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> Nel deserto del Mar Morto nuova scoperta di frammenti di rotoli biblici <

Ultimo Aggiornamento: 18/03/2021 16:44
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16/03/2021 17:20
 
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sarebbe bello se riuscissero a capire a quale rotolo appartengono i frammenti..
speriamo si riesca a decifrare qualcosa...
ci vorrà tempo suppongo
16/03/2021 19:21
 
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Israele, dalla Grotta dell'Orrore spuntano versetti Bibbia
Presso il mar Morto esplorate 400 grotte con reperti millenari



(ANSA) - TEL AVIV, 16 MAR - Noto per la sua assoluta siccità, il deserto di Giudea ha riconsegnato ad un team di studiosi israeliani tesori inestimabili custoditi da millenni nelle sue grotte, a breve distanza da Masada e dal mar Morto. Nella cosiddetta 'Grotta dell'Orrore' sono stati rinvenuti frammenti di Rotoli biblici di duemila anni fa tratti dal Libro dei profeti minori.


Molto vicino sono state recuperate lettere del condottiero ebreo Shimon Bar Cochbà, ribellatosi nel 132 d.C all'Imperatore Adriano. Ci sono anche monete dell'epoca, un pettine in legno (con i resti millenari di un pidocchio) e la suola intatta di un sandalo indossato da un bambino ebreo figlio di rivoltosi. E ancora, all'esterno della 'Grotta dell'Orrore', lo scheletro mummificato di una bambina vissuta 6.000 anni fa. Il deserto ha conservato intatto anche un canestro vecchio di 10 mila anni.

...

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16/03/2021 19:22
 
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Re: Israele, dalla Grotta dell'Orrore spuntano versetti Bibbia
I dettagli non sono chiari, ma sembra che lo scenario sia da collocare al tempo della seconda distruzione di Gerusalemme.
Purtroppo lo stato di conservazione dei manoscritti sembra molto precario.

Simon
16/03/2021 19:32
 
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Ho messo un titolo più descrittivo.

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Archeologia: scoperti nuovi frammenti biblici in Israele
Risalenti a 2mila anni fa. Sono i primi da 60 anni



Nuovi frammenti di Rotoli biblici risalenti a 2mila anni fa sono stati scoperti durante nuove e vaste ricerche nel Deserto della Giudea. Lo ha annunciato l'Autorità israeliana delle Antichità spiegando che i nuovi frammenti sono i primi ad essere rinvenuti da 60 anni ad oggi. Scritti principalmente in greco - ha spiegato l'Autorità - contengono porzioni di libro di 12 profeti minori, Zaccaria e Naum inclusi.

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16/03/2021 20:07
 
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Nuovi ritrovamenti rotoli del mar morto
Eccezionale scoperta

www.jpost.com/archaeology/israel-finds-2000-yr-old-biblical-manuscript...

Interessante notare la presenza del nome di Dio in ebraico nel testo tradotto in greco delle scritture ebraiche
17/03/2021 18:54
 
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Vedo che è il tuo post numnero 1

Da regolamento dovresti PRIMA presentarti
17/03/2021 19:27
 
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Staff TdG-2, 16/03/2021 19:32:

Ho messo un titolo più descrittivo.

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Allora per favore cambialo in:
> Nel deserto del Mar Morto nuova scoperta di frammenti di rotoli biblici <



[SM=g2037508]
17/03/2021 19:41
 
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Re:
TNM, 17.03.2021 19:39:






Allora per favore cambialo in:
> Nel deserto del Mar Morto nuova scoperta di frammenti di rotoli biblici <



[SM=g2037508]




Fatto io

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"Perché il male trionfi è sufficiente che i buoni rinuncino all'azione" - Edmund Burke
17/03/2021 19:41
 
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Questa discussione è un doppione

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17/03/2021 19:43
 
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17/03/2021 20:11
 
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Re:
TNM, 17.03.2021 19:41:

Questa discussione è un doppione

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Ho unito i due 3D

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Re:
Temo ci siano troppe aspettative per i pochi frammenti leggibili che sono stati trovati finora... ma stiamo a vedere.

Simon
18/03/2021 09:21
 
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Quando scrivono "un altro testo della Bibbia", cioè dei libri ebraici biblici di Zaccaria e Naum, questa è un ovvietà se si tiene conto che si tratta di manoscritti in greco, quindi di una traduzione.

