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un simpatizzante

Ultimo Aggiornamento: 30/07/2005 19:47
19/07/2005 20:34
 
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Roberto
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Vorrei che qualcuno di voi dicesse che differenza c'e' fra la medicina occidentale e quella orientale.
E possibile saperlo?
21/07/2005 19:43
 
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l
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Posso provarci io, ma non ti assicuro il risultato.
Forse la differenza fondamentale sta nel fatto che le due discipline hanno un linguaggio diverso.

Infatti: la med. occidentale si basa su una scienza in contipua progressione, facendo proprie le nuove scoperte scientifiche, sia di natura medica che tecnologica.

La med. orientale e' ferma hgli sche mentali della sua tradizione, quando non c'era conoscenza anatomo-fisio-patologica, e si pensava che la malattia fosse frutto di disordini di varia natura, ma non in relazione diretta con organi ed apparati.

Anche il linguaggio di queste medicine non si e' mai rinnovato.
Oggi in occidente sono una moda, mentre l'oriente sta procedendo a grandi passi verso l'acquisizione delle pratiche mediche occidentali.

Un esempio e' quello dell'infezione da SARS.
La medicina cinese prescrive te' verde, quella occidentale la rianimazione e la ventilazione controllata.
Inutile dire quali sono i risultati migliori.

Lo stesso vale per la SIDA. Le cure usate negli ospedali cinesi, almeno per l'elite' della nomenclatura, sono i farmaci occidentali.

Anche per la cura della TBC sono i farmaci occidentali che vengono usati.

Questo non inficia il fatto che alcuni presidi medici mantengano le loro prerogative preventive e di ausilio curativo.
La ginnastica dolce, l'uso di preparati vegetali e di natura eterogenea,confermati in parte dalla sperimentazione, vari massaggi e pratiche varie.

Ma mi aspetto di essere contraddetto.



21/07/2005 21:16
 
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Ci provo anch'io....

Ci sono moltissime differenze tra la medicina occidentale e quella orientale.

In Oriente il corpo viene considerato come un’unità caratterizzata dallo splendido equilibrio di parti interdipendenti, e soprattutto, l’insieme è superiore alla somma delle sue parti costitutive.

Ogni essere umano è un’unità vivente formata da corpo, mente e spirito. Chi pratica la diagnosi orientale ha una visione unitaria di questi tre regni.

Fra essi non c’è separazione ma unità.

Nella diagnosi orientale il corpo viene visto come un’orchestra in cui la musica è l’anima. Se si elimina uno strumento qualsiasi, o si cambia il modo di suonarlo, la musica nel suo insieme ne risulterà completamente modificata.

Per porre alla luce tutta la ricchezza dello spirito, è necessario accordare con maestria ogni organo del nostro corpo, come se si trattasse di uno strumento musicale.

Esso deve funzionare in maniera perfetta, come se fosse suonato da un’eccellente esecutore.

E, soprattutto, affinché possa emergere l’essere più completo e meraviglioso (voi stessi) non bisogna mai dimenticare che ogni organo deve essere in armonia con il resto del corpo, con tutti gli strumenti dell’orchestra.

Perciò il guaritore orientale, è una sorta di direttore d’orchestra. Egli presta ascolto agli strumenti stonati e li accorda in modo da armonizzare ciascuno di essi con il resto dell’orchestra.

Il medico “occidentale” ha una visione microscopica delle cose: egli tende cioè ad osservare la realtà minuscola dei batteri, dei virus e di altri organismi microscopici.

Questo atteggiamento incoraggia ulteriormente il ricorso ai farmaci che vengono usati finchè il disturbo si aggrava a tal punto che i farmaci stessi non sono più sufficienti.

La medicina occidentale ha un’approccio di tipo “sintomatico” : essa cioè definisce la malattia sulla base dei sintomi. In caso di cefalea il medico prescrive un’aspirina e non si preoccupa di conoscere la causa che ha scatenato la cefalea nel paziente.

Si risponde con un farmaco persino nei casi in cui quel disturbo è evidentemente provocato da stress o da un’alimentazione sbagliata.

Secondo la diagnosi orientale, invece, una cefalea può derivare da disturbi renali, o dallo stress, o da problemi psicologici. In questo caso, nella diagnosi orientale, non si prescrivono farmaci ma si consiglia di cambiare il proprio stile di vita.

