Attenzione: questa non è una classifica, la classifica parziale verrà postata nel prossimo post. Qui trovate solo i giudizi degli altri.
CatherineC94: 64.5/90
Utente 1
Titolo e intro: 8/10
Trama: 9.5/10
Gradimento personale: 7/10
Tot: 24.5/30
Considerazioni personali:
Tutto ciò che richiama la notte in generale - e la luna - lo trovo quasi sempre un modo efficace di introdurre il personaggio di Remus e, sebbene io non sia tuttora convinta di averne colto appieno il significato in questo contesto in particolare (non me la sono sentita di mettere il massimo in questo parametro proprio per quell’incertezza che le varie riletture non sono riuscite totalmente a dissipare), il titolo mi piace abbastanza. È evocativo e tutto sommato mi sembra pertinente (la citazione testuale scelta come introduzione lo è sicuramente, una sintesi pertinente del testo). Mi piace che il titolo richiami questo “spazio buio”, segreto, che Remus e Sirius condividono; un limbo privato in cui, all’insaputa degli altri Malandrini, s’incontrano e si comprendono. Trovo inoltre molto azzeccate le due citazioni di Bowie che accompagnano lo srotolarsi della vicenda e la “incorniciano”: dal “fluttuare” di Remus che scandaglia i silenzi di Sirius, ne percepisce la tensione (ma tace), fino a quelle “stelle che appaiono diverse” (mi ha colpito quanto profondamente questo Sirius influenzi Remus, permeando il suo mondo – tanto che, addirittura, l’ultimo silenzio dell’altro lo raggiunge come un urlo disperato). Come si sarà intuito (e qui anticipo considerazioni relative al “gradimento personale”) mi è piaciuta molto la sottolineatura della sensibilità di Remus, questa sua empatia estrema, e la comprensione che ha di Sirius, che va ben oltre le parole. Comprensione che si rivela reciproca, dato che, quando “le parole muoiono in gola” e Remus si rattrista, Sirius “lo nota, (…) e sorride”.
Ho trovato la caratterizzazione dei personaggi ben resa: mi riferisco al desiderio di Remus di “ricambiare” l’aiuto ricevuto ogni mese dai suoi amici, di aiutare Sirius ad affrontare il suo buio o, anche, alla ritrosia di Sirius nel rivelare le ragioni del suo malumore, che prima resta a covare i suoi silenzi, mentre gli altri Malandrini attendono pazienti che lui si faccia spontaneamente avanti. A proposito dei Malandrini, ho apprezzato che, nonostante la brevità del testo, l’autrice si sia curata di inserire quella “cornice” iniziale, una piccola scena corale: un po’ perché mi trasmette un senso di completezza, un po’ perché l’ho trovata una mossa efficace per sottolineare il legame speciale di Sirius e Remus in questa storia (sebbene - e l’ho apprezzato tanto, come dettaglio – si sottolinei anche il presentimento di James sul malumore di Sirius). In genere, il gradimento personale ha risentito principalmente dell’uso della punteggiatura (in particolare la disposizione o, talvolta, assenza di virgole e direi l’uso un po’ eccessivo del punto e virgola): essendo un testo particolarmente breve, la punteggiatura e le pause inserite nel testo non fanno che risaltare ulteriormente all’occhio del lettore. Un po’ mi ha sorpreso anche la scelta di trama, che mi è parsa un po’ “anticipata”, data la collocazione dell’evento narrato durante il sesto anno dei Malandrini (come specificato dall’autrice in nota), di un avvenuto reclutamento di Regulus fra i Mangiamorte (non essendo coetaneo dei Malandrini, se questi ultimi - in questa storia - sono al loro sesto anno, lui non può che avere, di conseguenza, meno di sedici anni); ma, comunque, questa è una sottigliezza che non ha influito sul voto e ho anche apprezzato, in un certo senso, l’idea di ricondurre il malumore e la disperazione di Sirius al suo complesso rapporto col fratello. La trama mi sembra sviluppata bene, tenendo sempre conto della brevità del testo; forse, è questo l’unico (mezzo) punto che mi sento di sottrarre dal parametro in questione: la brevità della narrazione, seppur sicuramente ben gestita, mi ha concesso un tempo “condensato” per lasciarmi coinvolgere completamente: come se mancasse giusto qualcosina in più per farmi apprezzare completamente - e nonostante la brevità - la coppia.
