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United Cruelty of Benetton

Ultimo Aggiornamento: 16/05/2005 08:27
11/05/2005 15:24
 
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Che vergogna!!![SM=x76592]

guardate un pò cos'ho trovato:
www.animalisti.it/prg/client/template/mainpage.php?module=stampa&operation=browse_cstampa&ID=111&I...

il bello è che nel mio armadio ce ne sono parecchi di maglioni della benetton![SM=x76577]
Betta

msn: bettamta@hotmail.com

[URL]http://www.freeforumzone.it/viewChat.aspx?f=3295'>Chat AOL !
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Aiutaci anche tu con le foto delle tue piante!!! [URL]http://www.freeforumzone.it/viewmessaggi.aspx?f=3295&idd=23163'>cliccate qua !

[Modificato da abetta87 11/05/2005 15.45]

11/05/2005 16:00
 
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Hai ragione, è proprio una cosa incredibile che una animale venga scuoiato vivo solo per ridurre le percentuale di parassiti. Basta cercare in giro un'immagine di quella pratica (mulesing) per capire quanto sia cruenta!!! [SM=x76592] Nemmeno la macellazione rituale islamica di cui si parla nell'articolo mi piace granche, ma almeno li hanno la scusa (per me non valida) dei motivi religiosi.
11/05/2005 16:43
 
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Posso solo dire [SM=x76595] [SM=x76596]
11/05/2005 16:56
 
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La crudeltà dell'uomo non ha limiti!
Ogni giorno sono sempre più convinto che i veri parassiti siamo proprio noi.[SM=x76592]
11/05/2005 17:06
 
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Che schifo .................[SM=x76578]

Ale
11/05/2005 20:02
 
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non ho parole.
12/05/2005 08:57
 
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ma a parte benetton che fa notizia perchè è benetton, l'australia è il principale produttore di lana mondiale, quindi immagino che moltissimi produttori di maglie maglioni ecc. usino la lana australiana, come si fa a capire quale lana sia stata usata? perchè facendo un attimo mente locale non mi viene in mente nessun altro posto dove venga prodotta tanta lana da soddisfare l'industria dell'abbigliamento...in italia chi alleva pecore la lana spesso la butta via perchè i nostri piccoli allevamenti non riescono a reggere la concorrenza su quel versante
cosa si può fare?....io non ho problemi a boicottare benetton (non è il mio genere di abbigliamento) ma se le notizie che ho io sono corrette qualsiasi maglione abbiamo in casa potrebbe avere origini australiane
12/05/2005 14:10
 
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hai ragione vale...ma non credo che tutti facciano uso di lana australiana!
e cmq un'azienza così grossa non dovrebbe cadere così in basso...
così come x qualsiasi altra marca...mi rompe dar indirettamente soldi a chi fa queste crudeltà...i miei soldi non li avranno +, certo non sono io che li manderò in fallimento, ma è già qualcosa.[SM=x76570]
12/05/2005 14:47
 
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"L'Australia è il maggior produttore ed esportatore mondiale di lana, in particolare di lana merino, sebbene le entrate delle esportazioni di lana siano oggi inferiori all'8% del reddito totale da esportazioni, anche a causa della significativa diminuzione del prezzo mondiale del prodotto, verificatosi alla fine degli anni Ottanta. Nel 2003 vi erano in Australia circa 98,2 milioni di ovini, con una produzione di 545.000 tonnellate di lana e 41.000 tonnellate di carne di agnello e montone. Circa metà della lana australiana è prodotta negli stati del Nuovo Galles del Sud e dell'Australia Occidentale; lo stato di Victoria è il maggiore produttore di carne."

ragazzi mi viene da pensare che siano molto pochi i maglioni che ci sono in giro non prodotti con lana australiana....non credo che gliela compri tutta benetton e soprattutto non credo che sia il solo nome grosso a comprarla...cerchiamo di scoprire altre marche?

