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TEX Romanzi a fumetti 13 - Snakeman di M. Boselli & E. Breccia

Ultimo Aggiornamento: 21/09/2021 18:08
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Bene, bene! [SM=x74927]
Ci avrei scommesso che la storia avrebbe creato dibattito. E ci avrei puntato su anche una bella sommetta, perché fin da quando l'ho letta mi sono accorto che i disegni fossero incredibilmente preponderanti. Direi che ciò costituisca una rarità: credo di poterle contare sulle dita di una mano le storie in cui il testo ha avuto un impatto secondario sul mio immaginario. Il grande merito di Breccia è talmente evidente, però, che non è stato confutato o posto in dubbio da alcuno, e se i giudizi oscillano, sono comunque nel range tra "ottima prova" e "magnifici".
Ho letto con attenzione, Vinnie caro, il tuo parere sulla storia, e su questo concordo solo in minima parte. Affermare che su una testata speciale ci si aspetti un Tex speciale è un punto di vista che non andrò a sindacare, ma che certo non è oggettivo: è la tua visione personale. Il Dylan bilottiano è un Dylan specialissimo che da anni ci fa godere e certo Bilotta ha stravolto il mondo del personaggio ben più di quanto abbia fatto Boselli su questo Tex, condannando alle fiamme il villaggio centrale. Faccio mia però la critica che tu facesti al primo di quegli albi e che invece non ribadisti per i successivi: il Dylan del primo speciale del Pianeta dei Morti (che io amai fin da subito) fu da te apprezzato per la storia... però sottolineasti quanto quello non fosse Dylan. Lo rimarcasti fortemente, e a sottolinear la cosa mi ricordo di quando, gli anni successivi, evidenziasti invece con calore che il Dylan rappresentato nelle storie seguenti era finalmente centratissimo e che era ciò a portare il tutto alla definizione di capolavoro.
Qui, ben lontani dai fasti e dall'ispirazione di quel Bilotta, e come tu stesso ben dici anche dalle passate glorie di Borden medesimo, siamo dinnanzi a una storia che non è assolutamente da buttare, sia chiaro: rimarco nuovamente l'entusiasmo per una trama coinvolgente come poche, ricca d'azione, secca, priva di quegli sbrodolamenti e di quella monotonia con cui ci aveva abituati Boselli negli ultimi quindici anni. Vi è un Tex finale che appare in scena ed è incredibilmente focalizzante, accentratore di ogni attenzione. Vi è un Tiger Jack protagonista come di rado negli ultimi anni, lo abbiamo detto, mentre non abbiamo osservato abbastanza che vi è un cattivo tosto e brutale: se il villaggio in fiamme non si può vedere, a parer mio, dovrei però quanto meno ribaltare il concetto e osservare che un nemico così ardito e vittorioso sui navajo non si è mai visto. Non che sia granché caratterizzato, anzi: la narrazione del suo passato è tra i punti deboli dell'albo, ma qui accorre in soccorso un magistrale Breccia che ne definisce i tratti fisici in modo formidabile.
Il resto, però, non è assolutamente di secondo piano e non riesco ad accontentarmi di una pur sensata affermazione che si tratti di una "questione di prospettiva". Mi pare che l'unica questione di prospettiva, qui, possa essere legata all'importanza che si attribuisce ai disegni e alla colorazione nel giudizio complessivo: anche per me sono strabilianti, ma quel Kit Willer è da rigettare in pieno e non deve passare. Arrivo a dire che sul Tex "assassino a sangue freddo" si può discutere di più: quanto può essere definito "indifeso" un bastardo che è circondato dal suo clan, protetto dalla magia (non dimentichiamoci del pugnale di Tiger Jack che si spezza) e che può far sterminare con un suo cenno tutte le donne navajo sue prigioniere mentre tu sei solo e circondato? Su queste basi potrei anche rivedere la mia posizione su questo punto, ma Kit stratega-imbecille è inaccettabile: il peggiore dei capi possibili. Io un Piccolo Falco alla guida dei navajo non lo vorrei, se si tratta di QUESTO Piccolo Falco. Sarebbe da torturare per incapacità di comando.
E questo mi porta a chiudere tornando sul discorso della specialità di Tex che voglio trovare su testate che non siano l'ammiraglia mensile: gli aspetti onirici che tu e Matte vedete sono interpretazione vostra, e onestamente trovo non abbiano alcun appiglio nella storia scritta. Sono il frutto caleidoscopico dell'operato del nostro amato Enrique. Non vi è alcun intento di specialità, in questa prova di Boselli, anzi: ha fin da subito sbagliato disegnatore, scrivendo per Breccia una storia che un GLB non gli avrebbe mai assegnato perché non affine in pieno alle corde del Maestro argentino, che nonostante questo fa un lavoro MONUMENTALE (al netto di qualche vignetta che mi ha convinto molto meno, ma sono davvero dettagli infimi, nel complesso) e salva baracca e burattini, facendo cadere magicamente anche su Boselli meriti che non dovrebbe condividere. Boselli voleva scrivere una storia tesa e canonica; ma gli è riuscita solo la prima metà del proprio intento perché quanto a canone, ne ha una visione sempre più personale.
Il resto sono cavilli su cui non arriveremo mai ad una visione comune, amico mio, perché è palese che partiamo da posizioni troppo distanti, ma se i gusti sono gusti ed è STRALECITO che divergano, il fatto che quel Kit sia intollerabile dovrebbe essere un punto di un'oggettività cristallina. [SM=x75063] [SM=x74927]
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Carlo Maria, 20/09/2021 19:49:

Non vi è alcun intento di specialità, in questa prova di Boselli, anzi: ha fin da subito sbagliato disegnatore, scrivendo per Breccia una storia che un GLB non gli avrebbe mai assegnato perché non affine in pieno alle corde del Maestro argentino, che nonostante questo fa un lavoro MONUMENTALE (al netto di qualche vignetta che mi ha convinto molto meno, ma sono davvero dettagli infimi, nel complesso) e salva baracca e burattini, facendo cadere magicamente anche su Boselli meriti che non dovrebbe condividere. Boselli voleva scrivere una storia tesa e canonica; ma gli è riuscita solo la prima metà del proprio intento perché quanto a canone, ne ha una visione sempre più personale.



Ma guarda che Boselli è molto più scafato e assai meno "ingenuo" di come lo reputi. Sapeva benissimo quel che stava facendo, e non è certo per caso che questa è – di gran lunga! – la sua storia meno parlata degli ultimi anni.
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Nessuno lo ha preso per ingenuo, credimi. [SM=x74933]
Aveva un numero ridotto di pagine a disposizione e una volta tanto ha deciso di tagliare i suoi riferimenti al colore delle unghie dei piedi nelle popolazioni nomadi preindustriali.
[Modificato da Carlo Maria 20/09/2021 20:06]
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Ho deciso! Adotto Carlo. O se preferisci mi adotti tu! [SM=x2114809]
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Re:
Juan Galvez, 20/09/2021 14:45:

E in questo specifico e speciale senso non mi interessa nulla della figuraccia di Kit, preferisco mille volte un'eresia in grado di emozionare di un'interpretazione corretta che mi faccia cadere i coglioni dalla noia. In questo specifico senso, in questa specifica collocazione.


D'accordo, ma esiste uno straccio di linea che non si dovrebbe oltrepassare, o siamo di fronte a un liberi tutti?
Perché, se si voleva ottenere un effetto veramente drammatico, emozionante, nonché epico, in barba al canone, allora perché non far morire Kit eroicamente nella difesa del villaggio? Avrebbe non solo riscattato con l'estremo sacrificio la sua incapacità strategica, ma avrebbe anche dato un senso alla scena di pag. 44, che non so definire in altro modo se non come una esecuzione bella e buona, qualcosa che da Tex potrei aspettarmi solo a fronte di un evento estremo quale la morte di un pard o del figlio. Sono pure convinto che fra i lettori di Tex ci sarebbe chi approverebbe una scelta del genere, ma anche senza arrivare a conseguenze irreparabili sulla serie regolare, se si interpreta questa collana in prospettiva onirica/alternativa (vedi il Tex scalpatore del cartonato di Serpieri), pure questo potrebbe starci. Chissà che in futuro non arrivi.







