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[fanfiction e originali] Hold my Angst (Flash contest - Edite e inedite)

Ultimo Aggiornamento: 06/10/2020 15:47
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20/07/2020 10:39
 
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Re:
BessieB, 19/07/2020 13:16:

Cari partecipanti,

Il contest è stato ufficialmente spostato tra gli scaduti. Le valutazioni arriveranno il prima possibile, ma tenete conto che le storie consegnate sono state moltissime. In ogni modo, potrete controllare i miei progressi nel bando, dove segnerò le storie valutate.

Grazie a tutti per aver partecipato 😘




Carissima, non preoccuparti!
Le storie da valutare sono veramente tante, ma tu ti sei già portata avanti tantissimo, e non posso che complimentarmi con te, per questo!
Fai con calma e ci risentiamo presto!
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Post: 1.134
Giudice*
22/07/2020 08:06
 
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BessieB, 19/07/2020 13:16:

Cari partecipanti,

Il contest è stato ufficialmente spostato tra gli scaduti. Le valutazioni arriveranno il prima possibile, ma tenete conto che le storie consegnate sono state moltissime. In ogni modo, potrete controllare i miei progressi nel bando, dove segnerò le storie valutate.

Avviso invece per Najara87: quando ho segnalato all'amministrazione che il contest era scaduto, suinogiallo mi ha avvertita del fatto che "Qualcosa nel codice della storia influisce con il layout della pagina di EFP (vedi lo screenshot allegato).
Praticamente c'è una lunga serie di righe di codice all'inizio (create probabilmente da Office) che inserisce delle istruzioni che cozzano con lo script del sito." e per questo di avvisarti. L'errore va sistemato entro 48h, altrimenti dovrò (a malincuore) squalificare la storia.

Grazie a tutti per aver partecipato 😘

Prenditi tutto il tempo che ti serve.
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Post: 2.943
Giudice*****
04/08/2020 18:38
 
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Passo velocemente ad avvisare che mi mancano le ultime dieci storie da valutare. Allo stato attuale non sono sicura di riuscire a terminare per il 18 (ma non è impossibile che accada), quindi è possibile che io chieda la proroga.
Continuerò comunque ad aggiornarvi mano a mano.
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Post: 398
04/08/2020 23:10
 
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BessieB, 04/08/2020 18:38:

Passo velocemente ad avvisare che mi mancano le ultime dieci storie da valutare. Allo stato attuale non sono sicura di riuscire a terminare per il 18 (ma non è impossibile che accada), quindi è possibile che io chieda la proroga.
Continuerò comunque ad aggiornarvi mano a mano.

Grazie mille per aver avvertito 😊
Per me non c'è nessun problema ad attendere, le storie sono davvero molte quindi prenditi il tuo tempo!
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Post: 2.265
Giudice*****
05/08/2020 01:31
 
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Re:
BessieB, 04/08/2020 18:38:

Passo velocemente ad avvisare che mi mancano le ultime dieci storie da valutare. Allo stato attuale non sono sicura di riuscire a terminare per il 18 (ma non è impossibile che accada), quindi è possibile che io chieda la proroga.
Continuerò comunque ad aggiornarvi mano a mano.




Sentiti libera di prenderla, in caso prendi il post come un "ok".

Per dare un'occhiata alle mie storie
milla4


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Post: 706
Giudice*****
09/08/2020 11:27
 
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Re:
BessieB, 04/08/2020 18:38:

Passo velocemente ad avvisare che mi mancano le ultime dieci storie da valutare. Allo stato attuale non sono sicura di riuscire a terminare per il 18 (ma non è impossibile che accada), quindi è possibile che io chieda la proroga.
Continuerò comunque ad aggiornarvi mano a mano.




Non ti preoccupare ^^ prenditi tutto il tempo che ti serve! 😊😊
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Post: 2.943
Giudice*****
12/08/2020 22:14
 
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Cari partecipanti,

Ce la sto mettendo tutta per valutare almeno una storia al giorno, ma arriverei comunque a finire per il 18, senza possibilità di ricontrollare tutto per bene. Essendo le storie 27, non me la sento di dare una ricontrollata sommaria, quindi ho fatto richiesta per una proroga all'amministrazione. Passerò nuovamente ad avvisarvi quando avrò la nuova data entro cui dovrò consegnare i risultati, fermo restando che farò del mio meglio per non andare troppo oltre, rispetto al 18, che era la data che mi ero prefissa di rispettare.

Buona serata/giornata a tutti 😘
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Post: 195
13/08/2020 07:13
 
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BessieB, 12/08/2020 22:14:

Cari partecipanti,

Ce la sto mettendo tutta per valutare almeno una storia al giorno, ma arriverei comunque a finire per il 18, senza possibilità di ricontrollare tutto per bene. Essendo le storie 27, non me la sento di dare una ricontrollata sommaria, quindi ho fatto richiesta per una proroga all'amministrazione. Passerò nuovamente ad avvisarvi quando avrò la nuova data entro cui dovrò consegnare i risultati, fermo restando che farò del mio meglio per non andare troppo oltre, rispetto al 18, che era la data che mi ero prefissa di rispettare.

Buona serata/giornata a tutti 😘

Prenditi il tempo che serve, le storie sono davvero tante. Grazie per averci aggiornato.

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Post: 899
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13/08/2020 16:56
 
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Re:
BessieB, 12/08/2020 22:14:

Cari partecipanti,

Ce la sto mettendo tutta per valutare almeno una storia al giorno, ma arriverei comunque a finire per il 18, senza possibilità di ricontrollare tutto per bene. Essendo le storie 27, non me la sento di dare una ricontrollata sommaria, quindi ho fatto richiesta per una proroga all'amministrazione. Passerò nuovamente ad avvisarvi quando avrò la nuova data entro cui dovrò consegnare i risultati, fermo restando che farò del mio meglio per non andare troppo oltre, rispetto al 18, che era la data che mi ero prefissa di rispettare.

Buona serata/giornata a tutti 😘




Non ti preoccupare, non c'è nessuna fretta!
Ciao

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Post: 2.943
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14/08/2020 09:29
 
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Re:
BessieB, 12/08/2020 22:14:

Cari partecipanti,

Ce la sto mettendo tutta per valutare almeno una storia al giorno, ma arriverei comunque a finire per il 18, senza possibilità di ricontrollare tutto per bene. Essendo le storie 27, non me la sento di dare una ricontrollata sommaria, quindi ho fatto richiesta per una proroga all'amministrazione. Passerò nuovamente ad avvisarvi quando avrò la nuova data entro cui dovrò consegnare i risultati, fermo restando che farò del mio meglio per non andare troppo oltre, rispetto al 18, che era la data che mi ero prefissa di rispettare.

