| | | OFFLINE | Post: 11 | Registrato il: 09/03/2022 | Età: 24 | Sesso: Femminile | Utente Junior | |
|
01/05/2022 21:01 | |
Chiedo scusa per il ritardo nel rispondere dopo l'ultimo post ma, tra i ponti festivi e impegni OFF, ho avuto solo il tempo di fare qualche veloce giocata senza avere abbastanza tempo per concentrarmi completamente sulla candidatura. Prometto che sarò più veloce in futuro.
"Nimloth, a prescindere da un futuro risveglio del sangue o meno, è stata sempre vittima di quelle scissioni naturali proprie degli uomini che, in lei, sembrano dettare indecisione anche nelle scelte più banali. L'ho sempre descritta come precisa, maniaca del controllo, perbenista; più propensa a seguire regole che lasciarsi andare a istinto puro o avventatezze. Questo, la porta a reagire in maniera completamente inaspettata se preda della rabbia o della paura che le fanno perdere il controllo di sé. Si sforza di essere quella che gli altri vorrebbero vedere, e questo la porta a camuffare certi atteggiamenti o a valutare nell'immediato modi, risposte e azioni, cercando di compiacere e piacere. Questo non cambierebbe, se il sangue dovesse risvegliarsi, ma si accentuerebbe e si incupirebbe di note più profonde, dettate proprio dalla sua discendenza."
A questo proposito, vorrei che mi scrivessi due serie di post da una o più azioni - il numero dei azioni è a tua discrezione, l'importante è ognuna di esse non sfori i 2000 caratteri - nei quali Nimloth si ritrova a vivere una situazione estrema che le causa paura o rabbia (sentiti libera di gestire scenario ed eventi come preferisci). Nella prima serie di post vorrei che interpretassi una Nimloth attuale - senza risveglio del sangue -. Nella seconda serie vorrei che interpretassi la stessa situazione, ma con una ipotetica Nimloth Mezzodemone.
La prima serie di post è tratta da una giocata in ON di Nimloth che quindi la vede, non realistica, ma reale nel suo modo di agire e reagire. Nimloth-Mezzelfa
10:19Vidar[Stanza]{Inn.Mut,P.Magica,S.Corr} E' da ieri che il mutaforma non esce dalle proprie stanze, recluso tra quelle quattro mura in attesa che i messaggi della propria sposa prendano forma. Seduto sul letto, intento a fissare la porta, se ne sta praticamente al buio, non fosse per la flebile luce di una candela posta al lato destro dell'uscio, il minimo necessario per far credere a Pablito, santa anima che gli ha portato da bere e da mangiare, di non essere così amante di tenebre che gli sono amiche. Quieto è il marchio, solitario di una distanza ormai di qualche giorno, e mentre il sangue e la mente sono all'erta, attenti a fiutare ogni pericolo o fonte magica, lo stesso non si può dire per il mezzodemone. Irrequieto, fasciato nel suo abito da ramingo e armato di tutto punto, il tallone del piede destro non smette di tamburellare in maniera forsennata sul pavimento di legno, scandendo ogni secondo di quell'attesa infinita al ritmo di quel movimento e dello sbattere del fodero della lunga katana contro il telaio del letto. Non visto invece, al fianco destro, vi è il pugnale che tempo addietro gli fu regalato, di più veloce presa nel malaugurato caso ve ne fosse bisogno. Prudentemente ha riferito al garzone di sotto di far salire nei suoi alloggi chiunque si fosse presentato a cercarlo, cosa che comunque pare non renderlo più tranquillo dato che, da stamattina, i primi sintomi di quanto promesso da Amalina si sono cominciati a manifestare. E' la seconda brocca d'acqua infatti che Vidar termina, e a nulla pare servire continuare a bere, nulla pare estinguere quella sete che lentamente gli sta facendo perdere le staffe, seppur le sue iridi ancora appaiano bicrome, lo specchio ancora tranquillo di un'anima inquieta, per più di un motivo.
Vidar ha usato Percezione Magica [Plasmabile]
Vidar ha usato Sangue Corrotto [Mutaforma]
10:40Nimloth[Locanda]{Inn.} La meteoropatia non aiuta certo la mezza che, in groppa a Krasko, aveva deciso di sgattaiolare via dal Castello lasciando un biglietto alle Frecce, comunicando un suo rientro a breve. Giornata uggiosa quindi e malumore fomentato da quel grigiore che cala sulla città elfica. Al trotto è ormai quasi giunta alla locanda dei Ghiacciai eterni, vestita come se dovesse affrontar la perdizione, le vesti pesanti multistrato che lasciano intravedere solo gli occhi grigi, spenti e stanchi, e l'armatura, indossata sopra quelli. Armata di coltelli e una piccola ascia, pare sia pronta ad una battaglia che sembra aspettarsi. Occhi stretti e iridi che muovono leste. Un turbinio di pensieri che la investe e che la preoccupano chiaramente. La Conca Verde le si staglia davanti in tutto il suo splendore, come la città d'alasbatro appena attraversata brulicante di gente, reietta e disperata, fuggita dalle proprie terre in fuga dalla nebbia che minaccia tutto l'Aengard, ma lei non sembra godere del piacere di quella vista come è solita. Spinge il peso del corpo indietro, sperando non sia necessario tirar le redini per fermar la corsa del cavallo [Ooooh] Lo richiama. e dovrà trovar un baricentro comodo quando la bestia accennerà un impennata. [Perdonami...] Arriccia il naso nel dirlo dispiaciuta e smonta lesta da cavallo cercando con lo sguardo la finestra della camera di Arlecchino. [Arlecchino??] Prova a chiamarla senza urlar troppo e guardandosi intorno sospetta. Spera che l'amica si affacci urlante dalla finestra, in modo da calmare i suoi nervi e incontrarla millantando calma. Se Vidar non fosse riuscito a sentir la voce di Nimloth, probabilmente riuscirebbe a sentir le trame incresparsi a causa dei monili che indossa. La risposta non sembra arrivare [La locandiera e il suo sposo sono qui?] L'avrà sentita ansante e notato gli occhi sbarrati, il garzone ,che senza fiatare la condurrà alle camere private della coppia.
