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recensione del corso di riflessologia del cespi

Ultimo Aggiornamento: 01/08/2005 19:40
24/06/2005 12:32
 
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angelo
[Non Registrato]
è qualche mese che ho in mente di scrivere due righe di commento al corso cespi di riflessologia olistica, ma ogni volta che ho scritto qualcosa, ho poi deciso di non postarla... questo perchè un giudizio sul corso cespi non può che essere negativo, e finora ho avuto una sorta di "timore reverenziale" nei confronti di un'istituzione (il cespi, appunto), molto stimata e considerata nel mondo infermieristico.
ma, in fin dei conti, se qualcuno mi avesse avvertito prima, forse avrei evitato di buttare 600 euro (500 più iva, senza contare le spese di viaggio e di soggiorno a torino sostenute da chi, come me, veniva da fuori), per un corso che , oltre ai crediti (49), contiene solamente aria fritta, e parecchia presunzione.
una volta il corso era tenuto dalla marsaglia, e ne avevo sentito parlare bene. ora i docenti sono due: un fisioterapista ex infermiere e un'infermiera che ha sperimentato la riflex in reparto, che però è rimasta spessissimo in disparte.
io sono un ex infermiere con partita iva come riflessologo, quindi qualche titolo per poter giudicare il corso ce l'ho, e la prima cosa che mi viene da dire è che QUELLA DEL CESPI NON E' RIFLESSOLOGIA PLANTARE. la tecnica insegnata non la si trova da nessuna parte, tantomeno nel libro di testo che ci è stato dato in dotazione, nel quale è descritto con precisione il classico movimento "a bruco", utilizzato pressochè da tutte le scuole. alla richiesta di precisare il perchè della scelta di una tecnica così diversa (un puntuale a tappeto su tutta la pianta del piede), ci è stato risposto: "qui si fa così". grazie tante.
la parte teorica è stata molto generica, poco precisa, piena di terminologie mutuate dalla medicina cinese e dalla new age (yng, yang, olismo, ecc..), con l'impressione di essere state scelte più per impressionare che per spiegare. l'indagine morfologica del piede (chi ha fatto una scuola di rifle tipo la simo, la zu, la siri, o comunque di impostazione legata alla mtc, sa benissimo che è fondamentale per impostare il trattamento) è stata completamente ignorata con affermazioni tipo "eventuali alterazioni del piede non significano assolutamente nulla", e alle obbiezioni il docente si è scaldato, paragonando l'esame morfologico del piede ad una pratica stregonica da ciarlatani.
meno male che in precedenza ha insistito più volte sulla necessitòà di avere un'apertura mentale che prevarica gli schemi!
la mappa dei punti riflessi è stata considerata in 15 (sottolineo 15) minuti, tempo durante il quale ci sono state sottoposte alcune (2 o 3) mappe diverse, senza peraltro prendere una posizione a favore di una o dell'altra, ma limitando a dire "alcuni il fegato lo mettoni lì, altri là"...
del resto, secondo la tecnica che ci è stata insegnata, il punto riflesso "non ha nessuna importanza," perchè il piede VA TRATTATO TUTTO INTERO, COME DICONO LORO, senza prestare attenzione ai pieni, ai vuoti, allo stato dei meridiani e alla qualità delle unghie.
ci è stata dettata la definizione di "piede in pieno", e "piede in vuoto", mentre chi ha un'infarinatura di mtc, sa benissimo che, in virtù della legge dei 5 movimenti esistono ORGANI IN PIENO e altri IN VUOTO, dato che l'energia si sposta sulle diverse logge, e se c'è un pieno, da un'altra parte ci sarà un vuoto, e viceversa.
si potrà obiettare che 6 giorni di corso sono pochi, ma sono sufficienti per dare una buona infarinatura di base. sottolineo che dei 6 giorni, due sono stati dedicati alla riflessologia della mano, uno intero alla ricerca, moltissimo tempo è stato dedicato alle istruzioni su come compilare le schede dei trattamenti, una mezza giornata ad un'auto trattamento sul corpo, un'altra mezza ad un esercizio di visualizzazione che ha coinvolto una decina tra i partecipanti presenti, e il rimanente al piede.quindi, molta, forse troppa carne sul fuoco.

