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L'editoriale di FAbio BENAGLIA

Ultimo Aggiornamento: 23/12/2021 13:46
26/09/2021 19:14
 
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La differenza tra pressione e aspettative.
Fabio Benaglia.



26 Set 2021

Olbia-Cesena 0-1 è stata una promessa di felicità, come i titoli di testa di un buon film. Siamo poco più che al trailer del campionato e il Cesena è primo insieme a chi voleva dichiaratamente starci (Pescara, Reggiana) regalando la sensazione di avere variegati margini di miglioramento. Al momento, chi è al top della squadra di Viali? Nessuno, quindi va a finire che il più in forma è davvero Viali, che vive la piacevole sensazione del migliore Allegri: tu mi dici che io gioco male e intanto ti sbatto in faccia valanghe di punti. C’è poi il percorso alla Guido Marilungo di Salvatore Caturano: non si sa quanto di fisico o di tattico ci sia stato nella sua panchina iniziale, sta di fatto che Caturano nell’ultima mezzora è un carico che in pochi possono giocarsi sul tavolo della C (con tutto il senno di poi poteva essere una bella idea anche negli ultimi play-off).



Più che a un giocatore, il piedistallo del primo posto spetta alla fase difensiva. Se una squadra si difende bene, è il primo segnale che è davvero una squadra. In più il sacco di Olbia è arrivato al culmine di una settimana in cui anche la società ha finalmente alzato la testa, senza dare l’impressione di aspettare bonifici che non arrivano guardandosi la punta delle scarpe. Ragionando col senno di prima, Favale è un innesto funzionale e Missiroli riprende la scia di Di Gennaro, uno che se non vivrà di ricordi, sarà come un americano nel basket. Un piacevole segnale di ambizione dopo un mercato estivo che non aveva regalato fremiti, invece se prendi Missiroli, vuol dire che non vuoi vivacchiare ma fare qualcosa di buono oggi, qui, adesso.



Un attempato esperto di calcio un giorno fece la sintesi: “Se la tua squadra va a giocare in uno stadio dove durante la partita vedi il pullman parcheggiato, gli alberi e pure le auto che passano, non è un bel segnale per il campionato che stai vedendo”. Non è snobismo, è solo storia: il Cesena in C non può giocare per partecipare, perché la C non è un punto d’arrivo, è un parcheggio come quello che cercavano quelle auto che passavano dietro le panchine di Olbia. Nessuno obbligherà il Cesena ad arrivare primo, sarà sufficiente che faccia disperatamente di tutto per non arrivare settimo come un anno fa. La differenza tra pressione e aspettative è tutta qui. Con zero scuse per la società in vendita, zero scuse per gli altri che spendono di più. Certe scuse fanno solo parte della categoria dei diversamente alibi e se il Cesena torna a fare il Cesena, prima o poi il Manuzzi tornerà a fare il Manuzzi.



"Hai valutato l'ipotesi che CpS abbia in qualche maniera ARGINATO il danno della gestione Lugaresi?"

"Siete qui tutti a lagnarvi di Lugaresi, che tutto sommato fa solo la testa di legno della dirigenza, quando Castori ha cacciato via tutti i giovani"

02/11/2021 19:20
 
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I RISCHI SULLE FALLE INATTIVE






Cesena - Pistoiese serie C
A UN DATO MOMENTO
I rischi sulle falle inattive


Fabio Benaglia
1 Nov 2021
La Pistoiese è la classica squadra nata di corsa e a lenta lievitazione. Dopo il ripescaggio estivo, ha dovuto usare le prime gare ufficiali come amichevoli. Il suo problema è stato proprio questo: la Pistoiese giocava le amichevoli, le sue avversarie giocavano la coppa e il campionato. Risultato: un pareggio e quattro sconfitte nelle prime cinque gare ufficiali, coppa Italia a Cesena compresa.

