TEX 730-731 Il mostro del gran lago salato - Ruju & Benevento

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La vicenda trae origine da una leggenda Ute che parla di un essere, il Siats, che ogni tanto ritorna a fare stragi tra di loro per poi scomparire di nuovo.
Che sia un criminale efferato lo dimostra compiendo un massacro in un piccolo accampamento, lasciando un unico superstite col fine che questi avverta che d'ora innanzi per gli Utes saranno guai.
Chiamati in aiuto Tex e Carson, i nostri da subito sospettano che i "fantasmi" siano più nella testa dei pellerossa che reali.
E qui entra in ballo il comandante del forte che detesta gli indiani e che ai pards non la conta giusta.
In questo frangente c'è l'unica Rujiata, ovvero il flashback. Però può darsi che questo acquisti significato nel secondo albo.
Dopo l'intermezzo si ritorna all'azione con tanto di primo scontro tra Tex e Carson e il Siats.
E molto altro, ma qui mi fermo.

PER NON INCAPPARE IN SPOILER, NON LEGGETE NEANCHE IL POST DI BEPPE CHE MI REDARGUISCE!

sul dardo di cerbottana conficcatosi nella collana. Inezie.

Forse non era questo il dubbio, ma

per fare in modo che i nostri scoprissero che dietro il "mostro" si cela un bianco Ruju ha fatto si che la squaw sopravvivesse, inventandosi il dardo che colpisce la collana e solo lievemente la donna, che ricevendo una dose minima di veleno sopravvive. Un po' tirata, ma si può sorvolare.
Sarebbe stato più logico farle perdere coscienza, magari inciampando e sbattendo il capo, con il dardo che non la feriva, ma con il cattivo che credesse il contrario.

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A pag.46 la donna indiana dice che ha visto la mano bianca del Siats "quando si è avvicinato per recuperare i dardi". Nella vignetta successiva si vede infatti la manona con il dardo in mano, che dovrebbe essere quello estratto dalla collana. Cosa diavolo ha estratto allora Tex a pag.45? Non è il dardo quello? Non può essere solo la punta che "si è spezzata", è troppo grande e comunque è uguale al dardo raffigurato a pag. 46. Grazie 😉

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Spirito del male delle Blue Hills (La freccia spezzata, Tex 261-262), anche per alcuni elementi presenti nella vicenda. Chissà, magari scopriremo che il bianco che si spaccia per il Siats è il figlioletto creduto morto di Conroy...

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di tutto l'albo l'unico momento superfluo è stato il disvelamento del Siats, anche perché c'ero gia arrivato io parecchie pagine prima.
È vero però che questo passaggio ha giustificato la conclusione secca che ho molto apprezzato.
Ma sto anticipando i tempi.
Sin dalle prime pagine mi hanno convinto i due pards, davvero protagonisti e centrali. Un buon Tex e un eccellente Carson.
Rivedere un "interrogatorio" del nostro eroe per esempio mi mette subito di buon umore. Piuttosto ben gestita anche l'intrusione dello sceriffo. Ruju ha mostrato come Tex riesca sempre a rovesciare a suo vantaggio anche situazioni apparentemente sfavorevoli.
Poi la vicenda scorre nella giusta direzione con i nostri che arrivano come la cavalleria a salvare degli sfortunati coloni dall'attacco dei criminali.
Ecco, venendo ai farabutti che stanno seminando zizzania, finalmente sono davvero interessanti - Colter è un dannato figlio di buona donna - e lo stesso Siats riesce a mettere davvero in difficoltà Tex.
Ma il più bel personaggio è il vecchio pellerossa cieco. I discorsi tra lui e Tex sono quanto di meglio abbia letto da un sacco di tempo sulle pagine della gloriosa serie gigante. Ottimi dialoghi tra due uomini che nonostante le distanze si stimano. Certo Tex non può accettare che i vecchio non abbia fermato per tempo il criminale, ma comprende che l'errore inescusabile sia dovuto ad un mal indirizzato amore genitoriale.
Dopo il drammatico scontro tra Aquila della Notte e il Siats, Ruju mi regala una delle scene più appaganti da anni. Immagino che a molti sembrerà "telefonata", ma a me guardare Carson che affronta un'intera guarnigione a suo di sganassoni mi soddisfa proprio. Per una volta vederlo finire in prigione mi ha strappato un sorriso compiaciuto.
Ed è forse questo che mi mancava. Tex deve farmi divertire e il musone che si prende troppo sul serio degli ultimi tempi non andava bene.
Ciliegina sulla torta, come anticipato, la conclusione a bruciapelo secondo me azzeccata.
Ricapitolando buon albo.
A garantire il risultato ci ha pensato Benevento che a me continua a piacere sempre di più.

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La scena di Carson che ho citato è, a tutti gli effetti, "sbagliata". I soldati malmenati non hanno nessuna colpa, in quanto si limitano ad eseguire gli ordini.
Detto questo, l'unico rammarico è che Capelli d'Argento non sia riuscito a spazzolare il colonnello.
E tra l'altro che tra Carson e i militari tutto sommato non sia rimasta traccia di discordia lo dimostrano sia la chiusura che le scuse anticipate del ranger dispiaciuto di colpire gli incolpevoli subordinati del borioso gallonato.