Nimloth ha usato Empatia animale mezzosangue [Mezzelfi]
Nimloth ha usato Armi e protezioni leggere
10:51Vidar[Stanza]{Inn.Mut,P.Magica,S.Corr} Un altro sorso d'acqua e un'altra brocca è terminata prima di essere lanciata con un moto di stizza verso la parete, mandando in frantumi la terracotta e facendo volare per un paio di metri cocci in tutte le direzioni. Un sospiro, un profondo inspirare muove il petto di Vidar che così facendo tenta di calmare i nervi, le palpebre a calare per cercare di regolare la respirazione che rischiava di diventare un ringhio infastidito da un momento all'altro. Passano i secondi e in quello stato pare normalizzarsi il respiro, nonostante la costante sete non lo abbandoni nemmeno per un momento pare aver ritrovato la calma il mezzodemone, almeno per ora. Quel che di nuovo fa trovare la luce alla iridi bicrome del mutaforma, però, è un leggero tremolio, un alterarsi delle trame intorno a lui che sembrano portarlo a orientare il proprio sguardo al pavimento, come se ora fosse capace di percepire la direzione di quell'ars smosso in maniera tutto sommato debole. Non ci mette molto la voce di Nimloth poi ad arrivare alla finestra, accolta con un leggero sbuffo e alla quale Vidar non sembra intenzionato a dare risposta, tanto che nemmeno un movimento compie per avvicinarsi alle imposte e aprirle, mantenendo la stanza nell'oscurità quasi totale, probabilmente convinto a quel modo di non venire disturbato. Eppure, sembrano non accennarsi a quietarsi le trame e anzi, quella leggera alterazione sembra avvicinarsi lentamente, al ritmo di passi che con ogni probabilità a breve si troveranno di fronte alla sua porta. Sull'uscio il mutaforma fissa il proprio osservare, il busto chino in avanti e gli avambracci posati sui gomiti, seduto sul letto ad aspettare, il capo appena inclinato verso il basso, gli occhi sembrano brillare alla sola luce di quella tenue candela.
10:57Nimloth[Locanda-stanza]{Inn.} La porta della camera di fronte a lei , e la mezza esita. La mano sul pomello e palpebre che si chiudono esalando un sospiro rumoroso. Il battito è accelerato, che sia la cavalcata o l'ansia di quello che l'aspetta? Deve calmarsi. Tutti e tre: lei, Arlecchino e Vidar potrebbero essere in pericolo e lei era scappata a nascondersi. La odieranno per quello? Comprenderanno il suo reagire? Con ogni probabilità erano quelli i pensieri che l'attanagliavano oltre al fatto che aveva evitato chiunque in quei giorni, presa dal terrore di esser seguita e decisa a non far parola con le Frecce riguardo quanto successo quell'infausto pomeriggio nella Conca Verde. Respira profondamente e se la dritta era pronta sul pomello, la sinistra andrà a batter le nocche alla porta. [Posso entrare?] Non si presenta, dando per scontato che sarà riconosciuta dalla voce.
11:09Vidar[Stanza]{Inn.Mut,P.Magica,S.Corr} Arriva forte e chiaro all'udito del mutaforma il rumore delle nocche a sbattere sulla porta dei propri alloggi, così come la voce della mezza che già prima aveva riconosciuto. Qualche istante ci metter Vidar a rispondere, concedendosi uno sbuffo a fiori di labbra prima schiuderle [Vieni avanti] Risponde ad un tono abbastanza alto da farsi sentire da chi attende dietro l'uscio, ma non tanto da urlare. Attenderà che la mezza faccia il suo ingresso prima di spingere con i palmi delle mani contro le proprie ginocchia, alzandosi in piedi e chiudendo lui stesso la porta, lì rimanendo [Siediti pure] La mancina a sollevarsi e l'indice ad indicare distrattamente una semplice sedia di legno vicino alla scrivania, in prossimità della finestra chiusa. Non si lascia andare a sorrisi Vidar, solamente un altro malcelato sbuffo va a modificare l'espressione sul suo volto mentre appoggia le spalle alla porta, andando dopo poco a incrociare le braccia sul petto [Hai intenzione di chiamare qualcun altro per farmi ammazzare o posso stare tranquillo?] Sono rimarginate le ferite, le ustioni scomparse, ma pare non essersi dimenticato il mezzo demone come sono andate le cose quel giorno in cui quasi ci stava rimettendo la pelle, tanto che anche il tono della voce, di quel che pareva essere una leggera provocazione, appare tetro, cupo e profondo mentre le iridi bicrome vanno cercando lo sguardo della mezza [Comunque sia Medeso non c'è] Aggiunge, con ogni probabilità immaginando male lo scopo di quella visita.
