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Addio Arjuna, addio Poeta fantastico e creativo... che la terra ti sia lieve.
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[1] Scenario: La colonia

Ultimo Aggiornamento: 18/05/2003 11:44
17/10/2002 22:03
 
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Bene! Senza batter ciglio seguo i miei compagni e Falco. Finalmente delle spiegazioni! Non ho capito molto fino ad ora.
19/10/2002 12:42
 
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Prima di seguire gli altri, do disposizioni per la sorverglianza come indicatomi da Falco, fatto ciò raggiungo il gruppo nella stanza.
20/10/2002 13:06
 
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Giusto
Vedendo tutti finalmente riuniti nella stessa stanza, Giusto prende la parola:

"Sono sollevato di rivedervi in forma centurione, Giove solo può sapere quali sofferenze abbiate passato e per questo vi chiedo di raccontarci quanto meglio vi è possible ciò che vi è accaduto mentre combattevate...sebbene comprendo che ciò possa comportare rivangare in ricordi così recenti e terribili, ma vi prego di capire che sarebbe utile per noi tutti coinvolti in questa faccenda capire cosa ci si può aspettare dal comune nemico..."

20/10/2002 16:05
 
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Impassibile sposto lo sguardo verso Giusto e faccio un lento cenno di assenso con la testa.
21/10/2002 08:27
 
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FALCO

Rivangare quegli eventi spiacevoli... Sì, purtroppo è necessario, per il bene comune.
Quegli occhi mi perseguitano, sondando continuamente la mia mente.

"Ebbene Giusto, quanto dici è vero. Occorre che vi dia delle spiegazioni su quanto mi è successo...", dico fissando l'uomo negli occhi.

"Invero, quanto vi dirò potrà sembrare strano. Potrete pensare che io sia pazzo, stia delirando, ma non è così. Quanto sto per dirvi è la pura realtà, nulla di più nè di meno..."

I miei occhi vagano lentamente per la stanza, scrutando gli angoli bui come alla ricerca di qualcosa, di un pericolo.
Non notando nulla di particolare, proseguo con nuova tranquillità.
"Ebbene, inizierò da quando ho calato la mia lama sullo straniero. Probabilmente a causa della poca dimestichezza con il peso dell'arma il mio colpo è andato a vuoto.
Dopo di che ho sentito su di me quello sguardo, uno sguardo pesante quanto un macigno.
Ho tentato di liberarmi da quella morsa, da quegli occhi crudeli, ma è stato tutto inutile. Ormai ero come una mosca intrappolata nella tela tessuta abilmente dal ragno..."

I ricordi mi provocano un brivido lungo la schiena, ma è soltanto un attimo.
"Come stavo dicendo, quegli occhi hanno intrappolato il mio sguardo, mi hanno stregato.
Dopo ho soltanto ricordi vaghi, confusi...
E' stato come essere catapultato nel suo sguardo di un blu intenso, profondo come il mare.
Mi sono ritrovato annaspante in quel blu, in quel mare. E per quanto io facessi tutto sembrava inutile perchè vi sprofondavo sempre di più, sempre più in fondo..."

Le immagini vorticano rapidamente nella mia mente, mi stordiscono, mi sento soffocare...
La vista è appannata, i sensi offuscati, come se stessi vivendo un sogno. Tutto è ovattato, sbiadito e stranamente grigio.
Tiro un lungo, profondo respiro, per schiarirmi le idee.
Tutto torna alla consueta normalità. Aracus al mio fianco mi rivolge uno sguardo preoccupato.
Con un cenno del capo gli indico che sto bene, che sono intenzionato a proseguire.
Non credevo che la cosa mi avrebbe provato tanto, ma ormai sono in ballo e non posso tirarmi indietro...

"Scusate, ho avuto un attimo di capogiro, ma ora è tutto a posto. Sarà colpa della stanchezza.
Dove eravamo rimasti? Ah, sì, ora ricordo..."