Per i Testimoni di Geova sono importanti anche perché, pur custodendo un testo greco della LXX (la Settanta) del II secolo, contengono il nome di Geova Dio.

Questa è un'ulteriore conferma che Gesù Cristo e i primi cristiani usavano il nome di Geova quando citavano, leggevano e SCRIVEVANO la Bibbia.
Era presente non solo nei manoscritti ebraici a loro disposizione, ma anche in quelli in greco.
Chiaramente per logica anche i Vangeli e il resto della parte greca della Bibbia avranno avuto in origine il nome di Geova nel testo.

Quindi la Bibbia in greco del cristianesimo originale (quello del I secolo) conteneva il nome di Geova. Non c'è scusa per rimuoverlo oggi come fa la cristianità!







[SM=g1871111]
[Modificato da TNM 18/03/2021 09:50]
18/03/2021 09:54
 
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Per altre scoperte simili vedi "Il nome divino in antiche versioni greche" a questo link:
wol.jw.org/it/wol/d/r6/lp-i/1001060075

---

(1) LXXP. Fouad Inv. 266 rende il nome divino col Tetragramma scritto in caratteri ebraici quadrati nei seguenti luoghi: De 18:5, 5, 7, 15, 16; 19:8, 14; 20:4, 13, 18; 21:1, 8; 23:5; 24:4, 9; 25:15, 16; De 26:2, 7, 8, 14; 27:2, 3, 7, 10, 15; 28:1, 1, 7, 8, 9, 13, 61, 62, 64, 65; 29:4, 10, 20, 29; 30:9, 20; 31:3, 26, 27, 29; 32:3, 6, 19. Perciò in questa collezione il Tetragramma ricorre 49 volte in luoghi identificati di Deuteronomio. Inoltre, in questa collezione il Tetragramma ricorre tre volte in frammenti non identificati, cioè nei frammenti 116, 117 e 123. Questo papiro, trovato in Egitto, fu datato al I secolo a.E.V.

Nel 1944 fu pubblicato un frammento di questo papiro da W. G. Waddell in JTS, vol. 45, pp. 158-161. Nel 1948, al Cairo, in Egitto, due missionari della Scuola di Galaad della Watch Tower Bible and Tract Society ottennero fotografie di 18 frammenti di questo papiro e il permesso di pubblicarle. In seguito, 12 di questi frammenti furono pubblicati nella Traduzione del Nuovo Mondo delle Scritture Greche Cristiane, 1950, ed. inglese, pp. 13, 14. Sulla base delle fotografie di questa pubblicazione, furono fatti i tre studi che seguono: (1) A. Vaccari, “Papiro Fuad, Inv. 266. Analisi critica dei Frammenti pubblicati in: ‘New World Translation of the Christian Greek Scriptures’ [Traduzione del Nuovo Mondo delle Scritture Greche Cristiane]. Brooklyn (N. Y.) 1950 p. 13s.”, pubblicato in Studia Patristica, vol. I, parte I, a cura di Kurt Aland e F. L. Cross, Berlino, 1957, pp. 339-342; (2) W. Baars, “Papiro Fouad Inv. N. 266”, pubblicato nel Nederlands Theologisch Tijdschrift, vol. XIII, Wageningen, 1959, pp. 442-446; (3) George Howard, “The Oldest Greek Text of Deuteronomy”, pubblicato nell’Hebrew Union College Annual, vol. XLII, Cincinnati, 1971, pp. 125-131.

Commentando questo papiro, Paul Kahle scrisse in Studia Evangelica, a cura di Kurt Aland, F. L. Cross, Jean Danielou, Harald Riesenfeld e W. C. van Unnik, Berlino, 1959, p. 614: “Altre parti dello stesso papiro sono state riprodotte da una fotografia del papiro appartenente alla Watch Tower Bible and Tract Society e che compare nell’introduzione di una traduzione inglese del Nuovo Testamento, Brooklyn, New York, 1950. Una caratteristica del papiro è il fatto che il nome di Dio è reso col Tetragramma in lettere ebraiche quadrate. Un esame dei frammenti del papiro pubblicati, intrapreso su mia richiesta da padre Vaccari, lo ha portato alla conclusione che il papiro, che dovette essere scritto circa 400 anni prima del Codice B, contiene forse il più perfetto testo di Deuteronomio dei Settanta che ci sia pervenuto”.

