Il
23 Ottobre 1988,
Michael Jackson tornava a
Detroit, in
Michigan, per consegnare personalmente un
assegno di ben 125.000 dollari ad
Esther G. Edwards, Presidente del
Motown Historical Museum, ed a suo fratello
Berry Gordy, il fondatore della
Motown Records: la più alta somma di denaro che fosse mai stata donata fino a quel momento per finanziare il mantenimento di quella storica istituzione culturale.
Tra rigorose misure di sicurezza, fu l'allora sindaco di Detroit
Coleman Young ad accogliere in prima persona il Re del Pop e Berry Gordy per l'occasione.
Oltre all'assegno, Michael donò al Museo anche tre oggetti della sua collezione personale: un
guanto di strass, un
Fedora nero e un
costume da palcoscenico risalente al 1972, che aveva indossato a 13 anni quando si esibiva con i
Jackson Five.
«
È bello essere qui. Sono molto felice e orgoglioso di essere tornato sul suolo da cui provengo.
Berry Gordy è l'uomo che ha reso tutto possibile per me. Voglio dirti grazie, Berry... ti voglio bene».
Michael non rinunciò poi a visitare insieme a Gordy
quel modesto edificio a due piani in cui quest'ultimo aveva originariamente fondato la
Motown Records nel 1959.
«
Michael Jackson sa che il successo nella vita non si limita solo alla fama, alla fortuna e ai guadagni materiali, ma si fonda anche sulla continua consapevolezza delle nostre radici, delle SUE radici», disse
Berry Gordy rivolgendosi all'enorme folla accorsa per l'occasione.
«
E queste sono le radici di Michael Jackson, proprio QUI.
Siete stati i primi a comprare i dischi di Michael Jackson, e lui vi ama, vi ama per questo.
Un uomo che non è soltanto il più grande entertainer ad essere uscito da Motown, ma il più grande entertainer ad esser mai uscito da qualunque città!».
E l'abbraccio fra i due fu più intenso ed eloquente di qualunque parola.
La sera del
25 Giugno 2009, a pochissime ore dalla scomparsa di Michael, questo fu il ricordo personale che il
fondatore della Motown consegnò ad
Associated Press:
«
Non avevo alcuna preoccupazione riguardo alla sua capacità di arrivare al top. Per me, era come mio figlio... Aveva calore, sensibilità, e una doppia personalità.
Quando non si trovava sul palco, era amorevole, rispettoso e timido. Quando invece era sul palco, diventava così carico di energia che non avresti creduto fosse la stessa persona.
Michael era e resterà uno dei più grandi entertainer che siano mai vissuti».
A cura di Francesca De Donatis per il Michael Jackson FanSquare.
[Modificato da francesca.dedonatis 28/11/2022 18:20]