Ho qui la mia edizione di questo libro di Giovanni Verga e ho notato che, sul foro, c'è gente che lo disprezza (la protagonista viene definita "cretina") e c'è gente che ha ammesso di essersi commossa.
Io l'ho letto a quindici anni, ho riletto ora alcuni brani e devo dire che non ho una posizione precisa: apprezzo il tentativo di Verga di andare a testa bassa contro l'usanza schifosa delle monacazioni forzate, Verga sa mettersi nei panni di una donna, nonostante la sua condizione di uomo del XIX secolo, eppure... mi sembra manchi qualcosa.
Sarà la forma epistolare? Sarà l'ottica di Maria? Non la ritengo cretina, come molti pensano (è una ragazza educata in un certo modo e non è neanche colpa sua),ma fondamentalmente ingenua.
Per dire, avrei voluto leggere anche le risposte di Marianna, l'interlocutrice di Maria.
Non lo so.
La cosa più straniante è la pietà della suora matta, Suor Agata, che è l'unica a mostrare pietà per questa povera sventurata e, a modo suo, cerca di scuoterla. Altro attacco frontale di Verga ad una usanza imbecille?
Chiusi questi sproloqui insensati, la mia domanda è: cosa ne pensate di questo romanzo?
E' bello? Brutto? Medio?
Come avreste trattato la protagonista?
Detto tra noi, a me fa pena. Ha avuto un destino orribile ed è nata in una famiglia pessima, con un padre privo di nerbo e una matrigna crudele.
A voi.
Se uno si è guadagnato il diritto ad essere quello che è nessuno glielo toglie.
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