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Di prompt stilistici e figure retoriche

Ultimo Aggiornamento: 17/02/2021 12:08
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19/12/2020 23:21
 
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Ciao, purtroppo devo ritirarmi anch’io... la storia non è a un cattivo punto, ma decisamente non è pronta per essere pubblicata. Mi dispiace, spero ci sia una prossima occasione!
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19/12/2020 23:22
 
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Re:
Ester.EFP, 19/12/2020 23:21:

Ciao, purtroppo devo ritirarmi anch’io... la storia non è a un cattivo punto, ma decisamente non è pronta per essere pubblicata. Mi dispiace, spero ci sia una prossima occasione!




Non c'è problema, grazie per aver avvisato :)


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20/12/2020 12:45
 
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Chiusura contest
Il contest è ufficialmente scaduto.
Ho fatto la richiesta di spostamento della discussione nella cartella apposita.

Grazie a tutti voi, che siete stati estremamente corretti nel consegnare o avvisare del ritiro :)

Il contest conta sette consegne, quindi spero di non metterci troppo per i risultati. In ogni caso vi aggiornerò sul procedere delle valutazioni.

Vi lascio l'elenco dei pacchetti in chiaro, se qualcuno di voi si sentisse ispirato può prenderli tranquillamente. Se scrivete e pubblicate una storia ispirata a questi prompt/figure retoriche, fatemelo sapere (con un messaggio nella discussione, via mp qui o su EFP, o anche sui social) e io sarò felice di passare comunque a dare un'occhiata!
Lo stesso discorso vale, ovviamente, per coloro che si sono ritirati: se avete piacere a scrivere comunque la vostra storia, passerò comunque a dare un'occhiata fuori gara :)

Auguro a tutti voi buone feste, a presto!


Pacchetti



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12/01/2021 12:04
 
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Aggiornamento
Buongiorno a tutti!

Passo a dirvi che non sono sparita, ho terminato le valutazioni ma ho bisogno ancora di un giorno o due per rivederle, perché pur essendo soltanto sette sono piuttosto lunghe e vorrei ricontrollarle per evitare fastidiosi refusi.
Poi non mi resterà altro da fare che litigare con l'editor per postarvele.

Stay tuned!


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12/01/2021 12:49
 
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Re: Aggiornamento
fefe.7, 12/01/2021 12:04:

Buongiorno a tutti!

Passo a dirvi che non sono sparita, ho terminato le valutazioni ma ho bisogno ancora di un giorno o due per rivederle, perché pur essendo soltanto sette sono piuttosto lunghe e vorrei ricontrollarle per evitare fastidiosi refusi.
Poi non mi resterà altro da fare che litigare con l'editor per postarvele.

Stay tuned!

Ti aspettiamo ❤
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12/01/2021 13:05
 
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Re: Aggiornamento
fefe.7, 12/01/2021 12:04:

Buongiorno a tutti!

Passo a dirvi che non sono sparita, ho terminato le valutazioni ma ho bisogno ancora di un giorno o due per rivederle, perché pur essendo soltanto sette sono piuttosto lunghe e vorrei ricontrollarle per evitare fastidiosi refusi.
Poi non mi resterà altro da fare che litigare con l'editor per postarvele.

Stay tuned!




Grazie 😘
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13/01/2021 23:45
 
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Risultati

Buonasera (o buonanotte) a tutti!
Eccomi finalmente a consegnare i risultati.

La doverosa premessa è che vi ringrazio tutti per la vostra partecipazione: avete presentato storie molto valide, ricercando la migliore applicazione possibile dei pacchetti che vi avevo proposto con risultati molto più che apprezzabili.

È la prima volta che indico un contest e che quindi mi trovo nei panni di giudice, ma da partecipante so come ci si sente a leggere le valutazioni di una persona che giudica dall’esterno, per questo mi preme fare alcune precisazioni: innanzitutto questi commenti riguardano solo ed esclusivamente le storie in gara, non sono affatto giudizi di valore sulla vostra capacità come scrittori (nel bene e nel male) e sono frutto, per quanto io mi sia sforzata di rimanere oggettiva, del mio personale punto di vista.
Perciò prendete tutto ciò che non è semplicemente un complimento e consideratelo come un suggerimento per riflettere, o, se non vi rispecchiate in quello che dico, ignorate completamente la mia opinione, che in quanto tale può essere anche del tutto sbagliata.
Per il resto sono apertissima a rispondere a qualsiasi domanda, a fugare dubbi e a confrontarmi con voi su ogni aspetto delle valutazioni e delle vostre storie.

Questa premessa un po’ spaventosa non significa affatto che sono stata distruttiva nei miei giudizi, anzi, in verità ho fatto molte più osservazioni positive che non commenti interpretabili come correzioni, ma è giusto che io vi ricordi di dare il peso opportuno alle parole di questa sconosciuta che si appresta a giudicare il vostro lavoro.

Aggiungo che ho attribuito un solo premio speciale, per premiare la storia che ho preferito in termini di gradimento personale, a prescindere dalla classifica, che tiene conto anche di tutti gli altri parametri “tecnici”.

Detto questo, ancora complimenti a tutti, procederò alla pubblicazione delle valutazioni e vi prego di non rispondere nella discussione finché non avrò terminato di litigare con l’editor, in modo da avere tutta la classifica in messaggi successivi.


[Modificato da Futeki 13/01/2021 23:53]


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13/01/2021 23:54
 
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Settima classificata

“Insaziabile appetito”

di CatherineC94

 

Totale: 28.4/38

 


Grammatica e stile: 7/10


La storia presenta alcune criticità dal punto di vista della forma, che comprendono errori grammaticali, di sintassi, di lessico e di costruzione del testo. Voglio premettere che questa valutazione non è assolutamente un giudizio sul valore di te come autrice e neanche sul valore della storia in realtà, ma vuole essere un’analisi del testo partecipante a un concorso, finalizzata all’individuazione di punti forti e deboli che possano aiutarti ad acquisire maggiore consapevolezza di te stessa per procedere nella tua evoluzione personale come autrice. Ti riporto quindi i punti deboli della tua storia, quelli che, nell’ambito di questo parametro di valutazione, sono da considerarsi dei veri e propri errori, per poi passare a definire un’opinione generale sulla forma del tuo testo.


Innanzitutto, sin dall’inizio ho riscontrato un uso improprio della particella “ne”, la quale può avere funzione di avverbio di luogo (“Vado a casa e non ne esco più” = da lì) oppure di pronome personale, che sostituisce forme quali di ciò, da ciò, di questo, da questo, da quello. [Riferimento: enciclopedia Treccani.]


Quando scrivi: “il suo viso si volge e ne getta uno sguardo”, la particella risulta assolutamente superflua e scorretta, perciò la frase dovrebbe essere: “il suo viso si volge e (lei) getta uno sguardo”.


Ancora: “ma lei ha paura e ne avverte uno strano presentimento”, implica che lei avverta un presentimento di qualcosa (un presentimento di paura? Non è corretto, lei ha già paura, a causa di un presentimento di qualcosa che, ad esempio, avverrà in futuro) oppure che il presentimento provenga da qualche parte (ma non essendo specificato, né intuibile, neanche questa forma è corretta).


Una frase che ho riletto più volte, inoltre, credo sia costruita male, quindi te la riporto:


Lo scongiura, lo supplica quasi di darle quel liquido color rubino e di riempire il calice costellato dalle sue labbra che sono anonime, come lo sono sempre state.


Da come hai scritto, si capisce che lei scongiura, supplica lui di dare a lei, il liquido, quindi la pozione, ma noi sappiamo che è lei che la dà a lui, quindi al contrario. Inoltre, la seconda parte vede labbra anonime costellare (non il termine più adatto, in questo caso) un calice, ma sono le labbra di lui o di lei? Leggendo la frase così com’è, mi verrebbe da dire di lei, perché è lei a bere la pozione, ma probabilmente non è quello che volevi dire: le labbra anonime forse sono davvero quelle di Merope, ma la pozione la beve certamente Tom. Insomma, questa frase andrebbe rivista.


Alcuni altri costrutti sintattici non sono usati nella maniera più opportuna, per esempio quando scrivi: “si pente di averlo indotto a quella condizione” usi il verbo “indurre” seguito da “a” + sostantivo, che va bene in presenza di termini figurativi (“indurre al male”, “indurre all’errore”), ma più in generale bisognerebbe utilizzare “a” se segue un verbo all’infinito (“indurre a fare qualcosa”), oppure “in” se segue una condizione morale (“indurre in tentazione”, “indurre in errore”). Volendo essere proprio pignola, non trovo il verbo “indurre” particolarmente appropriato a questa circostanza, perché il significato di questo termine ha un’implicazione meno diretta, come “sospingere qualcuno verso qualcosa”, mentre Merope è causa diretta ed esplicita della sua condizione. Qui veniamo al lessico, che secondo me costituisce un altro problema di questa storia.


Hai cercato di utilizzare un registro più elevato che, correggimi se sbaglio, mi sembra poco naturale per il tuo stile, come se fosse forzato. Sono dell’idea che sia sempre preferibile un registro più semplice, ma utilizzato adeguatamente e con cura, piuttosto che uno che si sa maneggiare poco. Alcuni termini suonano male nel contesto in cui li hai inseriti, forzati o addirittura inappropriati.


Per quanto riguarda la punteggiatura, ci sono parecchie virgole che avrei messo o non messo a seconda dei casi, ma senza entrare nel dettaglio delle considerazioni più discrezionali su questo aspetto, ti riporto soltanto quello che è certamente un vero e proprio errore (reiterato e secondo me anche importante): i vocativi, o complementi di vocazione, devono sempre essere isolati dal resto della frase tramite l’uso di virgole; laddove si trovino a inizio frase la virgola va posta soltanto dopo, mentre essa va posta soltanto prima se si trovano a fine frase (e sono quindi seguiti dal punto).


Pertanto, le frasi che hai scritto:


Che ne dici amor mio di continuare […]


[…] un bicchiere o due tesoro mio»


dovrebbero essere:


Che ne dici, amor mio, di continuare […]


[…] un bicchiere o due, tesoro mio»” (puoi omettere la virgola finale, in questo caso, poiché la frase si conclude con una chiusura di caporali e la punteggiatura è soggetta a questo punto alle regole più flessibili adottate nell’ambito del discorso diretto.)


Infine, sperando di non averti annoiato con tutte queste segnalazioni, voglio farti notare che a ogni punto della storia sei sempre andata a capo. Il punto fermo indica una pausa più lunga del discorso e la conclusione di una frase (in generale), ma c’è distinzione tra l’uso semplice del punto e l’uso del punto e a capo, che denota anche un cambio di argomento oppure la scelta di isolare un determinato periodo. Ti consiglio di approfondire la cosa e di utilizzarla in maniera più appropriata, perché l’uso corretto della punteggiatura è uno strumento di comunicazione importante per un autore.


 


Lo stile è complessivamente un po’ immaturo, non lo dico in senso dispregiativo, ma semplicemente credo tu debba ancora trovare la tua identità. Adottare un registro che non è quello in cui sei più forte, ricercare costruzioni delle frasi che sono meno immediate di quelle che ti verrebbero spontanee sono tutti tentativi di definire un’identità stilistica, tentativi che, mi dispiace dirlo, in questa storia non risultano andati a buon fine. Tuttavia, è senz’altro ammirevole la ricerca continua di questa identità, si vede che quando scrivi lo fai con passione e che la tua voglia di sperimentare è genuina. Io ti consiglio di insistere sempre, di leggere tanto e scrivere tanto, perché è solo così che raggiungerai i migliori risultati che personalmente ritengo siano del tutto alla tua portata.


 


Titolo: 2/2


Il titolo funziona, è corretto in italiano, aderente al testo, richiama anche la bramosia di Merope, quindi risulta molto centrato. Mi piace anche come suona, in termini di gusto personale.


 


Utilizzo dei pacchetti:


Prompt stilistico: 3.9/4


La narrazione deve essere in terza persona con focalizzazione interna fissa, ovvero deve mostrare il punto di vista di un solo personaggio e i suoi pensieri, al massimo speculando sui pensieri degli altri dal punto di vista del personaggio di cui si assume il POV.