----------
"Nel caso attuale, la giustizia la faremo a modo nostro, usando i mezzi che crederemo più opportuni, e quando saremo riusciti a identificare e smascherare i furbacchioni che hanno messo in piedi questa sporca storia, vi garantisco che ci sarà gran festa all'inferno!"
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Carlo Maria, 20/09/2021 20:05:

Nessuno lo ha preso per ingenuo, credimi. [SM=x74933]
Aveva un numero ridotto di pagine a disposizione e una volta tanto ha deciso di tagliare i suoi riferimenti al colore delle unghie dei piedi nelle popolazioni nomadi preindustriali.


Probabilmente dal suo punto di vista avrà pensato che, per una volta, contenere i suoi mirabolanti testi sia stato un sacrificio adeguato per valorizzare il talento di Breccia, senza rendersi conto di aver completamente sbagliato storia, come hai già ben puntualizzato.
Sai che genere di storia sarebbe andata bene a Breccia, invece, almeno per me? Qualcosa come "Fantasmi di Natale", non quella nello specifico ma sul genere, una roba anche quella completamente atipica, che a suo tempo non apprezzai gran che, ma che con questi disegni probabilmente avrei trovato realmente affascinante e capace di rapirmi in un universo "altro".


[Modificato da Bill Pelton 20/09/2021 21:15]



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Re: Re:
Bill Pelton, 20/09/2021 21:02:


D'accordo, ma esiste uno straccio di linea che non si dovrebbe oltrepassare, o siamo di fronte a un liberi tutti?
Perché, se si voleva ottenere un effetto veramente drammatico, emozionante, nonché epico, in barba al canone, allora perché non far morire Kit eroicamente nella difesa del villaggio? Avrebbe non solo riscattato con l'estremo sacrificio la sua incapacità strategica, ma avrebbe anche dato un senso alla scena di pag. 44, che non so definire in altro modo se non come una esecuzione bella e buona, qualcosa che da Tex potrei aspettarmi solo a fronte di un evento estremo quale la morte di un pard o del figlio. Sono pure convinto che fra i lettori di Tex ci sarebbe chi approverebbe una scelta del genere, ma anche senza arrivare a conseguenze irreparabili sulla serie regolare, se si interpreta questa collana in prospettiva onirica/alternativa (vedi il Tex scalpatore del cartonato di Serpieri), pure questo potrebbe starci. Chissà che in futuro non arrivi.





Se fosse chiaramente un altrove non mi darebbe alcun particolare fastidio, da una testata davvero speciale vorrei proprio qualcosa del genere.

E, per rispondere invece a Carlo, il primo pianeta dei morti era altrettanto chiaramente un altrove, tuttavia inserito in una collana che di veramente speciale non aveva nulla. È stato Bilotta, serializzando quel Dylan altro a restituire alla collana un senso compiuto ben distinto dalla serie regolare.



V.

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Re: Re: Re:
Juan Galvez, 20/09/2021 21:51:

Se fosse chiaramente un altrove non mi darebbe alcun particolare fastidio, da una testata davvero speciale vorrei proprio qualcosa del genere.


Sarebbe qualcosa di molto marvelliano, però. Si dovrebbe cambiare davvero, e completamente, la prospettiva di lettura. Non credo che Tex sia un fumetto adatto a ciò, anche se va detto che Boselli sta facendo di tutto proprio per andare in questa direzione.





