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Pagelle Milan-Lazio 2-0

Ultimo Aggiornamento: 13/09/2021 18:06
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Post: 2.878
12/09/2021 20:28
 
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Reina 6: Qualche sospetto di mancata uscita bassa sul 2-0
Marusic 5.5: Avvio di sofferenza, con giallo annesso, poi mette qualche pezza
Luiz Felipe 5: Poco reattivo sulle due marcature
Acerbi 5.5: Perde Ibra sul 2-0 ma per il resto aveva chiuso più di una situazione pericolosa
Hysaj 5.5: Prova a dare qualche sussulto senza riuscirci, finisce ammonito anche lui
Milinkovic-Savic 4: Annullato da Kessie, sbaglia di tutto, compreso il pallone da cui nasce l'1-0
Leiva 5: Bruttissima immagine come fa andare via Leao sull'1-0 ma è quasi l'ultimo dei colpevoli. Un paio di buoni salvataggi
Luis Alberto 4: Partita orribile, senza neanche la marcatura di Kessie come alibi. Nervoso come solo lui sa essere, sbaglia anche un buon tiro dal limite
Felipe Anderson 5: Impalpabile
Immobile 4: Fa tenerezza per solitudine ed inadeguatezza tecnica, commette anche l'ingenuo fallo del rigore
Pedro 6: L'unico che dà l'idea di lottare sia con le gambe che con la testa, però anche lui commette parecchi errori banali
Lazzari 5.5: Non riesce a farsi vedere
Zaccagni 6: Sufficienza di incoraggiamento, tenta qualche giocata. Sarà utile
Basic sv
Moro sv
Muriqi sv
Sarri 5: Male, per tutti i 90'. Neanche un raggio di luce. Finisce pure espulso, al culmine delle tante proteste
[Modificato da ℬaruch 13/09/2021 13:14]

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12/09/2021 22:54
 
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Un saluto a tutti.

Roma, 9 novembre 2003, derby in notturna.
Nell’anniversario della caduta del Muro, Trefoloni da Siena ne infrange un altro codificando un modo di arbitrare: che consiste nel condizionare la partita in maniera metodica, scientifica e premeditata, ma senza esporsi con singoli episodi da moviola.
Fischia sistematicamente fallo a Corradi, sul quale si appoggia con poche alternative la manovra della rabberciata formazione biancoceleste; fischia sistematicamente punizioni dal limite per quegli altri, aumentando le probabilità di creare situazioni pericolose.
E su uno di quei piazzati arriva effettivamente il gol di Amantino Mancini, solo omonimo del vero Tacco d’Oro di Parma-Lazio.
Per quel modus operandi arbitrale, da ultimo stadio della malafede, la gara in questione diventa l’esempio per antonomasia, il caso che fa scuola.

Difficile non ripensare a quella vergognosa serata di sport assistendo alla direzione di Schiffi, già protagonista nella “maial Verona” con l’annullamento del gol di Caicedo.
Più greve e incapace del collega senese, dà maggiormente nell’occhio ma puntando tutto sui falli: con licenza di uccidere per i rossoneri e puntualissime sanzioni – a costo di inventarle – a carico degli ospiti, con l’immancabile aggiunta di qualche cartellino giallo killer.
Dove la fa un tantino fuori dal vaso, rischiando che qualcuno corra a rivederseli, è su un paio di episodi.
Il rigore, innanzitutto, con Kessié e Immobile che concorrono alla pari su un pallone certo non in possesso del milanista.
Il quale, sbilanciato ed eventualmente colpito sul piede, dovrebbe cadere all’indietro e non come fa sul campo: basterebbe un movimento così poco congruo a chiudere la faccenda con un giallo per simulazione.
Secondo episodio il mancato rosso a Bakayoko, che si spiega solo con la volontà di indirizzare la gara non sostenuta dalla diplomazia nel salvare le apparenze.

Si può parlare di calcio a queste condizioni? Purtroppo sì, evitando innanzitutto di nascondersi dietro l’avversario.
Il Milan di Pioli non è altro che una masnada di fabbri ben organizzati tatticamente e con una condizione sospetta, o forse mal programmata, a questo punto della stagione.
Nulla più di un Chievo d’antan, con un livello qualitativo oltraggioso per la Storia del club.
Il problema è che la Lazio, a un pacchetto di mischia e alla sua capacità di distruggere, oppone una prestazione neppure negativa, proprio sbagliata nei concetti di fondo.
La squadra che ha vendemmiato contro Empoli e Spezia è bellissima quanto difficile da riproporre in tutte le situazioni, a causa di una fisicità da campionato spagnolo nella parte destra della classifica.
Provarci dal primo minuto, rimanendo sé stessi al cospetto di un esame di laurea come San Siro, poteva rientrare nel percorso di crescita sul piano della consapevolezza e della personalità.
Doveva, però, bastare il primo scorcio di gara per capire che quell’assetto non reggeva l’impatto delle esigenze di giornata.
Sarri ha invece atteso un’ora abbondante prima di mettervi mano, e solo per sostituire due elementi – peraltro scelti in maniera assai dubbia, nel caso di un Felipe Anderson che stava appena entrando in partita – con altri se possibile ancora più leggeri.
Colpa dell’uomo e non del sistema, mentre era proprio quest’ultimo da mettere in discussione: con un uomo in più in mediana, al posto o di un Luis Alberto da multare per l’atteggiamento o di un Pedro determinato quanto sorpassato a destra dal ritmo del match.
Risultato, una squadra sempre seconda sul pallone; annullata nel gioco sulle fasce e nelle triangolazioni strette al centro; disarmata nelle proprie risorse offensive, fino all’assurdo delle zero situazioni pericolose create nei novanta minuti.

