Lo usano i GIS e altri carabinieri, in quest'ultimo caso non necessariamente di reparti d'elite.
Non posso escludere che li usino anche altri.
Quanto ai tiri dei najoni... non ho mai avuto le idee molto chiare.
Il coscritto sparava al CAR e avrebbe dovuto sparare al reparto.
Al CAR si sparava poco e male senza alcuna istruzione sull'azzerare l'arma, rettificare il tiro, concetto di rosata, scostamento, etc.
A parte le nozioni, teoriche, fornite da istruttori più zelanti della media. Ma abbastanza "alla buona".
Al reparto si seguivano i 3 cicli addestrativi, che richiedevano un impegno crescente del militare e prevedevano alla fine di ciascuno un'esercitazione.
E questo è quanto ho visto.
Solo che, essendo carristi, noi sparavamo con i carri.
fine 1° ciclo: plotone in bianco
fine 2° ciclo: plotone in bianco, tiri "di richiamo", coppia carri a fuoco.
fine 3° ciclo: "tiri di richiamo", plotone a fuoco o complesso minore a fuoco.
Ed effettivamente, questo si faceva.
Quanto ai tiri con l'arma individuale: zero carbonella.
Solo una volta ci fu il poligono ridotto con il cal.22. Un esercizio che può essere utile per spiegare i primi rudimenti, ma non ha utilità tattica.
Quindi, in conclusione, temo che i ragazzi di leva fossero scarsamente addestrati al tiro con l'arma individuale.
Credo, però, che in alcuni reparti con comandanti più appassionati e "audaci", le cose potessero andare meglio.
[Modificato da Bricchetto 16/02/2007 0.09]
Bricchetto
XIX Btg. Cr. Nell'acciaio temprati
I veicoli militari sono belli perché costruiti in base a progetti funzionali, che li rendono reali, solidi, privi d'artifizio. Il carrarmato possiede la bellezza delle sue linee dure; è cinquanta tonnellate di corazza che rotola su cingoli simili a cinturini d'orologio in acciaio.
Il carro è la nostra protezione, rolla e rolla per sempre, sempre avanti, sferragliando la scura poesia meccanica del ferro e dei cannoni. G. H.