Per dirla alla Paolo Conte, domenica è tramontato un giorno in arancione di fronte a un avversario che ha tanta carne da mettere in campo (il centravanti Vano non è grosso, è un intero monolocale arredato) e pure la malizia giusta per farti giocare male. Il Cesena in questo senso è stato collaborativo, giocando maluccio per conto suo: a centrocampo l’esperimento dei lenti a contatto (Missiroli-Rigoni-Ardizzone) non ha funzionato, con tre giocatori che a livello di esperienza mandano a scuola tutti, però tutti insieme, ecco, sì, insomma. Potevano sbloccare qualcosa le variazioni sul tema, ma quando le tue palle inattive diventano falle inattive e rischi di prendere gol in ripartenza, allora è l’ultimo indizio che non è giornata, quindi ben venga un bel punto da una brutta partita.



Il cammino fin qui resta luccicante e oltre ogni previsione e allo stadio c’era pure il doppio del pubblico rispetto a due mesi fa. Cesena-Gubbio 0-0 del 29 agosto fece 2.415 spettatori, domenica scorsa il dato diceva 4.532 totali. E’ un bel segnale di avvicinamento alla normalità verso una delle grandi classiche della storia. Lunedì sera c’è Cesena-Pescara e se vedete un ultras del Cesena a cena nello stesso posto di un collega del Pescara, significa che uno dei due ha sbagliato ristorante. E’ una partita di cartello, si gioca lunedì alle 21 e c’è tutto per avere un bella cornice di pubblico come ai bei tempi, quelli in cui il Manuzzi con i riflettori accesi era la cartolina di un tifo meridionale in uno stadio inglese. E’ una bella occasione per riportare allo stadio un’altra fetta di indecisi dopo il Covid e sarebbe opportuno riaprire le casse dello stadio il giorno della partita, sia per venire incontro agli indecisi dell’ultima ora, sia perché quei 2 euro per i diritti di prevendita non possono diventare la regola.



[Modificato da R.B.4 02/11/2021 19:23]



"Hai valutato l'ipotesi che CpS abbia in qualche maniera ARGINATO il danno della gestione Lugaresi?"

"Siete qui tutti a lagnarvi di Lugaresi, che tutto sommato fa solo la testa di legno della dirigenza, quando Castori ha cacciato via tutti i giovani"

03/11/2021 07:33
 
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ti chiedo cortesemente di inserire nel titolo del post l'avviso che "contiene battute di benaglia".



La situazione è grave, ma non è seria.
Dai...per me gli manca qualche rotella, tu pensa che già ai tempi *** lo voleva portare dentro, ovviamente ci fu una netta opposizione..
03/11/2021 11:56
 
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Re:
Visigoto, 03/11/2021 07:33:

ti chiedo cortesemente di inserire nel titolo del post l'avviso che "contiene battute di benaglia".



Ma se ha messo anche una citazione di Paolo Conte... non sei mai contento!!!
Adesso ti chiama Marco R.B.4 e ti mette a posto lui.😆😆😆
03/11/2021 12:06
 
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Visigoto, 03/11/2021 07:33:

ti chiedo cortesemente di inserire nel titolo del post l'avviso che "contiene battute di benaglia".

Veramente avrei dovuto scrivere: nuoce gravemente alla salute, di alcuni 'colleghi'.



"Hai valutato l'ipotesi che CpS abbia in qualche maniera ARGINATO il danno della gestione Lugaresi?"

"Siete qui tutti a lagnarvi di Lugaresi, che tutto sommato fa solo la testa di legno della dirigenza, quando Castori ha cacciato via tutti i giovani"

03/11/2021 12:30
 
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Re:
R.B.4, 03/11/2021 12:06:

Veramente avrei dovuto scrivere: nuoce gravemente alla salute, di alcuni 'colleghi'.



metti entrambi gli avvisi...
benaglia, altro esempio di giornalista che riesce a respirare anche con la testa sotto la sabbia.
come riesce a farlo?