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Ecco, forse è questo che rende molto problematica la questione.
Noi tutti sappiamo che Boselli, dal suo punto di vista legittimo, sta costruendo una rete fitta fitta di rapporti tra le varie storie che racconta, mentre gli altri sceneggiatori scrivono degli episodi fuori "continuity".
Questo albo secondo me non sarà da meno. Da oggi entrerà a tutti gli effetti nella saga con tutte le anomalie che ci riscontro.
Se qualcuno ha un dubbio nella scena iniziale Lilyth preannuncia la nascita di Kit. Bene, Borden ha informato con largo anticipo che sta realizzando con Villa "il seguito". La moglie con il pancione e chissà cos'altro.

Proprio perché è il curatore che detta la linea, questo non è un universo parallelo.
Il Tiger disinteressato alle sorti del migliore amico, il Kit un po' troppo maldestro - per non dire peggio - nel gestire per la prima volta da Capo dei navajo un pericolo mortale, possono essere l'inizio di una nuova evoluzione per renderli nuovi personaggi.
E che dire del Tex quasi sciamanico? Tex ha sempre accettato con il dovuto scetticismo magia nera e i poteri soprannaturali che anche Nuvola Rossa gli hanno dimostrato negli anni.
Della serie, magari non ci credo, ma nel dubbio e davanti a Mefisto e altri casi eclatanti...
Qui è lui che ha le "visioni". Non dovute ad allucinazioni causate da febbre o assumendo peyote a casa del Morisco. Da sveglio. L'intervento in soccorso della moglie per intenderci.
Bene qui Tex è Magico Vento!
Anche questa sembra una nuova strada che porta, o potrebbe portare, in altre direzioni sconosciute.
C'è anche una questione secondaria. Come hai fatto correttamente osservare l'assenza di Carson è adatta a questo Cartonato. Vero.
Ma poi ripensandoci pone un grosso problema. Tiger e Kit NON POTEVANO che avvertire subito l'unico membro della famiglia assente. Cazzo si pensa che sia morto Tex e ci si dimentica di avvertire il suo più grande amico? Insensato.

Riflettendoci sopra questo racconto narra dello sfaldamento dei pards senza la presenza di Tex, il contrario di quanto avvenuto p.e. nel grande intrigo. Ed è forse questo il perché alla fine mi ha lasciato un senso di "tristezza".

Imho questo non è un albo casuale, semmai potrebbe essere il futuro...
[Modificato da BertAdams 21/09/2021 08:20]
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Re:
BertAdams, 9/21/2021 7:51 AM:

Bene qui Tex è Magico Vento!


Amen.
Temo... TEMO che tu possa avere davvero ragione.
A ripensarci, il modo in cui Tex si sbarazza del nemico a pag.44 si attaglierebbe perfettamente a Ned Ellis e non ci sarebbe niente di strano.

Lilyth Rifiuta-di-smettere? [SM=x74933]


Imho questo non è un albo casuale, semmai potrebbe essere il futuro...


[SM=x74942]



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Re: Re: Re: Re:
Bill Pelton, 21/09/2021 06:14:


Sarebbe qualcosa di molto marvelliano, però. Si dovrebbe cambiare davvero, e completamente, la prospettiva di lettura. Non credo che Tex sia un fumetto adatto a ciò, anche se va detto che Boselli sta facendo di tutto proprio per andare in questa direzione.




Chiarisco ulteriormente.