Il prompt è inserito e utilizzato correttamente, il punto di vista di Merope emerge dall’inizio alla fine; devo dire che rendere centrale l’utilizzo di questo prompt non è facile, perché paradossalmente le richieste stilistiche più semplici, come appunto l’uso di una terza persona con focalizzazione interna, sono quelle più difficili da soddisfare in maniera appagante. La terza persona interna, in questo caso, pur non essendo assolutamente forzata, non è del tutto indispensabile e potrebbe essere sostituita facilmente con una terza persona esterna senza perdere troppo del significato del testo. Tuttavia, l’uso che ne hai fatto è comunque adeguato e soddisfacente.


           


Figura retorica: 1.5/4


Sineddoche


“il suo viso (intesa come occhi)”, “i cristalli incandescenti”, “Le sue pupille”, “liquido color rubino”, “bicchiere o due”, “gli zeffiri”, “mille baci”, “innumerevoli”, “senza un tetto”.


Innanzitutto, voglio precisare che non condivido molto la scelta di evidenziare in corsivo all’interno del testo le parole che rappresentano la figura retorica che hai ricevuto come prompt. Naturalmente non ci sarà alcuna penalizzazione per questo, ma voglio specificare che la mia richiesta di indicarli nella scaletta alla consegna non implicava assolutamente una modifica all’interno del testo e, se posso permettermi di darti un consiglio, la eviterei perché il corsivo, come tutti gli altri espedienti grafici a cui può ricorrere un autore, ha uno scopo comunicativo preciso, evidenza un flusso di coscienza, una parola enfatizzata, un pensiero o tante altre cose, nessuna delle quali risponde al tuo caso, perciò il risultato da te ottenuto può essere molto fuorviante. Detto ciò, che è appunto una considerazione assolutamente personale e fuori valutazione, passo all’analisi dell’uso della figura retorica.


Per prima cosa, non tutte le espressioni che hai riportato sono interpretabili come sineddoche, perciò le analizzo individualmente: “il suo viso (intesa come occhi)” non risponde al concetto di “parte per il tutto” espresso dalla sineddoche perché in questo caso dire “volgere il viso” anziché “volgere gli occhi” significa descrivere due gesti diversi e non lo stesso gesto rappresentato dal tutto o dalla parte che compie l’azione di volgersi; “Le sue pupille” è già più vicina al senso della sineddoche, ma ti faccio notare che il senso è quello di rappresentare uno sguardo perso, quindi più che una sineddoche vera e propria qui si potrebbe parlare di metonimia o addirittura di metafora, perché le pupille non sostituiscono gli occhi (legame quantitativo), ma lo sguardo in senso lato (legame figurativo); in “liquido color rubino” non c’è alcuna sineddoche; “bicchiere o due” è una falsa sineddoche, perché qui il legame tra la parola rappresentata e quella rappresentativa non è quantitativo, ma qualitativo, infatti si intende “bere il contenuto del bicchiere” e si parla di metonimia; “mille baci”, “gli zeffiri”, “innumerevoli” e “senza un tetto” sono invece espressioni correttamente interpretabili come sineddoche.


Confesso di non aver compreso cosa volevi intendere con “i cristalli incandescenti”, ma avendo tanti altri riferimenti non è un problema. Avevo specificato che non avrei dato particolare peso alla frequenza di utilizzo della figura retorica, ma avevo chiesto che le fosse attribuito un significato centrale. Un punto a tuo favore sta certamente nel fatto che ti sei documentata, hai provato a usare la sineddoche in tutte le declinazioni in cui esiste (anche sbagliando in qualche caso, ma non importa) e questo lo apprezzo molto. Tuttavia, nessuna delle espressioni che hai utilizzato riguarda il significato centrale della tua storia e, sostituendole o addirittura eliminandole, al racconto non si sottrae nulla. Ciò significa che non sono centrali dal punto di vista del significato e in realtà risultano anche leggermente forzate nel contesto in cui sono inserite.


 


Coerenza e caratterizzazione dei personaggi: 6/8


Il personaggio che emerge in maniera preponderante dalla tua storia è Merope, che risulta coerente dall’inizio alla fine e caratterizzata dalle sue pulsioni: vuole ardentemente Tom, al punto che ne è consumata, ed è combattuta tra il desiderio di tenerlo legato a sé, tramite la pozione, e il pentimento per la condizione a cui lo ha condannato. Il suo conflitto emerge un po’ ovunque, attraverso le sue azioni contraddittorie (prima cerca di conquistarlo con la seduzione, poi si arrende al bisogno di dargli la pozione) e questo consente al lettore di entrare in empatia con lei.


Tom è assolutamente di sfondo, non compare praticamente mai pur essendo l’oggetto del desiderio di lei, e questo va bene se si pensa a lui come una persona svuotata dal filtro d’amore che assume, ma stride con l’uso di una focalizzazione interna dal punto di vista di Merope: lei lo guarda, lei fa l’amore con lui e lo desidera, ma il lettore intravede soltanto frammenti (occhi persi, capelli scuri), senza percepire ciò che coinvolge tanto lei; in pratica: cosa ci vede Merope in Tom? Il lettore non lo saprà mai, quindi in questo la focalizzazione interna fallisce.


Nel complesso, i personaggi sono coerenti – abbastanza caratterizzata lei, di meno lui – ma forse un po’ distanti dal lettore.


 


Gradimento personale: 8/10


L’idea di fondo mi è piaciuta, i personaggi sono poco conosciuti dal canon e ho apprezzato la scelta di narrare un momento della loro intimità. Tuttavia sono stata molto distratta dalla forma del testo, che non mi è piaciuta in più punti per i motivi che ho già spiegato, e quindi non sono riuscita ad appassionarmi alla storia. Questo però non deve scoraggiarti, spero che le mie indicazioni ti aiutino a migliorare e ti spingano a voler fare sempre di più; sono sicura di poter leggere, un giorno, qualcos’altro di tuo e trovare finalmente non solo la correttezza della forma, ma addirittura una vera e propria impronta caratteristica che sia la tua firma e il tuo marchio d’autore.




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13/01/2021 23:56
 
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Sesta classificata

“Hannah Abbott, quella buona a nulla”

di Deidres/Eryea

 

Totale: 29.6/38

 


Grammatica e stile: 8/10


La storia non presenta grandi errori, soltanto poche distrazioni e errori di battitura. Ti segnalo, a titolo di esempio: “su di me a alle mie spalle” in cui c’è una “a” di troppo, che forse voleva essere una “e” congiunzione, e “Mangiamorte” in cui il corsivo è inspiegabilmente a metà sulla parola. In generale, quindi, ho notato solo qualche refuso, ma niente di serio. L’unico errore che balza all’occhio è “vomitarli addosso”, che utilizzi con il significato di “vomitare loro addosso”: in questo caso, la particella “-li” sostituisce, sì, il termine “loro”, ma con un valore sintattico differente: nel modo in cui l’hai utilizzata, costituisce un complemento oggetto (vomitare qualcosa di plurale) e non un complemento di termine, come avresti voluto (vomitare addosso a loro, o, equivalentemente, vomitare loro addosso). Se invece volevi scrivere “vomitargli” e l’errore è di battitura, l’espressione risulta comunque scorretta in quanto la particella “-gli” sostituisce un complemento di termine singolare (“a lui”), mentre il riferimento è a più persone (“a loro”).


Il lessico è semplice ma corretto, adatto al contesto di una madre che si rivolge alla figlia piccola.


 


Anche lo stile è semplice, si piega per adeguarsi alla storia e costituisce elemento di caratterizzazione del personaggio principale: la voce narrante non si limita ad assumere il punto di vista di Hannah, ma è Hannah, non solo in quello che racconta, ma anche nel modo in cui lo fa. Tuttavia, devo dire che una scelta di questo tipo, per quanto funzionale e apprezzabile, richiede una coerenza particolarmente spinta che nel tuo caso non ho trovato. Mi spiego meglio con alcuni esempi.


Una scrittura che include frasi del tipo: “Se mi sono mai arrabbiata? Beh, sì… forse è successo”, o anche: “E poi, quando mi guardò con quei suoi occhi impauriti e confusi – gli stessi che ha quando gli dici che hai finito tutte le Cioccorane, proprio loro” denota uno stile più colloquiale è adatto a un discorso diretto – che tu hai impostato tra Hannah e la figlia, implicitamente. Pertanto trovo che stridano un po’ le espressioni più tipiche di uno stile introspettivo, quali: “Mi salirono dei brividi. Brevi, brucianti. Ero furiosa. Una raffica di aria fredda arrivò dalla finestra aperta e brinata dall’inverno, e la abbracciai per provare a calmarmi.” Non sono parole che mi aspetterei di trovare in un discorso madre-figlia, in virtù del fatto che hai impostato il testo proprio come un dialogo (sebbene a senso unico).


Voglio precisare che questo giudizio è specifico per ciò che ho letto, influenzato sicuramente dal prompt che hai ricevuto, perciò non prendere le mie parole come una verità assoluta, ma semplicemente come un’opinione su questa storia in particolare.


Nel complesso la scrittura è buona, corretta e scorrevole, tuttavia il ritmo della storia risulta un po’ interrotto dalla presenza eccessiva di punti fermi, che in alcune circostanze avrei, personalmente, sostituito con delle virgole: il rischio di utilizzare frasi brevi, per quanto esse siano tipiche di un discorso come quello di cui si compone la tua storia, è che il lettore abbia la sensazione di essere interrotto troppo spesso, al punto che andare avanti inizia a diventare faticoso. L’utilizzo frequente di domande retoriche (“Se mi sono mai arrabbiata?”, “Buona a nulla? Io?”, “Sì, ricordo ancora ogni parola. Perché?”) rende già di per sé la narrazione colloquiale e frammentata, perciò aumentare questo effetto con un numero esagerato di punti rischia di risultare eccessivo.


 


Titolo: 1.8/2


Il titolo è in italiano corretto, aderente al testo e suona piuttosto bene. Personalmente non amo molto i titoli lunghi, e se è vero che questo mi è piaciuto abbastanza, non ho potuto fare a meno di trovarlo un po’ fuorviante rispetto al testo, non in termini di contenuto, bensì di stile: mentre la storia è un lungo discorso di Hannah ed è quindi tutta “formalmente al servizio” di ciò che lei racconta, il titolo è più freddo, menziona una certa Hannah Abbott (l’uso di nome e cognome aumenta la sensazione di distacco) e le attribuisce il giudizio dato da qualcun altro (“una buona a nulla”); finisce quindi per essere in antitesi con la difesa che Hannah propone come racconto alla figlia, proprio in questa storia in cui il punto di vista è particolarissimo e centrale rispetto alla narrazione. Si tratta probabilmente di un effetto voluto da parte tua e, naturalmente, il mio parere in merito è assolutamente soggettivo e ampiamente secondario rispetto alla correttezza e all’aderenza al testo; il mio appunto è quindi solamente una questione di gradimento personale.


 


Utilizzo dei pacchetti:


Prompt stilistico: 1.5/4


La narrazione deve essere in seconda persona; ci si può rivolgere al lettore o a un personaggio, ma evitando di scrivere una lettera (o simili).


Temo tu non abbia centrato bene il senso del pacchetto. La seconda persona ha un senso stilistico ben preciso, mentre nel caso della tua storia è utilizzata semplicemente perché il racconto è rivolto a un altro personaggio. Per usare delle definizioni un po’ più tecniche, nel caso di una narrazione in seconda persona il narratario è lo stesso protagonista (ossia il lettore), mentre il narratore resta sullo sfondo, sparisce (riferimento: qui). Nel tuo caso il narratore è Hannah, che è anche la protagonista, non solo della storia che racconta, ma anche della storia che racconti tu, in quanto la macro-cornice vede lei che racconta una storia alla figlia. Questo è esattamente quello che chiedevo di evitare specificando di non scrivere una lettera o simili, perché viene meno lo sforzo richiesto al lettore e quindi la difficoltà del prompt.


L’utilizzo del pacchetto è, quindi, rispettato solo in minima parte, perché la seconda persona è effettivamente presente, ma tramite una sorta di escamotage che ti ha impedito di utilizzare il prompt così come andava fatto.