quando, all'inizio del secondo modulo il docente ha chiesto ai partecipanti eventuali impressioni e considerazioni riguardo ai primi trattamenti fatti a casa, davanti ai loro racconti e alle relative domande riguardanti reazioni che siono state osservate, il docente ha semplicemente risposto "tutto questo può accadere". punto.

conclusione: nonostante la maggior parte dei partecipanti non aveva strumenti sufficenti per giudicare la qualità del corso, sin dal primo modulo si sono manifestate alcune perplessità in alcuni dei presenti.
il sospetto che ai docenti non interessasse dare uno strumento di lavoro autonomo, ma semplicente formare degli esecutori di un massaggio il più possibile standard ed asettico per utilizzare le loro schede per la loro ricerca, è fortissimo.
i vari obiettivi del corso non sono stati raggiunti, tanto meno quello di insegnare tecniche ad hoc per le varie patologie.
la domanda di una partecipante sulla possibilità o meno di applicare la tecnica sui trapiantati è rimasta sospesa nel vuoto.

epilogo:
che dire? rispetto il lavoro di tutti, ma per fare il docente serve un qualcosa di più di un titolo e di un po' di presunzione: serve molta disponibilità, che si è vista a parole (la candela accesa durante tutto il corso in segno di "accoglienza", i tanti discorsi sulla necessità di essere empatici, di ascoltare gli altri), ma assolutamente poco nei fatti (gli irrigidimenti del docente davanti a chiarimenti o legittime obiezioni). pur avendo da subito dichiarato di essere già in possesso di un'istruzione riguardo alla riflessologia, e di esercitarla come professione, nessuno dei docenti si è preso la briga di chiedermi quale fosse la mia formazione e che tipo di scuola avessi frequentato.
anch'io insegno, e spesso capita di trovare nel corso qualcuno che già conosce la materia: informarsi ed avere un'occhio di riguardo vuol dire non avere problemi, e avere la possibilità d'imparare qualcosa di nuovo. di cero la chiusura non è una buona tecnica.
oltretutto il corso è costato non poco, e chi offre un servizio, ha degli obblighi nei confronti di chi ne usufruisce.

riflessione: su questo sito si è spesso fatto il pelo sulle differenze tra infermiere e naturopata, sulla qualifica che queste due figure possono avere nel campo delle mnc, e spesso il parere comune era a favore dell'infermiere.
io conosco sia il mondo dei naturopati che quello infermieristico, avevo le mie perplessità, ma alla fine ci ho creduto anch'io ad un possibile coinvolgimento attivo dell'infermiere nelle mnc.
credevo che la riflessologia potesse essere la disciplina infermieristica per eccellenza.... il corso cespi ha dimostrato il contrario, e non ha fatto altro che convincermi che le mie intuizioni di base sono (purtoppo) vere:
il ruolo dell'infermiere resta comunque secondario, l'autonomia è negata anche nella possibilità di poter scegliere COME impostare il trattamento.
chi sta sopra (in questo caso il docente), si distacca dalla categoria e detta legge, senza creare un'interazione tra i partecipanti e senza chiarire i dubbi, ma semplicente IMPONENDO la propria autorità ed esperienza ("qui si fa così" " i crediti non sono garantiti a tutti...").

conclusione:
tristezza, per un'occasione perduta, e per i soldi spesi.
con tutta la buona volontà, sinceramente, devo dire che ho portato a casa veramente poco.... aparte i crediti.
24/06/2005 21:40
 
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mariateresa
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Re:
mi spiace anch'io conosco un po' di riflessologia plantare e ti volevo chiedere com'era questo corso. Grazie per averci avvisato sappiamo che se vogliamo fare qualcosa in questo ambito meglio non andarci.
ciao mariateresa
25/06/2005 12:35
 
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linus
[Non Registrato]
sulla riflessologia: mie esperienze
Mi spiace molto della tua esperienza negativa.
Pensare come eri euforico, in attesa di iniziare.
Ma non eravate in due a quel corso?
Non c'era anche la collega di torino?

