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Nuovo Fumetto Italiano

Ultimo Aggiornamento: 21/01/2006 14:28
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Triumviro
Generale Evroniano
Maledetto Genovese
Clarissimus Consul
Credo che sia l'ora di iniziare una discussione riguardo questo ipotetico campo d'azione di cui abbiamo abbozzato le linee.

Non uso la discussione preesistente, perché quella è stata abbastanza prematura, in quanto nemmeno noi avevamo idea cosa veramente potesse essere un eventuale nuovo corso del fumetto italiano.

Il risultato è quello che tutti voi potete apprezzare qui ma che non necessariamente deve ritenervi concordi. Io per esempio non son d'accordo.

L'operazione che è stata fatta è stata quella di escludere i fumetti usciti sotto l'egida "Disney" da questo nuovo corso, in quanto ancora legati al cordone ombelicale di Mamma Disney, con tutto quello che comporta e che ha comportato per il destino di questi fumetti.

Però io tendo a vedere questi fumetti (PK, MM, W.i.t.c.h.) non come precursori, ma come veri e propri iniziatori di questa corrente. Se ben guardiamo l'impatto che hanno avuto sul mercato è stato notevole, e grazie alle vendite ben oltre le più rosee previsioni (PKNA e Uicc almeno) hanno creato certamente un trend. Lo stesso Enoch "riconosce" l'importanza di PK inserendo un poster del personaggio nella stanza di Gea.

E' indubbio poi che questi fumetti contengano tutti gli elementi che imputiamo al NFI, in primo luogo la contaminazione dei generi. Essi infatti per la prima volta propongono qualcosa di differente dai canoni Disney tradizionali. PK mischia fantascienza, fumetto supereroistico e d'introspezione. MM porta Topolino in atmosfere noir e hard-boiled. Witch addirittura travalica il fumetto Disney come si è sempre inteso, portando tematiche che normalmente non si sarebbero affrontate in un Disney (prima su tutte la famiglia) in un contesto decisamente atipico (lo stile è chiaramente ispirato al manga).

Se vogliamo proprio parlare di progenitori, io guarderei a Nathan Never, tentativo (imho fallito) di contaminare il classico fumetto bonelliano con altri temi (di nuovo compaiono le tematiche tipiche del manga), con la fantascienza, con un'idea di continuity... Questo, certo, senza assolutamente negare mai gli stilemi tipici del bonelliano.
Ovviamente però questo è un altro discorso.
28/10/2005 21:17
 
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Comune mortale
Coolflame
Concordo con quanto dici Gorthan, e a tal proposito volevo portare all'attenzione il caso di MM, che dopo la sconcertante notizia che si era fermato al numero 12 e che non sarebbe continuata la bellissima avventura noir e hard-boiled di Topolino nella affascinante Anderville, ho mandato decine di mail a tutti per sapere i motivi di tale chiusura. Ho ricevuto qualche risposta vaga e una "altamente confidenziale" che confessava che MM è stato chiuso da "Mamma Disney" proprio perchè troppo "NFI". Per la Disney un Topolino noir e hard-boiled, fuori da Topolinia era proprio troppo! PECCATO!
Non vedo quindi il motivo di escludere a priori i fumetti nati sotto "l'ala di Mamma Disney" dal NFI.

31/10/2005 09:15
 
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Bambino prodigio
Ammiraglio
Imitazione di Drogato
Aedilis Curulis

Se vogliamo proprio parlare di progenitori, io guarderei a Nathan Never, tentativo (imho fallito) di contaminare il classico fumetto bonelliano con altri temi (di nuovo compaiono le tematiche tipiche del manga), con la fantascienza, con un'idea di continuity... Questo, certo, senza assolutamente negare mai gli stilemi tipici del bonelliano



inserire NN come proto-NFI mi piace, ha un senso e sono totalmente d'accordo
ma, per me, così come NN viene prima dell'NFI, vengono prima anche PKNA e MMMM.
Alla fin fine l'NFI si inserisce anche, per come è stata impostata per adesso la definizione, in un discorso storco-editoriale e quindi il superamento degli stilemi classici.
A questo punto pero' come primo esempio di NFI puro non metterei piu' Skydoll ma il primo Witch...
07/11/2005 16:28
 