 


Figura retorica: 3.8/4


Allitterazione



  1. Arrabbiata con il mondo intero, con la morte, con i Mangiamorte, con gli orrori della guerra, persino con Potter (allitterazione della r)

  2. Mi salirono dei brividi. Brevi, brucianti. (allitterazione della br)

  3. Una raffica di aria fredda arrivò dalla finestra aperta e brinata dall’inverno, e la abbracciai per provare a calmarmi. (di nuovo, allitterazione della r e - poco - della f)


La figura retorica è utilizzata correttamente e coerentemente in più punti. In tutti i casi, enfatizza bene la sensazione che la frase completa vuole trasmettere, risultando centrale rispetto al contenuto, esattamente come avevo chiesto. Ritengo non ci fosse un modo migliore per utilizzare l’allitterazione in particolare. Unico appunto: nel secondo caso (allitterazione del gruppo “br”) la figura retorica risulta inserita in maniera un po’ forzata, in quanto gli aggettivi aggiunti (“Brevi, brucianti”) non suonano molto naturali nel contesto, per quanto già detto in merito allo stile.


 


Coerenza e caratterizzazione dei personaggi: 6/8


L’intera storia ruota attorno al personaggio di Hannah, sebbene compaiano marginalmente Neville e altri ragazzi. La centralità di Hannah sta sia nella vicenda che lei racconta, che nel macro-contesto in cui la narra alla figlia. La ragazza appare come la conosciamo dai libri, buona, disponibile, ed è bello il contrasto tra ciò che pensano di lei alcuni compagni (“una buona a nulla”) e quello che pensano lei stessa e Neville (“una persona buona”).


Il punto debole della definizione di questo personaggio sta nel fatto che tutto ciò che apprendiamo di lei ci viene detto e spiegato, ma mai mostrato. Quando scrivi: “Ma niente, ormai ero in balia delle mie emozioni. Mi fiondai su di loro e iniziai a vomitarli addosso tutto quello che stavo provando in quel momento”, non mostri in realtà cosa provasse davvero Hannah. Sappiamo che le sono state rivolte parole spiacevoli e che lei perde il controllo e se la prende con loro, ma non vengono mai descritte le emozioni che la spingono, non è chiaro davvero cosa stesse provando. Ancora: “Penso che nessuno mi abbia davvero mai vista in quel modo, non se l’aspettavano” spiega che lei è insolitamente alterata, ma qual è quel modo? Descrivere gesti ed emozioni (un corpo che trema dalla rabbia, mani strette a pugno per contenere l’impulso alla violenza, qualcosa in più quindi, di un brivido) consente al lettore di entrare in empatia con il personaggio. Come si suol dire, show, don’t tell, ovvero mostra, non spiegare. Tutto questo per dire che il lettore entra più facilmente in empatia con un personaggio quando ne comprende lo stato d’animo autonomamente, attraverso i piccoli dettagli che coglie e le emozioni che riesce a ricostruire per intuizione, piuttosto che quando gli viene detto esattamente come si sente.


Per il resto, il personaggio di Hannah e quelli marginali risultano coerenti sia internamente alla storia che rispetto al canon: anche Neville, per quanto breve fosse la sua apparizione, mi è sembrato abbastanza IC.


Ho apprezzato particolarmente la sorpresa finale, espressa dalla rivelazione del personaggio di Alice come destinatario della narrazione.


 


Gradimento personale: 8.5/10


Nel complesso la storia mi è piaciuta, soprattutto per quanto riguarda la rivelazione finale del personaggio a cui è rivolto il racconto. Ho apprezzato anche la scelta del momento da narrare, ovvero quello in cui lei prova per la prima volta un interesse, per non dire un vero e proprio colpo di fulmine, per quello che sarà suo marito. Mi piace che nelle fanfiction si dia spazio a i personaggi secondari, quelli che non considera mai nessuno e che nel canon compaiono poco, ma nel farlo penso che diventi particolarmente importante l’aspetto della loro caratterizzazione, che, come ho già detto, non ho trovato del tutto ben riuscito in questo caso. A parte questo, l’idea di fondo è molto carina e la sua realizzazione è altrettanto piacevole.




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Quinta classificata

“Your Flavor.”

di Exentia_dream2

 

Totale: 31/38

 


Grammatica e stile: 8/10


La storia è scritta in modo generalmente corretto, con cura nella scelta delle parole e nella revisione del testo. Più che dei veri e propri errori, ho riscontrato qualche ingenuità.


Innanzitutto “dicembre”, come gli altri mesi dell’anno, va scritto con la lettera minuscola. “Sanguesporco”, invece, andrebbe meglio con la maiuscola, ma non è obbligatorio, soprattutto perché le varie edizioni dei libri riportano scelte diverse. Diciamo che se il criterio è quello di attribuire la maiuscola ai termini inventati o adottati dall’autrice per indicare specifici elementi dell’universo di Harry Potter, in questo caso ci vorrebbe.


I simboli che utilizzi come virgolette non sono corretti (per quanto possa sembrarti una pignoleria), i veri caporali sono questi: «». Inoltre, anche l’uso degli spazi risulta scorretto, in quanto le virgolette vanno “attaccate” alle parole che includono, ovvero non deve esserci spazio dopo la virgoletta di apertura, né prima della virgoletta di chiusura.


Si tratta di precisazioni che potrebbero sembrare eccessive, ma che in realtà fanno parte delle regole della lingua italiana scritta e che costituiscono un vero e proprio biglietto da visita per un testo: è un peccato che la storia possa sembrare poco curata a causa di queste piccole cose, quando invece è chiaro che ti sei impegnata molto.


 


Lo stile è semplice, ma va benissimo così, hai utilizzato un lessico non troppo elevato, ma sei riuscita comunque a evitare ripetizioni e suoni spiacevoli. Io ritengo che sia sempre preferibile uno stile un po’ più semplice che si sappia maneggiare bene, piuttosto che uno magari più complesso che sfugga al controllo dell’autore. D’altra parte, l’ottimo uso che hai fatto della figura retorica costituisce un elemento di arricchimento dello stile: non so se sei solita scrivere così o se tu ti sia adattata alla richiesta del contest, ma in entrambi i casi il risultato è molto soddisfacente.


Accanto a questa limpidezza, però, riscontro ancora una volta alcune ingenuità che, opportunamente corrette, potrebbero consentirti di fare ancora di meglio. Innanzitutto, ti faccio notare che sei andata a capo a ogni punto fermo, ma in realtà il punto e il punto e a capo sono due scelte ben distinte: in molti casi avrei mantenuto il rigo senza andare a capo, perché al contrario il testo risulta molto frammentato.


Altro aspetto che contribuisce a una mancata continuità della narrazione è il frequente cambio di POV. Scrivi in terza persona con focalizzazione interna variabile, ovvero assumendo il punto di vista di un personaggio (non lo stesso per tutta la narrazione) e permettendo al lettore di conoscere i suoi pensieri sulle azioni in corso. Il passaggio dal POV di Hermione a quello di Draco, tuttavia, risulta un po’ brusco e ingiustificatamente frequente. All’inizio, infatti, la storia inizia con Hermione, poi si passa a Draco con un periodo che suona un po’ come l’inizio di un paragrafo, ma senza interruzioni del testo (“Succede da un po', in realtà, che lui non riesca a fare a meno di sentire la sua voce, di guardarla mentre si morde il labbro per preparare una pozione eccezionale”) e poi torna repentinamente su Hermione, nello spazio di una battuta di dialogo, tra Draco che le chiede spiegazioni (e riflette: “Glielo chiede perché ha bisogno di sapere, di capire quel bacio che lei gli ha rubato durante il turno di ronda di una settimana prima: lui l'aveva allontanata spingendola e lei aveva fatto un altro passo in avanti”) e Hermione che gli risponde con una bugia (e subito siamo nei pensieri di lei: “Mente perché non può dirgli la verità, perché tutte le cattiverie che lui le ha detto se le sente ancora sulla pelle, anche se fanno meno male”). Ancora, dopo qualche rigo dal POV di Hermione, torniamo a Draco, il cui sorriso è spiegato dai suoi pensieri (“Sorride perché ha capito che lei, la forza di combattere, non l'ha persa”) e infine di nuovo a Hermione, sulla conclusione. Tutto questo per dirti non che si tratta di un errore, anzi, la focalizzazione interna variabile esiste e può risultare molto bella, ma poiché non è facile da gestire ti suggerisco più attenzione a quest’effetto “pallina da ping pong”, che fa perdere il filo al lettore.


Quanto alla costruzione della storia, mi è piaciuta l’idea di farla ruotare attorno al binomio tra le sensazioni che entrambi provano al tempo della narrazione e il rimando all’episodio, a noi sconosciuto, di un bacio precedente. Tuttavia, il passaggio dalle schermaglie iniziali (seppur non velenose come nel canon) a un tono più dolce e confidenziale è ancora una volta un po’ brusco, avrei preferito che fosse graduale o quantomeno giustificato dalla descrizione di cambiamenti emotivi nei personaggi, che dall’insultarsi passano a confessarsi i propri sentimenti.


Nel complesso lo stile è adatto al contesto, la narrazione procede in maniera abbastanza scorrevole, sebbene un po’ frammentata.


 


Titolo: 1.5/2


L’inserimento del punto fermo alla fine del titolo è un errore, non si può proprio fare, perciò il punteggio ne risente in termini di correttezza ed è un peccato perché per il resto mi era piaciuto molto. Non disturba la scelta dell’inglese, che contrae in sole due parole il concetto fondamentale di tutta la storia, risultando quindi un titolo aderente al testo e scelto molto bene.


 


Utilizzo dei pacchetti:


Prompt stilistico: 3.5/4


L'inizio della storia deve essere in medias res, ovvero la narrazione deve cominciare ad avvenimenti già in corso, nel vivo della vicenda, nel mezzo dell'azione, senza alcun preambolo.


La vicenda inizia effettivamente in medias res, con Hermione che guarda Draco da lontano e soffre per qualche motivo che inizialmente è ignoto. Il tutto si spiega progressivamente in seguito, scoprendo il precedente del bacio e tutto ciò che ne consegue. Il prompt quindi è utilizzato correttamente e non forzato, tuttavia, se devo essere del tutto sincera, l’ho trovato poco centrale, nel senso che immediatamente dopo l’inizio si perde il senso dell’improvviso, perché il gesto di apertura (Hermione che guarda Draco) non viene mai più ripreso, in quanto, dopo la digressione iniziale su lei che ormai conosce il suo sapore, si passa immediatamente allo scambio di battute tra i due, con Draco che le intima di non salutarlo. Se ad esempio l’apertura in medias res fosse stata su lei che lo salutava, sarebbe stato altrettanto improvviso (perché avrebbe dovuto essere cordiale con lui?), ma allo stesso tempo più centrale, perché lui poi si mostra scostante. Ovviamente si tratta soltanto di precisazioni su un uso di per sé già buono del prompt.


           


Figura retorica: 4/4


Anafora


L’anafora è presente in parecchi punti della storia, è usata bene, non è forzata e risulta centrale in diversi contesti. Si tratta probabilmente di una delle figure retoriche che usiamo tutti, anche inconsapevolmente, per enfatizzare dei concetti. Tu l’hai resa molto bene, sfruttandola per sottolineare i momenti importanti, quello in cui il confronto tra i personaggi raggiunge il punto di rottura (“Mente perché”) e quello in cui si ha lo scioglimento della vicenda (“Trema perché”). Brava, punteggio pieno!


