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Il MERAVIGLIOSO cialtrone

Ultimo Aggiornamento: 13/11/2021 01:06
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11/11/2019 00:24
 
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Ortolani e la luna



Luna 2069 è in pratica il seguito di C'è spazio per tutti uscito nel 2017 per Panini Comics, in libreria e poi in edicola in due volumi per Rizzoli/Gazzetta: ne ripropone infatti la collaborazione con le Agenzie spaziali italiana ed europea (ASI/ESA) e l'intento di fondo, sostanzialmente e dichiaratamente didascalico, di illustrare la storia della conquista della luna e dello spazio, dai primi passi alle future, possibli (sperabili) evoluzioni.



Il primo capitolo, 240 pagine b/n, si era concentrato sulla cronologicamente breve ma intensa e travagliatissima corsa alla luna tra USA e URSS, per poi focalizzarsi sulle più pacifiche vicende delle stazioni spaziali orbitanti dagli anni '70 del XX secolo fino ad oggi. Alla cronaca vera e propria, ricca di dettagli tecnico-scientifici e aneddoti, Leo alternava una storia che si svolge ai nostri giorni sulla stazione spaziale internazionale (ISS) con protagonisti Rat-Man (ovviamente), l'astronauta italiano Paolo "Rover" Nespoli e l'equipaggio della stazione.

A una prima lettura, confesso, avevo trovato il peso della parte didascalica eccessivo: pur se alleggerita dalle continue battute di Leo, mi era parsa decisamente troppo lunga, quasi a rischio di essere dispersiva e soprattutto "invadente" rispetto alla storia di Rat-Man; ma a una seconda lettura fatta di recente quest'impressione si è dissolta, facendomi piuttosto pensare a un contrappunto necessario che Leo sfrutta per calibrare e poi riproporre da par suo -in modo assolutamente toccante- il perduto entusiasmo per l'esplorazione dello spazio: un sogno, un ideale d'infanzia (per Nespoli bambino, per l'umanità) che nell'ultimo trentennio aveva perso molto slancio, ma che ora si sta faticosamente ritrovando. O almeno questo è l'intento cui il libro stesso vuole contribuire.

Non so se a successiva rilettura cambierò di nuovo idea, ma per ora Luna 2069, 120 pagine b/n, non mi ha suscitato la stessa sensazione del tutto positiva del primo capitolo.

La parte didascalica c'è sempre ma stavolta ha meno peso sul totale delle pagine: il focus è la ricorrenza dell'allunaggio del 1969 proiettato sull'oggi (cinquant'anni dopo) e sul futuro (tra cinquant'anni, nel centenario dello sbarco). Leo vi imbastisce una trama in cui Rat-Man è... Elon MAsk (con la A), è ricchissimo e possiede un'agenzia spaziale privata con cui organizza la riconquista della luna portando con sé il comandante Fortunato, che ha le fattezze dell'astronauta Luca Parmitano.

Se di nuovo Leo riesce a catturare e convogliare il senso, l'importanza del viaggio verso la luna e oltre, e lo fa soprattutto attraverso la vicenda di Fortunato e del rapporto con la figlia sacrificato per il sogno dello spazio, a non funzionare benissimo per me è questa struttura tripartita 1969/2019/2069, con annessi viaggi nel tempo e paradossi forse non del tutto necessari, in cui Leo sembra perdere un po' il filo di un racconto costellato di pur notevoli gemme isolate (vedi più sotto). Ma magari tra un anno sarò a scrivere che mi ero sbagliato.



A latere, molto a latere ma forse no, una considerazione: questo volume edito da Feltrinelli si può considerare per Leo un'altra tappa -forse quella definitiva- per il più o meno ufficiale ingresso nel "grande giro", in un periodo in cui il mainstream corteggia il fumetto come neanche nella breve stagione delle riviste d'autore quarant'anni fa (giusto oggi, su Rai 1, interviste a Gipi, Manuele Fior e lo stesso Ortolani). Già prima aveva pubblicato storie per la rivista divulgativa del CNR, Comics & Science. E prima ancora era stato un "classico di Repubblica" - e sul significato della parola e dell'evento, e della crisi indotta sul piano personale, ci aveva addirittura tirato fuori uno dei suo migliori cicli di storie, tornandovi poi sopra di tanto in tanto.

Né in questa occasione né in quelle precedenti, gli va dato atto, e a differenza di molti altri che il "salto" lo hanno già fatto o lo stanno facendo (o ambiscono a farlo), ha mai ceduto un millimetro di sé. Persino nelle interviste, usando l'arte della battuta e del surreale non si è mai fatto irretire dai collaudati, comodi meccanismi del conformismo e della retorica. A ulteriore riprova, in questo Luna 2069 riesce, con estrema nonchalance e sottotraccia, a regalare sul sempre caldo, caldissimo (artatamente caldo e caldissimo) e sicuramente complesso tema dell'immigrazione una vignetta che è un vero diamante: di sfaccettature, di equilibrio, di molteplici significati che coesistono, di ricorsivo rovesciamento di prospettive, di concentrata eleganza sintetica.

Diamond laser, un laser al diamante, direbbero gli angli. Ecco, questo è la battuta di Leo. Anzi, è Leo stesso.


Sash
[Modificato da Sashimi 11/11/2019 01:47]
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