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Pagellone 2019/20

Ultimo Aggiornamento: 05/08/2020 19:58
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27/07/2020 19:47
 
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Premessa: non aspetto la fine del campionato perché non avrò tempo dopo Napoli-Lazio, e soprattutto perché per me il campionato è terminato col Covid, col timbro di Atalanta-Lazio a certificare. Tutto ciò che è avvenuto dopo non sposta nulla

STRAKOSHA 7: La sua stagione migliore, tante parate decisive per il risultato e la classifica. A Bergamo è poi tornato il vecchio Strakosha. C'è ancora da lavorare, ma il suo campionato è stato in linea con quello della squadra
PROTO SV
GUERRIERI SV
LUIZ FELIPE 7: Si è imposto come titolare e con merito. Ancora molto da limare, i passaggi a vuoto restano troppi. Ma tanti salvataggi, tante partite da 7 pieno (Supercoppa compresa), un gol importante con la Juve
ACERBI 7.5: Forse meno appariscente dello scorso anno, perché la squadra è andata meglio e si è notato meno. Ma sempre più leader, dentro e fuori. Fondamentale in un derby che poteva essere quello della Storia
PATRIC 6.5: Simbolo del "tutto è possibile" vissuto nel pre-Covid, quando giocava non si perdeva mai. Disciplinato, furioso: credibile. Si è finalmente riscattato
VAVRO 5: Non è mai riuscito ad emergere, appena appariva si portava dietro tutta la sua fragilità e inadeguatezza
RADU 7: Con l'età è riuscito a diventare più forte nei muscoli, ha risposto sempre presente e non ha mai davvero demeritato, anzi, spesso è stato il migliore del terzetto
BASTOS 5.5: Passano gli anni ma lui continua a sprecare il suo talento
ARMINI SV
LUKAKU SV
LEIVA 6.5: Non ha più il fisico per reggere con continuità e quest'anno si è visto: più compassato, meno esplosivo in entrambe le fasi. Ma sempre fondamentale, la sua assenza resta una delle meno assorbibili dalla squadra
MILINKOVIC-SAVIC 7.5: Al netto di qualche suola di troppo, ha piazzato una serie di gol importanti, in particolare quelli decisivi con Juventus e Inter. Fondamentale per offrire alla squadra un sussidio aereo nei momenti di magra
CATALDI 6.5: Anche per lui la stagione migliore, si è rivelato un'alternativa non solo credibile ma anche importante. Mette il sigillo alla Supercoppa
PAROLO 6: La stagione del declino, proprio in termini di minutaggio, ma il centrocampo aveva imparato a fare a meno di lui. Ottimo, tuttavia, il suo spezzone in Supercoppa, oltre all'inutile finale di campionato in cui è apparso l'unico giocatore migliorato dal Covid
LAZZARI 7.5: Anche se promette tanto e mantiene poco, ha dato alla fascia destra un brio che non si vedeva da tempo, facendosi un nome nell'elite dei quinti della Serie A. Ha saputo essere devastante ma ha anche sprecato tanta superiorità creata
MARUSIC 6: Frenato dagli infortuni, è entrato a regime quando il calcio stava per fermarsi. A Genova la sua vetta
D. ANDERSON 6: Sufficienza per premiare il suo finale di stagione volenteroso ma non certo avvincente
JONY 5.5: Colpe da condividere con chi ha pensato di poterlo trasformare in quinto. Troppo pochi i fondamentali, troppo poco utile alla squadra
LULIC 7.5: E' entrato tardi in forma ma quando l'ha fatto è stato un treno, coronando la stagione da azionista di maggioranza del trionfo in Supercoppa. Sparito lui, sparita anche la Lazio
LUIS ALBERTO 9: Si è imposto come uno dei giocatori più forti d'Europa e della nostra storia. Cuore pulsante della Lazio che ha sognato lo Scudetto, Picasso col pallone ma anche corridore e lottatore
A. ANDERSON 5: Grande delusione, non riesce mai a convincere nei minuti concessi pur avendo enormi mezzi
ADEKANYE 5.5: Ci si aspettava di più, deve fare meglio e probabilmente può fare meglio
CORREA 6.5: Grande avvio di stagione, era una delle 4 stelle della squadra che però a differenza degli altri 3 ha finito per perdersi tra giocate troppo leggere finendo per essere sempre meno decisivo
IMMOBILE 9: E' stato l'Eroe, l'uomo che ha incarnato il Sogno. Distruttore di difese e di record, si è fermato solo al passo finale, insieme a tutti
CAICEDO 7.5: Una delle migliori punte di riserva di sempre, giocava o entrava e faceva gol, magari da 3 punti, magari nel recupero. Per settimane ha buttato il cuore oltre l'ostacolo, alzando l'asticella e manifestando pubblicamente l'intenzione di puntare al titolo
INZAGHI 9: Il deus ex machina del Sogno. E' rimasto, ha imparato a crederci, a convivere con l'idea e a coltivarla. La Lazio per mesi è stata semplicemente impressionante, nel recupero di palla alto e nella cattiveria alla ricerca del gol sblocca-partita. Il tutto finalmente con un direttore d'orchestra arretrato da inizio campionato nel cuore dell'azione. Il Covid lo ha stordito, probabilmente troppo, ma con questa rosa e le partite ogni 3 giorni non c'era più nulla da fare