 


Coerenza e caratterizzazione dei personaggi: 5/8


Trovo che il punto debole della tua storia siano proprio i personaggi, purtroppo, che risultano un po’ piatti. Sia Hermione che Draco rispondono a degli stereotipi: lei una ragazza innamorata e insicura, lui il ragazzo protettivo che perde la testa per lei. Non li ho trovati molto IC, c’è da dire che hai inserito tra gli avvertimenti OOC e questo lo apprezzo, ma ritengo che avresti potuto ottenere un risultato migliore mantenendo i personaggi più fedeli al canon, semplicemente perché avresti attribuito loro una personalità più marcata. Hermione si mostra combattiva per un solo istante, quando Draco la mette alla prova, ma per il resto del tempo appare spaurita, come se di lei potessimo vedere soltanto il suo coinvolgimento per Draco e il conseguente imbarazzo che prova. Eppure, se lei ha avuto l’ardire di baciarlo, nonostante i loro trascorsi, ci si aspetterebbe che si comportasse con altrettanto orgoglio dopo. Malfoy, d’altra parte, sembra quasi fingere il suo disprezzo per lei, come se gli insulti fossero solo un modo per vederla reagire, per poi cedere immediatamente a una confessione quando dice di aver apprezzato il suo gesto. È chiaro che in una storia così breve si può e si deve immaginare un’evoluzione precedente dei personaggi, ma mi è sembrato che il loro cambiamento li abbia portati a sbiadire; inoltre, per il lettore è difficile entrare in empatia con loro, perché, pur immaginando di considerarli due personaggi originali, restano distanti: non si descrivono mai con le loro azioni, non hanno una caratteristica spiccata che li renda riconoscibili, perciò si fatica a considerarli vivi e restano soltanto dei personaggi di carta.


Ho comunque intravisto il modo in cui volevi farli interagire e l’ho apprezzato, perciò non prendere le mie osservazioni come critiche in senso stretto, ma come spunti per fare ancora meglio, perché ho la sensazione che il rapporto tra questi due personaggi fosse molto più bello nella tua mente: penso che dovresti soltanto trovare il modo di renderli un po’ meglio nello scritto, aggiungendo dettagli, gesti tipici, caratteristiche che farebbero pensare a un personaggio specifico pur senza leggerne il nome, magari anche aiutandoti con una vera e propria scheda del personaggio, così da sentirlo più vicino a te e permettere al lettore di fare altrettanto.


 


Gradimento personale: 9/10


Ho un debole per la coppia che hai trattato, ma questo mi porta a essere anche molto esigente, soprattutto sulla caratterizzazione dei personaggi. La storia scorre veloce, come ho già detto lo stile semplice funziona e l’assenza di errori di battitura denota una certa cura del testo che ho molto apprezzato. Di meno mi è piaciuto il modo in cui hai gestito i personaggi e soprattutto i dialoghi, che ho trovato, in alcuni punti, un po’ scontati. Comunque ribadisco quanto ho detto in precedenza: l’idea di fondo si vede bene – anche attraverso qualche ingenuità – e io l’ho apprezzata molto, perciò il punteggio in questa sezione è complessivamente alto: spero tu riesca a fare pratica su qualche piccolo aspetto che sminuisce il risultato finale, perché credo che ci siano delle buone potenzialità.




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Quarta classificata

“Di boccini presi e sogni mancati”

di VigilanzaCostante /matiscrivo

 

Totale: 32.3/38

 


Grammatica e stile: 8.5/10


La storia è complessivamente scritta in maniera corretta, con un buon uso della grammatica e del lessico. Soprattutto quest’ultimo, che ho trovato abbastanza ampio, ti ha consentito di evitare ripetizioni che potevano risultare fastidiose se non volute e di attribuire significati specifici a determinate frasi senza ricorrere a troppe parole.


La punteggiatura è generalmente corretta, esistono sfumature soggettive nell’uso delle virgole per le quali non mi sono trovata del tutto d’accordo, ma che non gravano assolutamente sul punteggio di questo parametro di valutazione. Ti riporto, tuttavia, quelle che ritengo essere delle indicazioni generali da considerare come regole e che, quindi, corrispondono di fatto a degli errori.


Innanzitutto, sebbene l’uso della virgola in presenza di congiunzioni sia abbastanza discrezionale, la lingua italiana vuole che in caso di congiunzioni avversative (“ma”, “o”, “però”) la virgola preceda tali congiunzioni a meno che esse non colleghino espressioni brevi; per essere più chiara, l’interpunzione va omessa nella congiunzione di semplici parole, come aggettivi o sostantivi (“bello ma sciocco”, “gentile ma povero”), mentre risulta necessaria quando si congiungono due proposizioni, come avviene nel tuo caso (“Non si erano mai rivolte la parola, ma dovettero fronteggiarsi…”, o ancora: “Vinsero i Grifondoro, ma Cho prese…”, e altri esempi che non riporto), pertanto questo è da considerarsi un errore reiterato, sebbene non grave.


Altro aspetto molto discusso e discrezionale è l’uso della punteggiatura nei discorsi diretti, pensati o parlati, nel quale non mi addentro assolutamente, perché di norma gli scrittori si adeguano (o i loro scritti vengono adeguati dai correttori di bozze) alle norme redazionali delle case editrici. Alcune considerazioni generali, tuttavia, sono da ritenersi delle vere e proprie regole. Quando scrivi: “Deve essere mio – Cho pensava al boccino” e anche: “È già mio – Ginny pensava ad Harry” ci sono diversi aspetti di uso non coerente della punteggiatura. Innanzitutto, se si tratta di un discorso diretto, che sia pensato o pronunciato ad alta voce, la lineetta è obbligatoria prima della battuta di dialogo e va omessa dopo se non è retta esternamente (non è il tuo caso, in quanto entrambe le frasi presentano una proposizione esterna che regge il dialogo, quindi occorrerebbe la doppia lineetta); se invece, come sospetto, hai voluto riportare un pensiero senza virgolette, utilizzando il trattino lungo come separatore non di un discorso diretto, ma di un inciso, al pari di una virgola per intenderci, la scelta non è più scorretta dal punto di vista dell’uso della punteggiatura nei dialoghi, bensì poco efficace stilisticamente, perché separi due proposizioni che dal punto di vista del periodo risultano sullo stesso piano (pur non essendolo, perché sono una conseguenza dell’altra) creando al contempo confusione con quello che sembra comunque un discorso diretto (pensato). Le due frasi potrebbero essere semplicemente separate da una virgola, più corretta del trattino in questo caso, o addirittura da un punto.


Tutte queste spiegazioni, che spero non ti abbiano annoiato, non stanno a significare che hai commesso un errore grave, anzi, tutto il contrario, volevo esprimerti nel dettaglio la mio opinione su un argomento ampiamente discrezionale, sperando possa esserti utile in qualche modo.


Ultima precisazione, chiamami pure rompiscatole, ma questo è un errore davvero, senza margini di discrezionalità: “post – guerra” non è corretto, perché le parole composte richiedono l’uso del trattino (che è più corto e diverso dalla lineetta) e l’assenza di spazi, perciò la scrittura corretta è “post-guerra”.


 


Il tuo stile è complessivamente buono, non personalissimo, nel senso che non riesco a riconoscere un’impronta che mi farebbe venire in mente il tuo nome se leggessi un altro tuo scritto senza sapere a chi appartiene. Hai costruito bene la narrazione, intesa come sviluppo della relazione tra i due personaggi, ma un po’ meno i singoli passaggi, che risultano raccontati più che mostrati (discorso approfondito nel parametro di valutazione sui personaggi). Alcune frasi molto brevi, separate spesso da punti, attribuiscono alla lettura un ritmo serrato che in alcuni momenti stona con le emozioni che cerchi di trasmettere con le scelte lessicali, perciò il mio consiglio è di provare a piegare leggermente il tuo stile al contenuto, adattando anche dettagli come la lunghezza delle frasi al tono generale della narrazione.


 


Titolo: 1.8/2


Il titolo che hai scelto riprende un ritmo “già sentito” e che quindi cattura (volendo, richiama anche il nome del contest). La sua costruzione è certamente corretta in italiano e fa il suo lavoro, tuttavia personalmente non la trovo originalissima, per quanto non mi dispiaccia. Riguardo alle scelte lessicali, credo che ci siano degli elementi della tua storia più caratteristici rispetto al Boccino della prima scena o a quei sogni che sogni non sono, perché sono perlopiù desideri che sfiorano le protagoniste senza che nessuna delle due se ne lasci travolgere davvero; probabilmente, se avessi scelto termini che rimandano più direttamente alla relazione platonica tra queste due donne avresti ottenuto un risultato migliore, ma, come sempre, si tratta solo della mia opinione personale, infatti il punteggio è comunque molto alto.


 


Utilizzo dei pacchetti:


Prompt stilistico: 4/4


I protagonisti della narrazione devono essere due personaggi ben definiti, che non dialogano mai nel corso della storia; possono parlare con altri e interagire tra loro senza però rivolgersi la parola.


Il prompt è utilizzato correttamente, Ginny e Cho sono assolute protagoniste della storia e non si rivolgono mai la parola, pur interagendo in altri modi. Ho apprezzato molto il loro continuo confronto a distanza e il paragone tra le loro personalità, il che rende l’utilizzo del prompt non solo corretto, ma anche efficace e coerente, quindi per niente forzato, nonché assolutamente centrale per la trama. Punteggio pieno, brava!


           


Figura retorica: 2/4


Metonimia


"Scoprì che riprendere a volare, a distanza di anni, era come bere un bicchier d’acqua."


La figura retorica utilizzata è in questo caso “bere un bicchier d’acqua”, in cui la metonimia sta nel “bere un bicchiere”, intendendo il bicchiere come elemento contenitore su cui si trasferisce il significato attribuito al suo contenuto (l’acqua). Perciò la figura retorica è presente e corretta, ma non risulta affatto centrale per la storia: già all’interno della frase, affinché l’espressione risulti significativa è necessaria una seconda figura retorica (similitudine) nel paragonare il gesto semplice di bere un bicchier d’acqua al riprendere a volare, più o meno come dire che era come andare in bicicletta. L’uso della metonimia quindi risulta abbastanza irrilevante, eliminandola non si sottrae nulla al testo, per di più si tratta di un uso abbastanza poco originale. Per fare un esempio più attinente alla tua storia, che ti sarebbe valso il punteggio pieno, avresti potuto usare qualcosa del tipo “piangere la fragilità”, in riferimento a Cho, ottenendo sia una metonimia (piangere lacrime di fragilità), sia un richiamo diretto a un aspetto centrale della storia (il paragone tra le due ragazze).


 


Coerenza e caratterizzazione dei personaggi: 7/8


I personaggi risultano coerenti all’interno della storia, Ginny appare più forte e decisa, Cho più fragile, ma comunque consapevole, e rimangono tali fino alla fine. In termini di caratterizzazione, avresti potuto fare qualcosina in più, gli elementi più caratteristici delle tue protagoniste sono richiami al canon, e questo è un punto a tuo favore, ma restano “spiegati” più che mostrati: tutto ciò che sappiamo di loro viene detto e mai lasciato intendere attraverso descrizioni (Cho: “ora si chiedeva perché lei non la ritenesse meritevole di uno sguardo”; Ginny: “aveva sentito il suo desiderio crescere sapendo che facevano la doccia nude separate da un muro di cartapesta”). Niente di scorretto in tutto ciò, ma a volte spiegare così tanto risulta poco efficace, perché non lascia al lettore il margine di interpretazione che gli consente di dare da solo un nome a ciò che sta cogliendo dai dettagli che l’autore dissemina. In sintesi, il mio consiglio è: show, don’t tell, regola aurea ripetuta un po’ da tutti, perché è vero che il modo migliore di entrare in sintonia con una storia è quello di vedere le cose e lasciarsi trascinare in esse dai piccoli particolari, piuttosto che sentirsele descrivere.


Al di là di ciò, l’evoluzione del rapporto platonico tra le due ragazze è costruita bene, i singoli episodi descritti sono efficaci e coerenti con il loro sviluppo nella storia.


 


Gradimento personale: 9/10


L’idea di fondo della storia mi è piaciuta, l’ho trovata una sorta di enemy to lovers in senso platonico e l’ho molto apprezzata, soprattutto perché nonostante la brevità della fanfiction hai scandito bene una serie di episodi chiave che hanno portato all’evoluzione del loro rapporto. Sono entrata poco in empatia con i personaggi, per i motivi che ti ho già esposto, e questo mi ha trattenuta dal sentirmi coinvolta completamente dalla vicenda. Per quanto riguarda il mio gusto personale sul tuo stile di scrittura, e qui entriamo assolutamente nella soggettività più spinta, trovo che tu abbia scelto una strada da percorrere per trovare la tua identità, ma che tu stia ancora esplorando, un po’ come se avessi fissato un bersaglio e stessi prendendo la mira prima di sparare. Nel complesso, mi piace l’uso che fai delle descrizioni e delle metafore con cui accompagni la narrazione di quegli sviluppi che non hai potuto o voluto approfondire, ma ti consiglio di provare a “sfumare” i contorni della voce narrante e di addentrarti anche nell’esplorazione degli aspetti più emotivi, quelli che si raccontano parlando di guance rosse, mani tremanti, respiro spezzato, e non solo con termini quali imbarazzo, emozione e desiderio.