Rivolgo un'occhiata ai presenti, cercando di capire quali siano le loro idee, cosa stiano pensando sulle mie farneticazioni...
Dopo di che continuo il mio racconto.
"Sprofondavo sempre di più, sempre più in fondo. Mi mancava l'aria, soffocavo. L'acqua mi riempiva i polmoni, cercando beffardamente di spegnere la fiamma che mi arde nel petto, cercando di strapparmi la vita...
D'un tratto ha avuto una visione. Non so se sia vera o sia soltanto frutto della mia immaginazione, ma davanti agli occhi è scorsa la mia vita, a volte lentamente, a volte rapida quanto un serpente. Un turbinio di voci, luoghi, persone, colori... Mi sentivo stordito, privo di forze e ormai stavo per cedere a quella lotta impari...
Ad un tratto in quella massa di forme due ne sono emerse. I miei genitori..."

Raccolgo le forze, tentando di aggrapparmi a quella visione. Un rivolo di sudore mi riga la fronte, ma non ci faccio caso, concentrato nello sforzo di ricordare quanto la mia mente vuole dimenticare...

"Mia madre... Mia madre mi tendeva la mano. Ho cercato di raggiungerla, ce la stavo facendo... Mancava pochissimo, riuscivo a sfiorarla", dico tendendo la mano come per rievocarne la sensazione.

"Quando ormai ero prossimo a farcela mio padre ci ha scostati. L'ho guardato colmo di stupore, come un cucciolo inerme guarda il genitore...
Il suo volto, i suoi occhi... Tutto in lui mostrava disprezzo e amarezza. Una profonda vergogna animava il suo petto, la vergogna verso suo figlio, incapace di reagire, incapace di cavarsela da solo.
Io, centurione della Grande Roma, ridotto in quel misero stato da due occhi, da due singoli occhi..."

"Mio padre mi osservava dall'alto, allontanandosi sempre di più verso la superficie.
Io, invece, sprofondavo sempre più in basso. Un'amara tristezza mi stringeva il cuore, soffocandomi sempre di più.
D'un tratto la consapevolezza di essere un perdente mi vinse..."

Così dicendo un nodo mi stringe la gola, impedendomi di continuare.
Mi schiarisco la voce e, sempre come perso nei miei tristi ricordi, proseguo.
"Ma poi il mio onore di uomo, di Romano, ha avuto il sopravvento.
Io, Falco, non potevo perire così, in un modo tanto vile... Sarebbe stato un disonore troppo grande, una macchia a tutta la famiglia...
Così, rinnovato da un nuovo spirito combattivo, ho tentato di risalire verso la superficie, verso quella luce che filtrava tra le profondità di quell'abisso senza fondo."

"Non so bene come, ma so che d'un tratto mi sono ritrovato boccheggiante nella mia stanza, steso al suolo.
Potevo soltanto vedere Aracus e il Pretoriano Marco attaccare quell'uomo, che ora stringeva Ex-Lvce nel pugno.
Ho ricordi vaghi e confusi, come ho già detto prima...
Ricordo soltanto un grido, straziante... Poi alcune sagome strette attorno a me... Ho chiuso gli occhi e quanto segue dovrete raccontarmelo voi perchè credo di essere caduto tra le dolci braccia di Morfeo per parecchio tempo..."

Concludo la frase e appoggio la testa tra le mani, cercando di ricacciare indietro quei tristi ricordi...

[Modificato da lark 21/10/2002 09:32]

21/10/2002 17:53
 
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Il pretoriano con il suo aspetto marziale, gli occhi fissi su Falco, la mente vaga, ascolta solo brevi pezzi del racconto di Falco, il vaneggio di un pazzo... ma e' inutile essere scortesi, e con buona forza di volonta rimane immobbile, dando a credere che fosse interessato alla storia.. il suo sguardo si sposta di tanto in tanto sulla Ex-Luce incustodita e posata sul letto del centurio...
22/10/2002 19:51
 