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03/08/2020 20:04
 
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PAGELLONE 2019-2020

STRAKOSHA 6,5 - Pochi errori e molta concretezza fino alla sosta, poi molto male nelle partite in cui tutto è precipitato. Sembrava fosse salito di un livello nel valore assoluto, invece è il solito discreto portiere, che ha colto da giovanissimo una grande opportunità e se la sta meritando di anno in anno, ma senza però riuscire a cambiare la sua dimensione tecnica.

PROTO SV - Avrebbe dovuto guidare il pullman scoperto: “almeno fai qualche cosa”, avrebbe detto Mario Brega.

GUERRIERI SV - Un altro anno buttato.


PATRIC 7,5 - Voto altissimo (gli sto regalando mezzo punto) perché è l’unico che, pur non ripetendosi al livello pre-lockdown, ha dato l’impressione di non essere tornato esattamente al punto di partenza ma di aver portato con sè almeno una parte dei progressi fatti, di averli acquisiti. Da difensore destro di una difesa a tre ha trovato il suo ruolo ideale, ma soprattutto ormai gioca con un’altra testa, con più sicurezza e vera determinazione, non con la foga dell’ansioso. È uno che ormai nelle rotazioni ci sta a pieno titolo.

BASTOS 5,5 - In una stagione in cui per lunghi tratti molti sono andati oltre le loro possibilità, lui non si è nemmeno avvicinato al suo potenziale. Sembra aver perso la spinta al miglioramento, si è seduto sui suoi difetti e dà l’impressione di campare un po’ di rendita sulla sua qualità della vita. Andrebbe rimotivato, oppure ceduto.

ARMINI SV - Se metterà sul campo la metà dell’entusiasmo che mette sui social, farà una grande carriera.

ACERBI 8 - Calato nel finale dopo sei mesi da fenomeno. Miglior difensore italiano della stagione, ormai quasi titolare anche in nazionale, personalità da leader che lo porta a darsi disponibile anche quando non sta bene, e così va probabilmente spiegato qualche passaggio a vuoto. Con Leiva e Immobile è l’anima della Lazio.

VAVRO 5 - Terzo difensore più pagato nella storia della società, rendimento che definire mediocre è generoso. Non è solo colpa sua, chi lo ha comprato pensando che potesse giocare anche decentrato in una difesa a tre ha molte più responsabilità, ma non è che da vice Acerbi abbia dimostrato che i suoi problemi sono solo tattici. Anche lui mi sembra privo di margini di miglioramento: può sicuramente farsi valere di più in area avversaria sulle palle alte, ma come difensore gli mancano del tutto rapidità e disinvoltura nel palleggio. In prospettiva dà l’impressione di essere una mezza zavorra.

LUIZ FELIPE 6,5 - Voto identico e giudizio molto simile a quello di Strakosha. Ha raggiunto uno status dignitoso ma non sembra avere i mezzi per crescere ancora. Soprattutto non possiede il carisma per fare il dominante, piazzarlo al centro non vale la candela se il prezzo è decentrare Acerbi. Nella progettazione della nuova squadra bisogna pensare a lui come a una riserva e non come a un titolare.

