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Cosa è una donna?

Ultimo Aggiornamento: 07/05/2024 18:53
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18/02/2024 19:32

Grazie a Spacc per aver pubblicato questo brano della Tamaro, che ha detto tutto, toccando tutti i punti. Una boccata d'aria fresca e pura e sana.

È proprio l' intervento degli adulti con metodi adulti nel mondo dei bambini che è sbagliato.

Che abbiano la libertà di esprimersi e un orecchio, o meglio occhio attento che colga il loro disagio. Ma siano lasciati liberi di crescere e sperimentare tra loro.

Bellissimo intervento e grande coraggio in questo momento a scrivere con chiarezza ciò che ha scritto



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18/02/2024 20:21

Perchè quella del gender è un ideologia.

E come tutte le ideologie chi ci si preoccupa di educare prima di tutto?
I bambini.

Passerà pure questa, speriamo senza troppi danni alle spalle.



[Modificato da Alessio 18/02/2024 20:21]
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18/02/2024 22:44

Bello l'articolo di Susanna Tamaro.
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19/02/2024 10:49

SPACC THE BALLS, 18/2/2024:


O sei maschio, e devi essere maschio maschio, o sei femmina, e devi essere femmina femmina. Una femmina che non ama essere frou frou, che non civetta, che ha interessi altri rispetto alla seduzione, viene subito inquadrata come qualcuno che sta a disagio nel suo ruolo; e se qualche infelicità ha, magari di altro genere — famiglie sfasciate, anaffettività, abbandoni educativi — verrà subito caricata di un solo punto. L’identità sessuale. O meglio genitale. La stessa cosa vale per i maschi. Un maschio che ami giochi quieti, riflessivi, che preferisca passare il suo tempo con le bambine invece che buttarsi in risse selvagge verrà subito spinto a pensare che in lui c’è qualcosa che non va, qualcosa a cui si potrebbe porre rimedio.



Bello ed esaustivo questo articolo.
Ed è proprio in categorie e “spettri cromatici” che gli individui si vanno a identificare e incasellare, credendo questo li renda liberi.

Poi cinicamente penso che sia solo una mossa di convenienza economica, d’altronde una persona che avrà necessità di cure a vita e magari farà anche importanti operazioni chirurgiche (non vitali), è più redditizia rispetto a qualcuno che, al massimo, farà solo qualche anno di analisi durante l’adolescenza.
[Modificato da Danae 19/02/2024 10:49]
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11/04/2024 12:10

Riprendo questo topic, per copiare un tweet della Rowling in risposta al commento dell’immagine (uno dei tanti si può dire, così ha deciso di rispondere in modo esaustivo una volta per tutte), sul cosa sia una donna secondo lei.
Penso sia di facilissima comprensione anche per chi conosce poco l’inglese.


“I believe a woman is a human being who belongs to the sex class that produces large gametes. It’s irrelevant whether or not her gametes have ever been fertilised, whether or not she’s carried a baby to term, irrelevant if she was born with a rare difference of sexual development that makes neither of the above possible, or if she’s aged beyond being able to produce viable eggs. She is a woman and just as much a woman as the others.

I don’t believe a woman is more or less of a woman for having sex with men, women, both or not wanting sex at all. I don’t think a woman is more or less of a woman for having a buzz cut and liking suits and ties, or wearing stilettos and mini dresses, for being black, white or brown, for being six feet tall or a little person, for being kind or cruel, angry or sad, loud or retiring. She isn't more of a woman for featuring in Playboy or being a surrendered wife, nor less of a woman for designing space rockets or taking up boxing. What makes her a woman is the fact of being born in a body that, assuming nothing has gone wrong in her physical development (which, as stated above, still doesn't stop her being a woman), is geared towards producing eggs as opposed to sperm, towards bearing as opposed to begetting children, and irrespective of whether she's done either of those things, or ever wants to.