Buona serata/giornata a tutti 😘




L'amministrazione mi ha concesso 20gg di proroga. La nuova scadenza per le valutazioni è quindi il 7 settembre, ma ovviamente conto di non spingermi così in là con i tempi.
Ringrazio tutti per la pazienza, continuerò a tenervi aggionati 😘
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Post: 398
15/08/2020 00:11
 
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Re: Re:
BessieB, 14/08/2020 09:29:




L'amministrazione mi ha concesso 20gg di proroga. La nuova scadenza per le valutazioni è quindi il 7 settembre, ma ovviamente conto di non spingermi così in là con i tempi.
Ringrazio tutti per la pazienza, continuerò a tenervi aggionati 😘

Grazie a te per gli aggiornamenti, sei veramente puntuale e precisa 😄
Detto questo, prenditi pure tutto il tempo che occorre, le storie sono tante e tutte meritano la stessa attenzione 😊
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Post: 398
08/09/2020 10:27
 
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Re: Re:
BessieB, 14/08/2020 09:29:




L'amministrazione mi ha concesso 20gg di proroga. La nuova scadenza per le valutazioni è quindi il 7 settembre, ma ovviamente conto di non spingermi così in là con i tempi.
Ringrazio tutti per la pazienza, continuerò a tenervi aggionati 😘




Buongiorno Bessie!
Scusami, non voglio metterti fretta, ma la scadenza per le consegne delle valutazioni era ieri. Spero sia tutto a posto! 😘
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Post: 2.664
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08/09/2020 12:16
 
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Re: Re: Re:
evelyn80, 08/09/2020 10:27:




Buongiorno Bessie!
Scusami, non voglio metterti fretta, ma la scadenza per le consegne delle valutazioni era ieri. Spero sia tutto a posto! 😘




Stavo per scrivere la stessa cosa, in effetti! Ho visto che manca una sola storia da valutare, la giudice ha praticamente finito...
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Post: 2.943
Giudice*****
08/09/2020 12:30
 
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Ragazz* scusatemi, ero convinta che la scadenza fosse oggi. Entro stasera avrete tutto, sto correggendo tutto.
Scusatemi ancora
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Post: 2.664
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08/09/2020 12:43
 
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Re:
BessieB, 08/09/2020 12:30:

Ragazz* scusatemi, ero convinta che la scadenza fosse oggi. Entro stasera avrete tutto, sto correggendo tutto.
Scusatemi ancora




Non ti preoccupare, può succedere ;)
Attendo con ansia e anche un po' di terrore ahahahah
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Post: 2.030
Giudice*****
08/09/2020 12:49
 
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Tranquilla Bessie, ti aspettiamo!
Visto che siamo in 27 temo un po' per la posizione, ma vabbè ahahah

Buon lavoro!
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Post: 2.943
Giudice*****
08/09/2020 13:27
 
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Eccomi qui. Fortunatamente mi mancavano poche cose da rivedere, quindi mi affretto a postare i risultati, vi ho fatto attendere anche troppo e di questo mi scuso. Purtroppo sono una persona perfezionista al massimo, e ho voluto leggere tutte le storie tre volte e correggere le valutazioni altrettante volte (e lì ho perso parecchio tempo, sono 63 pagine word di giudizi).
Spero che rimaniate soddisfatti/e dei giudizi, ho cercato di essere delicata, dato che sono eccessivamente diretta, e di giustificare al meglio ogni punteggio assegnato. Come temevo, visto l'enorme numero di storie consegnato, vi sono stati parecchi parimerito: ciò è dovuto al fatto che ho assegnato i punteggi "alla cieca", senza aggiustarli a posteriori, per rimanere imparziale al massimo. Per questo motivo, al posto di essere 27 posti in classifica, ve ne sono solamente 20.
Posterò i giudizi in ordine decrescente, dal ventesimo al primo posto, indicando sotto il totale dei punti se sono stati assegnati eventuali premi speciali (ne ho assegnati due).
La griglia usata la trovate nel bando, mentre i premi verranno ricapitolati dopo i giudizi.
Per eventuali domande e/o chiarimenti, sono a vostra disposizione.
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Post: 2.943
Giudice*****
08/09/2020 13:29
 
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Ventesimo classificato

Angels4ever
La gazzella e il cane

Tot: 24/50

Stile: 7/15

La prima cosa che ho notato, leggendo le prime righe della storia, e ovviamente scorrendo velocemente per capire quanto fosse lunga, è che scrivi prevalentemente usando frasi molto corte, con rare eccezioni. Questo tuo preferire frasi così brevi crea un ritmo “a singhiozzo”, cioè spezzato, che t’impedisce di concentrarti sulle cose importanti, perché tutta la storia ha il medesimo andamento, che ti costringe a fare delle pause anche dove non necessario. Ti porto un esempio, ma considera che questa cosa si ripete per tutta la storia: «Non vi era fine al male. Voldemort sembrava indistruttibile. Viveva in loro ogni giorno (…).» come tu stessa potrai notare, il ritmo della narrazione è costantemente interrotto da un eccessivo utilizzo di punti fermi, anche dove la frase non necessita di essere spezzata. La frase avrebbe mantenuto lo stesso significato se, per esempio tu avessi unito “Non vi era fine al male” con una virgola, o volendo con i due punti, al “Voldemort sembrava indistruttibile”.
Capisco perfettamente l’intenzione di spezzare una frase per evidenziare un concetto in particolare, ma una storia scritta tutta in questa maniera diviene difficile da leggere, perché appunto si fatica a trovare un ritmo di lettura fluido, essendo tutte le frasi troncate.
Per quanto riguarda il primo paragrafo della storia, c’è una frase che sinceramente mi suona molto forzata, che è questa: “Ringraziò mentalmente James per sapere qual era momento più adatto per tacere”. Per prima cosa, presumo che tu ti sia dimenticata l’articolo determinativo, che già avrebbe migliorato la leggibilità della frase. In secondo luogo, quell’infinitiva messa lì suona veramente male, probabilmente sarebbe stato più gradevole un “poiché sapeva quando tacere”. Infine, e questa è un’osservazione che non c’entra con la grammatica, a mio parere quel “momento più adatto per tacere”, a livello di significato, dice molto poco: immagino che il tuo intento fosse di dire che James comprendeva benissimo quando non era necessario dir nulla, che ogni consolazione sarebbe stata superflua. Ma, detto così, lo reputo veramente poco chiaro, una frase così breve per esprimere un concetto così ampio (perché doveva tacere? Per rispetto del dolore di Sirius? Perché non si parla ai funerali? Perché si erano già detti qualcosa prima?) fa perdere di significato alla storia.
C’è un piccolo refuso sempre alla fine del primo paragrafo: “perché Malocchio, che Dorcas la conosceva appena riusciva a piangere (…)?”. La frase “che Dorcas la conosceva appena” è una proposizione relativa, che quindi va separata dalla principale tramite l’ausilio delle virgole: “perché Malocchio, che Dorcas la conosceva appena, riusciva (…)”.
Un simile problema, sempre relativo alle virgole, è presente anche alla fine del primo flashback, quando Sirius pensa “Dio quanto lo faceva impazzire”. Poiché credo con ragionevole sicurezza che Dio non sia il soggetto, ma un’invocazione, la frase avrebbe dovuto essere “Dio, quanto lo faceva (…)”. Il discorso si ripete anche in “La pagherà Felpato”: siccome non è Felpato a doverla pagare, è necessaria la virgola.
In generale, tendi a usare molto poco le virgole, cosa che è evidente sia in quanto ti dicevo prima sullo spezzare le frasi, sia in frasi come “le sussurrò all’orecchio facendola rabbrividire” dove, leggendola, una pausa sarebbe necessaria per enfatizzare quel “facendola rabbrividire”. Ti consiglio di rileggere ad alta voce, vedrai che così ti verrà automatico inserire le pause lunghe/brevi dove servono.
La storia è comunque scritta in maniere semplice e scorrevole, sebbene la lettura sia troppo spesso interrotta dalle frasi mozzate o dalla mancanza di virgole dove, invece, servirebbero. Ho apprezzato lo svilupparla su due linee temporali distinte, scelta che ha reso maggiormente dinamico il testo