RADU 7 - Ricordo i toni apocalittici all’epoca del suo rinnovo, “Radu 2020” era un mantra di sventura. E invece i suoi anni di contratto se li è guadagnati uno per uno diventando (lo dicono i numeri) una bandiera, uno dei giocatori più rappresentativi della storia del club. Quest’anno è stato positivo anche dal punto di vista clinico, al punto che sarei favorevole al prolungamento di un anno. Mi pare che possa dare ancora qualcosa, più di altri grandi vecchi come Lulic e Parolo.

LAZZARI 6,5 - Non di meno perché offenderei la sua generosità, non di più perché offenderei il gioco del calcio. Umile e podista come il miglior Di Livio, ma a livello di fondamentali faccio fatica a dire che sia meglio di Marusic. Non segna, fa un cross decente su dieci, non si può dire nemmeno che sappia dribblare. Però dà tutto e anche di più e il suo moto perpetuo risulta comunque fondamentale per gli equilibri generali. Lui i margini di miglioramento li ha, forse potrebbe bastargli anche togliersi l’ansia da prestazione che palesemente ha addosso.

MARUSIC 5,5 - Qualche sprazzo da giocatore vero, annegato in un mare di infortuni che l’hanno fatto tornare al livello consueto: una iattura per uno che se non sta benissimo fisicamente non riesce a mascherare le ben note lacune tecniche. Il voto è severo ma punisce più le assenze (infortunarsi è una colpa) che le prestazioni. Ci ha inflitto un 2020 con Jony perennemente titolare, e questo non posso dimenticarlo.

D.ANDERSON 5,5 - Un Cavanda senza la forza fisica di Cavanda.

MILINKOVIC 7 - È un voto che do con la testa ma non con il cuore. Ha fatto grandi tre mesi, da dicembre a febbraio. Prima si era visto il solito Milinkovic grigio edizione 2018-2019, e dopo si è visto un giocatore che semplicemente non stava più in piedi. Tre mesi in due anni sono pochi, rispetto alla decisione di non monetizzarlo. E poco mi incanta tutta la fuffa di cui ci inonda sui social, autoproclamansosi Sergente. Altri sono i leader, altre sono le bandiere di questa squadra.

PAROLO 6 - Nella deprimente coda di campionato è stato uno dei migliori, o più precisamente dei meno peggiori. Ma non credo sia stato un caso: ha poi giocato nel ruolo di Leiva, che richiede una mobilità minore, e lo ha fatto ai ritmi balneari di questo segmento di stagione. Ma mi ha comunque sorpreso, temevo che con trenta gradi stramazzasse al suolo come Morosini. Se fossimo sufficientemente cinici gli daremmo un abbraccio e ci saluteremmo, magari con la promessa di inserirlo nei quadri quando possibile, un Parolo nella Lazio ci starebbe bene anche con altri ruoli. Invece temo che prolungheremo quella che a oggi sembrerebbe una carriera agli sgoccioli.

LEIVA 7,5 - Credo che non stiamo dando il giusto peso alla sua assenza. La Lazio con Leiva o senza Leiva cambia tantissimo, lui migliora anche i suoi compagni. Discutiamo se la stagione sia finita a Ramsey, a Palomino, a Lucioni o a Caputo, ma forse è finita quando Leiva è andato sotto i ferri. Oltretutto in ritardo, una decisione gravemente sbagliata, sperando che non sia stato sbagliato pure l’intervento. Prima, era stato come al solito decisivo. Sempre selettivo nel dosare le forze, ma sempre lucido nella “scelta” delle partite importanti. Capire quando e come lo riavremo è un qualcosa che dovrebbe orientare l’intero calciomercato.

CATALDI 7 - L’infortunio di Bergamo, dove sembrava tra i più in forma, ha da un lato privato la squadra di una risorsa importante e dall’altro preservato il ricordo della sua prima parte di stagione, in cui era stato finalmente credibile come prima alternativa del centrocampo. È mancata la conferma, ma c’è davvero la sensazione che sia progredito. Resterà nei filmati storici la sua punizione in Supercoppa, mentre “lo scudetto di Cataldi” rivivrà solo negli incubi notturni di Austini.