Dunque, ricapitolando: i punti di forza della storia credo siano la trama, breve ma coerente, che credo sia stata ben sviluppata (a parte quel lieve senso di “sospensione”, di inappagato, di cui parlavo sopra). C’è il primo impatto di Remus - e del lettore - col silenzio teso di Sirius e una giornata di primavera che si trascina sulla scia di questo malumore intuito, fino al momento finale, che spiega le ragioni del comportamento di Sirius e vede finalmente verificarsi quell’avvicinamento fisico, concreto, che i due ricercano sin dal risveglio, che è però posticipato fra indugi e tentennamenti. Insomma, credo ci sia un buon equilibrio tra premessa, corpo centrale ed epilogo del testo e sono buone anche le caratterizzazioni dei personaggi. Invece, per quanto riguarda il parametro “gradimento personale” e, quindi, gli aspetti più soggettivi, non sono riuscita a mettere il massimo soprattutto per una questione di “ritmo” della narrazione (legato alla punteggiatura) e di coinvolgimento emotivo (che non è stato certo assente, ma neanche – per così dire – “accentuato”) e questo si ricollega al discorso della gestione della coppia, a quel “qualcosa in più” di cui ho, personalmente, avvertito la mancanza durante la lettura.
Utente 2
Titolo e intro: 7/10
Il titolo mi piace davvero molto! Non sono una fan sfegatata dei titoli in inglese, ma questo ha per ovvi motivi un effetto super positivo, è centrato, diretto e riecheggia all’interno della storia. L’intro mi convince di meno, nonostante sia molto bello il pezzo di storia che hai inserito, graficamente risulta essere tutto attaccato (credo per qualche problema con l’html) e credo che questo, da lettrice casuale, mi impedirebbe un po’ di cliccare sul link. Però nel complesso credo sia un buon risultato
Trama: 7/10
Secondo me la trama è sviluppata abbastanza bene. È interessante l’introspezione iniziale che fa vedere immagini diverse di ogni malandrino, le loro abitudini, la quotidianità della convivenza, ed è anche interessante il focus su Sirius da parte di Remus, che si rende subito conto che qualcosa non va. La seconda parte della storia è sicuramente quella che mi è piaciuta di più, perché ci sono proprio loro due, che si vengono incontro, si capiscono, si cercano. Remus e Sirius sono due reietti – lo sappiamo bene – e si ritrovano pure in questo, si capiscono perché alla fine James un dolore così non l’ha mai provato e Peter è impegnato a venerare. Quindi loro, doloranti e feriti, possono capirsi più di chiunque altro. A mio parere sarebbe stato meglio, però, dilungare più la seconda parte, più il loro dialogo finale e il loro incontro, piuttosto che la prima parte. Per dare più effettivo spazio alla coppia slash!
Gradimento personale: 8/10
La storia mi è piaciuta molto, anche se avrei voluto saperne di più di questo loro rapporto, di questo loro trovarsi. Mi piace tanto il fatto che loro siano così, amici ma forse qualcosa di più, il rapporto diverso, molto diverso da quello con gli altri due. James e Sirius sono compari, migliori amici, darebbero la vita l’uno per l’altro. Ma Sirius e James si ritrovano – come dici tu – nei silenzi assordanti. Infatti la frase che mi è piaciuta di più in assoluto è stata questa:
Remus conosce bene i silenzi di Sirius, che a volte urlano disperati.
Tot: 22/30
Utente 3
Titolo e intro: 5/10
Trama: 6.50/10
Gradimento personale: 6.50/10
Totale: 18/30
Ho trovato il titolo carino e capace di attirare l'attenzione ma, purtroppo, poco pertinente con la storia. Mi ha convinta di meno l'introduzione perché la citazione riportata dal testo non permette di farsi un'idea chiara degli argomenti trattati. Avrei trovato più efficace riportare un'altra frase che potrebbe stimolare maggiormente la curiosità del lettore, magari un passaggio in cui si fa riferimento al malessere di Sirius.
Ho tolto qualche punto negli altri parametri perché la storia è molto breve e il tema, per quanto interessante, viene poco approfondito. Mi è piaciuto il modo in cui viene trattato il rapporto tra Sirius e Remus, però purtroppo manca quel romanticismo esplicito che mi sarei aspettata di trovare in una storia partecipante a un contest incentrato sullo Slash.