11:22Nimloth[Locanda-stanza]{Inn.} Tende tirate e aria pesante quando, ricevuta una risposta da Vidar all'interno, apre la porta lentamente. Il mannaro le si affianca e Nimloth si irrigidisce quando le va a chiudere la porta alle spalle. E' il tono dell'altro che sicuramente la inquieta all'inizio e poi, l'occhiata veloce alla camera dove non trova la beneamata amica. L'invito ad accomodarsi par quasi una minaccia, non lo guarda negli occhi e si dirige a testa bassa verso la sedia sulla quale però non si accomoderà. Le dita si stringono e si aprono veloci e la destra andrà a stringere la barra della spalliera. Ora si gira, cercando il volto dell'altro, tetro come il suono della voce che la rimprovera. [Io...] Comincia come a giustificarsi e poi qualcosa dentro lei si spezza. È sua la colpa di quello che è successo? [E tu pensi di chiamar altri Demoni, TUOI AMICI, a perseguitarCI?] Usa il plurale in quel rimbeccar a tono che vede Arlecchino vittima insieme alla mezza delle strane conoscenze del mutaforma. Il respiro le si blocca a labbra schiuse ,quando l'altro le comunica l'assenza della ragazza. [Dov'è?] Urgenza nel tono e la destra che andrà a cercar nella borsa legata a tracolla. Un cartiglio stropicciato, che già questo è un'indizio dell'ansia della mezza, che avrebbe cura persino di un foglio di papiro. [Mi... mi ha mandato questa.] Porge quanto all'altro e attende qualche secondo. [Ci sono troppe cose che non so e che non riesco a capire e... credo che impazzirò se non decidete di spiegarmi tutto.] Guarda la sedia come per accomodarsi, ma non sembra riuscir a trovar pace in quella tensione visibile.
11:43Vidar[Stanza]{Inn.Mut,P.Magica,S.Corr} L'espressione del mutaforma è neutra, per quanto truce, ma è quando le prime parole di Nimloth lo raggiungono che la mascella va ad irrigidirsi [Amici MIEI che perseguiterebbero te e mia moglie per colpa MIA?] Quel che probabilmente è peggio è che non grida, sibila tra i denti come stesse annusando l'aria per sputarvi veleno [Tu, misera e stupida mezzelfa, non sai cosa significhi venire perseguitati, cacciati, usati come un giocattolo e poi gettati] Ne ha fin troppo Vidar, troppo ha subito da quando il suo sangue è stato risvegliato, troppi soprusi da parte del proprio genitore e da parte di un demone che con lui pare volersi divertire [Parli di cose che non comprendi, accusi senza sapere niente, seduta su quel tuo trono di innocenza che ti sei dipinta addosso tanto bene] Non si muove ancora Vidar ma quel che Nimloth potrà vedere, nonostante la scarsa illuminazione della stanza, è come l'iride destra del mezzo demone vada tingendosi lentamente di nero, divorando l'oro fino a farlo scomparire [Medeso non è qui, mi ha detto che è al sicuro] Nemmeno la guarda la lettera che l'altra gli porge, dedicandole solo un'occhiata di quel suo sguardo buio prima di risollevare lo stesso all'indirizzo di Nimloth [Ti vuole bene, e non ti sto ammazzando solo per l'affetto che nutre verso di te. Ma ripeti ancora che io sto facendo in modo di perseguitarla e dovrò spiegare a mia moglie come mai una sua amica è sparita] Il fatto che Vorus e Amalina gli siano stati accostati come amici, dopo tutto quello che Vidar e Keiko hanno passato, sembra abbastanza da far ribollire il sangue di Vidar, abbastanza da non abbandonare mai il contatto visivo con la mezza [E adesso chiedi, se devi, e siediti] Quasi lo ringhia quell'ultimo imperativo, mentre rilascia intorno a sé la propria aura colma di rancore, vendetta, pregna di tutto l'odio provato per la sola idea di essere accostato a quei due demoni.
Vidar ha usato Ruaki [Mutaforma] [Corrotta]
12:07Nimloth[Locanda-stanza]{Inn./Armi&PL} Il braccio rimane allungato verso l'altro, con la missiva stretta tra le dita, e l'impressione è che tremi quando Vidar irrigidisce il volto e attacca sibilante la mezza. Solo parole, è vero, ma che tagliano come coltelli quando diventano anche insulti. Prova ad interromperlo mentre il braccio allungato, rigido, torna verso il fianco. [Non comprendo, perchè non so... Sarò anche ingenua, ma è chiaro che mi nascondi qualcosa.] Vorrebbe piangere e le si contrae per due volte ripetute il muscolo dell'occhio destro. E sono solo gli occhi visibili all'altro per ora. Iridi fisse sul di lui volto e si avvede di come l'iride destra cominci a cambiar colore. Il nero che dalla pupilla si allarga, sbranando l'oro precedente. Una vampata di calore invade Nimoth che, come se si sentisse intrappolata dalle vesti, si costringe a scoprir il volto per evitar quella sensazione claustrofobica che è più dettata dalla situazione che dagli abiti. Un passo indietro e i polpacci spingeranno contro la seduta che si trova alle sue spalle. [..Al sicuro dove?] Non balbetta ancora ma la voce è tremula. Aveva già visto quell'occhio farsi nero, e la ricorda chiaramente come un'esperienza detestabile e penosa. Le parole successive la rianimerebbero a quel 'ti vuole bene' ma non ha il tempo di farlo che le minacce vengono riperpetrate. [Non-non.. vo-levo dire questo..] Ora si che balbetta, occhi negli occhi, e l'ordine ringhiato la vedrà lasciarsi cadere all'indietro perdendo quasi per un attimo l'equilibrio. Le rimbomba il petto di un battito andato a vuoto quando un onda sembra schiaffarla sulla sedia. Sente l'odio dell'altro, la voglia di vendetta che crede diretta a lei. Trema. Le mani che stringono la base della sedia e gli occhi che le si velano di lacrime arrossandosi. Non riesce a respirare, a parlare. Scapperebbe ma non riesce nemmeno a dar l'ordine ai suoi muscoli.