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13/01/2021 23:58
 
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Terza classificata

“A place to call home”

di Roxanne Potter/Veronique97

 

Totale: 36.7/38

 


Grammatica e stile: 9/10


La storia è scritta nel complesso molto bene, senza errori grammaticali né, per quanto ho potuto cogliere, di battitura. In generale si apprezza una grande cura del testo, evidente anche dall’assenza di ripetizioni e parole fuori posto, che ho gradito molto e che ha reso la storia particolarmente piacevole da leggere. Hai gestito l’introspezione molto bene, non è facile portare avanti una storia intera con pochi dialoghi e azioni, eppure le tue scelte sintattiche – mai scontate – hanno accompagnato l’evoluzione del personaggio fino alla fine.


In un testo così bello è un peccato non prestare attenzione a qualche particolare che, pur apparentemente secondario, ha la sua importanza: mi riferisco alla gestione dei dialoghi, retti da trattini che dovrebbero essere lunghi (come questo: “–”), meglio note come lineette, e non dai trattini brevi o d’unione (come questo “-”) che hai usato tu. So che può sembrare una sciocchezza, ma è una regola della lingua italiana scritta e una precisazione che rende formalmente corretto un testo già bello.


Altro suggerimento, ma qui si tratta davvero di un di più: quando scrivi “ad Elphias” utilizzi la d eufonica tra due vocali diverse, cosa che – pur non trattandosi di una regola vera e propria – si tende a evitare, preferendo utilizzarla solo tra due vocali uguali (salvo l’eccezione di alcune formule fraseologiche, vedi: “ad esempio”).


 


Lo stile che utilizzi è molto personale, l’ho trovato adatto al contesto e perfettamente coerente con il punto di vista della narrazione. Mi sono piaciute le espressioni che hai utilizzato per descrivere lo stato d’animo di Silente e le metafore che hai ripreso più volte nel corso della storia, accompagnando l’evoluzione del personaggio con delle belle immagini.


 


Titolo: 2/2


Il titolo è perfetto, corretto, aderente al testo e personalmente mi piace tanto. La scelta dell’inglese non stona, contrae in meno lettere un concetto che in italiano sarebbe più lungo, anche se forse il richiamo esplicito della parola casa sarebbe stato molto interessante. In ogni caso va benissimo così, anche in termini di gradimento personale lo apprezzo molto!


 


Utilizzo dei pacchetti:


Prompt stilistico: 4/4


La storia deve svolgersi in due luoghi distinti, entrambi importanti per la vicenda e quindi parte integrante della narrazione.


Il senso di questo prompt era di utilizzare le ambientazioni in modo rilevante per la storia, renderle parte della vicenda. Tu hai scelto due luoghi fondamentali per il personaggio, che il lettore ha modo di sentire quasi come personificati, e ciò li rende assolutamente adatti al corretto utilizzo del prompt. L’inserimento di tali luoghi non risulta forzato, anzi, è molto naturale nel contesto della vita di Silente, che oltre a essere scandita da sentimenti che variano nel tempo, anche a causa del suo trauma, subisce cambiamenti radicali nel passaggio fisico da un posto all’altro. Mi è piaciuta la tua scelta, hai saputo adattare benissimo un prompt che poteva essere più semplice da inserire in una storia con più azione e meno introspezione, invece apprezzo moltissimo questa piega che gli hai dato, brava!


           


Figura retorica: 3.9/4


Apostrofe


"Sii la mia casa, Hogwarts. Ora e per sempre. Come ho fatto a non rendermi mai conto di quanto fossi magnifica?"


La figura retorica richiesta è presente e utilizzata correttamente, mi è piaciuto il fatto che tu l’abbia utilizzata in un momento catartico, quando Silente riconosce Hogwarts come il luogo che sarà la sua casa e la implora di rimanere tale. La personificazione funziona molto bene, anche in letteratura l’apostrofe viene usata abbastanza spesso in questo modo (basti pensare, piccola digressione, alla poesia “A Silvia” di Leopardi, in cui il poeta dapprima si rivolge all’amata e alla fine alla Natura personificata). L’unico appunto che mi viene da fare, e non posso esimermi perché sono insopportabilmente puntigliosa, è che l’inserimento di quel pensiero in cui utilizzi l’apostrofe risulta non forzato, perché sarebbe eccessivo dire così, ma comunque non perfettamente scorrevole. Dopo un testo intero in cui Silente non pronuncia neanche una parola (i discorsi diretti sono tutti di Grindelwald) se non un breve “Sono tornato a casa” nei suoi pensieri, ho trovato un po’ “faticoso” un pensiero costituito da una frase così lunga. Immagino – e correggimi se sbaglio – che la risoluzione del conflitto interiore di Silente porti anche a questo scioglimento, ovvero l’espressione a parole dei suoi sentimenti, che consistono qui nel sentirsi a casa. Perciò trovo assolutamente sensato l’inserimento di questa frase nella parte finale, quello che ho trovato poco scorrevole è più che altro il modo in cui “suona” rispetto al resto, stilisticamente parlando: probabilmente avrei apprezzato di più un concetto più breve oppure un unico periodo, anche lungo, piuttosto che una serie di frasi brevi spezzate; o ancora, separare il pensiero in due parti, intervallate dalla voce narrante, lo avrebbe reso meno dissonante rispetto al resto della narrazione. Comunque si tratta assolutamente di una piccolezza e di un parere prettamente personale, l’utilizzo del pacchetto è stato veramente molto buono!


 


Coerenza e caratterizzazione dei personaggi: 7.8/8


Il personaggio di Silente è reso molto bene, è coerente e ben caratterizzato, ogni cosa che dice, pensa o fa aggiunge dettagli di lui e questo è un ottimo modo per rendere vivo un personaggio. Ho apprezzato moltissimo la sua evoluzione, nel tempo e nel corso della fanfiction, perché una storia è davvero tale solo se c’è una vicenda che si risolve nel corso della narrazione, uno scioglimento che attribuisce significato a ciò che si legge; si tratta di un aspetto particolarmente difficile da tenere in considerazione quando si scrive una storia prevalentemente introspettiva come la tua, perciò doppiamente complimenti per questo.


Un po’ meno ho apprezzato la gestione dei personaggi secondari: io concordo sul fatto che possano essere semplicemente comparse, soprattutto in una storia in cui l’io di Silente fa da protagonista, ma nel tuo caso gli altri personaggi contribuiscono all’evoluzione del protagonista e risultano, quindi, fondamentali per lo sviluppo della storia. Grindelwald rappresenta la tentazione, Ariana il dolore, Elphias la speranza, tutti in qualche modo hanno la loro funzione, perfino Aberforth, e questo è giustissimo, ma nessuno di loro viene mai approfondito. La personalità di Silente li oscura, rendendoli marginali, eppure, visto che stilisticamente assumi il punto di vista di Albus, ognuno di loro dovrebbe apparire fondamentale nel momento in cui suscita in lui qualcosa. Invece, questi personaggi minori fanno da contorno, vengono menzionati in maniera quasi asettica – con l’eccezione di Grindelwald, la cui presenza diventa più apprezzabile nel momento in cui il lettore conosce i sentimenti di Silente – e questa scelta sembrerebbe più compatibile con una focalizzazione esterna, che non è il tuo caso. Si tratta comunque di una piccola cosa, un suggerimento più che un appunto o una correzione, per rendere (secondo me) ancora migliore qualcosa che è già di per sé molto bello.


 


Gradimento personale: 10/10


Nel complesso, come avrai capito, la storia mi è piaciuta molto, nonostante non sia particolarmente abituata a leggere di Silente. Ho apprezzato soprattutto gli aspetti più formali, quali lo stile e il modo in cui hai condotto la narrazione fino alla fine seguendo l’evoluzione dei pensieri e del carattere del protagonista. Nello specifico, ho adorato l’immagine delle ali, che ritorna nel corso della storia in modi diversi, seguendo le esperienze di Silente: dapprima come metafora di sogni di grandezza, poi, sciogliendosi, come simbolo di un brusco ritorno alla realtà, e infine come segno di rinascita.




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13/01/2021 23:59
 
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Seconda classificata

“Unraveled”

di Gaia Bessie/BessieB

 

Totale: 37.7/38

 

Vincitrice del Premio speciale Gradimento personale

 


 


Grammatica e stile: 9.7/10


La storia è scritta in modo generalmente corretto e sebbene sia chiaro che nasce come flusso ininterrotto di pensieri, risulta anche piuttosto curata. È evidente la tua passione per l’elisione, che usi in maniera impeccabile, senza mai uscire dai limiti della discrezionalità della lingua italiana e facendone un tuo tratto distintivo: si tratta di una scelta personale che identifica il tuo stile con un tono che va oltre il semplice segno grafico e lo rende perfettamente riconoscibile; per questo ti faccio i miei complimenti.


Il lessico è ampio, curato ma spontaneo, e trovo che alcuni termini che hai scelto di usare, non per forza nel loro significato letterale, siano caratteristici di quel tono di cui parlavo prima e che quindi costituiscano un altro elemento chiave che attribuisce alla tua scrittura un’impronta molto personale. Fai un uso molto piacevole delle ripetizioni, sfruttandole per enfatizzare concetti e per attribuire ritmo alle frasi e in un solo caso ho ritenuto che ne avessi introdotta una più per distrazione che per scelta: “Tua madre ha solamente scuse nello sguardo, ma l’onestà dei Grifondoro nel cuore e, allora, abbassa lo sguardo e non dice una parola.” La ripetizione di “sguardo”, in questo caso, non mi suona molto bene e fatico a credere che fosse voluta; se lo era, invece, devo ammettere che la trovo poco riuscita.


Solo due appunti in termini di sintassi, ma forse il primo potrei catalogarlo semplicemente come errore di battitura: “Tu sospiri, vorresti solamente pregarle di non dimenticarti (…).” Ovviamente la forma corretta è “pregarla”, in quanto il verbo scelto è transitivo e regge, quindi, un complemento oggetto e non un complemento di termine – diversamente da quanto accade per “chiederle”, ad esempio.


Ancora: “incapace ad esprimere i tuoi sentimenti” è scorretto perché “capace” e “incapace” reggono il complemento di specificazione; la forma “capace a fare qualcosa” viene in realtà dal parlato – anche se io stessa in qualche occasione ho letto di personalità autorevoli che la sostengono, ma tutti i dizionari della lingua italiana, nonché l’Accademia della Crusca, la escludono, preferendo la forma “capace di fare qualcosa”.


Potrei fare qualche considerazione sull’uso della punteggiatura e devo dire che in più punti ho pensato che alcune virgole io le avrei omesse, ma si tratta di una scelta personale in quanto rientriamo ampiamente nella discrezionalità dell’autore. Tante volte ho avuto modo di osservare che il ritmo spezzato che hai imposto alla narrazione è funzionale ad alimentare l’atmosfera soffocante che si sposa bene con il tema trattato.


 


Come ho già detto, il tuo stile è personalissimo e perfettamente centrato con i temi che tratti. Mi piace molto ed è – passami la definizione – incantevolmente dissacrante, sia nei toni che nel lessico (“santino di cartastraccia”, “la vita è preghiera e rappresentazione” – e in quest’ultima espressione voglio per forza cogliere un riferimento filosofico-letterario che forse sto solo immaginando).


Sei riuscita a farmi piacere tante cose che normalmente non so apprezzare, prima su tutte l’adozione della seconda persona, che era presente anche nei pacchetti e che avrei tanto voluto che tu beccassi, perché se esiste un modo di utilizzare al meglio questo espediente narrativo, di certo tu lo hai centrato alla perfezione. Bravissima!


 


Titolo: 2/2


Il titolo è perfetto, corretto, di ottimo impatto in termini di suono (sia per la scelta della lingua che per la brevità) e assolutamente centrato rispetto al testo. Mi è piaciuto moltissimo.