Womanhood isn't a mystical state of being, nor is it measured by how well one apes sex stereotypes. We are not the creatures either porn or the Bible tell you we are. Femaleness is not, as trans woman Andrea Chu Long wrote, ‘an open mouth, an expectant asshole, blank, blank eyes,’ nor are we God’s afterthought, sprung from Adam’s rib.

Women are provably subject to certain experiences because of our female bodies, including different forms of oppression, depending on the cultures in which we live. When trans activists say 'I thought you didn't want to be defined by your biology,' it’s a feeble and transparent attempt at linguistic sleight of hand. Women don't want to be limited, exploited, punished, or subject to other unjust treatment because of their biology, but our being female is indeed defined by our biology. It's one material fact about us, like having freckles or disliking beetroot, neither of which are representative of our entire beings, either. Women have billions of different personalities and life stories, which have nothing to do with our bodies, although we are likely to have had experiences men don't and can't, because we belong to our sex class.

Some people feel strongly that they should have been, or wish to be seen as, the sex class into which they weren't born. Gender dysphoria is a real and very painful condition and I feel nothing but sympathy for anyone who suffers from it. I want them to be free to dress and present themselves however they like and I want them to have exactly the same rights as every other citizen regarding housing, employment and personal safety. I do not, however, believe that surgeries and cross-sex hormones literally turn a person into the opposite sex, nor do I believe in the idea that each of us has a nebulous ‘gender identity’ that may or might not match our sexed bodies. I believe the ideology that preaches those tenets has caused, and continues to cause, very real harm to vulnerable people.

I am strongly against women's and girls' rights and protections being dismantled to accommodate trans-identified men, for the very simple reason that no study has ever demonstrated that trans-identified men don't have exactly the same pattern of criminality as other men, and because, however they identify, men retain their advantages of speed and strength. In other words, I think the safety and rights of girls and women are more important than those men's desire for validation.

I sincerely hope that answers your questions. You may still disagree, but as I hope this shows, I’m more than happy to have this debate.”

Quindi si può dire che l’unica accusa che le si possa fare, al massimo, è di troppo femminismo.
Il femminismo di quelli della sua generazione s’intende…
[Modificato da Danae 11/04/2024 12:18]
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11/04/2024 12:29

E la lunghezza, l' energia messe nello scritto dimostrano solo la misura della follia raggiunta riguardo a questo tema.

Continuo a sperare fortemente che qui non si arrivi a tanto.

Vedere un uomo di 50 anni che si identifica in una ragazzina di 13 anni e quindi gareggia e si cambia con le altre ragazzine di 13 anni è doloroso. Nuoto, Canada.

Vedere per credere. Ricerchina veloce veloce su www.


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11/04/2024 13:44

Si Peppa, potrebbe dirsi che è un rimarcare la realtà oggettiva, ma a quanto pare c’è gente che si sente offesa dalla realtà.

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11/04/2024 13:56

E per fortuna che c'è gente come la Rowling la Tamaro che si prende la briga di rispondere.
[Modificato da LaPeppa 11/04/2024 13:57]


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12/04/2024 12:47

Concordo che è abbastanza surreale che si senta il bisogno di rimarcare l'ovvio.

A questo proposito è di questi giorni la conclusione del rapporto inglese commissionato dalle autorità sulla transizione di genere per i minori.
Semplicemente da film horror le conclusioni, e noto che sui giornali italiani (i cosiddetti progressisti) della notizia non trovo traccia (ma forse non ho trovato io, sicuro è che se anche ci fosse di certo non viene messa in risalto).