12:26Vidar[Stanza]{Inn.Mut,P.Magica,S.Corr} La vedi Vidar andare a contrarre i muscoli degli occhi, ritrarre il braccio tremante e scoprirsi il volto, la vede come se si stesse accartocciando su sé stessa fino a cadere sulla sedia, stringendosi ad essa in maniera quasi disperata quando la sua aura la investe in pieno [Al sicuro] Scandisce lentamente quelle due uniche parole mentre la mascella si rilassa abbastanza da pronunciare quel che, a conti fatti, non è altro che la verità per quanto ne sa lui. Non si smuove dal suo appoggio alla porta, non si scioglie l'intreccio delle braccia sul proprio petto e non si distolgono nemmeno per un momento le sue iride buie dagli occhi di Nimloth, arrossati e colmi di lacrime [Quel che sai e che hai visto ti dovrà bastare, anche se sarebbe meglio che tu non l'avessi mai visto non si può tornare indietro. Né io, né Keio possiamo spiegarti quel che è successo, mettiti l'anima in pace] Pare intenzionato a non rivelare nulla della loro natura a chi è seduto ora di fronte a lui, tanto che per lunghi secondo nessuna parola viene più proferita, facendo calare un silenzio che solo dopo poco viene rotto nuovamente [Cosa hai sentito?] Si abbassano le braccia del mutaforma, le mani a giungersi all'altezza del proprio ventre mentre i gomiti arretrano, andando a scostare leggermente il soprabito dal quale già comunque si intravedevano le due armi [E cosa credi di aver visto?] Sembrano punti importanti quelle due domane, abbastanza da venir poste con un tono che non esprime curiosità, quanto più bisogno di sapere, delimitare i danni di quanto successo, per quanto possibile mettere al sicuro Medeso e sé stesso [Non posso risponderti se non parli] Asciutto, l'impressione delle parole pronunciate da Vidar non è esattamente quella di chi muore dalla voglia di spiegarsi, quanto più un incitamento secco
12:41Nimloth[Locanda-stanza] Per quanto l'età anagrafica racconti di trent'anni di vita, la mezza è ancora una mezza-elfa-adolescente che sta imparando a scoprir il mondo e a diventar adulta nella maniera più traumatica che ci si potesse aspettare. Prima il Kraken, poi rapita, imprigionata e torturata dalle Frecce che avevano deciso di metterla alla prova per accoglierla tra le loro fila, la battaglia contro la Perdizione e i suoi demoni e cavalieri che hanno attaccato Dirhae. Distruzione e morte. Amici ancora cadaveri all'ingresso della città e ora anche dei Demoni che Vidar sembra conoscere 'intimamente' e che minacciano la sua vita e quella degli amici. Ma è Vidar che la sconvolge più di tutti forse perché, amato dall'amica, ha imparato a volergli bene ma, e c'è un ma, le è chiaro che qualcosa in lui sia rotto e disturbato, e questo fa crescere la sua preoccupazione nei riguardi di Arlecchino che potrebbe esserne ignara, per quanto ne sappia. Deglutisce continuando a fissarlo quando l'altro parla ancora. Trattiene le lacrime che non vuol lasciar scendere e schiarisce appena la voce cercando di sciogliere il nodo formatosi in gola [Al sicuro non è una risposta. Se solo avessi letto... Mi ha detto che mi avrebbe fatto sapere dove vi sareste nascosti e che...] L'altro non sembra ascoltarla affermando che a lei non è dovuto saper nulla. Ma è quando insinua che Keiko non le racconterebbe nulla, che il sangue le ribolle in seno e scoppia come un pop corn. Si alza in piedi facendo cadere la sedia con un tonfo alle sue spalle. [Non PUOI spiegarmi?] Usa il singolare perchè non vuol credere che la mutaforma farebbe lo stesso. [Tre uomini sono letteralmente esplosi davanti i nostri occhi. E tu, invece di scappare, imploravi quel... quel Demone. Non ho idea di cosa gli chiedessi. Ma IO sono rimasta lì per AIUTARTI e ho rischiato la mia VITA PER TE.] Scendono ora lunghe lacrime dagli occhi strabuzzati. [Se tu non parli, io non parlo!] Indietreggia avvicinando la destra alla coscia.