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Ascolto attentamente le parole di Falco senza aver alcun dubbio sulla verità di queste, conosco Falco e sto incominciando a conoscere quello con cui abbiamo a che fare quindi nulla di quello che racconta mi sconcerta; però una domanda incomincia a rimbombarmi in testa: come si può riuscire a piegare in tal guisa la volontà di un uomo? Quanto era potente quell'uomo che con un sol sguardo ha sconfitto uno dei migliori centurioni di tutta Roma?
22/10/2002 23:11
 
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Resto silenzioso per un attimo pensando che probabilmente l'uomo aveva bevuto troppo o aveva ingerito qualche tipo di veleno o droga allucinogena....infine si fa largo il pensiero che sia semplicemente pazzo. Tuttavia per scrupolo mi rivolgo a Giusto e gli sussurro ad un orecchio: "Amico mio, non può essere che costui sia stato ubriaco, lo avremmo visto e chi lo ha accudito se ne sarebbe accorto, tuttavia mi pare ci siano tutti i sintomi di un'allucinazione....tu che mi sai dire di più su costui?"

Poi ad alta voce: "Centurione, ditemi, vi ricordate per caso se oltre a guardarvi l'uomo è stao anche in grado di toccarvi? intendo dire, ci sono dei veleni che possono essere somministrati anche usando un semplice spillo, un morso di qualche animale.....può darsi che siate stato vittima di un tale strataggemma e quindi aver sognato tutto durante la lotta con il veleno. La mia, tuttavia, è solo un'ipotesi."
23/10/2002 16:48
 
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Giusto non proferisce parola, Caio è esperto ed è stato temprato dal tempo e dalle avventure, ma non ha mai avuto a che fare con qcosa di simile prima d'ora...

...e solo i legionari e hanno avuto un qualche contatto con le aberranti e deformi piaghe del male, che sebbene solo approssimativo, si è rivelato invero estremamente pericoloso.

In cuor suo Giusto è convinto che Gaio sia troppo razionale, ma d'altro canto, la sua è l'ipotesi più plausibile...o almeno Giusto si vorrebbe convincere che questa fosse realmente la verità, ma non ci riesce....

[Modificato da pkrcel 23/10/2002 17:54]

23/10/2002 17:37
 
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Le parole di Caio sono come uno pugno nello stomaco.
La mia parola, la parola di un Centurione romano, messa in discussione accusandomi di essere un pazzo o sotto l'influsso di chissà quali droghe?!?

Mi alzo di scatto dalla poltrona su chi sono seduto, ergendomi in tutta la mia altezza.
Una impeto di rabbia mi sale dentro e a malapena riesco a controllarlo...

"Osi dunque mettere in dubbio la mia parola? Credi veramente ch'io sia pazzo o un comune ubriacone?"

Noto con la coda dell'occhio Aracus che sta per scattare in piedi, ma lo tranquillizzo con un gesto della mano.
"No, Aracus, tranquillo... E voi tutti scusatemi. Ho perso per un attimo la pazienza...", dico mentre mi risiedo.

Dopo di che fisso dritto negli occhi Caio.
"Caio, dunque tu mi credi di tale indole? Credi forse che io occupi questa posizione per un puro caso?"

"..."

"Quanto ho raccontato è soltanto la verità. Potrei giurare sugli Dei stessi che ero e sono completamente conscio delle mie azioni.
Non ho la benchè minima idea di quale potente ed arcano sortilegio mi ha stregato, o di quanto possano essere grandi i poteri di quell'uomo.
Ma ha piegato la mia volontà come fosse un fuscello... Ti auguro con tutto il cuore di non provare mai quanto ho provato io."

"Or dunque, se in questa stanza c'è qualcun'altro che pensa ch'io sia un folle lo invito cortesemente ad esprimere i suoi pensieri.
Abbiamo parecchie cose di cui discutere e sarebbe bene che mettessimo le cose in chiaro fin da subito.
Ciò con cui abbiamo a che fare non sono esseri mortali, uomini come noi. E' qualcosa di molto più antico e misterioso la minaccia che incombe su di noi, su questa terra...
Quindi, signori, se vogliamo farci trovare pronti ad affrontarla occorre che non ci siano dubbi o disaccordi tra di noi. Il nemico potrebbe usarle per colpire i nostri punti deboli, allontanandoci gli uni dagli altri e a quel punto, divisi, ci schiaccierà...", dico sottolineando la mia ultima frase battendo il pugno sul palmo dell'altra mano.

