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Ultimo Aggiornamento: 20/11/2021 23:44
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Dal sito Davide Maggio:

Chiusi per Flop: l’agonia «Senza Fine» di «Camilla, parlami d’amore»

Ci sono programmi e fiction che hanno fatto la storia della tv grazie al grande successo di pubblico e critica ottenuto, ma sul piccolo schermo non sono certo mancate altre offerte decisamente meno fortunate, passate in questo caso alla storia proprio per essere state sonoramente bocciate dai telespettatori e dagli addetti ai lavori. Con questa rubrica estiva dal titolo Chiusi per flop andremo a ripercorrere i più grandi insuccessi della tv sia pubblica che commerciale, veri e propri tonfi dai quali neppure i personaggi più blasonati della tv sono rimasti immuni.

L’agonia Senza Fine di Camilla parlami d’amore
E’ il 2 giugno 1992 quando Canale5, galvanizzata dal successo ottenuto dal teleromanzo Edera, una produzione tutta italiana con protagonisti Agnese Nano e Nicola Farron, decide a stretto giro di raddoppiare l’offerta e mandare in onda in prima serata una nuova serie tv made in Italy dal titolo Senza Fine. Il teleromanzo, scritto da Ennio De Concini e diretto da Carlo Nistri, narra una storia ricca di colpi di scena, ma allo stesso tempo molto ancorata alla realtà del nostro Paese. Un prodotto molto differente dalle soap americane come Beautiful, che proprio in quel periodo spopola su Rai2 con ascolti record. Sulle pagine de La Repubblica del 2 giugno 1992 De Concini presenta così il nuovo progetto:
“Ho voluto provare una nuova strada con un racconto che si snodasse nel tempo. Le storie lunghe mi piacciono molto, le paragono a grandi fiumi che nel loro scorrere vedono paesaggi diversi. Così lo svolgersi delle vite dei miei protagonisti investe tanti sentimenti, a volte contrastanti tra loro, e si intreccia a quelli di altre persone, per formare quasi una saga familiare. Dai generi classici ho preso molto: anche nella mia storia ci sono intrecci, suspense. Ma ho voluto fare un passo avanti: le situazioni si capovolgono più per ragioni interne che per eventi esterni. Ovviamente c’è il ‘cattivo’, ma c’è anche lo sforzo di spiegare e capire le ragioni del suo comportamento”.
Senza Fine si presenta rivoluzionaria anche dal punto di vista produttivo: i 30 episodi della durata di 100 minuti ciascuno sono costati appena 165 milioni di lire a puntata e girati in presa diretta.
“E’ una scommessa contro il malcostume della produzione italiana dei costi gonfiati, per cui alcune miniserie costano fino a due o tre miliardi a puntata. Sergio Giussani e Rosario Rinaldo, con Reteitalia, hanno creduto in quest’operazione. Su questa stessa linea vogliamo realizzare un altro teleromanzo, Welcome, dai contenuti ancora più duri e realistici”.
Ad essere senza fine sono le tribolate vicende di Leo e Camilla, due novelli Renzo e Lucia interpretati da Vanessa Gravina e Fabio Gallo. Il teleromanzo racconta la storia delle loro due famiglie, gli Stefani e i Marino: Leo è un archeologo che segue le orme del padre, funzionario dei Beni culturali, mentre Camilla, che ha due sorelle e un fratello, è figlia di un colonnello dei Carabinieri e di una donna appartenente ad una famiglia nobile ormai decaduta. Per la coppia tutto sembra andare per il meglio, ma alla vigilia delle nozze l’atmosfera di festa viene spezzata da un gesto disperato: il nonno di Camilla si suicida con un colpo di pistola alla tempia. La sua morte rompe i già precari equilibri familiari e riporta alla luce antichi rancori. Nel cast della serie figurano attori di teatro come il già citato Colizzi, ma anche Ivo Garrani, Giuditta Saltarini, Emanuela Giordano, Lorenza Guerrieri, Margherita Guzzinati, uniti a volti del piccolo schermo come Edy Angelillo, Gaia De Laurentis, Sebastiano Somma e Caterina Vertova.

