire...

[Modificato da lark 23/09/2002 10:02]

23/09/2002 10:17
 
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Giusto
"Non intendo nascondere nulla, nessuna verità, nessun orrore"

Giusto continua con la voce bassa, udibile solo dai suoi interlocutori, o forse anche da qcun altro.....

"Ad ogni modo, io stesso posso dire di aver provato qualcosa di simile alla vostra esprienza o nobile centutione, e vi esorto a NON dimenticare, ma a riflettere, se ben ho capito qui a Cartagine un'ombra si sta per abbattere, e se me lo concedete, sarei infinitamente grato se voleste il mio aiuto"

23/09/2002 10:48
 
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Il discorso sta prendendo una piega interessante, penso tra me. A quanto pare non siamo gli unici ad aver incontrato quegli esseri ed essere ancora qui per poterlo raccontare...

"Invero sì, siamo stati inviati qui con il compito di proteggere questa gente e risolvere il problema.
Anche se la mia centuria è numerosa e ben addestrata, qualunque aiuto contro simili creature è ben accetto...", dico porgendogli la mano in segno di accordo.

Osservo il Procuratore, che finora si è tenuto in disparte e poi la mia attenzione cade sulla lama di Ex-Lvce, come per assicurarmi che non ci siano "quelle" creature in giro...
23/09/2002 11:46
 
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Giusto
"Mi rendete grande onore centurio Falco"

Dicendo questo, Giusto sigla il suo accordo strigendo la mano al centurione...

[Modificato da Gornova 25/09/2002 17:18]

24/09/2002 11:12
 
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Alle parole di Giusto mi perdo nei ricordi, il "volto" di quell' orribile creature è impresso a fuoco nelle mia mente e mai potrò scordarlo. Quando torno alla realtà mi sembra che sia passata un'eternità da quando Giusto ha pronunciato quelle parole, e vedo Falco che mi guarda. Uno strana sensazione si impossessa di me, finalmente ho capito che il destino di tutta Roma dipende da noi, e in mezzo a tutti questi interrogativi, incertezze, verità velate, solo di una cosa sono sicuro: combatterò e combatterò fino alla morte pur di sconfiggere il male che vuole distruggere Roma!
25/09/2002 16:57
 
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Il governatore di Cartagine, fino a questo punto in disparte, sente su di se lo sguardo pensate di Falco, e non reggendolo più, distoglie lo sguardo, e le sue parole, prima stentate e poi via via più precise, come un fiume in piena, vi travolgono, e vi spiegano, infine che cosa é successo qui:
"Giusto, centurio Falco, pretoriano Marco, soldato Aracus, é il momento che io dica... qu..quello che é successo qui.. nell..nelle ultime settimane...
La provincia che governa Cartagine é molto ricca, nonostante sia completamente desertica ai vostri occhi: molti villaggi la rendono viva, e molte carovane, sia verso il mare, sia verso oriente che occidente, la attraversano.
Due settimane fa, però, una di queste carovane é scomparsa, nelle vicinanze di un villaggio il cui nome lo voglio dimenticare e non riesco a pronunciarlo. Ho quindi ordinato alla centuria qui a Cartagine di mandare alcuni soldati per trovare delle risposte: dovete sapere che questi fatti non sono frequenti anche se non impossibili.. infatti molti predoni uccidono i carovanieri e rubano le loro merci.
Questi soldati, una dozzina in tutto, non sono più tornati: preoccupato, mi sono recato personalmente, assieme al centurione Massimo e la sua centuria verso quel villaggio.
Dopo due giorni di viaggio prima sulla riva del Mediterraneo, e poi spingendoci verso le alte montagne che si vedono da qui, abbiamo raggiunto la nostra meta, e abbiamo perso anche noi stessi"
Il governatore si ferma, si guarda attorno, e improvvisamente, si rannicchia in posizione fetale, e mentre vi parla, inizia a singhiozzare:
"Noi.. non eravamo preparati ad una simile disgrazia: il villaggio, bruciato, distrutto, era solo un'ombra di una piccola e ridente cittadina. I corpi dei morti, erano la chiara traccia che nessun essere umano poteva fare quello che era stato fatto...
Poi, qualcosa di nero, alto nel cielo precipitò su di noi, e in breve, riuscì a distruggere l'intera centuria...
Massimo... il centurione Massimo, cercò di difendermi, ma invano.. non ricordo altro, se non che sono stato trovato da alcuni carovanieri nel deserto, e dopo essere stato condotto a Cartagine, una settimana dopo, loro.. ho iniziato a sentire la loro presenza...qui, adesso, a Cartagine..
Voi dovete aiutarci.. é per questo che ho chiesto aiuto all'imperatore Augusto.. ma lui, ritenendomi pazzo, ha mandato solamente una centuria, invece dell'intero esercito romano, come se potesse servire a qualcosa.."
Le ultime parole del governatore sono un debole sibilio, e vi accorgete che siete rimasti completamente rapiti dal suo racconto, quasi ipnotico, tanto che, quando nella stanza cala il silenzio, sentite solamente il battito del vostro cuore.

