IV. Hostage to my feelings
di fantaysytrash
Titolo: 4.5/5
Devo dire che il titolo mi sembra pertinente anche se, in realtà, la formula corretta dovrebbe essere “Hostage of my feelings”. Però non so: la parola “hostage” non mi convince granché (forse perché non mi piace il suono), probabilmente avrei usato qualcosa come “Chained to my feelings”, ma è una mia mera, inutile e per nulla richiesta opinione personale.
Originalità: 9/10
Per quanto non sia originale la storia di Gellert (sappiamo dal canon che lui è finito in prigione a Nurmengard), ritengo che questa storia abbia un enorme potenziale. Sinceramente, quello che mi ha colpita di più è stata la delicatezza dei toni con cui si è parlato di un argomento tanto pesante. La rabbia, l’insoddisfazione e il dolore di Gellert sono descritti in maniera superba in queste righe, arrivano al lettore con una chiarezza disarmante e poi lo distruggono. Ciò che, invece, fa guadagnare punti originalità è l’aver pensato di inserire una visita di Albus “prima di…”, e noi tutti sappiamo che ti riferivi a “prima di morire”. Che colpo.
Coerenza con il tema: 5/5
Il pacchetto è stato rispettato con una completezza che non mi aspettavo nemmeno, sebbene questa coppia si prestasse particolarmente a questo pacchetto.
Stile: 4.5/5
- Osservò il suo vecchio amico con aria
“So che è egoista da parte mia, ma sono venuto a dirti addio.” -
Avrei voluto darti il massimo dei punti qui, perché la narrazione mi è sembrata scorrevole, un lungo flusso di “wow” e poi… poi questo. Con aria come? Probabilmente qualcosa è andato storto durante la pubblicazione, e sicuramente è stato un errore di distrazione, ma purtroppo non posso darti il massimo del punteggio.
Non ci sono errori grammaticali o di sintassi, ho trovato la storia davvero comprensibile ed efficace nel trasmettere un messaggio.
Gradimento personale: 10/10
La storia mi è piaciuta non molto, di più. Il motivo per cui ho indetto questo contest è perché amo l’angst, il modo in cui introspettivamente ti porta a conoscere un personaggio… e questa storia risplende di angst e introspezione.
Iniziamo con un Gellert che, pensieroso, rimugina sul se stesso del passato. Una breve quanto intensa introduzione che porta il lettore a capire quanto sia stato pieno di sé, con la sua bramosia di conquistare il mondo e diventare impossibile da dimenticare (un’ottima caratterizzazione del personaggio). I suoi ricordi, poi, inevitabilmente finiscono con il raggiungere Albus: era così sicuro che sarebbe tornato da lui dopo poco tempo, che non l’avrebbe lasciato lì per sempre, eppure… eppure non era stato così. Albus era andato avanti senza di lui. Forse è questo che fa più male, ho pensato, e poi c’è stata la visita del professor Silente. Quel “prima di…” mi ha distrutta. Un concetto lasciato in sospeso che, però, ha portato al lettore il messaggio di Albus per intero. Un vero colpo al cuore, come ci si aspetterebbe da una storia angst/introspettiva.
Il finale, doloroso e amaro, non poteva che essere quello: perfetto per una storia che potrebbe, canonicamente, far parte della saga principale.
Un lavoro ben fatto.
Totale: 33/35
Essere vivente in parte biologico e in parte Adobe.
«Billy Bones se ne infischia» ma io no, sono un pirata sulle nuvole che crede troppo a troppe favole.
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