(tratto da: W.Ohashi - Diagnosi Orientale - Ed.Il Castello, 1995)

Interessante è anche consultare questo sito:
http://www.neurolinguistic.com/proxima/agoroma/01.htm

[SM=g27789] Monik

22/07/2005 20:11
 
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unodeitanti
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Ho Monik!, ma che medici frequenti tu? solo medici della mutua?


22/07/2005 20:30
 
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Caro "unodeitanti"... ma dei soliti...
Io non ho espresso un parere, ho solo evidenziato alcune delle differenze di approccio al paziente della medicina orientale rispetto a quella occidentale. Solo per conoscenza, non ho detto che seguo la medicina orientale.
Il giudizio lo stai esprimendo tu...


[SM=g27789] Monik
22/07/2005 21:16
 
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unodeitanti
[Non Registrato]
un parere estemporaneo
""La medicina occidentale ha un’approccio di tipo “sintomatico” : essa cioè definisce la malattia sulla base dei sintomi. In caso di cefalea il medico prescrive un’aspirina e non si preoccupa di conoscere la causa che ha scatenato la cefalea nel paziente.

Si risponde con un farmaco persino nei casi in cui quel disturbo è evidentemente provocato da stress o da un’alimentazione sbagliata. ""


Questo non corrisponde a verita'.
Lo sai anche tu.
E' vero che ci sono medici cretini, ma e' anche vero che le maggiori spese ospedaliere sono dovute ad un ecceso di accertamenti diagnostici, perche', anche di fronte ad una estrasistole ti ritrovi a fare una caterba di esami, per escludere questo e quello.
Quello che li e' scritto non e' corretto.

Non e' corretto neppure questo:

""Nella diagnosi orientale il corpo viene visto come un’orchestra in cui la musica è l’anima. Se si elimina uno strumento qualsiasi, o si cambia il modo di suonarlo, la musica nel suo insieme ne risulterà completamente modificata.""

La medicina cinese non faceva riferimento all'anatomia, ma alle energie. Questo testo sembra scritto da un musicista che si diletta in poesie, piuttosto che un medico che conosce anatomia e fisiologia.

Questo oggi e' inaccettabile.
Se tu hai la polmonite non ti curi con l'anima musicale, ma con l'antibiotico.
Questo ormai lo sanno anche i cinesi.










22/07/2005 21:24
 
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unodeitanti
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lo so che non hai espresso un parere, ma fra tanti testi da postare perche' hai scelto una roba cosi' inutile?
...E comunque io ho espresso un parere
23/07/2005 19:44
 
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Linus
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Confronto fra oriente e occidente, stando sotto l’ombrellone.

Quando si parla di oriente, di esotismo, di medicine indiane e cinesi, ci dobbiamo riferire ad una diversa interpretazione del mondo.

Queste medicine si basano su una valutazione non anatomo-fisiologica, cosi’ come la conosciamo in occidente, e che si e’ sviluppata nel corso di alcuni secoli.

La concezione orientale si basa sulla comprensione e direzione di una supposta energia, chiamata prana, Chi, Ka, energia vitale o altro, secondo la cultura dominante.

Questa energia e’ stata ormai riconosciuta, anche se non ancora studiata e compresa a fondo, pure in occidente, dalla medicina molecolare, e dai perfezionamenti della fisica quantistica.

Infatti la teoria ondulatoria [vibratoria] e corpuscolare, hanno aperto nuovi orizzonti anche alla medicina occidentale, soprattutto da un punto di vista dell’intervento bio-tecnologico.

Questo fenomeno sta diventando l’anello di unione fra le teorie ancestrali orientali e le attuali e forse future teorie mediche occidentali.
In pratica cio’ che l’oriente sosteneva senza una dimostrazione scientifica, ma basandosi su risultati empirici, ora puo’ essere messo al vaglio sperimentale dall’occidente, che ha gli strumenti teorici e scientifici per compiere degli studi appropriati e rivalutare pratiche che erano bollate come stregonerie.

Uno dei maggiori elementi di studio diventera’ la sovrapposizione delle localizazioni energetiche della medicina orientale [ meridiani, ciakra, punti di agopuntura, zone, ecc.], con le strutture del SNC e SNP [ sistema nervoso centrale e periferico] dei mammiferi ed in particolare dell’uomo.