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In generale condivido l'analisi fatta da Gorthan. Non mi trovo d'accordo su NN come tentativo fallito di NFI: benché non si possa negare che la testata introdusse le novità della contaminazioene fra generi e della continuity, è comuinque molto legato alla tradizione bonelliana.
Secondo me è Pkna la testata proto-NFI, oltre che per le storie della serie che contengono gli elementi deln Nfi (continuity, contaminazione di generi, tematiche... ) anche per gli autori, nati o cresciuti grazie alle testate, molti dei quali ritroviamo attualmente come autori e co-autori delle attuali testate NFI. Ho detto che Pkna è proto-NFI, ma questa definizione sta stretta; in effetti è + più di un prototipo... e proprio l'inizio, dove gli elementi dell'NFI ci sono tutti, anche se magari in alcune delle storie della testata sono meno presenti.
10/11/2005 20:26
 
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Comune mortale
Guerriero Evroniano
Tamarro Blisscomane
Rusticus Plebeius
piccola parodia:

mah.. la querstione del NFI riguardoa NN si risolve con un CIP (e CIOP) nel senso che NN come KY è di certo implementato verso una comunicazione troppo radicata nello stile DD,. mentre invece PKNA e MMMM no. PErò forse GM sì. e insomma! chi ci capisce qualcosa paghi il CID all'INPS e si peschi un


website: Blueray:.
mailing list: Disia:.

Skay "...anche un solo istante, può essere importante..."
Skay è tuo AMICO

[Modificato da essekappa 15/11/2005 16.25]

10/11/2005 20:58
 
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Triumviro
Ammiraglio
Primo Oratore
Clarissimus Consul
Vorrei ricordare al buon sk che questa cartella non e' delirium.
15/11/2005 12:06
 
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Bambino prodigio
Ammiraglio
Imitazione di Drogato
Aedilis Curulis
vorrei proporvi una versione alternativa, forse migliore, di definizione.
Questa era gia' stata approvata da parte della dirigenza di sbonk, e avrebbe dovto sostituire, un volta corretta ed approvata definitvamente, la prima definizione.
Sappiamo come sono andate le cose ed è inutile ripeterlo, ma credendo noi fortamente nei concetti alla base di sbonk, abbiamo deciso di proporvi di nuovo la definizione.
perché sbonk si deve basare necessariamente sul libero contributo dell'utenza.


"Si definisce Nuovo Fumetto Italiano quella particolare tendenza da parte di artisti italiani a creare opere che riutilizzano in modo nuovo, o addirittura superano, gli stilemi classici del fumetto italiano attraverso una contaminazione assoluta in forma e sostanza al fine di creare un prodotto d'aspirazione popolare"

Questa è la possibile definizione del Nuovo Fumetto Italiano, il misterioso concetto attorno al quale SBoNK vuole crescere. L'attenzione è innanzitutto spostata sulle creazioni dei nostri artisti, ma soprattutto sulla loro voglia di andare oltre, oltre gli schemi classici del fumetto italiano, oltre l'immobilità dello stesso nel nostro paese.
E' importante dire subito che l'Italia non ha visto solo Bonelli e Disney, sul suo mercato, e di certo non vogliamo sminuire l'importanza del fumetto d'autore, vera risorsa nel fumetto italiano. Ma il fumetto autoriale non è stato in grado di farsi conoscere da tutto il pubblico che conosce Bonellli e Disney, che a sua volta è solo una piccola parte dell'insieme dei potenziali lettori. E anche questi pochi diminuiscono inesorabilmente, giorno dopo giorno.
Il mercato italiano è, in un modo o nell'altro, in crisi e le cause sono senz'altro molte, ma una delle più importanti è la sua immobilità e la sua incapacità di rinnovarsi e offrire prodotti nuovi e diversificati.
Negli ultimi 10 anni abbiamo però assistito ad una storia diversa. All'interno dei due giganti editoriali si sono visti diversi tentativi di innovazione, già nel 1991 molto cautamente con l'uscita di Nathan Never e poi nel 1996 con PKNA. A questi titoli seguiranno altri, tutti con l'evidente intento di voler proporre qualcosa di nuovo, che si potesse differenziare nel panorama fumettistico di allora. Una scelta forse coraggiosa ma di sicuro vincente, basti vedere il successo della serie disneyana.
Purtroppo le cose non sono andate così bene.
Questa corrente innovatrice interna ha senz'altro dato luogo a ottimi progetti, ma le forti pressioni editoriali, e le stesse regole interne hanno soffocato le idee di partenza dando vita a fumetti decisamente mediocri (qualcuno ha detto Kylion?).
Il sistema editoriale aveva ricreato una situazione di stallo.
E' stato Barbucci a indicare un'altra possibile via per le creazioni italiane: la Francia.
Senz'altro più attento di quello italiano, il mercato d'oltralpe ha preso tra le sue braccia il disegnatore Disneyano e lui, ben felice della diversa considerazione del fumetto, dei suoi creatori e della nuova busta paga ha creato Skydoll, ed è stato un vero successo.
Un'opera a dire il vero molto pretenziosa, ma questo ora non ci importa perché Barbucci con la sua storia e i suoi disegni ha attirato l'attenzione degli editori francesi sugli artisti italiani e sulle loro capacità.
E' a questo punto che abbiamo potuto assistere ad un vero cambiamento: gli artisti del fumetto hanno iniziato ad affiliarsi in diversi studi, basti pensare allo Studio Settemondi o alla red Whale, e questi a creare progetti da proporre a diversi editori. Il cambiamento è enorme. Fino ad oggi un autore o lavorava per una data casa editrice oppure era da solo contro i giganti del settore, con tutti gli svantaggi che questo comporta, adesso invece lo studio crea e forma qualcosa non per un editore, ma da proporre a questi, e questo vuol dire libertà assoluta d'espressione, nessun vincolo, e forse anche una maggiore soddisfazione nel proprio lavoro.
Questo è, quindi, il Nuovo Fumetto Italiano: ciò che sfugge agli schemi classici, ciò che è nuovo veramente, sia nella forma scelta che nei contenuti ma ad un livello di popolarità maggiore rispetto alla piccola cerchia di appassionati.
Ma come si fa a capire cosa è veramente nuovo, diverso o innovativo e cosa invece non lo é?