Tardive le altre mosse, compreso l’esordio di Bašić.
Una vicenda cominciata male quella del croato, che ha perso preziose settimane di lavoro coi nuovi compagni causa indice di liquidità, e quindi è ancora impegnato nelle presentazioni.
Ma più di tutto ha impressionato negativamente il suo passo, che ricorda quello di un Luboš Kubík: bel piede, ma estraneo al campionato italiano sul piano dinamico.
A maggior ragione in un ruolo decentrato, nel quale Sarri sembra deciso a inquadrarlo, dove un minimo di progressione sul breve appare irrinunciabile.
Si spera dipenda dalla combinazione tra un fisico che entra in forma lentamente e le già citate tempistiche del suo inserimento.

Quanto alle responsabilità dei singoli, si è detto dell’approccio indecente di Luis Alberto, mentre il fatto che Leiva non sia più un giocatore in attività rimane evidente a tutti tranne che a chi decide.
Deludentissimi i due esterni difensivi, che pure contavano su chili e centimetri non disponibili nella zona nevralgica del campo.
Ancora peggio Acerbi, in merito al quale perdura un equivoco: che si tratti non di un buon marcatore bensì di un dominante, quando è chiaro da anni il suo contributo sottozero all’organizzazione del reparto.
Sul primo gol c’era la possibilità di mettere in offside Brahim Díaz o di giocarsela uno contro uno, mentre i movimenti scoordinati a difendere zone troppo ampie hanno solo disegnato gli spazi per un uno-due irridente.
Sul secondo, oltre a non indirizzare compagni che si muovevano in ordine sparso, ha perso completamente Ibra.
Lasciandosi prendere alle spalle con un’ingenuità inammissibile, anche a livelli minimi.
E confermando l’assenza di una visione strategica d‘insieme quando non si fronteggia la manovra avversaria a difesa schierata.
Lacuna che, sommata alle carenze in interdizione, alle distanze fra i reparti tutte da inventare e alle alternative nel ruolo, trasforma quello fra i centrali difensivi e il mediano in un Triangolo delle Bermude.

La sommatoria delle prime tre giornate sembra abbastanza intuibile.
Con Empoli e Spezia si sono intuite le prospettive di una stagione e di una guida tecnica per molti versi assai promettenti.
Col Milan si è colta la lunghezza e la tortuosità della strada da percorrere.
A maggior ragione dopo un decennio abbondante di comfort zone, con le scorie e le cattive abitudini che ha sedimentato.
A maggior ragione se il responsabile dei buchi in organico di cui sopra rimane ineffabilmente al proprio posto.

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13/09/2021 12:03
 
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Reina 6 - Non mi pare potesse fare granché sui due gol.

Marusic 5,5 - Da horror i primi 25 minuti, poi decisamente meglio con un paio di diagonali salvifiche.

Luiz Felipe 5,5 - OK, è il migliore in serie A a mettere le mani dietro la schiena quando qualcuno carica il tiro ma, talvolta, è meglio sfruttare quei decimi di secondo per fare due passi avanti senza lasciare a Leao anche il tempo anche per il caffè.

Acerbi 5,5 - Si era, anche se casualmente, guadagnato l'espulsione di Bakayoko. A parte questo, non gli attribuisco particolari demeriti nel naufragio. Sul 2 a 0 poteva fare meglio ma prima e dopo aveva messo pezze che non metteva da un po'.

Hysaj 5,5 - Anche lui non naufraga mai del tutto ma è abbastanza inconsistente davanti e non fa interventi risolutivi dietro.

Lucas Leiva 5,5 - E' brutto da vedere sul gol di Leao (ci ha riportato alla mente Shomurodov) ma mi è parso il meno responsabile, nell'occasione. Anche lui, come i quattro difensori, non è del tutto sprofondato, con mia sorpresa.