Nonostante questo la storia non mi è dispiaciuta, l'ho trovata carina e ho adorato il finale, in particolare la frase “Remus conosce bene i silenzi di Sirius, che a volte urlano disperati” perché racchiude in poche parole sia la capacità di Remus di comprendere Sirius sia la caratterizzazione di quest'ultimo.
matiscrivo/VigilanzaCostante: 83/90
Utente 1
Titolo e intro: 9/10
Il titolo mi è piaciuto molto, l’introduzione anche. Avrei però inserito qualche frase dal testo per renderla più enigmatica.
Trama: 10/10
La trama è ben sviluppata, credo che la storia sia fluida e che ricopra anni, momenti mai visti o letto. Il tutto ha un filo logico che non delude il lettore.
Gradimento personale: 9/10
La storia mi è piaciuta davvero molto, adoro questi due e mi piace molto come l’autrice ha impostato il tutto. L’unica cosa che non mi convince mai in generale è quando si usano le citazioni di le si fanno ripetere ai personaggi, non so tipo mi stona. Però credo che al di là di questo mio gusto soggettivo il tutto sia meraviglioso.
Tot: 28/30
Utente 2
Titolo e intro: 10/10
Trama: 9/10
Gradimento personale: 8/10
Tot: 27/30
Considerazioni personali:
Nulla da dire riguardo a titolo (pertinente) e introduzione (buona sintesi della storia). Ero davvero sorpresa dall’accostamento dei personaggi nell’introduzione ed ero curiosa di scoprire come l’autrice avrebbe inserito il personaggio di Silente. Ecco, questa curiosità iniziale non solo è stata soddisfatta, ma mi ricollego anche all’aspetto che mi è piaciuto di più: l’epilogo. La citazione di partenza vi si amalgama benissimo e il dialogo con Silente è veramente perfetto. Il suo personaggio, in particolare, lo trovo ben caratterizzato – con quella giusta dose di ambiguità tra detto e non detto e la luce divertita che fa capolino dallo sguardo. In merito alla trama, ho apprezzato l’idea dell’autrice di arrestarsi a un momento precedente alla riconciliazione di Remus e Sirius. Credo inoltre che sia stata una scelta efficace quella di iniziare il racconto con “l’irrefrenabile voglia di tuffarsi”, da parte di Remus, in quei ricordi che solitamente deve tenere lontani, per mantenere “compostezza e contegno” (lo trovo un atteggiamento adeguato al personaggio). Questa premessa - l’idea di un momentaneo “tuffo” nei ricordi -, da cui deriva la frammentarietà del testo, è anche ciò che, in un certo senso, giustifica la struttura scelta. Personalmente, mi piacciono i testi “frammentari”, anche quando si tratta più di una scelta stilistica che non di trama ma, naturalmente, che la frammentarietà della storia in questione risulti giustificata da una premessa solida (la necessità, nello specifico, di un tipo solitamente riservato e “pacato” come Remus di indulgere nel proprio passato, così com’è non è solito e non può fare nella vita di tutti i giorni) non può che costituire una nota di merito. Riguardo alla trama (e qui anticipo qualcosina che rientra anche nel “gradimento personale”), ho avvertito, durante la lettura, una sorta di “mancanza”. O meglio, in questa selezione di ricordi ci sono, indubbiamente, tutti i momenti salienti: c’è il primo incontro tra i due, seguito dal momento centrale del bacio, in cui i loro sentimenti sono già affermati e accettati, “esplorati”, e per finire v’è un ultimo momento, che introduce la frattura formatasi tra i due e anticipa il distacco degli anni successivi. Ecco, se i momenti sono stati scelti con coerenza, per soddisfare una certa gradualità (enfatizzata dall’elemento ricorrente del prompt, del “coprire le spalle”), gradualità tutto sommato mantenuta nonostante la brevità e la frammentarietà del testo, ho avvertito comunque una mancanza, una mancanza legata alla gestione della coppia e del loro rapporto. Ripeto che, in quanto “fan” delle narrazioni frammentarie, non è affatto una critica relativa alla struttura in sé. Semplicemente - ed è, questa, un’opinione personale (tutto questo discorso, in realtà, è riconducibile innanzitutto al parametro del “gradimento personale” e ha influito solo di mezzo punto su quello della trama) – avrei preferito una scena, anche soltanto una in più, nella fase centrale, nella fase “intermedia” (in cui i due si sono già avvicinati e prima della frattura finale). Ritengo che qualche momento in più fra il bacio e la scena prima dell’addio (addio inconsapevole) avrebbe potuto conferire maggior gradualità alla trama e rendere lo stacco tra i ricordi meno netto.
