Credo che sia l'ora di iniziare una discussione riguardo questo ipotetico campo d'azione di cui abbiamo abbozzato le linee.
Non uso la discussione preesistente, perché quella è stata abbastanza prematura, in quanto nemmeno noi avevamo idea cosa veramente potesse essere un eventuale nuovo corso del fumetto italiano.
Il risultato è quello che tutti voi potete apprezzare
qui ma che non necessariamente deve ritenervi concordi. Io per esempio non son d'accordo.
L'operazione che è stata fatta è stata quella di escludere i fumetti usciti sotto l'egida "Disney" da questo nuovo corso, in quanto ancora legati al cordone ombelicale di Mamma Disney, con tutto quello che comporta e che ha comportato per il destino di questi fumetti.
Però io tendo a vedere questi fumetti (PK, MM, W.i.t.c.h.) non come precursori, ma come veri e propri iniziatori di questa corrente. Se ben guardiamo l'impatto che hanno avuto sul mercato è stato notevole, e grazie alle vendite ben oltre le più rosee previsioni (PKNA e Uicc almeno) hanno creato certamente un trend. Lo stesso Enoch "riconosce" l'importanza di PK inserendo un poster del personaggio nella stanza di Gea.
E' indubbio poi che questi fumetti contengano tutti gli elementi che imputiamo al NFI, in primo luogo la contaminazione dei generi. Essi infatti per la prima volta propongono qualcosa di differente dai canoni Disney tradizionali. PK mischia fantascienza, fumetto supereroistico e d'introspezione. MM porta Topolino in atmosfere noir e hard-boiled. Witch addirittura travalica il fumetto Disney come si è sempre inteso, portando tematiche che normalmente non si sarebbero affrontate in un Disney (prima su tutte la famiglia) in un contesto decisamente atipico (lo stile è chiaramente ispirato al manga).
Se vogliamo proprio parlare di progenitori, io guarderei a Nathan Never, tentativo (imho fallito) di contaminare il classico fumetto bonelliano con altri temi (di nuovo compaiono le tematiche tipiche del manga), con la fantascienza, con un'idea di continuity... Questo, certo, senza assolutamente negare mai gli stilemi tipici del bonelliano.
Ovviamente però questo è un altro discorso.