Originalità: 4/10

Se devo essere sincera al 100%, devo ammettere che questa storia non mi ha convinta particolarmente: anche prescindendo dallo stile con cui è stata scritta, che non posso dire di aver apprezzato, a livello contenutistico non penso di averla compresa come avrei dovuto. L’intera trama è qualcosa di estremamente “già visto”, che non è supportato da uno stile che permetta di superare lo scoglio dell’aver già sentito alcune scelte riguardanti la trama.
L’esempio più lampante di ciò è, secondo me, sul gioco relativo al significato del nome Dorcas, che ho sentito in parecchie storie (cui mi unisco io stessa, nel mio torbido passato): infatti, quando hai consegnato la storia, mi sono subito detta “eccoci, una Sirius/Dorcas” e così è stato. E, devo dire, nemmeno hai costruito chissà che impianto narrativo che rendesse giustificata una scelta apparentemente scontata, Sirius la chiama così perché è letteralmente il significato del suo nome, e nulla di più.
Anche la storia in sé, sinceramente, non mi fa urlare al miracolo: sicuramente è leggibile, ma principalmente trasmette due sensazione. La prima è di rileggere qualcosa che già si conosce, hai preso una tematica che è presente nel Fandom e, a mio parere, non vi hai apportato alcuna modifica significativa. La seconda è di una storia frettolosa, scritta nei cinque minuti della pausa pranzo, che avrebbe potuto avere degli sviluppi ma che, purtroppo, non vi sono stati.

Gradimento personale: 3/10

La storia non mi è piaciuta, lo dico senza indorare troppo la pillola, prima di spiegare le mie motivazioni. Come ho anticipato, l’intera narrazione mi è sembrata frettolosa, quasi come se fosse la bozza di una storia ancora da scrivere. Ci sono degli spunti, da cui si sarebbe potuto partire per sviluppare una trama, seppur non il massimo dell’originalità, quantomeno interessante, ma è tutto liquidato in poche frasi. Con ciò ovviamente non intendo dire che la storia non mi è piaciuta perché è corta, anche perché per esempio sono una grandissima fan delle drabble, ma più per questo senso di trascuratezza che vi traspare, sembra quasi che tu avessi fretta di arrivare alla conclusione e che, per questo, tu abbia voluto accorciare eccessivamente i tempi.
Perfino la scena di sesso è risultata frettolosa e meccanica, scritta in termini che, chiunque sia nel Fandom da poco più di qualche mese, conosce più che bene.
L’unico punto che ammetto di avere apprezzato è l’idea di far rispondere di sì alla proposta di matrimonio dopo la morte di Dorcas, che ammetto aver trovato un espediente molto dolce e carino. Per il resto, non posso dire di aver apprezzato la storia, mi dispiace.

Caratterizzazione dei personaggi: 5/10

Mi ricollego qui ancora una volta con il fatto che ho trovato la tua storia frettolosa: penso che principalmente questa storia si poggi sul presupposto che il lettore conosca bene i personaggi, perché sono tutti rappresentati in maniera abbastanza bidimensionale. L’unico di cui si conosce qualche pensiero è Sirius, che è il personaggio dominante di questa storia: non discuto riguardo il suo IC, principalmente per il fatto che è detto così poco, di lui, in questa storia, che risulta impossibile dire se sia rimasto nel Canon oppure no.
Un discorso analogo può essere fatto per Dorcas: in quanto personaggio solamente menzionato nella saga, la sua caratterizzazione è compito dell’autore, che può plasmarla come meglio crede. In questo caso, io sinceramente non mi sento capace di individuare alcuna caratteristica da associare al personaggio, se non che ha la pelle bruna, è un Auror e che le piace fare sesso. Fine. Non c’è una descrizione fisica, non sono riportati i suoi pensieri, nemmeno Sirius, che dovrebbe essere il personaggio principale della storia, parla mai di lei dicendo che magari le piaceva qualcosa, aveva degli interessi o qualcosa del genere. Non è nemmeno molto chiaro in che rapporti fosse con i Malandrini e Lily, erano amici, conoscenti, era semplicemente la ragazza di Sirius?
Trovo che ci siano troppe cose in sospeso, o comunque non sviluppate, per poter parlare di una caratterizzazione tridimensionale o approfondita.