Utente 3
Titolo e intro: 10/10
Trama: 9/10
Gradimento personale: 9/10
Totale: 28/30
Ho adorato questa storia, a partire dal titolo e dall'introduzione. L'unica “critica” che mi sento di muovere è che forse avrei gradito se fosse stato inserito qualche ricordo in più, così da approfondire come è nata la relazione tra Remus e Sirius. (Ovviamente la mia è più un'osservazione che una vera e propria critica.)
Per quanto riguarda il resto, ho adorato lo stile di scrittura (le labbra bruciate che sanno di sangue è un'immagine stupenda) e l'intensità e la dolcezza dei momenti descritti. Per non parlare della frase finale, ha letteralmente mandato in pezzi il mio povero cuore Grindeldoriano.
_Il colore del vento_: 89/90
Utente 1
Titolo e intro: 10/10
Adoro il titolo e l’introduzione, mi invogliano a leggere la storia che mi travolge completamente. Mi sono commossa alla fine, complimenti.
Trama:10/10
La trama è costruita su molti livelli narrativi, temporali e psicologici. Non c’è confusione, anzi il lettore è perso nei meandri della storia e si sente parte integrante del tutto ; si percepisce a pelle il sentimento e lo strazio.
Gradimento personale: 10/10
Mi è piaciuta tantissimo questa storia, mi vergogno della mia letteralmente proprio perché questa è un viaggio tra ricordi, deliri e percezioni. Complimenti, non ho molto da dire se non fare i complimenti.
Tot 30/30
Utente 2
Titolo e intro: 10/10
A prima occhiata, leggendo titolo e intro, “Mi hai già fatto tua”. Mi spiego: se io scorrendo su EFP avessi trovato quel titolo e quella dicitura sarei impazzita di gioia e avrei cliccato senza alcuna remora sul nome. Ma dopo aver letto la storia, dopo aver letto la struggente e dolorosa fine, il titolo ha acquistato ancora più valore, ancora più senso.
Trama: 10/10
Nonostante tu abbia dato sprazzi di un rapporto, drabble o poco più di momenti diversi, sei riuscita comunque a dare completezza a questa narrazione frammentaria. Sei riuscita a parlare di loro, di loro prima e di loro dopo, aiutata e accompagnata anche da quell’intermezzo, la citazione presa proprio dal Prigioniero di Azkaban. Che cosa posso dire? Non credo sia facile scegliere questo stile di scrittura e allo stesso tempo riuscire a delineare una trama completa, con un inizio e una fine, dando un tono iniziale e riprendendolo in qualche modo alla fine, in modo circolare, senza lasciare sbavature. Le tue parole non sono estetica fine a se stessa, volevi arrivare da una parte e ci sei arrivata. Bravissima.
Gradimento personale: 10/10
Non credo ci sia bisogno di dirlo, dato anche i commenti precedenti, ma delle tre sicuramente questa è stata la storia che mi ha colpito e mi è piaciuta di più, infatti conto di passarla a recensire alla fine globale del contest. Sei stata delicata, d’effetto, ma anche profonda e tagliente, nel raccontarci di questo rapporto prima tanto buono, tanto luminoso, necessità per salvarsi e difendersi dal resto, che poi diventa incomprensioni graffiate per la lontananza costretta, per il non essersi fidati gli uni degli altri.
Mi è rimasta proprio incastrata dentro, brava.
Tot: 30/30
Utente 3
Titolo e intro: 9/10
Trama: 10/10
Gradimento personale: 10/10
Totale: 29/30
Questa è la storia che ho preferito in assoluto. Lo stile di scrittura è perfetto, lo definirei intenso e struggente, mi ha fatta sentire coinvolta nelle emozioni provate dai personaggi al punto che mi sono venuti gli occhi lucidi per la commozione.