 


Utilizzo dei pacchetti:


Prompt stilistico: 4/4


La storia deve contenere una descrizione di una persona, una cosa o un luogo filtrata dal punto di vista di un personaggio e quindi molto personale.


Il pacchetto è utilizzato molto bene e hai perfettamente centrato lo scopo del contest: adattare lo stile alla trasmissione di un messaggio, renderlo funzionale alla narrazione. La seconda persona usata magistralmente ti permette di farlo, riusciamo a guardare con gli occhi dei tre personaggi e per ognuno di essi vediamo descritto un elemento o una situazione di grande significato simbolico: l’origami per Scorpius, come simbolo di libertà, il focolare domestico per Astoria di rientro dall’ospedale e infine la scena di lei che fa i bagagli, quando Draco la osserva impotente. Sono molto soddisfatta dell’uso che hai fatto del prompt, che non solo è usato correttamente e naturalmente, ma risulta anche centrale rispetto al contenuto.


           


Figura retorica: 4/4


Climax


“Meglio essere vuoto – infinito, pieno, e poi fine – che morire con una bacchetta puntata alla tempia.”


La figura retorica non è semplicemente presente: l’intera storia è un climax, le tre flashfic si susseguono in un crescendo meraviglioso e all’interno di ognuna di esse ciascun personaggio raggiunge il culmine della propria evoluzione (quantomeno quella che riguarda questa OS, senza considerare le altre collegate). Quando ho letto la serie di aggettivi che mi hai proposto (“vuoto, infinito, pieno, fine”) ho pensato più a un climax-anticlimax, ovvero a una sequenza ascendente-discendente di intensità figurata, invece poi ho compreso che il vero climax non sta all’interno della frase, ma nella rielaborazione di quelle stesse parole nel corso della storia: “meglio essere vuoto”, “meglio essere piena”, “meglio non essere”. La figura retorica è quindi usata in maniera corretta e fluida, centralissima rispetto al contenuto e molto ben riuscita. Sono impressionata, bravissima!


 


Coerenza e caratterizzazione dei personaggi: 8/8


Sebbene non ne sia, secondo me, il vero protagonista, Scorpius è il fulcro di questa storia: la sua condizione traspare da ogni dettaglio della OS, è il motore di tutto e di tutti gli altri personaggi e li “sollecita” in modi diversi, provocandone le reazioni.


Io penso che la vera protagonista di questa OS sia Astoria, la cui evoluzione è evidente nel corso delle tra flashfic, mentre Scorpius e Draco esauriscono il loro percorso all’interno delle proprie cinquecento parole. Astoria è caratterizzata molto bene, le sue emozioni sono evidenti non solo nella flash in cui godiamo del suo POV, ma anche nelle altre, attraverso la descrizione di quei piccoli gesti che sono indicatori dei pensieri di un personaggio.


E se di Scorpius apprendiamo, implicitamente, quanto stia combattendo con se stesso e con i suoi problemi (“tua madre raccoglie una cucchiaiata d’indefinito e te l’avvicina con aria speranzosa, come se non fosse l’ennesima condanna a morte: se ne prenderai un po’, ne vorrai ancora”, “Meglio essere vuoto”), di Astoria vediamo il conflitto interiore (“Lo guardi e, dentro di te, stai urlando: c’è un’Asteria Greengrass più giovane, meno elegante e posata, che strepita e sbatte i piedi urlandoti di aprire gli occhi e fuggire via di lì.”) e la forza d’animo con cui combatte la situazione in cui si ritrova (“Meglio essere piena”).


Un discorso a parte lo merita Draco, che appare più freddo e distaccato, ma non perché caratterizzato male, bensì perché è proprio questa la sua caratterizzazione. Devo dire che comprenderlo è stato per me meno immediato che comprendere gli altri due, perché è naturalmente più difficile empatizzare con chi è poco empatico: Draco è bloccato, si riconosce incapace di esternare le emozioni giuste, soprattutto perché si paragona, inevitabilmente, ad Astoria (“è il guaio dell’aver sposato una donna capace in amore più di te, quella consapevolezza che ti trita le ossa in polvere di sussurri – ha amato prima di te, amerà dopo di te. Ma tu no.”). Ma alla fine è tutta lì la sua caratterizzazione, la profondità che lo rende non solo coerente con se stesso, ma coerente con il canon e quindi IC, perché lui è codardo proprio in questo senso qui: nell’incapacità di reagire a una situazione difficile nel modo giusto, se non trascinato (“Meglio non essere”).


 


Gradimento personale: 10/10


Leggere questa storia è stato difficile per me, tratta temi importanti, pesanti, ed è intrisa di quella drammaticità che mi colpisce sempre nel profondo. E, coerentemente con tutto ciò, l’ho amata alla follia. La verità è che le storie che apprezzo di più sono quelle che mi devastano e no, non perché sono masochista, semplicemente perché credo che una storia funzioni quando ti scuote con forza e ti lascia sempre un po’ stordita, anche dopo varie riletture.


Ho apprezzato tutto: lo stile, la caratterizzazione dei personaggi, l’evoluzione della vicenda. Ho amato Scorpius, che mi è parso insolitamente umano, e Astoria, che è meravigliosamente forte. Perfino Draco, il cui atteggiamento mi è stato più indigesto, mi è parso incredibilmente realistico.


Insomma, se potessi dare un mezzo punto in più oltre il punteggio pieno, lo farei in termini di gradimento personale, perché ho amato la tua storia dall’inizio alla fine e la considero la mia preferita tra le storie in gara.


 


Per questo motivo introduco il Premio speciale Gradimento personale per la storia che mi è piaciuta più di tutte; ti vale una recensione premio in più e il mio apprezzamento personale che, per quanto di poco valore, spero ti faccia piacere.




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Prima classificata

“Godric è il primo, e la seconda è Corinna”

di LadyPalma/Lady.Palma

 

Totale: 38/38

 


Grammatica e stile: 10/10


La storia è scritta in maniera impeccabile: non solo non ci sono errori di grammatica o di sintassi, ma non ho neanche trovato un piccolo refuso di quelli che sfuggono anche dopo numerose riletture.


Nel valutare le storie, ho l’abitudine di leggerle una prima volta come “lettrice” e poi di rileggerle in maniera più critica, per analizzarle a fondo e cercare di cogliere più dettagli possibile, anche in modo distaccato. Posso dirti che nel leggere la tua storia mi è stato difficile distaccarmi, perché la narrazione è scorrevole e coinvolgente e penso che risulterebbe piacevole a chiunque, perfino a chi può non essere appassionato dei personaggi o del tema trattato.


La fluidità del testo fa pensare che tu scriva abbastanza di getto, con quella rapidità che permette alle parole di essere dove devono essere senza mai stonare nel contesto, eppure traspare anche una generale cura della storia, che suggerisce che, volontariamente o meno, ognuna di quelle parole è stata inserita con uno scopo preciso, studiato, come un singolo colpo di cesello che contribuisce alla realizzazione dell’opera finale. Non c’è un modo giusto o sbagliato per scrivere, ci sono soltanto preferenze e inclinazioni personali, ma penso di poter dire, nel non aver intuito quale tipo di scrittrice sia tu, che ti appartiene il meglio di entrambe le versioni e per questo ti faccio i miei complimenti.


 


Il tuo stile è semplicemente elegante. Mai forzatamente aulico, mai inutilmente colloquiale, si piega alla perfezione a quello che scrivi e appare così adatto al contenuto da farmi pensare, per un solo istante, che tu scriva sempre e solo ballate medievali. La verità è che, probabilmente, sei così padrona della tua scrittura da risultare molto versatile, ma al contempo vi trovo qualcosa di fortemente personale che può essere interpretato come la tua firma, un marchio riconoscibile che sono sicura che troverò ancora quando avrò il piacere di leggere altro di tuo. Bravissima!


 


Titolo: 2/2


Il titolo è assolutamente perfetto, corretto in italiano, aderente al testo, nonché perfettamente integrato con l’uso dei pacchetti. Mi piace molto, complimenti!


 


Utilizzo dei pacchetti:


Prompt stilistico: 4/4


La narrazione deve essere al tempo presente.


Il pacchetto è utilizzato non solo correttamente, ma anche in maniera perfettamente centrata: la tua storia è strutturata in modo da richiedere l’uso del tempo presente, il che valorizza ancora di più il prompt assegnato. Devo dire che non era facile impressionarmi con l’uso di questo pacchetto, dato che sono più incline a preferire la narrazione al passato, ma sei stata, ancora una volta, impeccabile, non solo nel renderlo alla perfezione dal punto di vista stilistico, ma soprattutto nel renderlo necessario, perché la storia è raccontata per frammenti che mi permetterei di definire come le strofe di una canzone, occhiate alla quotidianità dei personaggi intervallate da frasi che introducono considerazioni al di sopra del tempo. Punteggio meritatamente pieno.


           


Figura retorica: 4/4


Chiasmo


“Godric è il primo, e la seconda è Corinna.


La spada di Godric è sicura, volubile è la mente di Corinna.


La spada di Godric è debole, affilata è la lingua di Corinna.


La spada di Godric è dura, fragile è il corpo di Corinna.


Tosca è la terza, e l'ultimo è Salazar.”


La figura retorica è usata alla perfezione, esprime concetti centrali per la storia e accompagna, con i suoi significati, le scene a cui il lettore assiste nel corso della narrazione. Il chiasmo non è soltanto una disposizione incrociata di parole, bensì è l’accostamento di termini complementari: hai saputo scegliere sempre le parole adatte, giocare non solo sul loro senso, ma anche sul suono, ottenendo il migliore risultato possibile e attribuendo a tutta la storia quella compiutezza che si prova nel giungere al termine di un enorme chiasmo ben costruito.


Ho anche apprezzato che tu abbia specificato nelle note il perché della costruzione diversa del chiasmo iniziale e finale, il riferimento letterario è molto bello e trovo che, ancora una volta, la tua scelta si sposi benissimo con tutto il resto, enfatizzando la sottile differenza tra il “piccolo chiasmo” costituito da Godric e Corinna (“sembrano non esserci un terzo e un quarto”) e il “grande chiasmo” dei quattro fondatori, tra i quali loro due “cadono vicini solamente nell'aridità di un elenco”.


Insomma, ancora una volta complimenti!


 


Coerenza e caratterizzazione dei personaggi: 8/8


Nonostante gli ottimi risultati che hai ottenuto anche in tutti gli altri parametri, ritengo che il punto forte della tua storia siano, in realtà, i personaggi. È difficile caratterizzare bene personaggi che non sono molto particolareggiati all’interno del canon in una fanfiction breve come la tua, eppure ci sei riuscita perfettamente: Godric e Corinna risultano coerenti, aderenti all’immagine che abbiamo di loro dai libri, definiti a tuttotondo e abbastanza vivi da consentire al lettore di entrare in empatia con loro. Ciò che ho apprezzato di più è il modo in cui ogni parola che hai scelto e ogni azione che hanno compiuto ha aggiunto qualcosa alla loro personalità, perché è facile scrivere che Corinna ha una mente volubile e una lingua affilata, ma renderlo vero, mostrandolo a ogni battuta e a ogni movimento, è tutto un altro paio di maniche. L’intelligenza di Corinna traspare dalle piccole cose, come il suo divertimento per una trovata geniale come quella delle scale che cambiano (ho adorato che tu abbia attribuito a lei questo dettaglio!), o l’impegno con cui riflette per trovare una soluzione ai dissapori tra Godric e Salazar. D’altro canto, lei non è semplicemente intelligente come vuole il canon, è anche appassionata nel suo legame con Godric, tagliente nel tirare in ballo Tosca e meravigliosamente fragile quando la vediamo distrutta dal dolore per la perdita della figlia, aspetto che traspare dalle sue parole, dalle sue lacrime e, ultimo ma non per importanza, dal tuo stile che acquisisce un tono più drammatico.


Lo stesso vale per Godric, coraggioso, orgoglioso, forte, ma non in maniera stereotipata: ho amato ognuno dei suoi gesti decisi e protettivi nei confronti di Corinna, la sua malcelata debolezza quando è con lei, l’irascibilità che gli suscita il confronto con Salazar e infine la meravigliosa immagine di lui che lascia cadere a terra quella spada che ha agitato contro il nulla, combattendo il dolore allo stesso modo in cui avrebbe combattuto qualsiasi altro nemico, prima di rendersi conto che la consolazione reciproca tra lui e l’amata è l’unico palliativo possibile.


