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Wr-Ink-Tober

Ultimo Aggiornamento: 31/05/2021 22:23
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Post: 1.389
Giudice*****
30/01/2021 14:57
 
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V POSTO (PARIMERITO)

“Seven Years”, Kim_ – 53,5/60

Grammatica e stile: 19,5/20 (15 + 4,5)

Il testo è praticamente immacolato, con solamente qualche sottigliezza che mi permetto di segnalarti, le quali però non costituiscono veri e propri errori degni di detrazione punti. Ti faccio dunque i miei complimenti, è stato un piacere leggere una storia così ben curata dal punto di vista grammaticale e stilistico.

“Rachel si sentiva smarrita senza di lui, come se quel ragazzo in pochi secondi in cui le loro labbra si era sfiorate le avesse dato la ragione, la saggezza, l’amore che non avrebbe mai potuto trovare in tutto l’universo.” -> “nei pochi secondi” e “si erano sfiorate”

“Il vento increspava sempre più forte le piume vermiglie delle sue ali spiegate […]” -> è più corretto dire “Il vento sempre più forte increspava le piume vermiglie delle sue ali spiegate”

Inoltre ti consiglio di scegliere un unico metodo per scrivere i numeri – in questo caso il 21 ottobre – perché le due date presenti nella storia sono scritte prima in numero e poi in parola, creando un minimo elemento di stonatura.


Per quanto riguarda lo stile, è stato molto scorrevole, con diverse frasi veramente evocative che hanno creato uno scenario nitido e suggestivo. Trovo che sia stato il modo perfetto per descrivere i sentimenti e i pensieri in subbuglio di Rachel, in quanto riesci a far percepire una certa distanza tra lei e il mondo che la circonda, sia perché è un essere sovrannaturale sia perché ha preoccupazioni ben maggiori che starsene a osservare il panorama.

È proprio parso come se ci fosse una barriera ben netta tra l’ambiente mozzafiato e i ricordi dolceamari, e a ogni menzione di un qualsiasi elemento corrisponde un’associazione al passato con Everett, spesso attraverso analogie o somiglianze. Citi la pioggia e il discorso vira subito sulle lacrime che Rachel è comunque incapace di versare; il mare in tempesta le ricorda del suo essere immortale; i colori autunnali le riportano alla mente le credenze inutili degli esseri umani, che si concentrano sugli aspetti sbagliati della vita.

È tutta una serie di contrapposizioni molto ben fatte e accostate in maniera intelligente e coerente con quello che è lo scorrere dei pensieri di Rachel, e il risultato è un testo a tratti poetico, con dei toni di sottofondo tragici e malinconici, e un’aria di inevitabilità e spaesamento che cattura dall’inizio alla fine.


Trama e originalità: 9/10

La trama della storia è ben solida e sviluppata; sebbene si tratti prevalentemente di un momento di introspezione, molte delle riflessioni della protagonista vanno ad ampliare l’universo creato in maniera astuta e originale. Tutti i dettagli e le spiegazioni che servono per comprendere appieno il testo non sono gettate a raffica una dopo l’altra, ma vengono rivelate passo dopo passo da Rachel stessa, e sono strettamente legate agli attimi più emotivi con cura e precisione.

L’unica cosa che inizialmente non avevo capito era il motivo per cui gli angeli si fossero rivoltati contro Rachel quando questa aveva adempito al suo compito di uccidere ogni essere umano che scoprisse la sua vera natura. Poi però viene spiegato come non sia stato quell’omicidio, ma tutti gli altri che ne sono seguiti ad averla condannata a una vita di solitudine assoluta, e questo pone anche le basi per un ipotetico discorso sulla moralità di tali creature e il significato che la scelta di Rachel di abbandonare il modo di vivere della sua specie comporta.

In generale, l’intera storia si basa su questo potente sentimento di perdizione e malinconia, e l’emotività con cui descrivi ogni pensiero di Rachel porta inevitabilmente a fare il tifo per lei nonostante tutto, sebbene la causa del suo malessere sia proprio se stessa. Leggere le sue considerazioni su come abbia ceduto alle convenzioni degli angeli solo per perdere tutto ciò che la rendeva ancora umana è stato straziante, e i crimini che da sette anni sta compiendo fanno inorridire solo fino a un certo punto, perché è molto facile comprendere il suo dolore e la sua apatia verso il mondo.

In realtà mi ha molto stupita leggere nelle note che si tratta di un personaggio appartenente a un’altra tua storia, perché questa è stata più che comprensibile da sé e questo mi fa ha fatto ovviamente molto piacere, in quanto non ho notato elementi mancanti o passaggi incomprensibili. Tutto ciò che c’è da sapere per apprezzare un tale momento è presente nel testo, e so che questo può non risultare facilissimo per l’autore, dato che ovviamente conosce tutti i retroscena e deve sforzarsi di ricordare per filo e per segno cosa sia presente in un determinato scritto piuttosto che in un altro, in modo da non far sovrapporre le informazioni ma neanche darle involontariamente per scontate.

Un altro aspetto che ho apprezzato particolarmente è stata la descrizione della stagione autunnale; in diversi punti viene mostrato l’ambiente che circonda Rachel e, sebbene lei non presti attenzione, per il lettore è motivo di grande atmosfera e si può cogliere anche una sottile ironia, come se il tempo stesso fosse in sintonia con l’animo lacerato della protagonista.

L’unica pecca in una storia altrimenti perfetta riguarda l’originalità, e in particolare mi riferisco alla frase di Nietzsche; se dovessi contare tutti i libri che l’hanno messa come incipit e tutte le storie che l’hanno utilizzata come spunto probabilmente starei qui per una settimana. Mi rendo conto che sia forse una riflessione altamente personale, ma l’ho letta veramente così tante volte che il solo vederla di sfuggita mi fa alzare gli occhi al cielo invocando pietà.

Non ho tolto un grande punteggio complessivo perché è stata inserita in modo consono e ha avuto un significato inerente alla situazione, sia simbolico che letterale, però credo davvero che se ne abusi in maniera sconcertante, quando ci sono in giro molti altri pensieri più inediti che vale la pena di sviscerare.


Caratterizzazione dei personaggi: 8/10

Rachel è il tipo di personaggio che a me piace particolarmente, ovvero quella sorta di antieroe dal carattere grigio che da un lato compie atti non esattamente morali o legali ma dall’altro ha una storia talmente tragica alle spalle che non può sorgere un minimo sentimento di comprensione e riconoscimento.

Credo che qui sia ben caratterizzata, sia per quanto riguarda la sua storia e quello che le è accaduto sia le sue fortissime emozioni mentre prosegue una vita vuota e priva di compagnia. Il momento che hai scelto di narrare le permette sicuramente di essere il fulcro di tutta la faccenda, ed è stato molto interessante scoprire sempre più dettagli sul suo passato, che l’hanno delineata come una personalità forte e fragile allo stesso tempo. All’inizio, ad esempio, quando dici “Everett se n’era andato esattamente sette anni prima – lei l’aveva ucciso sette anni prima – e non riusciva a dimenticarsi di lui” sono subito stata catturata perché ero veramente curiosa di scoprire tutte le sfaccettature e i retroscena, e sicuramente non mi hanno deluso affatto. Al contempo, però, mi ha stupito vedere come non si trattasse di una storia di vendetta o follia, ma un amore travagliato finito nel modo peggiore, e questa situazione imprevedibile ha posto Rachel sotto una nuova luce, evidenziando il suo spirito combattivo ma instabile.

Le rivelazioni circa la sua natura e le sue scelte sono state una più accattivante dell’altra e in generale è una figura talmente complessa e colma di così tante emozioni prorompenti che alla fine non si nota nemmeno il fatto che sia effettivamente l’unica protagonista in scena. Davvero, nonostante la storia non sia lunghissima mi sono affezionata molto a Rachel, e spero che in futuro contemplerai l’ipotesi di darle una seconda possibilità con un altro essere umano che possa sollevarla dal baratro in cui è caduta.

Su Rachel, quindi, nulla da dire, è stata un’eroina peculiare e inaspettata ma altresì valida e piena di cose da dire e storie da raccontare. Una grande mancanza però è stato invece il personaggio di Everett. Capisco che possa esistere solamente sotto forma di ricordo, ma mi sarebbe piaciuto leggere qualche caratteristica in più su di lui, dato che deve avere avuto sicuramente qualche qualità di nota per attirare l’occhio di un essere sovrannaturale. Oppure una reazione precisa nel vedere la sua amata rivoltarglisi contro, e questo avrebbe sicuramente potuto creare una scena d’effetto con Rachel che ricorda la sua espressione, per esempio, o altri dettagli sulla loro relazione.

Questa è l’unica parte della storia che risulta un po’ confusa, perché non si conosce veramente niente su di lui e sul rapporto che i due avevano prima del fatto tragico e, dato che Everett è ciò che occupa gran parte dei pensieri di Rachel – specialmente durante l’anniversario della sua morte –, sarebbe risultato assolutamente in linea con il resto mostrarlo con un po’ di più di nitidezza.


Utilizzo del pacchetto: 7/8 (2 + 5)

Il sentimento presente nel tuo pacchetto era “solitudine” e direi che trasuda da ogni singola parola di questa storia. Rachel, allontanata dalla sua gente e temuta dagli esseri umani è veramente l’emblema di quest’emozione, dato che non riesce – né, almeno per il momento, vuole – integrarsi in una comunità, non quando il suo amato è perduto per sempre.

È abbastanza triste pensare a come il voler essere accettata dagli altri angeli sia passato in secondo piano non appena Everett è morto, spingendo Rachel a essere considerata una ribelle, finendo in una situazione non poi molto diversa da quella che avrebbe provato se avesse scelto di non uccidere il suo amato andando contro i principi della sua gente… alla fine viene ripudiata dai suoi simili invano, e questo è un paradosso davvero drammatico e che, in tutta sincerità, mi ha fatto stringere il cuore.

Il prompt invece era “maledizione” e si è percepito in maniera minore, in quanto qui viene intesa come una sorta di auto-condanna, una maledizione che nasce dalle azioni della protagonista, ora costretta a vivere per sempre in solitudine, e secondo me il significato di base della parola è stato perso leggermente. O forse la maledizione che intendevi tu è proprio l’immortalità di Rachel che la condanna a rimanere da sola per l’eternità…

Ritengo che ci siano un paio di spiegazioni plausibili da ricercare nel testo – e in ogni caso una sua presenza di fondo si percepisce – ma il concetto non viene esattamente chiarito, e mi farebbe piacere sapere quali siano state le tue intenzioni iniziali.


Utilizzo dell’elemento bonus: 2/2

Elementi utilizzati: genere sovrannaturale, genere introspettivo, genere dark.


Gradimento personale: 8/10

La storia mi ha intrigata davvero tanto, e sono ora curiosissima di andare a leggere le altre fic che vedono Rachel ed Everett protagonisti. Ho il sospetto che mi causeranno altro dolore, dato il loro finale tragico, ma ogni tanto bisogna anche ferirsi con un bel racconto drammatico che punta dritto al cuore.

Nel frattempo ti dico che questa storia è aggiunta alle ricordate perché mi ha colpito in maniera molto positiva e mi fa piacere che abbia potuto essere sviluppata anche grazie all’input dato da questo contest.

Ancora complimenti per la bella idea e spero senz’altro di avere presto ulteriori occasioni di leggere e valutare i tuoi scritti!


Totale: 53,5/60


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Post: 1.389
Giudice*****
30/01/2021 14:59
 
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IV POSTO

“Spezzato”, R.Mayfair – 53,6/60

Grammatica e stile: 18,85/20 (13,85 + 5)

Il testo della storia è privo di errori gravi, e le uniche sbavature riscontrate sono le seguenti:

“Dopotutto, qualcuno l’ha già fatto con me, un ragazzo innocente con la bocca che puzza ancora di latte.” -> “puzzava” (-1,00)

““No!” Grido, e lo afferro a mia volta.” -> qui ci vuole la lettera minuscola, in quanto la proposizione completa il dialogo (-0,15)


Per quanto riguarda lo stile, credo di poter affermare di essere stata completamente stregata dal tuo modo di narrare; dalle descrizioni del paesaggio all’introspezione del protagonista ho trovato tutto veramente ben fatto, non solo esaustivo e completo, ma anche proposto con i termini più appropriati e con diverse analogie davvero accattivanti.

Ci sono state diverse parti che mi hanno particolarmente colpita, ma l’introduzione alla storia è stato un qualcosa di veramente fenomenale. “La giornata non potrebbe essere più limpida, croccante come il torrone della bancarella di dolciumi e variopinta per tutti i colori che esplodono davanti ai miei occhi: caleidoscopi turbinanti, foglie rosse, gialle e arancioni, cumuli di frutta autunnale: castagne, noci, zucche.” Con una semplice frase sei riuscita a delineare diversi elementi, senza soffermarti sui dettagli ma creando un’atmosfera che tutti hanno vissuto in prima persona, entro cui è facile muoversi e identificarsi. In questo modo, l’attenzione viene spostata unicamente sul personaggio principale e, mentre scopriamo piano piano quali sono i problemi che lo affliggono, non dobbiamo impegnarci per memorizzare gli altri dettagli presenti, perché con un paio di righe incisive viene tutto immortalato in maniera vivida nella nostra mente.

Ti assegno quindi un punteggio pieno veramente meritato, hai uno stile di scrittura invidiabile e particolarmente efficace con i componimenti più brevi, in quanto riesci a porre delle basi solide su cui poter installare l’intera trama.


Trama e originalità: 9,75/10

Perdona la ripetizione, ma devo sottolinearlo un’altra volta: l’incipit della storia è stato davvero meraviglioso. Non solo mette in mostra il tuo fantastico stile descrittivo con una serie di immagini a dir poco prorompenti, ma cala nel racconto in modo molto graduale e quasi “morbido”. Non siamo gettati nel vivo dell’azione, ma hai riservato lo spazio necessario per dare un minimo di orientamento circa la collocazione del racconto, e questo è stato un aspetto che ho apprezzato molto.

In secondo luogo, ho trovato azzeccata la divisione nelle diverse scene, in quanto si parte con un momento particolarmente introspettivo – che aiuta a inquadrare il protagonista –, per poi passare all’azione, a un flashback e infine alla risoluzione finale. Tutte queste parti di storia sono legate le une alle altre con cognizione di causa, si completano a vicenda e creano un crescendo verso il climax della vicenda.

E a questo proposito, devo dire che il finale ha avuto un degno risvolto: l’indecisione da parte del protagonista a condannare un altro essere umano, il breve conflitto con la ragazza e, infine, la morte inevitabile dopo aver spezzato la maledizione sono state una successione di momenti intensi e dolceamari, per cui alla fine non si è certi se provare tristezza per la sua dipartita o sollievo per aver ottenuto una versione pallida – ma comunque importante – di libertà.

Interessante anche come tu abbia utilizzato la creatura che ha dato il nome al pacchetto scelto nella storia vera e propria; non era necessario, ma l’ho trovato un buon espediente per descrivere il protagonista, oscuro e misterioso, con una maledizione ignota della cui origine non veniamo mai a conoscenza. Da quello che ho capito, lui non è un effettivo spaventapasseri, ma viene usata quest’immagine per descrivere le sue peculiarità, come se dopo anni sotto il potere del sortilegio egli non sia più umano, ma una creatura spezzata, difficile da descrivere in termini semplici.

Da questo punto di vista, devo dire che l’originalità della storia è stata massima, sia per l’idea di fondo che per la sua esecuzione, per cui il risultato finale è stata un’esperienza di lettura intrigante e inedita.

L’unica piccolissima pecca è stata la rapidità con cui hai mostrato certe scene, quando secondo me avresti potuto proseguire con un po’ più di introspezione e caratterizzazione. In particolare, mi riferisco alla spiegazione da parte della Negromante di come il protagonista sia venuto in contatto con il cappello maledetto. Citi addirittura che una cosa simile è successa a lei, e ho trovato quella parte abbastanza sbrigativa rispetto al resto, quando invece possedeva spunti di riflessione interessanti.

In generale, comunque, la trama della storia è solida e sviluppata a dovere, per cui ti faccio i miei complimenti per essere stata in grado di creare un racconto così suggestivo e pieno di risvolti particolari, con un’alternanza di toni macabri e compassionevoli che hanno mostrato come l’animo umano sia ricco di sfaccettature contrastanti, anche dopo essere stato soggettato a un’esperienza come quella da te proposta.


Caratterizzazione dei personaggi: 9,5/10

L’introspezione e la cura riservata al protagonista sono state grandiose e accurate, e hanno permesso di dare un tocco molto personale all’intera faccenda, in quanto i sentimenti principali con cui il lettore è portato a empatizzare sono proprio quelli dello spaventapasseri.

Sebbene la storia non sia lunghissima, il carattere e la personalità del personaggio sono assolutamente completi e abbastanza sviscerati, e ci sono stati diversi aspetti che lo hanno reso una figura complessa e mai piatta. In questo senso, ho apprezzato le sue contraddizioni – che, nonostante tutto, aiutano a renderlo umano – come il fatto che non creda alle abilità della Negromante, ma è talmente disperato che è pronto ad accettare qualsiasi aiuto.

Ma la parte che più mi ha colpita di lui è stato il finale, la sua lotta interiore per decidere cosa valga davvero la pena: la rottura della sua maledizione o una condanna forse peggiore di quella che ha già. L’improvviso rimorso e il tentativo di salvare la giovane ragazza lo hanno reso quasi un eroe, almeno ai miei occhi, e se da un lato capisco che la morte fosse inevitabile, dall’altro mi dispiace che non abbia avuto una seconda possibilità di vivere veramente.

Profondo anche il pensiero per cui, sebbene il cappello porti follia, ciò che si prova dopo essersene sbarazzati, condannando qualcun altro, è esso stesso una forma di perdizione, per cui la maledizione continua anche dopo essere stata spezzata. È il caso della Negromante e dell’uomo che ha ingannato lo spaventapasseri, mentre quest’ultimo riesce a sottrarsi a questo gioco crudele.

L’unica cosa che secondo me avresti potuto aggiungere è qualche ulteriore dettaglio circa gli altri personaggi presenti in scena; tutti sono comparse, ma in confronto al protagonista sono a tratti molto piatte proprio perché viste di sfuggita. Ad esempio, la giovane prostituta è stata caratterizzata a sufficienza per il ruolo che svolge nel racconto – la vediamo disperata e pronta a qualunque cosa pur di non continuare a vivere in quel modo – ma la Negromante è già più una figura portante, utile ai fini della trama e la cui storia, anche breve, avrebbe arricchito la narrazione.

Questa mancanza è sottile e forse per molti altri quasi ininfluente – e, nel grande schema delle cose, lo è –, ma dopo aver letto la fic mi è proprio rimasto questo piccolo tarlo, per cui sono rimasta affascinata dalla figura misteriosa della strega e vorrei leggere di più anche su di lei… se mai ti venisse l’ispirazione per un racconto incentrato su di lei, in cui approfondisci il suo personaggio, sappi che sarò in prima linea per leggerla!


Utilizzo del pacchetto: 5/8 (3 + 2)

Il prompt del tuo pacchetto era “cappello” ed è stato usato molto ingegnosamente; ho apprezzato come sia stata veramente parte integrante della storia, con un significato e un ruolo ben preciso, rendendolo la causa e la cura della maledizione del protagonista.

Bello anche come la rottura del cappello simboleggi la fine della maledizione, e i brandelli che si disperdono nel vento sono presto seguiti dalle ceneri del corpo dello spaventapasseri. Poetico e suggestivo!

Il sentimento era invece “follia” e l’ho percepita in maniera minore, in quanto è presente più come maledizione che vera e propria pazzia e che, per quanto disastrata sia la sua vita, il protagonista mantiene sempre il possesso delle sue facoltà mentali, cercando di spiegare la sua condizione sovrannaturale anche attraverso una logica di fondo.

Mi è piaciuto il modo in cui hai collegato i due aspetti, anche se credo tu abbia preso il significato di follia un po’ alla larga, storpiandolo nel tentativo di adattarlo alle tue esigenze, motivo per cui non posso ritenerlo un concetto sviluppato adeguatamente all’interno del testo, per quanto accennato sotto diversa forma dalla concezione tradizionale.


Utilizzo dell’elemento bonus: 2/2

Elementi utilizzati: genere sovrannaturale, genere introspettivo.


Gradimento personale: 8,5/10

La storia ha presentato diversi concetti che mi hanno convinta particolarmente, primo tra tutti il contrasto che hai mostrato esistere tra i propri desideri – in questo caso, spezzare una maledizione – e il prezzo che si è disposti a pagare per vederli realizzati – condannare un altro essere a un crudele destino.

Il fatto che questo ampio discorso sia stato inserito in un contesto sovrannaturale ha sicuramente alzato il mio gradimento, dato che si tratta di uno dei miei generi preferiti e su cui credo si può spaziare a dismisura. Le interpretazioni che ne hai dato tu sono state sottili ma potenti e, unite al tuo fantastico stile, hanno sicuramente lasciato una buona e duratura impressione nella mia mente.

Complimenti quindi per questa storia; sono stata molto felice di poterla leggere e sapere che questo contest ha in qualche modo aiutato a portarla a compimento!


Totale: 53,6/60


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Post: 1.389
Giudice*****
30/01/2021 15:00
 
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III POSTO (PARIMERITO)

“White Star”, Dryas. – 55/60

Grammatica e stile: 19/20 (14,5 + 4,5)

In tutta la storia non ho riscontrato nemmeno un errore grammaticale, e l’unica cosa degna di nota che ho da riportare è l’uso dei trattini nel mezzo della narrazione, che dovrebbero essere lunghi invece che corti (punteggio cumulativo sottratto: -0,50)

Anche per quanto concerne lo stile, ho solamente belle parole. Innanzitutto – cosa fondamentale – si adatta perfettamente al periodo in cui hai scelto di ambientare la storia, senza però risultare eccessivamente pesante o contrito. Il modo di parlare dei protagonisti è consono e preciso, ma la narrazione si mantiene sì formale ma sempre fluida e scorrevole, tanto che l’intero testo si legge tutto d’un fiato.

Ammetto che a volte mi è sembrato un tantino melodrammatico – specialmente per via del personaggio principale che in certi punti si lascia andare in pensieri particolarmente autocommiserativi – ma capisco che questo sia il tipo di persona che hai voluto creare, e alla fine funziona con le vicende narrate.

Altro pezzo forte sono state le descrizioni degli ambienti e dei sentimenti che il protagonista prova, soprattutto a inizio fic, le quali sono trattate veramente bene, per cui l’intero racconto è risultato a mio avviso vivido e penetrante, in quanto vengono distinti perfettamente i vari posti in cui l’azione ha luogo – la stanza in affitto, la cella della prigione, la cada di Audreen, il porto – in un connubio di scene a dir poco perfette.


Trama e originalità: 10/10

La struttura della trama è stata molto solida; partendo con un inizio in medias res, per poi mostrare i retroscena di come Thomas sia finito in prigione, sei riuscita a delineare la situazione e alcune caratteristiche fondamentali del personaggio in pochissime righe.

Nonostante i vari cambi di scenari, l’intera narrazione è chiara e pulita, e non c’è un solo istante in cui non risulti comprensibile cosa stia succedendo. Il ritmo, poi, è molto sostenuto, e l’interesse del lettore viene mantenuto vivo attraverso le molteplici domande che sorgono spontanee – chi è Thomas, perché Audreen gli propone quella che sembra essere l’offerta della sua vita, come si concluderà questa poderosa impresa…

Mi è piaciuto come tutte le risposte siano state rese esplicite nel testo – in maniera più o meno esaustiva – in quanto l’andamento della trama ha reso questo racconto completamente in grado di reggersi da solo, esplorando sia un universo diverso dal nostro sia presentando diversi personaggi interessanti nell’arco di relativamente poche pagine.

Ci sono stati anche diversi colpi di scena che ho apprezzato molto – come Thomas che attacca il padre, la rivelazione all’uomo circa la “morte della madre di Arthur”, la scoperta finale circa la vera identità di Audreen… Tutti questi elementi hanno aggiunto intrigo e sorpresa alla storia, per cui la lettura è stata tutto tranne che prevedibile o noiosa.

L’ambientazione di per sé non è stata particolarmente originale, ma i toni che hai dato alla fic hanno fornito un’esplorazione diversa di quest’epoca molto sfruttata nei romanzi – o almeno, io personalmente l’ho ritrovata davvero moltissime volte – proprio perché hai scelto di soffermarti su diversi elementi inediti, saltando invece quelli più comuni e banali.

Nel complesso, quindi, si tratta di una trama articolata che mi ha convinta al cento per cento dall’inizio alla fine, in cui niente viene lasciato al caso e la cui successione delle varie scene è sempre coerente e accurata, senza inutili giri di parole fuorvianti ma mantenendo sempre in vista il filo logico del discorso.

Mi dispiace non avere molto altro da dire, ma temo che altrimenti diventerebbe uno sproloquio ripetitivo su quanto ben strutturato e compatto a livello di trama sia questo testo, e trovo inutile continuare a oltranza solo per ridire in continuazione che tutto procede davvero nel migliore dei modi e che non ho ritrovato nemmeno un elemento fuori luogo su cui apporre un giudizio più severo. Complimentissimi!


Caratterizzazione dei personaggi: 9/10

Thomas è stato un protagonista a dir poco sbalorditivo; dopo aver letto questa storia, infatti, mi è sembrato di conoscerlo da una vita, tanto i suoi tratti sono stati precisi e distintivi, nonché incredibilmente prorompenti.

Ha decisamente una personalità complessa, provata dalle esperienze passate e quasi marchiata dall’ossessione del padre e di evitare a tutti costi di diventare come lui, e credo che – nonostante l’omicidio di Keith – sia riuscito nel suo scopo. Non sappiamo molto circa la figura del padre, ma Thomas ha sicuramente il cuore al posto giusto, per cui anche quando compi crimini è sempre a difesa degli indifesi, ai quali è attratto proprio per la tipologia di animo che ha. Sebbene sia ben lontano dal poter essere definito il classico eroe della situazione, trovo che abbia più qualità che difetti, cosa che viene mostrata anche quando decide di non fuggire dalla scena del delitto ma di farsi arrestare dalla polizia.

Una delle mie frasi preferite – e che descrive perfettamente questo personaggio – è stata “Il giudice che l’aveva già condannato non era altro che Thomas Holsen stesso.” Molto profonda e veritiera, mette in evidenza anche come Audreen sia in grado di capire Thomas dopo pochi istanti, andando oltre le apparenze e cercando di scovare la verità della sua persona.