Il monumentale lavoro della dottoressa Hilary Cass, quasi 400 pagine di studi, resoconti clinici, testimonianze, statistiche e raccomandazioni per dire che la terapia affermativa – farmaci, chirurgia – per bambine e bambini non conformi al genere è stata un clamoroso fallimento del sistema; che si è trattato di una vera e propria sperimentazione in vivo (“Bambini usati come palloni da calcio”, ha dichiarato al Guardian); che non ci sono prove che con quelle iniezioni mensili il loro benessere aumenti; che non è vero che la triptorelina riduce il rischio suicidio e che i suoi effetti sono in gran parte irreversibili; che le/i piccoli pazienti non sono stati sufficientemente monitorati; che a 9-10 anni non si può esprimere alcun reale consenso, che prima dei 18 anni non si dovrebbe avviare nessuna transizione e che almeno fino ai 25 anni si dovrebbe procedere “con cautela e compassione”; che per quei minori serve un “approccio olistico” e un’accurata valutazione psicologica dato che mediamente soffrono di concomitanti disturbi mentali; che gli standard di cura raccomandati da Wpath, la maggiore associazione per la salute transgender, presi come oro colato da società scientifiche e da istituzioni sanitarie di tutto il mondo – Italia compresa – sono sostanzialmente fuffa; che bavagli, censure, urla e minacce (una “eccezionale velenosità del dibattito”) hanno ostacolato come mai prima d’ora ogni serena valutazione scientifica




Le conclusioni dell’indagine, che occupano 388 pagine, sottolineano anche come: “La medicina che si occupa di cambiamento di genere è costruita su fondamenta poco sicure”.





Tra i dati scioccanti in esso contenuti a cominciare dal numero di coloro che hanno deciso di cambiare sesso passata dai circa 250 di dieci anni fa (quasi tutti maschi), agli oltre 5000 di oggi, peraltro il doppio rispetto al 2022 (la maggior parte femmine).





La risposta del servizio sanitario britannico al “rapporto Cass” non si è fatta attendere. Una lettera, indirizzata alla famosa pediatra e firmata da John Stewart, uno dei direttori dell’ Nhs, il Servizio sanitario nazionale del Regno Unito, contiene l’impegno a scegliere un nuovo approccio, costruito sulle conclusioni dell’inchiesta, e a interrompere, per il momento, tutti gli appuntamenti, ai minori di 18 anni, offerti dalle cliniche britanniche dove si può ottenere un cambiamento di genere. Inoltre, si legge ancora nel testo, vi sarà anche un ripensamento sulla distribuzione di ormoni come estrogeno e progesterone come è già avvenuto con i bloccanti ormonali che sono stati banditi qualche settimana fa.



Aver usato dei bambini per affermare un ideologia lo trovo raccapricciante.
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12/04/2024 13:37

Alessio se vuoi continuare con l' orrore, leggi la vicenda di Planned Parenthood in USA.

Per quanto riguarda invece la transizione di genere, sarebbe interessante che l' intera famiglia fosse seguita psicologicamente o almeno valutata da quel punto di vista.

Questo lo scrivo in particolare per Alebabi che vive da "vicino" la vicenda di una bimba e famiglia che sta affrontando tutto questo: la disforia di genere esiste, per alcuni però quella che è un' anomalia è diventata un' ideologia, dietro la maschera della libertà di scelta.

Come fai a dire che a 4 anni e mezzo tua figlia si definisce: non binaria?

Azz...non binaria. Queste parole!

Qui si porta l' abuso su minore veramente ad un altro livello.

Nel senso che ad essere genitori di errori se ne fanno, così io ci leggo la volontarietà.


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12/04/2024 13:47

Re:
LaPeppa (V7fd221203), 12/04/2024 13:37:

Alessio se vuoi continuare con l' orrore, leggi la vicenda di Planned Parenthood in USA.

Per quanto riguarda invece la transizione di genere, sarebbe interessante che l' intera famiglia fosse seguita psicologicamente o almeno valutata da quel punto di vista.

Questo lo scrivo in particolare per Alebabi che vive da "vicino" la vicenda di una bimba e famiglia che sta affrontando tutto questo: la disforia di genere esiste, per alcuni però quella che è un' anomalia è diventata un' ideologia, dietro la maschera della libertà di scelta.

Come fai a dire che a 4 anni e mezzo tua figlia si definisce: non binaria?

Azz...non binaria. Queste parole!