La situazione migliore, non solo per Tex ma per tutti i personaggi bonelliani, e quanto meno quelli "storici", cioè fino a Nathan Never, sarebbe che esistesse una serie regolare, mensile, ed OCCASIONALI albi speciali. Occasionali, ovvero realmente una tantum: abbiamo un'idea pazzesca e la realizziamo. Poi l'idea può essere quello che ci pare: un albo di formato gigante disegnato lasciando mano libera a un disegnatore che nessuno avrebbe mai pensato di chiamare a lavorare su quel personaggio; un volume di 800 pagine con una saga fantasy di Tex; un albo cartonato a colori con 60 one pagers dedicati ai vari comprimari dei vari personaggi. Esagero un po', volutamente, e sono soltanto tre esempi possibili, ma il senso è questo: fare albi speciali solo se DAVVERO sono speciali; se evadono completamente dalle serie regolari. Tutte le serie bonelliane ormai hanno una serie di albi regolari e una miriade di pubblicazioni accessorie divenute TUTTE altrettanto regolari. Questo porta davvero a marvellizzare la tipicità bonelliana, che era fondata anche su una produzione parca, che non stancava, saziandoli, autori e lettori. Questo, non dei volumi che siano con chiarezza dei what if e che escano una volta ogni tanto. Quante idee realmente buone si possono avere per albi realmente speciali? Una, forse anche un paio all'anno; poi può capitare di non averne per due o tre anni. E allora per due o tre anni escono dodici albi, curati dalla A alla Z come cristo comanda, e non esce altro.

Per tornare a Snakeman, ai miei occhi questo è il primo albo realmente speciale di Tex che esce dal cartonato di Serpieri. E me lo sono goduto (anche) per questo, oltre che per i disegni e i colori di Breccia. E perfino, lo ripeto, per come lo ha scritto Boselli. Per dire: magari Carson non lo ha messo perché ha fatto una cazzata e se lo è dimenticato, però ne viene fuori una storia - giustamente - tutta di indiani. Cazzo, se se lo è dimenticato davvero ha pure avuto il culo di farlo 🤣🤣

E' ovvio che siamo ben lontani dall'ideale di quei dodici albi/anno più qualche speciale una tantum, però se nella marea di normalissimi speciali che mandano in edicola ve n'è ogni tanto uno che davvero si distacca dalla norma preferisco osservarlo per quello che è: un unicum, e non come un'uscita normale venuta male.

[Modificato da Juan Galvez 21/09/2021 08:45]



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Lo preciso sin da subito, a scanso di equivoci: comprendo il discorso di Vince riguardante gli "albi speciali", ma non posso accettarne le conseguenze, se le storie "speciali" sono come queste.
Immagino che sia a causa della mia visione limitata, ma per me Tex & pards sono di famiglia, in qualunque storia vengano inseriti, in qualunque universo.

Ho letto questo albo senza troppa convinzione, considerato che già la visione in anteprima della tavola di pag. 7 mi aveva fatto girare le scatole.
Non me ne sono pentita del tutto, alla fine, perché come tutti voi sono stata abbagliata dalla magnificenza della colorazione e dalla maestria di Breccia nel raffigurare l’ambientazione western, albe e tramonti infuocati, gli abiti, le armi, le decorazioni, ecc.

Tuttavia, al di là di alcune incongruenze, errori, presunte incomprensioni tra disegnatore e sceneggiatore già segnalate da chi mi ha preceduto, è stato proprio quello che mi ha lasciato questo albo al termine della lettura ad infastidirmi, ad incupirmi, a farmi percepire infine il tutto quasi come uno spreco di colori, di albe e tramonti infuocati, ecc., a convincermi che ormai la saga di Tex ha imboccato una via senza ritorno: “tristezza” come diceva bene Bert più sopra.
E non perché la storia sia tragica, anzi forse la più tragica della saga di Tex, visto quello che accade. Dice ancora bene Bert, questa non è una storia che fa parte di un universo “altro”. Fa parte – eccome se ne fa parte – della saga di Tex così come la sta impostando il Curatore.

Forse Tex e Tiger non hanno i capelli brizzolati come descritti ne “Il romanzo di Tex” (ma chi se ne importa? Tanto il Curatore può fare quello che vuole e smentire tutti, persino sé stesso, quando vuole), ma questa mi sembra proprio una storia da attaccare al Romanzo, quando Carson è ormai morto e anche un uomo come Tex – invecchiato - vive più di ricordi, tanto da sentire la necessità di raccontare le sue memorie a un giornalista (ciò che il Tex che conosco io non farebbe mai) o di andare periodicamente in una grotta a “ritrovare dei vecchi ricordi” (la sua “buona medicina”, come la definisce Tiger, pag. 8).

