Terremoto in Siria e Turchia, oltre 11.200 morti. Erdogan visita le zone colpite
Nella sola Turchia operano assieme alle squadre di emergenza i team inviati in soccorso da decine paesi. Il bilancio provvisorio conta oltre 11.200 morti.
I punti chiave
Erdogan, vittime turche terremoto sono più di 8mila
Sisma Turchia-Siria, le vittime sono 9.500
Papa invoca solidarietà con popolazioni Turchia e Siria
Erdogan oggi visiterà le zone terremotate
Gli Stati Uniti lavorano con gli alleati per far arrivare aiuti umanitari alla popolazione della Siria colpita dal terremoto devastante di lunedì, garantendo che questi però «non andranno al regime» di Bashar Assad contro il quale Washington ha imposto una serie di sanzioni.
Lo ha detto Antony Blinken, sottolineando che «in Siria ci sono partner umanitari finanziati dagli Usa che stanno coordinando assistenza vitale». Il segretario di Stato Usa ha quindi ribadito «l’impegno ad aiutare il popolo siriano a riprendersi da questo disastro, come abbiamo fatto come principale donatore umanitario dall’inizio della guerra in Siria», fondi, ha insistito, che «devono andare al popolo siriano, non al regime».
Blinken ha assicurato che gli Usa «sono in grado di lavorare attraverso partner umanitari sul terreno in Siria», ricordando che «abbiamo visto immagini veramente devastanti in Turchia e Siria, abbiamo visto edifici sbriciolarsi, bambini estratti dalle macerie». Riguardo agli aiuti inviati in Turchia, ha ricordato che sono stati inviati «150 membri di team di ricerca e recupero» ed «elicotteri che stanno aiutando le operazioni turche nelle zone di più difficile accesso».
«Al momento, hanno perso la vita 8.574 persone, i feriti sono 49.133 e gli edifici distrutti sono 6.444». Lo ha affermato il presidente turco Recep Tayyip Erdogan parlando alla stampa a Kahramanmaras, durante la sua prima visita nel sud est della Turchia colpito dal terremoto. Il presidente turco ha fatto anche sapere che presto molti sfollati saranno trasferiti in alberghi ad Antalya, Alanya e Mersin, località marittime nel sud della Turchia.
Il bilancio del terremoto in Turchia e Siria supera i 11.200 morti. Lo rendono noto fonti ufficiali
Il presidente turco Recep Tayyip Erdogan è arrivato a Kahramanmaras, città turca a pochi chilometri dall’epicentro del terremoto di magnitudo 7.8 che il 6 febbraio ha colpito l’intera regione del sud est della Turchia e il nord della Siria provocando almeno 9.500 vittime nei due Paesi. Lo rendono noto vari media turchi
Ha riaperto nelle ultime ore il valico di frontiera di Bab al Hawa-Cilvegozu, tra Siria e Turchia, e dal lato siriano del confine si dicono pronti a ricevere i tanto attesi aiuti umanitari internazionali diretti alle zone siriane devastate dal sisma e fuori dal controllo del governo centrale di Damasco. Parlando con l’ANSA, il direttore del lato siriano del valico di Bab al Hawa, Mazen Allush, ha affermato che il punto di passaggio frontaliero è aperto e pronto a ricevere gli aiuti, «ma finora nessun convoglio è arrivato». Bab al Hawa è l’unico valico dove, secondo l’Onu, possono passare gli aiuti dalla Turchia alla Siria.
Cina, Usa rimuovano sanzioni unilaterali Siria dopo sisma
Gli Usa «dovrebbero mettere da parte l’ossessione geopolitica, revocare immediatamente le sanzioni unilaterali alla Siria e aprire la porta all’assistenza umanitaria di fronte alla catastrofe». E’ la richiesta della Cina a Washington a seguito del violento terremoto che ha sconvolto Turchia e Siria. «Gli Stati Uniti sono stati a lungo coinvolti nella crisi siriana con interventi militari e sanzioni economiche, che hanno provocato un gran numero di vittime civili e difficoltà nello sviluppo economico e nel processo di ricostruzione», ha affermato la portavoce del ministero degli Esteri Mao Ning, nel briefing quotidiano.
La Borsa di Istanbul ha deciso di sospendere le transazioni nel mercato azionario, dei future e delle opzioni alle 11:01 ora locale (le 09:01 in Italia) in seguito alla forte corrente di vendite provocata dal terremoto che ha colpito la Turchia. Lo rende noto Bloomberg HaberTurk facendo sapere che la Borsa non ha precisato fino a quando le operazioni sarebbero state interrotte. La decisione, presa per la prima volta in 24 anni, è arrivata dopo forti svendite nella prima ora dopo l’apertura dei mercati. In settimana l’indice della Borsa aveva registrato i livelli peggiori dalla crisi finanziaria del 2008.
Papa invoca solidarietà con popolazioni Turchia e Siria
«Il mio pensiero va in questo momento alle popolazioni della Turchia e della Siria duramente colpite dal terremoto che ha causato migliaia di morti e feriti». Così il Papa al termine dell’udienza generale. «Con commozione prego per loro ed esprimo la mia vicinanza a questi popoli, ai familiari delle vittime e a tutti coloro che soffrono per questa devastante calamità - ha aggiunto -. Ringrazio quanti si stanno impegnando per portare soccorso e incoraggio tutti alla solidarietà con quei territori in parte già martoriati da una lunga guerra».
