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Decorazioni ieri e oggi

Ultimo Aggiornamento: 18/09/2002 14:58
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16/09/2002 21:23
 
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Ho avuto occasione di leggere le motivazioni di numerose decorazioni ed onorificienze concesse a militari italiani in occasione delle recenti missioni all’estero ed in particolare nella ex Jugoslavia.
Devo dire che sono rimasto molto, molto perplesso.
Sono motivazioni spesso lunghissime, dove si esalta la “magnifica figura” dell’insignito, si descrivono dettagliatamente le azioni svolte (anche negli uffici e nei Comandi) che hanno fatto meritare la ricompensa. Facendo più attenzione ai testi di queste motivazioni ci si rende conto, almeno a me è sembrato così, che molti degli insigniti, soprattutto i tanti, forse troppi dei Comandi non hanno fatto altro che il loro dovere di militari, probabilmente anche bene ed in modo encomiabile, ma pur sempre il dovere che fa’ parte del loro patrimonio morale.
Nel passato, mi pare di non errare, venivano assegnate le medaglie commemorative per le varie campagne e poi concesse quelle al Valore per azioni che andavano oltre il normale senso del dovere.
E’ pur vero che anche allora non tutto era “rose e fiori” ed infatti sono andato a rintracciare un illuminante scritto del “grande” Paolo Caccia Dominioni, scritto esemplare nella sua tragicomicità.

***********************
da “Ascari K7 – 1935/1936” di Paolo Caccia Dominioni

“…………. Molti giornalisti appaiono cogitabondi di fronte al fenomeno delle decorazioni che vedono affluire come grandine in determinate direzioni. Sembra che una pagina del bollettino ufficiale sia fuggevolmente comparsa in una mensa, fissata con una semplice puntina alla porta. I quattro quinti della pagina riportavano la motivazione d’una medaglia d’argento (questa parola, medaglia, non compare quasi mai nelle presenti cronache, tanto si è fatta vuota di significato) concessa sul campo a un alto personaggio di formazione politica; e il riconoscimento del suo eroismo veniva espresso senza risparmio di aggettivi, con iperboliche esagerazioni, per lui che non aveva riportato neppure una scalfittura. In fondo alla pagina, in due righe e mezzo, la motivazione di un’altra medaglia d’argento, concessa alla memoria del capitano Giovanni Rinaldi, del XV eritreo, che s’è visto morire a metà novembre nel Tembien. Diceva, la motivazione, che aveva condotto i suoi ascari all’assalto di Amba Bethem e che era morto da valoroso. Tutto qui. Nessun commento in margine al foglio, neppure un punto esclamativo, non ce n’era bisogno, e del resto il documento fu fatto subito scomparire.
Allora i giornalisti hanno creato una parodia dell’inno di Garibaldi. Benissimo, i giornalisti: ma di solito in queste cose l’autore è uno solo. L’accusato principale è Paolo Monelli, perché lo stile del testo gli somiglia:

Si scopron le tombe, si levano i morti,
i nostri gerarchi son tutti risorti.
Finché noi pugnammo fiorivan negli orti,
ma or che la pugna diventa pugnetta
i nostri gerarchi accorrono in fretta.
Se spira il più lieve sussurro di vento
domandan e ottengon medaglia d’argento.
Persino Ciccillo, di tutti il più stronzo,
rimedia anche lui medaglia di bronzo.
Vien fuori medaglia, vien fuori ch’è l’ora,
vien fuori medaglia, medaglia al valor!

La feroce parodia allude pure alla lunga stasi operativa che ha seguito la disgrazia di De Bono, ovviamente silurato perché voleva agire con una prudenza che il successore ha fatto propria, ritardando chissà a quando il secondo balzo. Neppure in Somalia, dove il debutto era stato così brillante, Graziani avanza: e Paolo Monelli, che tra tutti i giornalisti ha la freddura più pronta e corrosiva, ha chiesto: « Sapete chi è il più balbuzicnte tra i nostri generali? Ma è Rodolfo Graziani! In più di tre mesi non è ancora arrivato a Dire Daua »…………... “


Luigi
17/09/2002 18:23
 
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Re:
Monelli è unico![SM=x75449]

Comunque ricordo anche un altro passo di PCD, in "Alamein 1933-1962", dove si racconta come all'avvicinarsi della battaglia i procacciatori di medaglie scompaiano...
Mandi.
Luigi


"Devant al Conean o si scampe o si mur"
Luigi
17/09/2002 18:26
 
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Re:

ma or che la pugna diventa pugnetta



Penso che ad un toscanaccio come te non sia sfuggita la sottile ironia tutta britannica... [SM=x75466]
Mandi.
Luigi


"Devant al Conean o si scampe o si mur"
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18/09/2002 10:57
 
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Aridatece Villavengo
Se non vado errato, Villavengo, alias Caccia Dominioni, rifiuta un'onoreficenza semplicemente perché consisteva nell'aver fatto il proprio dovere, e lo scrive sul retro del documento ufficiale che riconsegna alla sbigottita staffetta motociclistica, che aveva invitato a riposare lì mentre lui scriveva. [SM=x75464]
Bricchetto
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18/09/2002 11:06
 
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Io ho un'autentica venerazione per Paolo Caccia Dominioni per quello che è stato, per quello che ha fatto, per gli insegnamenti che ci ha dato, sempre attuali!
Vi immaginate l'emozione avuta tempo fa' quando su una bancarella di vecchi libri trovai l'unica edizione del 1941 di "Noi e Loro" di Alberto Bechi Luserna (MOVM)con le tavole di P.C.D.!
Due nomi, una garanzia!
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18/09/2002 11:30
 
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ma or che la pugna diventa pugnetta



veramente era proprio la prima cosa che avevo notato[SM=x75466]

caro Bric cosa offri da bere: Sillavengo![SM=x75446]


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18/09/2002 14:58
 
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PCD e Bechi Luserna
Concordo appieno, di Bechi Luserna ho letto e posseggo gelosamente una copia de "I Ragazzi della Folgore", per PCD poi nutro tutta l'ammirazione possibile.
Quando penso all'onestà intellettuale, alla generosità, all'amore per le cose ben fatte, questi personaggi sono i primi a venirmi in mente (si veda la motivazione della MOVM).
Mi amareggiò non poco anni addietro la prematura morte di Giovannino Agnelli, una tragica consuetudine interrompeva ancora anzitempo la vita dell'ultimo discendente della famiglia Bechi.
Saluti

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