Un totale di 117 frammenti di LXXP. Fouad Inv. 266 furono pubblicati in Études de Papyrologie, vol. 9, Il Cairo, 1971, pp. 81-150, 227, 228. Un’edizione fotografica di tutti i frammenti di questo papiro fu pubblicata da Zaki Aly e Ludwig Koenen col titolo Three Rolls of the Early Septuagint: Genesis and Deuteronomy, nella serie “Papyrologische Texte und Abhandlungen”, vol. 27, Bonn, 1980.

(2) LXXVTS 10a rende il nome divino col tetragramma scritto in caratteri ebraici antichi nei seguenti luoghi: Gna 4:2; Mic 1:1, 3; 4:4, 5, 7; 5:4, 4; Aba 2:14, 16, 20; 3:9; Sof 1:3, 14; 2:10; Zac 1:3, 3, 4; 3:5, 6, 7. Questo rotolo di pelle, trovato in una caverna del deserto della Giudea presso Naḥal Ḥever, è stato datato alla fine del I secolo E.V. I frammenti di questo rotolo furono pubblicati in Supplements to Vetus Testamentum, vol. X, Leida, 1963, pp. 170-178.

(3) LXXIEJ 12 rende il nome divino col Tetragramma scritto in caratteri ebraici antichi in Gna 3:3. Questo frammento di pergamena, trovato in una caverna del deserto della Giudea presso Naḥal Ḥever, è stato datato alla fine del I secolo E.V. Fu pubblicato nell’Israel Exploration Journal, vol. 12, 1962, p. 203.

(4) LXXVTS 10b rende il nome divino col Tetragramma scritto in caratteri ebraici antichi nei seguenti luoghi: Zac 8:20; 9:1, 1, 4. Questo rotolo di pergamena, trovato in una caverna del deserto della Giudea presso Naḥal Ḥever, è stato datato alla metà del I secolo E.V. Fu pubblicato in Supplements to Vetus Testamentum, vol. X, 1963, p. 178.

(5) 4Q LXX Levb rende il nome divino in lettere greche (IAO) in Le 3:12; 4:27. Questo manoscritto papiraceo, trovato nella Caverna n. 4 di Qumran, è stato datato al I secolo a.E.V. Un resoconto preliminare su questo manoscritto fu presentato in Supplements to Vetus Testamentum, vol. IV, 1957, p. 157.

(6) LXXP. Oxy. VII.1007 rende il nome divino con una doppia yohdh in Ge 2:8, 18. Questo foglio di pergamena, datato al III secolo E.V., fu pubblicato in The Oxyrhynchus Papyri, parte VII, con traduzioni e note a cura di Arthur S. Hunt, Londra, 1910, pp. 1, 2.

(7) AqBurkitt rende il nome divino col Tetragramma scritto in caratteri ebraici antichi nei seguenti luoghi: 1Re 20:13, 13, 14; 2Re 23:12, 16, 21, 23, 25, 26, 27. Questi frammenti del testo greco della versione di Aquila furono pubblicati da F. Crawford Burkitt nella sua opera Fragments of the Books of Kings According to the Translation of Aquila, Cambridge, 1898, pp. 3-8. Questi frammenti di palinsesto dei libri dei Re furono trovati nella genizah della sinagoga del Cairo, in Egitto. Sono stati datati alla fine del V secolo o al principio del VI secolo E.V.

(8) AqTaylor rende il nome divino col Tetragramma scritto in caratteri ebraici antichi nei seguenti luoghi: Sl 91:2, 9; 92:1, 4, 5, 8, 9; 96:7, 7, 8, 9, 10, 13; 97:1, 5, 9, 10, 12; 102:15, 16, 19, 21; 103:1, 2, 6, 8. Questi frammenti del testo greco della versione di Aquila furono pubblicati da C. Taylor nella sua opera Hebrew-Greek Cairo Genizah Palimpsests, Cambridge, 1900, pp. 54-65. Sono stati datati alla seconda metà del V secolo E.V. o al massimo al principio del VI secolo E.V.