A proposito di Audreen stessa, confesso di averla trovata un po’ più lasciata sullo sfondo, e sebbene ci sia stata la “spiegazione” finale circa le sue reali intenzioni nel visitare Thomas, mi sarebbe comunque piaciuto vederla sviluppata in maniera più approfondita. È anche lei una figura interessante, ma le interazioni effettive con Thomas sono state relativamente sporadiche e altamente formali, quando invece sarebbe valsa la pena farli comunicare anche verso la fine della storia, quando si ritrovano al porto e sono liberi di parlare senza essere ascoltati da orecchie indiscrete.

E, come accennavo anche prima, un discorso simile va fatto per Jack. Può sembrare un personaggio secondario, ma vista la presa ferrea che ha sul figlio, credo che un accenno alla sua personalità avrebbe arricchito l’entourage di personaggi presenti in scena, anche solo per mostrare le differenze con Thomas, dato che lui stesso è così smanioso di vederle con i suoi stessi occhi.

Tuttavia, ripeto, ho trovato le dinamiche mostrate complesse e ricche di potenziale, e per questo mi sento di dare un punteggio elevato a questo parametro, dato che le mancanze citate non hanno assolutamente attenuato il mio gradimento generale dei protagonisti del racconto, che invece ho trovato approfonditi più che a sufficienza.


Utilizzo del pacchetto: 7/8 (2,5 + 4,5)

Il prompt e il sentimento del tuo pacchetto erano, rispettivamente, “maledizione” e “solitudine”, e ho apprezzato il fatto che siano stati strettamente collegati tra loro, in quanto la solitudine che Thomas prova deriva dal suo distanziamento dal padre – e, successivamente, da tutti gli altri esseri umani – a causa della paura di restare bloccato nella sua stessa maledizione.

Non mi è risultato chiarissimo perché pensi di essere destinato a diventare come lui – se sia una cosa puramente istintiva, e quindi una delle sue paure sia trasformarsi nel padre – o se ci sia qualcosa di più materiale alla base di tutto, ma l’atmosfera che l’unione di questi due elementi provoca è perfettamente in linea con questo contest. C’è un’aria di mistero e di dannazione, e il modo in cui gravano sulle spalle di Thomas ha reso la sua sfera psicologica molto interessante.

I mezzi punti sottratti ai due punteggi sono unicamente dovuti al fatto che avrei gradito vedere i prompt un po’ più pronunciati, in quanto qui vengono accennati in diversi punti, senza però mostrare il quadro completo. Inoltre dato che la storia si svolge nel giro di qualche giorno non abbiamo modo di vedere realmente quanto il protagonista sia solo, quindi qualche descrizione ulteriore circa la sua vita avrebbero reso il tutto più complesso e minuzioso.

Anche così, comunque, trovo che tu abbia svolto un gran lavoro nell’inserire questi due aspetti in una trama di fondo in cui non erano strettamente necessari, ma il cui utilizzo ha permesso di formare un’opera ancora più unica nel suo genere.


Utilizzo dell’elemento bonus: 2/2

Elementi utilizzati: genere introspettivo, avvertimento contenuti forti.


Gradimento personale: 8/10

Questa fic mi è piaciuta molto più di quanto avrei creduto possibile inizialmente. L’ambientazione, infatti, non mi aveva fatto impazzire proprio per l’abuso che se ne fa in continuazione, in qualsiasi tipo di storia, e avevo paura che anche questa fosse l’ennesima rivisitazione di una storia d’amore nell’epoca vittoriana.

Invece i personaggi principali sono stati intriganti e originali e, uniti al tuo stile di scrittura, hanno contribuito a creare delle vicende molto interessanti e su cui mi piacerebbe senz’altro leggere di più (dato che hai menzionato questa possibilità nelle note, sappi che hai tutto il mio appoggio morale!)

Grazie ancora per aver partecipato al contest!


Totale: 55/60


OFFLINE
Post: 1.389
Giudice*****
30/01/2021 15:02
 
Quota

III POSTO (PARIMERITO)

“Eternamente ora”, Chris_88(Efp) – 55/60

Grammatica e stile: 16,5/20 (12,5 + 4)

Nonostante la lunghezza corposa della storia, ho trovato soltanto qualche piccolissima imprecisione, ma in generale il testo è molto pulito e curato; complimenti!

Ecco i pochi errorini riscontrati:

“Da dì della disputa per Guute […]” -> “Dal dì”

“Nessuno ha paura dei tuo occhi, Dunann” -> “tuoi occhi”

“[…] una voce lo raggiunse come un eco lontano […]” -> “un’eco lontana” (-0,50)

“Durante la battaglia il drago sembrava avere la meglio ma, quando si alzò per balzare contro a Taralack […]” -> “contro Taralack” (-0,25)

“sé stesso/i/a” -> “se stesso/i/a”

“Artigliò un fianco con la mano sinistra, col quale se lo avvicinava […]” -> “con la quale”

Inoltre, a volte manca la lettera maiuscola all’inizio di un dialogo (-0,15 per sette volte -> -1,05 -> punteggio cumulativo sottratto: -0,75) e hai sempre usato il trattino corto invece di quello lungo (punteggio cumulativo sottratto: -1,00)


Per quanto concerne lo stile, invece, ho trovato il tuo tratto diretto e preciso, nonché molto descrittivo. Ogni scena è narrata nella sua interezza e nonostante i vari spostamenti temporali e spaziali niente è mai lasciato al caso o confuso, ma piuttosto si tratta di un complesso e articolato quadro d’insieme in cui ogni pezzo si incastra alla perfezione con gli altri.

Ci sono state un paio di ripetizioni, specialmente durante l’ultima scena erotica, ma nel complesso è stata una lettura molto fluida e scorrevole, portata avanti non soltanto dai personaggi e dalle parti più movimentate ma anche dalla tua capacità di delineare con estrema facilità i paesaggi e i luoghi entro cui l’azione si svolgeva. La nitidezza della storia è davvero qualcosa di ammirabile, perché nonostante ci trovassimo in un universo fantasy completamente inedito non c’è stato un singolo momento di confusione o spaesamento, almeno per quanto mi riguarda. E questo è senz’altro dato dal tuo modo di scrivere e dalle scelte stilistiche che hai compiuto nel decidere quando e come introdurre i diversi elementi.

Un consiglio che invece mi sento di dare per quanto riguarda l’aspetto stilistico è quello di dividere il testo in più paragrafi, specialmente quando sono presenti dei dialoghi, in modo da non rendere un’intera scena un blocco unico ma distanziare – anche solamente per una questione estetica – la storia; può sembrare un nonnulla ma facilita di molto la lettura!


Trama e originalità: 10/10

La trama di questa storia ha mirato dritto al mio cuore, perché l’ambientazione fantasy generale con focus sul futuro regnante combattuto tra dovere e amore rientra tranquillamente nella mia tipologia di narrazione preferita.

Andando oltre al gradimento personale, ho trovato un buon equilibrio tra gli elementi presenti in scena. Hai saputo narrare il contesto entro cui ci troviamo in maniera definita, ma mai ostentata, alterando informazioni generiche alle dinamiche dei personaggi in modo che andassero a completarsi e mai a scontrarsi per avere il dominio sulla scena.

Ad esempio, le descrizioni dell’aspetto fisico dei personaggi, così come le loro personalità, vengono rivelate un pezzo alla volta, senza travolgere il lettore in un’unica ondato, ma con un progressivo crescendo. Oppure, un elemento di background che arricchisce l’universo creato come la leggenda del drago Thyrus e della fondazione del regno è posizionata in modo da non risultare pesante o fuori luogo, ma più come una riflessione di Dunann mentre osserva Raegel riposare. È stato un momento molto intimo in cui sono stata anche più propensa a immagazzinare informazioni, a differenza di quanto sarebbe successo se fosse stata inserita in un momento carico di tensione.

Da questo punto di vista, ho molto apprezzato l’alternanza di momenti dolci tra l’orrore della guerra, spezzando la situazione carica di tensione con teneri ricordi del passato. E, viceversa, sebbene questi attimi più tranquilli siano senza dubbio i miei preferiti, mi ha fatto piacere che non oscurassero il contesto di fondo, in modo da mantenere sempre chiaro – sia per i personaggi che per i lettori – che non si tratta semplicemente di una storia d’amore, ma di qualcosa di più travagliato e complesso, nato nel mezzo di una situazione critica.

Si è dunque trattato di una lunga serie di decisioni da parte tua che secondo me hanno ripagato ampiamente il tuo lavoro; si vede come ogni singolo dettaglio sia stato pensato con cura e posizionato nel punto in cui ha avuto probabilità di splendere senza cozzare con il resto.

Solamente l’inizio è stato particolarmente carico di nozioni, ma credo sia una cosa naturale quando ci si approccia a una storia originale, e nel complesso non ho fatto alcuna fatica ad ambientarmi e a capire cosa stesse succedendo. Il modo in cui il lettore è calato nella storia è molto dolce e graduale, e il tuo stile di scrittura ha aiutato nella costruzione di questo mondo fittizio che – a mio avviso – è stata esaustiva e accattivante.

Inoltre mi è sembrato che quasi tutte le scene fossero ambientate in autunno e le descrizioni che hai inserito hanno aiutato a inquadrare i vari momenti, scandendo lo scorrere del tempo e mettendo lo spazio circostante ai personaggi sempre in rilievo. Questo è stato un aspetto che mi ha convinta particolarmente in quanto dona sia un significato poetico alla situazione – come se tutti i momenti che Dunann e Raegel hanno condiviso abbiano qualcosa in comune – e soprattutto risponde più che a sufficienza alla richiesta del contest di mettere la stagione autunnale in primo piano.

In conclusione, quindi, mi sento di dare un punteggio pieno in quanto la storia ha una struttura solida e articolata, con contenuti pratici e intriganti, e in cui ogni singolo dettaglio svolge un ruolo ben preciso all’interno dello scritto.


Caratterizzazione dei personaggi: 9,5/10

Dire che i due protagonisti sono stati una vera gioia da leggere è un eufemismo. Non soltanto formano una coppia formidabile, ma sono stati delineati a sufficienza anche singolarmente, con caratteri ben definiti e due personalità forti che spesso si scontrano.

Da una parte abbiamo Raegal, un soldato reale che ha come primaria preoccupazione quella di difendere il suo regno dai nemici. Ammetto che solitamente non sono una grande fan delle descrizioni delle strategie militari, ma qui gli accenni ai piani che sviluppa insieme agli altri generali mi sono sembrati molto interessanti, e anche la scena d’azione che è presente verso la fine della storia – quando uccide il nemico e viene poi ferito a sua volta – ha costituito una porzione di racconto non indifferente, e questo credo sottolinei quanto vicino io abbia sentito questo personaggio.

Il suo spirito battagliero, tanto spietato in battaglia quanto affettuoso nella sfera privata, lo ha reso una figura forte e attendibile, che si è mantenuto costante dall’inizio alla fine, saldo nei suoi principi e focalizzato verso i suoi scopi. Tra i due, Raegel è sicuramente quello più realistico, che prende i fatti in pieno petto senza bisogno di addolcirli, e da questo punto di vista lo possiamo considerare anche la metà più stabile della coppia; è un po’ la roccia di Dunann, colui nel quale può sempre confidarsi e con cui abbandonare ogni pretesa.

E dall’altra parte abbiamo poi proprio lui, il principe ereditario, costantemente combattuto tra dovere e desiderio nascosto. Come accennavo prima, è una dinamica su cui non mi stancherò mai di leggere, perché consente di intavolare un sacco di conversazioni basate su spunti diversi, e anche in questa fic non sono mancati. In particolar modo, ho trovato che le parti cariche di tensione di cui la seconda metà della storia è colma gli abbiano permesso di mostrarsi in maniera più pronunciata, sottolineando le sue preoccupazioni verso la guerra e ciò che essa comporta e mettendolo una volta per tutte di fronte alla brutalità degli eventi.

A differenza di Raegel, Dunann si è mantenuto più simile alla sua versione giovane, cercando in tutti i modi di sottrarsi al suo destino e cedendo solamente quando non vi era nessun’altra opzione, e ho trovato impossibile non empatizzare con lui e vedere le cose dal suo punto di vista.

In definitiva, quindi, sono due personaggi complementari che si aiutano l’un l’altro in quella che è una relazione tortuosa ma anche ricca di piccoli momenti rubati che permettono a entrambi di rilassarsi in un clima così teso. Ho apprezzato entrambi in egual misura, in quanto hanno dato due visioni assai differenti dello stesso scenario,

Per quanto riguarda i personaggi secondari, credo abbiano occupato il giusto spazio; hanno interagito con i protagonisti quando era necessario e lasciato la scena quando non erano più richiesti. L’unica di cui mi sarebbe piaciuto avere un approfondimento leggermente maggiore è Gisa, che è senza dubbio il personaggio meno delineato, quasi una comparsa, ma che in realtà è la chiave per risolvere l’intero conflitto.

Data la mancanza di informazioni su di lei, mi è parso un po’ strano vederla accettare la situazione in maniera così repentina, senza alcuna indignazione o dolore, ma capisco anche che fosse ben lontana dall’essere il focus della storia, e quindi nel complesso non è un particolare che influisce poi molto sul punteggio, ma mi sembrava giusto puntualizzare l’unica minuscola parte che non mi è parsa sviluppata come il resto.


Utilizzo del pacchetto: 7,5/8 (2,5 + 5)

Il sentimento del tuo pacchetto era “onore”, e mi è piaciuto tantissimo il modo in cui l’hai sviluppato, facendolo sentire per tutto il corso del testo e presentandolo anche nelle sue diverse sfumature.

Da un lato si parla sia dell’onore di Raegel, che in quanto soldato è legato da un codice d’onore che non gli consente di abbandonare tutto per stare con il suo amato, ma deve invece continuare a lottare per la salvezza del regno. Per tutta la storia vediamo come non perda mai di vista il suo compito, anche quando probabilmente vorrebbe interrompere ogni combattimento e poter accontentare i desideri irrealizzabili del principe, e questa sua perseveranza è proprio ciò che fa di lui un grande guerriero.

Dall’altro lato abbiamo invece il senso di dovere di Dunann, il futuro re, il quale deve necessariamente mettere da parte i propri desideri per il bene del suo popolo. Al contrario di Raegel, lui cerca in tutti i modi di rimandare l’inevitabile, e devo dire che anche in questo comportamento c’è dell’onorevole, una determinazione a non cedere al volere altrui.

Per quanto riguarda il prompt – che era “sangue” – devo dire che la sua collocazione nella storia mi ha convinta abbastanza; la guerra è lo scenario su cui si stagliano tutte le vicende e a più riprese viene menzionato come sia un inutile spargimento di sangue che non fa altro se non indebolire il regno e mietere vittime. Si adatta sicuramente al contesto, anche se in alcuni punti mi è sembrato che la menzione del sangue fosse un po’ forzata, come se lo avessi inserito proprio per metterlo in evidenza quando non ce n’era strettamente bisogno.


Utilizzo dell’elemento bonus: 2/2

Elementi utilizzati: genere erotico, coppia protagonista slash.


Gradimento personale: 9,5/10

Questa storia – come credo si sia capito – mi è piaciuta veramente tanto ed è stata aggiunta alle preferite perché davvero non ho potuto fare altrimenti.

Il setting, le dinamiche dei personaggi e i toni alternanti tra il drammatico e il romantico hanno creato un universo che già di mio sono propensa ad apprezzare; a questo si è poi aggiunto il tuo bellissimo modo di narrare gli eventi, che mi ha fatto affezionare ai protagonisti e ha mantenuto vivo il mio interesse fino all’ultima parola.

Tra l’altro hai scelto di utilizzare il mio pacchetto preferito tra quelli creati, e il risultato è stato sicuramente all’altezza della situazione! Brava!


Totale: 55/60


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30/01/2021 15:04
 
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II POSTO

“Sangue su Syrdin”, Dark Sider – 57/60

Grammatica e stile: 19,5/20 (14,5 + 5)

La storia è essenzialmente priva di errori e anche considerando la lunghezza non indifferente è stato chiaro come sia stata curata in modo approfondito e completo. Le uniche imprecisioni presente riguardano l’uso dei trattini che dovrebbero essere lunghi invece che corti (-0,15 per sei volte -> -0,90 -> punteggio cumulativo sottratto: -0,50) e la presenza di qualche minuscola sbavatura come:

“[…] più piccoli e dalle pelle cadente e putrefatta […]” -> “dalla pelle”

“Mordhen si avvicinò, avvertendo nel petto un tenute conforto lambire il suo luttuoso sbigottimento.” -> “tenue”


Anche lo stile è stato sublime, elevato e descrittivo, e in generale adatto a un racconto fantasy. Allo stesso tempo però è stato scorrevole e privo di intoppi, e non è mai risultato eccessivamente aulico o contorto, come sarebbe potuto accadere date le tematiche trattate.

Personalmente l’ho trovato veramente coinvolgente, tanto che la lunghezza considerevole della storia non si è sentita minimamente. Non c’è mai stato un momento morto – cosa anche sorprendente se ci soffermiamo sul fatto che il momento descritto è uno solo – e ogni elemento trattato è stato inserito con cura e precisione.

In generale, credo che questo sia un parametro su cui ho davvero poco da dire, perché ogni elemento mi è sembrato perfetto e trattato con il dovuto riguardo sia verso i toni che i temi dell’opera, seri e intensi. Posso solo aggiungere che il tuo stile meticoloso – unito anche alla presenza di un protagonista forte e accattivante come Mordhen – non ha potuto che rendere la narrazione intrigante e in grado di tenere vivo il mio interesse dall’inizio alla fine.


Trama e originalità: 10/10

La primissima cosa su cui mi vorrei soffermare è la precisione con cui sei andata a trattare il luogo in cui la storia è narrata. Trattandosi di un racconto fantasy, infatti, il mondo entro cui ci si sta muovendo è sconosciuto, ma trovo che tu abbia fatto un buonissimo lavoro nel menzionare un paio di luoghi significativi senza però approfondire in maniera esagerata quelli che a tutti gli effetti sono particolari secondari per la narrazione. Un’eccessiva dose di informazioni sarebbe risultata asfissiante e confusionaria, mentre in questo modo hai citato alcune caratteristiche di base proprie di questo universo, utili per orientarsi ma che non hanno tolto il focus da quello che era davvero importante.

Un altro aspetto significato è il fatto che, sebbene la storia narri di un unico episodio – l’attacco di Syrdin da parte dei demoni – hai sia trovato lo spazio per fornire qualche retroscena sul personaggio e sul regno stesso, sia hai saputo dilatare in maniera impressionante il tempo effettivo della storia – il quale non può essere più di qualche ora al massimo.

L’inizio è quindi letteralmente la cosiddetta calma prima della tempesta, che qui ha la forma di un vero e proprio uragano pronto a distruggere qualunque cosa. La cura che hai impresso alle descrizioni della fuga di Mordhen dal mercato alla fucina sono state veramente intense e cariche di pathos, e anche la lunghezza di questa parte di racconto aumenta il senso di inquietudine che sia il personaggio che noi lettori abbiamo. Come viene detto nel testo stesso, passano pochi minuti dal suono delle campane al ritrovamento del corpo di Herlond, eppure hai saputo mantenere anche per il lettore la sensazione che prova Mordhen, ovvero una corsa apparentemente infinita, in una sorta di slow-motion dovuto alla sua incredulità e paura.

Nonostante non accadano moltissimi avvenimenti effettivi, tutti i pensieri – spesso anche ripetitivi – del protagonista aiutano proprio a immedesimarsi al cento per cento, a provare le stesse sensazioni che prova lui e ad avere le stesse reazioni di fronte a ciò che vede. Tra i demoni, le macerie di Syrdin e il corpo di quello che si può considerare il padre c’è veramente un orrore dopo l’altro, eppure troviamo anche una vena più nascosta colma di determinazione a non mollare e cercare in tutti i modi di sopravvivere.

La storia è stata quindi sicuramente carica di emozioni – come credo fosse anche l’intento principale – perciò si arriva alla fine veramente con il fiato in gola ed è impossibile non tirare un sospiro di sollievo alla vista del ricongiungimento tra Mordhen e Thoan. Il finale sicuramente pone tutte le basi per un seguito – che, da quello che ho capito, è la serie principale che hai già scritto – e credo sia la conclusione perfetta sia per invogliare a continuare nella lettura (cosa che è sicuramente successa a me) sia per terminare questa fic presa individualmente, ovvero con la promessa di una rinascita tanto della città devastata dall’attacco quanto dei personaggi distrutti dal dolore.


Caratterizzazione dei personaggi: 9,5/10

Mordhen è stato un protagonista veramente molto interessante perché ha diverse sfaccettature in cui è possibile identificarsi – o almeno, così è stato per me.

Da un lato, infatti, possiede una grande ostinazione a fingere che nulla sia fuori posto, invece che affrontare gli argomenti che lo terrorizzano, un tratto comune alla maggior parte dei cittadini di Syrdin, ed è su questo aspetto in particolare che lo vediamo maturare nel corso della storia e prendere un po’ più di coscienza verso quello che sta succedendo intorno a lui. Interessante è stato vedere come Mordhen si reputi responsabile per la propria inerzia – quando non fa nulla per aiutare l’uomo che viene sovrastato dagli altri e la donna squarciata da un demone – ed è costantemente combattuto dal voler fare qualcosa, ma allo steso tempo si vuole aggrappare con tutte le sue forze all’illusione che nulla può andare storto per lui. E non è un po’ la mentalità di tutti, credere che le cose brutte possano accadere solamente agli altri, per poi essere bruscamente riportati con i piedi per terra quando scopriamo che non è così che funziona?

Dall’altro lato, però, viene mostrata anche una grandissima determinazione e resistenza sia fisica che mentale che brilla nei momenti più difficili. E, al centro di tutto, c’è la sua famiglia. È per loro che trova la forza di avanzare oltre i demoni, per loro che si sforza di continuare anche dopo che ha assistito al peggio, per loro che promette una rivendicazione sui maghi che non hanno aiutato i cittadini contro l’attacco.

E, come ogni anti-eroe che si rispetti, neanche a Mordhen manca una certa vena “egoista” quando spera che siano sconosciuti a essere morti e non Herlond e Thoan; questo l’ha reso sicuramente un personaggio realistico proprio perché imperfetto, e credo che in una situazione del genere si possa empatizzare con il suo fervente desiderio di proteggere i suoi cari prima di preoccuparsi per il bene comune.

Molto intriganti sono poi stati i demoni, che fin dalle loro descrizioni non possono che incutere un certo terrore. Mi è piaciuto il fatto che li hai resi distinti da molte altre creature che sarebbero potute apparire simili – soprattutto perché comparsi in veramente moltissimi romanzi a cui è quasi inevitabile fare riferimento –, dandogli invece la tua personale interpretazione con un aspetto per me inedito. Con la pelle rossastra, un paio di ali da pipistrello e una sfilza di denti affilati sembrano proprio usciti dritti dritti dall’inferno. Ma la cosa non si ferma qui, in quanto hai molto intelligentemente deciso di creare diverse specie di mostri, che compaiono successivamente e di cui vediamo qualche assaggio qua e là, anche se chiaramente non sono loro il focus del discorso.

E infine diciamolo, la ship con Thoan a un certo punto è partita nonostante il contesto di morte e distruzione intorno a loro – e infatti il finale mi ha fatto tirare un sospiro di sollievo enorme perché davvero ero preoccupatissima per la sua ipotetica morte. E il fatto che sia stata proprio la speranza incerta di ritrovare Thoan dopo l’attacco che ha sbloccato Mordhen dalla sua rassegnazione e apatia, spingendolo invece a reagire contro il demone che lo stava lentamente uccidendo, è stato un passaggio della storia particolarmente emotivo, una prova ulteriore del legame indissolubile che lega i due ragazzi. Per non parlare che è di nuovo Thoan colui che riporta Mordhen dalla parte dei vivi, mostrando come sia l’unico capace di spronare il nostro protagonista a lottare e resistere alla disperazione.

Il mezzo punto sottratto da questo parametro è dovuto al fatto che, oltre a Mordhen, gli altri personaggi siano più accennati che sviscerati a dovere – in particolare Thoan stesso, di cui si sa veramente pochissimo e di cui invece qualche caratteristica in più sarebbe potuta essere inclusa tra le considerazioni del protagonista.

A parte questo, comunque, ho riscontrato delle figure complesse e incisive, che non vedo l’ora di rivedere nelle altre storie a loro dedicate.


Utilizzo del pacchetto: 7/8 (2 + 5)

Il sentimento che il tuo pacchetto conteneva era “disperazione” e certamente è un elemento costante e sempre più marcato man mano che la storia si evolve e prosegue. Come già accennato anche prima, in moltissime scene ero io stessa ad essere agitatissima e preoccupata per quello che stava succedendo, e non credo sia cosa da poco. Il senso di “trascinamento” – di essere trascinati all’interno della narrazione in maniera così prorompente – che questa fic ha non è da sottovalutare, perché ha amplificato ancora di più tutti quei sentimenti che il protagonista ha certamente sentito in una tale situazione estrema.

Il prompt era invece “artiglio” e questo è trattato con un po’ più sottigliezza. In particolare è un elemento che viene menzionato quando vengono descritte le mani che si protendono per chiedere aiuto oppure proprio al senso di disperazione che si fa strada – che si artiglia – in Mordhen con ogni orripilante rivelazione che fa.

Tuttavia non mi sento di assegnare un punteggio pieno perché, sebbene sia un elemento presente in maniera sostanziale, non è esattamente il punto di partenza della faccenda, e a tratti mi è sembrato anche inserito appositamente per ripetere la parola “artiglio” – sebbene si stessero ripetendo concetti già espressi in precedenza con altri termini.


Utilizzo dell’elemento bonus: 2/2

Elementi utilizzati: genere dark, genere introspettivo, avvertimento contenuti forti.


Gradimento personale: 9/10

First things first, ti dico che appena ho un attimo di tempo andrò a recuperare la storia “Nel nome del padre” perché se è anche solo lontanamente simile a questa allora sarà la mia nuova ossessione, dato che questo primo assaggio al mondo fantasy da te creato è stato assolutamente delizioso.

Intanto ho inserito questa fic nelle ricordate, in quanto ha davvero suscitato il mio più forte interesse per quello che verrà, e non vedo l’ora di ritrovare Mordhen e Thoan in nuove avventure, sperando che trovino un po’ di felicità in mezzo a tutto questo dolore.