[Modificato da Gornova 25/09/2002 17:58]

25/09/2002 17:21
 
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FALCO

Rapito dal discorso del Governatore non mi ero accorto dell'opprimente silenzio che è calato nella stanza.

Guardo con compassione l'uomo rannicchiato a terra, quello che un tempo era un grande uomo, il Governatore di Cartagine, e che ora è soltanto l'ombra stinta di sè stesso.
Poi mi avvicino e mi inginocchio al suo fianco.
"Governatore, so quello che sta provando in questo momento perchè l'ho provato anche io...
Sento ancora quel terrore che mi attanaglia il cuore, i cui artigli lacerano completamente ogni barlume di intelletto.
Ebbene sì, anche io, uno dei più stimati centurioni della grande e potente Roma ho provato paura al cospetto di quelle creature.
Ma non c'è nulla di male ad averne paura, anzi mi stupirei non ne avessimo. Ma bisogna reagire, accettare la realtà che quegli abomini esistono realmente nel nostro mondo e non sono soltanto incubi usciti dalli nostri più oscuri sogni...", gli sussurro porgendogli la mano per aiutarlo a rialzarsi e accomodarsi su di un comodo giaciglio.

Quindi mi ergo in tutta la mia altezza di fronte a lui e sfodero la lama, Ex-Lvce.
"Non dovete temere Governatore, se qualcosa si può fare contro questa oscura minaccia, beh, l'imperatore ha fatto la scelta più saggia inviandoci qui a Cartagine.
Dovete sapere che questa lama è la fantastica Ex-Lvce ed è in grado di sconfiggere quegli esseri.
Grazie a lei riporteremo la pace in queste terre... E che gli dei siano con noi."

Così dicendo passo la lama davanti agli occhi increduli del Governatore con fare ipnotico prima di riporla nel fodero.
Dopo di che mi volto verso gli altri presenti cercando di immaginare i loro pensieri...
25/09/2002 17:55
 
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Marco Bellero
Il pretoriano osserva con attenzione cio' che avviene intorno, non e' ancora del tutto convinto dell'esistenza di questi esseri malvagi, ma se veramente esistono.. la sua missione viene prima di tutto.. solleva uno sguardo pensieroso posandolo sulla lucente lama di Falco.. la osserva e nel suo inconscio la brama.. sembra essere qualcosa di magnifico davanti ai suoi occhi.. in quegli ultimi momenti la sua posizione non e' impeccabile come al solito se ne rende conto e subito si riporta su una posizione di attenti << Io Marco Bellero, Pretoriano D'Augusto, sono stato mandato personalmente dall'imperatore per fare luce su questi eventi, sono pronto e preparato ad annientare ogni atto di malvagita... >>
25/09/2002 23:47
 
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Giusto
Giusto s'avvicina al centurione Falco, e come stregato dalla lama ch'elgi brandisce, tende una mano, inconsciamente.

Lo sguardo del centurione lo riporta alla realtà e subito ritira la mano, ma non smette di esser emeravilgiato per l apresenza di una siffatta lama, il cui nome non è sicuro di aver già sentito ma...

Con un filo di voce raduna tutti gli astanti lasciano al suo posto il governatore, in disparte e dormai perso nei terribili ricordi....cercando di non fargli sentire:
"Mio Centurione, vogliate prestarmi un attimo attenzione assieme al vostro soldato, ed anche voi Pretoriano, ascoltate: il male che incombe è subdolo e potente più di quantpo siate disposti ad immaginare, io non ho idea di cosa si possa celare di tanto spaventoso da eliminare una intera centuria in poco, pochissimo tempo, e tanto infido da lasciare in vita un uomo affinchè ciò potesse essere raccontato. Per questo ritengo più prudente continuare la conversazione in privato tra di noi..."