Contrariamente alle aspettative il teleromanzo non incontra il gusto del pubblico. La prima puntata viene seguita da appena 3.402.000 spettatori (share 14,33%), che la settimana successiva calano a 2.641.000 (share 11,29%), per poi arrivare nel terzo appuntamento a poco più di 2 milioni con un imbarazzante share del 9,34%. Un vero e proprio bagno di sangue che spinge Canale5, in barba al titolo, a porre fine a Senza Fine. La sera del 23 giugno al suo posto va in onda uno speciale del Tg5 dedicato al Giudice Falcone ad un mese dal tragico attentato. Dalle settimane successive, invece, il posto in palinsesto viene occupato da Affari di famiglia, spin off del più noto Forum, condotto da Rita Dalla Chiesa. La scelta di sospendere il teleromanzo non piace al produttore Rosario Rinaldo che, amareggiato, il 20 giugno dichiara a La Repubblica:
“In realtà non mi aspettavo questi risultati, e non mi aspettavo che la rete prendesse una decisione così prematura. Il pubblico è abitudinario, si affeziona: ha iniziato a seguire Edera, non comincia subito un’altra storia. Ma forse non è neanche questa la ragione: dalla settima puntata il racconto è più scorrevole, la recitazione diventa più credibile, più spontanea. Se ci avessero dato più tempo…”.
Senza possibilità d’appello il giudizio di Riccardo Tozzi, allora responsabile delle produzioni di Rete Italia, che, sempre sulle pagine del noto quotidiano, dichiara:
“La sospensione di Senza fine è giustificata perchè l’ascolto delle prime tre puntate è incompatibile con gli obiettivi Auditel di Canale5, anche estivi, e non possiamo permetterci di avere il 10% di share serale. Però le serie lunghe hanno bisogno di tempo per affermarsi e trasmetterle in prima serata è un po’ una scommessa. Con Edera abbiamo vinto, con Senza fine abbiamo perso. In un caso e nell’altro siamo soddisfatti di esserci misurati con la produzione seriale, prima d’ora importata da altri paesi”.
Tormentati dall’idea di buttare nel cestino 27 puntate da prime time, venute a costare circa 4 miliardi e mezzo di lire, alla Fininvest si tenta l’impossibile. Tutto il materiale girato viene rimaneggiato e servito come nuovo. Si decide di cambiare titolo, passando dallo sfortunato Senza Fine al più “dolce” Camilla, parlami d’amore. Vengono inoltre modificati alcuni nomi dei protagonisti. Leo, il personaggio interpretato da Fabio Galli, diventa Luca, costringendo dunque a ridoppiare l’intero girato. Vanessa Gravina, che aveva inizialmente recitato in presa diretta, viene invece doppiata da Giuppy Izzo, e come lei anche gli altri protagonisti assumono le voci di affermati doppiatori. Il 25 gennaio, dopo una corposa campagna pubblicitaria, la “nuova serie” debutta in prima serata su Rete4. Gli ascolti non brillano e spingono la rete a sospendere il teleromanzo anche questa volta dopo il terzo episodio, in onda l’8 febbraio.

Non c’è due senza tre! Non contenta del doppio flop, la Fininvest decide di giocare il tutto per tutto proponendo il teleromanzo in una fascia oraria più adatta, con l’intento di abbracciare un pubblico più ricettivo a questo tipo di offerta. Viene preso in mano il primo girato (trasmesso su Canale5, con Leo al posto di Luca, la Gravina in presa diretta etc), utilizzato il secondo titolo Camilla, parlami d’amore, e con un abile lavoro di taglia e cuci, dalle 30 puntate di prime time vengono realizzati 70 appuntamenti da day time. La “nuova” versione approda da lunedì 17 gennaio 1994 nel pomeriggio di Rete4. Inutile dire che anche in questo caso la risposta del pubblico non è certo favorevole. Dall’iniziale orario delle 16.00 si passa alle 16.15 e successivamente alle 15.45. Per cercare di smaltire quanto prima le puntate, alla prevista collocazione in palinsesto dal lunedì al venerdì, vengono aggiunti appuntamenti anche al sabato e alla domenica alle 15.00. Lunedì 11 aprile il teleromanzo viene infine sostituito dalle repliche della telenovela Topazio e spostato alle 9.10 del mattino, dove rimane sino alle ultima puntata in onda sabato 23 aprile.
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