12/05/2005 14:57
 
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Re:

Scritto da: abetta87 12/05/2005 14.10
e cmq un'azienza così grossa non dovrebbe cadere così in basso...




sono molte le aziende grosse e famose che cadono anche più in basso di così pur di avere un buon margine di guadagno....vogliamo parlare di nestlè?, nike?, reebok? e altre multinazionali che producono in asia dove possono pagare i lavoratori un centesimo di quello che pagano gli europei?
oppure spostano in africa o in asia produzioni dannose per l'ambiente che qua avrebbero bisogno di strutture di un certo tipo e costi, invece là fanno quello che vogliono?
hai ragione betta è il consumatore che fa la differenza che deve far capire all'azienda che non gli piace quello che fa
oltre ai maglioni della benetton cerchiamo di ricordarci anche i gelati della nestlè? smettiamo di comprare scarpe nike o reebok?
aggiungete altre proposte, a me così sul momento sono venuti in mente questi boicottaggi di cui ero a conoscenza
12/05/2005 15:02
 
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web.peacelink.it/nestle.html

provate a leggervi questo
12/05/2005 15:15
 
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Raga, posto anch'io un sito dove si parla di Nestlè.
Come al solito, vi raccomando di non saltare subito alle conclusioni, anzi, vi invito ad approfondire l'argomento prima di emettere "sentenze".

www.attivissimo.net/antibufala/boicottaggio_nestle/boicottaggio_ne...
12/05/2005 15:25
 
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Ma la colpa è della società che persegue il suo fine economico o dei paesi che non si dotano di opportuna legislazione che contrasti queste pratiche?


12/05/2005 15:27
 
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Re:

Scritto da: valealice 12/05/2005 15.02
web.peacelink.it/nestle.html

provate a leggervi questo



Magari!!! E' impossibile da leggere è scritto minuscolo e con dei colori che fan male a gli occhi, chissà forse l'hanno fatto di proposito per impedire un'attenta lettura.

Sinceramente, io non credo a queste storie e preferisco prenderle con le "pinze". In ogni caso continuerò a comprare sia benetton che nestlè tanto se sono loro a sfruttare certe cose sarà qualcun altro.

Ciao
12/05/2005 15:36
 
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io arrivo a conclusioni per esperienza diretta
i produttori di latte in polvere sono quelli che facendo regalini ai pediatri (senza andare nel terzo mondo..parlo della lombardia) li invogliano a darti un campioncino di latte in polvere prima di dimetterti dall'ospedale....tu arrivi a casa e dopo un paio di giorni sei sfinita e tuo figlio ciuccia...ciuccia....ciuccia e magari sei in difficoltà, magari tuo figlio è magrolino, non ti è ancora arrivata la montata lattea e tua suocera comincia a mettere in testa a tuo marito che tu il latte non ce l'hai abbastanza e allora cominci a litigare e il campioncino omaggio di latte artificiale è lì che ti guarda.....alla fine per farli contenti lo usi...dopotutto te lo ha dato il pediatra e in men che non si dica ti ritrovi davvero senza latte e con 26 euro in meno nel portafogli tutte le settimane....sono 100 euro al mese per del latte di mucca liofilizzato con dentro un po' di vitamine....100 euro se prendete quello della plasmon che è il più economico...il nestlè costa di più e non è che ai paesi del terzo mondo fanno lo sconto, glielo fanno pagare uguale....la trovate una bella cosa?
le statistiche dicono che in italia una percentuale altissima delle donne che finiscono col non allattare in realtà il latte ce l'avevano, ma sono state spinte per le ragioni più varie già nei reparti ospedalieri a iniziare un allatamento misto (seno+artificiale), le ho viste io le puericultrici convincere le neomamme che il loro bambino doveva mangiare tot grammi di latte e quindi se dopo la poppata la pesata per differenza dava meno dovevano fare la "giunta" col latte artificiale....è quella piccola giunta che ogni giorno diventa sempre più grande perchè la stimolazione del seno diventa sempre minore....è un circolo vizioso da cui puericultrici e pediatri di molti ospedali non mettono in guardia....perchè? guardate la marca di latte che vi consigliano prima di essere dimessa e saprete chi quell'anno gli ha fatto i regalini più belli
12/05/2005 15:38
 