LUIS ALBERTO 8,5 - Stagione clamorosa di un giocatore che quando riesce ad allineare salute e convinzione è tra i pochissimi della Serie A che potrebbero essere obiettivi delle grandi squadre di Premier. Il “gioco” della Lazio in realtà è lui, sta alla squadra come Gascoigne stava a quella di Zoff: nel senso che quando c’è si vede qualità, e quando manca si gioca a qualcos’altro, che del calcio è solo parente. È forse l’unico che considero incedibile, perché in questa fase storica è un giocatore rarissimo e quindi insostituibile, soprattutto se non hai milioni da buttare. Credo che inizialmente abbia trovato motivazioni nell’avvicinamento a Euro 2020, e spero quindi che le abbia anche l’anno prossimo.

BERISHA 5 - Non infierisco perché siamo riusciti a rivenderlo bene. Ma l’acquisto si è dimostrato senza senso, in quel Salisburgo mezza squadra era migliore di lui.

A.ANDERSON 5,5 - Ha avuto la sua chance, non è sembrato all’altezza.

LULIC 6,5 - La caviglia lo ha tolto di mezzo proprio quando - dopo un sacco di tempo - si era rivisto il miglior Senad. Sembrava tornato in grado di reggere i 90 minuti, aveva messo la firma su un’altra coppa e l’aveva alzata da capitano. Anche lui è mancato molto, considerando chi l’ha sostituito. L’infortunio è stato serio, per il futuro attualmente non dà nessuna garanzia.

JONY 4,5 - Il peggiore. E non perché abbia giocato peggio di Vavro o Berisha, ma perché avendo avuto un minutaggio da titolare la sua mediocrità ha inciso molto di più. Parliamo di un non atleta che all’inizio aveva se non altro mostrato una certa buona educazione del piede sinistro, di cui poi si sono perse le tracce col passare del tempo. Sembrava sapesse crossare, era l’unica skill che gli riconoscevo, la palla sulla testa di Caicedo a Cagliari resta la sua unica prodezza. E invece si è rivelato inadeguato a tutto, un altro flop della campagna acquisti estiva che giudicai e a un anno di distanza giudico, a maggior ragione, letteralmente vergognosa.

LUKAKU 5 - Se stesse bene lui le qualità le avrebbe, ma quando mai è stato bene? E quando mai starà bene? Una stagione da infortunato passi, da due in su è rubare i soldi.

FALBO SV - Poteva fare più minuti, post Covid Simone è stato troppo timoroso.

CORREA 6,5 - Troppi gol sbagliati, troppo tempo per rimettersi dall’infortunio al polpaccio, la sua stagione è stata inferiore a quella della squadra nel suo complesso. Ma quando sta bene dimostra di essere un giocatore unico in questa Lazio decurtata di attaccanti creativi, l’unico in grado di saltare l’uomo. E io per chi salta l’uomo ho un debole, per cui continuo a scommettere sul Tucu con la sensazione che non ci abbia ancora mostrato il suo meglio.

ADEKANYE 5,5 - Simpatico, e forse neanche indecente come temevo. Ma in un organico non dico da scudetto, ma anche solo da squadra iscritta alla lotta Champions, la quarta punta non può essere Bobby Adekanye.

RAUL MORO SV - A un certo punto sarebbe servito anche lui, e invece si è fatto trovare infortunato: pessimo segnale, le carriere sono fatte di attimi da cogliere.

CAICEDO 7,5 - Ha esalato l’ultimo respiro nel tuffo con cui si è procurato il rigore contro la Fiorentina, ma la sua stagione resta magnifica, i suoi gol nel recupero a Reggio Emilia, a Cagliari e con la Juve sono stati i momenti più esaltanti della stagione. È un mezzo giocatore, perché non ha nelle gambe una partita intera, ma è giocatore e questo ammetto di non averglielo riconosciuto troppo a lungo. Ha calcio nei piedi, e di questi tempi in Serie A lo si può dire di pochi.