La situazione è grave, ma non è seria.
Dai...per me gli manca qualche rotella, tu pensa che già ai tempi *** lo voleva portare dentro, ovviamente ci fu una netta opposizione..
30/11/2021 22:36
 
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A UN DATO MOMENTO


Il teorema di Angelo Rea



Fabio Benaglia
29 Nov 2021
Da dove si comincia? Beh, dal risultato della domenica, per forza, con l’Entella che ha vinto 3-1 confermandosi più forte.
“Ah sì? Grazie: facile così”.
Ecco il pensiero tipico che gravita nella testa del socio medio del Cesena.

“In questi mesi sono arrivati gli applausi perché si vincevano le partite. Bella forza, così sono capaci tutti. C’è un calcio che non è sostenibile, qui si dà per scontato che si chiuda il bilancio in rosso e poi si debba ripianare. È un concetto assurdo per qualsiasi imprenditore onesto: aprire un’attività sapendo che andrà in perdita. Il tifoso e chiunque ci giudica dovrebbe avere la maturità di andare oltre il risultato. Qui si guarda al centesimo, si punta su strutture e giovani. Poi se la prima squadra vince la domenica, il nostro è proprio un bel progetto, se invece perde, in società siamo dei taccagni incapaci”.
Il problema è che si confondono i tifosi e la critica con gli azionisti. Avete mai visto uno striscione in curva con la scritta: “Complimenti per il bilancio chiuso in pareggio”? Oppure: “Onore al relativo impatto degli ammortamenti”? O ancora: “Sgravio Irpef uno di noi”?. Mai, nemmeno nei posti più svizzeri del calcio italiano come Sassuolo o Cittadella.

Il paradosso resta a monte, come no, con regole che spiccano per la loro assenza. Il calcio di vertice è al collasso e pensa alla Superlega per aumentare i ricavi anziché alle riforme per limitare i costi. Ma se in un campionato professionistico come la C non c’è un vero tetto salariale (mancanza gravissima) non è mica colpa dei tifosi o della critica. L’unico vero onere è legato al monte ingaggi: se superi il milione lordo di stipendi, devi garantirli con una fideiussione pari al 40% dell’eccedenza. E se hai soldi, tanti soldi, sei libero di spenderli tutti, poi spunta sempre qualcuno che i tanti soldi semplicemente se li inventa.
La C è lo stesso campionato dove (per fortuna) fare giocare i giovani è una possibilità e non un obbligo: se scegli la politica dei giovani come fonte di guadagno, devi avere i giovani bravi, altrimenti la classifica non ti premia. Appunto: la classifica. Nei campionati non dilettantistici, si comincia per forza da quella e mica vale solo per il calcio. Se la Ferrari mettesse l’impianto gpl in nome del risparmio e di una svolta ecologica, sul momento prenderebbe pure qualche applauso, poi alla terza gara da pluridoppiata si passerebbe ai pomodori.


Ettore Rognoni, il figlio del Conte, ama ripetere che il dirigente ideale del Cesena dovrebbe essere odiato dai tifosi, soprattutto in estate al calciomercato. È in tarda primavera che il suddetto dirigente deve prendersi la rivincita, sbattere in faccia conti e classifica e dire: “Visto? Avevo ragione io”.
Si vogliono i complimenti per la gestione al di là dei risultati? Finché il Cesena non torna a casa, non succederà. Il Cesena in C dà fastidio a chi segue il Cesena e non è mica presunzione, è qualcosa di diverso: è il disagio di abitare in una casa che non è tua. La casa del Cesena è la Serie B, magari con qualche puntata nel superattico: in Serie B, una politica societaria coerente come quella attuale potrà essere apprezzata anche oltre il risultato. In Serie C no, prima verrà sempre il risultato. Quindi non resta che provare a vincere valorizzando al massimo quello che si ha, applicando il teorema di Angelo Rea.
Quale era il teorema? Campionato 2003-2004 in C, Angelo Rea (oggi procuratore emergente) sta guadagnando spazio nel Cesena di Fabrizio Castori come prima riserva di Riccardo Bocchini e Maurizio Peccarisi e pure come solida alternativa da terzino sinistro. In quel gruppo che conquisterà la B nel Vietnam di Lumezzane c’erano anche rincalzi esotici come l’inquietante difensore Stefano Mundula, il fratello d’arte Adriano Fiore a centrocampo e la punta Giordano Meloni in attacco, uno che sfondava reti in Primavera, molto meno in prima squadra. Quello era un gruppo vero dalla testa ai piedi e lo fece capire Rea al termine di una intervista dell’epoca. Queste le ultime due domande e le relative risposte.
Il calciatore più forte in Italia?
“Facile. Paolo Maldini”.
Il calciatore più forte in Europa?
“Facile. Giordano Meloni”.