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Re:

Scritto da: Gavilan 12/05/2005 15.25
Ma la colpa è della società che persegue il suo fine economico o dei paesi che non si dotano di opportuna legislazione che contrasti queste pratiche?





dei primi....dei secondi (che sono finanziati dai primi) .... e di chi compra pur sapendo perchè...."tanto se non compro io comprano gli altri" e "tanto se non sono loro sarà qualcun'altro"
12/05/2005 15:47
 
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mi raccomando se le cose son così, vediamo di non far nulla per cambiarle (è giusto neppur provarci o lamentarsi..), meglio neanche diciamo che son sbagliate così la nostra pigra cosciiienza è tranquilla.



12/05/2005 15:53
 
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Re:

Scritto da: .dam12. 12/05/2005 15.47
mi raccomando se le cose son così, vediamo di non far nulla per cambiarle (è giusto neppur provarci o lamentarsi..), meglio neanche diciamo che son sbagliate così la nostra pigra cosciiienza è tranquilla.


questa volta ti quoto[SM=x76570]
è soltanto con la protesta(civile) che si raggiungono degli scopi,chi stà a guardare dalla finestra cosa succede, al massimo gli arriva in testa una cacca di piccione[SM=x76578]
12/05/2005 16:07
 
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mi è venuta in mente anche un'altra cosa...sapete che la plasmon fra gli omaggi che lascia nella mitica valigetta per puerpera che regalano all'uscita dall'ospedale mette solo buoni sconto e campioni di omgeneizzati...niente per il latte in polvere, in più c'è un libro con un sacco di consigli utili sull'allattamento al seno....io della nestlè non ho visto nulla di simile....io per la mia bambina di prodotti nestlè non ne prendo
come non mi compro le scarpe della nike e non bevo la sanpellegrino
12/05/2005 16:28
 
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questo sara un vantaggio per la sua alimentazione..
di certo e con maggior valore il resto è un guadagno per la sua formazione...[SM=x76571]
12/05/2005 16:30
 
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Re: Re:

Scritto da: princo 12/05/2005 15.53

questa volta ti quoto[SM=x76570]




troppo buono...[SM=x76550]
12/05/2005 21:01
 
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Sono d'accordo solo in parte con quello che dite. Sicuramente nella Nestlè ci saranno dei comportamenti eticamente non corretti, ma credo che la critica si possa estendere alla maggior parte delle multinazionali.
La consuetudine di regalare campioni prova è una pratica molto diffusa in tanti settori e dovrebbe essere accompagnata da una maggiore informazione, in questo caso da parte dei medici.
Inoltre il metodo di diffondere il latte in polvere ha di per se sia lati negativi che positivi, in molti casi rappresenta la soluzione migliore quando ci sia assenza di latte naturale (magari per denutrizione o per malattie trasmissibili con esso).
Credo debbano essere gli stati a tutelare i cittadini, ponendo regole che non espongano a cattiva informazione i soggetti più infuenzabili e quando purtroppo uno stato non vuole interessarsene dovrebbe essere la comunità internazionale ad agire.
E lo stesso stato dovrebbe darmi la certezza che ciò che compro rispetta le norme etiche proprie della mia cultura, berchè un boicottaggio rischia di essere un fenomeno inutile (perchè limitato) o ingiusto (perchè frutto di una conoscenza limitata dei fatti).
Concludendo credo che la cosa migliore da fare sia discuterne (come in questo post) affinchè se ne parli sempre di più e questo fatto sia al centro dell'attenzione dell'opinione pubblica, perchè è più facile per chiunque indignarsi di fronte a certi atteggiamenti che prendere in considerazione un boicottaggio con i toni di quello proposto nel link.
13/05/2005 09:08
 