...una breve pausa e poi con voce più alta:
"Bene Governatore, il vostro umile servitore si congeda, e vi promette tutto il sostegno e la comprensione che gli è possibile, onore a Roma e all'Impero!"

poi rivolto agli altri ospiti:
"Centurione, Pretoriano, vogliate essere miei graditissimi ospiti questa sera nei miei alloggi di Cartagine, per cenare e discorrere sul da farsi, sarò lieto di offrirvi quanto di meglio ho a disposizione in queste terre tormentate, fintanto che mi è concesso.."

Con un lieve inchino aggiunge: "Il mio servitore Tousil rimarrà qui fuori ad attendere le vostre risposte , ed a condurvi presso la mia residenza qualora accettiate l'invito"

Giusto saluta ancora una volta e si congeda, uscendo dalla stanza...
26/09/2002 08:30
 
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FALCO

Saluto con un cenno del capo Giusto mentre si allontana dalla stanza.

Quindi mi volto verso Aracus e mi avvicino, appoggiandogli una mano sulla spalla.
"Mio fedele amico, credo ci si possa fidare di quell'uomo. Stasera saremo suoi ospiti, raduna alcuni uomini di cui ti fidi affinchè ci accompagnino fino alla sua dimora..."

Mi rivolgo poi al Pretoriano.
"Pretoriano Marco, la sua presenza sarebbe gradita. Se volesse seguirci..."

Così dicendo mi avvio verso l'uscita con Aracus. Qui mi fermo, voltandomi verso il Governatore, e dopo aver effettuato un impeccabile saluto esco dalla stanza chiudendomi la porta alle spalle.

Uscendo mi avvicino ad una guardia.
"Il Governatore ha bisogno di essere riaccompagnato ai suoi alloggi. Chiama qualcuno affinchè provveda ai suoi bisogni..."
Guardo l'uomo allontanarsi silenziosamente e riprendo a camminare verso l'uscita.

Scorgo Tousil, il servitore di Giusto. Mi fermo un attimo ad osservarne i lineamenti, quindi mi avvicino.
"Riferisci al tuo padrone che questa sera avremo il grande onore di essere suoi ospiti".
Lo congedo con un cenno del capo e riprendo il cammino.

Lungo il tragitto mi guardo attorno, ammirando l'architettura dei locali e le decorazioni sul soffitto.
Una cosa mi inquieta. Prima, quando ho mostrato Ex-Lvce, ho scorto negli occhi degli altri una strana bramosia, una sorta di oscura luce brillare. Sarà stata soltanto la mia immaginazione o forse la stanchezza, penso tra me e me, ma non riesco a togliermi dalla testa questa inquietante sensazione.
I miei occhi cadono sull'elsa di Ex-Lvce che, sempre al mio fianco, mi da una sensazione di sicurezza.

Così, immerso nei miei pensieri, mi avvio verso i miei alloggiamenti... Ho alcune cose su cui riflettere e ho bisogno di un po' di riposo dopo il viaggio.

[Modificato da lark 26/09/2002 09:37]

26/09/2002 18:38
 
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Marco e' l'ultima persona ad uscire dalla stanza, saluta con ogni dovere il governatore ed esce..
fuori dalla stanza il servo di Giusto attente una risposta... gli si avvicina e con voce calma << Saro' ospite del vostro padrone questa sera, volgiate avvisarlo per me >> chiude la discussione dopo che il servo accenna ad un si con la testa.. passa pero' il pomerigio, lavandosi e riposandosi, lucida la spada e l'armatura... aspettando l'orario giusto per presentarsi all'appuntamento
27/09/2002 08:03
 
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Giusto
Preoccupato, Giusto si dirige verso i suoi alloggi, intento a cercare tra le poche cose portate a Cartagine, degli indizi o informazioni utili, un qualsiasi stramaldettissimo cenno a cosa può esserci in gioco in qusta strana storia.

Un pasto frugale e poi, dopo un po' di tempo su alcuni suoi libri, e forse Giusto comincia a capire.....
[nota per il custode, tu sai di cosa sto parlando]

...capire che è la questione è molto delicata, e molto pericolosa.