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30/11/2021 22:45
 
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Lectio magistralis per certi sprovveduti che pensano di risultare giornalisti infarcendo i loro elaborati con qualche riferimento musicale hard rock.



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30/11/2021 22:47
 
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“Fabio Benaglia è un po’ come me, si crogiola nella sua tristezza, soltanto che lui è un genio e io sono un nessuno senza arte né parte (sottile differenza)”. Ma sono in buona compagnia…

Oh si...
[Modificato da R.B.4 30/11/2021 22:47]



"Hai valutato l'ipotesi che CpS abbia in qualche maniera ARGINATO il danno della gestione Lugaresi?"

"Siete qui tutti a lagnarvi di Lugaresi, che tutto sommato fa solo la testa di legno della dirigenza, quando Castori ha cacciato via tutti i giovani"

01/12/2021 07:11
 
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Re:
R.B.4, 30/11/2021 22:45:

Lectio magistralis per certi sprovveduti che pensano di risultare giornalisti infarcendo i loro elaborati con qualche riferimento musicale hard rock.



se ti incontro per strada non riesco a parlarti mi si bloccano le parole ti vorrei menare





La situazione è grave, ma non è seria.
Dai...per me gli manca qualche rotella, tu pensa che già ai tempi *** lo voleva portare dentro, ovviamente ci fu una netta opposizione..
01/12/2021 08:22
 
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Re: Re:
Visigoto, 01/12/2021 07:11:



se ti incontro per strada non riesco a parlarti mi si bloccano le parole ti vorrei menare






Spesso i disturbi del linguaggio sono correlati a quelli dell'apprendimento. Il che in te è rafforzato dalla chiara volontà di emulare Casalino che ne ha avuti parecchi.



"Hai valutato l'ipotesi che CpS abbia in qualche maniera ARGINATO il danno della gestione Lugaresi?"

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01/12/2021 10:11
 
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Re: Re: Re:
R.B.4, 01/12/2021 08:22:




Spesso i disturbi del linguaggio sono correlati a quelli dell'apprendimento. Il che in te è rafforzato dalla chiara volontà di emulare Casalino che ne ha avuti parecchi.



dillo a me



La situazione è grave, ma non è seria.
Dai...per me gli manca qualche rotella, tu pensa che già ai tempi *** lo voleva portare dentro, ovviamente ci fu una netta opposizione..
23/12/2021 13:46
 
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A UN DATO MOMENTO
Il calcio di Cesena, dove la scaramanzia è la religione dell’ignorante



