Nella tana del lupo
Uno squarcio si aprì su di una dimensione oscura, un vortice fatto di fiamme violacee che vomitò fuori un ostaggio. Come folgore dal fosco cielo apparì un accumulo di eterea materia, ivi scagliata con immane violenza dai sette divini in persona. Questa, come una stella morente, splendé e accecò, disturbando il sonno di voraci ombre millenarie. Un luminoso sarcofago di pura energia magica si schiantò contro il brullo e freddo terreno, producendo un boato formidabile ed assordante. La "cella" lentamente si dissolse in quella strana dimensione, lasciando il suo prigioniero, spettro del semidio che era quasi riuscito a divenire, in balia d'un ambiente totalmente avverso. Come il sangue attira in mare aperto gli squali, la mortalità e l'estraneità al luogo di Herkerer fu la causa dell'arrivo delle nefaste entità, predatrici locali. Riuscì ad emergere dalla fossa, che si era venuta a creare in seguito al suo impatto col terreno, tentò di reagire all'arrivo degli aggressori ma fu tutto troppo lento, tutto inutile. Mani dalle dita fameliche, lunghe e consunte cercarono in ogni modo di graffiarlo, di afferrarlo e di aprirlo in due. Propaggini di tenebra, fauci attraverso il quale è possibile scrutare un abisso senza fine, latrati e strani versi gutturali. Richiami che attirarono. l'attenzione di altre decine di entità. Tuttavia, in quella bolgia, tra tutti quegli squarci e quei morsi, qualcosa, in un brevissimo istante, si fiondò su di lui, un'ombra dalla filiforme ed antropomorfa forma. Questa, con estrema violenza e con l'ausilio d'ambedue le mani, cercò con straordinaria forza di ficcarsi nella sua bocca, andando lentamente a causare il completo distacco della mandibola, a squarciargli la pelle delle guance. Sentì chiaramente quella creatura strisciargli lungo la gola, la sentì nel cuore, nei polmoni, nello stomaco, ovunque. Quel contatto, quell'impatto, il sordo dolore ed il terrore, un insieme di fattori che tutti assieme causarono una perdita d'equilibrio e la successiva caduta nel vuoto, in una fenditura del brullo e solido terreno. Lì, fu mandato per scontare una pena, una detenzione lontano dall'Aengard e lontano dagli affari dei sette divini, certo non si aspettava un tale castigo ed una tale misera fine. Niente più magia ad ammortizzare la caduta, niente più eterna giovinezza, niente più immaterialità ... solo dolore, un'urlo strozzato ed una lenta agonia. La morte come ultimo capitolo.
Presa di coscienza
Dolore? No ... no. Forse decadente tepore, l'inizio della decomposizione, l'inizio della metamorfosi. La testa di Herkerer, a causa del poderoso schianto contro il duro terreno, si aprì poco sopra la nuca, lasciando fuoriuscire materia cerebrale e denso sangue. La pelle cominciò a farsi via via sempre più bianca, fredda ma umida, bagnata a contatto. La muscolatura, da plastica che era, iniziò a farsi dura e rigida come le rotte ossa sotto di essa posizionate. La vitae fluì via via a fiumi fuori dal corpo, dalle varie ferite, andando progressivamente a bagnare il suolo. Davanti alla morte, la nefasta creatura ormai sazia di vita e ricordi, si fermò per un attimo ad osservare. Davanti a quel macabro spettacolo iniziò ad esplorare i ricordi, la memoria appena acquisita, trovando una frammentarietà sconvolgente, tale da confondere i minuti prima della morte con quelli seguenti alla nascita. Confusione, il dubbio, cominciò a farsi spazio nell'immondo. Tuttavia, fra tutti quei frammenti, fra quei ricordi, trovò qualcosa di orrendo, qualcosa di disturbante: una battuta di caccia in montagna, nel bel mezzo di un florido bosco e al di sotto di una quantità allarmante, spropositata, di luce. Urlò, uno stridio si liberò nell'aria, scuotendo le ombre in superficie e muovendo le rocce più piccole nei pressi del crepaccio. Ruggì e strinse con ancora più forza e decisione l'anima dell'ultimo dei Vought. Quella luce, quella luce andava divorata, distrutta ... quella luce andava raggiunta, ma, come fare? In che modo? Con quali forze?
Il buon diavolo
Herkerer
"Freddo, dolore, ricordati chi sei. Freddo, dolore, ricordati chi sei. Freddo, dolore, ricordati chi sei. Freddo, dolore, ricordati chi sei. Freddo, dolore, ricordati chi sei. Freddo, dolore, ricordati chi sei. Freddo, dolore, ricordati chi sei. Freddo, dolore, ricordati chi sei. Freddo, dolore, ricordati chi sei. Freddo, dolore, ricordati chi sei". (...)
???
"Tu ... carne molle, parliamo"
Herkerer
"Freddo, dolore, ricordati chi sei. Freddo, dolore, ricordati chi sei. Freddo, dolore, ricordati chi sei. Freddo, dolore, ricordati chi sei. Freddo, dolore, ricordati chi sei. Freddo, dolore, ricordati chi sei. Freddo, dolore, ricordati chi sei. Freddo, dolore, ricordati chi sei. Freddo, dolore, ricordati chi sei. Freddo, dolore, ricordati chi sei". (...)
???
"HO DETTO PARLIAMO!"
Tuona, diffondendo un suono orrendo, uno stridio da far sanguinare le orecchie.
Herkerer
"Freddo, dolore, ricordati chi ... sei, chi sei? Dove siamo? Dove sei?"
Il divoratore
"Io sono colui che ti ha divorato, Herkerer. Ci troviamo dentro la tua testa nei tuoi ricordi, l'unico modo che hai per restare ancora in vita, l'unica cosa che ti divide dall'oblio ... affascinante vero? Sei solo un'eco, una storiella, sei un perno su cui rotea una storia infinita fatta di errori, successi e probabilità ...".
