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Ambra: convivo e vorrei i Pacs

Ultimo Aggiornamento: 22/09/2005 14:14
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22/09/2005 14:14
 
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Ambra: convivo e vorrei i Pacs
Un figlio senza diritti è un incubo


«Per una donna che ha un figlio senza essere sposata è tutto un incubo».
Ambra Angiolini, come suo solito, non ha mezze misure.
Era così allora, bambinaprodigio nelle mani di Boncompagni (a sentirla oggi, con la sua ironia e profondità, viene da chiedersi se davvero era il pigmalione a plasmarla o non viceversa), lo è oggi, giovane donna, conduttrice televisiva affermata, compagna di Francesco Renga, cantautore bello e bravo (quest'anno ha vinto il Festival di Sanremo).
I due sono innamorati e convivono felicemente da quasi quattro anni, senza alcuna intenzione di sposarsi.
Il 3 gennaio 2004 è nata Jolanda. E con lei sono arrivati i problemi burocratici. «Ho scoperto di recente, grazie a una puntata del mio programma ("Cominciamo bene estate", con Mirabella, la mattina su Raitre) quando è venuta ospite una donna avvocato che se non sei sposata, per lo Stato l'unico parente riconosciuto è la mamma. Nessun'altro.
I figli vanno legittimati attraverso una procedura assai complicata, lunga e dispendiosa, presso il Tribunale dei minori. Allo stato attuale Jolanda non ha nonni, zii, nessuno.
Se mi succede qualcosa, non so bene di lei che potrebbe essere. Se poi Francesco non mette per iscritto che la casa, se invece succedesse qualcosa a lui, deve restare a me e alla bambina, noi teoricamente ci troveremmo senza un tetto».
Ambra vive con una certa ansia questa situazione: «Mi spaventa avere la totale responsabilità su mia figlia. Sono sola per la legge in questo momento». Ambra dunque in quest'anno ha toccato con mano la differenza che c'è tra essere sposata e non esserlo, in Italia. Per questo invoca i Pacs, una legge che smetta «di farci essere indietro rispetto a tutta l'Europa. Occorre riconoscere le unioni di fatto, parificarle a un matrimonio. Bisognerebbe prendere atto che le cose sono cambiate, la famiglia italiana si è aperta ad altre possibilità. Perché se due non vogliono sobbarcarsi promesse e giuramenti, cambi di domicilio e quant'altro devono essere penalizzati? Perché un uomo che ha un compagno malato di Aids non può entrare in ospedale ad assisterlo perché per la legge non è nessuno? È capitato ad alcuni miei amici, ho provato tanta rabbia.
Io e Francesco siamo una coppia pubblica, dunque quello che non fa lo Stato lo fa Novella 2000: tutti sanno che stiamo insieme e non abbiamo mai avuto problemi a dover dimostrare la nostra unione. Ma le altre coppie?».
È lucida Ambra nella sua analisi, ha la rabbia dei giovani e la consapevolezza degli adulti. Non ha paura di fare discorsi controcorrente. «Jolanda è più importante del matrimonio. È arrivata prima e così per evitare altri carichi, bomboniere, zii da ospitare, abbiamo deciso di non sposarci in fretta solo perché era nata nostra figlia, ma di aspettare. Tanto non cambia davvero nulla, non mi sento diversa da mia madre che è sposata. È giusto dire quel sì quando ci si crede davvero. Sarò anche laica e moderna però è così: se non lo senti, nessuno può condannarti».
Ma le difficoltà burocratiche non la faranno capitolare. Ambra e Francesco ne hanno parlato ma non hanno alcuna intenzione di diventare marito e moglie per sfinimento.
Soltanto perché «giorno per giorno devi ragionare su tutto per capire cosa è meglio fare per Jolanda.
Ora, per esempio, dobbiamo informarci dagli avvocati se dobbiamo aprire un conto per lei o se deve essere inserita sul mio conto o su di quello Francesco». Ma per l'appunto tutto questo non li porterà all'altare. «Non escludo di sposarmi un giorno ma non certo perché la burocrazia ha vinto». E come si immagina un giorno il suo matrimonio? «Ho fatto il maschiaccio per anni, ma ora vorrei che fosse l'uomo a chiedermelo. Insomma non vorrei quelle cose dove io preparo tutto e lui si veste da sposo giusto per compiere l'atto. Comunque io non ho particolare voglia di sposarmi e Francesco per ora non me l'ha chiesto, quindi va bene così. È un argomento sul quale spesso giochiamo e ironizziamo. La verità è che io avrei il terrore che Francesco non si presentasse all'appuntamento perché c'è una puntata di CSI e si dimentica. Ma per un eventuale matrimonio il mio sogno sarebbe: poca gente, nessuna bomboniera, no ai pranzi abbuffate. Dove? Nel giardino di casa nostra. Comune o chiesa? Chiesa, più per lui che per me». E se nel frattempo arriva la legge? «Io mi auguro che arrivi per tutte le coppie che ne avranno bisogno. Conoscendomi sarà certamente così: il giorno che arrivano i Pacs, io mi sposo».

dal "corriere della sera" di oggi!

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