Ho adorato la scelta di Helena come loro figlia, ma ancora di più mi è piaciuto vedere dipinta Corinna come una donna forte e orgogliosa, che si nega l’appellativo di moglie perché lei è molto più di una donna da vedere accanto a un uomo. Anche Tosca e Salazar, appena accennati, sono inseriti bene e sono funzionali alla vicenda: in pochissime parole emergono i loro tratti distintivi, buona e pacata lei, irritante e litigioso lui, ma soprattutto spingono avanti la narrazione, dettagliando Godric e Corinna che, per quanto costituenti un piccolo mondo a sé stante, fanno parte di un quadro più grande che vede i quattro fondatori lavorare assieme. Sono molto, molto soddisfatta di tutto ciò.


 


Gradimento personale: 10/10


Penso sia già chiarissimo dai parametri precedenti che ho apprezzato moltissimo la tua storia: nell’analizzare i parametri più strettamente tecnici, se così si può dire, non potuto fare altro che riconoscerti le qualità che hai mostrato di avere in questa fanfiction e farti dei meritati complimenti; ma se posso parlare per un momento da lettrice e non da giudice, devo dirti che ho amato la tua storia per ragioni molto più istintive che tecniche, mi hai conquistata con semplicità e la mia valutazione sarebbe assolutamente positiva anche se non fosse ragionata e fosse più “di pancia”.


Non leggo moltissimo dei fondatori, ho iniziato soltanto recentemente e conosco solo storie in cui detesto Godric e non riesco ad apprezzare particolarmente Corinna. Sei chiaramente stata abilissima se in una storia così breve hai scardinato l’immagine che avevo dei fondatori fino a farmi shippare questi due personaggi come se li adorassi da sempre.


Ho amato la costruzione della storia, in tutto, dai personaggi, allo stile, alla struttura, meravigliosa nel suo richiamare una canzone medievale, eterna, ma allo stesso tempo così vicina al lettore che è impossibile non rimanerne coinvolti. Bravissima!




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14/01/2021 00:01
 
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Classifica
- Settima classificata: “Insaziabile appetito” di CatherineC94 – Totale: 28.4/38
- Sesta classificata: “Hannah Abbott, quella buona a nulla” di Deidres/Eryea – Totale: 29.6/38
- Quinta classificata: “Your Flavor.” di Exentia_dream2 – Totale: 31/38
- Quarta classificata: “Di boccini presi e sogni mancati” di VigilanzaCostante /matiscrivo –Totale: 32.3/38
- Terza classificata: “A place to call home” di Roxanne Potter/Veronique97 – Totale: 36.7/38
- Seconda classificata: “Unraveled” di Gaia Bessie/BessieB – Totale: 37.7/38 + Premio speciale Gradimento personale
- Prima classificata: “Godric è il primo, e la seconda è Corinna” di LadyPalma/Lady.Palma –Totale: 38/38

Recensioni premio
- Roxanne Potter/Veronique97: Una recensione – Consegnate 1/1

- Gaia Bessie/BessieB: Due recensioni + Una recensione per il premio speciale – Consegnate 3/3
- LadyPalma/Lady.Palma: Tre recensioni – Consegnate 3/3

EDIT: Recensioni premio consegnate.

 

Questo è il riepilogo in termini di classifica finale e recensioni premio, potete seguire questo specchietto che aggiornerò man mano che i premi saranno consegnati.

Mi scuso per la terribile gestione degli spazi nelle valutazioni – colpa dei miei litigi continui con il codice html – e per eventuali refusi che potrebbero essermi sfuggiti nonostante le riletture.

Ancora una volta, vi ringrazio per la partecipazione, spero che siate soddisfatti dei giudizi e che vi abbia fatto piacere giocare con i pacchetti che vi ho proposto quanto ha fatto piacere a me leggere le vostre storie.

Per qualsiasi dubbio o chiarimento, sono a disposizione!


[Modificato da Futeki 17/02/2021 12:07]


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14/01/2021 00:59
 
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Ciao, ti ringrazio per il bellissimo giudizio <3
Prima di tutto, hai assolutamente ragione per quanto riguarda l'utilizzo dei trattini corti. Li ho sempre usati in questo modo per una questione di comodità ma questo errore mi è stato fatto notare anche nei giudizi di altri contest, per cui ho deciso di iniziare a usare un altro tag per i dialoghi o di trovare una soluzione per inserire più facilmente i benedetti trattini lunghi!
Riguardo questo passaggio; "Immagino – e correggimi se sbaglio – che la risoluzione del conflitto interiore di Silente porti anche a questo scioglimento, ovvero l’espressione a parole dei suoi sentimenti." A dire il vero non ci avevo pensato, ma mi fa piacere che tu abbia dato una tua interpretazione personale!
Sono contenta anche del punteggio ottenuto nel campo "Figura retorica", devi sapere che per giorni e giorni ho riempito di improperi e maledizioni questa benedetta apostrofe perché non riuscivo a farmi venire in mente un'idea decente, le parole giuste o semplicemente il modo di inserirla nel testo. (Avevo quasi pensato di ritirarmi per questo motivo!)
Ti ringrazio ancora, soprattutto perché i giudizi sono molto ben fatti e accurati. Complimenti alle podiste <3
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14/01/2021 07:51
 
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Ciao! Prima di tutto ti ringrazio per l’accuratezza delle tue valutazioni. Sono molto tecniche, lunghe e precise nonostante sia il tuo primo contest.
In secondo luogo sono contenta per i punti in cui ti sei complimentata e mi sento di dire che mi dispiace se non hai trovato il mio stile “personale” o se pensi che io debba trovare una mia identità artistica. Capisco, in ogni caso, il tuo parere.
Ribadisco i ringraziamenti per l’impegno messo in queste valutazioni e ti auguro buona giornata!
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14/01/2021 08:14
 
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Ciao! Ti ringrazio per la valutazione e mi dispiace che ti sia arrivato qualcos’altro o per lo meno tu non sia riuscita ad avvertire ciò che volevo trasmettere. Un abbraccio

" How you doin'?"
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14/01/2021 11:56
 
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Ciao Futeki, io ti ringrazio molto per questa valutazione: l'ho trovata completa, attenta e accurata - cosa tra l'altro molto rara per un primo contest!
Sono molto contenta per le bellissime parole che mi hai lasciato: in particolare riguardo al parametro stile, mi ha fatto piacere sentirmi dire che la via di mezzo tra i registri risulta azzeccata e non stona - è il mio solito modo di scrivere, quindi è un sollievo sapere che risulta adatto anche nel parlare di qualcosa di più elevato come il periodo dei Fondatori (non mi ero mai azzardata prima).
Effettivamente ci hai preso anche sullo "scrivere di getto" : in genere scrivo sul telefono e poi quando lo trasferisco sul pc rimaneggio un po' quello che non funziona.
Ti ringrazio ancora davvero, e voglio la valutazione come recensione sicuramente!
Per i premi, puoi andare dove vuoi, ti chiedo solo di non andare prima del 2020^^

Alla prossima😊

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14/01/2021 12:56
 
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Re:
Veronique97, 14/01/2021 00:59:

Ciao, ti ringrazio per il bellissimo giudizio <3
Prima di tutto, hai assolutamente ragione per quanto riguarda l'utilizzo dei trattini corti. Li ho sempre usati in questo modo per una questione di comodità ma questo errore mi è stato fatto notare anche nei giudizi di altri contest, per cui ho deciso di iniziare a usare un altro tag per i dialoghi o di trovare una soluzione per inserire più facilmente i benedetti trattini lunghi!
Riguardo questo passaggio; "Immagino – e correggimi se sbaglio – che la risoluzione del conflitto interiore di Silente porti anche a questo scioglimento, ovvero l’espressione a parole dei suoi sentimenti." A dire il vero non ci avevo pensato, ma mi fa piacere che tu abbia dato una tua interpretazione personale!
Sono contenta anche del punteggio ottenuto nel campo "Figura retorica", devi sapere che per giorni e giorni ho riempito di improperi e maledizioni questa benedetta apostrofe perché non riuscivo a farmi venire in mente un'idea decente, le parole giuste o semplicemente il modo di inserirla nel testo. (Avevo quasi pensato di ritirarmi per questo motivo!)
Ti ringrazio ancora, soprattutto perché i giudizi sono molto ben fatti e accurati. Complimenti alle podiste <3



Mi fa piacere se il mio giudizio ti è stato utile, io sono contenta che tu non ti sia ritirata e trovo che il tuo sforzo per la figura retorica sia andato a segno!
Grazie per la partecipazione!



matiscrivo, 14/01/2021 07:51:

Ciao! Prima di tutto ti ringrazio per l’accuratezza delle tue valutazioni. Sono molto tecniche, lunghe e precise nonostante sia il tuo primo contest.
In secondo luogo sono contenta per i punti in cui ti sei complimentata e mi sento di dire che mi dispiace se non hai trovato il mio stile “personale” o se pensi che io debba trovare una mia identità artistica. Capisco, in ogni caso, il tuo parere.
Ribadisco i ringraziamenti per l’impegno messo in queste valutazioni e ti auguro buona giornata!



Ci tengo a ripetere che il mio giudizio è solo su una storia in particolare, è anche possibile che io legga qualcos'altro di tuo e me ne innamori. Resta, comunque, un'opinione personale liberamente non condivisibile!
Spero che la valutazione ti sia comunque utile in qualche modo.
Buona giornata a te!



CatherineC94, 14/01/2021 08:14:

Ciao! Ti ringrazio per la valutazione e mi dispiace che ti sia arrivato qualcos’altro o per lo meno tu non sia riuscita ad avvertire ciò che volevo trasmettere. Un abbraccio



Dispiace anche a me se non ho colto qualcosa che ti eri impegnata a trasmettere, comunque la mia opinione è limitata solo a questa storia ed è assolutamente personale (e quindi ignorabile). Spero di leggere altro di tuo e di poterlo apprezzare!
Un abbraccio



Lady.Palma, 14/01/2021 11:56:

Ciao Futeki, io ti ringrazio molto per questa valutazione: l'ho trovata completa, attenta e accurata - cosa tra l'altro molto rara per un primo contest!
Sono molto contenta per le bellissime parole che mi hai lasciato: in particolare riguardo al parametro stile, mi ha fatto piacere sentirmi dire che la via di mezzo tra i registri risulta azzeccata e non stona - è il mio solito modo di scrivere, quindi è un sollievo sapere che risulta adatto anche nel parlare di qualcosa di più elevato come il periodo dei Fondatori (non mi ero mai azzardata prima).
Effettivamente ci hai preso anche sullo "scrivere di getto" : in genere scrivo sul telefono e poi quando lo trasferisco sul pc rimaneggio un po' quello che non funziona.
Ti ringrazio ancora davvero, e voglio la valutazione come recensione sicuramente!
Per i premi, puoi andare dove vuoi, ti chiedo solo di non andare prima del 2020^^

Alla prossima😊




Grazie a te per aver apprezzato il giudizio, complimenti e "critiche" che ho fatto in generale volevano essere solo commenti sinceri espressi nel modo più pacato e motivato possibile.
La tua storia mi è piaciuta molto e ho trovato giusto farti sapere di preciso cosa avevo apprezzato!
Passo a lasciarti la recensione con la valutazione, poi, nei prossimi tempi, anche le recensioni premio.



Ricordo a tutti che se qualcuno desiderasse il giudizio come recensione alla storia, dovrà chiederlo esplicitamente in questa discussione.


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14/01/2021 15:52
 
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fefe.7, 13/01/2021 23:56:

Quinta classificata

“Your Flavor.”

di Exentia_dream2

 

Totale: 31/38

 


Grammatica e stile: 8/10


La storia è scritta in modo generalmente corretto, con cura nella scelta delle parole e nella revisione del testo. Più che dei veri e propri errori, ho riscontrato qualche ingenuità.