IMMOBILE 9 - Per lui parlano numeri che non c’è bisogno di ricordare. Ma oltre ai numeri c’è dell’altro, c’è la generosità con cui affronta tutte le partite, dall’inizio alla fine. La Lazio in cima alla classifica ce l’ha portata lui, con la stessa squadra e Klose centravanti avremmo lottato per l’Europa League. Dispiace per come si è ripresentato subito dopo il lockdown, qualcosa è stato sbagliato ma tenderei a escludere che abbia delle colpe. Anche perché il calo di condizione ha riguardato tutti. Purtroppo quando è a terra atleticamente emergono i suoi limiti tecnici, lo avevamo visto anche alla fine dell’anno scorso. Comunque, con un altro anno così supererebbe Piola già nel 2020-21: nessun paragone, nemmeno con Chinaglia, Signori e Giordano che hanno giocato in Serie A ben più difficili, ma merita di stare con loro nel pantheon.


INZAGHI 8 - All’ultimo minuto di Fiorentina-Lazio forse era esonerato, di sicuro sarebbe saltato in caso di sconfitta: c’era già l’accordo con Gattuso. Dopo la Coppa Italia dell’anno scorso e dopo un inizio deludente su tutti i fronti sembrava impossibile per lui trovare e dare motivazioni nuove. Sembrava emotivamente a fine corsa, e invece - partita dopo partita - era riuscito a mettere insieme la stagione più emozionante da vent’anni a questa parte. Solo il Covid lo ha stroncato. Molto è stato sbagliato da lui e dal suo staff durante la quarantena, e anche quando si è ricominciato a giocare ha dimostrato di non essere più lucido. Ha solo subito la situazione, pensando solo a dare giustificazioni anziché cercare soluzioni, ammesso e non concesso che ve ne fossero. Ora è di nuovo al punto in cui era a ottobre, avrà il problema di ridare stimoli a una squadra che quest’anno sembra aver raggiunto il suo limite, arrivando anche a superarlo per qualche mese. Credo che servano forze fresche, facce nuove. E poi servirà un bel chiarimento con il suo staff, perché la gestione degli infortuni di Lulic e Leiva e le condizioni in cui la squadra si è ripresentata a giugno sono imperdonabili. A lui tolgo un voto, per questo. Ma ha centrato due obiettivi su tre, ci ha fatto sognare, e di questo - al di là di quel che poteva essere e non è stato - dobbiamo essergli molto grati.


LOTITARE 3 - Campagna acquisti estiva: vergognosa. Campagna acquisti invernale, con la squadra in lotta per lo scudetto: inesistente. Hanno sfidato la sorte confidando che se per mezza stagione non si era infortunato nessuno, anche nell’altra mezza il miracolo si sarebbe ripetuto. Lotito vuole sempre stravincere, e per stravincere spesso perde l’occasione di vincere. Tare non combina niente di buono da troppo, troppo tempo. Tempo in cui per ironia della sorte continua ad essere incensato dalla stampa per meriti vecchi ormai di anni. Quest’anno bisogna cambiare. Abbiamo raccolto, e tanto, ma da troppe finestre di mercato non seminiamo più niente, la squadra è mediamente vecchia e bisogna tornare a investire sul futuro.

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04/08/2020 17:37
 
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STRAKOSHA 6,5 – Mezzo passo indietro rispetto allo scorso anno. Le uscite su Omrani, Dzeko, Palomino e Caputo sono da museo degli orrori, anche perché commessi in gare-svolta. La sua sfortuna è che, Cagliari a parte, fa parate decisive in partite poi vinte più o meno agevolmente (Lecce, Spal, Bologna). Come già scritto alla fine dei due anni precedenti, prima di pensare a un cambio in porta, ci sono 4 se non 5 titolari da migliorare. Poi arriverebbe lui.

PROTO n.g. – Quest’anno non ci ha dato manco più l’impressione di uomo-spogliatoio.

GUERRIERI n.g. – Ora gli anni cominciano a essere assai. Il prossimo inverno saranno 25. Se non ci si crede come secondo, gli si trovi una squadra anche in LegaPro, a questo punto.

PATRIC 7 – Consolida prepotentemente la sua crescita con una stagione di tutto rispetto. Tra i pochissimi a salvarsi nel post-lockdown, anche se un quarto di punto gli va tolto per la follia di Lecce, considerando la decimazione della squadra già in (abbondante) corso. È un turnista già pronto per la prossima stagione.

BASTOS 5 – Alla fine, le uniche cose buone continua a combinarle nell’area avversaria, tanto da non far ritenere del tutto folle un suo impiego offensivo nel momento dell’emergenza massima. In marcatura sono immancabili i suoi cali di concentrazione: il gol di Tabanelli è la cartolina del suo modo di difendere, mai davvero migliorato negli anni. E la stagione la conclude impiccando la gara con la Juve dopo i migliori 45 minuti post-interruzione.