SPOILER

oltre a quelle già citate da Bert, aggiungo anche la brutalità della resa dei conti tra il Siats e Colter, ma ho gradito anche le scene coi coloni.
Buona la costruzione dei personaggi, di tutti quanti a dire il vero, col solo maggiore a risultare un po' troppo marcato

SPOILER 2

parto dalla copertina, di base bellina e dinamica, ma che sembra presentare Gilas, al posto di Tex... Quella macchia scura sull'occhio sinistro, infatti, sembra una benda, è troppo marcata e non convince neanche l'ombra della tesa del cappello sulla spalla sinistra: la scena è ambientata di notte, cos'è che crea l'ombra? Ombra che è opposta sul carro di destra (alla sinistra di Tex).
Riguardo alla storia, due punti in particolare non mi hanno fatto impazzire:
1) Colter che teme di aver parlato troppo e in pratica porta Tex e Carson dai coloni. La scena è davvero surreale, secondo me: il tipo prova a resistere agli sganassoni di Tex e poi, intelligentemente, cambia strategia e prova a farselo amico. Capisce di non esserci riuscito allora si chiude nel silenzio, il che dimostra che non sia un completo allocco. Allora perché prendere e cavalcare per due giorni senza badare alle tracce? Com'è possibile che uno che tema (immotivatamente) di aver parlato troppo e abbia il tarlo di vedersi rovinato il piano non segua le orme di Tex e Carson, ma se ne vada per conto suo? Date le conseguenze di questa scena, cruciale per gli eventi seguenti, la soluzione trovata dall'autore mi risulta semplicistica e finalizzata solo a collegare tra loro due serie di valide scene: interrogatorio a sganassoni+Tex finto tonto da un lato e difesa dei coloni+violento omicidio di Colter e soci dall'altro. Come arrivare da una scena all'altra è stato il problema risolto male.
2) A me il finale a bruciapelo è piaciuto da un lato, perché è una soluzione non scontata, dopo l'ovvio smascheramento del Siats, ma non dall'altro, e per più ragioni. Intanto, perché il Siats segue come un cagnolino Tex? Gli ha rotto la maschera e lo ha legato, ma mi è sembrato fin troppo remissivo, un po' come se -di nuovo- Ruju stesse preparando il terreno per la scena seguente, ad effetto. Altro motivo, Tex legge con un colpo d'occhio le persone e onestamente quando è uscito dalla stanza, ha praticamente posto le basi per la chiusura dell'albo. Il Siats però era suo prigioniero, mentre la sensazione che mi ha dato lo svolgimento è quella di un Tex che intuisce e lascia che si compia il destino. Perché mai, altrimenti, lasciare due malviventi insieme in una stanza e ARMATI, col rischio che si asserraglino?

Questione Colter

Concordo con te che Ruju abbia escogitato una soluzione semplice per permettere ai pards di giungere sul luogo dell'attentato.
Quello che per me salva lo sceneggiatore è d'aver escogitato l'inserimento dello sceriffo. È Tex che mette la pulce nell'orecchio e anticipa le mosse e ci sta che Colter rimanesse nel dubbio d'aver dato informazioni non dovute a Tex che gli l'avessero permesso di intuire la strada giusta e che vista la posta in gioco dovesse verificare.
Ha solo sottovalutato l'astuzia dell'eroe, ma questo è perché Tex è sempre una spanna sopra tutti. Altrimenti starebbe "concimando" la terra da moltissimi anni...

Finale

Nel finale io vedo una strizzatina d'occhio a quanto successo in un capolavoro che non hai ancora letto e quindi non aggiungo altro.
Che Tex lasci soli i due non la vedo come un istigazione al suicidio. D'altronde anche armati dove potevano fuggire davanti ad un'intera guarnigione?
Si, forse ripensandoci può essere stata una scelta affrettata, perché potenzialmente poteva mettere a rischio delle persone e questo te lo concedo e forse rende meno convincente il giudizio che ho dato.
È anche vero che per me alla richiesta del colonnello Tex non poteva dire no. I due non si erano mai parlati prima ed erano di sicuro destinati al patibolo e quindi gli era anche dovuto un chiarimento. Che poi si finita come è finita non me lo aspettavo e mi sembra un'ottima soluzione.

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la scena dello sceriffo è inserita in modo abile e la partenza rapida e improvvisa dei due pard possa seminare la pulce nell'orecchio, anche se non so quale visto che Colter non aveva davvero fornito elemento alcuno a cui appigliarsi, ma il fatto che il gaglioffo sia corso via a testa bassa è un punto che davvero non mi convince: se hai paura che Tex e Carson siano sulla pista giusta, segui loro, non ti dirigi dove vuoi tu. Mi sono anche detto che Colter è un cittadino, non un indiano esperto osservatore di tracce, però lì sono nitide, su quel terreno...
Quanto al finale, Tex l'ho visto degradarli, ufficiali di quella risma, e anche disarmarli quando era dinnanzi a infidi soggetti. Ecco, uno che vuol provocare una strage indiana in accordo collusivo con un commerciante è tra i più spregevoli e non gli vanno lasciate le armi. Certo questo non avrebbe permesso la scena finale, come dicevo inaspettata anche per me.