Fabio Benaglia
23 Dic 2021
William Viali stava arrivando trionfalmente al panettone (traduzione in ossequio ai tempi che corrono: William Viali was coming triumphantly to the pàneton, perché qui l’inglese o si sa o non si sa). Ci stava arrivando col sorriso e poi è inciampato in una di quelle partite in cui si rosica il doppio. Immaginatevi al primo giorno in ufficio davanti ai nuovi proprietari: la mattinata scorre perfetta, poi al pomeriggio rovesci il caffè sulla scrivania del capo, poi mentre ti affanni a pulire gli ribalti il computer, vai definitivamente in banana e non ti riprendi più.
C’è stato tantissimo di buono nel girone d’andata, con Viali che ha guidato la macchina a modo suo, portando un tipo di calcio niente affatto a modo nostro. Se qualcuno ha la pazienza o il sadismo di riguardare certe partite degli anni 80 che Raisport trasmette a orari da fornaio, noterà che quando un giocatore passava la palla indietro al portiere, il pubblico fischiava. Nel Cesena, quando la palla arriva al portiere è il segnale che l’azione inizia davvero, con Nardi che alza la testa e apparecchia la tavola.
Ecco, Nardi. Un tipo di portiere che viaggia alla felice media di una partita sbagliata all’anno, ma quando la sbaglia, beh, la sbaglia bene. Nardi e Viali sono stati due grandi protagonisti del girone d’andata e hanno iniziato il ritorno con un pomeriggio in pessima forma. E’ evidente che i valori si stanno delineando, che le due capolista hanno qualcosa in più. Resta il fatto che 4 gol dal Gubbio non si possono prendere e il risultato non è mica bugiardo: i gol segnati sono tutti validi.
Da dove si riparte? Magari da gerarchie in base a quello che dice il campo. Quando esplose il 17enne Biondini a centrocampo, De Vecchi disse a Campofranco: “Grazie di tutto, quella è la panchina”. Qualche anno prima, era spuntato come una cometa il 17enne Ambrosini e Bolchi mise da parte Piraccini che all’epoca era una specie di papa laico in carica. Una volta emerso il 17enne Pozzi, Castori mica fece finta di niente e gestì bene Chiaretti e Bernacci come terze punte. L’impatto di Sensi convinse Drago a mettere da parte Cascione e così via.
A scanso di equivoci, Berti non è Ambrosini, un marziano che certe cose a 17 anni le faceva già in B. Però da titolare Berti ha retto l’urto a Reggio Emilia in casa dei più forti, poi ha fatto un gol al Montevarchi e da lì in poi ha giocato 14 minuti con la Carrarese, 9 col Siena e solo panchina a Gubbio. E’ una cosa estranea al mondo del Cesena, ancora più dell’arrivo di una proprietà americana. Tutti i migliori campionati del Cesena hanno avuto come protagonisti i giovani del vivaio, in una storia fatta ciclicamente di ventenni che giocano e trentenni che si siedono. Ne sa qualcosa pure Massimo Agostini, che a suo tempo fu messo ai margini da Cavasin, con il 20enne Rivalta promosso capitano.
Tra le poche certezze che ci sono per il 2022 è che dopo il Natale arriverà anche la Pasqua e nei ricordi recenti del Cesena c’è stato anche un allenatore arrivato trionfalmente all’uovo di Pasqua, sebbene in sala stampa. Storia della primavera 2018 e di una salvezza sul campo che Fabrizio Castori stava costruendo navigando su un fiume di scetticismo e un mare di debiti. Sotto le feste di Pasqua, le conferenze stampa pre-partita erano animate dal super-veterano Romano Natali, cameraman di Tele Romagna, che in casa ha un giacimento di uova di cioccolato e le offre un po’ a tutti. Le porta una prima volta e il giorno dopo il Cesena vince, quindi sotto con la seconda volta a porzioni rinforzate, con l’uovo di cioccolato su un piatto di plastica e già fatto a pezzi come dopo un tackle di Scognamiglio. Castori nota il piatto già a inizio conferenza, fa finta di niente e si comincia con le domande. Fine dell’intervista, Romano parte col piatto e lo appoggia sul tavolo della sala stampa: “Mister, riecco il mio cioccolato. Le tocca mangiarlo ancora, l’altra volta ha portato bene”.
Smorfia di Castori: “Romano, ricordati che la scaramanzia è la religione dell’ignorante”.
Seguì un silenzio meditativo e di profonda introspezione interiore, ma durò giusto un secondo. Poi riecco Castori.
“Ricordatevelo bene, la scaramanzia è la religione dell’ignorante. Quindi io mangio. Sotto ragazzi, chi ne vuole un pezzo? Fatevi sotto che altrimenti la finisco tutta io”.







"Hai valutato l'ipotesi che CpS abbia in qualche maniera ARGINATO il danno della gestione Lugaresi?"

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