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Re:

Scritto da: Uruloki 12/05/2005 21.01
Sono d'accordo solo in parte con quello che dite. Sicuramente nella Nestlè ci saranno dei comportamenti eticamente non corretti, ma credo che la critica si possa estendere alla maggior parte delle multinazionali.
La consuetudine di regalare campioni prova è una pratica molto diffusa in tanti settori e dovrebbe essere accompagnata da una maggiore informazione, in questo caso da parte dei medici.
Inoltre il metodo di diffondere il latte in polvere ha di per se sia lati negativi che positivi, in molti casi rappresenta la soluzione migliore quando ci sia assenza di latte naturale (magari per denutrizione o per malattie trasmissibili con esso).
Credo debbano essere gli stati a tutelare i cittadini, ponendo regole che non espongano a cattiva informazione i soggetti più infuenzabili e quando purtroppo uno stato non vuole interessarsene dovrebbe essere la comunità internazionale ad agire.
E lo stesso stato dovrebbe darmi la certezza che ciò che compro rispetta le norme etiche proprie della mia cultura, berchè un boicottaggio rischia di essere un fenomeno inutile (perchè limitato) o ingiusto (perchè frutto di una conoscenza limitata dei fatti).
Concludendo credo che la cosa migliore da fare sia discuterne (come in questo post) affinchè se ne parli sempre di più e questo fatto sia al centro dell'attenzione dell'opinione pubblica, perchè è più facile per chiunque indignarsi di fronte a certi atteggiamenti che prendere in considerazione un boicottaggio con i toni di quello proposto nel link.


gli stati ci possono difendere, ma anche gli stati hanno interessi nelle multinazionali, diretti o indiretti e molti stati gradiscono la presenza delle multinazionali sul proprio territorio...pensa se in italia non ci fosse la nestlè, sai quante persone lavorano a sanpellegrino, perugina, motta, alemagna, buitoni...ecc? cosa farebbero queste persone?, lo stato, ogni stato a questo pensa, fra avere più occupati e incentivare l'allattamento al seno cosa preferisce lo stato?
bisogna essere consumatori consapevoli e non solo aspettarsi qualcosa dallo stato
aggiungo una cosa...sapete quanto è facile influenzare una donna che ha appena partorito, soprattutto se è il primo figlio....sapete che la paura principale di una neomamma è quella di non essere all'altezza di nutrire suo figlio e in un momento di debolezza il latte artificiale se proposto in un certo modo diventa un'ancora di salvezza.....considerate sempre che le statistiche dicono che le donne che veramente non possono allattare non sono altro che una percentuale bassissima, le donne che non allattano sono tantissime
certo che il latte aritificiale nutre bene, ma a parte la spesa i benefici del latte materno non dimentichiamoceli

[Modificato da valealice 13/05/2005 9.10]

13/05/2005 09:37
 
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Mi spiace sempre leggere l'uguaglianza multinazionale=madre di tutti i mali.

Son semplicemente delle società di grosse dimensioni che operano per conseguire profitti. Come tutte le società hanno dei limiti imposti dalle leggi del territorio in cui operano.
La Nestlè non è cattiva, fa il suo lavoro e lo fa bene.
Pretendere che una azienda rinunci a quote di mercato, che non usi strategie di marketing non vietate, che per esempio uan farmaceutica regali medicinali ai paesi poveri è assurdo e si scontra con la logica stessa della gestione di un soggetto economico.
Non esiste un signor Nestlè, esistono degli amministratori pagati per amministrare la società, o il gruppo, con obbiettivi di perdurabilità, crescita ed efficienza.

Chiedere ad un soggetto economico di non sfruttare i mezzi leciti per ottenere quote di mercato sarebbe come obbligare una persona fisica a distribuire in beneficenza parte del suo reddito.