Qui si porta l' abuso su minore veramente ad un altro livello.

Nel senso che ad essere genitori di errori se ne fanno, così io ci leggo la volontarietà.




nel mio caso parliamo di un ragazzo di 20 anni.
Che per ora è solo alla fase psicologica, iter iniziato da un annetto circa...o poco più.
Confermo anche la famiglia si sta facendo seguire.
E riconfermo...privatamente perchè l'iter obbligatorio che devi fare con il ssn nazionale, lo fanno ma è una presa in giro. Sono molto delusi.
Nel frattempo ovviamente come in tutte le cose, ci sono anche delle associazioni dove fanno incontri per poterne parlare, per conoscere altri ragazzi che stanno seguendo questo percorso, altri genitori e altre storie e che loro stanno seguendo.
Preciso che sto parlando di due genitori della destra estrema......e anche con ideologie un po "forti"........eppure stanno facendo di tutto e del loro meglio, per poter dare le basi giuste al ragazzo.
L'unico cambiamento per ora, è che in casa e a scuola ha scelto e chiesto di farsi chiamare con il nome femminile che vorrebbe avere.
E' tosta ragazzi....da genitore, è tosta.
Ma sono convinta che con i giusti mezzi e con l'unione, il dialogo e l'informazione.....si puo superare.

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12/04/2024 13:48

Re: Re:
Alebabi73 (0XgC221205), 12/04/2024 13:47:




nel mio caso parliamo di un ragazzo di 20 anni.
Che per ora è solo alla fase psicologica, iter iniziato da un annetto circa...o poco più.
Confermo anche la famiglia si sta facendo seguire.
E riconfermo...privatamente perchè l'iter obbligatorio che devi fare con il ssn nazionale, lo fanno ma è una presa in giro. Sono molto delusi.
Nel frattempo ovviamente come in tutte le cose, ci sono anche delle associazioni dove fanno incontri per poterne parlare, per conoscere altri ragazzi che stanno seguendo questo percorso, altri genitori e altre storie e che loro stanno seguendo.
Preciso che sto parlando di due genitori della destra estrema......e anche con ideologie un po "forti"........eppure stanno facendo di tutto e del loro meglio, per poter dare le basi giuste al ragazzo.
L'unico cambiamento per ora, è che in casa e a scuola ha scelto e chiesto di farsi chiamare con il nome femminile che vorrebbe avere.
E' tosta ragazzi....da genitore, è tosta.
Ma sono convinta che con i giusti mezzi e con l'unione, il dialogo e l'informazione.....si puo superare.





p.s. con il ssn seguono solo il ragazzo. no la famiglia.
per dire.....
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12/04/2024 13:58

Re:
LaPeppa (V7fd221203), 12/04/2024 13:37:

Alessio se vuoi continuare con l' orrore, leggi la vicenda di Planned Parenthood in USA.

Per quanto riguarda invece la transizione di genere, sarebbe interessante che l' intera famiglia fosse seguita psicologicamente o almeno valutata da quel punto di vista.

Questo lo scrivo in particolare per Alebabi che vive da "vicino" la vicenda di una bimba e famiglia che sta affrontando tutto questo: la disforia di genere esiste, per alcuni però quella che è un' anomalia è diventata un' ideologia, dietro la maschera della libertà di scelta.

Come fai a dire che a 4 anni e mezzo tua figlia si definisce: non binaria?

Azz...non binaria. Queste parole!

Qui si porta l' abuso su minore veramente ad un altro livello.

