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Once upon a tennis

Ultimo Aggiornamento: 13/03/2024 07:39
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La "pausa covid" ha silenziato questo nostro thread tennistico; e allora, lo scorrere le pagine di un interessante libello compilativo - "150 volte slam" di Luca Marianantoni - aggiornato praticamente a fine 2019, e che elenca e descrive tutti i vincitori maschili degli slam dal 1877 al 2019 appunto, mi è venuta voglia di scrivere un piccolo post storico. Un post di curiosità storica.



Nell'elencare tutti i vincitori di almeno un torneo dello slam, il libro di cui sopra potrebbe essere caratterizzato, volendo, da alcune omissioni (e da un'interpretazione estensiva).

Nel tennis, il concetto di "Grande Slam" prende corpo quando nel 1933 il grande campione australiano Jack Crawford vince di seguito i Campionati d'Australia, di Francia e Wimbledon: un giornalista scriverà che se Crawford avesse vinto anche i Campionati USA avrebbe realizzato un "Grand Slam", un po' come nel Bridge. Crawford verrà poi sconfitto nella finale americana da Fred Perry, e il primo a realizzare il Grande Slam tennistico sarà Don Budge nel 1938; ma il concetto era nato: nel 1933, ovviamente, non nel 1877. Altrettanto (?) ovviamente, i precedenti "tornei del grande slam" sono pacificamente considerati tali.

E questa è l'interpretazione estensiva.

L'omissione riguarda il fatto che Marianantoni non tiene conto che, tra il 1912 e il 1923, quando i Campionati di Francia non esistevano (o meglio: erano riservati ai soli giocatori iscritti ai club francesi) e i campionati d'Australia erano sostanzialmente un torneo alla periferia del mondo, la Federazione Internazionale del Tennis (di cui allora non facevano parte gli Stati Uniti) aveva creato una sorta di minicircuito di tornei gerarchicamente superiori a tutti gli altri (oltre ai Campionati degli Stati Uniti, che però non erano un torneo sotto l'egida della Federazione Internazionale): i Campionati Mondiali su campi d'erba (Wimbledon); i Campionati Mondiali su campi duri (la denominazione inglese della terra battuta) - WHCC; e i Campionati Mondiali su campi coperti - WCCC. Se questi ultimi non furono sempre all'altezza del titolo mondiale, pur contando nei fatti su un ottimo albo d'oro, i World Hard Court Championships furono con tutti i crismi i precursori di quello che oggi definiamo il "Roland Garros". Nel 1924, con l'ingresso degli USA nella Federazione Internazionale, i WHCC e WCCC furono aboliti e avvenne il riconoscimento del primato dei quattro tornei maggiori che ancora oggi restano quelli che contano davvero. Personalmente, però, attribuisco a quei venerandi antichi tornei lo status di slam - e sicuramente il coevo Campionato d'Australia NON era neppure lontanamente di livello paragonabile.

Se molti dei vincitori di questi tornei sono anche vincitori degli slam "ufficiali" (Il quattro volte campione di Wimbledon Tony Wilding vinse a esempio le prime due edizioni dei WHCC e la prima dei WCCC; l'immenso Tilden vinse i WHCC nel 1921 e Little Bill Johnston vi riuscì nell'edizione conclusiva del 1923; il grande moschettiere di Francia Henri Cochet vinse le ultime due edizioni dei WCCC), ve ne sono alcuni che sono presenti nella storia del tennis solo come vincitori di uno di questi Campionati Mondiali.

Il più forte - e il più sfortunato - fu quello che io vedo come il (quinto) moschettiere mancato di Francia: William Laurentz. Laurentz vinse a Parigi i World Hard Court Championships nel 1920, e nel 1921 a Copenaghen i World Covered Court Championships, oltre a imporsi diverse volte in doppio. Con Cochet e Borotra, all'inizio degli anni '20 era uno dei più forti giocatori francesi, e il grande Tilden apprezzava il suo modo, istintivo e irruento, di giocare. Nel marzo del 1922, appena ventisettenne, Laurentz morì di setticemia dopo un'agonia di qualche giorno.

Nella foto su court qui sotto, Laurentz dovrebbe essere quello sullo sfondo. Dico "dovrebbe" perché non trovo altre sue foto di gioco, e non sono sicuro di riconoscerlo dal confronto con le ben più numerose foto in posa, di cui ne metto una (in primo piano sul campo dovrebbe essere l'italiano De Morpurgo, ma francamente non mi pare lui, e credo abbiano sbagliato a identificare entrambi.











V.

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