Purtroppo sospettavo che sarebbe finita cosi'.
Ho conosciuto parecchi cultori e scuole su questa materia.
Le radici sono tutte su Zamboni e le infermiere tedesche e inglesi.Marquardt, Bayly, ecc.
Tutti gli altri hanno imparato da loro.[ a parte le teorie indiane e cinesi], compreso me' che ho fatto il primo corso nell'80.

Tenendo presente che molti che oggi scivono testi [vedi la Dalia Piazza,CIRF, conosciuta di persona, insieme al Buzzacchi, o la Clara B.Erede, anche lei conosciuta,], non hanno alcuna esperienza medica istituzionale.

In questo campo la millanteria si spreca e hanno successo solo quelle persone che riescono in qualche modo ad avere agganci per mettere insieme una scuola e legarla alle istituzioni.

Il metodo dei crediti formativi si sta' rivelando una miniera d'oro.
Tanto nessuno si preoccupa di verificare i contenuti.

Il problema piu' importante in questo campo, dove abbonda il pressapochismo e la fantasia [oltre che la speculazione], il vero problema di fondo e' la sperimentazione, con una casistica controllabile, con dei cambiamenti verificabili, con una serieta' scietifica.
Tutte queste cose non esistono.

Personalmente mi ritengo uno dei pochi ad aver praticato al pubblico in un numero consistente di casi.
Oltre il centinaio, molti dei quali ho schedato.
Le mie statistiche non sono particolarmente entusiasmanti, anche se ci sono stati alcuni risultati notevoli.
Ma al di la dei casi che hanno del miracoloso, molti disturbi funzionali mi hanno lasciato nel dubbio:

- visto che i trattamenti duravano alcune settimane, con due- tre sedute settimanali per un totale di dieci quattordici, i risultati ottenuti erano derivati dal trattamento o dal canbiamento dello stile di vita e di vari aggiustamenti, dovuti al fatto di dover riferire costantemente a qualcuno il proprio operato?-

Questo dubbio non l'ho ancora superato, anche se alcuni effetti sono evidenti e verificabili con messi obbiettivi.

Anche come gruppo [un medico, una estetista, un fisioterapista ed io]i risultati sono sempre stati modesti e in genere non andavano oltre una " senzazione di ritrovato benessere ed energia".

Continua tu.................


25/06/2005 16:41
 
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angelo
[Non Registrato]
ciao linus.
effettivamente è stata una bella delusine!
come dici tu,il corso cespi si rifà alle infermiere inglesi, e ha ben poco di scientifico, dato che assolutamente non si è parlato di patologie, ne' di orgnani interni, ne' dei reali effetti fisiologici della stimolazione: molte parole spese invece sull'importanza dell' "ascolto" , dell'empatia, e di come è importante fare stare a proprio agio l'utente del massaggio... detto ad un infermiere sarebbe come dire a un pasticcere che il bignè deve essere.... dolce!
vogliamo una buona volta superare lo scoglio mentale che attanaglia la nostra categoria? vogliamo cioè considerarci dei professionisti a tutti gli effetti ed essere trattati come tali?
avverto spesso nella categoria una sorta di senso di colpa o d'inferiorità occulto, alimentato ed esercitato da chi sta appena un gradino al di sopra degli altri, per via di mansioni, simpatie con i medici, o amenità del genere.
tanto per dirne una: al corso cespi la mappa zonale del piede non ci è stata consegnata, ma ci hanno fatto mettere il piede su di un foglio mentre il compagno ne ricalcava con la penne il contorno.... fatto ciò il docente ci ha spiegato come suddividere il "disegnino" in zone, perdendo veramente parecchio del già poco tempo a disposizione... potrbbe sembrare una cosa simpatica, ma ve lo immaginate chiedere di fare una cosa del genere a dei medici? teniamo presente che era un corso di aggiornamento accreditato dal ministero, e non una scampagnata di boy scout.