Nel senso che ad essere genitori di errori se ne fanno, così io ci leggo la volontarietà.




forse peppa (mi è venuto in mente ora) avevi pensato alla bimba che avevo nominato tempo fa in classe con mia figlia di 11 anni.
No, non siamo ancora alla fase successiva. E' chiaro e palese che non si riconosce nel suo corpo e ora sta esternando in maniera molto "infantile" le prime avvisaglie e va dallo psicologo.
Ma ancora non è arrivata al punto di capire veramente, il motivo....perchè è ancora una bambina che sta entrando nella preadolescenza.....non so come spiegarmi è difficile....
Magari si accetterà.
Sicuramente c'è un "sorta" di disagio in lei, si percepisce molto.
Ma ancora dire che finirà da andare dai suoi e dire "voglio fare il passaggio di genere", no.
Il percorso che stanno facendo è per far si che lei si accetti cosi come e'.
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12/04/2024 14:21

Alebabi ci ho tenuto a precisare perché so che tu hai un caso vicino. Non è che io personalmente (che tanto conta nulla) neghi che esistano casi reali. Esistono, tanto da avere un nome: disforia di genere.

Roba seria, da trattare con delicatezza e senza fretta. In questo caso è proprio il fattore tempo che mi sembra spinto non per il bene dei bambini/ragazzi che ne sono coinvolti.

Scritto diverse volte: da bambina desideravo essere un maschio.
Perché? A posteriori posso elencare alcuni punti (i miei pensieri di quel tempo):
1. Da bambina ero convinta che i maschi avessero più potere, più forza, più libertà. Anche i vestiti e le scarpe erano migliori!
Potevano anche fare pipì in piedi, ovunque.
Io di stare sotto a farmi comandare non avevo proprio voglia!
2. Età 11/12 anni accipicchia il corpo comincia a cambiare: ed io tutte quelle attenzioni in quanto femmina non le volevo.
Oltretutto quando il corpo cambia, non si hanno le attenzioni dei soli coetanei, più facilmente gestibili e parte della crescita comune. Anche maschi molto più anziani cominciano a guardare in modo inopportuno. Questo è meno gestibile e ne avevo timore, non da stare in casa ma da sapere che dovevo stare attenta.
3. I giochi da femmina mi annoiavano mortalmente.
Neppure il trucco mi interessava.
Alle mie compagne piacevano addirittura gli Europe, a me facevano abbastanza schifo.

Mi era più facile e mi piaceva di più stare insieme ai maschi. Anche perché mi sembrava che le femmine facessero molto meno gruppo.

Il disagio è passato pian piano negli anni, non so se ad altri/altre sia successo qualcosa del genere.

Io sono contenta che i miei genitori siano stati fuori da tutto questo, al tempo non ci si pensava a portarti dallo psicologo, era considerato un momento di passaggio.
Da bambina facevo anche la pipì in piedi in casa, per dire. Per fortuna che i miei non ci sono stati troppo a pensare.
[Modificato da LaPeppa 12/04/2024 14:23]


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12/04/2024 14:38

Re:
LaPeppa (V7fd221203), 12/04/2024 14:21:

Alebabi ci ho tenuto a precisare perché so che tu hai un caso vicino. Non è che io personalmente (che tanto conta nulla) neghi che esistano casi reali. Esistono, tanto da avere un nome: disforia di genere.

Roba seria, da trattare con delicatezza e senza fretta. In questo caso è proprio il fattore tempo che mi sembra spinto non per il bene dei bambini/ragazzi che ne sono coinvolti.

Scritto diverse volte: da bambina desideravo essere un maschio.
Perché? A posteriori posso elencare alcuni punti (i miei pensieri di quel tempo):
1. Da bambina ero convinta che i maschi avessero più potere, più forza, più libertà. Anche i vestiti e le scarpe erano migliori!
Potevano anche fare pipì in piedi, ovunque.
Io di stare sotto a farmi comandare non avevo proprio voglia!
2. Età 11/12 anni accipicchia il corpo comincia a cambiare: ed io tutte quelle attenzioni in quanto femmina non le volevo.
Oltretutto quando il corpo cambia, non si hanno le attenzioni dei soli coetanei, più facilmente gestibili e parte della crescita comune. Anche maschi molto più anziani cominciano a guardare in modo inopportuno. Questo è meno gestibile e ne avevo timore, non da stare in casa ma da sapere che dovevo stare attenta.
3. I giochi da femmina mi annoiavano mortalmente.
Neppure il trucco mi interessava.
Alle mie compagne piacevano addirittura gli Europe, a me facevano abbastanza schifo.