Luis Alberto 3 - Partita inaccettabile. A differenza di Milinkovic, non ha neanche la parziale giustificazione di una marcatura asfissiante. Anche la faccia di travertino di protestare continuamente.

Milinkovic-Savic 4 - Annichilito da Kessie, non riesce a fare una sola cosa fatta bene. Prestazione da 18/19.

Pedro 6 - Sufficienza di stima per il primo tempo in cui mostra impegno e adeguata lucidità. Poi, evapora anche lui.

Felipe Anderson 5 - E' ai margini della partita ma un paio di giocate interessanti le mette comunque a referto.

Immobile 4,5 - Mezzo punto in meno per il fallo da rigore che poteva chiudere la partita già a fine primo tempo. Prestazione mediocre ma i rifornimenti sono pressoché inesistenti.


Lazzari 5,5 - Non riesce a cambiare l'andazzo della gara ed era anche complicato aspettarsi che lo facesse.

Zaccagni 6- - Prova a combinare qualcosa e qualcosa gli riesce. Però anche un paio di brutte imprecisioni.

Basic, Moro e Muriqi n.g.


Sarri 5 - La squadra non si vede ancora. Certo, è presto. Però, tra il tanto e niente confidavo in una via di mezzo. Invece, è stato proprio niente.

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13/09/2021 18:06
 
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REINA 6 - Nessuna parata significativa, nessun errore evidente. Si guadagna la sufficienza grazie a qualche disimpegno coi piedi.
MARUSIC 5,5 - Fa valere l’altezza in qualche duelli aerei, ma palla a terra è mediocre. Funziona male la catena con Felipe Anderson, il Milan sfonda spesso da quella parte e loro non combinano mai nulla quando provano a ripartire.
LUIZ FELIPE 5 - Una discesa palla al piede in cui per cinque secondi è sembrato Baresi e un pallone sanguinoso regalato senza conseguenze sono rispettivamente il punto più alto e più basso della sua partita. Che per il resto è più brutta che bella. Nonostante qualche tackle non trasmette solidità.
ACERBI 5,5 - Ormai sembra che questa sia la sua nuova dimensione. Quella di un difensore spesso dignitoso, ma non più dominante. Non più esplosivo. Non più impeccabile.
HYSAJ 5,5 - Decoroso in avvio, tende a spegnersi col passare dei minuti. Conferma comunque di essere uno che non fa disastri e non te la risolve.
MILINKOVIC 4,5 - Sovrastato da Kessie, dà l’impressione di essere 1) stanco dopo il tour de force con le nazionali e 2) poco adatto a fare l’interno di un 4-3-3 per i noti limiti di dinamismo.
LEIVA 5,5 - Saltato come un birillo nell’azione dell’1-0, non gioca neanche una partita orrenda. Semplicemente gli si chiede, a 34 anni, di sorreggere un tridente e due mezzepunte. Il che è folle.
LUIS ALBERTO 4 - Lui l’alibi della nazionale non ce l’ha. Ed è comunque impresentabile. Lento, impreciso, nervoso, irritante nel complesso. Come Milinkovic, dà l’idea di avere poca attitudine al 4-3-3.
ANDERSON 5 - Un paio di accelerazioni vanificate da rifiniture sballate, pause, tiretti col silenziatore, scarsissimo contributo difensivo. In due parole: inutile e superfluo.
IMMOBILE 4,5 - In versione nazionale. Duetta male, si smarca poco, pressa con poca intensità, tira una volta sola e da posizione defilata. E come se non bastasse (mezzo voto in meno) provoca pure un rigore.
PEDRO 6 - Nel primo tempo è l’unico che mostra un po’ di brillantezza e personalità. Cala anche lui alla distanza, ma a differenza di altri ha anche un’anagrafe che lo giustifica.

LAZZARI 5,5 - Prova a spingere più di Marusic, ma lo fa senza precisione né efficacia.
ZACCAGNI 6 - Altra sufficienza per disperazione, per aver demeritato meno di altri. Un po’ di stoffa si intuisce, anche se i campioni sono altri.
BASIC SV - Il piede non sembra male, il ritmo non molto più alto di quello di altri compassati compagni.
MORO SV - Lui la rapidità ce l’ha. Per la concretezza attendiamo partite più abbordabili.
MURIQI SV - Solo 5 minuti, che bastano a togliere il dubbio se con lui al posto di questo Ciro sarebbe andata meglio.

SARRI 4 - Al primo banco di prova serio, i nodi vengono al pettine. La squadra sembra costruita male per mettere in pratica il suo calcio, e fin qui la colpa non è sua. Lui però fa poco o niente per cercare soluzioni: un 4-3-3 con troppi giocatori che non aiutano in fase di non possesso e il solo Leiva a dover tappare mille buchi è tra il puerile e lo scellerato. Riceve una lezione solenne, di cui si spera tenga conto al derby.

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