È stata appena varata la seconda nave di Explora Journeys, il brand di MSC Crociere che punta ad un viaggio a cinque stelle
La mia prima volta in crociera è stata su Explora II, la nuova nave gioiello di MSC Crociere varata a Civitavecchia a settembre 2024. Come prima cosa ho provato quella sensazione di stupore e onnipotenza che provò Leonardo Di Caprio/Jack salito sul Titanic (ricordate? “sono il re del mondo!”). Poi si è fatta strada in me la consapevolezza di quanto avrei dovuto camminare, su e giù per i ponti, prima di riuscire a trovare la mia cabina e ogni altro spazio necessario alla sopravvivenza. E poi sono stata totalmente conquistata dalle opere di Emilio Isgrò esposte nella galleria d’arte. E certo, anche dai pancake ai mirtilli a colazione, ma questa è un’altra storia.
Come uno yacht, come un cinque stelle
Explora II, la nuova arrivata della flotta di MSC per il brand Explora Journeys, è partita per il suo viaggio inaugurale nel Mediterraneo – dopo una cerimonia presentata da Lorella Cuccarini e conclusa con un concerto dell’inossidabile Tony Hadley – promettendo ai suoi ospiti di trascorrere una vacanza diversa. Come la sorella maggiore Explora I (varata nel 2023), questa nuova nave da crociera, costruita da Fincantieri, esprime infatti una nuova concezione del viaggio per mare, che diventa un’occasione per coccolarsi, concedersi il lusso del tempo, regalarsi un’esperienza quasi sartoriale: come essere ospiti di uno yacht o di un albergo di lusso, ma che solca i mari.
Il progetto Explora
Pierfrancesco Vago, presidente esecutivo della Divisione Crociere del Gruppo MSC, spiega cos'è Explora Journeys: «La nostra visione è iniziata con il marchio contemporaneo MSC Crociere, dove abbiamo sviluppato un'offerta premium con MSC Yacht Club e da lì abbiamo identificato un'ulteriore domanda di esperienze di lusso in mare. Con Explora Journeys offriamo una proposta di valore ineguagliabile e un'offerta unica rispetto ad altri tipi di vacanze di lusso. Entro il 2028 la flotta di Explora Journeys comprenderà sei navi che offriranno uno spirito di lussuosa avventura oceanica visitando destinazioni ricercate, dove i nostri ospiti potranno aspettarsi gli stessi standard elevati e lo stesso servizio di qualità in tutta la nostra flotta, in tutto il mondo».
Qualche numero per capire meglio di cosa parliamo: 461 suite vista mare (la più grande misura più di 280 metri quadri. Duecentottanta), 5 piscine riscaldate, 6 ristoranti e 12 tra bar e lounge, quasi mille metri quadri di area dedicata al fitness (con un campo da pickleball, sport a me ignoto ma che è diventato il mio preferito nel tempo di due scambi) e al benessere, con una Spa immaginata per offrire ai suoi ospiti un approccio olistico che punta allo star bene anche una volta usciti dalla cabina di trattamento. E poi, un’attenzione quasi maniacale al dettaglio, la ricerca del meglio del made in Italy che prende forma nella collaborazione – tra gli altri – con Molteni&C, Manutti e Unopiù.
La sostenibilità per le crociere è possibile?
Explora II non è solo una nave di lusso, ma è anche un vero e proprio laboratorio che prova a limitare al massimo il suo impatto ambientale; non per niente la madrina della nave è Rosalba Giugni, fondatrice e presidente della Fondazione Marevivo. E allora: niente plastica nelle cabine (non viene usata plastica nemmeno nelle escursioni sulla terraferma), riduzione degli sprechi nei buffet, certificazione RINA Dolphin per il basso impatto acustico subacqueo, consumi ridotti al minimo quando la nave è ferma in porto.
L’attenzione per l’ambiente è fondamentale per MSC; per questo, accanto alle attività legate alla navigazione, è attiva anche la MSC Foundation (partner, tra gli altri, di Unicef e Marevivo) che si occupa di conservazione ambientale, formazione, supporto alle comunità e risposta alle emergenze. E la stessa attenzione che si ritrova, ad esempio, nella cura con cui la MSC Foundation si è presa cura dell’isola di Ocean Cay nel mar dei Caraibi, utilizzata un tempo come cava di sabbia e discarica e diventata invece riserva marina. Lusso sì, ma meglio se sostenibile.
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