13:01Vidar[Stanza]{Inn.Mut,P.Magica,S.Corr} Ancora la fissa mentre quel rifiuto alla sua risposta gli arriva all'udito, non risultando abbastanza per una Nimloth preoccupata che vuole spiegazioni [Non so dov'è. Mi ha detto di aspettare e che è al sicuro, e io a differenza tua mi fido di lei abbastanza da non andare nel panico, ti basta come risposta?] Soffia ad un tono di voce contenuto, per quanto teso, accogliendo il tonfo della sedie e l'alzarsi della mezza solamente con lo sbattere ripetuto delle palpebre [Non posso, esatto] Con una spinta si allontana dall'appoggio che le proprie spalle avevano trovato, sciogliendo l'intreccio delle mani e camminando a passo lento verso l'altro, fermandosi a un paio di spanne da lei, guardandola dall'alto in quella differenza d'altezza di una ventina di centimetri [E non voglio. Sono affari che riguardano me e Keiko solamente. E immagino tu sappia cosa dice il proverbio riguardo moglie e marito] Non avanza più, accontentandosi di rimanere in piedi con le braccia lungo i fianchi, al di sotto del soprabito [Tre uomini sono esplosi, io stesso sono rimasto quasi ucciso, e nonostante questo mi hai visto fare quello che ho fatto] Non pare più valerne la pena, non può far dimenticare agli occhi della mezza ciò che hanno visto [Implorare un Demone della Vendetta] Solo ora, dall'inizio di quella conversazione, Vidar si lascia andare a sollevare leggermente l'angolo destro della bocca, in un sorriso amaro e di scherno [Sono stato un idiota a pensare che avessi uno scopo] mormora più sovrappensiero che altro, abbassando per un momento il capo [Sei rimasta, e il tuo dardo per poco non mi ha fatto incenerire dalla barriera che si è alzata. Non ti avrei recriminato nulla se fossi scappata, non avresti visto quel che hai visto, e ora] Una breve pausa, un momento [Se hai dubbi su di me dimmeli ora, non aspetterò di trovarmi addosso le guardie o qualcun altro che venga a dare la caccia a me o a Keiko]
13:19Nimloth[Locanda-stanza]{Inn./Armi&PL} Non che non le basta la risposta del mutaforma che oltretutto non capisce. [Ti ha mandato una missiva? Non hai chiesto da dove arrivava? L'avrà mandata di sicuro un corriere come è succe..ss..o..] - per me , aggiungerebbe - se non le tornassero in mente i militi posseduti che le hanno consegnato la missiva. E se dapprima il suo interesse per un attimo l'aveva distratta dalla paura che Vidar le incute, scatta poi in piedi e rovesciar la sedia in terra. In quel momento, il mutaforma muove in sua direzione avvicinandosi e stagliandosi in altezza a pochi passi da lei. Non muove ancora un muscolo Nimloth probabilmente convinta che non le farà veramente del male. [Se Keiko è in pericolo, riguarda anche me.] Un coraggio che soffia amaro. Distoglie lo sguardo e CERCA di muover verso la porta, a prender il posto lasciato dal mutaforma e allontanandosi da quello, sempre che le sia permesso. Indugerebbe, se riuscisse ad avanzare solo a sentir nominar il Demone della Vendetta. [Quella donna...] Quella, le aveva rivelato l'identità dell'altro, ma parla più tra sè, per poi voltarsi di scatto provando a fulminar Vidar con lo sguardo [Pensi che il mio intento era farti male...?] Incredula sillaba quasi le parole. [Cercavo di salvarti! Non vi manderei mai contro le guardie. Chi credi...] Fa una pausa. Sarebbe da lei cercar aiuto nella legge per salvar l'amica ma si farebbe odiar sicuro. [Mi hai minacciato prima, giustificando il tuo non agire per il bene di Arlecchino. Pensi sul serio che io farei mai qualcosa che possa farle male?] Sbatte le palpebre ripetutamente fissandolo ancora e ancora [Quella donna mi ha detto che il Demone della Vendetta mi avrebbe cercato perchè l'ho attaccato e a Dirhae... I militi erano sotto l'effetto di una specie di possessione come gli uomini al parco e mi hanno minacciata anche loro.] Un passo l'avvicinerà all'altro [Siamo tutti sulla stessa barca. Non escludermi] Che stia implorando?
13:42Vidar[Stanza]{Inn.Mut,P.Magica,S.Corr} Rimane in silenzio quando l'altra completa solo nella sua mente la propria frase, lasciandole il tempo di squadrarlo dal basso prima di parlare [Credi davvero che se avessi potuto non glielo avrei chiesto?] Solleva un solo sopracciglio, come se la domanda fosse semplice e di ovvia risposta [Questa volta no] E da qualunque lato la mezza proverebbe a passare, troverebbe il palmo della mano di Vidar, poco sopra lo sterno a cercare di fermarla, senza usare violenza nel movimento ma facendole capire di non aver ancora finito [E tu pensi davvero che io stessi implorando per qualcosa che riguardava me?] Volge il capo cercando di nuovo gli occhi grigi di lei [Stavo implorando per lasciarti andare via viva perché pensavo sarei morto lì, e Keiko non meritava di perdere un marito e un'amica lo stesso giorno] Ringhia quasi prima di lasciar parlare la donna ancora [Io penso] In risposta a quella domanda sul poter o meno far del male alla mutaforma[Che non ho che lei nella mia vita, e se dovessi arrivare a dover uccidere il mondo intero per tenerla al sicuro lo farei. Siamo soli, io e lei, in un modo che non puoi capire né comprendere] Non sono scuse, ma è forse la prima volta che parla in questo modo alla mezza, nonostante l'aria tutt'altro che dolce [Avrei ucciso cinque persone, quel giorno, per evitare potessero raccontare quel che avevano visto, solo perchè avrebbero potuto metterla in pericolo, di te ho deciso di fidarmi,senza costringerti a tenere la bocca chiusa,perchè ti reputo una buona ingenua] Viene infine tolta la mano, quel che voleva essere un mero intralcio e non reale costrizione all'altra [Non hai idea di quanto siamo su barche diverse invece] Abbassa di poco lo sguardo, così come il tono che va scemando [Non dire a nessuno quel che hai visto quel giorno, e io mi considererò tranquillo] Aggiunge dopo un momento, voltandosi se l'altra avesse preso la via della porta [Non farmi pentire di aver deciso di rischiare con te la sua vita]
14:10Nimloth[Locanda-stanza]{Inn./Armi&PL} Il corpo e la mano di Vidar la bloccano impedendole di andar oltre. Non voleva scappar via, ma esser pronta a farlo nel caso l'uomo desse in escandescenza ancora una volta. [Da quanto manca?... ] Non se ne capacita, capitela povera Nimoth, ha vissuto una settimana fin troppo intensa. [Io..] Le parole dell'altro colpiscono ancora in pieno petto, ma ora è di ben altra natura la lacrima che decide di scivolar silenziosa lunga la gota. [Non sentivo cosa stessi dicendo ma... credo che possano esserci altre alternative all'uccidere senza usar la ragione.] Il respiro rallenta e gli occhi si allargano cercando di essere comprensivi. [I militi a Dirhae, sembrano aver dimenticato tutto quello che hanno detto e fatto contro di me dopo poco tempo.... Probabilmente quegli uomini ubriachi erano innocenti e non serviva...] Cala lo sguardo di pena [Ucciderli...] Alza i palmi delle mani e torna a guardarlo in faccia [So che è stata quella donna a farli esplodere ma tu...] Gli aveva dato fuoco in pratica e l'altro lo sa, lascia la frase sospesa ad evitar di render le parole reali ancora. [Non siete soli! Ci sono io..] Lo si potrebbe incorniciare e usar come capezzale, il ritratto della mezza che più ingenua e celestiale non potrebbe essere in quel proporsi. [Non ho parlato con nessuno e non avevo intenzione farlo, comunque.] A sottolinear la mera verità come la bambinetta di prima ma con più forza e distogliendo le iridi a ripensar alle bugie che sarà costretta a dire a tutti, su ogni evento della sua vita da ora in poi. Frecce, Demoni, Vidar, Keiko... Le si rivolta lo stomaco al pensiero, e ora che il mutaforma le lascia via libera si appresta verso la porta. Di spalle, nascondendo il volto [Dimmi che ti serve, non ho molto tempo e dovrò tornare a Dirhae. Che posso fare per lei.] Attenderà col volto rivolto alla porta e la mano sul pomello.