Ora, molti di noi fan beneficenza per scelta, e molte società si dotano di regole etiche per creare una immagine aziendale più appetibile per il targhet prefissato. Pertanto così come chi non devolve quota del proprio reddito in beneficienza non deve essere additato come figlio del demonio ugual trattamento credo sia dovuto ai soggetti economici.

Su questo credo non ci possa essere discussione. Qualche perplessità la conservo sugli ampi margini che tuttora strategie aggressive di marketing come quelle citate conservano, non solo i paesi più deboli, ma anche la nostra bella europa e i suoi partners industrializzati.

Io non credo che ci siano livelli tali di collusione tra gruppi industriali e politica da impedire regolamentazioni più protettive per i consumatori. Pensate alla battaglia ocntro il fumo, anche in Italia questo semestre Philip Morris subisce un calo del fatturato quasi del 20% ed è destinato ad aumentare.
PM è tipicamente una multinazionale besagliata da accuse simili a quelle esposte sopra. Se è stata colpita lei non cè ragione di ritenere che non sia possibile farlo in altri settori.

A mio parere manca la vlontà politica, nazionale e mondiale, di tutelare categorie deboli e interessi privati. Questa volontà manca perchè non cè adeguata informazione su questi temi, perchè vengono esposti in modo capzioso e di parte e perchè un problema concreto vien trasformato in una battaglia etica e ideologica.

Ben vengano quindi le campagne di sensibilizzazione ma gridate le vostre accuse e i vostri bisogni verso l'interlocutore giusto, non demonizzate l'avversario ma capitene la logica e usate come arma la razionalità e non la propaganda demagocica.
Credo che sia questa l'unica strada per capire e far capire i problemi di questo mondo.

13/05/2005 12:00
 
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una multinazionale che sceglie di aprire uno stabilimento in pakistan o in cina piuttosto che in italia o in francia perchè in quei paesi trova manodopera a minor prezzo fa sicuramente il proprio interesse, è correttamente amministrata, non viola alcuna legge e il nostro stato non può di certo obbligarla a pagare gli operai come li pagherebbe qua.....io posso far capire alla multinazionale che non condivido i suoi metodi? e che ritengo che i dirigenti di un'azienda di un paese industrializzato non debbano considerare normale far lavorare dei bambini di otto anni solo perchè nel paese in cui aprono un nuovo stabilimento è considerato normale? io non vorrei che mia figlia iniziasse a lavorare a 8 anni perchè non devo dire a chi fa queste cose che non mi va che rubi l'infanzia a un bambino pakistano? che modo ho per dirlo? non compro i suoi prodotti....si chiama immagine, io compro i prodotti di chi mi piace e mi può piacere perchè fa un buon prodotto e perchè lo produce e lo commercializza eticamente...perchè il consumatore non deve guardare queste cose?
perchè se compro un maglione devo ignorare che è stato fatto con la lana di una pecora maltrattata solo perchè la legge lo consente?
in cosa mi può aiutare lo stato? può impedire a benetton di comprare la lana australiana? può chiedere all'australia di fare una legge che vieti certi trattamenti....chi ascolterà di più il governo australiano? il governo italiano che non vuole che i suoi cittadini indossino maglioni con quelle origini o i suoi allevatori?
cosa può spingere gli allevatori ad adottare altri metodi? secondo me le leggi di mercato, ovvero la benetton che compra la lana da un'altra parte per non averne un danno di immagine
13/05/2005 13:42
 
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Credo che il problema vada visto anche sa punti di vista diversi.

E' vero che in certi paesi vengono aperte fabbriche perchè il costo della manodopera è minore, ma è anche vero che in quei paesi il costo della vita è spesso assai diverso rispetto a quello occidentale. L'importante è (sarebbe?) che ci sia un equilibrio. Dovrebbero essere gli stati o chi per essi a fare in modo di reinvestire questa differenza, ad esempio prendendola tramite tasse di importazione/esportazione e , per favorire lo sviluppo di industrie proprie di quei paesi.
Non trovo niente di antietico nel risparmiare, ma se questo meccanismo provoca dei danni (soprattutto a noi più che a quegli stati) dovrebbero essere messi in atto dei meccanismi correttivi.