Guardo Giusto cercando un tacito consenso, poi continuo.
"Pretoriano Marco, avrei una domanda da porti.
Tempo fa ho notato che porti appeso al collo uno strano medaglione. Mi scuso, non l'ho fatto per indiscrezione o curiosità, ma mi è bastato intravederlo affinchè i miei occhi ne fossero rapiti... Perchè non ce lo mostri?"

"Non preoccuparti, non siamo ladri, ti puoi fidare..."
23/10/2002 19:51
 
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il Pretoriano viene colpito dalla domanda del centurio, per un attimo solleva la mano, quasi per toccarsi il collo e proteggere il medaglione, ma si placa subito abbassandola << Non ne vedo il motivo Centurio Falco, e' solo un vecchio ricordo della mia vita a me molto caro, nulla di piu' >> per la prima volta svia il suo sguardo dagli occhi del suo interlocutore, puntandoli su di un punto non meglio definito della stanza...
24/10/2002 07:57
 
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Giusto
Giusto nota che l'atmosfera si è un po' tesa in questi ultimi minuti, e ciò risveglia la sua mente dal torpore provocato dai mille e più dubbi che offuscano i suoi pensieri...

giuto interviene, distraendo così l'attenzione dal medaglione del pretoriano:
"Io vi credo naturalmente Centurione, e poi l'ipotesi del mio amico Gaio è fondata su di una profonda razionalità, mai vi mancherebbe di rispetto, vi prego di placare il vostro animo."
Poi rivolto al resto dei presenti
Comprendo la diffidenza verso le parole di Falco signori, ma egli è indubbiamente nel giusto quano ritiene che la reciproca sfiducia sarebbe la nostra rovina, dobbiamo cercare di ricordare che ciò che vi ha aggredito qui a Cartagine e precedentemente in Roma, è subdolo e malevolo oltre ogni umano pensiero."

...

"pensate anche a dove il male ha colpito finora, qui a Cartagine in un castra romano, un posto pieno di soldati dei migliori al mondo ed a Roma, ninentemeno che nel palazzo del senato!
Io sono sicuro che un uomo normale, per così dire, non sarebbe in grado di introdursi così, senza lasciare alcuna traccia in tali luoghi, e poi sparire, nel nulla, beffando più persone ogni volta.
Se Falco fosse stato drogato penso che il venerabile Detamargus ne avrebbe torvato traccia, non credete Gaio?
Se l'aggressore si fosse introdotto furtivamente, potrebbe anche non aver lasciato tracce ed essere stato attento a non farsi vedere, ma quando è fuggito? come avrebbe potuto fare per non farsi vedere dalla mezza centuria che accorreva qui?"

"Troppi sono i dubbi e le domande, cerchiamo di riordinare le idee e ditemi, o legionari, descriteve quet'uomo che vi ha aggredito e ditemi che se vi ha detto qualcosa, qualsiasi cosa, magari ci permetterà di capire di più..."



24/10/2002 11:44
 
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Resto impassibile. Gli scatti d'ira non hanno nessun effetto su di me. Con molta calma dico: "Centurione mi hai forse sentito dire che sei pazzo? Credo che il tuo cervello e il tuo animo siano ancora annebbiati dalle recenti vicende, visto che nessuno qui mi pare lo abbia detto. Tuttavia mi sento di dover dire che solo degli sciocchi non terrebbero in considerazione tutte le ipotesi.
Comunque mi dite che qualcuno è riuscito ad introdursi al Senato? Qualcuno è riuscito ad introdursi in questo castra? Io vi rispondo che prima di pensare a soluzioni fantasiose bisogna ponderare eventualità assai più "normali". nella mia vita ne ho viste troppe per poter dire che TUTTI i pretoriani e i soldati di Roma sono fedeli completamente e no possano cadere preda della corruzione del danaro o vittime di ricatti. Ne ho viste abbastana di queste cose da poter dire che la corruzione, ahimè, è una malapianta la cui radice è molto profonda nell'animo dell'umanità."