Da tempo e’ nota la sintonia intuitiva che esiste fra i ciakra e il cervello, che comprende le strutture periferiche del SNP, cio’ i plessi, di cui il plesso solare o celiaco [cervello addominale] e’ il piu’ noto.

Da tempo si riconoscono nel derma piccoli sensori [organuli] che portano diversi tipi di sensibilita’ al SNC, e che sono alla base di ogni tipo di riflessologia zonale, sia essa del piede, della mano, del padiglione auricolare, dell’iride, della fisionomica, del Rolfing, del massaggio connettivale, e di altre terapie che sfruttano i sensori di altri organi, come la vista [cromoterapia] o come l’udito [musicoterapia], o come l’olfatto [aromoterapia, terapia dei profumi, ecc], ma anche del gusto [tutti sappiamo della gratificazione psicologica del “dolce”].

Molte delle terapie orientali si basano sugli stessi interventi, anche se fatti con modalita’ e con ritualita’ diverse, dovute al contesto culturale piu’ che ad una reale necessita’.

Assieme al trattamento di aree determinate del derma, il trattamento della colonna vertebrale ne e’un esempio, che riconosce nel SNC e SNP come la localizzazione di gran parte delle terapie [osteopatia,chiropratica, diversi tipi di massaggio].

Nella stessa agopuntura e micromassaggio, ma anche nello schiatsu, i punti usati per infiggere aghi o fare pressioni e massaggi, o scaldare con artemisia, sono molto soggettivi, sia per punti che per combinazioni usate.

Cio’ che pero’ sembra sovrapponibile e’ l’utilizzazione degli organuli presenti nel derma, i plessi paravertebrali e i plessi toraco-addominali.

Probabilmente il futuro permettera’ di mettere a punto strategie che tengano conto di ambedue le esperienze e che troveranno un linguaggio comune, per ottenere una applicazione con risultati tangibili e misurabili.

Solo cosi’ si avra’ una vera abilitazione delle tecniche orientali storiche, e di quelle occidentali che ancora non trovano spazio nella medicina accademica, e della definitiva eliminazione di quelle pratiche che dimostreranno di non possedere requisiti terapeutici.

… e adesso vado a fare un bagnetto.
Ciao, linus
25/07/2005 15:48
 
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Per "unodeitanti"
Ciao!!
Se mi leggi in altri post sai che a volte amo "volare" in ciò che mi appare più poetico e meno "materiale", dipende dal mio stato interiore del momento...
Vogliamo parlarne in modo più serio del quesito posto da "simpatizzante"?

Non ci sono problemi... Raccolgo solo le mie energie... ho ripreso in questi giorni il lavoro con turni un po'pesanti e poi ti rispondo eh...

[SM=g27789] Monik
25/07/2005 21:29
 
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...
Ciao, carissima collega
ti aspetto
L
26/07/2005 17:45
 
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Condivido ciò che ha evidenziato Linus e mi sembra che non si debba aggiungere molto per non essere inutilmente ripetitivi.

Vorrei solo sottolineare forse l'aspetto peculiare che ha caratterizzato la medicina orientale rispetto a quella occidentale al di là di tutto quello che è stato detto nei vari post, cioè il concetto di prevenzione considerato fondamentale per l'oriente e che ha iniziato ad essere importante anche per la medicina occidentale da pochi decenni.

La capacità di mantenersi in buona salute, ovvero prevenire le malattie, è stata considerata da sempre, specialmente dai cinesi, come una delle principali virtù.

Già nel testo del VIII° sec. a.c., il libro dei Mutamenti (Yijing) si può leggere: "l'uomo superiore pensa sempre in anticipo alla malattia e prende misure adeguate per prevenirla"
"Il saggio non cura gli uomini quando essi sono già ammalati, ma fa in modo di prevenire la comparsa della sua malattia".

Quindi la medicina orientale e in particolar modo quella cinese è una medicina preventiva perchè ha tra i suoi obiettivi primari quello di insegnare all'uomo a mantenersi in equilibrio con le componenti yin e yang dell'universo, della natura, dell'ambiente e come mantenere l'armonia all'interno del suo organismo. Non appena l'uomo percepisce il segno che qualcosa non fluisce armoniosamente può ricorrere al medico che tramite dieta adeguata, l'agopuntura, la fitoterapia corregge lo squilibrio energetico che si è creato, ripristinando una condizione di buona salute.