Grazie mille davvero per avermi proposto questa storia, sono stata super felice di leggerla!


Totale: 57/60


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Post: 1.389
Giudice*****
30/01/2021 15:05
 
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I POSTO

“Oliver”, WhatHasHappened – 58,35/60

Grammatica e stile: 19,85/20 (14,85 + 5)

Nonostante il testo sia abbastanza lungo ho ritrovato solamente un paio di imprecisioni veramente secondarie, per cui ti faccio i miei più sentiti complimenti per una storia pressoché perfetta dal punto di vista grammaticale!

“Sollevo gli occhi al cielo opaco e sorrido alla pioggerellina lenta e sottile” -> manca il punto finale (-0,15)

“[…] per quanto le loro società vogliano farsi complesse,  so che certe cose non cambieranno mai […]” -> c’è uno spazio di troppo dopo la virgola

“Eppure, per un qualche scrupolo, per per un pensiero umano che mi attraversa, voglio far sembrare il nostro secondo incontro casuale.” -> c’è una ripetizione della parola “per”

“La finestrella della stanza di Adam non dà sulla viuzza, ma in un interstizio ancora più stretto, vicinissimo a un altro edificio dal muro grigio.” -> “Adams”

“Quando tornerò, A Samhain... quella notte dovrai essere soltanto per me.” -> “a Samhain”

“Non l'ho mai detta neanche a te […]” -> “detto”

“No, Oliver, non capirai ma la crudeltà di quello che sto per farti.” -> “mai”

“È la notte di Samhein.” -> “Samhain”

“[…] ma visto che non esista arte che possa rendere giustizia alla tua bellezza, preferisco il candore liscio del marmo dilavato dal tempo.” -> “esiste”


Il tuo stile è molto poetico, e ha donato veramente molta importanza e drammaticità al testo. Le descrizioni sono state magistrali, soprattutto quelle dei sentimenti che il nostro protagonista prova – verso Oliver, verso Aileen, verso il resto degli umani. Il suo conflitto interiore è narrato con una tale profondità e con parole così accurate che è impossibile non emozionarsi di fronte ai suoi pensieri, e per tutta la storia sono stata colta da un profondo senso di malinconia, dovuto non solo a quello che effettivamente hai descritto, ma al modo. Non mi metto a trascriverti tutte le frasi che mi hanno emozionata, altrimenti finirei col riscrivere l’intera storia, ma veramente si è respirata un’aria di poesia tragica che ha reso questa fic un capolavoro.

La seconda persona che emerge inaspettata, poi, è stato un tocco molto originale e che è stato di particolare mio gradimento. È proprio come se Cailean stesse raccontando tutti i vari avvicendamenti ad Aileen, a metà tra un resoconto e una supplica implicita, a metà tra il cercare di sfuggire alla sua promessa e forse la vana speranza di essere sciolto da questo patto dall’amata stessa. Sicuramente questo ha reso il tutto ancor più drammatico, in quanto la figura di Aileen è sempre tenuta bene a mente sia da Cailean che dai lettori, anche se effettivamente non la vediamo in carne e ossa (per ovvie ragioni).


Trama e originalità: 10/10

Sarà difficile per me articolare un pensiero coerente per questo parametro, perché tutto di questa storia, dalla prima parola fino alle note autore, mi ha intrattenuta e interessata in una maniera impressionante.

Uno dei punti di forza è stato sicuramente la presenza di innumerevoli dettagli precisissimi, sia circa gli ambienti delle varie scene sia riguardanti i pensieri del protagonista. Durante tutto il testo, infatti, la nitidezza con cui i vari momenti sono stati inquadrati – e, soprattutto, la diversità con cui sono stati descritti – ha permesso di rendere ogni attimo unico e innovativo, per cui non si è mai in preda alla confusione, nonostante la storia sia lunga e gli avvicendamenti svariati.

Mi è piaciuto anche il modo in cui pian piano riveli le informazioni cruciali, sempre poste con l’intento di stupire il lettore, e infatti sono rimasta colpita diverse volte durante la lettura. La vera identità di Cailean, la fantomatica promessa fatta ad Aileen, le circostanze in cui la conosce, la trasformazione che ne segue, la sua morte… è stato tutto un susseguirsi continuo di colpi di scena, che personalmente ho molto apprezzato.

Sei stata assolutamente capace di mantenere viva la suspense e la tensione, perché per tutto il tempo ero lì a pensare “Lo ucciderà o non lo ucciderà?” e il climax finale, la scelta ultima, non ha deluso per niente le mie aspettative – sebbene abbia sfracellato brutalmente il mio piccolo cuore amante dei finali felici.

Anche l’alternanza tra l’incontro e i vari ricordi di Aileen e la conoscenza sempre più intima di Oliver è stata una scelta azzeccata, in quanto permette di mettere a confronto il Cailean del passato con quello del presente, notando sia le enormi differenze – specialmente nei suoi sentimenti verso gli umani – ma mettendo in evidenza anche alcune significative similitudini, prima tra tutte la cura che dedica ai suoi amanti.

Le due storyline sono quasi speculari, in quanto mostrano come, nonostante tutte le intenzioni di uccidere Aileen e Oliver, Cailean non può che restarne invaghito e contemplare la possibilità di renderli immortali come lui. Ed è solo nell’ultimissimo secondo che prende una decisione diversa da quella del passato, rinunciando a se stesso pur di non ferire Oliver. Anche se ovviamente noi lettori non possiamo fare a meno di immaginare la reazione di quest’ultimo dopo la sparizione di Cailean, e come l’improvvisa perdita di una delle persone a lui più care possa segnarlo nel profondo, forse più di quanto non avrebbe provato nell’essere ucciso.

Insomma, i toni sono malinconici e drammatici e, anche sapendo – o intuendo – la mancanza di un lieto fine, si è portati comunque a sperare in un risvolto diverso. In parole povere, questa storia ha ucciso anche me e i miei sentimenti insieme a Cailean, e ora sento il bisogno di rileggerla per ritrovare un po’ di quel calore iniziale che il suo rapporto con Oliver ha saputo trasmettermi.


Caratterizzazione dei personaggi: 10/10

I tre protagonisti di questa storia – Cailean, Oliver e Aileen – sono stati tutti caratterizzati molto bene, aspetto permesso anche dal fatto che Cailean sappia entrare nella mente degli umani e sguazzarci a piacimento. In questo modo siamo resi partecipi anche dei pensieri più profondi di Oliver, le sue reazioni alla differenza di ceto tra i due o verso l’intervento dei suoi amici, tutti aspetti che normalmente non sarebbe stato propenso ad esprimere ad alta voce e che sarebbero risultati fuori luogo se invece l’avesse fatto.

Attraverso lo stratagemma sovrannaturale, invece, non solo dai una visione più completa del suo carattere, ma allo stesso tempo ampli anche quello di Cailean stesso, in quanto le sue abilità vengono accentuate sempre più fino a fornire l’immagine finale di un vampiro – anche senza che questa parola venga effettivamente citata.

Alcuni dei suoi pensieri – soprattutto quando pensa a Oliver – sono stati veramente strazianti, e se per un certo verso la soluzione sarebbe stata così semplice, dall’altro il suo onore millenario non può che prevalere. La sua decisione di trattarlo come merita fino alla fine mi ha sciolto il cuore ed è stata perfettamente in linea con il percorso del suo personaggio che, se inizialmente vedeva gli umani come esseri stolti o inutili, ora inizia a rivalutare l’intera, proprio grazie all’influenza del compagno.

Dall’altra parte abbiamo poi Oliver e Aileen, entrambi insoddisfatti della vita che vivono e che vedono in Cailean non solo un amante ma anche un modo per portare a compimento i propri sogni e desideri più nascosti. Sono certamente sviscerati meno del protagonista assoluto, ma li ho trovati ben caratterizzati per il ruolo che ricoprono. Di Aileen ci viene prevalentemente mostrato la sua posizione sociale prima di essere trasformata e l’ultima promessa fatta in fin di vita, che mostra a parer mio una profonda insicurezza, forse proprio per il modo in cui era stata trattata da umana.

Oliver invece viene subito inquadrato per la dedizione che mostra nei confronti della famiglia e per l’imbarazzo che prova a dover vivere in povertà quando una volta era benestante. Questo è l’elemento che lo spinge a compiere determinate scelte, e la gratitudine che prova nei confronti di Cailean non potrà mai essere davvero sdebitata – almeno secondo lui.

In sostanza, ritengo davvero che i personaggi siano stati tutti così ben inquadrati che se mi chiedessi di scrivere qualcosa su di loro, avrei delle basi solide a cui fare riferimento, quasi fossero usciti da romanzi lunghi centinaia di pagine. Onestamente non credo di essermi mai affezionata così tanto a OC inventati da altri scrittori, quindi tanto di cappello per un’introspezione e una caratterizzazione davvero fenomenali. Specialmente Cailean e Oliver mi sono entrati nel cuore, e posso solo sperare con tutta me stessa che deciderai di scrivere altro su di loro, perché mi ci fionderei più veloce della luce.


Utilizzo del pacchetto: 6,5/8 (2 + 4,5)

Il sentimento del tuo pacchetto – “onore” – è stato trattato con originalità e ingegno. L’accezione che hai reso qui è sicuramente distorta e poco convenzionale, ma non per questo meno valida o significativa. Cailean ha fatto una promessa ad Aileen che deve mantenere, a prescindere da tutto il resto e dai suoi sentimenti sulla vicenda. Questa è proprio la premessa della storia, anche se a tratti si perde un po’ tra le varie vicissitudini, specialmente nelle scene del passato – anche se ovviamente queste sono necessarie per la costruzione di base del tutto.

Indipendentemente da ciò, comunque, è sicuramente una sensazione predominante all’interno del testo, e la costante incertezza tra il mantenere la parola data e decidere di essere più egoisti è una delle colonne portanti senza cui la storia non potrebbe esistere.

Il prompt era invece “sangue”, ed è stato più un elemento vedo-non-vedo; ovviamente viene citato più volte e ha un senso logico dato che Cailean è un vampiro, ma non mi sento di definirlo il vero fulcro del discorso. Ha un ruolo significativo e soprattutto pertinente con quello che viene mostrato, ma è più un qualcosa di contorno, di adornamento, motivo per cui il punteggio non è pieno (ma comunque più che positivo).


Utilizzo dell’elemento bonus: 2/2

Elementi utilizzati: genere sovrannaturale, genere introspettivo, coppia protagonista slash.


Gradimento personale: 10/10

Come avrai modo di notare, ho inserito questa storia tra le preferite in un battito di ciglia, in quanto ho veramente amato ogni singolo aspetto che hai scelto di trattare.

E ora veramente sono qui a implorarti di scrivere qualcos’altro su questi personaggi, anche una rivisitazione totale del finale per avere una parvenza di happy ending, qualsiasi cosa davvero! Sarei andata avanti a leggere di Cailean a oltranza, perché è una figura talmente originale e peculiare che potrebbe sproloquiare per migliaia di parole senza mai risultare ripetitivo o noioso.

Sapere di aver dato un minuscolo contributo con i pacchetti di questo contest mi riempie di felicità, e già non vedo l’ora di scoprire quali altre idee svilupperai in futuro!


Totale: 58,35/60


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Post: 1.389
Giudice*****
30/01/2021 15:08
 
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Riepilogo:

XX. “La Strega e la prima notte”, CedroContento2 – 37,9/60

XIX. “Birra e foglie, un nuovo inizio”, Vale_P – 39,85/60

XVIII. “La ricerca del Solitario”, ethors – 40,5/60

XVII. “Ieri”, Anatra.Valeria – 41,65/60

XVI. “Universo a matita”, cabin13 – 45,5/60

XV. “L’attimo di un respiro”, eliciaelis – 46,5/60

XIV. “The Last Goodbye”, Asmodeus EFP – 47,5/60

XIII. “Clarissa”, SafeAndSound – 50,05/60

XII. “Bloody Rain”, Herm_periwinkle – 51,35/60

XI. “La pioggia di fuoco”, Inchiostro_nel_Sangue – 51,4/60

X. “The day my dreams fade away (it’ll never come)”, Soul_Shine – 52,2/60

IX. “Destino infausto”, inzaghina.EFP – 52,35/60

VIII. “Sussurri sull’Acqua”, Genziana_91 – 52,7/60

VII. “Cinque passi”, =Morgana di Avalon= – 52,9/60

VI. “Sindrome di Ottobre”, Spettro94 – 53,35/60

VI. “Quando cadono le foglie”, _IceAngel – 53,35/60

V. “La strada verso le luci rosse”, Sabriel_Little Storm – 53,5/60

V. “Seven Years”, Kim_ – 53,5/60

IV. “Spezzato”, R.Mayfair – 53,6/60

III. “White Star”, Dryas. – 55/60

III. “Eternamente ora”, Chris_88(Efp) – 55/60

II. “Sangue su Syrdin”, Dark Sider – 57/60

I. “Oliver”, WhatHasHappened – 58,35/60



Recensioni premio:

WhatHasHappened – 3/3

Dark Sider – 2/2

Chris_88(Efp) – 1/1

Dryas. – 1/1

_IceAngel – 1/1
[Modificato da fantaysytrash 31/05/2021 22:23]
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30/01/2021 15:33
 
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Re:
fantaysytrash, 30/01/2021 14:51:


VI POSTO (PARIMERITO)

“Sindrome di Ottobre”, Spettro94 – 53,35/60

Grammatica e stile: 19,85/20 (14,85 + 5)

In tutto il testo ho notato solo una piccola imprecisione che ti riporto di seguito, ma non ci sono stati errori gravi o frasi sgrammaticate, per cui ti faccio i miei complimenti per l’accuratezza in questo parametro!

“Ne studiò i contorni bucherellati, chiazzati di un giallo che andava marcendo; prima che il vento gliela strappasse bruscamente dalle dita.” -> qui andrebbe meglio la virgola, invece del punto e virgola (-0,15)

“sé stesso” -> “se stesso”


Anche il tuo stile è stato veramente fantastico; sia le descrizioni dell’ambiente sia le sensazioni provate dal Negromante appaiono forti e prorompenti, creando delle scene molto nitide e precise, in cui – nonostante i toni sovrannaturali – non si è mai lasciati spaesati o confusi.

I termini e i toni sono altolocati, e li ho trovati adatti alla voce narrante del protagonista, provato dalla sua condizione che dopo svariati anni ha senza dubbio pesato sul suo carattere, alterandolo e rendendolo più austero nel confronto del mondo.

Un tocco di classe è stato inoltre il costante senso di angoscia che hai mantenuto nella storia; andrò più in profondità a riguardo nel parametro dell’uso del pacchetto, ma la tua grande abilità a sfruttare questo prompt al massimo delle sue possibilità ha reso la lettura inquietante e suggestiva, e questo è stato anche grazie al tuo modo di narrare gli eventi e presentare i personaggi, per cui mi sento di assegnarti un punteggio pieno senza troppe remore. Una fic veramente ben scritta in cui ogni singolo particolare svolge il suo ruolo di arricchire l’universo inedito e ambientare il lettore con grazia e, al tempo stesso, con un senso di cautela implicito che è impossibile non percepire distintamente.


Trama e originalità: 9/10

Benché il testo sia legato a una storia molto più ampia e di per sé non sia lunghissimo, ho trovato tutte le dinamiche mostrate assolutamente chiare e comprensibili. La struttura della trama ha aiutato notevolmente in questo, in quanto presenta il protagonista in un momento di riflessione per poi narrare i retroscena che lo hanno portato a quel punto. L’immersione è dunque graduale e man mano che scopriamo le circostanze siamo propensi, allo stesso tempo, sia a soffrire con il protagonista ma anche a distanziarci quando vengono presentate determinate sue azioni.

Da quanto si evince dalle tue note, il Negromante è il villain della saga, eppure qui ha un suo fascino tragico, perché siamo ancora in quel punto della storia in cui, almeno in parte, siamo ancora portati a fare il tifo per lui. E la conclusione finale è tanto sofferta quanto inevitabile, e i toni della situazione si sono mantenuti adeguati, intensi e solenni.

Come ti dicevo anche prima – ma lo ribadisco perché le ho apprezzate davvero moltissimo – le descrizioni del paesaggio autunnali sono state supreme; non ti sei limitato a mostrare i costituenti effettivi – le foglie rosse e gialle, la consistenza del terreno, il vento – ma hai presentato ciascun elemento con diverse analogie e similitudini, per cui il risultato non solo è suggestivo ma anche originale nella forma.

Altro aspetto innovativo è stato vedere il ciclo delle stagioni inteso non come rinascita ma come morte, soprattutto nel periodo trattato, e l’analogia con la Sindrome di Stoccolma applicata però alla costante vittoria della morte sulla vita – resa evidente nel mese di ottobre – è stata inaspettata, ma assolutamente sviscerata a dovere. Così come un prigioniero giustifica le azioni del suo carceriere, anche la vita lotta per trovare un senso in un mondo in cui la morte è destinata a prevalere, mentre il Negromante si ostina a diffondere l’immortalità pur disprezzando in parte la sua condizione.

In tutto ciò c’è stato solo un dettaglio che non ho sono riuscita a comprendere, ovvero le circostanze riguardo la morte della madre del protagonista. Viene detto più volte che è stato lui stesso a sacrificare la donna, eppure viene mostrata mentre viene uccisa da un orso, e da quello che dici tu stesso nelle note – ma anche da quello che si evince dal testo – il Negromante è divenuto tale in seguito a questo evento, proprio nel vano tentativo di sconfiggere la morte e avere l’occasione di poter rivedere Cerva Argentea. Allora perché si parla sempre di rimorso e di sacrificio della madre?

Le dinamiche di questa parte di racconto non mi sono risultate limpide – soprattutto in relazione al resto del testo che invece ho trovato meno ambiguo. Si tratta di una credenza del Negromante – l’essere stato in qualche modo responsabile – oppure il rimpianto che prova è in relazione a qualcos’altro?

A parte questo dettaglio, tuttavia, il percorso che l’uomo fa e le differenze mostrate tra la sua figura presente e quella passata sono consistenti e verosimili, e mi è piaciuto vedere la sfera psicologica analizzata tanto quanto le sue azioni effettive, ha donato più spessore e una sorta di pathos alla vicenda.


Caratterizzazione dei personaggi: 8,5/10

Inizio qui col dirti che la presentazione del protagonista è stata strabiliante; invece che semplicemente dire che si tratta di un Negromante, la bellissima introduzione alla sua figura è fatta dalla Morte stessa, mostrandolo fin da subito come una contraddizione vivente, per sempre condannato a servire entrambe le entità opposte che costituiscono il mondo.

A dir la verità, per quanto riguarda i tre personaggi principali che ci vengono mostrati, mi è sembrato che ci fosse anche spazio a sufficienza per qualche interpretazione personale. Fammi sapere se ho preso una cantonata enorme o se quello che sto dicendo ha una parvenza di senso, ma ho percepito come se il padre rappresentasse la Morte e la madre la Vita, creando effettivamente i “genitori” di un Negromante, bloccato tra i due senza possibilità di svincolarsi dalla sua situazione eterna.

Non so se questo fosse effettivamente voluto, ma l’ho trovata una sorta di allegoria molto ben fatta e adeguata, che ha aggiunto un’ulteriore aria di mistero a una situazione già di per sé complicata e peculiare.

Inoltre, benché si percepisce che ci sia molto di più da dire sul mondo in cui vive e sulle persone che è propenso a incontrare, per non parlare del suo “lavoro” di Negromante, anche con questa breve introduzione al suo personaggio è chiaro che si tratta di una figura imponente e potente. Il suo animo è dilaniato dal rimpianto e da un desiderio che, nel profondo, sa di non poter raggiungere, ma che ugualmente si batte per realizzare. Nel complesso, quindi, è una figura intrigante e unica nel suo genere, nonché dalle più svariate sfaccettature che sono certa hai avuto modo di ampliare nelle altre storie a riguardo.

Quello che invece mi sarebbe piaciuto vedere in maniera un po’ più sostanziale sono i genitori, e in particolar modo il rapporto che il Negromante ha con i due prima che muoiano, magari anche per evidenziare la differenza tra passato e presente. Capisco che non siano il reale fulcro del discorso, ma la loro presenza appena accennata ha inevitabilmente scaturito molte domande, a partire anche dal banale quesito del perché abbiano dei nomi di animale. Si tratta perlopiù di elementi di contorno, me ne rendo conto, ma qualche dettaglio in più avrebbe senz’altro arricchito la narrazione rendendola inespugnabile e completa.

Anche così, comunque, hai svolto un ottimo lavoro nel delineare in relativamente poche parole una personalità protagonista tanto prorompente, e che personalmente ricorderò per molto tempo, proprio per i tratti decisivi e i pensieri originalissimi che hai presentato. E sarò sicuramente felice di recuperare l’intera serie di racconti per scoprire più nel dettaglio come questo personaggio si relaziona agli altri e il ruolo certamente fondamentale che ricopre nell’opera principale.


Utilizzo del pacchetto: 6,5/8 (1,5 + 5)

Il tuo pacchetto conteneva il sentimento “angoscia” e posso dirti con estrema facilità che hai centrato in pieno questo tema. Non soltanto il protagonista ma persino il lettore – o, perlomeno, io – provano questa sensazione di irrequietezza dall’inizio alla fine, sia per via dell’atmosfera che per lo stesso protagonista, che di certo non è un simbolo di gioia e prosperità, ma è in grado di portare disperazione e paura ovunque vada.

Sia gli avvicendamenti attuali sia i brevi flashback narrati hanno un elemento di suspense e disagio, come se qualcosa di brutto stesse per accadere da un momento all’altro. Mi è capito raramente di rimanere così colpita dal clima di una fanfiction, ma qui è parte integrante della storia in maniera sostanziale, e a buon ragione: è il tocco finale di un racconto assai coinvolgente.

Il prompt era invece “rimpianto”, e purtroppo l’ho percepito un po’ meno, proprio perché come ti dicevo non sono riuscita ad afferrare appieno le dinamiche di base riguardanti il protagonista e la madre. Il senso del rimpianto è presente, viene nominato dal Negromante stesso, ma non sono riuscita ad afferrare quale effettivamente sia questo rimpianto.

Mi dispiace non poter essere più esaustiva di così, e anzi aspetto la tua risposta per chiarirmi questo unico dubbio che la storia mi ha lasciata, chiedendoti scusa in anticipo per non aver afferrato quello che intendevi comunicare.


Utilizzo dell’elemento bonus: 2/2

Elemento utilizzati: genere sovrannaturale, genere introspettivo.


Gradimento personale: 7,5/10

Questa storia è stata una bella introduzione al mondo fittizio che hai creato, in quanto presenta uno dei suoi protagonisti in maniera eccellente. In generale il tipo di personaggio come il Negromante è uno dei miei preferiti, quei cattivi che hanno alle spalle un vissuto tragico che, seppur non giustifica le loro azioni, aiuta senz’altro a comprenderle e a mostrare la situazione dal loro punto di vista.

Quasi non vorrei sapere la fine cupa che sono quasi certa che avrà, ma sono intenzionata assolutamente a rincontrare questa interessantissima personalità in futuro e a leggere i suoi commentari oscuri e a tratti vendicativi che vediamo qui accennati.

Un protagonista degno del suo nome, insomma; complimenti per averlo creato in modo così distintivo per questo contest!


Totale: 53,35/60





Beh, wow.
Questa valutazione è stata una sorpresa. Non mi aspettavo che la mia storia fosse da Top 10, onestamente. Insomma, credo nel mio lavoro, ma ho letto alcuni racconti e li ritenevo sinceramente più completi ed efficaci del mio.
Ciononostante, la tua valutazione è oggettiva e tutti i punti da te lamentati sono perfettamente sensati. Perché potrei richiamare qualche passaggio nel quale il Negromante s’incolpa della morte di Cerva Argentea, perché è stato lui, quel giorno, a implorarla di visitare il bosco. Ma non lo farò: queste motivazioni sono troppo importanti per essere liquidate in un periodo, e se hai faticato a rintracciare questo particolare significa che non ho usato i miei strumenti nel modo giusto per farlo risaltare.
Un aspetto su cui dovrò assolutamente migliorare :)
Sono contento che il mio stile e soprattutto il mio personaggio ti siano piaciuti. Non è esattamente il villain, ma il suo braccio destro. Se un giorno vorrai leggere le Cronache, scoprirai che sono menti affini.
Sui genitori del Negromante c’è questo legame che hai ravvisato, ma inverso. La madre rappresenta la Morte, il suo dolore, il trauma. Il padre rappresenta la Vita, la sua debolezza, insomma l’emblema di questa Sindrome di Stoccolma.

Per chiudere, ti faccio i complimenti per aver superato questa prova di forza. Ho sudato per te in questi giorni, sappilo, e proprio per questo sarei lietissimo di ricevere la tua valutazione come recensione. Se possibile :)

In ultimo, come procede la storia di Astelera ecc.? Se posso aiutare in qualche modo, fammi sapere. E ovviamente, anche quando e se la pubblicherai ;)
[Modificato da Ghostro 30/01/2021 15:34]
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30/01/2021 15:33
 
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fantaysytrash, 30/01/2021 14:28:

XIX POSTO

“Birra e foglie, un nuovo inizio”, Vale_P – 39,85/60

Grammatica e stile: 14,85/20 (12,85 + 2)

La storia non presenta nessuna mancanza grave, solamente qualche errorino di distrazione o di battitura, che trovi riportati di seguito.

“Non appena spalancò, la porta l'aria secca e un forte vento freddo la scossero come una secchiata d'acqua in pieno viso riportandola un po' più vicino alla realtà.” -> la virgola va messa dopo “porta” (-0,15)

“[…] la stava cullando come una Ninna Nanna in un posto sereno e tranquillo.” -> “ninnananna”

“In fine fece un bel respiro profondo e si incamminò.” -> “Infine”

“Dal tronde” -> “D’altronde” (-0,50)

“alchool” -> “alcol” o “alcool”

“Si, aveva deciso.” -> “Sì”

“Il crepitio delle foglie secce sotto ai piedi accompagnò ogni suo passo […]” -> “secche”

“[…] questo creava un infinità di dubbi […]” -> “un’infinità” (-0,50)

“[…] in quel momento a Cadringa non era ancora nè odiata e nè temuta […]” -> “né”

Ho notato inoltre è che hai sempre inserito la lettera maiuscola dopo i discorsi diretti, quando la frase andava invece a completare (-0,15 per dieci volte -> -1,50 -> punteggio cumulativo sottratto: -1,00)


Lo stile purtroppo non mi ha convinta molto; l’ho trovato veramente semplice e non idoneo con il tipo di storia che sei andata a trattare. Ci troviamo in un mondo fantasy, ma le vicende narrate non si addicono a un universo fantastico, o almeno non sono immediatamente riconoscibili come tali da un componimento del genere, basato su una longfic più ampia a cui ovviamente io non mi sono attenuta.

