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Charles Bukowski - Post office

Ultimo Aggiornamento: 18/08/2020 10:02
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06/01/2007 19:35
 
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Gran cosa, la mutua: è il quinto libro della settimana, ed anche in questo caso si tratta di una lettura che ho divorato.
Un romanzo molto interessante, ricco di spunti, secondo me.
Può esser letto ponendo l'attenzione sulla parabola del protagonista, che tanto parabola non è nemmeno ma è solo un lineare procedimento d'avanzata. Non vi è, quindi, un apice, seguito come sempre accade, da una ricaduta. Il personaggio appare in un determinato modo a pagina 1 e l'autore ce lo descrive nelle stesse condizioni a pagina 188, l'ultima.
Una cavalcata fra sesso e alcool, sbronze colossali prese per il piacere di bere, senza giustificazioni di sorta ("La vita fa schifo"), spesso in compagnia, alle volte da solo. La vita di Henry Chinaski è segnata dagli abusi, il cui unico residuo pare essere una stanchezza crescente che non influisce eccessivamente sulla sua condotta di vita.
Un romanzo estremo, un personaggio che sa di fallito, pur cercando in ogni modo e dinnanzi ad ogni persona di farsi rispettare.
Un secondo livello di lettura è per me invero più interessante: Chinaski e il sistema. Il titolo ci aiuta in questo senso: non tutta la storia è ambientata all'interno di un ufficio postale, alcuni anni della sua vita si svolgono al di fuori di esso, ma alla fine della lettura il senso di oppressione dovuto a quell'ambiente rigido o ottuso ha la meglio sul resto e ti pare che l'autore non abbia parlato d'altro.
In ciò, il romanzo di Bukowski è attualissimo ed anzi, io che sono perenne precario mi ci sono trovato fin troppo: precarizzazione per anni (il protagonista ci mette tre anni per avere un contratto indeterminato), orari flessibili al limite del ridicolo (entrata alla 18:18, mi rammenta che io, in telecom, uscivo dal lavoro alle 21:20, anomalo), domeniche non garantite, abusi di potere da parte dei superiori idioti, disinteresse da parte dei rappresentanti sindacali, disinteresse colpevole da parte dei lavoratori già fissi. In più la routine di un posto di lavoro alienante, la pressione di una mansione in cui sei sfruttato, hai dei tempi di gestione e svolgimento che sono calcolati da idioti ed in modo forfettario.
Un romanzo che dice ben più, secondo me, di quanto appaia e lo dice senza peli sulla lingua, in modo diretto, onesto e cattivo.
E di questi aggettivi il protagonista è l'incarnazione: osservatore raramente sobrio ma mai distratto di una fauna lavorativa terzomondista.
Viene da pensare che, essendoci stato dichiarato ben 36 anni fa (il libro è del 1971), qualcuno avrebbe dovuto adoperarsi per evitare che il resto del mondo seguisse i parametri statunitensi in questo senso.
Ma pare che invece molti si siano discostati da questa mia opinione...
Carlo Maria
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Fumettomane
Sosia di Brakko
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07/01/2007 14:10
 
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Post office, buona lettura di un autore che non sono mai riuscito ad amare fino in fondo.
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07/01/2007 15:34
 
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Visto il suo stile, posso ora anche capire per quale motivo: fa certo poco per piacere. Tuttavia attrae, la sua prosa è ruvida, senza ipocrisie ma anche chiara e breve.
In questo libro poche frasi raggiungono le due righe di lunghezza, predilige qui lo scambio di battute salace, senza nulla per altro togliere alla profondità, di cui ho parlato sopra.
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"Padrune" di Giuda
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30/08/2016 11:37
 
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Donne

Definito il libro più estremo di Bukowski, appartiene ai romanzi ed al periodo in cui lo scrittore aveva raggiunto un buon successo, sufficiente almeno a mantenersi senza lavori massacranti e, soprattutto, ad assicurarsi un sacco di donne.
Proprio delle tante donne ch incontra si parla, mescolate alla quotidianità delle bevute, dell'ippodromo e dei reading.
Per alcuni sarà anche sgradevole, ma un libro così ben scritto difficilmente lo è davvero. Non è il sesso noioso di Tropico del cancro, secondo me, sono le avventure più o meno rocambolesche di un personaggio onesto col lettore e con se stesso. C'è ironia, a volte tanta, e ci sono le riflessioni che spessissimo si inseriscono in modo naturalissimo tra un episodio e l'altro. E poi la capacità di vedere e descrivere quel che conta delle perosne e di se stesso.
Poteva essere un libro più breve, questo sì, eliminando gli incontri meno degni di nota (la prima metà è infatti più fulminante della seconda), ma non mi ha mai annoiata per un attimo, mi ha invece sempre ricordato quanto sia bravo Charles Bukowski.



Koala
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"Padrune" di Giuda
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21/12/2016 11:15
 
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Confessioni di un codardo

Tornando ai racconti, mi mancava questa raccolta scritta da Bukowski negli ultimi anni della vita.
Non c'è un racconto di poco valore, anzi molti sono capolavori assoluti.
C'è il suo modo di vivere la vita, i suoi stati d'animo resi alla perfezione, con una forza ed una immediatezza sorprendenti. Riesce a far comprendere quel che prova anche a chi ha esperienze ed indole completamente opposti ai suoi.
I racconti Il suicida e La mia follia (cosa è la scrittura per lui), sono difficili da dimenticare.
Bukowski, sembra incredibile, racconta un mondo brutale ed uomini abbrutiti, ma è spesso poetico. Anche perchè al di là delle estremizzazioni mette su carta quello che c'è in ogni persona, al netto delle circostanze differenti.



Koala
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21/12/2016 15:59
 
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Anche il postumo Il capitano è fuori a pranzo, assemblato mettendo assieme gli appunti che Bukowski prendeva al computer, è parecchio interessante e merita la lettura. ;-)
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"Padrune" di Giuda
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16/08/2020 19:12
 
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Bukowski nasceva 100 anni fa. Ho osato scriverne... 😍


https://www.leurispes.it/charles-bukowski-il-poeta-degli-sconfitti/



Koala
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17/08/2020 16:45
 
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Re:
koala3, 16/08/2020 19:12:

Bukowski nasceva 100 anni fa. Ho osato scriverne... 😍


https://www.leurispes.it/charles-bukowski-il-poeta-degli-sconfitti/




😍 [SM=x74874]



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18/08/2020 10:02
 
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Articolo molto dettagliato e ben fatto, Raffina, come sempre!
Di Bukowski ho letto solo Post Office, mi pare, trovandolo ottimo. Mi è sempre rimasto il desiderio di riaffrontare l'autore e tu mi hai invogliato ancor di più a metter in atto il mio proposito!
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