per quanto riguarda i risultati della rifle: sai che quella che pratico io è d'impostazione legata alla mtc, e ho spesso avuto riscontro soggettivo delle zone trattate: le sentivano i massaggiati, le ho sentite io quando ero massaggiato a mia volta, specialmente quando .
resta sempre il problema delle diverse impostazioni e delle molte scuole e della mancanza di un vero confronto tra le diverse metodiche,anche perchè sotto sotto si ha paura di perdere il proprio potere.
frequentando naturopati e infermieri con corsi alle spalle ho spesso trovato un clima da setta, o da illuminati da dio; pochi sono disponibili a mettersi in discussione e a cedere agli altri quello che sanno, atteggiamento che spesso nasconde tanto fumo e poco arrosto.
ciao
27/06/2005 23:15
 
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l
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IO non ho niente da nascondere.
E nemmeno tu, percio'........
29/06/2005 11:13
 
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l
[Non Registrato]
la riflessologia anglofona
ho segnalato un testo sulla riflessologia alla bibliografia dell'area di medicina complementare, che si riferisce al metodo Bayly.

Lo riscrivo qui:
Gerard J. Bendix, Press point therapy, Thorsons Publishers Limited,Wellingborough.Northamptonshire,varie edizioni.
originalmente pubblicato in USA,N.Y.,ad uso famigliare.

Manuale in lingua inglese molto semplice nell'esposizione, ma ben impostato, di 150 pagine e numerose illustrazioni.
E' l'esempio di come il mondo anglosassone tratti la materia.


15/07/2005 13:15
 
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nunzia
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re corso riflex cespi
lo so angelo ci ho messo un po' a rispondere. speravo ti sbagliassi e invece hai ragione tu. Mi rode un sacco ammetterlo!
NUNZIA
15/07/2005 17:38
 
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angelo
[Non Registrato]
Ciao nunzia.
sono contento che anche tu sia dell'idea visto che hai fatto il corso con me al cespi, ma poi hai approfondito la rifle con lanza.
se ti va potresti dire qualcosina in più, visto che due campane suonano sempre meglio di una, e adesso hai la possibilità di esprimere un'opinione con cognizione di causa.
riciao.
15/07/2005 20:35
 
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l
[Non Registrato]
...e noi siamo pronti a far nostra la vostra esperienza.
Sono dati in piu' che possono tornare utili.
La conoscenza progredisce con le proprie, ma sopratutto, con le altrui esperienze. [Secondo il metodo opportunista].
01/08/2005 13:31
 
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nunzia
[Non Registrato]
corso riflexo cespi
è giusto portare anche le mie considerazioni.
Concordo con Angelo, dopo aver seguito lezioni di riflessologia c/o l'istituto di naturopatia (Lanza per intenderci), mi sono accorta che quello che avevo imparato al cespi non era neanche riflessologia. non so dire neanche di cosa si tratti. al cespi si è data molto importanza alla scheda raccolta dati e come fare ricerca infermieristica. non si è mai affrontato il discorso di terreno, loggie, o gruppi di patologie...
La metodica cespi prevede un massaggio in toto del piede a tutti, senza nessuna differenziazione , la tecnica non prevedeva il tocco a "bruco" (scusate non mi viene in mente il termine tecnico)mentre invece il libro fornitoci in sede di corso lo prevedeva.
Ho fatto qualche trattamento come da cespi (c'erano anche i compitini da fare per l'incontro successivo) a i conoscenti che lo hanno ricevano sono stati entusiasti. In realtà si trattava di rilassamento perchè i dolori per l'artrosi di mio papà non sono passati (ha funzionato di più il rescue). poi credo che quando si utilizzino queste tecniche ci sia molto del placebo. non solo quello chiaramente...
Adesso so di avere i crediti per quest'anno e nient'altro.
una cosa importante che stavo per dimenticare è che comunque non è una tecnica che posso utilizzare con i miei pazienti! a cosa è servito?
sicuramente a mandarmi in crisi perchè non sto massaggiando nessun piede con nessuna tecnica.
Angelo avrò per caso bisogno di star of betlem?

01/08/2005 19:40
 
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Gigi
[Non Registrato]
queste cose vanno dette e fai bene a dirle a tutti, come ha fatto Angelo.
In queste pratiche non vale il nome della scuola o dell'organizzazione, ma l'assistenza di qualcuno che ha esperienza PRATICA pluriennale.

La fiducia e' una cosa seria.
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