Ci sono stati diversi elementi che non mi hanno soddisfatta appieno, primo tra tutti il cambio di narratore e focalizzazione del testo; inizialmente la vicenda è narrata dal punto di vista di Vail, ma poi compaiono alcune osservazioni fuori luogo, come “Un uomo, con un buffo cappello giallo a nascondere la sua grande testa pelata, stava cuocendo delle castagne dentro un bidone di latta” che non sono idonei con quello che hai mostrato fino a quel momento: come fa Vail a sapere che l’uomo è pelato se indossa un cappello? Questa è una frase che spezza il ritmo della storia, e mi spiace dire che lo fa inutilmente; l’uomo in questione è assolutamente irrilevante al momento e avresti potuto trovare un altro metodo per introdurre la sua descrizione senza intralciare una narrazione che, fino a quel punto, era abbastanza scorrevole.

Oppure a metà storia compare improvvisamente un pensiero di Yuuji – in particolare alla frase “Il ragazzo provò un lieve sconforto e iniziò a pensare che le voci che giravano sul suo conto fossero vere” – e di nuovo questo salta all’occhio come elemento di disturbo perché Vail non ha motivo di sapere cosa il ragazzo stia pensando.

Non ho problemi con una focalizzazione esterna o un narratore onnisciente, ma questi due punti sono gli unici che non corrispondono a quella che altrimenti sarebbe una normalissima focalizzazione interna, e provocano una rottura nel flusso del racconto che, almeno a me, è risultata piuttosto lampante e immotivata.

Un altro elemento che stona con il tono della vicenda è l’uso di espressioni come “Che buon profumo!” intervallate nel mezzo della narrazione che trovo superflue e che in qualche modo sminuiscono il clima di tensione e solitudine presente. Un discorso simile va fatto per i punti esclamativi alla fine delle frasi, i quali sarebbero da evitare – in qualsiasi tipo di contesto – a meno che non ci sia una motivazione valida. Nella frase “L'uomo delle caldarroste se ne era andato!” quel punto esclamativo non ha motivo di esistere, in quanto l’intonazione richiesta dalla punteggiatura non è consona alla situazione. Suppongo dovesse mostrare stupore, ma nel punto in cui è posizionata e in relazione alle altre proposizioni presenti non mi sembra svolga una funzione di collante, ma crea una sorta di distanziamento con quello che stai descrivendo.


Trama e originalità: 6,5/10

Ammetto di avere avuto qualche difficoltà ad ambientarmi in questa storia, in quanto ho riscontrato la mancanza di un contesto preciso e delle indicazioni generali su cosa stesse succedendo. Trattandosi di un racconto fantasy, un minimo di world-building che aiuti a calarsi nella situazione è assolutamente vitale e necessario, altrimenti si è in balìa degli eventi e occorrono diverse riletture per afferrare tutti i concetti.

Tra l’altro, gli elementi fantastici qui sono pochissimi, tanto che per tre quarti della storia non sembra affatto un universo diverso dal nostro, ed è solo grazie al nome inventato del regno – città? regione? – e le condizioni inusuali in cui si trova Vail che notiamo le differenze.

Un consiglio che mi sento di darti è quello di inserire descrizioni più lunghe ed esaustive, nonché collocate in maniera strategica. Ad esempio, la frase “All'interno del locale faceva caldo e c'era profumo di cibo e un chiacchiericcio indistinto di sottofondo che, insieme alle diverse birre bevute, la stava cullando come una Ninna Nanna in un posto sereno e tranquillo” è una descrizione dell’interno del locale, e pertanto l’avrei inserita prima che la protagonista aprisse la porta per uscire, in modo da iniziare la storia con un po’ di contesto e ambientazione, definendo l’ambiente in cui ci troviamo in maniera progressiva, e solamente in seguito proseguire con l’azione.

In generale, ho trovato che molti dettagli sono stati lasciati tra le righe, nomi di personaggi secondari citati un paio di volte come se dovessero significare qualcosa – presumibilmente perché presenti nell’altra storia a cui questa è ispirata – o eventi come “un addestramento al castello”, “piani di arricchimento”, “vita criminale” che temo non abbiano avuto l’effetto desiderato semplicemente perché non sono stati approfonditi a dovere.

Una volta superato questo ostacolo, comunque, la trama procede senza ulteriori intoppi, in quello che è un lungo momento introspettivo in cui Vail si interroga sulla sua vecchia vita e cerca di decidere se vuole tornare ai vecchi metodi oppure intraprendere una nuova strada. È stato interessante seguire il flusso dei suoi pensieri, anche se non ho afferrato la storia del coma da cui si è risvegliata, sempre legato alla problematica esposta in precedenza.

Un aspetto che invece ho apprezzato è stata la descrizione del periodo autunnale, e le correlazioni che hai inserito tra il paesaggio e la protagonista stessa. A tal proposito, mi ha colpita molto la frase “Si frantumavano tra le sue mani, così come tutte le convinzioni con le quali aveva sempre convissuto si stavano sbriciolando all'interno della sua testa”, l’ho trovata davvero d’effetto e quasi poetica.

Anche in quanto a originalità non ho niente di rilevante da dire, non ho riscontrato elementi o dialoghi particolarmente popolari, e nel complesso la storia è molto fine a se stessa, come una sorta di spaccato di vita a seguito di una situazione abbastanza particolare e propria di questo universo, ovvero il coma dal quale Vail si è appena risvegliata.


Caratterizzazione dei personaggi: 6/10

Vail è senza dubbio il personaggio meglio delineato e più completo della storia, com’è naturale che sia dato che è la protagonista. È un tipo combattivo e combattuto, e il conflitto interno che la accompagna per tutto il testo è percepibile in maniera piuttosto nitida e dirompente. Si trova in un momento di stasi, dopo quella che si può presumere essere stata una vita travagliata, e sta valutando cosa fare del suo futuro e come comportarsi per riuscire a sopravvivere. Allo stesso tempo, però, è una persona molto sola e questo incide sempre di più sul suo animo e sul suo umore.

Ritengo che nel corso della storia siano stati introdotti molti elementi riguardo Vail che hanno contribuito a creare un suo profilo abbastanza preciso; la rabbia che si porta dietro, il suo passato oscuro e a tratti illegale, i dubbi circa la sua condizione… questi sono stati tutti elementi interessanti e sviluppati sufficientemente per dare un’idea completa di chi abbiamo di fronte.

Purtroppo lo stesso non si può dire di tutti gli altri personaggi menzionati, i quali sono semplici comparse che appaiono per qualche istante prima di scomparire nel nulla, e di cui non si sa assolutamente niente di rilevante. Come dicevo anche prima, si tratta di persone accennate in un modo che fa presumere siano protagonisti in un’altra storia, ma purtroppo ho trovato diversi dettagli confusi e disordinati.

Per quanto riguarda Shin, ad esempio, ho passato l’intera storia a chiedermi se fosse un bambino, un animale, una creatura sovrannaturale, o qualcosa di totalmente diverso. Solamente verso la fine lo vediamo comparire in carne e ossa, ma non si sa chi sia in relazione a Vail, né che aspetto abbia, quale sia la sua età, se abbia capacità magiche o sia umano…

Lo stesso ragionamento vale per Richard, che viene menzionato diverse volte ma di cui non si conosce nessun particolare, e Yuuji, il quale dovrebbe svolgere la funzione di turning point per la protagonista, ma che risulta troppo piatto e indefinito per essere davvero considerato. Il repentino cambio di carattere di Vail, infatti, mi ha un po’ spiazzata, dato che sono bastate poche riflessioni – tra l’altro neanche innovative o intelligenti – per farle cambiare completamente atteggiamento.

I personaggi secondari, quindi, sono stati trattati in maniera molto superficiale, compaiono nella narrazione all’improvviso, senza spiegazione, e sono a tutti gli effetti figure di contorno. Hanno senza dubbio del potenziale, ma non ci sono abbastanza elementi per figurarseli davanti, per cui un secondo dopo aver terminato la storia ce li si è già dimenticati.


Utilizzo del pacchetto: 4,5/8 (1 + 3,5)

Il sentimento del pacchetto da te scelto era “solitudine”, e se da un lato è stato certamente inserito all’interno della storia – e viene anche citato esplicitamente dalla protagonista – è solo nella seconda metà della storia che viene realmente preso in considerazione e analizzato.

All’inizio, infatti, non si capisce fino in fondo cosa affligga la protagonista in quanto appare lei stessa parecchio confusa e ubriaca. Solamente quando incontra Yuuji ci viene esplicitato un po’ di più quali siano le sue preoccupazioni, ma non viene comunque spiegato il perché si senta sola; o almeno, io non sono riuscita a capirlo, oltre al fatto che in passato ha compiuto atti illegali per poter sopravvivere e, di conseguenza, è stata costretta più volte a cambiare città. Questa però non è una vera esplorazione del sentimento, quanto più un accenno, un inizio di un discorso più ampio, il quale però non arriva mai, lasciando in sospeso diverse questioni che invece avrebbero arricchito l’introspezione di Vail.

Per quanto riguarda il prompt, quello corrispondente al pacchetto era “maledizione” e purtroppo non l’ho percepito quasi per nulla; viene menzionato giusto alla fine, ma non ho capito se era in riferimento alla solitudine di Vail o se ci fosse un significato più ampio e articolato. Per come viene descritto, pare si tratti della maledizione di rimanere sempre da sola, ma sinceramente questo è dovuto alle scelte del personaggio, non a qualche influenza esterna, e pertanto mi sembra sia stata un po’ una forzatura, considerando anche il fatto che non se ne fa parola in nessun altro punto del racconto.


Utilizzo dell’elemento bonus: 2/2

Elementi utilizzati: genere introspettivo.


Gradimento personale: 6/10

La storia purtroppo non mi ha convinta fino in fondo, in quanto mi è parso uno spezzone di un’opera più lunga in cui mancavano determinati elementi affinché io comprendessi appieno tutte le dinamiche.

Ha avuto i suoi punti di forza, e mi ha anzi incuriosita abbastanza da farmi vagare sul tuo profilo alla ricerca della fic che ha ispirato questa – e che spero di poter leggere quanto prima – ma non l’ho ritenuta qualcosa che potesse stare in piedi da sola, senza input ricercati altrove.

Sono comunque contenta che sia nata anche grazie ai miei prompt, e mi auguro davvero di ritrovarti in altri miei contest con un’altra idea, magari sempre legata a questo mondo da te creato, e che possa catturarmi in maniera maggiore!


Totale: 39,85/60



Grazie mille per la valutazione dettagliatissima, ogni consiglio è stato prezioso! Sicuramente rileggerò il tutto più volte con attenzione. Purtroppo forse non sono riuscita a capire cosa NON fosse chiaro e cosa meritasse un approfondimento proprio perché io nella mia testa avevo già presente la storia principale. Non sono riuscita ad essere obbiettiva. Ti ringrazio molto per i consigli sullo stile di scrittura, importantissimi. Infatti ho questa mega storia in mente da diverso tempo ormai, ma buttarla giù per iscritto è davvero un parto! Sono molto più brava con racconti brevi e situazioni comuni, ma allo stesso tempo mi spiacerebbe "buttare via" quello che ho nella mia mente... quindi ho approfittato di questo tuo contest per esercitarmi un po' 😅 il mio intento ora e modificare la storia e renderla effettivamente godibile anche da sola. Spero di trovare presto anche il "coraggio" di rimettermi al lavoro sull'opera principale! Ripeto che tutti i tuoi appunti mi sono stati davvero preziosi 🙂

Vale_P
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30/01/2021 15:46
 
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Re: Re:
Spettro94, 30/01/2021 15:33:



Beh, wow.
Questa valutazione è stata una sorpresa. Non mi aspettavo che la mia storia fosse da Top 10, onestamente. Insomma, credo nel mio lavoro, ma ho letto alcuni racconti e li ritenevo sinceramente più completi ed efficaci del mio.
Ciononostante, la tua valutazione è oggettiva e tutti i punti da te lamentati sono perfettamente sensati. Perché potrei richiamare qualche passaggio nel quale il Negromante s’incolpa della morte di Cerva Argentea, perché è stato lui, quel giorno, a implorarla di visitare il bosco. Ma non lo farò: queste motivazioni sono troppo importanti per essere liquidate in un periodo, e se hai faticato a rintracciare questo particolare significa che non ho usato i miei strumenti nel modo giusto per farlo risaltare.
Un aspetto su cui dovrò assolutamente migliorare :)
Sono contento che il mio stile e soprattutto il mio personaggio ti siano piaciuti. Non è esattamente il villain, ma il suo braccio destro. Se un giorno vorrai leggere le Cronache, scoprirai che sono menti affini.
Sui genitori del Negromante c’è questo legame che hai ravvisato, ma inverso. La madre rappresenta la Morte, il suo dolore, il trauma. Il padre rappresenta la Vita, la sua debolezza, insomma l’emblema di questa Sindrome di Stoccolma.

Per chiudere, ti faccio i complimenti per aver superato questa prova di forza. Ho sudato per te in questi giorni, sappilo, e proprio per questo sarei lietissimo di ricevere la tua valutazione come recensione. Se possibile :)

In ultimo, come procede la storia di Astelera ecc.? Se posso aiutare in qualche modo, fammi sapere. E ovviamente, anche quando e se la pubblicherai ;)




Guarda, anch'io ho sudato negli ultimi giorni, ma alla fine ho messo il turbo e ho concluso nei tempi prestabiliti; sono felice dunque che tu abbia apprezzato il risultato finale.
Interessante che i simbolismi del Padre e della Madre siano invertiti, riguardando il tutto mi sembrano plausibili entrambe le interpretazioni. E sicuramente passerò dall'altra storia per comprendere meglio tutte le dinamiche dei personaggi.

Per ovvi morivi, la fic su Astelera si è dovuta mettere in stand-by, ma verrà sicuramente ripresa molto velocemente e il primo capitolo non dovrebbe essere così lontano dalla pubblicazione. Ma grazie dell'interesse, come ben sai il tuo pacchetto è stato sentito molto vicino a me e le idee non mancano di certo.

Passo subito a lasciarti la recensione, e al prossimo contest! (Anche se dopo questo tour de force, un paio di settimane lontano dal forum ci vogliono)
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Post: 1.389
Giudice*****
30/01/2021 15:48
 
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Re:
Vale_P, 30/01/2021 15:33:

Grazie mille per la valutazione dettagliatissima, ogni consiglio è stato prezioso! Sicuramente rileggerò il tutto più volte con attenzione. Purtroppo forse non sono riuscita a capire cosa NON fosse chiaro e cosa meritasse un approfondimento proprio perché io nella mia testa avevo già presente la storia principale. Non sono riuscita ad essere obbiettiva. Ti ringrazio molto per i consigli sullo stile di scrittura, importantissimi. Infatti ho questa mega storia in mente da diverso tempo ormai, ma buttarla giù per iscritto è davvero un parto! Sono molto più brava con racconti brevi e situazioni comuni, ma allo stesso tempo mi spiacerebbe "buttare via" quello che ho nella mia mente... quindi ho approfittato di questo tuo contest per esercitarmi un po' 😅 il mio intento ora e modificare la storia e renderla effettivamente godibile anche da sola. Spero di trovare presto anche il "coraggio" di rimettermi al lavoro sull'opera principale! Ripeto che tutti i tuoi appunti mi sono stati davvero preziosi 🙂





Grazie a te per aver partecipato! Sono contenta che tu abbia ritrovato degli spunti interessanti, alla fine è quello lo scopo di mettersi alla prova nei contest! In bocca al lupo per le tue modifiche 💪
Per caso gradisci la valutazione come recensione alla storia?
30/01/2021 15:56
 
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Re:
fantaysytrash, 30/01/2021 14:40:


XIII POSTO

“Clarissa”, SafeAndSound – 50,05/60

Grammatica e stile: 17,05/20 (13,55 + 3,5)

La storia è perlopiù priva di errori grammaticali, ho riscontrato solamente un paio di imprecisioni secondarie che ti riporto di seguito, ma nel complesso si tratta di un testo pulito e curato a dovere.

“[…] e io non ebbi mai l’occasione di vedere cosa combinasse colui che era diventata la mia condanna.” -> “diventato”

“[…] non potevo fare a meno di ripetermi il nome dell’altra strega in testa, un nome cosìadatto a una strega.” -> manca uno spazio tra “così” e “adatto”

“«Mi hai ferito, Jareth. Sin dal primo giorno sapevo che avrei fatto di tutto per te, non importava quanto tu mi ignorassi o mi trattassi con sufficienza,»  lui cercò di interrompermi, volendomi spiegare come le cose erano andate veramente […]” -> c’è uno spazio di troppo prima di “lui” e il verbo corretto dovrebbe essere “fossero andate” (-1,00)

“[…] ripresi il mio discorso: «mi sono sempre impuntata […]»” -> a inizio dialogo ci vuole la lettera maiuscola (-0,15)

“Sollevai leggermente il viso, tenendolo puntato su di lui: «me ne pento […]»” -> a inizio dialogo ci vuole la lettera maiuscola (-0,15)

“«ferirti non è mai stata mia intenzione, Clarissa. Volevo davvero riuscire a stregare questo cappello, e avevo insistito così tanto che non riuscivo a dirti che non ci ero riuscito, per questo…»” -> a inizio dialogo ci vuole la lettera maiuscola (-0,15)


Lo stile è stato abbastanza scorrevole e senza particolari intoppi, anche se spesso ci sono state delle frasi lunghissime che hanno un po’ rallentato la narrazione.

In generale, i toni sono stati molto diretti e privi di giri di parole, a tratti anche in modo eccessivo, in quanto anche le più profonde considerazioni di Clarissa vengono narrate con lo stesso ritmo e le stesse tonalità delle descrizioni dell’ambiente, per esempio. Un po’ più di diversificazione, magari con l’utilizzo di termini più elevati o una diversa struttura delle frasi, avrebbe sottolineato in maniera immediata il cambio di registro per queste parti più emotive e d’impatto – che sono molto interessanti, ma mancano di una sfumatura marcata rispetto al resto.

Un paio di altre piccole imprecisioni che ho notato sono state:

- “Il buio calò improvvisamente, e altrettanto improvvisamente mi sentii stringere da delle braccia” -> “da un paio di braccia” è più scorrevole

- “Il mio compito consistette quindi essenzialmente nel dover controllare che nessuno entrasse nell’aula che alla fine delle nostre lezioni decidevamo di occupare” -> l’imperfetto “consisteva” sta meglio, dato che si tratta di un’azione ripetuta costantemente nel passato e non avvenuta un’unica volta (ed è più in sintonia con l’altro verbo, “decidevamo”)

- “Quando glielo chiedevo mi rispondeva che mi avrebbe mostrato tutto una volta che ci fosse riuscito, e quando finalmente ci riuscì era ormai Natale […]” -> ripetizione superflua del verbo “riuscire”

- “[…] non riuscivo a intravedere niente di quella sottospecie di streghetta che ero fino a un’ora prima” -> “ero stata fino a un’ora prima”

Non si tratta di veri e propri errori, non c’è nulla di fondamentalmente sbagliato, ma alcune scelte lessicali hanno appunto stonato con una narrazione altresì molto fluida, risaltando eccessivamente quando non ce n’era bisogno.


Trama e originalità: 9/10

La trama della storia è stata molto improntata sulle interazioni dei personaggi, e questo non è necessariamente un aspetto negativo. In realtà mi è piaciuto come i vari eventi passati siano stati integrati con le considerazioni private di Clarissa che riflette sul suo rapporto con Jareth, dal momento del loro primo incontro a tutti i sentimenti che ha suscitato in lei nel corso degli anni.

Questo ha permesso di portare avanti sia la trama che la caratterizzazione dei personaggi nello stesso momento, in un modo che mi ha particolarmente convinto dato che le reazioni di entrambi i protagonisti sono ben più significative degli avvenimenti effettivi, i quali fungono solo da sfondo per le loro dinamiche.

Il succedersi delle varie scene è stato trattato altrettanto bene; infatti, nonostante ci vengano mostrati svariati momenti nel corso di ben cinque anni – tre con Jareth, in particolare – il testo è stato privo di confusione, contraddizioni, o passaggi non chiari. Attraverso il tipo di rapporto che si instaura tra i due, si riesce a percepire la diversa atmosfera che aleggia nell’Accademia, e da un certo punto di vista sono proprio le sensazioni che Clarissa prova a scandire il tempo e a inquadrare la situazione, cosa a parer mio per niente scontata o banale.

Un aspetto – forse l’unico – di cui ho sentito la mancanza riguarda invece la mancanza di approfondimento circa il sistema magico presente in questo universo. Viene solamente detto che ciascun mago ha un legame particolare con un elemento naturale da cui deriva la tipologia delle magie che è in grado di fare, ma non viene esplicitato nient’altro, quando invece credo sarebbe risultato veramente interessante vedere più da vicino lo sviluppo dei poteri di Clarissa, soprattutto in relazione ai diversi anni scolastici che segue. Non viene mai detto come le sue capacità aumentino o si perfezionino, né vediamo nello specifico in quale modo viene “selezionato” l’elemento corrispondente a ciascuno studente. È un aspetto ereditario? Si può in qualche modo controllare e scegliere l’elemento che più piace? Come si scopre quale effettivamente questo sia? Tutto questo viene lasciato abbastanza sullo sfondo, mentre in una storia del genere sarebbe risultato assolutamente in linea con le tematiche raccontate.

E a tal proposito, sorge un’altra domanda rilevante, ovvero: com’è stato possibile che Clarissa sia riuscita nello stregare il cappello quando Jareth ci ha provato per mesi senza successo, se le loro capacità magiche sono pressoché uguali? È semplicemente dovuto al fatto che lei sia più potente, o si basa tutto sul pensiero – scritto esplicitamente nel testo – che tutto ciò che è servito è stato credere in se stessa? In quest’ultimo caso, mi sembra un po’ irreale, considerando tra l’altro le condizioni mentali non esattamente nel picco della salute che ha in quel determinato momento.


Caratterizzazione dei personaggi: 9/10

Clarissa è una protagonista testarda e determinata, pronta a tutto per recuperare l’orgoglio ferito e vendicarsi dell’affronto subito, e per quanto mi riguarda è stata un’assoluta gioia da leggere.

La vera parte forte, ovviamente, è stata l’evoluzione del suo personaggio, che da ragazzina innamorata disposta a fare di tutto per ottenere l’attenzione di Jareth si trasforma in un semi-letterale angelo della morte, ottenendo la sua rivalsa per tutti i torti che nel corso degli anni ha dovuto sopportare.

Tale crescita è stata non solo intrigante ai massimi livelli, ma a mio avviso anche necessaria per donare alla storia un tocco di personalità e originalità in più. La seconda metà della storia, infatti, quando Clarissa prende in mano la sua vita e si decide ad agire, è stata molto più interessante e accattivante della prima, proprio perché è stato liberatorio anche per noi lettori vederla così agguerrita e in preda a una profonda determinazione.

Nel complesso, quindi, è stata un personaggio principale veramente molto valido, con cui non è particolarmente difficile empatizzare, soprattutto visti i suoi più profondi pensieri di cui siamo resi partecipi.

L’unico sassolino nella scarpa per quanto riguarda questo parametro concerne la figura di Jareth, su cui personalmente avrei gradito qualche informazione ulteriore. Sappiamo che è ambizioso e che non vuole limitarsi al controllo del fuoco ma espandere il suo dominio anche agli altri elementi, ma l’approfondimento finisce lì. Un momento in cui viene mostrato un tentativo di “espansione” della sua magia avrebbe ampliato il suo personaggio, che qui invece viene ridotto a una sorta di “villain” senza che però faccia effettivamente qualcosa di palesemente sbagliato. Siamo portati a disprezzarlo perché la voce narrante è quella di Clarissa, ma non mi sento di dire di conoscere alcun aspetto della sua personalità che non sia stato filtrato dall’odio e dall’umiliazione provati dalla protagonista.

Il focus principale, tuttavia, è senz’altro lei e le sue emozioni, quindi capisco anche la scelta di lasciare Jareth più nell’ombra, sebbene a mio avviso abbia molte più potenzialità di quante effettivamente siano state mostrate nel testo.

Detto questo, l’emotività che trasuda dalla storia non può che colpire parecchio, e personalmente mi sono ritrovata molto in lotta con me stessa per quanto riguarda Clarissa stessa; da un lato si può comprendere la sua furia e il suo desiderio di vendetta, dall’altro però credo che la sua reazione – dati gli elementi a nostra conoscenza – possa essere considerata anche un tantino esagerata. A mio avviso, questa è stata una cosa assolutamente positiva, perché ha reso il personaggio complesso e interessante; non si tratta solo di una rivendicazione amorosa, ma il suo cambiamento concerne anche la sua magia. Libera dalla voglia spasmodica di essere al centro dell’attenzione di Jareth, è in grado di compiere stregonerie più complesse e di prevalere sull’altro ragazzo in maniera definitiva. Un risvolto davvero splendido!

E, ovviamente, ho adorato il finale con Clarissa e Demetria che sono diventate amiche nonostante tutto; conclusione top!


Utilizzo del pacchetto: 5,5/8 (3 + 2,5)

Il prompt del pacchetto era “cappello” e direi che è stato senza ombra di dubbio l’elemento intorno cui si è svolta l’intera vicenda. Non solo è presente in maniera costante dall’inizio alla fine, ma costituisce a tutti gli effetti il punto di svolta nel carattere di Clarissa. Così come l’oggetto era stato in passato motivo di curiosità e mistero, vedere Jareth posarlo sul capo di un’altra ragazza è la cosiddetta goccia che ha fatto traboccare il vaso. Punteggio pieno, dunque, per questo uso così accurato e centrale.

Per quanto riguarda il sentimento, invece, era “follia”, e in questo caso mi sento di commentare che non sia stato utilizzato nella maniera migliore. Sicuramente Clarissa prova una sorta di ossessione verso il cappello, e man mano diventa sempre più vendicativa e crudele, ma non la chiamerei addirittura follia. Infatti, resta sempre nel pieno delle sue capacità mentali, commette quel sortilegio e uccide Jareth assolutamente consapevole delle sue azioni.