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nella quale il Siats appare con le mani libere, mentre nelle altre vignette ha sempre le mani legate.
Tra l’altro le mani sono legate sul davanti; se dovessi portarmi dietro un colosso del genere, io gli legherei le mani dietro la schiena. Ma forse ormai Tex lo riteneva inoffensivo e difatti il bestione è docile come un agnellino, non fa nessun tentativo di liberarsi per portare avanti la propria vendetta. Non aveva “dentro di sé un nido di démoni”, come afferma il vecchio indiano, oppure i démoni sanno che Tex lo sta portando a un incontro fondamentale per lui, che gli darà finalmente la pace? Chissà...

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- il Siats risultava affascinante fino a che è rimasto nell’ambito indiano (la vendetta contro gli Utes, la sua immedesimazione nel personaggio leggendario, ecc.). Quando nella faccenda sono entrati Colter, l’oro, l’Esercito e compagnia bella, il personaggio mi è sembrato risultare un pesce fuor d’acqua e la storia, secondo me, ne ha risentito. Il Siats mi sembrava voler “bere” il sangue direttamente, uccidere lui tutti gli Utes che gli capitavano a tiro. Il piano organizzato per l’intervento dell’Esercito fa svanire la “poesia”, ecco. Di conseguenza, quando ho visto il Siats - che si crede una specie di spirito e che lo ha fatto credere agli indiani, che pratica le arti magiche e che rifiuta di usare armi da fuoco o a lama – usare la cerbottana durante l’attacco al gruppo di coloni, mi ha quasi strappato una smorfia (pag. 61-62).
- A pag. 85, dopo il colloquio con il vecchio indiano (concordo con Bert, è forse il personaggio più bello di tutta la storia ed è lui il personaggio tragico “alla Ruju” forse più che i due Conroy, padre e figlio) e lo scontro con i due invasati, Tex estrae la colt all’arrivo del Siats. Tex sa benissimo di cosa è capace il Siats, ha soccorso Colter con la schiena rotta, ma qui mi sembra che dimostri un pizzico di paura. Tra l’altro in quel frangente il Siats è disarmato e Tex non ha certo bisogno di giocare d’anticipo, vista la sua velocità nell’estrarre. Non so se mi sono spiegata, ma la cosa non mi è piaciuta, mi è sembrata una scena “da Nolitta”.
- Da pag. 96 in poi, la scazzottata di Carson con i soldati. Una scena del genere l’avrei accettata con Kit al suo posto (irruenza, il sangue indiano, ecc.), ma Carson è un graduato dell’Esercito (non ricordo più se era rimasto Maggiore o se Boselli si era nel frattempo inventato qualcosa di “storico” per cambiargli il grado), quindi non lo vedo farsi coinvolgere in una scazzottata coi soldati, che non hanno nessuna colpa, posto che poi in guardina ci finisce lo stesso a causa delle minacce al Capitano. E anche riguardo al tono con cui si rivolge al Capitano e alle minacce ci sarebbe da dire, ma lasciamo stare.
- Il finale. Che Tex (o meglio, Ruju) avesse in mente la conclusione tragica è evidente, a mio parere, sin dalla mascherata di pag. 104, ossia dal fatto che Tex conduce al Forte il Siats incappucciato. Ruju prepara una scena con un monologo di Tex “alla Nero Wolfe”, mettendo il Capitano davanti alle sue colpe e assestandogli poi la batosta finale: Tex scopre il cappuccio, mette il padre davanti al figlio e lascia poi fare al Destino (Colter “ha già pagato per questo. Ora tocca a voi!”, pag. 111).
I due Conroy sono dei criminali, di specie diversa sebbene accomunati dall’odio, e la loro fine in quel modo non mi ha infastidito, né più di tanto sorpreso, ritenendolo un finale tipico di Ruju e comunque, tante volte, nelle storie di Tex, i criminali si sono eliminati l’un l’altro. Quello che mi ha dato fastidio è proprio la costruzione della scena: anche Tex è un padre e così come in altre circostanze ha avuto pietà (basti pensare, tanto per citare un’altra storia di Ruju, alla pazienza/comprensione dimostrata nei confronti di Loman), mi sarei aspettata maggior delicatezza o che avesse dato a padre e figlio più tempo, in un confronto tutto loro (togliendo magari un po’ di tavole al girovagare di Colter).

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nel senso che lo sceneggiatore è arrivato dove voleva arrivare usando la via forse più semplice. Giustifico il tutto con la brama dell’oro, che può far commettere gravi errori anche a un avido calcolatore come Colter.