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Le note del dramma

Ultimo Aggiornamento: 18/12/2020 18:37
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Post: 764
Giudice***
18/12/2020 18:26
 
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R.Mayfair, 18/12/2020 09:49:



Carissima,

Innanzitutto, grazie per la meravigliosa valutazione e scusami per il ritardo nella risposta, ho letto il giudizio ieri sera e non me l'aspettavo minimamente! 😀
Andando con ordine: sì, sono un'autrice, ho già scritto e pubblicato in passato e sono felicissima che tu pensi che questa breve storia possa meritare addirittura un posto in una rivista letteraria!
In ogni caso, ti ringrazio per aver apprezzato la "delicatezza", parola che ripeti più volte, della narrazione: credo che la violenza psicologica non sia sufficientemente riconosciuta come forma di violenza, ma che possa fare dei danni molto più lunghi e permanenti di quella fisica.
Appena ho letto il tuo contest e il riferimento ai drammi di Hugo, ho subito pensato a un conflitto interiore, perché l'inferno che viviamo e subiamo è spesso nella nostra testa, anche se provocato da agenti scatenanti esterni, spesso nell'infanzia.

Cercando di non fare psicologia spicciola, rispondo su alcune cose:
- Cecilia ha 14 anni quando inizia la reclusione, quindi è stata privata di un'adolescenza e di una prima età adulta "normale";
- Lei non è scritto così per forma di protezione o distanziamento, o almeno, non del tutto, ma perché la sua presenza è talmente ingombrante e soffocante da invadere tutto lo spazio, anche interiore, di Cecilia. In maiuscolo e in corsivo, come un'entità quasi soprannaturale, perché è così che la vede la ragazza, non come madre o come donna, ma come una carceriera della quale non si libererà mai;
- Mi hanno fatto un immenso piacere tutte le tue acute osservazioni, in particolare quella sul padre di Cecilia. E' vero, essere "salvata" per lei è fonte di un enorme sollievo iniziale, ma poi subentra un senso di vuoto, poiché lo spazio che Lei ha riempito per anni, soffocandola, ora è tutto suo, e lei non sa come occuparlo. Al vuoto affettivo, perché il padre non è realmente in grado di entrare in contatto con lei dal punto di vista emotivo (non che sia semplice, con il pregresso di entrambi: infatti, anche lui, a suo modo, è stato una vittima), si affiancano anche quello esistenziale e lavorativo, insieme alle angosce per il futuro. E' per questo che cambiare città, lavoro, incontrare persone e fare esperienze sentimentali e sessuali non risolvono per nulla i problemi di Cecilia, anzi li aggravano, perché lei si porta dentro un trauma che non la abbandonerà mai, e cerca qualcuno o qualcosa che sia in grado di riempire questo vuoto.
[EDIT: In queste circostanze, la pandemia e il conseguente lockdown acuiscono il suo senso di solitudine, riportandole sempre alla mente la reclusione subita. Per questo non potevo evitare di menzionare una tematica così attuale, e mi ha fatto molto piacere che tu l'abbia apprezzato!]
- A proposito di quest'ultimo punto, in realtà il finale, per quanto ambiguo, voleva lasciare una nota di speranza: Cecilia si rende conto che, benché la connessione emotiva e la comprensione altrui siano molto importanti, la gratificazione e il "riempimento" della vita e del suo senso devono partire da se stessa. Per questo, l'amore per la musica e, in particolare, per il canto, potrebbero essere davvero la sua salvezza, se si dimostrerà costante: le passioni coltivate, specialmente se all'interno di un percorso e se condivise con altri (Cecilia incontrerà di nuovo quel ragazzo, il catalizzatore di questa "scintilla" in un momento di estremo buio), sono ciò che dà un senso alla vita, quando tutto il resto manca. O, almeno, questa è la mia interpretazione di una frase ormai abusatissima di uno dei miei scrittori preferiti: "La bellezza salverà il mondo."

Passo ora a rispondere ai tuoi piccoli appunti:
- Ti ringrazio per avermi segnalato le sviste, che provvederò subito a correggere (sì, il pronome sbagliato era per distrazione). Poi in genere, quando riporto un dialogo, preferisco scrivere "cosa" o, in alcuni casi, anche semplicemente "che", rispetto al "che cosa", perché è più realistico a livello colloquiale, anche se non è corretto;
- Hai assolutamente ragione sul fatto che sia Lei che il padre di Cecilia avrebbero meritato più spazio! La storia, però, è incentrata esclusivamente sul dramma della ragazza, che è (ovviamente senza alcuna cattiveria o intenzione essendo una vittima) egocentrica, chiusa nel proprio dolore. Quindi sì, senz'altro Cecilia prova affetto e gratitudine per il padre ma, quando si trasforma da salvatore a potenziale carnefice (involontario), limitando di nuovo la sua libertà e non essendo in grado di supportarla, per lei è solo un'altra persona da cui scappare, e lo stesso "pattern" lo ripete al lavoro, con gli amici e nelle relazioni. In ogni caso, la storia l'ho scritta in una sera, anche se il personaggio di Cecilia l'avevo già fortemente interiorizzato, si può dire, da molto tempo, quindi non ho pensato a dare più spazio ai genitori, che sicuramente meriterebbero una storia a parte, o comunque qualche cenno in più.

Dopodiché, ti ringrazio ancora perché, avendo letto anche le valutazioni delle altre storie, posso dirti che sei stata una giudice accurata, imparziale e sempre educata e incoraggiante ogni volta che hai mosso delle critiche, per cui sono felicissima di aver partecipato a un tuo contest, e spero di poterlo fare anche in futuro 😀
Inoltre, è bellissimo che la lettura di una storia così breve ti abbia suscitato tante domande, dubbi e riflessioni: questo, più della valutazione in sé, mi rende orgogliosa e mi fa pensare di aver fatto un buon lavoro 🤣😂💓.