ARMINI n.g. – L’impiego praticamente nullo anche in piena emergenza difensiva non è un bel segnale, anche considerando un anno di negoziato per il suo rinnovo.

ACERBI 7,5 – Alla fine, quel mezzo punto in più è per il gol al derby, più pesante di un film di Fassbinder, citando Pellegatti. Perché se vale una stagione monstre fino al 29 febbraio, non si può non rilevare il fatto che sia stato proprio lui il simbolo del disfacimento delle 6 sconfitte in 12 partite. Il gol di Lucioni sarà uno di quelli che mai dimenticherò nella vita, per tempistica e modalità.

VAVRO 5 – Non ha tante occasioni, Europa League a parte dove non ha comunque convinto. Resta solo la buona prova di Genova. Rimandato a settembre e dovrà metterci tanto del suo per non meritarsi uno spazio accanto a Novaretti, Gentiletti, Cana, Bisevac e Mauricio.

LUIZ FELIPE 6,5 – Mezzo punto in più per la gara di Supercoppa, dove se non è stato il migliore in campo, poco ci è mancato. Per il resto, continui alti e bassi. Si fa trovare infortunato alla ripresa e stecca malamente nella sfida con la Juve, tumulando l’ultima fiammella rimasta. Io continuo a pensare che margini di crescita ne abbia e neanche pochi. Ha ancora l’età dalla sua parte.

RADU 7 – Gli tolgo qualcosa perché, subito dopo Acerbi, ha rappresentato l’emblema (negativo) della ripresa. Ma fino al 29 febbraio era stato sontuoso: probabilmente la sua miglior stagione di sempre.

LAZZARI 7 – Il voto più difficile, per uno che come me che mette i numeri davanti a tutto, nel giudizio di un giocatore. 0 gol in campionato (1 solo in stagione) e 4 assist paiono inchiodarlo ma poi il campo ha detto anche altro e ci sono giocate che non diventano “numeri” ma cambiano partite e stagioni. Pensiamo solo a come originano il rosso a Cuadrado e il gol di Lulic in Supercoppa. Ma, in realtà, è il classico giocatore che puoi ammirare solo allo stadio, con la visuale intera del campo. Lo ammiri nel vedere cosa fa quando la palla è lontana da lui o per il tempo che impiega a raggiungere il punto dove presumibilmente arriverà la palla. La Lazio monocorde del 2018/19 è diventata un’altra squadra anche grazie a lui. Negarlo mi sembrerebbe davvero un esercizio di stucchevole retorica. Infine, ma non di meno, è stato l’unico a presentarsi anche fisicamente in buone condizioni dal 24 giugno in poi. Non è stata cosa da poco.

MARUSIC 5,5 – La sua stagione si esaurisce in qualche buona apparizione iniziale e nel trittico Parma-Inter-Genoa. Fine. Per il resto, mai presente, mai affidabile, mai pronto, costringendo Lazzari a troppi straordinari. Da vendere, se davvero ha mercato.

D. ANDERSON 6 – Brevi apparizioni ma accettabili. Contro la Fiorentina, temporeggia con personalità su un pallone di fine-gara, ricordando Pedro Neto contro l’Empoli. Questo anche per dare la cifra del pochissimo di cui stiamo parlando. Sufficienza d’incoraggiamento più che di resa.

MILINKOVIC-SAVIC 7,5 – Una via di mezzo – tatticamente e tecnicamente, non solo come resa – delle due precedenti stagioni. Non è stato solo il centrocampista che segna, rifinisce e incanta cogli arzigogoli arabeschi in mezzo al campo, non privi di efficacia, di due stagioni fa e nemmeno il mediano dedicato perlopiù a fare legna della scorsa stagione. Ha saputo trovare la sua dimensione e la sua collocazione ideale al netto di qualche gara, anche importante, steccata malamente e di una ripartenza con più ombre che luci. I gol contro Juventus e Inter cui aggiungerei la perla col Cagliari e l’illusorio 0 a 2 di Bergamo sono state delle vere gemme, che ricorderemo a lungo. Ma, per restare al dato tattico, ci metto i secondi tempi di Cagliari e Brescia, messo a destra, negli ultimi 16 metri, a fare torri e sponde, che poi hanno effettivamente prodotto punti e vittorie in extremis.