Mi è piaciuto un sacco questo finale amaro, crudo e proprio per questo diretto e realistico. In particolare questa frase "Il profumo è sempre verde ma Sirius non sa più seguirne le tracce, non sa più come arrivare alla fine della strada".
Veronique87/Roxanne Potter: 84/90
Utente 1
Titolo e intro: 9/10
L’introduzione della storia mi piace molto; trovo che sia molto articolata. Non ho mai letto una storia su loro due e quindi mi invoglia a leggerla. Forse è un po’ troppa lunga, ma nel complesso mi piace molto.
Trama: 10/10
Storia molto bella e ricca di emozioni. Mi piace molto lo stile applicato nei dialoghi che non annoiano ma che proiettano il lettore in un altro mondo, in un’altra epoca.
Gradimento personale: 10/10
Storia che mi ha colpita, come ho scritto sopra non ho mai letto alcunché su di loro. Mi piace la relazione instaurata, gli intrighi e le emozioni.
Totale: 29/30
Utente 2
Titolo e intro: 9.5/10
Trama: 10/10
Gradimento personale: 8.5/10
Tot: 28/30
Considerazioni personali:
L’introduzione è decisamente esaustiva e pertinente; il titolo, invece, per quanto altrettanto pertinente, non mi ha purtroppo convinta del tutto (è per questa ragione che non sono riuscita a mettere il massimo, in questo parametro). Mi spiego meglio: sicuramente, con quel “fire” l’autrice lascia emergere l’intensità del rapporto fra i due Fondatori, nel bene e nel male (l’intensità di un’attrazione, di una vicinanza senza eguali da un lato, ma anche - dall’altro - l’inizio di un distacco e di un’inconciliabilità irrimediabile che conduce alla rottura e all’allontanamento, persino all’ostilità, ostilità che può essere bruciante tanto quanto una passione). Pertanto, sì, il titolo non lo si può che definire pertinente ma, nonostante tutto, non mi ha convinta pienamente. Non credo sia per la scelta dell’autrice di avvalersi dell’inglese (i titoli in inglese tendenzialmente mi piacciono), ma qualcosa di meramente soggettivo. Nel senso, nonostante quel “fire” riesca, sotto un certo punto di vista, a racchiudere anche gli esiti negativi di questo rapporto ambiguo e complesso tra i due, non l’ho trovato incisivo al cento per cento (trattandosi però, per l’appunto, non di una critica oggettiva, quanto piuttosto di una considerazione soggettiva, ho deciso di sottrarre solo mezzo punto da questo parametro). Sulla trama non mi soffermo semplicemente perché credo sia stata ben gestita dall’autrice, che è stata in grado di restituire una dinamica complessa nella sua interezza – dall’inizio di questa attrazione, seguita tappa per tappa fino all’esito che conosciamo dalla saga (l’allontanamento di Salazar da Hogwarts). Infine, il gradimento personale.
Questo è, inevitabilmente, l’ambito più soggettivo di tutti, nonché quello in cui risulta più complicato argomentare le proprie ragioni. Fatta questa premessa, la storia in questione mi è piaciuta e mi ha decisamente convinta e soddisfatta. Infatti, l’epilogo, per quanto inevitabilmente triste, è al contempo un epilogo “giusto”, che non mi ha lasciata - da lettrice - con l’amaro in bocca. È una storia che segue i due Fondatori passo dopo passo, che lascia comprendere l’inevitabilità dell’esito finale – in questo senso è soddisfacente: le cose tra i due non sarebbero potute andare diversamente, l’autrice lo mostra e il lettore (nel mio caso è successo così) arriva appagato al punto finale che conclude la narrazione. Il motivo (qui irrompono nuovamente la soggettività e la relatività del giudizio) per cui non ho assegnato il massimo anche in questo parametro è legato, direi, alla caratterizzazione dei personaggi. O meglio, reputo che l’autrice sia stata in grado di restituire i tratti fondamentali di entrambi, questo ci tengo a sottolinearlo. Ad esempio, ha descritto con cura la foga, la passione e la naturalità, anche, con cui l’impetuoso Godric Grifondoro si immerge in un combattimento o - ancora, sempre nella scena iniziale - sottolineato l’astuzia e l’ambizione di Salazar che, anche in una competizione amichevole, ricorre a trucchetti pur di vincere (laddove, per contrasto, non può che