Tra l’altro, la sensazione così forte che prova svanisce totalmente una volta che Jareth è effettivamente morto, e per quanto triste e scossa non si ritrova pentita o inorridita da ciò che ha fatto.

Una parvenza di questo sentimento tuttavia si è sentita, e Clarissa stessa chiama in questo modo il suo raptus improvviso, però credo che in generale tu abbia privato il termine delle sue caratteristiche più fondamentali, tra cui la totale perdita di controllo e l’incapacità di controllare i propri comportamenti.


Utilizzo dell’elemento bonus: 2/2

Elementi utilizzati: genere sovrannaturale, genere introspettivo.


Gradimento personale: 7,5/10

Sebbene il tema della stregoneria sia molto caro alla maggior parte di noi lettori, non ho avuto moltissime occasioni di leggere fic a riguardo. Questa è stata sicuramente una storia che ben si inserisce in questo sottogenere del fantasy/sovrannaturale e grazie alla presenza di una protagonista degna di questo nome e lo sfondo così carico di potenziale non ho potuto fare a meno di restare intrigata dall’inizio alla fine.

Come già detto, con qualche nozione in più circa i poteri effettivi che gli studenti hanno e l’Accademia in cui l’intera fic ha luogo, il tutto sarebbe stato veramente perfetto. Anche così, comunque, sono stata intrattenuta a dovere e ho avuto un’esperienza di lettura più che piacevole.

E sono ovviamente molto contenta che questo contest ti abbia aiutato a sbloccarti nella scrittura; spero troverai altrettanto interessanti le eventuali iniziative future!


Totale: 50,05/60







Ciao Fantaysytrash!
Innanzitutto ti ringrazio per la valutazione dettagliatissima, e spero che la storia ti abbia davvero intrattenuta.
Capisco benissimo quello che intendi, ci sono alcuni elementi che dovevo approfondire, e proprio per quanto mi sono affezionata a Clarissa pensavo di farlo davvero (prima o poi).
Per quanto riguarda la follia della protagonista: credo si evinca abbastanza quanto Jareth sia ambizioso e concentrato su se stesso, ma ciò non giustifica la reazione spropositata di Clarissa, e credo di aver basato su questo il fatto che lei sia come caduta in uno stato di follia, appunto. Però in effetti i suoi pensieri sono stati sempre descritti dettagliatamente e quindi mi rendo conto che l'elemento si sia un po' perso. 
Infine, sicuramente avrei dovuto far intendere meglio quello che pensavo scrivendo, ovvero che Clarissa, smettendo di pensare solo ad aiutare Jareth per ottenere la sua attenzione, si rende conto di essere effettivamente più potente di lui.
Grazie ancora per tutto e soprattutto per l'impegno che hai messo nel rendere le valutazioni più chiare ed esaustive possibili, anche a me farebbe piacere averla come recensione alla storia.
Adesso corro a mettere lo spazio prima dell'ultima parte del racconto ahahahah
Alla prossima!


[Modificato da SafeAndSound 30/01/2021 16:11]
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Giudice*****
30/01/2021 16:09
 
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Ciao ^^
Innanzitutto ti ringrazio per la tua valutazione molto accurata e precisa.
Sono davvero molto contenta che la mia storia sia stata di tuo gradimento, in primis perché Mordhen è un personaggio a cui sono molto affezionata, e poi perché ero molto titubante su questa storia proprio perché si concentra su un unico momento, e quindi non sapevo se potesse risultare interessante o meno. Mi fa piacere sapere che la lettura ti abbia coinvolta e soprattutto, che non ti abbia annoiata :)

Per i trattini brevi, è un vizio che ho e che dovrei proprio togliermi: so che si tratta di un errore, ma visivamente li preferisco a quelli lunghi e quindi li uso per questo motivo (sì, ho seri problemi) XD
Grazie per avermi segnalato i refusi: non appena potrò modificare il testo, provvederò a correggerli.

Thoan in effetti non è approfondito: avrei voluto farlo alla fine della storia, quando compare, ma avevo finito le parole e quindi ho dovuto abbandonare l'idea, lasciandolo putroppo sullo sfondo. Per gli altri, anche qui mi fa piacere che mondo e personaggi ti siano risultati interessanti, demoni compresi, e leggere che hai colto perfettamente tutte le sfumature caratteriali di Mordhen mi ha reso felicissima.

Ammetto che il prompt mi ha messo molto in difficoltà, non sapevo bene come inserirlo nella storia e quindi ci ho insistito anche eccessivamente (e, mea culpa, consapevolmente) sopra XD

Ti ringrazio di cuore per tutti i complimenti che hai fatto alla storia e gradirei assolutamente la valutazione come recensione. E mi fa piacere che l'ambientazione e i personaggi abbiano suscitato in te la curiosità sulla long (dalla regia, Mordhen fa sapere che deve ancora vedere una gioia anche lì).

Grazie per il lavoro accuratissimo che hai svolto, nonostamte la quantità di storie che avevi da valutare ❤
Complimenti anche a tutti gli altri partecipanti :)

P.S. per le recensioni premio, ti chiederei, se possibile, di scegliere le storie da "Dell'amore e di altri demoni" in su, perchè quelle precedenti sono molto vecchie.
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30/01/2021 16:14
 
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Re:
Dark Sider, 30/01/2021 16:09:

Ciao ^^
Innanzitutto ti ringrazio per la tua valutazione molto accurata e precisa.
Sono davvero molto contenta che la mia storia sia stata di tuo gradimento, in primis perché Mordhen è un personaggio a cui sono molto affezionata, e poi perché ero molto titubante su questa storia proprio perché si concentra su un unico momento, e quindi non sapevo se potesse risultare interessante o meno. Mi fa piacere sapere che la lettura ti abbia coinvolta e soprattutto, che non ti abbia annoiata :)

Per i trattini brevi, è un vizio che ho e che dovrei proprio togliermi: so che si tratta di un errore, ma visivamente li preferisco a quelli lunghi e quindi li uso per questo motivo (sì, ho seri problemi) XD
Grazie per avermi segnalato i refusi: non appena potrò modificare il testo, provvederò a correggerli.

Thoan in effetti non è approfondito: avrei voluto farlo alla fine della storia, quando compare, ma avevo finito le parole e quindi ho dovuto abbandonare l'idea, lasciandolo putroppo sullo sfondo. Per gli altri, anche qui mi fa piacere che mondo e personaggi ti siano risultati interessanti, demoni compresi, e leggere che hai colto perfettamente tutte le sfumature caratteriali di Mordhen mi ha reso felicissima.

Ammetto che il prompt mi ha messo molto in difficoltà, non sapevo bene come inserirlo nella storia e quindi ci ho insistito anche eccessivamente (e, mea culpa, consapevolmente) sopra XD

Ti ringrazio di cuore per tutti i complimenti che hai fatto alla storia e gradirei assolutamente la valutazione come recensione. E mi fa piacere che l'ambientazione e i personaggi abbiano suscitato in te la curiosità sulla long (dalla regia, Mordhen fa sapere che deve ancora vedere una gioia anche lì).

Grazie per il lavoro accuratissimo che hai svolto, nonostamte la quantità di storie che avevi da valutare ❤
Complimenti anche a tutti gli altri partecipanti :)

P.S. per le recensioni premio, ti chiederei, se possibile, di scegliere le storie da "Dell'amore e di altri demoni" in su, perchè quelle precedenti sono molto vecchie.




Ciao **
Assolutamente sì, la tua storia è stata veramente super intrigante! Capisco il problema delle parole, ma credo che 8.000 sia il massimo a cui posso arrivare a concedere nei contest perché se ci fossero state 23 storie da 10.000 parole ciascuna credo che sarei impazzita.
La valutazione arriva subito, e per quanto riguarda le recensioni premio non c'è problema, spulcerò tra quelle più recenti!
Grazie ancora per aver partecipato 💕
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30/01/2021 16:20
 
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Re: Re:
SafeAndSound, 30/01/2021 15:56:





Ciao Fantaysytrash!
Innanzitutto ti ringrazio per la valutazione dettagliatissima, e spero che la storia ti abbia davvero intrattenuta.
Capisco benissimo quello che intendi, ci sono alcuni elementi che dovevo approfondire, e proprio per quanto mi sono affezionata a Clarissa pensavo di farlo davvero (prima o poi).
Per quanto riguarda la follia della protagonista: credo si evinca abbastanza quanto Jareth sia ambizioso e concentrato su se stesso, ma ciò non giustifica la reazione spropositata di Clarissa, e credo di aver basato su questo il fatto che lei sia come caduta in uno stato di follia, appunto. Però in effetti i suoi pensieri sono stati sempre descritti dettagliatamente e quindi mi rendo conto che l'elemento si sia un po' perso. 
Infine, sicuramente avrei dovuto far intendere meglio quello che pensavo scrivendo, ovvero che Clarissa, smettendo di pensare solo ad aiutare Jareth per ottenere la sua attenzione, si rende conto di essere effettivamente più potente di lui.
Grazie ancora per tutto e soprattutto per l'impegno che hai messo nel rendere le valutazioni più chiare ed esaustive possibili, anche a me farebbe piacere averla come recensione alla storia.
Adesso corro a mettere lo spazio prima dell'ultima parte del racconto ahahahah
Alla prossima!







Perfetto, passo subito! E grazie ancora per la tua partecipazione!
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30/01/2021 17:00
 
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Ciao fantasystrash

Inizio col dirti che il mio era un esperimento, perciò la cosa che mi dispiace di più è l'averti dato tante grane nel valutarla.
Se avessi saputo in anticipo come sarebbe finita, avrei cercato scrivere una oneshot più tradizionale e più completa.

Qui molti punti restano all'oscuro (in particolare la relazione tra il demone, maga e bambina) perché volevo evitare qualunque anticipazione sul testo della long.

Ecco, dopo aver letto la tua valutazione, credo di capire meglio anche quel che intendevi dire con la recensione sull'altra mia flashfic. E se dovessi ricevere considerazioni simili nell'altro contest, sicuramente abbandonerei questo genere di tentativi.


Ovvero: ha importanza conoscere le condizioni che hanno portato alla creazione della terra dei mostri quando poi nella storia effettiva viene menzionata una volta di sfuggita e non ci viene
data neanche una descrizione di tale luogo?


Ritengo che senza quella parte sarebbe sicuramente mancato un pezzo importante.
Dovevo spiegare cosa fosse l'Orrido e perché gli Antichi potessero esserne minacciati. A modo suo, l'introduzione lo spiega.

La descrizione che fornisco della terra dei mostri è certamente scarna, ma credevo che il lettore avesse la possibilità di farsene un'idea. È un luogo infestato da "lupi e linci di grandezza mostruosa", disabitato dagli esseri umani. Si sa che si trova sopra sopra un altipiano, che attorno al palazzo c'è un giardino, e che fuori dal giardino c'è una quercia. Ora mi rendo conto che con queste informazioni ci sono almeno tre generiche interpretazioni: foresta (che era quel che intendevo), prateria, o ambiente con elementi fantastici associabili a una "terra dei mostri". Avrei dovuto aggiungere almeno la parola "foresta" per eliminare questa ambiguità.


1) Chi è Caledya in relazione al Solitario?
Una sconosciuta, questo dovrebbe essere chiaro, visto che il demone non si fida di lei, all'inizio.

2) Perché lo sta cercando?
Perché "La barriera che separa il mio popolo dall’Orrido cederà, e non sappiamo (noi = gli Antichi, n.d.a.) come porvi rimedio."

3) Quali sono le caratteristiche di questa città peculiare che ci viene mostrata?
La caratteristica peculiare è che lì si trova il demone. La storia ha il punto di vista di Caledya, e lei, dopo aver scoperto che il solitario non si trova più nel suo palazzo, lo trova in quella cittadina, ma lei ignora quale significato abbia per il demone quel luogo. Qui volevo solo descrivere abbastanza bene il posto per far capire dove la strega si muoveva.

4) Come fa a sapere cosa il Solitario stia cercando?
Beh, lei ha il potere di "carpire le ombre di ciò che era e sarebbe stato". Ho reso forse troppo criptica questa magia, ma in sostanza lei può creare la classica sfera magica in cui scoprire cose del futuro e del passato. Se c'è un modo in cui la strega può sapere cosa cerca il demone, è questo.

5) Chi sono la maga e la sorella che vengono nominate?
A questo effettivamente non volevo accennare. Volevo che il lettore rimanesse totalmente all'oscuro dei rapporti tra il demone e queste due. L'unica concessione era fargli sapere che il demone rivoleva indietro la maga.

Le Fate si mettono a palpare chiunque incontrino, così, senza un motivo?
Ok, non è stata una bella idea spiegare il perché nelle note, però la domanda dalla fata ("Cos’è questa meraviglia?") credevo fornisse la risposta necessaria. Quindi non è che le manchi un motivo per palpare la gente (deve piacerle), le manca piuttosto un motivo per non farlo (una ragionevole inibizione).

cosa volevi trasmettere parlando di Caledya e del suo breve viaggio alla ricerca del Solitario?
L'idea era stata quella di prendere una vicenda inedita della storia originale e di renderla con solo 500 parole. Quando diverrà parte della long, invece, occuperà un intero capitolo, credo.


Caledya non viene descritta minimamente
In verità un minimo di descrizione viene fornito: vestita di rosso, slanciata, dai lunghi capelli dorati.
Penso di averti dato un buono spunto per disegnare sia lei che il demone (una macchia nera con una faccia bianca).


Il prompt era “luce”, ed è solo dalle note che ho appreso la tua interpretazione a riguardo;
La "luce" compare esplicitamente in ogni magia compiuta dalla maga.
Nella prima magia, quella di spazio, effettivamente può essere solo un elemento accidentale, un effetto secondario (la luce abbagliante in cui sparisce).
Nella seconda (la sfera), è vero che c'è una fiamma dentro, ma la superficie è un "drappo di fumo" sul quale le "macchie di luce" formano delle ombre. In questo caso la luce è un elemento essenziale per dare un'utilità alla magia.
Nella terza (i raggi di luce), gli animali vengono "Accecati e bruciati da fulminei bagliori". E il bagliore è indiscutibilmente luce.
Quindi pensavo di aver dato a questo promt un peso ragionevole.


Un discorso simile è da fare per quanto riguarda il sentimento – “fiducia”
Ecco mi sorge una questione che reputo interessante. Io ho inteso la fiducia in modo molto più ampio della fiducia intesa tra due persone. Avrei dovuto esplicitarlo necessariamente nel testo? O avrei potuto affidarmi alle note?

In tutta la storia, la strega non dubita mai di trovare il solitario, e questo viene evidenziato in quattro momenti distinti:
- "Di certo, l’avrebbe trovato."
- "Lei cercò senza sosta, paziente, sicura, seguendo la traccia di chi avrebbe trovato."
- "«Riavrai ciò che ti serve prima del gelo invernale», affermò Caledya con certezza adamantina."
- "«Avremo entrambi ciò che desideriamo»".

La fiducia che permea questa storia è la fiducia della strega nella sua magia, ossia la fiducia in se stessa.


Concludo dicendoti che ho già quasi pronta una storia da proporti (quella su Daenerys/Sansa/Margaery) e un'altra mi piacerebbe fartela leggere quando la pubblicherò (la battaglia tra vivi e morti).
Se vedrò altri tuoi contest non mancherò certo di darci un'occhiata e... beh, conto di non proporti mai più nulla di livello pari questa mia storia.

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Post: 2.664
Giudice*****
30/01/2021 17:09
 
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*_______________*
Oddio, ma che bella valutazione hai stilato per la mia storia??? Sono davvero felicissima e sorpresissima, perché a prescindere dal posto in classifica non mi aspettavo ASSOLUTAMENTE che avresti apprezzato tanto e di ottenere dei punteggi così alti!!!
La genesi di questa storia è travagliata, come forse già ti avevo accennato: non sapevo proprio che pesci pigliare con i pacchetti che avevo visualizzato, poi quasi per caso è arrivata quest'idea (che combaciava con il compleanno della mia Jia) e ho deciso di tentare, anche se sapevo che i prompt non erano sfruttati nella maniera migliore ^^
E AAAAWWWW, quel punteggio pieno per la caratterizzazione dei personaggi *___________* è una delle cose a cui tengo di più nelle mie storie, soprattutto quando si parla dei miei OC, e non sai quanto mi abbia scaldato il cuore ♥
Ovviamente mi farebbe piacere ricevere il commento come valutazione! E grazie ancora per la bellissima opportunità, sono felicissima di come è andata e anzi, mi aspettavo di arrivare mooooolto più in fondo con questo scritto!
Tra l'altro, chissà come mai, ma ogni volta che mi fa da giudice ti ritrovi sempre a leggere le mie storie peggiori, quelle di cui non sono per niente soddisfatta XD
Alla prossima e ancora tantissimi complimenti a tutti :3

Io su EFP: Soul Mancini
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Giudice**
30/01/2021 17:35
 
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Re:
fantaysytrash, 30/01/2021 14:57:


V POSTO (PARIMERITO)

“Seven Years”, Kim_ – 53,5/60

Grammatica e stile: 19,5/20 (15 + 4,5)

Il testo è praticamente immacolato, con solamente qualche sottigliezza che mi permetto di segnalarti, le quali però non costituiscono veri e propri errori degni di detrazione punti. Ti faccio dunque i miei complimenti, è stato un piacere leggere una storia così ben curata dal punto di vista grammaticale e stilistico.

“Rachel si sentiva smarrita senza di lui, come se quel ragazzo in pochi secondi in cui le loro labbra si era sfiorate le avesse dato la ragione, la saggezza, l’amore che non avrebbe mai potuto trovare in tutto l’universo.” -> “nei pochi secondi” e “si erano sfiorate”

“Il vento increspava sempre più forte le piume vermiglie delle sue ali spiegate […]” -> è più corretto dire “Il vento sempre più forte increspava le piume vermiglie delle sue ali spiegate”

Inoltre ti consiglio di scegliere un unico metodo per scrivere i numeri – in questo caso il 21 ottobre – perché le due date presenti nella storia sono scritte prima in numero e poi in parola, creando un minimo elemento di stonatura.


Per quanto riguarda lo stile, è stato molto scorrevole, con diverse frasi veramente evocative che hanno creato uno scenario nitido e suggestivo. Trovo che sia stato il modo perfetto per descrivere i sentimenti e i pensieri in subbuglio di Rachel, in quanto riesci a far percepire una certa distanza tra lei e il mondo che la circonda, sia perché è un essere sovrannaturale sia perché ha preoccupazioni ben maggiori che starsene a osservare il panorama.

È proprio parso come se ci fosse una barriera ben netta tra l’ambiente mozzafiato e i ricordi dolceamari, e a ogni menzione di un qualsiasi elemento corrisponde un’associazione al passato con Everett, spesso attraverso analogie o somiglianze. Citi la pioggia e il discorso vira subito sulle lacrime che Rachel è comunque incapace di versare; il mare in tempesta le ricorda del suo essere immortale; i colori autunnali le riportano alla mente le credenze inutili degli esseri umani, che si concentrano sugli aspetti sbagliati della vita.

È tutta una serie di contrapposizioni molto ben fatte e accostate in maniera intelligente e coerente con quello che è lo scorrere dei pensieri di Rachel, e il risultato è un testo a tratti poetico, con dei toni di sottofondo tragici e malinconici, e un’aria di inevitabilità e spaesamento che cattura dall’inizio alla fine.


Trama e originalità: 9/10

La trama della storia è ben solida e sviluppata; sebbene si tratti prevalentemente di un momento di introspezione, molte delle riflessioni della protagonista vanno ad ampliare l’universo creato in maniera astuta e originale. Tutti i dettagli e le spiegazioni che servono per comprendere appieno il testo non sono gettate a raffica una dopo l’altra, ma vengono rivelate passo dopo passo da Rachel stessa, e sono strettamente legate agli attimi più emotivi con cura e precisione.

L’unica cosa che inizialmente non avevo capito era il motivo per cui gli angeli si fossero rivoltati contro Rachel quando questa aveva adempito al suo compito di uccidere ogni essere umano che scoprisse la sua vera natura. Poi però viene spiegato come non sia stato quell’omicidio, ma tutti gli altri che ne sono seguiti ad averla condannata a una vita di solitudine assoluta, e questo pone anche le basi per un ipotetico discorso sulla moralità di tali creature e il significato che la scelta di Rachel di abbandonare il modo di vivere della sua specie comporta.

In generale, l’intera storia si basa su questo potente sentimento di perdizione e malinconia, e l’emotività con cui descrivi ogni pensiero di Rachel porta inevitabilmente a fare il tifo per lei nonostante tutto, sebbene la causa del suo malessere sia proprio se stessa. Leggere le sue considerazioni su come abbia ceduto alle convenzioni degli angeli solo per perdere tutto ciò che la rendeva ancora umana è stato straziante, e i crimini che da sette anni sta compiendo fanno inorridire solo fino a un certo punto, perché è molto facile comprendere il suo dolore e la sua apatia verso il mondo.

In realtà mi ha molto stupita leggere nelle note che si tratta di un personaggio appartenente a un’altra tua storia, perché questa è stata più che comprensibile da sé e questo mi fa ha fatto ovviamente molto piacere, in quanto non ho notato elementi mancanti o passaggi incomprensibili. Tutto ciò che c’è da sapere per apprezzare un tale momento è presente nel testo, e so che questo può non risultare facilissimo per l’autore, dato che ovviamente conosce tutti i retroscena e deve sforzarsi di ricordare per filo e per segno cosa sia presente in un determinato scritto piuttosto che in un altro, in modo da non far sovrapporre le informazioni ma neanche darle involontariamente per scontate.

Un altro aspetto che ho apprezzato particolarmente è stata la descrizione della stagione autunnale; in diversi punti viene mostrato l’ambiente che circonda Rachel e, sebbene lei non presti attenzione, per il lettore è motivo di grande atmosfera e si può cogliere anche una sottile ironia, come se il tempo stesso fosse in sintonia con l’animo lacerato della protagonista.

L’unica pecca in una storia altrimenti perfetta riguarda l’originalità, e in particolare mi riferisco alla frase di Nietzsche; se dovessi contare tutti i libri che l’hanno messa come incipit e tutte le storie che l’hanno utilizzata come spunto probabilmente starei qui per una settimana. Mi rendo conto che sia forse una riflessione altamente personale, ma l’ho letta veramente così tante volte che il solo vederla di sfuggita mi fa alzare gli occhi al cielo invocando pietà.

Non ho tolto un grande punteggio complessivo perché è stata inserita in modo consono e ha avuto un significato inerente alla situazione, sia simbolico che letterale, però credo davvero che se ne abusi in maniera sconcertante, quando ci sono in giro molti altri pensieri più inediti che vale la pena di sviscerare.


Caratterizzazione dei personaggi: 8/10

Rachel è il tipo di personaggio che a me piace particolarmente, ovvero quella sorta di antieroe dal carattere grigio che da un lato compie atti non esattamente morali o legali ma dall’altro ha una storia talmente tragica alle spalle che non può sorgere un minimo sentimento di comprensione e riconoscimento.

Credo che qui sia ben caratterizzata, sia per quanto riguarda la sua storia e quello che le è accaduto sia le sue fortissime emozioni mentre prosegue una vita vuota e priva di compagnia. Il momento che hai scelto di narrare le permette sicuramente di essere il fulcro di tutta la faccenda, ed è stato molto interessante scoprire sempre più dettagli sul suo passato, che l’hanno delineata come una personalità forte e fragile allo stesso tempo. All’inizio, ad esempio, quando dici “Everett se n’era andato esattamente sette anni prima – lei l’aveva ucciso sette anni prima – e non riusciva a dimenticarsi di lui” sono subito stata catturata perché ero veramente curiosa di scoprire tutte le sfaccettature e i retroscena, e sicuramente non mi hanno deluso affatto. Al contempo, però, mi ha stupito vedere come non si trattasse di una storia di vendetta o follia, ma un amore travagliato finito nel modo peggiore, e questa situazione imprevedibile ha posto Rachel sotto una nuova luce, evidenziando il suo spirito combattivo ma instabile.

Le rivelazioni circa la sua natura e le sue scelte sono state una più accattivante dell’altra e in generale è una figura talmente complessa e colma di così tante emozioni prorompenti che alla fine non si nota nemmeno il fatto che sia effettivamente l’unica protagonista in scena. Davvero, nonostante la storia non sia lunghissima mi sono affezionata molto a Rachel, e spero che in futuro contemplerai l’ipotesi di darle una seconda possibilità con un altro essere umano che possa sollevarla dal baratro in cui è caduta.

Su Rachel, quindi, nulla da dire, è stata un’eroina peculiare e inaspettata ma altresì valida e piena di cose da dire e storie da raccontare. Una grande mancanza però è stato invece il personaggio di Everett. Capisco che possa esistere solamente sotto forma di ricordo, ma mi sarebbe piaciuto leggere qualche caratteristica in più su di lui, dato che deve avere avuto sicuramente qualche qualità di nota per attirare l’occhio di un essere sovrannaturale. Oppure una reazione precisa nel vedere la sua amata rivoltarglisi contro, e questo avrebbe sicuramente potuto creare una scena d’effetto con Rachel che ricorda la sua espressione, per esempio, o altri dettagli sulla loro relazione.

Questa è l’unica parte della storia che risulta un po’ confusa, perché non si conosce veramente niente su di lui e sul rapporto che i due avevano prima del fatto tragico e, dato che Everett è ciò che occupa gran parte dei pensieri di Rachel – specialmente durante l’anniversario della sua morte –, sarebbe risultato assolutamente in linea con il resto mostrarlo con un po’ di più di nitidezza.


Utilizzo del pacchetto: 7/8 (2 + 5)

Il sentimento presente nel tuo pacchetto era “solitudine” e direi che trasuda da ogni singola parola di questa storia. Rachel, allontanata dalla sua gente e temuta dagli esseri umani è veramente l’emblema di quest’emozione, dato che non riesce – né, almeno per il momento, vuole – integrarsi in una comunità, non quando il suo amato è perduto per sempre.

È abbastanza triste pensare a come il voler essere accettata dagli altri angeli sia passato in secondo piano non appena Everett è morto, spingendo Rachel a essere considerata una ribelle, finendo in una situazione non poi molto diversa da quella che avrebbe provato se avesse scelto di non uccidere il suo amato andando contro i principi della sua gente… alla fine viene ripudiata dai suoi simili invano, e questo è un paradosso davvero drammatico e che, in tutta sincerità, mi ha fatto stringere il cuore.