Herkerer
Io sono ... cosa?
Il divoratore
"Su su Herkerer ... sono andato troppo veloce? Vado più lento? D'accordo. Attorno a te c'è il buio, giusto? Questo è perché è l'ultima cosa che ricordi, oltre al freddo e al dolore. E quella macchia, quella sagoma che ti si sta scagliando contro ... quello sono io, che ...
Herkerer
"Utinu en lokirim, mornon ... sei tu colui che mi ha ucciso ...".
Mornon
"Lle tela? Lle tyava quel? Mankoi naa lle sinome?"
Herkerer
"Tu ... tu parli l'elfico?"
Mornon
"Si, lo parlo perfettamente grazie ai tuoi ricordi. Uuma dela, Herkerer, piuttosto perché lo parli? Credi di apparire più genuino e antico? Cos'è che ti piace di quelle creatura dalle orecchie appunta? Mellonamin, sei veramente un tipetto buffo, ti piace sentirti colto, ti piace sentirti grande, ti piace sentirti potente e antico ... usi la lingua elfica solo per darti un tono, vero? E no, non dire di no, ricordati che sono nella tua testa, ricordati che mi trovo nel tuo corpo e che tu, ormai, sei morto. Parliamo la lingua comune, d'accordo?
Herkerer
"No, non ho voglia di parlare con te, non ho voglia di vivere questo ricordo"
Scompare dall'oscurità, l'ultimo dei Vought, spostandosi chissà dove.
Una settimana dopo
Mornon
"Salve amico mio, finalmente ti ho ritrovato"
La creatura si guarda attorno, un cielo stellato sopra di lui, la neve che cade, odore di corpi bruciati ed un tempio in fiamme.
"Oh oh, che hai combinato? Stai veramente rivivendo il giorno in cui hai ucciso tutti quei fedeli di Leira? Ma sopratutto ... è vero il ricordo di lei nuda in una vasca con te? Si tratta di immagini ricorrenti, sono fantasie? Cominciando ad essere fastidiose".
Herkerer
"Se non ti piacciono i miei ricordi, bhè, esci dalla mia fottuta testa, mornon"
Di nuovo scompare davanti al suo aguzzino, lasciandolo nuovamente solo.
Mornon
"Vorrei farlo, dammi la possibilità di liberarci"
Si sposta di nuovo lungo la memoria del fu imperatore, ritrovandosi su un'isoletta in mezzo ad un lago.
"Se scappi rendi solo le cose più complicate, cerca di ascoltare quel che ho da offrirti, okay?.
Herkerer
"Vuoi parlare? Va bene, parliamo ... tanto a quanto pare scappare è abbastanza inutile"
Mornon
"Allora, il patto è questo ... tu mi dici tutto, tu mi racconti tutto sulla tua vita, sul mondo da cui provieni, sulle lingue che parli, sui piani che avevi. TU, mi dici tutto ed io, invece, lascerò questo tuo eco in vita, libero di vivere nei ricordi, libero di vivere in me ... che ne dici? Possiamo venirci incontro?"
Herkerer
Non ho più un corpo, non ho più anima, non vedo alternative ... non voglio vivere e rabbrividire nel dimenticatoio, non sono pronto per l'oblio, sono pronto a parlarti di tutto. Vedi di stare attento e calmo, perché in primis non amo particolarmente ripetermi ed in secondo luogo, bhè, non credo tu abbia altri narratori nei paraggi.
Dopo due anni
Mornon
"Quindi, in conclusione, avevi tutto e hai scelto di fare questa miserabile fine solo perché non sei stato capace di aspettare?"
Herkerer
"Giudicare è sempre facile, Mornon, riuscire invece è un altro discorso. Io, divorando la luce al di sopra del Brehorn, ho fatto in un'ora ciò che tu e la tua specie cercate in ogni modo e maniera da anni."
Mornon
"Non giocare con il fuoco, Herkerer, non parare così di me e del resto degli abitanti del luogo da cui provengo. Io a differenza tua sono capace di andare ai fatti in brevissimi istanti".
Herkerer
"Con le minacce non andrai mai troppo a lontano. Da vivo usai spesso il pugno duro, guardami ora, che fine ho fatto".
Mornon
"Prima di salutarci, c'è altro che devi dirmi o chiedere?"
Herkerer
"Non potrei mai chiederti di riallacciare i rapporti con l'Oscurità Primordiale o di star dietro a tutti quei pro ... quindi mi limiterò a chiederti di portare a termine quello che hai in mente di fare: divora la luce, porta l'oscurità ovunque".
Mornon
Addio Herkerer
Herkerer
"Addio, mornon"
Il Risveglio
Qualcosa, un'oscurità ribollente iniziò a fuoriuscire dal crepaccio, dove il cadavere del tiranno precipitò due anni orsono. Lentamente si sollevò sino ad un'altezza di otto metri, nel plumbeo e cinereo cielo del Piano delle Ombre. A mezz'aria, nell'anti-ceruleo, rimase fermo, immobile, un unico punto nero, una microscopica singolarità. Aeshmar, eonica ombra, di nobile stirpe, ora diverso, cambiato ... certo non per natura, ma per progetti e mentalità, per conoscenze ed esperienze, da Herkerer ha appreso cosa fare e cosa non nell'Aengard ... ora non gli resta altro che raggiungere quella gente, quelle terre floride, le ricchezze, non gli rimane altro che prendere tutto questo per rivoltarlo poi verso il creato stesso, verso la luce. Come fare? Forse il frammento di cielo da cui giunse Herkerer è ancora debole, instabile, gli occorre una portale, ora.