Mi era più facile e mi piaceva di più stare insieme ai maschi. Anche perché mi sembrava che le femmine facessero molto meno gruppo.

Il disagio è passato pian piano negli anni, non so se ad altri/altre sia successo qualcosa del genere.

Io sono contenta che i miei genitori siano stati fuori da tutto questo, al tempo non ci si pensava a portarti dallo psicologo, era considerato un momento di passaggio.
Da bambina facevo anche la pipì in piedi in casa, per dire. Per fortuna che i miei non ci sono stati troppo a pensare.




A me spaventa molto il fatto della presa in giro di quello che offre il sistema.

Perfettamente d'accordo che prima di arrivare ad un certo "punto di non ritorno" devi avere la piena consapevolezza che si raggiunge dopo un lungo e approfondito percorso, non cosi alla cazzum!
Anche perchè quello che è successo te, capiterà a milioni di bambine.....e forse quando qualcuno dice "si stava meglio, quando si stava peggio" non sbaglia.
Intendo dire, che i tuoi genitori non hanno dato peso, lo hanno considerato come un momento di passaggio, e cosi è stato.
Qua non capisco se c'è allarmismo o se siamo usciti fuori di testa veramente, perchè non credo possibile che un bambino che manifesti delle avvisaglie....track gli sparano la terapia ormonale. Sembra fantascienza. Soprattutto in italia.

Ma se posso, il tuo era un disagio che ti portava a stare male? piangere o impuntarti sul no totale verso alcuni passaggi femminili?
Tipo chiuderti in casa e non uscire per vergogna durante il ciclo perche' tu non accettavi di avere il ciclo?
Oppure non voler andare al mare perchè non vuoi assolutamente metterti il due pezzi o il costume intero?

Pero' all'interno di tutto questo discorso, io credo che per alcune persone sia giusto arrivare al passaggio.
Non mi piace l'idea della massa e l'idea non ti senti bene, beh vieni facciamo il passaggio di genere, cosi sottogamba.
Ma che per alcune persone sia il giusto percorso da fare.......si.
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12/04/2024 14:44

Io sono sempre più convinto che si tratta di uno dei mille modi che i giovani d'oggi hanno per mostrare la loro fragilità.
Un tempo c'erano cose che erano ineluttabili, e trovavi una strategia per sopravvivere, oggi niente più lo è, e cerchi di evitare di stare male..
Voglio dire negli anni 80 se non ti piaceva essere maschio o femmina ti attaccavi, nessuno poteva aiutarti.

Io sinceramente mi incazzerei anche se mio figlio mi chiedesse di chiamarlo con un altro nome da maschio.. spero proprio di non trovarmi in una situazione del genere
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12/04/2024 14:51

Re:
Spaturno (SZFW230112), 12/04/2024 14:44:

Io sono sempre più convinto che si tratta di uno dei mille modi che i giovani d'oggi hanno per mostrare la loro fragilità.
Un tempo c'erano cose che erano ineluttabili, e trovavi una strategia per sopravvivere, oggi niente più lo è, e cerchi di evitare di stare male..
Voglio dire negli anni 80 se non ti piaceva essere maschio o femmina ti attaccavi, nessuno poteva aiutarti.

Io sinceramente mi incazzerei anche se mio figlio mi chiedesse di chiamarlo con un altro nome da maschio.. spero proprio di non trovarmi in una situazione del genere




spaturno, ma tu sai cosa voleva dire essere gay negli anni 80?
hai mai vissuto da vicino? hai idea delle umiliazioni? hai idea della violenza piscologica?
ma cara grazia che oggi si sta andando verso un maggiore rispetto della diversità!
Certo che poi non bisogno varcare la soglia, di cui si è discusso qua è un altro discorso quando si parla di bambini.
Ma IL RISPETTO è un altra cosa.

guarda il film "stranizza d'amuri" ambientato in sicilia.
E poi dimmi se uno dei due ragazzi fosse stato tuo figlio cosa avresti fatto.