Lo stesso vale per i bambini che lavorano sin da piccoli, mi sembra inutile dire "non compro quel prodotto" perchè spesso quel lavoro è l'unica fonte di sopravvivenza e così facendo lo condanniamo alla fame. Il problema dovrebbe essere affrontato a monte in modo che quel bambino smetta di lavorare semplicemente perchè non ne ha più bisogno.
E non ha senso nemmeno fare un paragone con i bambini italiani, perchè pur condividendo quelli che sono i diritti fondamentali dell'essere bambino, vengono da culture i situazioni completamente diversi.

Credo che l'unica soluzione possibile sia andare avanti, ponendo freni solo nei casi in cui ci sia un'alternativa valida, perchè solo lo sviluppo economico e culturale possono trovare un'alternativa a questi fenomeni che, se spesso non condannabili, sono comunque poco compatibili con la nostra sensibilità.
Fra.
13/05/2005 15:34
 
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Valealice forse mi son spiegato male, provo a ripetermi

le aziende operano nei confini della legge, oltre tali limiti ci son solo scelte di marketing. Scegliere di produrre in Italia piuttosto che in Cina o scegliere di mettere i filtri agli scarichi per non devastare l'ambiente e qualunque altra scelta coinvolga il pubblico degli stakeholders fa parte delal strategia aziendale. Ne più ne meno che il colore della confezione o la scelta della campagna pubblicitaria.
Il pubblico dei consumatori (in questo caso stakeholder) esercita il proprio potere di scelta in base all'immagine che la società ha saputo dare di sè.

Il problema si pone in termini di informazione. Da una parte l'informazione fornita dalla società (campagne, brand, merchandising) dall'altra le informazioni non pubblicizzate come quelle di cui si discute.
In politica il cittadino esercita la sua sovranità attraverso il voto, in economia il consumatore attraverso la scelta dell'acquisto.
Questo pertanto il nostro diritto/dovere: informarci e scegliere. Faccio notare però che l'informazione è sinonimo di impegno e attenzione. Il non sapere dove Benetton produce o che società fan parte del gruppo o che tecniche usa non è sinonimo di inganno da parte del marchio. I bilanci e i bilanci consolidati sono pubblici, le informazioni circa le condizioni di produzioni dei vari paesi sono altrettanto ottenibili come dimostra questa discussione.
Non cè quindi malvagià nel comportamento delle aziende, solo scelte che si dovrebbero contrapporre a quelle dei consumatori.
Pultroppo se chi compra è più pecora del maglione che acquista non cè nulla da fare.

Daccordissimo quindi con te Valealice nei contenuti ma io scelgo, non boicotto. Non è solo una questione formale è proprio un modo diverso di vedere il mondo.


13/05/2005 15:52
 
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alla fine boicottare non significa altro che scegliere e aiutare gli altri consumatori a scegliere informandoli
il problema secondo me è che nella nostra società a volte certe forme di estremismo (quale è il boicottaggio delle aziende) diventano l'unico modo per far conoscere certe cose...il nostro è un mondo dove la gente sa quello che fa notizia e basta purtroppo
io potrei scegliere se sull'etichetta del maglione di benetton ci fosse scritto:"lana australiana proveniente da allevamenti dove le pecore sono trattate così e cosà" invece non è così e chi lo sa per comunicarlo agli altri deve fare notizia perchè altrimenti nessuno se lo fila
perchè greenpeace fa gli arrembaggi alle baleniere? perchè sennò nessuno dice sui giornali che i giapponesi squartando più balene di quante ce n'è nel mare, in questo modo invece fa notizia e la gente discute e poi sceglie da che parte stare ... alcuni per sempre altri fino a quando non c'è una notizia più sensazionale
è vero...sono modi diversi di vedere il mondo, c'è anche chi scrive così:
"Non trovo niente di antietico nel risparmiare, ma se questo meccanismo provoca dei danni (soprattutto a noi più che a quegli stati) dovrebbero essere messi in atto dei meccanismi correttivi."
veramente modi diversi di vedere il mondo...soprattutto la parentesi