Il prompt invece era “maledizione” e si è percepito in maniera minore, in quanto qui viene intesa come una sorta di auto-condanna, una maledizione che nasce dalle azioni della protagonista, ora costretta a vivere per sempre in solitudine, e secondo me il significato di base della parola è stato perso leggermente. O forse la maledizione che intendevi tu è proprio l’immortalità di Rachel che la condanna a rimanere da sola per l’eternità…

Ritengo che ci siano un paio di spiegazioni plausibili da ricercare nel testo – e in ogni caso una sua presenza di fondo si percepisce – ma il concetto non viene esattamente chiarito, e mi farebbe piacere sapere quali siano state le tue intenzioni iniziali.


Utilizzo dell’elemento bonus: 2/2

Elementi utilizzati: genere sovrannaturale, genere introspettivo, genere dark.


Gradimento personale: 8/10

La storia mi ha intrigata davvero tanto, e sono ora curiosissima di andare a leggere le altre fic che vedono Rachel ed Everett protagonisti. Ho il sospetto che mi causeranno altro dolore, dato il loro finale tragico, ma ogni tanto bisogna anche ferirsi con un bel racconto drammatico che punta dritto al cuore.

Nel frattempo ti dico che questa storia è aggiunta alle ricordate perché mi ha colpito in maniera molto positiva e mi fa piacere che abbia potuto essere sviluppata anche grazie all’input dato da questo contest.

Ancora complimenti per la bella idea e spero senz’altro di avere presto ulteriori occasioni di leggere e valutare i tuoi scritti!


Totale: 53,5/60






Oddio... ODDIO!
Io, quinta???
Ma pensavo di arrivare praticamente alla fine della classifica in entrambi i contest, qui poi c'erano tantissimi partecipanti e io su questa storia avevo puntato veramente poco o.o
Sarà anche che non è un genere che scrivo solitamente e quindi, ecco, non sapevo se avessi scritto qualcosa di decente o meno, ma... wow, poi a pari merito con Sabriel e la sua FANTASTICA storia *____*
Che dire? Ti ringrazio veramente ma veramente tanto, sei stata accurata e scrupolosa e la valutazione mi è piaciuta moltissimo, grazie anche per avermi fatto notato le mancanze o gli errori che hai trovato, metterò senz'altro a posto ogni cosa anche con l'aiuto dei tuoi consigli ^^
Vorrei ricevere la valutazione come recensione, se possibile, così ti risponderò meglio su EFP sito :)
Spero di poter presto partecipare a un altro tuo contest, mi è piaciuto molto come hai valutato ^^
Alla prossima e complimenti a tutti quanti ♥

30/01/2021 17:49
 
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Re:
fantaysytrash, 30/01/2021 14:50:


VII POSTO

“Cinque passi”, =Morgana di Avalon= – 52,9/60

Grammatica e stile: 16,9/20 (11,9 + 5)

Il testo è prevalentemente privo di errori, cosa ammirabile data la lunghezza complessiva dello scritto. Le uniche regole generali che menziono all’inizio dato che valgono per l’intero testo riguardano i dialoghi, e in particolare:

- I dialoghi devono iniziare con la lettera maiuscola, anche quando sono preceduti da una proposizione – esempio: “Sfregò le mani, liberandosi della polvere di gesso, «avete tempo fino alla fine di Ottobre. Buon lavoro».” (punteggio cumulativo sottratto: -0,75)

- Quando le preposizioni che seguono i dialoghi non vanno direttamente a completarli con un verbo dichiarativo devono avere la lettera maiuscola e cominciare un nuovo periodo – esempio: “«[…] Bloccata da lui non poteva e non voleva fuggire», il professor Byrne si fermò davanti alla cattedra, sfilando gli occhiali e alzando lo sguardo verso i suoi studenti.” (punteggio cumulativo sottratto: -1,00)

Inoltre prima e/o dopo appellativi manca spesso la virgola (-0,15 per otto volte -> -1,20 -> punteggio cumulativo sottratto: -0,75)

Altri errorini riscontrati sono stati:

“Si, signorina O’Brian?” -> “Sì”

“Dai vieni” -> manca una virgola dopo “Dai” (-0,15) e la forma corretta è “Dài”

“[…] beh insomma, sai che io non…” -> manca una virgola dopo “beh” (-0,15)

“sé stessa” -> “se stessa”

“Pensava di conoscerlo, eppure quella che aveva di fronte – più simile ad un uomo, che al ragazzo esuberante che aveva incontrato anni prima - era una persona completamente diversa.” -> anche il secondo trattino deve essere lungo come il primo e non corto (-0,15)

“[…] quasi avesse paura che quello che aveva fatto - arrossiva ancora all’idea – potesse lasciare un segno tangibile sul suo volto.” -> il primo trattino deve essere lungo come il secondo e non corto (-0,15)


Per quanto riguarda lo stile, mi è piaciuto veramente moltissimo, soprattutto per la forte vena descrittiva che ha caricato il testo di una grande intensità e suggestione. In particolare, ho trovato le descrizioni degli ambienti veramente fenomenale, e che ha costituito l’inizio perfetto di ogni singola scena in quanto hai saputo immortalare lo spazio entro cui gli eventi avevano luogo in modo perfetto e sempre diverso. Questo ha permesso di orientarsi con estrema facilità, e il costante cambio di scenario è stato un elemento a tutti gli effetti che ha donato freschezza e originalità al testo.

La narrazione è stata inoltre molto rapida e scorrevole, per cui la storia si è letta veramente tutta d’un fiato nonostante la lunghezza significativa. Non c’è niente fuori posto, il lessico è curato e preciso, e il tono scelto è perfetto per il tipo di storia che stai raccontando, né troppo aulico né eccessivamente semplice. Ci sono passaggi anche molto profondi che hai saputo inserire nella posizione più adeguata, e il risultato non è semplicemente il solito racconto a sfondo romantico, ma ci sono stati un sacco di dettagli che hanno reso il risultato poetico e affascinante.

Ti faccio dunque i miei complimenti perché credo fortemente che il tuo stile di scrittura sia stato uno dei punti di forza che ha saputo dare alla storia un tocco personale e rendere il tutto veramente molto stimolante da leggere.


Trama e originalità: 10/10

La trama di questa storia è stata onestamente una bocca d’aria fresca; divertente e piccante, è stata la perfetta combinazione di romanticismo e intrigo, con un paio di personaggi realistici e non eccessivamente eccentrici o forzatamente “unici”.

Di racconti a tema amoroso, infatti, ce ne sono a bizzeffe e soprattutto quando non ci sono altri elementi innovativi di contorno – come un universo fantastico o delle dinamiche particolari ben definite – è facile ricadere nel banale o finire con lo scrivere qualcosa di uguale a moltissime altre opere. Fortunatamente, non è stato questo il caso.

Una delle cose che ho apprezzato di più è stato il fatto che la storia non cerca di essere qualcosa che non è. Si parla infatti del percorso che i nostri due protagonisti fanno alla scoperta di se stessi, iniziato grazie a un compito scolastico piuttosto peculiare, che li porta a confessare i sentimenti reciproci dopo giorni di tira-e-molla. Questa è la trama di fondo, e questo è quello che viene mostrato. I due personaggi sono assolutamente normali e hanno caratteristiche in cui tutti si potrebbero rispecchiare e, nel grande schema delle cose, potrebbero passare inosservati tra la miriade di coppie che si incontra e sviluppa un rapporto. Non viene ostentato quanto siano speciali, e il focus è sempre puntato sulla questione romantica, senza spaziare in messaggi più profondi o drammatici, come spesso vedo accadere in molti casi in cui si forzano argomenti delicati per imprimere “spessore” ai personaggi risultando però nell’esatto opposto.

Benché qui ci siano scene – come Gabriel che insegna a Deirdre a tirare con l’arco, oppure le confessioni che i due si scambiano verso la fine – che non sono particolarmente originali, nel complesso ogni elemento funziona nel migliore dei modi e non risulta mai fuori luogo o forzato, proprio perché la storia è chiara e trasparente in quello che vuole trasmettere.

Ho trovato davvero ogni elemento della storia incastrato perfettamente con gli altri senza discrepanze, come ad esempio i retroscena della storia tra Gabriel e Deirdre – il loro primo incontro, le dinamiche che ne sono seguite – che sono incorporati direttamente tra le considerazioni introspettive, e non separati con un intero flashback che avrebbe invece tagliato in modo abbastanza vistoso il flusso della narrazione.

Il momento erotico, poi, è stato trattato con molta eleganza e delicatezza, così come tutto quello che è accaduto prima che ha fornito un crescendo sempre più definito che ci porta ad amare questa coppia e a sperare per loro che le cose si risolvano nel migliore dei modi.

È stata davvero una fic ben organizzata ed eseguita, tra le più belle di quelle che ho avuto modo di leggere nella sezione del genere romantico!


Caratterizzazione dei personaggi: 9,5/10

Qui voglio partire con un commento – senza un incipit e senza una premessa – sulla chimica che Gabriel e Deirdre hanno. Considerata la lunghezza della storia, mi sento quasi in dovere di ringraziarti per una cosa del genere altrimenti credo proprio la vicenda sarebbe risultata molto difficile da leggere e apprezzare.

Il percorso che Gabriel e Deirdre affrontano dura solo pochi giorni, eppure sono talmente intensi da cambiare parecchie dinamiche completamente, stravolgendo il rapporto che li lega. E, cosa ancora più stupefacente, tale cambiamento è graduale e progressivo, nonostante appunto il tempo fisico sia relativamente corto. Questo ha permesso di avere un’evoluzione di entrambi i personaggi che grazie a questo “stratagemma” di Gabriel imparano a conoscersi in una maniera completamente nuova, decisamente più approfondita nonostante si conoscano comunque da diversi anni.

Pur essendo i due non eccezionalmente originali o con dinamiche mai viste prima – lei è timida e ingenua, lui è più sicuro di sé e a tratti anche sbruffone (quando compra tutti i biglietti dello spettacolo in modo da poterlo vedere solo con Deirdre ho alzato io gli occhi al cielo per lei) –, ammetto che funzionano molto bene insieme e, anche se immaginavo come la storia potesse concludersi per quanto concerneva la loro relazione, è stato più che piacevole assistere a tutti gli sviluppi che li hanno portati a quel punto.

Per quanto riguarda Gabriel, in particolare, mi è piaciuto il fatto che non fosse il tipico menefreghista che una prima occhiata potrebbe far intendere, ma che alla fine abbia mostrato il suo gran cuore e un sentimento d’amore genuino nei confronti di Deirdre, il quale ovviamente viene ricambiato più che abbondantemente.

L’unica minuscola critica – più un appunticino, in realtà – che mi sento di fare è il fatto che Deirdre sia sicuramente più accentuata rispetto a Gabriel, di cui non si sa molto per quanto riguarda tutto ciò che non riguarda direttamente l’amata. Hanno la stessa età? Va anche lui allo stesso college? Qualche attributo in più che fosse solo suo lo avrebbe reso un personaggio ancora più completo, anche giusto qualche accenno di sfuggita, oppure un approfondimento per quanto riguarda il tiro con l’arco, dato che è un elemento che mi è sembrato leggermente fuori luogo dato l’intento generale della storia.

Nel complesso, comunque, sono stati due protagonisti molto validi di cui leggere e che mi sono piaciuti in egual misura; infondo sono entrambi molto romantici e idealisti, e sono stata felicissima che tutto si sia concluso in maniera più che positiva. (Ora però voglio sapere cosa ha scritto Deirdre per il suo compito di scrittura creativa e quale sia stata la reazione della classe a quello che sono certa sia un resoconto piuttosto dettagliato…)


Utilizzo del pacchetto: 6/8 (1,5 + 4,5)

Il pacchetto che hai scelto conteneva il sentimento “fiducia” che, dopo un primo momento di spaesamento, ho trovato molto ben inserito. È un tema infatti che viene sia menzionato più volte – con quel “Ti fidi di me?” – ma che permea la storia anche in modo implicito per la maggior parte del racconto. La fiducia che Deirdre ripone in Gabriel per la sua prima volta è certamente enorme, ma anche da parte di lui c’è lo stesso sentimento che si manifesta nella sua confessione d’amore, in quell’attimo finale di incertezza in cui però confida in Deirdre di dargli una possibilità.

È stato un tema molto interessante da leggere, perché si nota come i due siano in primo luogo amici e con quest’evoluzione del loro rapporto non possono che diventare più forti proprio grazie al grado di fiducia e fedeltà che rimpongono l’uno nell’altra.

Per quanto riguarda il prompt, invece, questo era “luce” e confesso di averlo percepito in maniera molto leggera; compare nell’incipit della storia e viene trattato in vari punti all’interno della stessa, specialmente nelle descrizioni dei vari momenti in cui la luce ha sempre una certa importanza, ma non mi è sembrato un qualcosa di così fondamentale ai fini della trama o dell’evoluzione dei personaggi.

Fammi pure sapere se l’hai utilizzato con uno scopo preciso in mente, ma a me è parso più un elemento di contorno che un vero e proprio fulcro attorno a cui girasse la storia.


Utilizzo dell’elemento bonus: 2/2

Elementi utilizzati: genere erotico.


Gradimento personale: 8,5/10

La storia mi è piaciuta molto, nonostante le premesse non esattamente inedite ha saputo donare un nuovo punto di vista a una storia romantica, e mi ha fatto piacere essere stata intrattenuta da Gabriel e Deirdre in queste giornate invernali così fredde.

Tra l’altro ho ritrovato diversi aspetti di me stessa in più di un’occasione leggendo questa fic e ammetto che mi ha resa un po’ nostalgica, per cui un punto di merito va sicuramente alle sensazioni prorompenti che mi hai fatto percepire con questo tuo racconto.

Spero con tutto il cuore di poter leggere presto qualcos’altro scritto da te, perché questa è stata una splendida introduzione al tuo profilo e già non vedo l’ora di scoprire quali altre idee saprai sviluppare in futuro!


Totale: 52,9/60






Beh che dire, un giudizio davvero impeccabile!
Sono davvero contenta che la storia ti sia comunque piaciuta, nonostante la posizione in classifica. Che comunque va benissimo, ho letto molte delle storie partecipanti e non ti ho invidiata per niente 🤣
Grazie davvero per la precisione con cui hai saputo valutare ogni aspetto e gradirei ricevere il giudizione come recensione.
Complimenti al vincitore e chissà, magari al prossimo contest!
Morgana


Quarta classificata al contest Solstizio d'Estate indetto da Writers ArenaLa Notte dei Fuochi

Terza classificata al contest [LEGGENDE ARTURIANE] Il Contest di Camelot indetto da SakiJune e Arthurian maiden in collaborazione con il sito Camelot, la patria della cavalleriaSospiro. Ricordo di lei

Prima classificata al Kisses Contest indetto da itachi love. Vento

Prima classificata al contest The Rain&Baudelaire indetto da Ribrib20L'altra metà del cielo

Prima classificata al contest Colori e...ore! indetto da emily alexandreGiunco da pesca

Prima classificata al Fruits contest indetto da BloodySisters e vincitrice dei Premi Lacrima di sole e Miglior fanfictionChicchi di melagrana

Prima classificata al contest Porn with Plot V indetto da Matilde di ShabranRiflettimi

Prima classificata 
al contest Seasons Die One After Another indetto da Laila_DahlClizia

Quarta classificata 
al contest Tarocchi Narranti indetto da _Vintage_Riah - Il vento del deserto

Seconda classificata al contest 
Merlino li fa e poi li accoppia indetto da Shellcott L'essenziale è (in)visibile agli occhi

Prima classificata 
al contest Ogni amore ha la sua pietra preziosa indetto da Zukiworld e portato a conclusione da Spettro94 Tela bianca, per ricominciare

Terza Classificata al contest 
Wish upon a star indetto da inzaghina.EFP Réalta bhriste – Una stella a metà



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Re:
ethors, 30/01/2021 17:00:

Ciao fantasystrash

Inizio col dirti che il mio era un esperimento, perciò la cosa che mi dispiace di più è l'averti dato tante grane nel valutarla.
Se avessi saputo in anticipo come sarebbe finita, avrei cercato scrivere una oneshot più tradizionale e più completa.

Qui molti punti restano all'oscuro (in particolare la relazione tra il demone, maga e bambina) perché volevo evitare qualunque anticipazione sul testo della long.

Ecco, dopo aver letto la tua valutazione, credo di capire meglio anche quel che intendevi dire con la recensione sull'altra mia flashfic. E se dovessi ricevere considerazioni simili nell'altro contest, sicuramente abbandonerei questo genere di tentativi.


Ovvero: ha importanza conoscere le condizioni che hanno portato alla creazione della terra dei mostri quando poi nella storia effettiva viene menzionata una volta di sfuggita e non ci viene
data neanche una descrizione di tale luogo?


Ritengo che senza quella parte sarebbe sicuramente mancato un pezzo importante.
Dovevo spiegare cosa fosse l'Orrido e perché gli Antichi potessero esserne minacciati. A modo suo, l'introduzione lo spiega.

La descrizione che fornisco della terra dei mostri è certamente scarna, ma credevo che il lettore avesse la possibilità di farsene un'idea. È un luogo infestato da "lupi e linci di grandezza mostruosa", disabitato dagli esseri umani. Si sa che si trova sopra sopra un altipiano, che attorno al palazzo c'è un giardino, e che fuori dal giardino c'è una quercia. Ora mi rendo conto che con queste informazioni ci sono almeno tre generiche interpretazioni: foresta (che era quel che intendevo), prateria, o ambiente con elementi fantastici associabili a una "terra dei mostri". Avrei dovuto aggiungere almeno la parola "foresta" per eliminare questa ambiguità.


1) Chi è Caledya in relazione al Solitario?
Una sconosciuta, questo dovrebbe essere chiaro, visto che il demone non si fida di lei, all'inizio.

2) Perché lo sta cercando?
Perché "La barriera che separa il mio popolo dall’Orrido cederà, e non sappiamo (noi = gli Antichi, n.d.a.) come porvi rimedio."

3) Quali sono le caratteristiche di questa città peculiare che ci viene mostrata?
La caratteristica peculiare è che lì si trova il demone. La storia ha il punto di vista di Caledya, e lei, dopo aver scoperto che il solitario non si trova più nel suo palazzo, lo trova in quella cittadina, ma lei ignora quale significato abbia per il demone quel luogo. Qui volevo solo descrivere abbastanza bene il posto per far capire dove la strega si muoveva.

4) Come fa a sapere cosa il Solitario stia cercando?
Beh, lei ha il potere di "carpire le ombre di ciò che era e sarebbe stato". Ho reso forse troppo criptica questa magia, ma in sostanza lei può creare la classica sfera magica in cui scoprire cose del futuro e del passato. Se c'è un modo in cui la strega può sapere cosa cerca il demone, è questo.

5) Chi sono la maga e la sorella che vengono nominate?
A questo effettivamente non volevo accennare. Volevo che il lettore rimanesse totalmente all'oscuro dei rapporti tra il demone e queste due. L'unica concessione era fargli sapere che il demone rivoleva indietro la maga.

Le Fate si mettono a palpare chiunque incontrino, così, senza un motivo?
Ok, non è stata una bella idea spiegare il perché nelle note, però la domanda dalla fata ("Cos’è questa meraviglia?") credevo fornisse la risposta necessaria. Quindi non è che le manchi un motivo per palpare la gente (deve piacerle), le manca piuttosto un motivo per non farlo (una ragionevole inibizione).

cosa volevi trasmettere parlando di Caledya e del suo breve viaggio alla ricerca del Solitario?
L'idea era stata quella di prendere una vicenda inedita della storia originale e di renderla con solo 500 parole. Quando diverrà parte della long, invece, occuperà un intero capitolo, credo.


Caledya non viene descritta minimamente
In verità un minimo di descrizione viene fornito: vestita di rosso, slanciata, dai lunghi capelli dorati.
Penso di averti dato un buono spunto per disegnare sia lei che il demone (una macchia nera con una faccia bianca).


Il prompt era “luce”, ed è solo dalle note che ho appreso la tua interpretazione a riguardo;
La "luce" compare esplicitamente in ogni magia compiuta dalla maga.
Nella prima magia, quella di spazio, effettivamente può essere solo un elemento accidentale, un effetto secondario (la luce abbagliante in cui sparisce).
Nella seconda (la sfera), è vero che c'è una fiamma dentro, ma la superficie è un "drappo di fumo" sul quale le "macchie di luce" formano delle ombre. In questo caso la luce è un elemento essenziale per dare un'utilità alla magia.
Nella terza (i raggi di luce), gli animali vengono "Accecati e bruciati da fulminei bagliori". E il bagliore è indiscutibilmente luce.
Quindi pensavo di aver dato a questo promt un peso ragionevole.


Un discorso simile è da fare per quanto riguarda il sentimento – “fiducia”
Ecco mi sorge una questione che reputo interessante. Io ho inteso la fiducia in modo molto più ampio della fiducia intesa tra due persone. Avrei dovuto esplicitarlo necessariamente nel testo? O avrei potuto affidarmi alle note?

In tutta la storia, la strega non dubita mai di trovare il solitario, e questo viene evidenziato in quattro momenti distinti:
- "Di certo, l’avrebbe trovato."
- "Lei cercò senza sosta, paziente, sicura, seguendo la traccia di chi avrebbe trovato."
- "«Riavrai ciò che ti serve prima del gelo invernale», affermò Caledya con certezza adamantina."
- "«Avremo entrambi ciò che desideriamo»".

La fiducia che permea questa storia è la fiducia della strega nella sua magia, ossia la fiducia in se stessa.


Concludo dicendoti che ho già quasi pronta una storia da proporti (quella su Daenerys/Sansa/Margaery) e un'altra mi piacerebbe fartela leggere quando la pubblicherò (la battaglia tra vivi e morti).
Se vedrò altri tuoi contest non mancherò certo di darci un'occhiata e... beh, conto di non proporti mai più nulla di livello pari questa mia storia.




Buona sera carissimo, e grazie per le varie delucidazioni.
Sicuramente hai fatto bene a sperimentare con il tuo stile, ci mancherebbe, e come dico sempre la storia deve convincere in primo luogo te - a me non ha convinto fino in fondo, ma non si può certo accontentare tutti.
In generale, ammetto di preferire le storie più descrittive ed esaustive che quelle in cui molti elementi vengono lasciati in sospeso, e con la tua fic in particolare sono rimasta piuttosto spaesata.
Ci sono stati alcuni elementi - primo tra tutti il ruolo della fiducia - che ammetto di non aver colto minimamente, e di questo ovviamente mi dispiace molto. Essendo questo anche il primo contest di originali che indico (e il maggior numero di storie originali che leggo tutte insieme, lo confesso) non nego che parte di questa confusione non sia dovuta solo al testo ma anche a me e alla mia inesperienza.

In ogni caso aspetto con fervore la storia sulla OT3 e qualunque altra su cui desideri un mio parere, perché come ben sai ci sono state altre tue storie che ho amato moltissimo, quindi per me possiamo considerare questa un'anomalia e andare oltre.
Grazie di tutto e alla prossima!
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30/01/2021 18:55
 
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Soul, Kim e Morgana - le recensioni arrivano subito e grazie ancora a tutte voi per la vostra partecipazione! 💜
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30/01/2021 19:59
 
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Ciao ❤❤
Wow, davvero non so cosa dire per questa valutazione accuratissima e bellissima: ero molto orgogliosa di questa storia, ma non pensavo che potesse arrivare così in alto, tra tante belle storie partecipanti (ne ho lette solo alcune, ma erano tutte molto valide).
Non so da dove cominciare a ringraziarti, ho adorato veramente ogni tua parola e si è vista la grande attenzione e la passione con cui hai letto e sei entrata in profondità nella storia. Un unico dettaglio che temo di non aver trasmesso bene è che in realtà Cailean non ha mai avuto intenzione di uccidere Aileen, era solo molto incuriosito da lei, però anche l'intrepretazione che hai dato tu credo che stia benissimo nel contesto e che anzi renda il parallelismo tra le due figure ancora più stretto.

Mi dispiace per il finale tragico: purtroppo, anche se sono anch'io una fan del lieto fine, quando sento che una storia mi tira per un braccio verso la tragedia non riesco a far altro che seguire, temendo che gli sforzi per dare un lieto fine si traducano in qualcosa di artefatto e poco in linea con gli altri elementi della storia.

Sono felicissima che tu l'abbia apprezzata, perché è la cosa più lunga che sia mai riuscita a concludere e soprattutto perché è la mia prima storia davvero impegnativa dopo tanti anni di tentativi falliti e storie che non hanno visto la luce e devo ringraziarti doppiamente perché se è nata questa idea è stato grazie a te, ed è stato anche grazie allo stimolo dato dall'idea che qualcuno disegnasse i miei personaggi che mi sono sforzata di finirla a tutti i costi nonostante a ridosso della scadenza abbia avuto delle giornate molto piene (non so se ti ricordi la mia consegna alle 23.50 passate 😂😂😂), quindi grazie per avermi aiutata a uscire da un blocco durato anni e sentiti a pieno titolo co-autrice di questa storia e di questi personaggi, perché senza di te l'idea non sarebbe mai nata.

Per quanto riguarda le recensioni... purtroppo a parte questa storia e quella pubblicata appena prima tutte le altre mie storie hanno cinque anni o più. Ovviamente mi fa lo stesso molto piacere se vuoi leggerle, ma si tratta di storie scritte con uno stile più acerbo di questo e ho paura che ti deludano. Altrimenti, ho in cantiere una storia sempre su questi personaggi, che potrebbe dare almeno una parvenza di lieto fine a questa vicenda e spiegare il punto di vista di Oliver dopo l'abbandono di Henry/Cailean e che penso di pubblicare, se tutto va bene, già nelle prossime settimane. Questo solo per darti delle indicazioni orientative: puoi aprire il mio profilo e leggere quello che ti ispira di più ❤

Mi farebbe anche moltissimo piacere la valutazione come recensione alla storia ❤
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Giudice*****
30/01/2021 20:36
 
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Re:
fantaysytrash, 30/01/2021 14:44:


XI POSTO

“La pioggia di fuoco”, Inchiostro_nel_Sangue – 51,4/60

Grammatica e stile: 18,4/20 (13,65 + 4,75)

Dal punto di vista grammaticale la storia è pressoché perfetta, con solo qualche imperfezione per quanto riguarda la punteggiatura. In particolare, oltre a un paio di virgole, l’unico vero errore è la mancanza del punto fermo tra due parti di dialogo interrotte da una proposizione – esempio: “Sarai una buona madre…” mi diceva “… un’ottima madre” (-0,15 per sette volte -> -1,05 -> punteggio cumulativo sottratto: -0,75)

Per quanto riguarda il resto, invece:

“«Scusami» allungo una mano e riesco ad accarezzargli il viso. È freddo «Mi fa ancora impressione quando ci ripenso.»” -> sarebbe più corretto inserire un due punti o un punto e virgola dopo “viso” (-0,15)

“lo guardo… Sì, il naso è rimasto lo stesso di vent’anni fa.” -> ci vuole la lettera maiuscola a inizio frase (-0,15)

“Per tutto il viaggio, la piccolina, non aveva pianto.” -> la seconda virgola è superflua, in quanto separa il soggetto dal verbo (-0,15)

“è tempo che ti dia un nome, piccina.” -> ci vuole la lettera maiuscola a inizio frase (-0,15)


Lo stile mi è piaciuto veramente tanto; fin dalle primissime righe è descrittivo e poetico, e per tutta la durata della storia si mantiene molto accattivante e idoneo per le vicende narrate. Ho apprezzato l’alternanza tra periodi ipotattici per le sensazioni che la protagonista prova e frasi invece più corte e immediate quando viene descritto l’ambiente a lei circostante, ad esempio quando – verso il finale della storia – torna nel salotto allagato e con poche nozioni precise viene al tempo stesso messo a fuoco per inquadrare la scena in modo immediato ma allontanato dalla vera azione che si sta svolgendo, ovvero le considerazioni – i deliri, per meglio dire – della protagonista.