(9) SymP. Vindob. G. 39777 rende il nome divino col Tetragramma scritto in caratteri ebraici arcaici nei seguenti luoghi: Sl 69:13, 30, 31. Questo frammento (di cui vedete sotto una riproduzione) di un rotolo di pergamena con parte del Sl 69 nella versione di Simmaco (Sl 68 nei LXX), conservato nella Österreichische Nationalbibliothek di Vienna, è stato datato al III o IV secolo E.V. Fu pubblicato dal dott. Carl Wessely in Studien zur Palaeographie und Papyruskunde, vol. XI, Lipsia, 1911, p. 171.

(10) L’Ambrosiano O 39 sup. rende il nome divino col Tetragramma scritto in caratteri ebraici quadrati in tutt’e cinque le colonne nei seguenti luoghi: Sl 18:30, 31, 41, 46; 28:6, 7, 8; 29:1, 1, 2, 2, 3, 3; 30:1, 2, 4, 7, 8, 10, 10, 12; 31:1, 5, 6, 9, 21, 23, 23, 24; 32:10, 11; 35:1, 22, 24, 27; 36:sopr, 5; 46:7, 8, 11; 89:49 (nelle colonne 1, 2 e 4), 51, 52. Questo codice, datato alla fine del IX secolo E.V., ha cinque colonne. La prima contiene una traslitterazione del testo ebraico in greco, la seconda la versione greca di Aquila, la terza la versione greca di Simmaco, la quarta quella dei LXX e la quinta la versione greca Quinta. Un’edizione in facsimile di questo palinsesto, insieme con una trascrizione del testo, a cura di Giovanni Mercati, fu pubblicata a Roma nel 1958 col titolo Psalterii Hexapli reliquiae . . . Pars prima. Codex rescriptus Bybliothecae Ambrosianae O 39 sup. phototypice expressus et transcriptus.

Questi dieci frammenti di manoscritti indicano che i traduttori del testo ebraico in greco usarono il nome divino dove esso ricorreva nel testo ebraico. Inoltre, il fatto che il Tetragramma compaia in Zac 9:4 avvalora la tesi secondo cui i soferim ebrei sostituirono il Tetragramma con ʼAdhonài (Sovrano Signore) in 134 luoghi del testo ebraico. — Vedi App. 1B.






[SM=g1871111]
[Modificato da TNM 18/03/2021 09:59]
18/03/2021 12:55
 
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Re:
TNM, 18/03/2021 09:21:

Quando scrivono "un altro testo della Bibbia", cioè dei libri ebraici biblici di Zaccaria e Naum, questa è un ovvietà se si tiene conto che si tratta di manoscritti in greco, quindi di una traduzione.

Per i Testimoni di Geova sono importanti anche perché, pur custodendo un testo greco della LXX (la Settanta) del II secolo, contengono il nome di Geova Dio.

Questa è un'ulteriore conferma che Gesù Cristo e i primi cristiani usavano il nome di Geova quando citavano, leggevano e SCRIVEVANO la Bibbia.
Era presente non solo nei manoscritti ebraici a loro disposizione, ma anche in quelli in greco.
Chiaramente per logica anche i Vangeli e il resto della parte greca della Bibbia avranno avuto in origine il nome di Geova nel testo.

Quindi la Bibbia in greco del cristianesimo originale (quello del I secolo) conteneva il nome di Geova. Non c'è scusa per rimuoverlo oggi come fa la cristianità!


[SM=g1871111]



Infatti se questi frammenti come dicono risalgono ad inizio II secolo EV e sono una traduzione greca che mantiene il nome di Dio in caratteri ebraici è un altra dimostrazione che tale nome gli scirittori dei vangeli lo leggevano nelle loro copie del AT anche se tradotte in greco.

Quante discussioni spazzate via con chi affermava che il nome di Dio nelle traduzioni in greco della bibbia del I secolo non esisteva già più.

Interessante quanto afferma l' articolo:

The researchers ascertained that the artifacts matched other fragments uncovered several decades ago and preserved at the IAA laboratory. They belonged to a scroll featuring the biblical Book of Zechariah, written in Greek, except for God’s name, which was marked in paleo-Hebrew.
“This was probably a way to show the importance of the name of God,” Ableman said.


Prossima scoperta trovare qualche frammento di Nt con il nome..... 😀


[Modificato da Pino2019 18/03/2021 13:04]
18/03/2021 14:55
 
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