Ricorda spat, nelle situazioni ti ci devi trovare.
Sono sicura e ci metto la mano sul fuoco, che l'ultima reazione che avresti sarebbe quella di incazzarti.
Saresti talmente preoccupato per lui, e disorientato....che l'incazzatura manco ti arriva. fidati.

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12/04/2024 15:16

Alebabi, ovviamente non ho provato cosa volesse dire essere gay negli anni 80, perchè nel 90 ho iniziato le elementari.
Però non vedo il nesso.
Essere gay non vuol dire desiderare qualcosa di impossibile.
Puoi avere più o meno problemi in base agli stereotipi della società in cui vivi. Come mille altre cose

Gli antichi greci più di 2000 anni fa avevano gli amasi e nessuno si scandalizzava. Anzi, il vero amore molte volte era quello omosessuale tra uomini e le donne servivano più che altro a far figli.

Cambiare sesso fino a pochi decenni fa invece era impossibile. Era come desiderare di essere alti o di essere caucasici. Se non lo eri non lo diventavi. Punto.

Secondo me c'è una certa differenza.

Questo non vuol dire che non ci sia chi soffre per questo e che vada aiutato.
Ma che le persone affette dal disturbo passino da 250 a 5000 in un decennio mi sembra inverosimile.

Direi che 4750 hanno altri tipi di problemi che sperano di risolvere con una fuga traumatica e poco costruttiva dalla realtà. O peggio sono stati plagiati.
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12/04/2024 16:45

Alebabi essere gay e la disforia di genere sono cose diverse, concordo con Spaturno.

Ho vissuto con molta naturalezza il ciclo, forse perché mia mamma lo ha sempre vissuto con grande naturalezza. Non me lo ha presentato come qualcosa di drammatico. Questo penso che conti molto. Per quello che tante volte andrei a vedere la famiglia.

Costume intero o due pezzi? Il primo anno avevo pensato di potermela cavare come sempre: solo il pezzo sotto. Poi, date le troppe occhiate dei ragazzini, ho optato per il costume intero. Più che piangere mi ci incazzavo un po', tuttavia sapevo di essere femmina, punto e basta.

Con chi potevo prendermela? Di cosa potevo lamentarmi?
Non c'era neppure il pensiero di poter "cambiare" sesso e in tutta sincerità penso che sia ancora così.

Aggiungo una cosa: non so se si nota, il mio disagio era dato da tanti "conti" e percezioni che mi facevano preferire essere maschio ma direi che nessuna di queste era motivo valido di grande attenzione o preoccupazione.

È più o meno quello che ha raccontato la Tamaro.


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Post: 216
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12/04/2024 19:47

Sono totalmente d'accordo con quanto ha scritto la Tamaro, punto per punto. Ci sono cose che ci stanno sfuggendo di mano, situazioni da gestire con cautela.
Tocco una questione che non mi sembra sia emersa nella discussione ma che è un argomento collaterale ad essa.
Il segno della Schwa, a sostengo dell'inclusione. È davvero necessario che il rispetto e la parità tra le persone debba passare dalla grammatica?
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12/04/2024 21:05

Poi leggo con calma anche il resto, per adesso rispondo a
@Black Ink
Non si è parlato della schwa perché non credo ne valga la pena, alla fine tutti questi tentativi di mettere mano alla lingua, valgono poco o nulla se non ce n’è una reale necessità tra la gente.
La lingua serve per comunicare tra di noi in modo chiaro, si modifica in modo naturale con il passare del tempo ed è sempre successo, nascono nuove parole e altre spariscono, non è che se inserisci dei termini o cambi delle regole…improvvisamente cambi la mente delle persone!
[Modificato da Danae 12/04/2024 21:05]
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14/04/2024 08:29

Si tratta solo di una religione, ne più ne meno, e in quanto tale usata come strumento di controllo dal potere.