Secondo dati ufficiali, il bilancio del terremoto in Turchia e Siria supera i 9.500 morti. Secondo i dati ufficiali diffusi questa mattina, in Turchia sono stati estratti dalle macerie 6.957 corpi, secondo l’agenzia di soccorso turca Afad, e in Siria sono stati contati 2.547 morti, secondo le autorità e i medici.
Il presidente turco Recep Tayyip Erdogan si sta recando nel sud est della Turchia per visitare le zone colpite dal terremoto che ha provocato la morte di 6.234 persone mentre i feriti sono 37.011. Lo rende noto l’agenzia Anadolu. Ieri il leader turco aveva detto che avrebbe visitato Adiyaman, una delle città colpite dal sisma dove ha perso la vita, a causa del terremoto, Yakup Tar, un deputato del partito di Erdogan Akp, originario di quella località.
Parte nel pomeriggio di oggi, 8 febbraio, dall’aeroporto militare di Figo Maduro, Lisbona, una squadra di 53 elementi della Protezione civile portoghese con destinazione Turchia.
La squadra di soccorritori è composta da vigili del fuoco, operatori sanitari del servizio di emergenza medica e agenti della Guarda Nacional Republicana (corpo di polizia a ordinamento militare). Secondo quanto diffuso da un lancio dell’agenzia Lusa, si tratta soprattutto di esperti in operazioni di ricerca e soccorso ed è prevalentemente in questo settore che presteranno servizio nei luoghi colpiti dal sisma di lunedì scorso.
L’operazione era stata annunciata ieri dal ministro dell’Interno, José Luís Carneiro, e da Duarte Costa, presidente dell’Autorità nazionale di emergenza e protezione civile del Portogallo, il quale ha dichiarato: «Sono già state affrontate, nell’ambito del meccanismo europeo e in collaborazione con altre forze europee, le metodologie necessarie per entrare in Turchia» e accedere così alla regione terremotata
Sono oltre 8700 le vittime del terremoto di magnitudo 7.8 della scala Richter che ha colpito Turchia e Siria. L’autorità per la gestione delle emergenze e dei disastri ha aggiornato ad Ankara il bilancio dei morti, saliti a 6.234. I Caschi Bianchi, che operano nelle regioni siriane sotto controllo dei ribelli hanno riferito di 1280 morti e 2600 feriti. Nelle zone sotto controllo del governo di Damasco il bilancio è 1250 morti secondo il ministro della Salute citato da al-Ikhbariya. A riferirne è SkyNews.
Sui social turchi si moltiplicano appelli di persone che chiedono aiuto per le persone care rimaste sepolte sotto le macerie del terremoto di ieri, con critiche contro i ritardi dei soccorsi. «Nessuna squadra di soccorritori e nessun funzionario è venuto nel nostro villaggio di Pazarcik», ha scritto su Twitter un abitante del villaggio all’epicentro del sisma, riferisce la Bbc.
In Turchia è ormai trending topic l’hashtag #HatayYardimBekliyor (Hatay aspetta aiuto), con molti utenti che accusano le autorità di aver dimenticato questa provincia al confine con la Siria. È anche diventato virale il video di un uomo di Gaziantep. in attesa che suo padre venga salvato da sotto le maceria, che piange chiedendo ad un deputato del partito al potere «perché lo stato non ci aiuta?».
Il presidente turco, Recep Tayyip Erdogan, che ieri ha proclamato uno stato di emergenza di tre mesi in 10 tra le province più colpite, è atteso oggi nella regione, stando all’agenzia Demiroren.
Nel paese operano assieme alle squadre di emergenza turche i team inviati in soccorso da 35 paesi, secondo quanto annunciato ieri dal ministro degli Esteri Mevlüt Çavusoglu.
Bandiere a mezz’asta ieri al quartier generale della Nato a Bruxelles in onore delle vittime dei terremoti in Tirchia e Siria: «In questo momento terribile, siamo solidali con il nostro alleato Turchia e con tutte le persone colpite, e gli alleati della Nato sono pronti a fornire ulteriore assistenza a chi ne ha bisogno», ha dichiarato la portavoce dell’Alleanza, Oana Lungescu, come riporta la Cnn.
La Nato ha inoltre illustrato in un tweet il suo contributo ai soccorsi: «Più di 1.400 membri del personale di emergenza di oltre venti alleati e partner della Nato, tra cui gli invitati Finlandia e Svezia, vengono dispiegati in Turchia per aiutare a rispondere ai devastanti terremoti che hanno colpito il Paese», si legge nel messaggio.
Ha superato gli 8.300 morti l’ultimo bilancio delle vittime del catastrofico terremoto in Siria e Turchia. Si teme che il bilancio aumenterà inesorabilmente, con i funzionari dell’Organizzazione mondiale della sanità che stimano che i morti potrebbero essere fino a 20.000..
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