nota per lark: (guarda che era un mio pensiero il fato che sei pazzo)
28/10/2002 09:54
 
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Fisso Caio con uno sguardo duro.
"..."
Ciò che dice Caio è giusto, ma sono certo che dietro le sue parole si nascondesse molto più di quando ha detto.
"Scusate, sarà colpa degli ultimi eventi...
Comunque quanto dici è possibile. Quanto ai miei soldati posso garantire per loro, nessuno mi avrebbe mai tradito di sua spontanea volontà. Di questo ne sono certo..."

Lancio un'occhiata ad Aracus per vedere la sua reazione.
"Non è così Aracus?"

Quindi mi volto nuovamente verso Caio.
"Mio buon Caio, tu neghi, e quindi rifiuti, l'idea che possano esistere poteri che vanno ben oltre la normale concezione e razionalità...
Ebbene, posso assicurarti che quanto mi è successo non ha una spiegazione logica, razionale.
No, quell'uomo non mi ha nemmeno sfiorato. Quegli occhi... Quegli occhi hanno piegato la mia volontà. Era come fossero dentro di me, mi scrutassero... E poi sono stato vinto, sopraffatto sono sprofondato in quegli occhi profondi quanto un abisso..."

"Fidati, non sono un pazzo, tantomeno un alcolizzato o un drogato.
Quegli occhi mi perseguitano costantemente e ti posso assicurare che non sono soltanto frutto della mia immaginazione.
So quanto dico e so quello che faccio. Ti chiedo di mettere da parte la razionalità, per una volta, e provare a pensare che possa veramente esistere qualcosa che va oltre la comprensione umana.
Se davvero fosse così come reagiresti? Quale colpo sarebbe alle tue concezioni, al tuo modo di vedere il mondo?
Non è che forse non ti senti pronto ad accettare tutto ciò?
Caio, le circostanze ci hanno portati a collaborare. Ti chiedo quindi di credere a quanto ho detto per il bene di tutti..."
28/10/2002 21:57
 
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Alla richiesta di conferma di Falco rispondo con un cenno deciso del capo, andando poi a fissare Caio.
29/10/2002 00:21
 
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Giusto
Giusto fissa i due interlocutori con avido interesse, Caio spinto dalla razionalità non accetta il pensiero che accomuna ma ed il centurione, e forse più di tutti il soldato al suo fianco è conscio di ciò che abbiamo di fronte....

Giusto guarda poi il pretoriano che, punto sul vivo poco fa, è sembrato per la prima volta un po' insicuro....

<[No, così non va. Dobbiamo arrivare ad agire e pensare con più armonia tra di noi...]>

Giusto prende la parola: "Avete entrambi ragione sotto molti aspetti, ciò che ne dobbiamo trarre come morale è che non dobbiamo necessariamente far convergere i nostri pti di vista verso un comune soggetto...ma d'altro canto dobbiamo essere pronti a cooperare.
Dal canto mio, posso garantire apertamente per Caio, mio fidato amico di vecchia data, e non intendo mettere in dubbio l'integrità dei soldati fedeli a Roma qui presenti, quindi propongo di dirigenre i nostri sforzi verso l'obiettivo comune di capire cosa è successo e di portare a termine l'idagine affidatavi dall'imperatore sulla fiducia accordata al governatore di Cartagine.
Direi che le emozioni per questa notte sono state fin troppe, e che è il momento di concederci il meritato riposo, affinche voi tutti possiate rimettervi in forze."

Detto questo Giusto aspetta le reazioni degli altri....