A chi ha potere fa comodo poter fare appello "all'inclusività" per giustificare qualsiasi cosa. Un esempio a caso per andare fuori tema del topic: negli Stati Uniti qualche anno fa le maggiori multinazionali del web (Google, Amazon, Facebook, ecc...) finirono tutte sotto inchiesta per abuso di posizione dominante (un problema serio negli Usa) e i vari ceo parlarono al congresso. La difesa più usata da tutti fu "si è vero, magari abusiamo della nostra posizione, ma guardate quante minoranze abbiamo assunto".

Il popolo si scanna per un dogma piuttosto che un altro, chi ha potere se la ride.
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14/04/2024 11:15

Riguardo al “sentirsi nel corpo sbagliato” penso sia già di per se uno dei tanti sintomi dell’adolescenza, visto che cambiamo ad una velocità tale da non permettere quasi alla mente di tenere il passo.
E come per tanti disagi giovanili, se non ci sono anche altri fattori esterni a peggiorare la situazione (famiglia tossica ecc), di solito se ne esce da soli dopo qualche anno.
Non mi ricordo chi, tra i vari filosofi (mi pare Proust) diceva che da una sofferenza se ne esce veramente solo dopo averla vissuta a pieno…e forse è questo che si sta perdendo.
Non che si debba considerare ogni dolore buono, ma è vero che la sofferenza fa parte della vita, così come il cambiamento.

Davvero mi sembra difficile credere che ci siano così tanti giovani che sentano profondo il bisogno di crescere in una condizione che li porterà ad avere necessità di cure per la vita, perché se sei trans, è questo che dovrai fare, ingannare per sempre il tuo corpo con medicinali per far sentire bene la tua mente, al pari di qualcuno che ha il diabete o altre malattie croniche…
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14/04/2024 12:12

Danae condivido il tuo pensiero.

Alzino la mano quanti, almeno una volta nella vita, hanno pensato: sono nato nella FAMIGLIA sbagliata 😅

Lo scrivo un' altra volta: la disforia di genere esiste.
L' ideologia gender cavalca un malessere, cerca di normalizzarlo socialmente ma alla fine il malessere rimane o peggiora.


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15/04/2024 09:55

Re:
LaPeppa (V7fd221203), 12/04/2024 16:45:

Alebabi essere gay e la disforia di genere sono cose diverse, concordo con Spaturno.

Ho vissuto con molta naturalezza il ciclo, forse perché mia mamma lo ha sempre vissuto con grande naturalezza. Non me lo ha presentato come qualcosa di drammatico. Questo penso che conti molto. Per quello che tante volte andrei a vedere la famiglia.

Costume intero o due pezzi? Il primo anno avevo pensato di potermela cavare come sempre: solo il pezzo sotto. Poi, date le troppe occhiate dei ragazzini, ho optato per il costume intero. Più che piangere mi ci incazzavo un po', tuttavia sapevo di essere femmina, punto e basta.

Con chi potevo prendermela? Di cosa potevo lamentarmi?
Non c'era neppure il pensiero di poter "cambiare" sesso e in tutta sincerità penso che sia ancora così.

Aggiungo una cosa: non so se si nota, il mio disagio era dato da tanti "conti" e percezioni che mi facevano preferire essere maschio ma direi che nessuna di queste era motivo valido di grande attenzione o preoccupazione.

È più o meno quello che ha raccontato la Tamaro.




@PEPPA
@SPATURNO

Avete ragione sul discorso mi sono espressa male io.

Ho risposto a Spaturno perchè ha scritto che negli anni 80 non si sentiva parlare di disforia di genere.
Vero.

Ecco io credo che ci fosse anche allora, ma chi si sentiva "diverso" nel proprio corpo ovviamente se lo teneva per se.

Ho tirato fuori l'essere gay negli anni 80....perchè era veramente difficile, venivi additato, insultato preso in giro.


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