14:29Vidar[Stanza]{Inn.Mut,P.Magica,S.Corr} Si ammorbidisce il tono di Vidar quando si sente chiesto da quanto la donna manchi, ma di poco [Un paio di giorni, non molto] Risponde asciutto distogliendo la mano che era impedimento [Ed è proprio perché ho usato la ragione che lo avrei fatto. Quegli uomini ti avrebbero violentata se non avessi fatto qualcosa, forse ti avrebbero uccisa. Non è mia abitudine lasciar morire degli amici, men che meno amici che sono anche di mia moglie. Non sappiamo se e da quanto erano posseduti, quel che avrebbero fatto, quel che TI avrebbero fatto se non li avessi fermati] Pare ricordarsi benissimo quel che voleva fare Vidar, come è chiaro non provi il benché minimo rimorso per le sue intenzioni [Ti auguro, Nimloth] E questa volta la mano si poggerebbe per un momento sulla spalla della mezza a lui più prossima, un pat pat e non un impedimento ad andarsene come prima fatto [Che tu non debba mai scoprire quanto può essere crudele a volta il destino nel farti nascere figlio di qualcuno che ti considera un gioco, cerca di mantenere l'innocenza che hai addosso] Mormora facendola andare verso la porta finalmente [Magari cerca solo di non buttarmi più in mezzo agli squali] Ridacchia perfino il mutaforma, ma è solo un momento prima che l'altra distolga lo sguardo e si diriga alla porta [Mi serve che tu sia una buona amica, e che non dica nulla, a nessuno, su quel giorno, su quanto hai visto o sentito] Una breve pausa prima di voltare il capo verso la porta, lì dove la donna sembra prossima al congedo [Mi fido di te] Pare aver finito di parlare Vidar, il quale ascolterà le risposte di Nimloth prima di tornare a sedersi sul letto, attendendo un poco prima di scendere a rimediarsi qualcosa da bere, qualcosa di forte probabilmente data la mattinata tutt'altro che tranquilla, qualcosa che possa allontanargli di dosso la spiacevole sensazione di aver commesso un errore [Exit]
15:05Nimloth[Locanda-stanza]{Inn./Armi&PL} Nimloth, che non ha fatto altro che studiar gli occhi, le espressioni e il tono dell'altro, non mancherà di notar quel minimo cambiamento quando l'altro parla ancora e l'istinto le farà dire sommessamente [Scusa... sarei dovuta venir prima...] Si strugge per quei giorni passati a scappare dall'ombra che nella sua testa la seguiva. Attenta, ascolterà le giustificazioni dell'altro al suo reagire, al suo cercar di proteggere lei. [Te ne sono grata] Non riesce a tener lo sguardo agli occhi dell'altro dicendolo [Ma... probabilmente mi sottovaluti e... ]direbbe, ma non lo fa [.. non succederà più!] Riferendosi al buttarlo in pasto agli squali, e anche se lui ridacchia, l'espressione di Nimloth rimane assorta dai suoi crucci. I ghirigori disegnati dalle trame del legno vengono studiati distrattamente mentre risponde dando all'altro le spalle [Non parlerò. Te l'ho già detto ed è una promessa. Ma se ti fidi di me, prima o poi sarai tu a dover parlarmi. Quello che sta succedendo sembra riguardare ORA anche me e se, come continui a ripetermi, hai rischiato la vita per salvarmi, non lasciare che mi imbatta ancora in quelli senza altre informazioni in merito...] Aprirà la porta e scomparirà chiudendosela alle spalle. Rimarrà qualche ora o forse tutta la notte sperando di veder rientrare Arlecchino, ma se non dovesse, tornerà momentaneamente a Dirhae preparandosi per un'eventuale partenza alla ricerca dell'amica.[//Exit]
NImloth-Mutaforma
[Heliriel-pressi Locanda] {Inn.}C'è stato un tempo in cui le giornate coperte e uggiose la mettevano di malumore, tanto da farla rintanare in sala allenamenti o rimanere in camera a studiare. Non che ora questo sia cambiato, ma senza ombra di dubbio, il sole ben coperto e il cielo plumbeo di quel mattino, le hanno permesso di arrivare alla capitale elfica senza accusar patimenti, ché i suoi occhi non sopportano più l'iridescenza del sole. Patimenti che, se non fisici, si smuovono, dall'interno del suo animo, traducendosi in un espressione sofferente, un misto tra la paura di quello che già sa e la rabbia che una brutta notizia potrebbe accendere. Occhi stretti e iridi fisse e scintillanti di verde e grigio. Al trotto, in groppa a Krasko, è giunta ormai non lontana dalla locanda dei Ghiacciai Eterni abbigliata come se dovesse affrontar la Perdizione: abiti coprenti multistrato tirati sul capo che le nascondono finanche il viso; armatura in cuoio