29/10/2002 00:27
 
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Resto sempre impassibile con volto di ghiaccio. Tuttavia appena il centurione ha finito rispondo con tono gentile: "Tuttavia, centurione, qui non si discetta sulle mie credenze in merito a forze sovrennaturali, di cui per altro non ho mai negato l'esistenza, ma se ciò che vi è accaduto sia o non sia causato da tali forze. O meglio, il problema è vagliare prima le ipotesi più logiche e razionali. Aggiungo che per quanto riguarda tali fenomeni, bisogna andar cauti, poichè spesso ci si vuol far credere che "fenomeni" ed eventi naturali abbiano una causa magica, in realtà fittizia."
29/10/2002 21:46
 
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Il pretoriano riesce a prendere un po' della fiducia persa poco prima... si limita ad ascoltare le conversazioni degli altri... il suo forte non e' certo la parola.. ma la spada... a quel pensiero i suoi occhi si spostano nuovamente sulla Ex-Luce... per un fugace istante prima di rimetterli su Caio che ha attualmente parola
04/11/2002 12:24
 
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Le parole di Caio sembrano giuste, ma la mia mente si rifiuta di credere che quanto è successo abbia una spiegazione razionale.
No, nulla può aver causato una simile allucinazione.
Quegli occhi, profondi e spietati, non sono soltanto una mia fantasia... Sono reali e il loro potere va ben oltre la nostra immaginazione...

Mi desto dai miei pensieri e prendo la parola.
"Caio, tu dici quindi che occorre vagliare prima le ipotesi più 'razionali'. Personalmente ci ho già pensato, ma non sono riuscito a trovare una spiegazione logica a quanto è successo.
Tu cosa ne pensi? Cosa può aver piegato in tal modo la volontà di un uomo, di un soldato?
No, Caio, quanto dici è improbabile. Nulla mi ha toccato, non ho subito ferita alcuna...
Non vedo alcuna spiegazione razionale in quanto mi è accaduto.
Inoltre come spieghi l'improvvisa sparizione dell'uomo e le sue parole?
E' da escludere la possibilità che abbia utilizzato strane sostanze per confondere la mente dei presenti in modo da poter fuggire... Il Pretoriano è stato colpito dalla lama di Ex-Lvce che pochi attimi prima impugnavo io.
Non è possibile che lo straniero vi abbia applicato strane sostanze in quanto lo avremmo sicuramente notato.
Caio, mi duole ammetterlo e la cosa mi preoccupa, ma non ci troviamo dinnanzi ad un uomo normale. Temo che i poteri che questi nasconde vadano ben oltre l'umana razionalità..."

Lancio un'occhiata dura al Pretoriano, notando le continue occhiate rivolte ad Ex-Lvce.
L'unico uomo a cui spetterebbe la lama di diritto è Aracus.
L'unico a cui desidererei che andasse nel caso mi accadesse qualcosa.
Sono sicuro che anch'egli in cuor suo la brama, ma la sua grande fedeltà gli impedisce tali pensieri.
Aracus già strinse la mano sull'elsa di Ex-Lvce contro la minaccia al Senato. Eppure la cedette a me, il suo Centurione, quale prova di rispetto e fedeltà.
Se dovesse malauguratamente accadermi qualcosa sono certo che saprà essere un ottimo comandante per i miei soldati...

Rivolgo una lunga occhiata ad Aracus, finora rimasto in silenzio.
"Aracus, cosa ne pensi tu di quanto è successo? Gradirei sentire la tua opinione in merito. Pensi dunque che quanto mi è accaduto possa essere causato da qualche strano veleno o droga? Credi forse che io stia impazzendo e che non sia più in grado di discernere la realtà dalla fantasia?
Parla dunque, amico mio..."
06/11/2002 00:49
 
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"Bene. Se dite di esserne sicuro, non insisto oltre. Allora l'unica cosa che possiamo fare è cercare di rintracciare l'uomo misterioso. Lui è la chiave di tutto. Si potrebbero chiedere informazioni in giro, magari qualcuno lo ha visto. O anche mandare un pò di soldati a fare ricerche. Comunque siete voi i militari qui. Io non sono di certo la persona più indicata per formulare un metodo di azione."

Detto questo rimango in attesa.
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