Utilizzo del genere Angst: 5/5

Sebbene la storia non mi sia piaciuta, riconosco che il suo intento fosse indiscutibilmente Angst, motivo per cui ti assegno il punteggio pieno.
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Post: 2.943
Giudice*****
08/09/2020 13:30
 
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Diciannovesimo classificato

La Dama del Bosco
Il pianto è per i deboli

Tot: 34.5/50



Stile: 12/15

Come primissima cosa, ti segnalo un piccolo refuso a inizio storia, in quanto nei puntini di sospensione hai messo tre punti al posto di cinque (questa cosa si ripete anche durante la scena di sesso), così poi posso entrare nel vivo della storia senza perdermi troppo in appunti del genere.
La prima cosa che ho notato, leggendo la storia, è che tendi a usare frasi corte, o comunque di media lunghezza, che conferiscono un ritmo “concitato” alla narrazione che, però, ho trovato adeguato all’evento che hai scelto di narrare, sebbene in alcuni punti io l’abbia trovato un espediente un po’ forzato. Un esempio che posso farti in merito è «Un lieve bussare (…) meditazioni. Sapeva già chi era», dove essendo quel “Sapeva già chi era” è comunque una specifica in più data alla proposizione precedente, quindi avrebbe potuto essere connessa ad essa tramite i due punti.
Sempre nella primissima parte della storia, un’altra frase che non mi ha pienamente convinta è quel «disse rassegnato», dove avrei messo una pausa tra disse e rassegnato; ciò si ripete più volte in tutto il testo, anche nel caso (e qui è effettivamente un errore grammaticale) in cui dovresti separare la proposizione da un vocativo (“non sono uno fragile, idiota”). Inoltre è presente anche un refuso, in quanto hai scritto “bronza” al posto di “bronzea”.
Un’altra cosa che vorrei segnalarti è di fare attenzione con la spaziatura, perché spesso i dialoghi risultano attaccati alle parole che li precedono, ed otticamente è abbastanza fastidioso, e anche all’uso delle virgolette, in quanto spesso apri i dialoghi con le virgolette chiuse e non quelle aperte (” al posto di “).
Nel complesso, comunque, la tua storia è scritta in italiano corretto e non vi sono grossi problemi di tipo sintattico-grammaticale. Non posso dire di aver apprezzato in toto le scelte stilistiche che hai effettuato in questa storia: per quanto mi riguarda, tendi a spezzare le frasi dove non ce ne sarebbe bisogno, in un tentativo (credo) di trasmettere concitazione che, però, nel mio caso si è tradotto nel classico ritmo “a singhiozzo” dove il lettore è costretto a far pause dove non ce ne sarebbe assolutamente bisogno.
A questo si somma una cosa che chiarirò nei prossimi parametri, ovvero che in diversi passaggi ho avuto la sensazione che tu volessi concludere in fretta la storia, senza dare ai personaggi e all’ambientazione lo spazio di cui avevano bisogno per svilupparsi.

Originalità: 7.5/10

La tua storia mi ha lasciata un po’ interdetta, in questo parametro, perché ritengo che vi siano veramente pochi elementi per poterne valutare l’originalità. Mentre leggevo le prime righe, mi ero segnata di fare attenzione all’ambientazione, perché avrebbe potuto essere uno dei fattori determinanti in questo parametro. La scelta di Tel Aviv devo dire che, nel complesso, l’ho trovata azzeccata, in quanto, sebbene la tua storia sia ambientata negli anni ’50, sembra strizzare l’occhio al lettore che sa perfettamente che, nel decennio successivo, nel carcere di Tel Aviv sarebbe stato rinchiuso Eichmann, in attesa di quel processo documentato dalla Arendt ne La banalità del male. Ovviamente questo è un mio collegamento, sperando di non aver reso più complicata la realtà.
E qui in pratica finisco di avere cose da dire, perché l’ambientazione è così vaga che ulteriori specifiche divengono problematiche (sul background dei due protagonisti ti rimando alla caratterizzazione). Sicuramente una storia nel dopoguerra, quindi contestualmente agli anni dei grandi processi per i crimini di guerra, ha una sua originalità, ma anche qui il contesto è talmente vago che è una mia supposizione, che il contesto sia quello.
Per questo motivo ho scelto di darti un sette e mezzo, in quanto gli elementi che ho a fatica estrapolato dal testo mi sono piaciuti (sempre ammettendo che io supponga cose corrette), ma la lettura è avvenuta in un tale clima di incertezza che non so dirti con sicurezza se la storia sia o meno originale: sicuramente se ne sono viste tante, di storie tra soldati, ma gli elementi che ho citato sopra sono stati comunque una piacevole sorpresa. Mi scuso se sono stata imprecisa ma, come ribadirò probabilmente altre volte, è stato davvero difficile trarre un po’ le conclusioni su questa storia.

Gradimento personale: 5/10

Questo è uno dei casi che temevo, quando ho indetto il contest, ovvero una storia in cui non so dire con certezza se mi sia piaciuta o meno, perché risiede in quella zona sfumata di una storia che, purtroppo, non mi è piaciuta ma nemmeno è così terribile da farmela dispiacere. Il problema principale che ho avuto, con questa storia, è che mi ha lanciato molti spunti e poi, alla fine, non ne ha trattato nessuno: in un certo senso, è stato come se avesse voluto far fare a me il lavoro che sarebbe invece dell’autore. Per evitare disguidi: non sto sostenendo che una storia debba presentarti tutto spiegato, senza lasciar spazio all’immaginazione del lettore. Ma qui è proprio un caso estremo, cioè secondo me mancano proprio quei riferimenti base che una storia dovrebbe avere.
Adesso entro più nello specifico. Una delle cose che mi ha lasciata più perplessa sono i personaggi e, a costo di ripetermi in seguito, la loro caratterizzazione: sarò influenzata dalla mia professione, ma io credo fermamente che, nel momento in cui si decide di scrivere qualcosa di storico, è sempre meglio dare una specifica in più che una in meno. Qui, ad esempio, hai chiarito che la storia è ambientata a Tel Aviv del 1950s e va bene. Ma i personaggi, esattamente, chi sono? Perché ho letto la storia più volte e sono riuscita a formulare solamente supposizioni, senza dati certi. Di essi viene detto che sono due soldati e, presumo, di schieramenti opposti. Eitan immagino possa essere un soldato delle forze dell’Asse, magari anche di origine ebraica (qui dovrei controllare, ma credo che Eitan possa essere un cognome ebraico? Anche se come nome non l’avevo mai sentito), mentre invece suppongo che il barone combattesse con i nazisti? Anche se devo dire che quest’interpretazione non mi torna perché, attingendo alle mie conoscenze di storia contemporanea, ancor prima dell’avvento di Hitler, nella Repubblica di Weimar erano stati aboliti i titoli nobiliari.
Cioè, in generale, dopo questa lettura regna in me molta confusione, sembra quasi che tu avessi fretta di finire di scrivere e per questo abbia lesinato dettagli su chi effettivamente fossero i personaggi che, in un contesto intricato come il Dopoguerra, è un elemento a mio parere imprescindibile.
Quest’osservazione ha pregiudicato molto, in questo parametro, perché ho passato tutta la lettura a chiedermi “sì, ma chi è questo personaggio?” e la cosa non è stata piacevole.
Mi dispiace, perché in un certo senso quanto detto ha un po’ oscurato le parti piacevoli della storia, come la conclusione, che ho apprezzato nel suo rimando al titolo, e anche la scena di sesso che è descritta in maniera gradevole. Insomma, mettendo tutto su una bilancia, non riesco a propendere né per un voto positivo né per uno negativo, e mi dispiace molto di ciò.