Anche la scelta di ripetere determinate frasi per creare enfasi mi ha soddisfatta particolarmente, non solo perché dà un tono ancora più personale alla fic ma anche perché hai scelto di inserire tutto nei punti più significativi, quando l’azione è tesa e l’equilibrio generale è assai precario. Questo ha aumentato il senso di inquietudine generale che si percepisce durante la maggior parte del testo e dal mio punto di vista ha svolto perfettamente lo scopo prefissato, ovvero donare un tono di disperazione e di frenesia alle vicende.

L’unica parte che invece non mi ha convinta è stato l’inserimento delle parentesi nel corso del testo. Le ho trovate molto stonanti con il resto, e credo che dei trattini o anche delle semplici virgole sarebbero risultati molto più efficaci e ben piazzati, sia a livello estetico che per l’intonazione che presuppongono. Non avrebbero tolto niente al significato complessivo delle frasi e avrebbero evitato quella pausa nella lettura che – a mio avviso – è abbastanza evidente, seppur involontaria.


Trama e originalità: 9/10

Nonostante il voluto senso di confusione che la struttura della storia presuppone, sono riuscita a destreggiarmi con relativa facilità all’interno del testo.

Mi è piaciuto come si parti nel vivo dell’azione e si continui a oscillare tra la narrazione presente e i vari retroscena del passato che mostrano come si è giunti a quei risvolti. Sarebbe potuto facilmente essere destabilizzante o confusionario, ma non è stato assolutamente questo il caso, in quanto posizioni le diverse informazioni nei punti più appropriati e il cambiamento dei tempi verbali ha facilitato notevolmente l’orientamento, così come la differenza di virgolette utilizzate nei dialoghi, proprio per separare le due linee temporali.

Il risultato che ne è uscito, dunque, è una storia accattivante e originale, in quanto accenna in continuazione in una direzione per poi virare bruscamente in un’altra, mantenendo vivo l’interesse e la curiosità nello scoprire tutti i dettagli di questa macabra vicenda.

Anche per quanto riguarda l’atmosfera autunnale non posso che farti i miei complimenti perché si è percepita dall’inizio alla fine, e le foglie che cadono dagli alberi paragonate a una pioggia di sangue rappresenta una correlazione appropriata, sia per l’immagine suggestiva che crea, sia per i toni stessi del racconto, che si fanno sempre più oscuri man mano che si prosegue nella lettura.

C’è solo un piccolo particolare che non sono riuscita a comprendere di questi avvicendamenti. Fermo restando che la protagonista è una narratrice non affidabile e altamente instabile, una domanda mi è comunque sorta spontanea: perché Allan la lascia, dopo averle detto che le fa paura, senza tornare? Alla fine si scopre che, nonostante tutto, ha cercato di rintracciare la compagna e soprattutto la figlia, e che quindi non è sparito nel nulla come invece sostiene la donna. Questo significa che è lei stessa a essere scappata prima che lui potesse tornare? O c’è un’altra dinamica di fondo che viene lasciata in sospeso? Lei lascia la città perché crede che lui l’abbia abbandonata per sempre, ma cosa fa esattamente Allan nel tempo successivo alla sua uscita di scena? Perché non torna?

Inizialmente avevo creduto che la donna fosse diventata instabile dopo l’abbandono, ma leggendo più attentamente credo che potrebbe non essere così; afflitta da una qualche malattia o addirittura follia – questo particolare mancante, lo ammetto, non è esattamente rilevante ai fini della storia – non regge tutto quello che la gravidanza comporta e si lascia andare a considerazioni quasi prive di senso. Allan, quindi, non è a conoscenza di questo problema?

A parte questa breve domanda da parte mia, comunque, ho trovato la storia molto ben strutturata, con un ritmo incalzante che ha portato avanti la narrazione con sempre più carisma e tensione, e la risoluzione finale di come si sono svolti gli eventi mi ha particolarmente soddisfatta. Una conclusione tragica di cui probabilmente la protagonista neanche si rende conto fino in fondo; insomma, davvero perfetta per questo tipo di contest!


Caratterizzazione dei personaggi: 9/10

Con la protagonista hai fatto un lavoro magistrale. La sfera preponderante è chiaramente quella psicologica e da questo punto di vista è stato interessante leggere un racconto in prima persona narrato da una figura così instabile. Non solo hai reso la storia imprevedibile, ma hai mostrato i meccanismi contorti dei suoi ragionamenti, le sue visioni distorte della realtà e i suoi comportamenti ancora più sconvolgenti.

In più, non mancano neanche le descrizioni del suo aspetto fisico – che a mio avviso sono molto più difficili da inserire in modo pulito in una narrazione di questo tipo. Invece tu le hai posizionate nella maniera più opportuna, ovvero quando la donna fa il confronto tra il suo corpo di un tempo e quello del presente, e questo ha fatto sì che anche questa informazione si amalgamasse con il resto del testo senza essere messa in evidenza senza motivo.

I pensieri che ci vengono mostrati sono spesso sconcertanti – come le sue considerazioni verso la figlia o il suo bruciarsi le mani per sentire calore – ma in qualche modo essere resi partecipi di una tale mente ha giovato a rendere il tutto molto più avvincente, perché in qualche modo si è portati ad almeno voler comprendere il suo punto di vista – e questo, devo dire, mi ha stupita. Se infatti in un racconto, ad esempio, in terza persona o narrato dal punto di vista di Allan avrebbe reso la protagonista un antagonista, qualcuno da temere o da compatire, in questo modo viene resa la voce della verità, l’unica a cui possiamo attenerci per comprendere le dinamiche in scena. Tutto potrebbe anche essere una menzogna o una versione molto distorta di quello che effettivamente è successo, ma è una figura talmente ben sviscerata che siamo portati a crederle, almeno in parte, nonostante la consapevolezza che non sia attendibile.

Per quanto riguarda il punto sottratto da questo parametro, invece, questo è legato anche a quanto detto in quello precedente e riguarda dunque la mancanza di caratterizzazione del personaggio di Allan, relativamente sostanziale e sentita. Capisco perfettamente che non sia lui il focus dell’azione – e si potrebbe quasi dire che sia una figura secondaria, dato che ciò che conta realmente non è quello che fa lui, ma la reazione della compagna – ma credo che qualche nozione in più avrebbe agevolato la dimestichezza con le vicende narrate.

Di lui non si sa praticamente nulla, nemmeno attraverso lo sguardo storpiato della protagonista, mentre invece avrebbe costituito motivo di interesse vederlo in maniera un po’ più pronunciata, soprattutto circa i suoi comportamenti dinnanzi alla serie di eventi che durano vent’anni. Da questo punto di vista, magari, sarebbe interessante un’altra storia trattante i suoi spostamenti e le sue emozioni… secondo me potrebbe risultare molto avvincente!


Utilizzo del pacchetto: 5/8 (1,5 + 3,5)

Il prompt del tuo pacchetto era “maledizione” e purtroppo l’ho sentito solo molto lontanamente. Il termine è in realtà citato più volte all’interno del testo, eppure non sono riuscita a cogliere la connessione con quello che stava effettivamente succedendo.

Non si dice che cosa affligga la protagonista, ma nella mia interpretazione degli eventi non mi sembra sia una maledizione, quando più una sempre più accentuata follia dovuta a una malattia o un evento fuori scena che non ci è dato sapere. Forse intendevi dire che lei pensa si tratti di una sorta di maledizione, ma il concetto non è approfondito particolarmente, e non mi sento di dire che sia stato lo spunto che ha dato vita alla storia, quanto più un elemento incluso alla larga.

Il sentimento invece era “solitudine”, e per quanto sia senz’altro presente è spesso oscurato dalla pazzia della donna. Sì, si percepisce che sia sola, ma questo è una conseguenza delle sue azioni squilibrate, e durante la lettura non è una caratteristica preponderante e percepibile nelle sue sfumature. È più un qualcosa che si sa – dato che viene mostrato come allontana le uniche due persone con cui abbia una relazione – ma lei stessa si sofferma più su considerazioni circa i rimpianti, la rabbia che prova nell’essere stata abbandonata, i ricordi stessi e, solo in secondo piano, vediamo la solitudine. Proprio perché i suoi pensieri sono così sconclusionati non c’è un ragionamento completo sull’argomento, e questo ha disperso un po’ l’intera questione.

Tuttavia, come puoi notare anche dal punteggio, credo che il concetto della solitudine sia stato affrontato, perciò non mi sento di penalizzarti troppo, anche se credo che avresti potuto affrontare tema un po’ più in profondità.


Utilizzo dell’elemento bonus: 2/2

Elementi utilizzati: genere introspettivo, avvertimento contenuti forti.


Gradimento personale: 8/10

Questa storia è stata molto particolare – in senso più che positivo. In generale l’ho trovata molto originale e intrigante, con diversi colpi di scena assolutamente non banali che hanno reso la mia esperienza di lettura piacevole e tesa al tempo stesso, perché veramente non vedevo l’ora di procedere nella scoperta di tutti i meandri della mente della protagonista.

Sono contenta anche di essere riuscita a ispirarti con questo contest e spero che una prossima occasione possa ripresentarsi presto perché mi farebbe davvero piacere leggere altro scritto da te – e mi auguro che anche per te questa esperienza sia stata soddisfacente.

Grazie per la tua partecipazione, e alla prossima!


Totale: 51,4/60





Eccomi qui! Ti ringrazio davvero per questa valutazione, ha rallegrato una giornata grigia! Sono veramente feliccissima per tutte le cose positive che hai detto e concordo assolutamente con tutte le critiche che hai fatto. Ti ringrazio veramente molto per questo contest perchè mi ha permesso di creare una storia che (sebbene abbia dei difetti) mi riempie di soddisfazione (e mi ha anche permesso di uscire da un periodo di stallo); in futuro vorrei riprenderla in mano e rielaborarla.
Che dire? Ti ringrazio di cuore!

Dimenticavo, non ti chiedo di scrivere questa valutazione come recensione al testo perchè, come ti avevo già anticipato, in questo periodo sento il bisogno di rimuovere tutti i miei testi da internet e dedicarmi solo ai miei libri.
Ti ringrazio moltissimo anche per la comprensione 💗
[Modificato da inky_clouds 30/01/2021 20:39]
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Giudice*****
30/01/2021 22:49
 
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Re:
WhatHasHappened, 30/01/2021 19:59:

Ciao ❤❤
Wow, davvero non so cosa dire per questa valutazione accuratissima e bellissima: ero molto orgogliosa di questa storia, ma non pensavo che potesse arrivare così in alto, tra tante belle storie partecipanti (ne ho lette solo alcune, ma erano tutte molto valide).
Non so da dove cominciare a ringraziarti, ho adorato veramente ogni tua parola e si è vista la grande attenzione e la passione con cui hai letto e sei entrata in profondità nella storia. Un unico dettaglio che temo di non aver trasmesso bene è che in realtà Cailean non ha mai avuto intenzione di uccidere Aileen, era solo molto incuriosito da lei, però anche l'intrepretazione che hai dato tu credo che stia benissimo nel contesto e che anzi renda il parallelismo tra le due figure ancora più stretto.

Mi dispiace per il finale tragico: purtroppo, anche se sono anch'io una fan del lieto fine, quando sento che una storia mi tira per un braccio verso la tragedia non riesco a far altro che seguire, temendo che gli sforzi per dare un lieto fine si traducano in qualcosa di artefatto e poco in linea con gli altri elementi della storia.

Sono felicissima che tu l'abbia apprezzata, perché è la cosa più lunga che sia mai riuscita a concludere e soprattutto perché è la mia prima storia davvero impegnativa dopo tanti anni di tentativi falliti e storie che non hanno visto la luce e devo ringraziarti doppiamente perché se è nata questa idea è stato grazie a te, ed è stato anche grazie allo stimolo dato dall'idea che qualcuno disegnasse i miei personaggi che mi sono sforzata di finirla a tutti i costi nonostante a ridosso della scadenza abbia avuto delle giornate molto piene (non so se ti ricordi la mia consegna alle 23.50 passate 😂😂😂), quindi grazie per avermi aiutata a uscire da un blocco durato anni e sentiti a pieno titolo co-autrice di questa storia e di questi personaggi, perché senza di te l'idea non sarebbe mai nata.

Per quanto riguarda le recensioni... purtroppo a parte questa storia e quella pubblicata appena prima tutte le altre mie storie hanno cinque anni o più. Ovviamente mi fa lo stesso molto piacere se vuoi leggerle, ma si tratta di storie scritte con uno stile più acerbo di questo e ho paura che ti deludano. Altrimenti, ho in cantiere una storia sempre su questi personaggi, che potrebbe dare almeno una parvenza di lieto fine a questa vicenda e spiegare il punto di vista di Oliver dopo l'abbandono di Henry/Cailean e che penso di pubblicare, se tutto va bene, già nelle prossime settimane. Questo solo per darti delle indicazioni orientative: puoi aprire il mio profilo e leggere quello che ti ispira di più ❤

Mi farebbe anche moltissimo piacere la valutazione come recensione alla storia ❤




Passo subito a lasciarti la valutazione! Per le recensioni premio io non ho problemi ad aspettare qualche nuova storia, figurati! Terrò d'occhio il tuo profilo per eventuali aggiornamenti, tanto ho quattro mesi a disposizione.
Già prevedo che la fic sequel incentrata su Oliver sarà tristissima e angosciante, ma non vedo l'ora di leggerla 🤣
A presto!
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Giudice*****
30/01/2021 22:54
 
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Re: Re:
Inchiostro_nel_Sangue, 30/01/2021 20:36:



Eccomi qui! Ti ringrazio davvero per questa valutazione, ha rallegrato una giornata grigia! Sono veramente feliccissima per tutte le cose positive che hai detto e concordo assolutamente con tutte le critiche che hai fatto. Ti ringrazio veramente molto per questo contest perchè mi ha permesso di creare una storia che (sebbene abbia dei difetti) mi riempie di soddisfazione (e mi ha anche permesso di uscire da un periodo di stallo); in futuro vorrei riprenderla in mano e rielaborarla.
Che dire? Ti ringrazio di cuore!

Dimenticavo, non ti chiedo di scrivere questa valutazione come recensione al testo perchè, come ti avevo già anticipato, in questo periodo sento il bisogno di rimuovere tutti i miei testi da internet e dedicarmi solo ai miei libri.
Ti ringrazio moltissimo anche per la comprensione 💗




Ciao cara, sono felice che il giudizio sia stato di tuo gradimento e spero davvero di rivederti attiva quanto prima 💪
Ti mando un altro grande abbraccio 💗
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Giudice*****
30/01/2021 23:43
 
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Re: Re:
fantaysytrash, 30/01/2021 22:49:




Passo subito a lasciarti la valutazione! Per le recensioni premio io non ho problemi ad aspettare qualche nuova storia, figurati! Terrò d'occhio il tuo profilo per eventuali aggiornamenti, tanto ho quattro mesi a disposizione.
Già prevedo che la fic sequel incentrata su Oliver sarà tristissima e angosciante, ma non vedo l'ora di leggerla 🤣
A presto!

Va bene, allora io continuo sui progetti che ho e tu passa quando vuoi e scegli pure ciò che preferisci😘
La nuova storia non sarà triste e angosciante come l'altra, promesso: si meritano un minimo di leggerezza anche questi personaggi 🤣😂
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01/02/2021 02:07
 
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Ehilà!
Wow, non mi sarei mai aspettata la vincita del premio Halloween, ne sono davvero felice e onorata *^*
Ti ringrazio tantissimo per la valutazione precisa e curata, soprattutto per avermi segnalato tutti gli errori grammaticali ("Koll" era effettivamente un errore di battitura che mi è sfuggito, grazie per avermelo segnalato) in questi giorni farò una revisione completa della storia, come mi hai consigliato.
Ho trovato le tue critiche costruttive assolutamente legittime, vorrei solo spiegarti alcune mie decisioni, soprattutto riguardo alle parti più introspettive: essendo io molto prolissa, mi sono trovata un po' in difficoltà a stare nel numero di parole, per cui ho dovuto tagliare intere parti e fare delle scelte tematiche, in particolare ho preferito concentrarmi su Eiri, sui suoi pensieri e su quei momenti della sua vita necessari all'avanzamento della trama.
E' vero che il finale risulta un po' frettoloso, perché è stato dove ho tagliato di più e originariamente il tutto doveva essere più diluito (stesso discorso vale per il rapporto col padre e l'innamoramento tra Eiri e Kiz).
Infatti penso proprio che scriverò altre storie su questi personaggi per approfondire alcuni aspetti, soprattutto su Kiz, che mi è dispiaciuto lasciare un po' di fondo Poi Eiri aspetta la maggiore età per andare via perché, similmente alla nostra epoca, finché era minorenne era ancora sotto la tutela dei genitori, i quali avrebbero potuto mandarlo a cercare e rivendicare un qualche tipo di "proprietà" su di lui, ma mi rendo che era una cosa che avrei dovuto esplicitare non dare per scontata. Detto questo, ripeto che le critiche che hai fatto sono assolutamente legittime e veritiere e mi sono state davvero utili per capire come poter migliorare la mia scrittura e il mio stile!
Poi io avrei un problemi per la recensione bonus: purtroppo sul mio account al momento non ho storie recenti, oltre a questa. L'ultima risale al 2015, quindi capisci che nel giro di cinque anni il mio stile di scrittura è cambiato molto e non penso che sarebbe molto utile recensire storie così datate; però ho un'account condiviso con Dark Sider (qui: efpfanfic.net/viewuser.php?uid=1134790 ) al momento c'è solo una one-shot, pubblicata a marzo scorso, scritta ovviamente a quattro mani, ma presto pubblicheremo anche una long. Quindi, ecco, ti vorrei chiedere, se possibile, di dare un'occhiata all'account condiviso, visto che contiene roba molto più recente, fermo restando che comunque sei libera di recensire quello che vuoi, ovviamente lol (ne ho parlato con Dark Sider e per lei non ci sono problemi, comunque).
Detto questo ti ringrazio per aver creato questo fantastico contest, che mi ha permesso di trovare l'ispirazione e ritornare a ripubblicare storie sul mio account dopo tanto tempo. Spero di partecipare anche ai futuri contest che organizzerai!

P.S. gradirei la valutazione anche come recensione alla storia, grazie :3
[Modificato da Espen 01/02/2021 23:19]


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01/02/2021 09:15
 
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Re:
fantaysytrash, 30/01/2021 14:48:


VIII POSTO

“Sussurri sull’Acqua”, Genziana_91 – 52,7/60

Grammatica e stile: 19,2/20 (14,7 + 4,5)

Le uniche imprecisioni che ho notato nel testo sono state un paio di virgole mancanti nell’espressione “Oh mamma” (-0,30) ma a parte questa piccolezza il testo è pulito, chiaro e curato veramente bene. Complimenti!

Anche lo stile mi è piaciuto moltissimo; poetico e incisivo, descrive perfettamente i pensieri turbolenti che il protagonista ha e le motivazioni dietro le sue azioni a dir poco disturbanti. Non siamo a conoscenza di ogni dettaglio che lo spinge verso una tale conclusione, ma il tuo modo di narrare così diretto, con frasi ben piazzate e senza una sola parola fuori posto, mi ha calata immediatamente in questo universo, risultando quindi in una lettura molto piacevole – specialmente per il periodo autunnale.

In particolare trovo che tu sia riuscita a delineare il contesto e il paesaggio in maniera magistrale, tanto che mi sembrava proprio di avere davanti la scena, in particolar modo il lago che emanava sussurri al protagonista e l’espressione di shock del padre che non comprendeva ciò che stava accadendo di fronte ai suoi occhi. L’atmosfera generale è sicuramente angosciante e veramente spooky, e diventa sempre più inquietante col progredire della storia, come se noi stessi stessimo scendendo sempre più in profondità dentro l’acqua per scoprire i suoi segreti, restando poi intrappolati nell’abisso.

È stata un’esperienza di lettura davvero particolare, perché il tuo stile mi ha quasi letteralmente incantata fin dalle prime righe e mi ha trascinata nel vivo della faccenda con parole precise e – si vede chiaramente – ben pensate per uno scopo preciso.


Trama e originalità: 8,5/10

La trama della storia mi ha intrigata e gasata moltissimo. Sebbene sia una oneshot relativamente corta, è strutturata come se fosse un componimento molto più lungo, e presenta diversi elementi che contribuiscono a creare un mondo completo e intrigante, per quanto ci sono diverse informazioni che non vengono chiarite.

Seguiamo il punto di vista del protagonista, siamo inevitabilmente portati a tifare per lui… e poi scopriamo gli eventi disastrosi che lo hanno visto partecipe. Alla frase “Le volevo molto bene e, per questo, le tagliai la gola per prima” mi è letteralmente caduta la mandibola, effetto che credo fosse assolutamente voluto, e non posso fare altro se non congratularmi con te per essere stata in grado di avere dei colpi di scena e un momento di massima tensione anche in un componimento così corto.

Molto interessante è stata la struttura della storia, quell’inizio in medias res, prima di passare a un flashback e tornare poi al presente, con due scene speculari e complementari: prima l’uccisione dei genitori e poi quello che si può presumere essere un suicidio. Un aspetto che sicuramente è prorompente in tutto il testo – e in particolar modo al momento delle due morti – è la forte emotività che accompagna il personaggio principale, i suoi pensieri struggenti e quella parvenza di razionalità che ti porta a voler comprendere il motivo di un tale gesto.

Ci sono stati un paio di quesiti lasciati in sospeso, come ad esempio il modo in cui i due genitori vengono uccisi tanto facilmente (da questo punto di vista, non ho capito se il figlio fosse ancora un bambino oppure fosse già più cresciuto) o perché il protagonista riesca a sentire dei sussurri provenire dall’acqua e cosa questo significhi esattamente, ma nel complesso ho trovato la scena descritta in maniera più che soddisfacente anche senza essere in possesso di tutte le nozioni. È quasi uno spaccato di vita – dark e molto lontano da quelli a cui siamo abituati – e per il modo in cui è descritto è come se si trattasse davvero di un giorno come un altro, invece di un brutale massacro – quantomeno per l’assassino.

Anche la descrizione della stagione autunnale è stata fatta in maniera molto suggestiva; si tratta di poche righe, ma in relazione alla lunghezza complessiva occupa il giusto spazio, non toglie nulla alle considerazioni introspettive che sono il punto forte della storia, ma allo stesso tempo crea una visione d’insieme chiara e precisa, un contorno alle azioni descritte davvero perfetto.

L’unico motivo per cui non ho assegnato un punteggio pieno è perché credo ci siano molti altri dettagli fondamentali circa i personaggi che avrebbero arricchito ancora di più il testo, e specialmente dopo un impatto come quello che la storia ha provocato avrei senz’altro gradito qualcosa di più esaustivo, in modo da arrivare a capire ancora meglio cosa stia passando per la testa del nostro antieroe e cosa rappresenti questa sua capacità pseudo-sovrannaturale. È una cosa reale? Ha delle allucinazioni che lo portano a compiere quei crimini? Non si tratta di nulla evidentemente mancante, dato che lo scritto è assolutamente godibilissimo e accattivante, ma la trama non è completa ed approfondita come avrebbe potuto essere con qualche ritocco in più.


Caratterizzazione dei personaggi: 7,5/10

Il protagonista della storia – che purtroppo non ha un nome, quindi perdona l’inevitabile ripetizione della parola “protagonista” – è sicuramente una personalità molto interessante e particolare, e mi è piaciuto che il testo sia stato narrato dal suo punto di vista, invece che da quello del padre o di una terza figura estranea alla scena. La sua psiche è stata uno dei punti forte del racconto, perché – come accennavo anche prima – ha permesso di seguire il suo percorso e comprendere le sue ragioni, e quello che sarebbe potuto passare come un pazzo omicida se visto attraverso gli occhi di qualcun altro, è stato invece rappresentato come una sorta di paladino oscuro, certo che solo con la morte ci si possa sottrarre alla minaccia che l’acqua rappresenta.

È un concetto che mi ha particolarmente intrigata: l’omicidio come metodo di sollievo dalle paure terrestri, e proprio perché ama i genitori – e non il contrario come chiunque potrebbe pensare – è necessaria un’azione tanto estrema.

Ci sono però anche qui un paio di elementi che non sono stati chiarissimi dal testo, primo tra tutti il motivo per cui il protagonista pensa che l’unico modo per ottenere sollievo sia la morte. Capisco che possa essere una scelta quella di lasciare in sospeso determinati aspetti, ma questo rende un po’ incompleto il personaggio, le cui credenze o motivazioni possono solo essere intuite o estrapolate in maniera secondaria, invece che essere esposte in maniera inequivocabile. Uccide come atto di misericordia, ma qual è il ragionamento che sta dietro una tale convinzione? Inoltre di lui non viene detto praticamente niente circa qualsiasi altra caratteristica oltre all’aspetto psicologico; quanti anni ha? Oltre al fatto che è in grado di sentire dei sussurri provenire dall’acqua ha altre abilità peculiari? A inizio storia viene detto che i genitori lo portano al lago per “mostrargli che è solo acqua”; questo vuol dire che sapevano qualcosa circa ciò che affliggeva il figlio? Queste sono alcune delle domande che mi sono sorte leggendo la fic, e le cui risposte ritengo avrebbero reso il risultato finale ancora più introspettivo e disturbante di quanto già non sia.