<[devo assolutamente coinvolgere anche il nobile Massimo in questa faccenda, le sue capacità e la sua conoscenza ci sarebbero d'aiuto...allora...non è un caso ch'io l'abbia visto a Cartagine! ...anche lui forse ha saputo ed è venuto qui di sua sponte...devo sbrigarmi]>

Giusto si rivolge alla sua guardia del corpo, dicendogli:
"Presto, manda qualcuno dal nobile Gaio Valerio Massimo, mio amico di vecchia data, riferendo il seguente messaggio in mia vece: Questa sera avrò ospiti a cena un pretoriano dell'imperatore, tale Marco Bellero ed il centurione Falco, a capo della centuria appena sbarcata; le questioni che tratteremo saranno di grande interesse anche per te, o almeno questo è il mio pensiero, ti aspetto volentieri per cena, ma sarei lieto se ti presentassi più presto, possibilmente nel tardo posar del sole, in modo c'io possa introdurti un poco nella questione.

Detto questo Giusto congeda il servitore e ferma il suo guardo sul libro.....ed i pensieri si fanno confusi e sempre più scuri....
27/09/2002 19:44
 
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Aracus
Rispondo con un cenno alla richiesta di Falco, ma è più un riflesso condizionato che un atto volontario; vedere il Governatore in quelle condizioni è stato tremendo, sembrava un bambino di tre anni appena svegliatosi da un incubo...
Con ancora questi pensieri in testa, esco con Falco dalla stanza e prima di recarmi ai miei alloggi, vado ad avvisare dell'uscita serale 4 uomini, così come mi è stato ordinato.
Espletato il mio compito vado in stanza e per rilassarmi un poco decido di fare un bagno. Entrato nella vasca, tra il tepore dell'acqua e la stanchezza per il lungo viaggio, mi assopisco. Al risveglio ho un confuso ricordo di quello che ho sognato, ma pian piano il ricordo si fa sempre più chiaro: nel sogno sono ancora piccolo, non so cosa stessi facendo, penso giocando, fatto sta che cado rovinosamente atterra; incomincio a strillare e subito accore mio fratello, che come sempre mi consola... Il sogno svanisce qui, ma la faccia di mio fratello non scompare dalla mia testa: "Ator, dove sei??" bisbiglio quasi impercettibilmente. Erano anni che non sognavo più mio fratello, sebbene il suo ricordo sia sempre vivo nel mio cuore, la vita militare mi ha aiutato a distrarmi e a concentrarmi sui miei compiti. Ancora stupito da questa recrudescenza del passato, esco dalla vasca e dopo essermi asciugato e vestito vado alla finestra: il sole è già molto basso, devo avere dormito parecchio! Prendo la cintura e metto la spada nel fodero, "con quel che succede in giro è meglio andare sul sicuro" penso, e poi esco dalla stanza. Mi dirigo alle camerate dei soldati e fuori dalla porta sono già pronti gli uomini prescelti, a questo punto vado alla camera di Falco e busso...

[Modificato da Badrel 29/09/2002 15:02]

28/09/2002 10:45
 
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Falco e Aracus

Aracus bussa alla stanza di Falco e dopo alcuni istanti, come impone l'ordine militare, entri nella stessa.
Falco si sta preparando per la serata, quando gli occhi di Aracus cadono, senza nemmeno volerlo su un oggetto: la EX-LVCE.
La spada é appoggiata sul letto e la sua lama é leggermente al di fuori del fodero, tanto che Aracus riesce a specchiarsi nella stessa, perfettamente lucida.
Ma é ben altro che attrae l'attenzione di Aracus: é un piccolo bagliore che appare sulla lama e, lentamente si fa via via più forte, tanto che, nel buio della sera, illumina la stanza di più della candela appoggiata sul tavolo.
Falco, appena ha finito di mettersi l'armatura, vede Aracus che guarda la EX-LVCE e tutti e due capiscono, in un attimo, che cosa vuol dire...

PERICOLO
come quel giorno nel senato.
Aracus e Falco si guardano attorno, e in un angolo, vedono distintamente il riflesso di una lama...

Marco Bellero

Marco ha deciso, visto che i loro alloggi sono di strada, di passare per le stanze di Falco e Aracus, per andare assieme all'appuntamento, quando il medaglione che ha al collo comincia a vibrare.
Marco é a pochi metri dalle stanze del centurio Falco, quando sente distintamente il rumore di una spada che si infrange su un'altra...