PAROLO 6 – Sufficienza raggiunta grazie alla mezzora in Supercoppa e alla stima abnorme per il ragazzo. Per il resto, OK, fa meglio dei compagni nel post-lockdown, culminato con la robusta prova di Verona, ma non è che abbia incantato né offerto reali garanzie per il futuro.

LUCAS LEIVA 7 – La sua incidenza sulla squadra è spaventevole, nonostante stesse disputando una stagione importante ma non certo ai livelli del 17/18. Solo con lui la squadra assume una sihlouette chiara, definita, riconoscibile. Non ha alcuna responsabilità specifica, ritengo, su infortunio, operazione, recupero, etc. ma non si può non tenere conto che la sua stagione è finita a febbraio, forse anche un po’ prima. E questo pesa nel giudizio.

LULIC 7 – Non credo sia stata la sua miglior stagione ma in una terna di best season ci sta questo 19/20. Anche per lui pesano le sole 20 partite giocate ma ad arrotondare il voto finale il gol che, a conti fatti, è valso tre/quarti di trofeo.

CATALDI 6,5 – Finalmente gli abbiamo riconosciuto un’utilità. Ha saputo guadagnarsi sul campo il rango di centrocampista “da rosa”. Non ha mai davvero sfigurato, raggiungendo il suo apice in Supercoppa, non solo per il gol che lucchettò la sfida. Anche per lui una ripresa problematica per non dire inesistente. Si fa subito male, senza poter dare il minimo contributo, nonostante rimetta anche piede in campo. Bene ma non esagererei.

LUIS ALBERTO 8,5 – Stagione pazzesca, in cui anche fisicamente ha retto. Gol decisivi nelle partite giuste (derby, Supercoppa, Cagliari, Bologna per la gara che ci avrebbe portato al primo posto ma anche il graffio con la Fiorentina), recordman di assist. Si fa una fatica assurda a trovare un nostro centrocampista con questo rendimento stagionale. Direi Nedved 2000/01. Su di lui va progettata la nuova squadra, non ci sono dubbi.

BERISHA 5 – Lo svarione-eliminazione col Celtic solo parzialmente compensato dal pressing vincente per il gol di Immobile al Napoli. Giocatore che si è rivelato totalmente inadeguato ma anche con poche occasioni, quest’anno.

A.ANDERSON 5 – Una bella azione all’Allianz Stadium. Tutta lì la sua stagione fatta di poche (non pochissime) apparizioni. Deludente, viste anche le mie aspettative.

JONY 4 – Una sciagura. A differenza di Vavro, ha l’aggravante di aver giocato praticamente quanto un titolare o giù di lì, mettendo insieme tutte le competizioni. Di lui abbiamo a referto solo il cross vincente di Cagliari e tre-giocate-tre efficaci nelle vittorie interne con Fiorentina e Cagliari. Non c’è praticamente altro. Se sul gol di D’Ambrosio ci si può appigliare a un ruolo mai ricoperto prima, palla a sé non ci sono scusanti per il niente visto.

LUKAKU 5 – Un assist a Firenze, dal peso specifico enorme in quel momento, e qualche spezzone discreto. Ma nell’insieme, un’altra stagione insufficiente. La terza di fila.

FALBO n.g. – Si dice che piaccia ai senatori, che lo avrebbero voluto di più in campo (al posto di Jony, Lukaku, Marusic adattato) nel post-lockdown. Vedremo di che pasta è fatto.

CORREA 6,5 – L’uomo di ottobre/novembre, dell’inizio della rimonta. Dopo il rigore sbagliato di Bologna, ha inanellato 7-8 partite in cui la valutazione di Sconcerti (120M) non pareva più una boutade. Dopo Natale, la sparizione, prima fisica, poi di rendimento, poi di nuovo fisica, per poi mettere insieme qualche pastetta a giochi terminati. Discontinuo e a tratti irritante. Ma dopo 2 anni praticamente uguali, mi aspetto il decollo nel terzo. Ha margini importanti, nonostante l’età non più verdissima.