A rendere sempre più acuta la tristezza – in ragione direttamente proporzionale all'intensità dei colori delle tavole che mi si paravano davanti agli occhi – sono stati altri elementi contrastanti con tutto ciò che mi è familiare di Tex.
Non mi riferisco a Lilyth coi dentoni o al Tiger più brutto che si sia mai visto o a un Nuvola Rossa irriconoscibile, tutta roba “autoriale” che ormai non perdo nemmeno più tempo a contestare.
Penso principalmente all’assenza di speranza, al “tragico” che non lascia Tex nemmeno quando Snakeman è morto; l’unico sorriso della storia è quello di una donna morta e l’uomo che la pensa, a pag.50, non è un Tex che “medita”. Sembra proprio un uomo abbattuto, stanco.

Ho trovato ridicoli Tex e Tiger che assistono a petto nudo alla cerimonia di Nuvola Rossa, manco si dovessero preparare alla scena del sacrificio ne “L’uomo chiamato cavallo”. Vedono addirittura le immagini che Nuvola Rossa materializza. E perché là non c’era Kit, il destino della tribù a lui non deve interessare?
Per un motivo o per l’altro, Kit finisce sempre per fare il figlio della serva, non del capo tribù. Ma sì, meglio che lo facciano fuori – se deve servire a dar vita ad una storia “memorabile” - sperando almeno che faccia una morte in gloria e che Boselli non lo faccia crepare da cretino.

È ridicola la reazione di Kit quando viene a sapere della morte del padre. Un bel rito sciamanico non ce lo mettiamo qui, per sapere se Tex è vivo o morto? O una semplice frase, di cui è stato capace persino Nizzi quando la situazione era invertita e Kit era sparito in fondo al fiume: “Mio figlio è vivo, lo sento!” Troppo difficile, eh?

“Nuvola Rossa ha previsto questo trucco e ha abbondante acqua per domare l’incendio” (pag. 26). Ma che ci azzecca Nuvola Rossa con la tattica di difesa del villaggio? Ma quando mai?
E quale idiota, per difendere il villaggio, lascia che lo distruggano - tanto da arrivare alla fine a non sapere “se ci siano superstiti” - invece di organizzare la difesa prima, ossia quando i nemici sono “ai confini del territorio” di modo da evitare anche il sacrificio delle vedette?

Perché questa atmosfera da fine del mondo? Non è stato peggio quando Cane Giallo ha invaso il territorio Navajo? Ah già, ma quello era solo GLB.
Kit e Nuvola Rossa non avranno studiato Sun Tzu, ma Kit ne ha combattuti di nemici insieme al padre, ne ha organizzate di difese, anche in Patagonia.
Quella frase a pag. 25, “… siamo tutti con te, Piccolo Falco!” - visto come va a finire - sembra proprio una presa per i fondelli. Mi sbagliavo, qui forse qualcuno avrà riso.

I Navajos sono stati “sconfitti”. Se non era abbastanza chiaro, lo dice chiaramente l'autore per bocca di Tiger a pag. 33. E se sono stati sconfitti una volta, potranno esserlo ancora, in futuro. E comunque ora lo sanno anche le tribù vicine, a partire dai fantomatici Utes.
Bel lavoro ha fatto Lilyth, se ha “vegliato” così su di loro. Un gran lavoro davvero.
[Modificato da Myra Solano 21/09/2021 10:26]



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Non pensavo di intervenire oltre: alla fine la risposta di Vinnie e le sue specifiche successive chiariscono sicuramente la sua ratio, tuttavia aggiungo a latere che il post di Michela, oltre a essere a mio avviso perfetto, lascia proprio una malinconia enorme perché va ulteriormente a scavare e le riflessioni che porta, su Kit e sul popolo Navajo, personalmente sono quanto di più condivisibile io abbia letto sull'argomento.
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