Proseguendo... la malattia non è quindi un avvenimento accidentale la cui responsabilità è da attribuire al caso, ma ha a che fare con il rapporto che l'uomo intrattiene con il proprio sè e con l'ambiente; la salute quindi è una sua responsabilità.

Per la medicina occidentale, capire una malattia significa scoprire un'entità distinta, separata dall'essere del paziente; per la medicina orientale, capire significa percepire le relazioni che legano insieme tutti i segni e i sintomi del paziente.

Concludendo...

Ciò che è auspicabile, ma già si è su questa strada... è un congiungimento tra pensiero occidentale ed orientale, unendo i loro aspetti positivi.
Cercare l'equilibrio nell'incontro di culture e di conoscenze diverse può portare ad una rinnovata, più ampia e armonica visione della realtà, della salute, della malattia.

Monik [SM=g27789]
26/07/2005 19:18
 
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unodeitanti
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mi sembra un' ottima conclusione.
28/07/2005 11:08
 
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solo una precisazione...

Per la medicina occidentale, capire una malattia significa scoprire un'entità distinta, separata dall'essere del paziente; per la medicina orientale, capire significa percepire le relazioni che legano insieme tutti i segni e i sintomi del paziente.


Non aggiungo nulla di nuovo a quanto già espresso esaurientemente.
Per la medicina orientale lo stato di malattia fa parte della persona.
Non è un nemico da combattere con ogni mezzo.
Lo stato di malattia è complementare a quello di benessere, in quanto essere malati è la manifestazione di un'alterazione degli equilibri fisiologici della persona.
Non si promettono guarigioni miracolose, ovviamente.
Alcune patologie sono incurabili con la medicina orientale...del resto neppure per la medicina occidentale alcuni malanni sono bruscolini.
Si cerca semplicemente di riportare l'organismo quanto più possibile alla sua condizione originaria.
concludo:
In questa sede, necessariamente, stiamo trattando in poche righe ciò che per altri è il frutto di una conoscenza millenaria.
Una semplificazione forzata, con tutte le pecche che comporta.
La medicina orientale è nata da conoscenze empiriche, dall'osservazione "esterna" dell'organismo. Eppure spesso fa riferimento a conoscenze di fisiologia perfettamente sovrapponibili a quelle ottenute in occidente smembrando cadaveri (e non solo).
io mi sono avvicinata alla medicina orientale per curiosità, con l'idea di fare massaggi shiatsu (che in realtà massaggi non sono), ho trovato qualcosa che può essere un valido aiuto alla mia pratica quotidiana.
Mai dire mai.
buon lavoro a tutti

magi
______________________________________

Non seguire il sentiero già segnato; va', invece, dove non vi è alcun sentiero, e lascia una traccia
29/07/2005 01:22
 
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angelo
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in realtà,secondo la definizione di salute data dall'oms, la distinzione tra la med occ. e quella orient. non esiste.
peccato che tra il dire e il fare....
29/07/2005 19:31
 
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L
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se antico e' bello
mi sembra che Angelo intravveda cio' che penso anche io.

Se dovessimo togliere le scorze che ricoprono i tentativi delle culture millenarie di trovare qualche forma di lenimento alla sofferenza, scopriremmo che cio' che e' importante, al di la delle parole e della loro musicalita', sono i risultati.

Una medicina, che sia occidentale o orientale, asiatica o africana, eschimese o mandingo, deve funzionare.

Se non funziona sono chiacchiere, ed orpelli buoni per artisti e lestofanti.

I Romani non avevano medici e conquistarono il mondo conosciuto.
Si curavano allo stesso modo in cui curavano le loro capre e le loro pecore: full immersion nella natura.

Quando cominciarono ad importare medicine strane, cominciarono anche a degenerare.
Forse sono un po' lapidario. Ma, forse, e' perche'gli antichi romani[ come i celti, i germani, gli etruschi e ogni altro antico, mi stanno simpatici.