Infine, mi piacerebbe avere la tua valutazione come recensione, mentre per il premio di 4 recensioni ci sarebbe un piccolo problema: attualmente sul mio profilo ho solo altre due storie pubblicate, ma prevedo di aggiungerne altre. Nel caso, quindi, ti terrò aggiornata sulle mie prossime pubblicazioni, se ti fa piacere!

Ancora complimenti per aver indetto il contest e per i tuoi giudizi, complimenti anche alle altre partecipanti di cui ho letto le storie :) Buon Natale, a presto e spero che mi perdonerai per il papiro 🤣💓


Ciao!
Perdonami per la confusione, ma ho il terrore di scambiare i ragazzi per ragazze e non so usare l'asterisco, che effettivamente dovrei usare per non mancare di rispetto a nessuno XD
Condivido ogni tua parola riguardo alla violenza psicologica e anche la mia incapacità di considerarla una vera e propria violenza e di saperla valutare come tale, in questo caso, mi ha portato a moltissime riflessioni.
Purtroppo non posso che concordare con te sul fatto che spesso non venga riconosciuta come una vera e propria violenza - e questa mia valutazione ne è la prova, lasciamo perdere poi il fatto che mi guarderò bene dal valutare ancora bonus in vita mia hahahaha!
Lei intesa come entità sovrannaturale riprende proprio il pensiero che avuto mentre leggevo, e su questo hai fatto un lavoro ottimo perché avrebbe potuto risultare confusionario, invece il suo ruolo mi è apparso chiarissimo.
Per quanto riguarda l'incapacità di Cecilia di "occupare lo spazio che Lei ha riempito per anni" (che trovo un modo magnifico di interpretare il problema), mi è venuto in mente proprio lo stesso fenomeno che colpisce i nordcoreani quando lasciano la loro terra per scappare al sud: mi sono molto appassionata all'argomento e ho letto molti libri, e in alcuni di questi si spiegava che loro non fossero affatto felici una volta che avevano disertato con successo, appunto perché incapaci di prendersi cura di loro stessi, sostanzialmente.
Ovviamente ti ho riportato un esempio estremo - e ho evitato di scriverlo nella valutazione, dato che non c'entra nulla con la storia, alla fine -, ma questo è un altro aspetto che mi ha fatto profondamente riflettere.
Per quanto riguarda l'ultimo punto, mi trovi totalmente d'accordo, e anche io ho voluto intravedere una speranza di appagamento per Cecilia nel finale.
I genitori meriterebbero davvero una storia a parte, e sono contenta che lo pensi anche tu, perché significa che - forse - avrò la possibilità di leggere questa storia! *^*


Per quanto riguarda le recensioni premio, non c'è assolutamente nessun problema! Non credo di riuscire a consegnarle molto presto, per cui avrai certamente tempo di pubblicare altro. Sentiti pure libera di avvisarmi, qui sul forum o su EFP, se ti fa piacere! Anzi, è giusto che sia tu a scegliere le storie che vorresti che leggessi ^^
Ti ringrazio ancora di cuore per aver partecipato e avermi dato la possibilità di conoscerti e apprezzarti! Corro a lasciarti la valutazione come recensione 💙
Buon Natale anche a te! 🎅
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Post: 764
Giudice***
18/12/2020 18:37
 
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Carme93, 18/12/2020 18:11:

Ciao 😄

Ma a me D'Avenia non dispiace, la critica era rivolta solo allo stile. Bianca come il latte è l'unico romanzo che non ho letto perché la sola trama mi angoscia (scrivo storie drammatiche sì, ma cerco il lieto fine di solito); però ho letto quasi tutti gli altri: uno bellissimo secondo me è "Ciò che inferno non è" (qui non si percepisce nemmeno troppo lo scarto tra contenuto e forma); bello è anche L'arte di essere fragili (specialmente se piace Leopardi); non sono ancora riuscita a finire Ogni storia è una storia d'amore (troppo triste e ci sono periodi in cui cerco letture leggere); Cose che nessuno sa è simpatico e non è troppo aulico nel linguaggio; l'ultimo presenta il problema che ti dicevo, ma mi sta prendendo abbastanza. Personalmente ti consiglio di dargli un'altra possibilità 😄

Per quanto riguarda la grammatica, confesso che nemmeno io ricordavo la regola 🙈 Bisognerebbe chiedere a un insegnante di Linguistica Italiana ihihihih

Grazie per la valutazione/recensione 😀

Adoro Leopardi *^*
In effetti questo potrebbe essere l'unica motivazione in grado di spingermi a riprendere in mano un libro di D'Avenia XD
Ormai il libro che ho menzionato l'ho letto anni fa, quindi può darsi - anzi, quasi sicuramente è così - che avessi una percezione diversa della vita e di conseguenza di ciò che leggevo: ricordo però che mi è stato imposto - dagli insegnanti a scuola - e, nonostante le tematiche, l'ho trovato piuttosto superficiale e non ne sono rimasta soddisfatta.
Non so poi se ora potrebbe piacermi, al contrario, oppure già all'epoca stavo coltivando una piccola drama queen dentro di me HAHAHAHA
In ogni caso, ti ringrazio molto per i tuoi suggerimenti, gli darò un'altra possibilità, alla fine se la merita, povero D'Avenia hahahaha!

Per quanto riguarda la grammatica, potrei avere il coraggio di chiederlo al mio insegnante di linguistica dell'uni, se solo l'avessi studiata hahahaha non mi ha mai ispirato come materia, e direi che i risultati si vedono! XD
Grazie comunque per la "fiducia"! 😂💙
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