Caratterizzazione dei personaggi: 4/10

Questo, per me, è stato il punto più dolente da valutare: è difficile, per non dire impossibile, valutare la caratterizzazione di personaggi di cui, a conti fatti, si sa quasi niente. Come scrivevo in precedenza, non sono nemmeno sicura della provenienza dei personaggi, posso solamente fare delle supposizioni sull’etimologia dei nomi, ma senza la “guida” dell’autore si risolve comunque tutto in un gigantesco nulla di fatto. Franz è probabilmente quello caratterizzato in maniera migliore, complici le prime righe della storia, che forniscono qualche informazione sul personaggio, ma comunque non sono informazioni sufficientemente dettagliate: parli di un passato militare pesante, ma non dici per chi ha combattuto. Presuppongo faccia parte della fazione perdente, ma a questo punto barone è un soprannome? Perché come ti dicevo prima Weimar aveva abolito i titoli nobiliari nel 1919, quindi questa cosa non mi torna.
Eitan è descritto in maniera anche più vaga: si dice che ha vent’anni, la pelle abbronzata e occhi azzurri, e che è anche lui un ex militare. Ammetto che avrei voluto una specifica in più sull’età, perché dire che aveva “circa vent’anni” implicherebbe quasi un passato di soldato bambino, perché ammettendo che si tratti del 1950 e che sia stato arruolato nel 1945, avrebbe avuto comunque quindici anni, quindi non torna, ma magari sono io troppo puntigliosa. Eitan vive come personaggio “in relazione di”, non vengono date informazioni sul suo passato, ma anche banalmente perché odiasse Franz (forse perché era dalla parte dei nazisti?), su come abbia superato quest’odio ecc.
In poche parole, in questo parametro emerge con chiarezza quello che dicevo in precedenza, ovvero che la storia ha qualcosa di “frettoloso”, come se mancasse di alcune parti, omesse per fretta. L’idea di fondo era molto interessante ma ammetto che, in più punti, questa storia non mi ha pienamente convinta.

Utilizzo del genere Angst: 5/5

Il genere è presente e ben inserito nel testo.
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Post: 2.943
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08/09/2020 13:31
 
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Diciottesimo classificato

Shellcott
Le ferite che ti lascia la vita

Tot: 35/50



Stile: 8/15

La prima cosa che ho notato della storia è che essa si sviluppa in due livelli, una narrazione in terza persona alternata ai pensieri di Minerva: devo dire che questa soluzione mi è piaciuta, ha permesso di rendere più personale una narrazione che, altrimenti, avrebbe potuto rivelarsi troppo asettica. Una cosa che invece non mi ha particolarmente convinta è la tua scelta di far parlare la McGrannitt per spezzoni, cioè per frasi troncate dal punto fisso quando, invece, dovrebbero costituire un discorso fluido e unito. Ciò crea un vero e proprio ritmo singhiozzante, con il lettore che è costretto a fare continuamente pause, di fronte al punto fermo, spezzando l’andamento della narrazione.
Ne è un esempio lampante la prima parte della storia dove - suppongo - la tua intenzione fosse di dare particolare risalto alla parola “scusa” ma che, al contrario, essendo l’ennesima parola/frase breve che il lettore legge in poche righe, finisce per non emergere dal discorso, rimanendo una delle tante parole che hai usato in precedenza. L’effetto sarebbe stato diverso se, tramite un discorso unico o di due proposizioni, avessi evidenziato il significato di quello scusa che Minerva, caricandolo di significato, pensa.
Questa osservazione che ti ho mosso, ho riscontrato ripetersi per tutta la narrazione e più volte mi ha costretta a rileggere dei passi, perché ero incerta su cosa esattamente dovessi porre un accento, quale fosse, la parola chiave, nei pensieri della protagonista.
Per quanto riguarda la grammatica, la storia non presenta particolari problemi, a parte una discordanza tra tempi verbali nel quarto paragrafo: dopo aver scritto la narrazione in terza al passato, scrivi che “è passata solo una settimana dalla battaglia e le ferite sono ancora fresche” quando, ovviamente, avresti dovuto continuare a parlare di un tempo passato, quindi “era passata solo una settimana (…) le ferite erano ancora fresche”. Un simile errore è presente anche nella conclusione, quando dici che Minerva lancia uno sguardo alla lapide, “nel giardino del cottage in cui ha abitato per tre anni”.
È poi presente un piccolo refuso, un sì non accentato quando scrivi “ti ho detto si”.
Ti segnalo inoltre che i termini “presi in prestito” dalla Rowling, come ad esempio Babbano, vanno scritti con l’iniziale maiuscola.
Nel complesso, la lettura è gradevole, ma gli errori con i tempi verbali e il ritmo singhiozzante con cui hai scelto di narrare la storia la rendono una lettura un po’ ostica, più volte ho dovuto rileggere dei passi per capire bene cosa intendessi. Inoltre penso, forse un po’ troppo drasticamente, che in una storia così breve (e quindi più “semplice” da rivedere) errori di discordanza verbale non dovrebbero essercene perché, a differenza di quanto può accadere in una storia molto lunga, dove magari il lettore perde di vista un eventuale errore, qui ogni refuso sembra quasi evidenziato.

Originalità: 10/10

L’idea di riprendere un passo della Rowling su Pottermore mi è piaciuta molto, sebbene io non sia propriamente una fan delle dichiarazioni fatte post-saga, perché trovo che smorzino la magia dell’immaginarsi da sé alcuni elementi riguardanti i personaggi. Ma, comunque, devo ammettere che l’idea di scrivere di Minerva prima della saga si è rivelata comunque molto valida e interessante. Probabilmente è una mia lacuna, poiché sono molto legata all’idea della Albus/Minerva e quindi non ho mai cercato niente sul passato della professoressa, ma mi sono trovata di fronte a un tema nuovo e, nel complesso, ben sviluppato.
La scelta di scrivere una storia breve, in questo caso, l’ho trovata adeguata, in quanto in poche parole hai creato un ritratto efficace del passato e del presente della McGrannitt, idea che, sorprendentemente, mi è piaciuta molto.