Per quanto riguarda gli altri personaggi in scena, ci sono solamente i genitori, i quali compaiono veramente un attimo e servono più come contorno all’introspezione del protagonista che come vere figure degne di nota. Questo non ha recato particolare fastidio dato che il focus del discorso era sicuramente ben altro, ma qualche caratteristica in più sarebbe potuta essere aggiunta, magari frammentata nel testo in modo da non portare l’attenzione su di loro, ma dando ugualmente un paio di informazioni in più.

Nel complesso, tuttavia, credo tu abbia svolto un gran bel lavoro nel delineare una personalità come quella del protagonista in maniera sufficientemente netta in uno spazio abbastanza limitato, in modo conciso e preciso.


Utilizzo del pacchetto: 7/8 (3 + 4)

I prompt del tuo pacchetto erano “morte” e “sollievo”, e devo dire che hai saputo creare una storia veramente accattivante e che centra entrambe le richieste. Per il primo prompt, ti assegno un punteggio pieno senza pensarci due volte, dato che la morte è il fulcro di tutto il discorso e viene ripresa diverse volte come fine ultimo delle azioni compiute. In un certo senso, è come se il protagonista stesso fosse una personificazione della morte, sceso sulla Terra per mietere le anime degli uomini – anche se questa è una mia personale analogia che può rivelarsi del tutto errata o creata involontariamente.

Per il sentimento, invece, ho qualche considerazione in più. Fermo restando il fatto che è assolutamente percepibile nel personaggio principale, trovo che leggendo la storia il lettore sia invece colto da una profonda inquietudine. Mi spiego meglio: il sollievo lo percepiamo perché viene quasi citato esplicitamente, o comunque viene fatto intendere essere il motivo per cui il protagonista agisce, ma non è effettivamente tangibile nella realtà. È come se sapessimo che c’è – perché ci viene detto – ma non lo sentissimo effettivamente in prima persona. O almeno, per me è stato così.

Anche quando vengono descritti gli ultimi momenti del nostro beniamino, non sono riuscita a cogliere un barlume di speranza per lui, ma solamente altra insofferenza e drammaticità, come se l’aldilà che lo aspetta non contenga effettivamente quello che lui crede di trovare.


Utilizzo dell’elemento bonus: 2/2

Elementi utilizzati: genere introspettivo, genere dark, avvertimento contenuti forti (quest’ultimo non è stato inserito esplicitamente nelle note della storia, ma secondo me ci sta tutto).


Gradimento personale: 8,5/10

Questa storia mi ha convinta e conquistata fin dal principio e infatti è stata subito inserita tra le ricordate perché è riuscita a trattare dei temi davvero interessanti con uno stile magistrale e accattivante.

È la prima opera che io abbia mai letto scritta da te, e spero vivamente di avere presto l’opportunità di colmare questa laguna, perché dopo questo piccolo assaggio ho sicuramente sviluppato un appetito per le tue idee e il tuo metodo di esecuzione.

Tanti complimenti dunque per questa bella fic; ha sicuramente svolto lo scopo per cui è stata creata e ha centrato in pieno le richieste del contest!


Totale: 52,7/60





Carissima, grazie intanto per l'impegno eccezionale che hai messo in questi feed-back, sono davvero accurati! La cura che ci hai messo è davvero incredibile e per questo ti ringrazio moltissimo. 
Sono molto contenta dei commenti positivi che mi hai fatto, e altrettanto di quelli negativi. Il rischio della prima persona è quello di affidare un po' troppo la caratterizzazione al flusso di coscienza...e io questo errore l'ho preso in pieno :P Però d'altra parte sono felice di essere riuscita a rendere l'angoscia della situazione: mi accontento delle piccole vittorie! 😂

Grazie ancora! <3


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Giudice***
04/02/2021 18:23
 
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fantaysytrash, 30/01/2021 14:55:

V POSTO (PARIMERITO)

“La strada verso le luci rosse”, Sabriel_Little Storm – 53,5/60

Grammatica e stile: 19/20 (15 + 4)

Dal punto di vista grammaticale, non ho riscontrato nessun errore; complimenti!

Anche lo stile è stato perlopiù adatto al tipo di storia che sei andata a narrare. I toni sono molto emotivi, in quanto i pensieri di Sindy sono il punto focale che porta avanti il discorso, e questo ha senz’altro aiutato a entrare nel vivo del discorso in maniera immediata, coinvolgendo il lettore dall’inizio alla fine.

A tratti l’ho trovato un po’ troppo colloquiale, con frasi costruite come se fossero parlate, invece che scritte. Questo non costituisce un vero e proprio errore, e soprattutto può essere considerato in linea con la voce narrante di Sindy, ma non sempre hanno fatto fluire la storia come avrebbe dovuto. Ad esempio, per “Fortuna che era solo il barista che, svogliato, doveva prendere le ordinazioni” sarebbe risultato più scorrevole dire “Per fortuna era solo il barista […]” per amalgamare questo tipo di inflessione con il resto del testo che invece è trattato un po’ più formalmente, in quanto si tratta comunque della narrazione e non dei pensieri in prima persona della protagonista.

Alcune altre puntualizzazioni per quanto riguarda il testo sono le seguenti:

- “affinchè” -> “affinché”

- “Si osservò intorno, puntando gli occhi sul viso della gente che la superava […]” -> “Si guardò intorno” oppure “Osservò intorno”

- “Oh, è arrivato il proprietario della pista su cui pattini, devi fare un sorriso, non vorrai che pensasse che sei antipatica. Oh, quella testa di cazzo del tuo compagno di classe ti ha appena rivolto la parola, è meglio che sorridi, per una volta che ti calcola almeno dimostrati grata. Oh, Jan è felice ed è meglio che lo sia anche tu, anche se hai perso i campionati nazionali di pattinaggio artistico, anche se ti senti perduta; è meglio che sorridi sempre, altrimenti perdi anche l'ultima briciola di fascino che ti è rimasta.” -> tutta questa parte andrebbe messa in corsivo, per distanziarla dagli eventi presenti che stai raccontando.

Sembrano molte critiche, ma in realtà – come puoi vedere anche dal punteggio – lo stile semplice e diretto mi è piaciuto, proprio perché si intona con quello che viene descritto, rendendo le considerazioni di Sindy il vero focus della storia, come credo sia stato il tuo intento iniziale. E la totale assenza di imperfezioni grammaticali ha aumentato ancora di più il mio gradimento complessivo, in quanto la storia scorre senza problemi e compone un quadro d’insieme intenso e originale.


Trama e originalità: 9,5/10

Pur trattandosi di una storia che avviene in un unico luogo nel giro di pochissimo tempo, gli elementi proposti e le informazioni che vengono fornite sulla protagonista sono diversi e ben analizzati. Sicuramente un bar è il posto ideale per avere le riflessioni esistenziali e mi è piaciuto come questi pensieri siano stati man mano “provocati” dai dettagli che Sindy vede intorno a lei; le donne che ridono, la visione del bicchiere che ha in mano, l’ambiente soffocante ma allo stesso tempo solitario. Questo ha permesso alla narrazione di non essere un miscuglio indistinto di considerazioni, ma tutti gli aspetti della vita della protagonista sono esposti con coerenza e seguendo un filo logico.

Innanzitutto, mi è piaciuto vedere un personaggio non all’apice del successo, ma a un passo dalla disperazione più totale. Non viene detto esplicitamente il motivo per cui si trova nella zona a luci rosse, né cosa spera di ottenere recandovisi, ma possiamo presupporre sia il risultato di una serie di elementi che ci vengono piano piano forniti con il procedere della trama. Il pattinaggio non ha portato i risultati sperati, la relazione con il suo fidanzato è fallita miseramente, e Sindy essenzialmente non sa cosa fare della sua vita in questo momento tanto triste.

Da questo punto di vista, ho apprezzato il fatto che recarsi in quel bar non abbia un effettivo senso logico perché di fatto è la protagonista stessa a trovarsi in una situazione precaria, dove cerca di alleviare la sua solitudine in un modo poco convenzionale. È stato onestamente abbastanza straziante leggere del suo senso di impotenza, del suo ripudio verso il locale in cui si trova ma la realizzazione che, almeno per il momento, non ha altro posto dove andare. Non sa cosa stia cercando e non sa dove cercare, e si ritrova nella cosiddetta ultima spiaggia – vagando per le strade e attendendo l’indomani che la porterà via dalla sua città per qualche tempo.

Una cosa che personalmente non ho molto gradito sono stati i commenti verso le altre ragazze che sono presenti nel bar, ma capisco che questo potrebbe anche essere un ulteriore meccanismo di difesa di Sindy, ovvero il concentrarsi sulla vita altrui per non dover pensare alla propria. E, in ogni caso, non è in una posizione di particolare lucidità o empatia, per cui alla fine anche il suo atteggiamento è più che giustificato e comprensibile.

L’unica cosa che a mio avviso manca per rendere la storia praticamente perfetta – in relazione a questo contest – è l’atmosfera autunnale; sebbene il mese di ottobre venga citato, la maggior parte della vicenda ha luogo all’interno del bar e vediamo pochissimo dell’ambiente circostante. Considerando che alla fine comincia addirittura a nevicare, ho percepito uno stacco con gli elementi tipici del periodo, e pensandoci il tutto sarebbe potuto avvenire in un qualsiasi altro momento e questo particolare non avrebbe inciso minimamente sugli sviluppi.


Caratterizzazione dei personaggi: 9/10

Sindy è stata un personaggio davvero particolare, a mio avviso molto interessante da esplorare e vedere in azione. In realtà avevo già avuto modo di leggere una storia con questa protagonista, ma si trattava di una kid!fic, per cui è stato come incontrarla per la prima volta, date le numerose e sostanziali differenze che giustamente hai presentato nel suo carattere.

In particolare qui la vediamo completamente distrutta, sia per delusioni personali – la rottura con Martin – sia per i suoi sogni di pattinatrice infranti – i campionati che non è riuscita a vincere. A tutto questo si aggiunge la prospettiva di un viaggio lontano dalla sua città che, sebbene non venga detto a cosa sia dovuto, incide ulteriormente sulla sua salute mentale. Personalmente trovo sempre interessante vedere le reazioni di un personaggio quando le cose non vanno per il meglio, e anche qui possiamo notare come Sindy abbia bisogno di un momento lontana dal resto del mondo, nonostante questo aumenti ancora di più il suo malessere.

In generale l’ho trovata un personaggio molto forte e testardo, che odia più di chiunque altro la situazione in cui si ritrova, ma allo stesso tempo viene mostrato un lato più fragile e bisognoso di cure, che forse lei stessa è restia a considerare. Mi sarebbe piaciuto vedere qualche considerazione in più sulle altre persone della sua vita – in particolare Jan e Martin – e sul tipo di rapporto che hanno. Entrambi vengono menzionati a più riprese, ma i legami che li legano a Sindy vengono lasciati perlopiù nell’ombra, quando magari sarebbe stato efficace mostrare perché la nostra eroina senta il bisogno di allontanarsi.

Ci sono stati anche altri elementi che sono stati accennati – come il fatto che sia orfana, che venga adottata da Jan, alcuni nomi che vengono menzionati senza particolari spiegazioni – che forse avrebbero meritato qualche riga in più proprio per creare un’immagine complessiva più completa, ma devo dire di aver trovato le dinamiche principali comprensibili e accurate.

So che questa non è che una piccola parte in una storia più ampia, e per questo vorrei complimentarmi per essere comunque riuscita a creare un racconto in cui non ci siano evidenti buchi vuoti in cui qualcosa è lasciato in sospeso. E sicuramente tornerò a rileggere di Sindy – magari proprio la storia che hai linkato nelle note – perché la trovo una figura complessa ma in cui non è poi così difficile immedesimarsi, proprio per il dualismo del suo carattere qui presentato, la sua voglia di essere perfetta in qualsiasi occasione e il senso di perdita quando questo non avviene.


Utilizzo del pacchetto: 6/8 (1 + 5)

Il sentimento del pacchetto era “solitudine” e temo di non avere granché da dire a riguardo, se non che hai centrato in pieno quest’emozione rendendola la vera protagonista del racconto, forse ancora più di Sindy stessa.

Non soltanto non vediamo nessun altro personaggio in scena – rendendo Sindy fisicamente sola – ma più e più volte ci viene ricordato come non ci sia nessuno a cui possa rivolgersi in caso di bisogno; il fatto stesso che sia in un bar a scacciare il dolore con un drink invece che a confidarsi con un amico sottolinea più di qualunque altra cosa quanto provata sia dalla situazione. E poi ovviamente c’è il riferimento alle strade piene di gente della zona rossa, in cui però Sindy si sente più abbandonata che mai, rimarcando questo concetto anche nella sua mente, rendendola consapevole della sua condizione dalla quale non riesce a sottrarsi.

Per quanto riguarda invece il prompt, questo era “maledizione”, e mi è sembrato solo vagamente accennato nel finale nella storia. Quella “maledizione nella benedizione” non è una riflessione che viene spiegata e portata avanti, e non mi sento di dire che sia un elemento fondamentale nella storia. Non so se ci fosse un significato profondo che volevi sottolineare – e nel caso ci fosse, non esitare a farmelo sapere – ma qui mi è parso più un accenno dovuto al pacchetto che una vera necessità per la storia.


Utilizzo dell’elemento bonus: 2/2

Elementi utilizzati: genere introspettivo.


Gradimento personale: 8/10

Questa storia è stata abbastanza intensa, sia per i temi che per i toni utilizzati, ma è proprio qui che risiede il suo punto di forza. Mostrando Sindy nel suo momento di massima insicurezza e frustrazione, mi hai senz’altro portata a tifare per lei in futuro, a chiedermi se si risolleverà mai da questa delusione, e spero proprio che scriverai presto una fic a riguardo, perché credo che il momento in cui ribalta la situazione e riprende in mano la sua vita sarebbe qualcosa di veramente memorabile da vedere.

E ovviamente sono felicissima che questo contest ti abbia dato la possibilità di mettere per esteso questa idea, in quanto ha aggiunto parecchio al mio repertorio di letture!


Totale: 53,5/60



Ciao cara! Scusa il ritardo con cui rispondo, purtroppo questo è un periodo molto pieno ^^'' In ogni caso, la tua valutazione è accuratissima e ti ringrazio tantissimo per questo gran lavoro! Per quanto riguarda gli appunti sullo stile, mi sono utilissimi e ne farò senz'altro tesoro 💙 L'atmosfera autunnale, per esigenze di trama, non sono proprio riuscita ad inserirla, come si è visto ^^'' Ma sono contentissima che tu abbia apprezzato ugualmente la storia! Per l'elemento "maledizione", hai assolutamente ragione e in realtà non c'è nessun altro significato profondo. Forse avrei potuto svilupparlo in un altro modo, ma mentre scrivevo mi è uscito così e pazienza ^^'' Ti ringrazio davvero di cuore per le splendide parole che hai riservato a questa storia senza pretese, mi ha fatto tanto piacere ricevere questa valutazione, che gradirei anche come recensione 💙 Grazie davvero!!!
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Post: 155
05/02/2021 11:41
 
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Re:


Ciao, innanzitutto scusami per il ritardo immane con cui ti rispondo... ma davvero, questa settimana non ho avuto un attimo di pace.
Intanto, ti ringrazio per la meravigliosa recensione, che ho particolarmente apprezzato e mi ha fatto sorridere in un momento non proprio felice (comunque nulla di grave).
La tua sensibilità nel cogliere tutte le sfaccettature della mia storia, anche con riflessioni che non avevo fatto consapevolmente (quella sul cappello stregato e sul concetto di "spezzato"), mi ha davvero commosso. 
Hai ragione nel dire che alcuni aspetti sono stati un po' affrettati, perché ho scritto di getto, seguendo l'ispirazione e concentrandomi interamente sulla figura dello "spaventapasseri." Ho adorato che tu abbia colto il disperato riferimento alla libertà finale, che sì, in parte viene ottenuta, e soprattutto il tuo apprezzamento per la parte iniziale. L'ho curata particolarmente, tenevo che si creasse un'atmosfera particolare e "autunnale."
Per quanto riguarda il resto, la "follia" è stata abbastanza personalizzata, e principalmente è un sentimento di angoscia e solitudine che porta alla frenesia e all'isolamento. 
Posso dirti che, in quanto storia da adattare a due contest, senza rinunciare alla mia idea personale, sapevo che non avrei mai ottenuto il punteggio pieno in certi elementi, quindi non mi aspettavo assolutamente il quarto posto, che mi ha fatto immensamente piacere!

Grazie ancora e a presto :)

fantaysytrash, 30/01/2021 14:59:

IV POSTO

“Spezzato”, R.Mayfair – 53,6/60

Grammatica e stile: 18,85/20 (13,85 + 5)

Il testo della storia è privo di errori gravi, e le uniche sbavature riscontrate sono le seguenti:

“Dopotutto, qualcuno l’ha già fatto con me, un ragazzo innocente con la bocca che puzza ancora di latte.” -> “puzzava” (-1,00)

““No!” Grido, e lo afferro a mia volta.” -> qui ci vuole la lettera minuscola, in quanto la proposizione completa il dialogo (-0,15)


Per quanto riguarda lo stile, credo di poter affermare di essere stata completamente stregata dal tuo modo di narrare; dalle descrizioni del paesaggio all’introspezione del protagonista ho trovato tutto veramente ben fatto, non solo esaustivo e completo, ma anche proposto con i termini più appropriati e con diverse analogie davvero accattivanti.

Ci sono state diverse parti che mi hanno particolarmente colpita, ma l’introduzione alla storia è stato un qualcosa di veramente fenomenale. “La giornata non potrebbe essere più limpida, croccante come il torrone della bancarella di dolciumi e variopinta per tutti i colori che esplodono davanti ai miei occhi: caleidoscopi turbinanti, foglie rosse, gialle e arancioni, cumuli di frutta autunnale: castagne, noci, zucche.” Con una semplice frase sei riuscita a delineare diversi elementi, senza soffermarti sui dettagli ma creando un’atmosfera che tutti hanno vissuto in prima persona, entro cui è facile muoversi e identificarsi. In questo modo, l’attenzione viene spostata unicamente sul personaggio principale e, mentre scopriamo piano piano quali sono i problemi che lo affliggono, non dobbiamo impegnarci per memorizzare gli altri dettagli presenti, perché con un paio di righe incisive viene tutto immortalato in maniera vivida nella nostra mente.

Ti assegno quindi un punteggio pieno veramente meritato, hai uno stile di scrittura invidiabile e particolarmente efficace con i componimenti più brevi, in quanto riesci a porre delle basi solide su cui poter installare l’intera trama.


Trama e originalità: 9,75/10

Perdona la ripetizione, ma devo sottolinearlo un’altra volta: l’incipit della storia è stato davvero meraviglioso. Non solo mette in mostra il tuo fantastico stile descrittivo con una serie di immagini a dir poco prorompenti, ma cala nel racconto in modo molto graduale e quasi “morbido”. Non siamo gettati nel vivo dell’azione, ma hai riservato lo spazio necessario per dare un minimo di orientamento circa la collocazione del racconto, e questo è stato un aspetto che ho apprezzato molto.

In secondo luogo, ho trovato azzeccata la divisione nelle diverse scene, in quanto si parte con un momento particolarmente introspettivo – che aiuta a inquadrare il protagonista –, per poi passare all’azione, a un flashback e infine alla risoluzione finale. Tutte queste parti di storia sono legate le une alle altre con cognizione di causa, si completano a vicenda e creano un crescendo verso il climax della vicenda.

E a questo proposito, devo dire che il finale ha avuto un degno risvolto: l’indecisione da parte del protagonista a condannare un altro essere umano, il breve conflitto con la ragazza e, infine, la morte inevitabile dopo aver spezzato la maledizione sono state una successione di momenti intensi e dolceamari, per cui alla fine non si è certi se provare tristezza per la sua dipartita o sollievo per aver ottenuto una versione pallida – ma comunque importante – di libertà.

Interessante anche come tu abbia utilizzato la creatura che ha dato il nome al pacchetto scelto nella storia vera e propria; non era necessario, ma l’ho trovato un buon espediente per descrivere il protagonista, oscuro e misterioso, con una maledizione ignota della cui origine non veniamo mai a conoscenza. Da quello che ho capito, lui non è un effettivo spaventapasseri, ma viene usata quest’immagine per descrivere le sue peculiarità, come se dopo anni sotto il potere del sortilegio egli non sia più umano, ma una creatura spezzata, difficile da descrivere in termini semplici.

Da questo punto di vista, devo dire che l’originalità della storia è stata massima, sia per l’idea di fondo che per la sua esecuzione, per cui il risultato finale è stata un’esperienza di lettura intrigante e inedita.

L’unica piccolissima pecca è stata la rapidità con cui hai mostrato certe scene, quando secondo me avresti potuto proseguire con un po’ più di introspezione e caratterizzazione. In particolare, mi riferisco alla spiegazione da parte della Negromante di come il protagonista sia venuto in contatto con il cappello maledetto. Citi addirittura che una cosa simile è successa a lei, e ho trovato quella parte abbastanza sbrigativa rispetto al resto, quando invece possedeva spunti di riflessione interessanti.

In generale, comunque, la trama della storia è solida e sviluppata a dovere, per cui ti faccio i miei complimenti per essere stata in grado di creare un racconto così suggestivo e pieno di risvolti particolari, con un’alternanza di toni macabri e compassionevoli che hanno mostrato come l’animo umano sia ricco di sfaccettature contrastanti, anche dopo essere stato soggettato a un’esperienza come quella da te proposta.


Caratterizzazione dei personaggi: 9,5/10

L’introspezione e la cura riservata al protagonista sono state grandiose e accurate, e hanno permesso di dare un tocco molto personale all’intera faccenda, in quanto i sentimenti principali con cui il lettore è portato a empatizzare sono proprio quelli dello spaventapasseri.

Sebbene la storia non sia lunghissima, il carattere e la personalità del personaggio sono assolutamente completi e abbastanza sviscerati, e ci sono stati diversi aspetti che lo hanno reso una figura complessa e mai piatta. In questo senso, ho apprezzato le sue contraddizioni – che, nonostante tutto, aiutano a renderlo umano – come il fatto che non creda alle abilità della Negromante, ma è talmente disperato che è pronto ad accettare qualsiasi aiuto.

Ma la parte che più mi ha colpita di lui è stato il finale, la sua lotta interiore per decidere cosa valga davvero la pena: la rottura della sua maledizione o una condanna forse peggiore di quella che ha già. L’improvviso rimorso e il tentativo di salvare la giovane ragazza lo hanno reso quasi un eroe, almeno ai miei occhi, e se da un lato capisco che la morte fosse inevitabile, dall’altro mi dispiace che non abbia avuto una seconda possibilità di vivere veramente.

Profondo anche il pensiero per cui, sebbene il cappello porti follia, ciò che si prova dopo essersene sbarazzati, condannando qualcun altro, è esso stesso una forma di perdizione, per cui la maledizione continua anche dopo essere stata spezzata. È il caso della Negromante e dell’uomo che ha ingannato lo spaventapasseri, mentre quest’ultimo riesce a sottrarsi a questo gioco crudele.

L’unica cosa che secondo me avresti potuto aggiungere è qualche ulteriore dettaglio circa gli altri personaggi presenti in scena; tutti sono comparse, ma in confronto al protagonista sono a tratti molto piatte proprio perché viste di sfuggita. Ad esempio, la giovane prostituta è stata caratterizzata a sufficienza per il ruolo che svolge nel racconto – la vediamo disperata e pronta a qualunque cosa pur di non continuare a vivere in quel modo – ma la Negromante è già più una figura portante, utile ai fini della trama e la cui storia, anche breve, avrebbe arricchito la narrazione.

Questa mancanza è sottile e forse per molti altri quasi ininfluente – e, nel grande schema delle cose, lo è –, ma dopo aver letto la fic mi è proprio rimasto questo piccolo tarlo, per cui sono rimasta affascinata dalla figura misteriosa della strega e vorrei leggere di più anche su di lei… se mai ti venisse l’ispirazione per un racconto incentrato su di lei, in cui approfondisci il suo personaggio, sappi che sarò in prima linea per leggerla!


Utilizzo del pacchetto: 5/8 (3 + 2)

Il prompt del tuo pacchetto era “cappello” ed è stato usato molto ingegnosamente; ho apprezzato come sia stata veramente parte integrante della storia, con un significato e un ruolo ben preciso, rendendolo la causa e la cura della maledizione del protagonista.

Bello anche come la rottura del cappello simboleggi la fine della maledizione, e i brandelli che si disperdono nel vento sono presto seguiti dalle ceneri del corpo dello spaventapasseri. Poetico e suggestivo!

Il sentimento era invece “follia” e l’ho percepita in maniera minore, in quanto è presente più come maledizione che vera e propria pazzia e che, per quanto disastrata sia la sua vita, il protagonista mantiene sempre il possesso delle sue facoltà mentali, cercando di spiegare la sua condizione sovrannaturale anche attraverso una logica di fondo.

Mi è piaciuto il modo in cui hai collegato i due aspetti, anche se credo tu abbia preso il significato di follia un po’ alla larga, storpiandolo nel tentativo di adattarlo alle tue esigenze, motivo per cui non posso ritenerlo un concetto sviluppato adeguatamente all’interno del testo, per quanto accennato sotto diversa forma dalla concezione tradizionale.


Utilizzo dell’elemento bonus: 2/2

Elementi utilizzati: genere sovrannaturale, genere introspettivo.


Gradimento personale: 8,5/10

La storia ha presentato diversi concetti che mi hanno convinta particolarmente, primo tra tutti il contrasto che hai mostrato esistere tra i propri desideri – in questo caso, spezzare una maledizione – e il prezzo che si è disposti a pagare per vederli realizzati – condannare un altro essere a un crudele destino.

Il fatto che questo ampio discorso sia stato inserito in un contesto sovrannaturale ha sicuramente alzato il mio gradimento, dato che si tratta di uno dei miei generi preferiti e su cui credo si può spaziare a dismisura. Le interpretazioni che ne hai dato tu sono state sottili ma potenti e, unite al tuo fantastico stile, hanno sicuramente lasciato una buona e duratura impressione nella mia mente.

Complimenti quindi per questa storia; sono stata molto felice di poterla leggere e sapere che questo contest ha in qualche modo aiutato a portarla a compimento!


Totale: 53,6/60




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