leggero; coltelli e una piccola ascia che, se non consegnate alle guardie cittadine, penderebbero dalla cintola. Non ammira il paesaggio di quella meravigliosa città elfica candida come la pietra che l'ha costruita, ma che in questi giorni, è scompigliata dalle masse che scappano dalle città del sud;. No, l'attenzione è diretta unicamente ai suoi pensieri, ai suoi tormenti interiori. Seguita e braccata da ombre nella sua mente. Aveva passato la settimana nascosta al Castello e solo ora, aveva avuto il coraggio di viaggiare in cerca dell'amica. Scatta il collo di lato quando sente il marchio pizzicare. [Oooh!] Ferma il cavallo, spostando il peso del corpo all'indietro e cercando equilibrio nella leggera impennata dell'animale. Una pacca al collo della bestia a tranquillizzarla e a farsi perdonare e si avvicina con più calma, ma sempre in groppa, al garzone che attende gli ospiti, volgendo però lo sguardo alle finestre della locanda e cercando di sbirciar al loro interno.
[Heliriel-Locanda] {Inn.} [Arlecchino??] E' a lei che pensa immediatamente, ed è lei che chiama, smontando da cavallo, quando il marchio le infonderà quel senso di familiarità che ha imparato a riconoscere. Non chiama a gran voce, evitando di tirarsi addosso sguardi non richiesti, ma è sicura che l'altra si possa essere già resa conto della sua presenza, a prescindere dalle sue parole, sempre che sia in camera. Al garzone che l'accoglie passerà le briglie del cavallo e sempre a lui [La locandiera è qui?]. La voce pare urgere risposte e, coperta completamente dalle vesti, l'altro, può solo vedere i suoi occhi: grigi, grandi, sgranati che rivelerebbero premura e trepidazione. Verrà accompagnata alla camera patronale. Esita la mezza - Entrare o non entrare, questo è il problema. - Gioire, della scoperta della presenza di una sconsiderata Arlecchino intenta a truccarsi e imbellettarsi, o disperare quando sarà palese la sua assenza. Si cruccia al pensiero di essersi rintanata e nascosta al Castello e il dubbio che questo le possa esser rinfacciato, si somma al resto. La odieranno per quello? Comprenderanno il suo reagire?. Doppia in quei ragionamenti, come doppio è il sangue che le scorre nelle vene. Respira profondamente, e se la dritta è già pronta sul pomello, è la sinistra che andrà a batter le nocche alla porta. [Posso entrare?] Non si presenta, dà per scontato che sarà riconosciuta.
[Heliriel-Locanda] {Inn.} L'iniziale delusione alla voce di Vidar, che la esorta ad entrare, la costringe impellente a spalancar la porta. Tende tirate; sarebbe buio pesto se non fosse per la flebile luce tremolante di una candela mezza consumata. La mezza, alleata anche la connaturata abilità visiva, non ha bisogno di abituarsi a quel buio. Tutto le appare chiaro, anche i particolari, mentre lo sguardo corre veloce a frugare la presenza di chi non sembra esser lì. Fugge dapprima il parirazza per cui,. Il letto disfatto, il disordine abituale di quella stanza, il pesante odore di chiuso le invade le nari, i cocci della brocca sul pavimento e da quelli, il suo sguardo finirà dritto su Vidar andando a chiudere la porta dietro di lei. Le iridi grigie della mezza lo seguono mentre il resto del corpo è apparentemente immobile, come quello di una statua, ma freme. Pare, alla fu Mezza, di sentir note accusatorie nell'invito rude dell'altro a sedersi e alla frecciatina successiva che la vede protagonista dello scherno. [E tu pensi di chiamare altri TUOI AMICI a perseguitarCI?] Usa il plurale in quel ribattere a tono, e risulta chiaro il suo veder la parirazza, Arlecchino, vittima come lei delle conoscenze del mutaforma. Conoscenze che arrivano da ben altro mondo che non è quello terreno; conoscenze che, sente nel proprio sangue corrotto, esser ben più pericolose di un qualsiasi altro essere vivente: Demoni.[Dov'è?] Incalza quando l'altro l'avvisa che Keiko non si trova lì, e la destra andrà a cercar nella borsa legata a tracolla un cartiglio stropicciato, ché già questo è un'indizio dell'ansia della mezza che avrebbe cura persino di un foglio di papiro. [Mi ha mandato questa.] Non vacilla nel tono che sottolinea, senza mezzi termini, come la compagna non aveva dimenticato di informar anche lei e scatta il braccio che si allunga in direzione dell'altro lasciando che quello trovi i suoi occhi. La timidezza che è solita mostrare, è lontana mille miglia da lei.