Gradimento personale: 6/10

Questa storia mi ha lasciato un po’ l’amaro in bocca: potenzialmente aveva tutte le carte in regola per essere una lettura eccellente, di quelle che ti lasciano qualcosa ma, poi, si è un po’ persa per strada. La ragione principale per cui non riesco a dire di essere totalmente soddisfatta da questa fanfic è, come avevo anticipato nel discorso fatto riguardo lo stile, come è scritta: il ritmo singhiozzante è tutt’altro che d’impatto, ma su di me ha avuto solamente l’effetto di farmi perdere di vista il punto della situazione, costringendomi a focalizzarmi su tutto e niente. Inoltre, ricollegandomi sempre a quanto detto prima, errori grammaticali in una storia così breve sono come crepe in un vaso di vetro: si notano subito e non c’è verso di dimenticarsele.
Nonostante ciò, non mi sento nemmeno di dare un voto molto basso alla tua storia che, nel complesso, non mi è dispiaciuta. Ho trovato interessante che una donna, perdonami il gioco di parole, granitica come Minerva sia in realtà così pentita e dispiaciuta nei confronti del marito, mostra un suo lato umano che trovo veramente molto interessante. Molto bello anche il riferimento ai suoi studenti: per come l’ho sempre interpretata io, la McGrannitt è quella prof che ti bastona se non studi ma che, inevitabilmente, ti prende anche tremendamente a cuore.
Mi è piaciuta molto la conclusione dove viene dato spazio alla frase che, secondo me, può facilmente rappresentare tutta la storia: “e scusa se non sono venuta prima”. Perché la storia di Minerva è una storia di treni persi o presi in ritardo e, perché no, anche di rimpianti.
Un lavoro carino, sicuramente migliorabile, ma che nel complesso ho trovato abbastanza gradevole.

Caratterizzazione dei personaggi: 10/10

Non è semplice valutare questo parametro, in una storia così breve ma, allo stesso tempo, così personale. Da un lato, mi verrebbe da dire che si discosta dalla classica immagine della professoressa McGrannitt che conosciamo ma, dall’altro, cosa ne sappiamo, noi, di come ella agisse nella sua vita privata, quando non era quindi nell’orbita di Harry. Per questo motivo, più che l’IC, ho deciso di valutare la caratterizzazione in generale del personaggio.
Sotto questo punto di vista, il lavoro che hai fatto mi è piaciuto: l’alternarsi dei pensieri di Minerva alla narrazione impersonale permette di osservarla su due piani differenti, dotandola quindi di tridimensionalità. Se ne conoscono le azioni, la situazione in cui si muove ma, soprattutto, ne riporti i pensieri che, secondo me, è la parte fondamentale di questa storia.
Molto bello come hai sviluppato il suo senso di colpa verso il marito, colpevole probabilmente di averla amata troppo, e di come Minerva si renda conto di aver perso il proprio treno, per paura o preconcetto.
Come ho accennato in precedenza, la parte che veramente mi ha convinta di più è quel breve riferimento al suo rapporto con gli studenti, che reputo essere l’essenza stessa della caratterizzazione di questo personaggio, e che trovo tu abbia colto perfettamente. Un lavoro molto interessante, sotto questo punto di vista, in cui hai saputo accostare molto bene il Canon alle notizie su Pottermore e, infine, alla tua personale interpretazione di queste informazioni.

Utilizzo del genere Angst: 1/5

Non ho riscontrato la presenza del genere in questa storia: come segnali tra i generi, è sicuramente introspettiva e malinconica, ma di quel dramma che dovrebbe attorcigliarti lo stomaco, non v’è traccia. Vi è molto rimpianto ma Minerva, più che trasmettere angoscia, sembra riflettere una sorta di calma interiore di chi è venuto a patti con l’inevitabilità delle proprie azioni. Per questo non riesco a giudicarla una storia Angst.
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Post: 2.943
Giudice*****
08/09/2020 13:32
 
Quota

Diciassettesimo classificato

AtobeTezuka/ImperialPair
Tra le fiamme

Tot: 37/50



Stile: 7/15

La storia è scritta in una prima persona al passato, una scelta rischiosa che, in questo caso, è utilizzata per conferire quel sentore di maggiore intimità tra il lettore e il personaggio narrante e che, a storia conclusa, ammetto di aver apprezzato.
Una cosa che ho notato fin da subito è che c’è una certa confusione riguardo l’utilizzo dei tempi verbali, nella primissima parte della storia, dove non è ben chiaro se il narratore stia narrando al presente o al passato, perché nello stesso periodo tendi a usare indistintamente entrambi i tempi verbali, in maniera scorretta. Ti metto qui una frase che è il perfetto esempio di quanto dico: «Non mi è mai saltato in mente che forse potessi essermi sbagliato, nonostante io stesso abbia notato che la nostra relazione ormai durasse da due anni, però, l’idea che tu mi amassi solo per il corpo era così radicata in me che, tutte le tue dimostrazioni d’affetto, mi sono sempre sembrate solo un pretesto per avermi intimamente». I verbi che ho messo in grassetto sono dei tempi relativi a una narrazione presente con eventuale un riferimento a un passato vicino: per cui va bene utilizzare alternativamente il presente e il congiuntivo passato. Il problema sorge quando, nel medesimo periodo, altri verbi (quelli sottolineati) sono coniugati in tempi verbali diversi, nello specifico un condizionale imperfetto, che è un tempo relativo ad avvenimenti passati. La soluzione migliore, a mio parere, sarebbe stata mantenere una narrazione al passato per tutto il periodo, che così risulta essere cacofonico, oltre che grammaticalmente scorretto.
Oltre quanto ti ho segnalato, nel secondo paragrafo è presente un piccolo refuso «c’è sempre stata del fuoco» in cui ovviamente intendevi “stato”, ma ovviamente per questo non ci sono discorsi da fare, si tratta semplicemente di una svista.
Una cosa che invece per me è un vero e proprio errore a livello stilistico è la ripetizione, quando ovviamente non è volontaria o non serve a enfatizzare un concetto particolare: «E le fiamme mi divoravano, mangiando ogni brandello di lucidità, soprattutto quando con le tue labbra incominciavi a baciare tutto il mio corpo e ogni barlume di lucidità rimastomi finiva inghiottito da quella tua bocca». Qui sinceramente non mi è sembrato che tu volessi sottolineare qualcosa in particolare, mi sembra più un errore dovuto all’incuria, del tipo che rileggendolo magari l’avresti modificato. Posso solo suggerirti di fare attenzione prima di postare una storia, perché errori simili fanno un po’ storcere il naso al lettore.
Un’altra cosa che ho notato è che spesso hai problemi con la punteggiatura, che manca dove serve: ti consiglio di rileggere ad alta voce e vedrai che le pause si sistemeranno da sole dove devono. Ad esempio, quando mi scrivi «ero molto testardo lo ammetto» quel “lo ammetto” dovrebbe essere un inciso, e quindi separato dal resto della frase tramite le virgole.
Un’altra frase che mi ha perplessa è questa: «Mai avrei creduto quello sarebbe stata l’ultima volta che avrei sentito il tuo sospiro e che il successivo sorriso mi sarebbe potuto mancare per il resto della vita» dove vi è un refuso, in quanto immagino che al posto di “quello” avresti voluto scrivere “che quella”, ma è proprio il senso che mi sfugge, cosa intendevi con “successivo sorriso”? Magari potresti chiarirmelo, ma per ora rimane un punto un po’ oscuro.
Sempre nel terzo paragrafo è presente un errore grammaticale grave: «Il modo impulsivo con cui mi avevi baciato, aveva finito con il cogliermi completamente alla sprovvista», la virgola dopo “avevi baciato” va assolutamente tolta, in quanto separa soggetto e verbo, che è un errore che non ritengo si possa mai giustificare come una scelta stilistica, è semplicemente sbagliato in ogni interpretazione possibile.
Ti ricordo inoltre che il sì va scritto sempre con la i accentata e che, se stai usando il vocativo, devi usare la virgola per separare il nome della persona dal resto del testo: “Sì, mamma” o “no, Loren?”.
Infine, ti ricordo ancora una volta di prestare attenzione ai tempi verbali: «Nessuno avrebbe rischiato di morire se non fosse davvero innamorato». Qui avrebbe dovuto essere un non fosse stato, perché parliamo di un’azione che si riflette nel passato; mi raccomando presta più attenzione a queste cose, perché turbano parecchio la lettura.
Oltre agli errori di tipo grammaticale che ti ho segnalato, vi sono anche delle frasi che, stilisticamente, mi hanno convinta molto poco. «Quelle trame erano solo un pretesto (…) al solo scopo di» qui la frase viene notevolmente appesantita da quel “al solo scopo di”, avrei privilegiato una costruzione più semplice, come ad esempio il classico “era un pretesto per”.
In conclusione (e mi scuso se sono stata particolarmente puntigliosa e prolissa), la storia è abbastanza complicata da leggere, ma non tanto per lo stile, ma perché più volte il lettore viene distratto dalla presenza di refusi o errori grammaticali. Lasciando da parte per un momento i refusi, che comunque hanno avuto un discreto peso nella valutazione, l’impressione che ho avuto dello stile in cui è scritta la storia non è positiva: la prima persona, sebbene sia una scelta sensata per il tipo di narrazione, in molti punti appare come forzata e innaturale, molte frasi sembrano quasi fuori posto, in una parola, ammetto che questa storia non mi abbia colpito in maniera indelebile.