Qualcuno a questo punto potrebbe chiedere che senso ha la definizione data all'inizio di questo sproloquio. Noi di SBoNK abbiamo cercato di seguire le uscite più recenti, e abbiamo notato nelle testate più "diverse" un'insieme di caratteristiche ricorrenti, ed abbiamo pensato di basarci su queste per fare le prime ed importantissime distinzioni.
Queste caratteristiche si riassumono nel "non-realismo" di trama, narrazione e disegni, una continuity definita nelle serie e infine la commistione di generi, target e/o linguaggi.
Il "non-realismo" è subito evidente spesso nei disegni, ma è presente anche nelle storie con elementi fantastici o comunque alieni alla realtà fattuale.
Le serie fumettistiche dell'NFI hanno presentato un genere di continuity molto vicino alla continuity manga tradizionale, ovvero un insieme di storie auto conclusive e dal numero finito viste nell'insieme come un'unica grande storia.
La "commistione", infine, è forse uno degli elementi più caratteristici di questa tendenza. Gli sceneggiatori (e i soggettisti) attingono senza problemi da un background di storie già viste e già lette prendendo liberamente diversi elementi ma combinandoli tra loro in maniera diversa ed originale.
La stessa cosa per quanto riguarda gli aspetti grafici del lavoro: influenze varie e diverse tra loro confluiscono in un genere di disegno nuovo ed innovativo. Barbucci ne è un esempio lampante, in questo caso.
E' evidente che questi tre aspetti non sono per nulla vincolanti, anzi esistono molte produzioni nuove ed interessanti che non rispettano questi tre aspetti, ma come si è già detto all'inizio questi sono elementi caratteristici "possibili". Anche se parliamo di fumetti oramai pubblicati una decina di anni fa, questa tendenza esiste effettivamente solo da circa 5 anni, quindi è ancora difficile, per non dire impossibile, saperla definire con esattezza.

C'è un'ultima cosa importante da dire. SBoNK si basa sul concetto di NFI, ma non tratterà solo e unicamente ciò che sarà riconosciuto come tale, anzi, il nostro obbiettivo è quello di affrontare, far conoscere e approfondire ogni produzione italiana che ci sembrerà voler proporre qualcosa di nuovo o interessante, o che comunque si possa inserire nel discorso che è appena stato fatto.
Noi di SBoNK non vogliamo certo porci a giudici imparziali. Questa che avete appena letto deve essere la base di una discussione sulle produzioni più recenti degli artisti italiani, una discussione che il nostro forum sarà ben lieto di ospitare, e che forse si allargherà ad altri ambienti di critica fumettistica. O almeno noi lo speriamo.


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