Innanzitutto “dicembre”, come gli altri mesi dell’anno, va scritto con la lettera minuscola. “Sanguesporco”, invece, andrebbe meglio con la maiuscola, ma non è obbligatorio, soprattutto perché le varie edizioni dei libri riportano scelte diverse. Diciamo che se il criterio è quello di attribuire la maiuscola ai termini inventati o adottati dall’autrice per indicare specifici elementi dell’universo di Harry Potter, in questo caso ci vorrebbe.


I simboli che utilizzi come virgolette non sono corretti (per quanto possa sembrarti una pignoleria), i veri caporali sono questi: «». Inoltre, anche l’uso degli spazi risulta scorretto, in quanto le virgolette vanno “attaccate” alle parole che includono, ovvero non deve esserci spazio dopo la virgoletta di apertura, né prima della virgoletta di chiusura.


Si tratta di precisazioni che potrebbero sembrare eccessive, ma che in realtà fanno parte delle regole della lingua italiana scritta e che costituiscono un vero e proprio biglietto da visita per un testo: è un peccato che la storia possa sembrare poco curata a causa di queste piccole cose, quando invece è chiaro che ti sei impegnata molto.


 


Lo stile è semplice, ma va benissimo così, hai utilizzato un lessico non troppo elevato, ma sei riuscita comunque a evitare ripetizioni e suoni spiacevoli. Io ritengo che sia sempre preferibile uno stile un po’ più semplice che si sappia maneggiare bene, piuttosto che uno magari più complesso che sfugga al controllo dell’autore. D’altra parte, l’ottimo uso che hai fatto della figura retorica costituisce un elemento di arricchimento dello stile: non so se sei solita scrivere così o se tu ti sia adattata alla richiesta del contest, ma in entrambi i casi il risultato è molto soddisfacente.


Accanto a questa limpidezza, però, riscontro ancora una volta alcune ingenuità che, opportunamente corrette, potrebbero consentirti di fare ancora di meglio. Innanzitutto, ti faccio notare che sei andata a capo a ogni punto fermo, ma in realtà il punto e il punto e a capo sono due scelte ben distinte: in molti casi avrei mantenuto il rigo senza andare a capo, perché al contrario il testo risulta molto frammentato.


Altro aspetto che contribuisce a una mancata continuità della narrazione è il frequente cambio di POV. Scrivi in terza persona con focalizzazione interna variabile, ovvero assumendo il punto di vista di un personaggio (non lo stesso per tutta la narrazione) e permettendo al lettore di conoscere i suoi pensieri sulle azioni in corso. Il passaggio dal POV di Hermione a quello di Draco, tuttavia, risulta un po’ brusco e ingiustificatamente frequente. All’inizio, infatti, la storia inizia con Hermione, poi si passa a Draco con un periodo che suona un po’ come l’inizio di un paragrafo, ma senza interruzioni del testo (“Succede da un po', in realtà, che lui non riesca a fare a meno di sentire la sua voce, di guardarla mentre si morde il labbro per preparare una pozione eccezionale”) e poi torna repentinamente su Hermione, nello spazio di una battuta di dialogo, tra Draco che le chiede spiegazioni (e riflette: “Glielo chiede perché ha bisogno di sapere, di capire quel bacio che lei gli ha rubato durante il turno di ronda di una settimana prima: lui l'aveva allontanata spingendola e lei aveva fatto un altro passo in avanti”) e Hermione che gli risponde con una bugia (e subito siamo nei pensieri di lei: “Mente perché non può dirgli la verità, perché tutte le cattiverie che lui le ha detto se le sente ancora sulla pelle, anche se fanno meno male”). Ancora, dopo qualche rigo dal POV di Hermione, torniamo a Draco, il cui sorriso è spiegato dai suoi pensieri (“Sorride perché ha capito che lei, la forza di combattere, non l'ha persa”) e infine di nuovo a Hermione, sulla conclusione. Tutto questo per dirti non che si tratta di un errore, anzi, la focalizzazione interna variabile esiste e può risultare molto bella, ma poiché non è facile da gestire ti suggerisco più attenzione a quest’effetto “pallina da ping pong”, che fa perdere il filo al lettore.


Quanto alla costruzione della storia, mi è piaciuta l’idea di farla ruotare attorno al binomio tra le sensazioni che entrambi provano al tempo della narrazione e il rimando all’episodio, a noi sconosciuto, di un bacio precedente. Tuttavia, il passaggio dalle schermaglie iniziali (seppur non velenose come nel canon) a un tono più dolce e confidenziale è ancora una volta un po’ brusco, avrei preferito che fosse graduale o quantomeno giustificato dalla descrizione di cambiamenti emotivi nei personaggi, che dall’insultarsi passano a confessarsi i propri sentimenti.


Nel complesso lo stile è adatto al contesto, la narrazione procede in maniera abbastanza scorrevole, sebbene un po’ frammentata.


 


Titolo: 1.5/2


L’inserimento del punto fermo alla fine del titolo è un errore, non si può proprio fare, perciò il punteggio ne risente in termini di correttezza ed è un peccato perché per il resto mi era piaciuto molto. Non disturba la scelta dell’inglese, che contrae in sole due parole il concetto fondamentale di tutta la storia, risultando quindi un titolo aderente al testo e scelto molto bene.


 


Utilizzo dei pacchetti:


Prompt stilistico: 3.5/4


L'inizio della storia deve essere in medias res, ovvero la narrazione deve cominciare ad avvenimenti già in corso, nel vivo della vicenda, nel mezzo dell'azione, senza alcun preambolo.


La vicenda inizia effettivamente in medias res, con Hermione che guarda Draco da lontano e soffre per qualche motivo che inizialmente è ignoto. Il tutto si spiega progressivamente in seguito, scoprendo il precedente del bacio e tutto ciò che ne consegue. Il prompt quindi è utilizzato correttamente e non forzato, tuttavia, se devo essere del tutto sincera, l’ho trovato poco centrale, nel senso che immediatamente dopo l’inizio si perde il senso dell’improvviso, perché il gesto di apertura (Hermione che guarda Draco) non viene mai più ripreso, in quanto, dopo la digressione iniziale su lei che ormai conosce il suo sapore, si passa immediatamente allo scambio di battute tra i due, con Draco che le intima di non salutarlo. Se ad esempio l’apertura in medias res fosse stata su lei che lo salutava, sarebbe stato altrettanto improvviso (perché avrebbe dovuto essere cordiale con lui?), ma allo stesso tempo più centrale, perché lui poi si mostra scostante. Ovviamente si tratta soltanto di precisazioni su un uso di per sé già buono del prompt.


           


Figura retorica: 4/4


Anafora


L’anafora è presente in parecchi punti della storia, è usata bene, non è forzata e risulta centrale in diversi contesti. Si tratta probabilmente di una delle figure retoriche che usiamo tutti, anche inconsapevolmente, per enfatizzare dei concetti. Tu l’hai resa molto bene, sfruttandola per sottolineare i momenti importanti, quello in cui il confronto tra i personaggi raggiunge il punto di rottura (“Mente perché”) e quello in cui si ha lo scioglimento della vicenda (“Trema perché”). Brava, punteggio pieno!


 


Coerenza e caratterizzazione dei personaggi: 5/8


Trovo che il punto debole della tua storia siano proprio i personaggi, purtroppo, che risultano un po’ piatti. Sia Hermione che Draco rispondono a degli stereotipi: lei una ragazza innamorata e insicura, lui il ragazzo protettivo che perde la testa per lei. Non li ho trovati molto IC, c’è da dire che hai inserito tra gli avvertimenti OOC e questo lo apprezzo, ma ritengo che avresti potuto ottenere un risultato migliore mantenendo i personaggi più fedeli al canon, semplicemente perché avresti attribuito loro una personalità più marcata. Hermione si mostra combattiva per un solo istante, quando Draco la mette alla prova, ma per il resto del tempo appare spaurita, come se di lei potessimo vedere soltanto il suo coinvolgimento per Draco e il conseguente imbarazzo che prova. Eppure, se lei ha avuto l’ardire di baciarlo, nonostante i loro trascorsi, ci si aspetterebbe che si comportasse con altrettanto orgoglio dopo. Malfoy, d’altra parte, sembra quasi fingere il suo disprezzo per lei, come se gli insulti fossero solo un modo per vederla reagire, per poi cedere immediatamente a una confessione quando dice di aver apprezzato il suo gesto. È chiaro che in una storia così breve si può e si deve immaginare un’evoluzione precedente dei personaggi, ma mi è sembrato che il loro cambiamento li abbia portati a sbiadire; inoltre, per il lettore è difficile entrare in empatia con loro, perché, pur immaginando di considerarli due personaggi originali, restano distanti: non si descrivono mai con le loro azioni, non hanno una caratteristica spiccata che li renda riconoscibili, perciò si fatica a considerarli vivi e restano soltanto dei personaggi di carta.


Ho comunque intravisto il modo in cui volevi farli interagire e l’ho apprezzato, perciò non prendere le mie osservazioni come critiche in senso stretto, ma come spunti per fare ancora meglio, perché ho la sensazione che il rapporto tra questi due personaggi fosse molto più bello nella tua mente: penso che dovresti soltanto trovare il modo di renderli un po’ meglio nello scritto, aggiungendo dettagli, gesti tipici, caratteristiche che farebbero pensare a un personaggio specifico pur senza leggerne il nome, magari anche aiutandoti con una vera e propria scheda del personaggio, così da sentirlo più vicino a te e permettere al lettore di fare altrettanto.


 


Gradimento personale: 9/10


Ho un debole per la coppia che hai trattato, ma questo mi porta a essere anche molto esigente, soprattutto sulla caratterizzazione dei personaggi. La storia scorre veloce, come ho già detto lo stile semplice funziona e l’assenza di errori di battitura denota una certa cura del testo che ho molto apprezzato. Di meno mi è piaciuto il modo in cui hai gestito i personaggi e soprattutto i dialoghi, che ho trovato, in alcuni punti, un po’ scontati. Comunque ribadisco quanto ho detto in precedenza: l’idea di fondo si vede bene – anche attraverso qualche ingenuità – e io l’ho apprezzata molto, perciò il punteggio in questa sezione è complessivamente alto: spero tu riesca a fare pratica su qualche piccolo aspetto che sminuisce il risultato finale, perché credo che ci siano delle buone potenzialità.



Innanzitutto grazie per aver indetto questo contest ❤ Ti rispondo velocemente perché sono di fretta (il lavoro mi massacra)... Ma, per quanto riguarda il cambio di Pov, mi piaceva semplicemente l'idea di far conoscere i pensieri di entrambi e mi rendo conto che potevo gestirlo meglio, perciò grazie del consiglio. Mi dispiace di non aver saputo far emergere o caratteri dei personaggi e, anche qui, mi impegnerò per farlo al meglio. Sono contenta che comunque la storia ti sia piaciuta, nonostante i punti deboli. Farò comunque tesoro dei tuoi consigli e mi piacerebbe ricevere la valutazione come recensione. Ancora grazie mille ❤
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14/01/2021 15:57
 
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Re:
Exentia_dream2, 14/01/2021 15:52:

Innanzitutto grazie per aver indetto questo contest ❤ Ti rispondo velocemente perché sono di fretta (il lavoro mi massacra)... Ma, per quanto riguarda il cambio di Pov, mi piaceva semplicemente l'idea di far conoscere i pensieri di entrambi e mi rendo conto che potevo gestirlo meglio, perciò grazie del consiglio. Mi dispiace di non aver saputo far emergere o caratteri dei personaggi e, anche qui, mi impegnerò per farlo al meglio. Sono contenta che comunque la storia ti sia piaciuta, nonostante i punti deboli. Farò comunque tesoro dei tuoi consigli e mi piacerebbe ricevere la valutazione come recensione. Ancora grazie mille ❤



Grazie a te per la risposta e per la partecipazione, passo a lasciarti la valutazione come giudizio, alla prossima!


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15/01/2021 01:28
 
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Mi piacerebbe ricevere il giudizio come recensione :)
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15/01/2021 01:30
 
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A causa di un bug mi sono usciti cinque post tutti uguali e non riesco a cancellarli, scusatemi!
[Modificato da Veronique97 15/01/2021 02:14]
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15/01/2021 12:12
 
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Re:
Veronique97, 15/01/2021 01:28:

Mi piacerebbe ricevere il giudizio come recensione :)



Passo subito a lasciartelo :)


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