Originalità: 9/10

La storia presenta una trama molto lineare – un innamoramento non corrisposto – che non mi ha fatto, almeno inizialmente, gridare al miracolo. Invece, contrariamente alla prima aspettativa che m’ero costruita, la trama ha comunque una sua originalità, che penso risieda nell’utilizzo dell’elemento del fuoco: esso compare nel titolo, in numerose parti descrittive e, infine, come causa della morte di Loren. In questo senso, ho apprezzato il continuo rimando all’elemento, sebbene penso sia abbastanza improbabile che un incendio divampi da una candela. Ovviamente non entro nel merito e non ho tolto punti per questo, ma sinceramente mi sembra un espediente quantomeno bizzarro, in quanto stando a questa dinamica io stessa potrei essere morta almeno tre o quattro volte.
Nel complesso, comunque trovo che la trama abbia una sua originalità, sebbene il punto di partenza non fosse il migliore: poteva essere semplice rendere tutto uno sconfinato cliché, ma ammetto che la storia è sviluppata in maniera gradevole. La cosa che però mi ha fatta desistere dall’assegnarti un punteggio più alto è il fatto che la narrazione rimanga abbastanza piatta, cioè senza particolari colpi di scena o risvolti che ti facciano pensare “wow ma l’autore come ha potuto pensare una cosa del genere?”. Anche la morte di Loren viene suggerita fin dalle prime righe quindi, leggendo, si ha la sensazione che conduca tutto inevitabilmente lì, verso quella morte che si sa che debba avvenire e, purtroppo in un involontario spoiler del titolo, è anche abbastanza chiaro il come avverrà questa morte.
Per il resto ho comunque trovato la storia gradevolmente originale e per questo ti faccio i miei complimenti.

Gradimento personale: 6/10

La tua storia si colloca in quella terribile terra di mezzo in cui posso dirti con certezza che non mi è piaciuta, ma non mi è nemmeno dispiaciuta in maniera così drammatica. Sicuramente un ruolo molto importante lo ha giocato lo stile, come ho diffusamente scritto nella lunghissima valutazione precedente, ma di per sé non ho trovato la storia sgradevole.
È una storia molto semplice, con alcuni punti positivi, come il rimando al fuoco di cui ho parlato prima, ma nel complesso l’impressione che mi ha suscitata è stata per lo più neutra. Non mi ha coinvolta particolarmente, probabilmente in ciò è stato complice lo stile, perché sono state veramente troppe le volte in cui mi sono fermata e ho dovuto rileggere alcune parti perché non le capivo subito o non mi suonavano bene.
Nel complesso, la storia è comunque carina, l’idea in sé non mi è dispiaciuta più di tanto e trovo che sia sviluppata discretamente, quindi ho comunque scelto di non essere particolarmente severa e darti la sufficienza.
Ne approfitto, dato che qui ho scritto veramente poco, per segnalarti una cosa: io avrei mantenuto la storia su un rating giallo e avrei tolto il genere erotico, perché penso che di erotico abbia veramente molto poco, cioè è un genere che è secondario rispetto agli altri da te indicati nelle note dell’autore. Ovviamente ciò non ha assolutamente influito sulle valutazioni, ma volevo comunque segnalartelo perché è una riflessione che ho maturato nel corso della lettura.

Caratterizzazione dei personaggi: 10/10

Questo è stato il parametro che ho apprezzato maggiormente, se devo essere sincera: essendo la storia scritta in una prima persona singolare, ampio spazio è dedicato all’introspezione del personaggio, che risulta essere voce narrante e soggetto della vicenda. Ho apprezzato il profondo cambiamento interiore che attraversa Simon, fin dalle prime righe della storia, nel suo progressivo rendersi conto di aver sottovalutato i sentimenti di Loren, fraintendendolo. Il fatto che lui si renda conto di essere stato ingenuo, per non dire cieco, è straziante, come ogni realizzazione avvenuta in quel fatidico “troppo tardi”.
Di Simon ho apprezzato molto l’evoluzione, all’interno della narrazione, e l’alternanza che hai usato tra tiepida consapevolezza del famoso “troppo tardi” e il suo ripercorrere sentimenti ed emozioni passati, quindi facendo riferimento a fatti di cui era appunto convinto in un momento passato.
Non ho valutato la caratterizzazione di Loren, in quanto non è un personaggio “attivo” (che gioco di parole terrificante) nella narrazione, ma rivive solamente nel racconto di Simon e, devo dire, è una scelta che ho avuto modo di apprezzare.