30/07/2005 10:16
 
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angelo
[Non Registrato]
... a me risulta che già i romani introdussero un sistema curativo simile a quello attuale: vennero prodotti farmaci ad och per i vari disturbi. ricordiamoci di Galeno, medico romano famosissimo a cui dobbiamo l'aggettivo "galenico".
a me sono più simpatici i greci e il loro sistema curativo che prevedeva il soggiorno dell'infermo del tempio, durante il quale, dopo un lasso di tempo variabile a regime alimentare adeguato e dopo pratiche che comprendevano l'utilizzo degli agenti naturali, riceveva la "visita" del dio, spesso in sogno, che gli indicava la via della guarigione. dio a parte, è evidente l'importanza di una guarigione "dall'interno", una consapevolezza e una volontà che è necessaria per raggiungere e mantenere la salute, ma che in corsia viene spesso scoraggiata da medici ed infermieri che tendono a trattare il paziente "dall'esterno" senza coinvolgerlo più di tanto nel piano cure, come se la malattia fosse un problema loro e non dell'ammalato.
ecco: un buon principio di medicina complementare è considerare il paziente nel suo insieme, attore protagonista del suo processo evolutivo di salute e malattia, ed aiutarlo a soddisfare i suoi bisogni, che spesso vanno oltre a quelli fisici, e diventano bisogni legati al "capire" e "comprendere".
trovarsi in un ambiente che possa soddisfare il proprio modo comunicativo e culturale è già una prima importante risorsa per l'ammalato, ed è per questo che l'infermiere dovrebbe essere informato su tutto ed essere in grado di approcciarsi a persone di qualsiasi ceto e cultura.
ricordiamoci che alla facoltà di medicina non è previsto lo studio della psicologia (almeno fino a qualche tempo fa), e si vede! noi un'infarinatura l'abbiamo, abbastanza per farla fruttare ed andare oltre le apparenze, ed impostare un'assistenza globale, a patto che struttura e (sigh!) colleghi ce lo permettano.
30/07/2005 19:47
 
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Linus
[Non Registrato]
esculapion, santuari mariani, terme di Boario....c'e' molta differenza?
Galeno Pergamo 129 - Roma o Pergamo 199

Fisico, anatomista e fisiologo, studiò a Pergamo, Smirne, Corinto e Alessandria. Nel 157 divenne chirurgo dei gladiatori a Pergamo e poi medico personale dell'imperatore Marco Aurelio. Scrisse opere voluminose di filosofia e medicina, dei quali ci restano solo 108 scritti, parte nella stesura originale greca e parte nella versione araba. Tali opere raggiunsero l'Europa occidentale sottoforma di traduzione latina dei testi arabi. Soltanto con l'avvento della iatrochimica [XV-XVIsec.]la medicina galenica cominciò ad entrare in crisi.
............................................................................

Galeno era greco ed entro' in Roma nel secondo secolo, quando ormai la Roma imperiale era prossima alla grande crisi che la sconvolse per oltre un secolo.
Non fu il primo greco [non romano] ad entrare in Roma. Prima di lui provarono in molti e dopo l'iniziale entusiasmo vennero cacciati o ignorati.

Galeno pote' esercitare perche' divento' famoso come chirurgo di gladiatori
[cioe' come il medico del Milan], poi medico dell'Imperatore [come dire di Berlusconi].

Questo avvenne perche' ormai la classe dirigente romana si era fortemente ellenizzata [per la media borghesia era molto trend avere un medico greco].

Per cio' che riguarda gli esculapion, ti diro' che in fondo non differivano molto da Lourdes e da altri santuari mariani odierni.
Si pregava, si sognava, cera qualche monaco che ti prendeva in simpatia e tanta atmosfera mistica.
Oltre a cio' l'esculapion era situato al centro di una zona boschiva, isolato e provvisto di acqua corrente. Un po' come Salsomaggiore o Montecatini terme.

A lordes i miracoli riconosciuti ufficialmente sono neppure 60 e alle terme, salvo un po'di vita tranquilla [ma mica sempre, perche' se vuoi trovi anche molte distrazioni]come entri, cosi' esci.

Diciamo che, come avevo gia' detto, cio' che veniva perseguito da Ippocrate e soci, era una full-immersion naturale, con la separazione da cio' che impediva la guarigione, cioe' la famiglia, la societa', le cattive abitudini, ecc.

Se l'organismo aveva ancora una certa riserva di energia vitale, si riprendeva, altrimenti, poco distante c'era il bosco sacro, dove seppellire il fallimento.





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