[Heliriel-Locanda] {Inn.} Lo guarda irrigidirsi e farsi malevolo. Non le urla contro ma sibila velenoso offendendola e accusandola di non aver capito nulla 'seduta su quel trono di innocenza che ti sei contruita' -le esatte parole - . Deglutisce, Nimloth, schiudendo le labbra in un'espressione sbigottita e sardonica allo stesso tempo. Non ribatte, solo perché è così che è solita comportarsi: da innocente. Anche quando la rabbia la porterebbe a offendere, quando la corruzione le suggerirebbe di uccidere: simula. Simula di essere perfetta; simula di essere chi NON è, e si adegua alle situazioni cercando di trovarne vantaggio e dovrà farlo anche ora se vorrà rivedere l'amica, ché la rabbia di Vidar le pare una vendetta diretta a lei. Le vuol portar via chi lei ama e ne sfoggia il possesso. Questo, sembra essere il quadro generale che le si disegnerà nella mente e sul volto quando Vidar non degnerà neanche di uno sguardo la lettera nella sua mano. Le riferisce, però, che Medeso è al sicuro, cosa che farà tirare un sospiro di sollievo a Nimloth che lascerà anche cader il braccio lungo il fianco, ma tutto dura il tempo di un soffio, distratta com'è dagli occhi di lui . Nonostante il buio nella stanza, le sue percezioni genetiche renderanno più evidente il cambiar colore dell'iride destra altrui. Quegli occhi bicromi li conosce, hanno sempre attratto la sua curiosità turbandola anche, ma ora sa. Ora, potrebbe leggere in quelli, le demoniache sfumature dettate dalla natura che condividono e, quando vede l'iride dorata venir risucchiata per lasciar posto al nero richiamo della discrepanza, intuisce che qualcosa sta per accadere. La rabbia la investe in una vampata che la vedrà scoprire il capo in modo da mostrare il volto angelico ma senza paura, ché la paura è dissimulata da quell'espressione di contegno [Al sicuro dove?] Chiede, senza mai abbassar lo sguardo dall'altro come a sostenere la sfida, in cerca di dettagli che non arriveranno.
[Heliriel-Locanda] {Inn.} "Ti vuole bene, e non ti sto ammazzando solo per l'affetto che nutre verso di te. Ma ripeti ancora che io sto facendo in modo di perseguitarla e dovrò spiegare a mia moglie come mai una sua amica è sparita" minaccia il figlio della 'Vendetta' prima di scaraventarle addosso il suo Ruaki. Un vuoto momentaneo nel petto e le si blocca il respiro quando il ringhio, che le ordina di sedersi, come una violenta mareggiata la coglie in pieno spingendola di peso contro la sedia alle sue spalle. Si prende degli attimi che la vedono respirare affannata ma silenziosa, con lo sguardo rivolto verso i cocci sul pavimento. Non piangerà, perché la sua natura ha deciso per lei di non mostrar debolezza. Non inveirà, perché il suo sangue suggerisce di non inimicarsi il marito di colei a cui tiene. Le si arrossano però gli occhi e le si contorce il volto in quel cercare di dissimulare e trattenere le emozioni. Lo dovrà assecondare se vuole che Vidar si fidi e la informi. Più facile a dirsi che a farsi a quanto pare, la missiva, che par esser ora il degno fantoccio del mutaforma che le si para davanti, si accartoccia infatti, stretta con violenza dalle dita. Le è chiaro che Vidar non ha intenzione di rivelare nulla riguardo quanto successo al parco e i Demoni presenti quel giorno. [Non 'puoi' spiegarmi?] Si noterebbe un leggero tremolio nella voce che però cerca di essere affilata e fredda. [Come credi!]Esaudisce. L'ultima occhiata, che non può esser di sfida secondo il proprio corrotto piano d'azione, cerca in quell'ultimo sguardo di trasmettere fiducia e comprensione seppur non sembra dichiararsi arreso. Cercherà di farsi strada verso la porta e, se lasciata libera di andare, si congederà ora senza voltarsi ma con la faccia diretta alla porta che si schiude [Mi trovi in locanda per i prossimi due giorni...] E così, sparirà.
Si ritrova , ora, impegnata con quelli, a cercar di fermare una minaccia proveniente dal Sud che trascina con sé morte, distruzione e, soprattutto, Demoni.
Mi viene veramente difficile immaginarla come un'individualista. In fondo, anche ora, non è fuggita da Dirhae ma è rimasta per combattere, per difendere il popolo e la città sotto attacco dei Demoni.
Ho capito, dalla risposta che hai dato, che tipo di rapporto avrebbe con i Demoni, in futuro. Nimloth ha avuto modo, mi pare di capire, di interfacciarsi sia con i Demoni della Perdizione, sia con quelli che generano i Mutaforma. Che visione e che esperienza ha, attualmente, di queste ultime Creature?
Il primo Demone in assoluto, che Nimloth ha avuto modo di vedere, è stato durante la quest alle Paludi dell'Oblio. Terrore e panico l'hanno assalita, tanto da spingerla a suggerire la ritirata e seguire Keiko nella fuga. Forte però della compagnia delle Frecce Nere, e decisa ad aiutare i compagni rimarrà a combattere. Diverso di certo è l'incontro con Vorus e Amalina che non riconosce subito come Demoni perché differenti da quelli già incontrati, le verrà però rivelata la loro natura proprio da Amelina. La reazione non è esattamente chiara per quanto l'angoscia e il terrore siano evidenti dato quanto successo (gente posseduta, corpi smembrati e l'ansia di aiutare Vidar che non accennava ad allontanarsi dal pericolo).
:。・:*:・゚’★,。・:*:・゚’☆
Nimloth Sacredmore
:。・:*:・゚’★,。・:*:・゚’☆ |