13/05/2005 19:43
 
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Forse non mi sono spiegato bene: con quella frase voglio dire che ogni azienda cerca giustamente il modo di ottenere i maggiori utili possibili, ma quando ciò provochi un qualche tipo di danno sia a noi che ai paesi interessati è necessario siano prese delle contromisure. La frase tra parentesi esprime la mia opinione per cui spesso il maggiore danno economico (mi riferivo solo a quello) lo subisce il paese che vede sparire le proprie fabbriche e quindi i posti di lavoro, senza volere niente togliere al danno subito dai paesi che in qualche modo vengono a trovarsi in una condizione di inferiorità e sfruttati subendo invece danni di natura più varia e non per questo meno gravi (anzi spesso più gravi perchè altrimenti non saremmo qui a parlarne).
Non volevo certo dire che le nostre ragioni valgono più di quelle degli altri!!! [SM=x76575]

[Modificato da Uruloki 13/05/2005 19.46]

15/05/2005 19:30
 
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o arrivo a conclusioni per esperienza diretta
i produttori di latte in polvere sono quelli che facendo regalini ai pediatri (senza andare nel terzo mondo..parlo della lombardia) li invogliano a darti un campioncino di latte in polvere prima di dimetterti dall'ospedale....tu arrivi a casa e dopo un paio di giorni sei sfinita e tuo figlio ciuccia...ciuccia....ciuccia e magari sei in difficoltà, magari tuo figlio è magrolino, non ti è ancora arrivata la montata lattea e tua suocera comincia a mettere in testa a tuo marito che tu il latte non ce l'hai abbastanza e allora cominci a litigare e il campioncino omaggio di latte artificiale è lì che ti guarda.....alla fine per farli contenti lo usi...dopotutto te lo ha dato il pediatra e in men che non si dica ti ritrovi davvero senza latte e con 26 euro in meno nel portafogli tutte le settimane....sono 100 euro al mese per del latte di mucca liofilizzato con dentro un po' di vitamine....100 euro se prendete quello della plasmon che è il più economico...il nestlè costa di più e non è che ai paesi del terzo mondo fanno lo sconto, glielo fanno pagare uguale....la trovate una bella cosa?
le statistiche dicono che in italia una percentuale altissima delle donne che finiscono col non allattare in realtà il latte ce l'avevano, ma sono state spinte per le ragioni più varie già nei reparti ospedalieri a iniziare un allatamento misto (seno+artificiale), le ho viste io le puericultrici convincere le neomamme che il loro bambino doveva mangiare tot grammi di latte e quindi se dopo la poppata la pesata per differenza dava meno dovevano fare la "giunta" col latte artificiale....è quella piccola giunta che ogni giorno diventa sempre più grande perchè la stimolazione del seno diventa sempre minore....è un circolo vizioso da cui puericultrici e pediatri di molti ospedali non mettono in guardia....perchè? guardate la marca di latte che vi consigliano prima di essere dimessa e saprete chi quell'anno gli ha fatto i regalini più belli



Di un pò ma tu parli così per esperienza personale (se fosse cosi beatà te che non hai vauto difficoltà a tirar su il\i tuoi neonato\i) oppure fai della propaganda la tua ragion d'essere.

Vedi, quando una bimba piange e sta attaccata al seno della mamma 2 ore, diciamo dalle 3 alle 5 del mattino, e continua a piangere perchè ha fame è pò difficle negargliela quella piccola aggiunta, pace di bimba mamma e papa!!!

Parola di neo Papà

Ciao
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