Giusto e Gaio Valerio Massimo

Gaio Valerio Massimo, in perfetto orario, giunge alla casa di Giusto a Cartagine, non molto distante dal mare.
La luna é alta dal cielo, e una fresca brezza proviene, stranamente dal mare davanti alla città: le stelle, come sempre alte e impassibili danno una sensazione di freddo intenso nelle ossa, non più così giovani di Gaio.
I servitori di Giusto, che stanno ancora preparando la tavola per la cena, accolgono Gaio nella stanza, e pochi istanti dopo, arriva anche Giusto che lo accoglie con un sorriso:
"Benvenuto nella mia casa..."

28/09/2002 13:54
 
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Caio
Alzo lievemente la mano in segno di saluto, con quella mollezza delle persone agiate, ma con la prontezza di chi ha assaggiato la sferza dei superiori.

"Salute a te nobile Giusto.."

[Modificato da Gornova 28/09/2002 15:21]

28/09/2002 20:16
 
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Marco Bellero
Il Rumore di spade che s'infrangono l'una contro l'altra e' qualcosa che Marco nella sua carriera ha udito infinite volte... il medaglione vibra, non vuole guardarlo, ha paura di guardare quell'oggetto e di perdersi nelle sue spire.. non ha lo scudo con se pultroppo non si aspettava una battaglia, e questo e' disdicevole per un soldato.. ma il pugnale nella fodera sinistra e la spada a destra sembrano essere risorse sufficenti, e la sua armatura e' luccicante anche al flebile bagliore della luna.. ben presto la sua spada e' ben salda in mano e lui si precipita verso la casa, ha bene in mente le parole di quell'uomo..
29/09/2002 11:28
 
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Giusto
"Saluti Massimo, vecchio amico.
Devi perdonare la mia fretta nel farti recapitare il messaggio, e la mia scortesia, ma l'argomento è da trattare con delicatezza ed il tempo può essere tiranno a volte...volevo informarti prima dell'arivo degl iillustri ospiti"

nel dire ciò, Giusto accoglie Gaio Valerio Massimo col massimo rispetto, lo fa accomodare nella sala su di un lettino e glli fa portare qualcosa da bere.

Poi, non appena Gaio è accomodato, Giusto fa sparire i servitori dalla stanza, intimando di lasciarli soli fincheè non avesse chiamato. Volge lo sguarod veros Caio e gli si siede innanzi, con voce sommessa gli parla:
"Devi sapere che sono a Cartagine non per condurre degli affari come probabilmente ti è noto, ma perchè volevo sapere qcosa di più dettagliato sugli strani fatti che si vocifera essere accaduti in queste terre, per sentir proferire parola da una persona in essi coinvolta, il governatore!
Il centurione Falco e la sua centuria sono sbarcati oggi, e sono agli ordini diretti dell'imperaotre, che li ha incaricati di indagare sui succidati fatti, ed assieme a loro è arrivato un pretoriano di nome Marco Bellero..."

Giusto abbassa anncora di più la voce:
"I nemici con cui avremmo a che fare sono tanto forti da spazzare via una intera centuria , senza lasciarne traccia e tanto subdoli da lasciar ein vita una sola persona, affichè possa raccontare in giro ciò che ha vissuto...patendo delle pene al cui confronto la morte non può che essere un sollievo.
Al solo ricordare la reazione del governatore una profonda angoscia mi assale, Gaio sei fortunato a non averlo visto con i tuoi occhi amico mio!"

Una pausa carica di tensione, e poi Giusto riprende:
"Sai, ho ragione di credere che un grande male si stia per manifestare, e ...Giove mi perdoni... sotto forma di una entità forse sconosciuta anche agli dei stessi!
Ho paura che toccherà a noi impedire che ciò accada e per questo motivo ho bisogno di persone fidate. Non appena ti ho visto a Cartagine ho subito pensato a te, la tua esperienza può essere di grande aiuto, nonchè la tua fermezza, spero che vorrai aiutarmi, in fondo al cuore spero vivamente che tu sia disposto a darmi una mano".

Diceno questo Giusto finisce finalmente di parlare, e trae un profondo sospiro...per qualche secondo fissa il volto un po' sorpreso di Gaio, spernaod ch'elgi si dimostri il grand euomo che ha sempre saputo essere.


29/09/2002 14:05
 
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Aracus
Istintivamente sfodero la spada e mi metto in guardia, cercando di vedere chi si cela nell'ombra ben preparato ad imbattermi in un'altra orribile creatura!

[Modificato da Badrel 29/09/2002 15:05]

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