emergere la rettitudine morale di Godric). Questo tipo di attenzione, da parte dell’autrice, ai caratteri originali dei personaggi affiora anche in altri punti del testo ed è sicuramente uno dei punti di forza della storia in questione. Tuttavia, trattandosi di personaggi che nella saga non compaiono direttamente e che – per lo più – possono essere “ricostruiti” dalle filastrocche del Cappello Parlante (e altri piccoli indizi di questo genere), è inevitabile che ognuno abbia un proprio modo di immaginarli. Per fare un esempio più concreto: personalmente (e sottolineo, appunto, la soggettività di questo aspetto), avrei immaginato/ mi sarebbe piaciuta una reazione più veemente, più impetuosa da parte di Godric, nella scena in cui i due si confrontano per l’ultima volta. Per quanto distrutto, annientato, dalla prospettiva che ha davanti (una vita senza Salazar) e, anzi, proprio in virtù del dolore che lo attraversa, mi sarei aspettata una reazione diversa, violenta persino. Non lo immagino, per farla breve, una personalità che se ne resta in silenzio a guardare, per quanto possa egli essere scosso dalla situazione. Anzi, proprio perché scosso, lo immagino come qualcuno che voglia “scuotere” in pari misura l’altra persona, farle sentire ciò che lui stesso prova. Con questo non intendo affatto dire che non capisco il perché l’autrice abbia scelto di farlo agire così (in quel “mai più mai più mai più” c’è tutta la disperazione e l’impotenza, il senso di disorientamento, di chi si ritrova al capolinea di un rapporto che ha significato tanto, tutto), né che non sia stata in grado di far provare comunque al lettore un senso di empatia verso i suoi personaggi o di creare una storia coerente, in ogni suo passaggio. Si tratta semplicemente di scelte soggettive: l’autrice ha preferito caratterizzare in un certo modo i personaggi (fornendo al lettore, ci tengo a sottolinearlo, tutti gli strumenti e una narrazione sufficientemente curata e graduale per comprendere il perché di certe azioni), eppure resta - resta a me, almeno - questa insoddisfazione (non legata alla trama in sé e al modo in cui essa è stata gestita, ovviamente, ma un’insoddisfazione più “generale”), legata a fattori puramente soggettivi e a modi - sempre soggettivi - di vedere i personaggi.
Utente 3
Titolo e intro: 9/10
Allora. Sono un po’ indecisa su questo punto perché l’intro mi è piaciuta davvero molto, l’ho trovata accattivante e anche il titolo diciamo che ha il suo perché. Ma ecco, se fosse stato in italiano, credo che sarebbe stato tremendamente efficace. “Un amore bagnato dal fuoco” o qualcosa del genere, credo che avrebbe davvero fatto un figurone triplo. Ma anche così posso dire che in generale ho trovato sia il titolo che l’intro molto pertinenti.
Sviluppo della trama: 8.5/10
La storia è molto particolare e interessante, credo che su questo non ci siano dubbi. Un po’ perché non è facile scrivere dell’epoca dei Fondatori, figuriamoci con una slash in quel periodo storico e con uno come Salazar Serpeverde che voleva il mantenimento della razza pura. Credo che sia interessante come hai sviluppato il loro avvicinamento, il loro scoprirsi, il loro vedersi e il primo bacio, sono anche IC secondo me. Però forse un po’ avventato il momento in cui hanno scoperto di amarsi, io mi sarei concentrata anche sull’accettazione di questo sentimento e di come lo vivevano entrambi, invece dopo il primo bacio sembra che tu ce lo mostri come un dato di fatto, che poi conosce la sua fine per OVVI motivi. Sono contenta tu abbia sviluppato la fine in quel modo, perché è giusto che si siano allontanati a causa delle vedute distinte. In generale la realizzazione è buona, ma per essere perfetta secondo me ci voleva qualche passaggio in più dopo il primo bacio!
Gradimento personale: 9.5/10
Nel complesso posso dire che la storia mi è piaciuta molto, mi ha lasciato sensazioni positive, sia per l’ottimo stile di scrittura, sia per l’idea a mio avviso originale. Quel mezzo punticino in meno è giusto per la questione sviluppata nel punto precedente! Complimenti
Tot: 27/30