ADEKANYE 5,5 – Qualcosa in più di André Anderson fa vedere. Forse meritava un minutaggio diverso durante l’emergenza. Almeno correva.

RAUL MORO n.g. – Quel recupero di Bonucci rimarrà negli occhi. Una sliding door che, al momento, è girata dalla parte sbaglia.

CAICEDO 7,5 – L’uomo in più, il dodicesimo che per una vita avevamo sognato. L’Altafini, il Massaro. Per certi versi è stato l’uomo-simbolo della stagione. Non solo i gol al fotofinish con Sassuolo, Juve e Cagliari ma anche tanto altro, dal gol di Parma ai rigori procurati. Gli tolgo qualcosa per il giallo rimediato a Torino che ci ha costretto a giocare senza centravanti nella gara da ultima spiaggia e un finale obiettivamente troppo sottotono.

IMMOBILE 9 – Aggettivi (“ma da mo’”, citando Fantastichini) terminati per questo giocatore. Gol (36), assist (9), rigori procurati (6), percentuale trasformazioni dal dischetto (93,3%). Numeri che nessun centravanti mai, da queste parti. Neanche Signori. OK, epoche diverse, campionato più competitivo con squadre e difensori migliori. Ma sono comunque cifre impressionanti. Se avesse messo dentro altri 2 gol “da punti” contro Lecce e Sassuolo, cioè a dire nelle 2 gare peggio giocate, era un tranquillo 10, il voto alla sua stagione.


INZAGHI 8 – Non so se sia un voto esagerato. Alla fine si chiude con un trofeo (altrimenti il voto sarebbe stato 7), con un piazzamento di prestigio che (salvo sorprese, soprattutto in caso di CL al Napoli) consentirà di rigiocare la CL dopo 13 anni (e soprattutto incassare tanti danari), due eliminazioni precoci nelle Coppe. Niente di davvero straordinario. Esiti soddisfacenti ma citando un noto opinionista “che dovrebbe occuparsi solo di scioline” (cit.): “non vedo miracoli”. La Lazio stava tentando un’impresa ma si è sciolta definitivamente a 10 partite dalla fine. 6 sconfitte in 12 gare, 1,33 a partita. Parliamo di una proiezione di 50 punti, roba da Sassuolo. Che infatti ci ha battuto. Non trovo reali attenuanti, neanche negli infortuni che anche le tue concorrenti hanno avuto. Anche perché se valessero gli infortuni come attenuanti, i non-infortuni di cui per 5 mesi avevamo beneficiato, per la legge dei contrari, dovrebbero essere delle esimenti e non dei meriti. Poi, certo, siamo tornati a sognare davvero il colpo grosso dopo 20 anni e, per quanto mi riguarda, anche abbastanza presto (dopo Lazio-Lecce). Ma il botto è stato così fragoroso da aver, non dico sporcato, ma ridimensionato il tutto. Ovvio che in caso di secondo posto in volata, ci sarebbe scappato il mezzo punto in più. Perché anche quello, per me, è contato, ossia il come si è finito, anche perché non c’erano Coppe da giocare. E l’epilogo (orrendo) di Napoli è stato, per l’appunto, come una cena che non termina dolcemente col tiramisù ma amaramente con un Fernet.

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05/08/2020 16:36
 
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Tabanelli? Ma ci ha segnato? Giuro che non ricordo, altrimenti sarebbe immediatamente finito nella mia hall of fame in compagnia di Gino Peruzzi, Jonatas, Menegazzo, Fetfatzidis, Helander, Della Morte e da quest'anno Lamantia.
[Modificato da est1900 05/08/2020 16:59]

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05/08/2020 19:58
 
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Re:
est1900, 05/08/2020 16:36:

Tabanelli? Ma ci ha segnato? Giuro che non ricordo, altrimenti sarebbe immediatamente finito nella mia hall of fame in compagnia di Gino Peruzzi, Jonatas, Menegazzo, Fetfatzidis, Helander, Della Morte e da quest'anno Lamantia.



Lamantia, ma quale Tabanelli? Scusami, so' rinco assai...
Non so perché ho pensato e scritto Tabanelli, boh. Non ricordo manco se giocò quella partita. 

Di tutti i citati, solo Lamantia è stato poco doloroso...Gli altri, tutti da incubo ripetuto...

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