Utilizzo del genere Angst: 5/5

Il genere è presente e correttamente utilizzato all’interno della storia.
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Post: 2.943
Giudice*****
08/09/2020 13:32
 
Quota

Sedicesimo classificato

Najara87/Najara
La promessa

Tot: 40.5/50



Stile: 11/15

La storia è scritta in maniera molto semplice, con un italiano corretto, le sviste sono veramente pochissime e non sono presenti eccessive problematiche di tipo sintattico/grammaticale. Il ritmo della narrazione è concitato, con una buona alternanza tra frasi molto brevi e periodi più lunghi, che fanno intuire al lettore i momenti di maggiore tensione della vicenda e quelli invece più rilassati, in una maniera che ho trovato veramente molto efficace.
Una cosa che ho notato, prima di passare alla noiosa parte in cui elenco eventuali refusi, è che in molti punti la narrazione ha un che di meccanico. Mi spiego meglio: molte volte, la narrazione è ridotta a una serie di azioni compiute dalla protagonista, senza che ne vengano mai esplicitati i pensieri, il che ovviamente incide sia nella caratterizzazione in sé sia nell’introspezione. La storia in sé non è spiacevole da leggere, sia chiaro, ma molte volte alcuni passaggi risultano appunto quasi come fossero “forzati”.
Per quanto riguarda i refusi, mi ritengo grossomodo soddisfatta: ne sono presenti alcuni, ma è qualcosa che posso perdonare, per una storia che comunque è abbastanza lunga, insomma alcune distrazioni sono sicuramente ammesse. Le cose che non mi tornano, in questa storia, sono solamente tre.
La prima di esse è chiaramente un errore di distrazione, ovvero in una frase hai dimenticato il punto fermo a fine frase, come testimoniato dalla maiuscola della parola immediatamente successiva «cominciava di nuovo il bosco. Inoltrarsi lì dentro non era raccomandabile»
La seconda cosa è che, molte volte, tendi a risparmiare le virgole, anche quando grammaticalmente sarebbero necessarie: è il caso di quando usi proposizioni incidentali, che di norma andrebbero separate dal testo della principale con le virgole. Ti porto due esempi che mi ero segnata: « Posò il fucile a terra, contenta di poter finalmente rilassare le braccia, e lasciò cadere lo zaino» oppure «Disse la dottoressa, sorridendo, mentre usciva dalla stanza».
La terza cosa che ho da segnalarti è una frase che, sebbene non si possa dire grammaticalmente scorretta, non è particolarmente piacevole da leggere, a causa della presenza di due congiunzioni vicine, che fa un po’ effetto “singhiozzo” (NB: come quando fai la lista della spesa e non ti vengono in mente le cose tutte insieme, e fai tipo “e il latte, e il pane”): «Con il respiro ancora affannato si guardò attorno e per un momento fu presa dal panico e se si fosse persa?».
In sintesi, dato che mi sono dilungata parecchio, posso dire che in certi punti ho apprezzato lo stile di questa storia, ma purtroppo per la maggior parte della storia ho avuto l’impressione che la narrazione fosse forzata e meccanica, ovvero ridotta a un insieme di azioni. Nonostante ciò, ho aumentato di un punto la valutazione che avevo originariamente pensato, in quanto nel finale la storia si riprende degnamente.

Originalità: 10/10

La situazione che hai descritto mi è suonata familiare, d’altronde si tratta di un tema che nel cinema e nella letteratura è stato affrontato e sviscerato più e più volte, ma, lo devo ammettere, questa è la prima storia che leggo su EFP con tematica zombie. Nel complesso, la trama è costruita in maniera semplice e senza grosse spiegazioni (ne parlerò meglio nel gradimento personale), ma è una trama che funziona e, in qualche modo, riesce a sorprendere il lettore. Molto bello il colpo di scena finale che, sinceramente, non mi aspettavo minimamente ed è stato estremamente piacevole ed ha avuto il potere di “sbloccare” una narrazione che ho trovato monotona, almeno inizialmente, riscattando la storia e facendo decisamente salire alle stelle questo parametro. Per questo motivo ti faccio i miei complimenti, solitamente sono una persona che fatica a sorprendermi e tu ci sei sicuramente riuscita.

Gradimento personale: 6.5/10

La storia mi è piaciuta e, al medesimo tempo, non mi è piaciuta: è la classica situazione di mezzo in cui posso e ti elencherò diverse cose che non ho apprezzato (o forse capito, il gradimento personale è un’arma a doppio taglio), ma vi sono anche alcuni lati positivi che non mi permettono di dire in assoluto che la storia non mi è piaciuta. Come dicevo in precedenza, la storia appartiene a un filone narrativo che conosco e apprezzo, quindi da questo punto di vista avevi anche un certo vantaggio. Nonostante ciò, fino a quasi la fine della storia ho fatto molta fatica ad appassionarmi alla vicenda, finché non hai ottenuto la mia piena attenzione con il colpo di scena: devo ammettere che, prima di riuscire a finire la storia, ho interrotto la lettura parecchie volte, per poi ricominciare d’accapo. La cosa che probabilmente più mi è mancata, in questa vicenda, è l’introspezione: sembra quasi di assistere al teatro dei burattini, dove i personaggi si muovono e basta, ma non si sente cosa pensano, fatto che per me costituisce la parte più bella e interessante di ogni storia.
Un altro appunto che mi sento di farti è che, per quanto mi riguarda, sarebbe stato bello sapere qualcosa di più sull’origine di questa epidemia, se è stata provocata, da chi, da cosa, insomma, qualche dettaglio che fornisse un contesto un po’ più solido.
La storia per me è nettamente migliorata da quando Edith incontra David, fatto che ha permesso sia di introdurre una certa introspezione riguardo ai protagonisti, sia di dare una svolta alla narrazione. Ho apprezzato i loro brevi dialoghi, lui mi ha fatto tenerezza per l’ingenuità con cui accoglie Edith in casa propria, che a parer mio sono stati d’effetto. Il finale, poi, l’ho adorato: non ti lascia nemmeno un filo di speranza, è drammatico, intenso, e totalmente inaspettato. È sicuramente la parte che più mi è piaciuta di questa storia e, davvero, posso solamente farti i miei complimenti, perché so quanto può essere difficoltoso scrivere un finale così tanto d’effetto.

Caratterizzazione dei personaggi: 8/10

La caratterizzazione dei personaggi, nel complesso, è buona e mi ha lasciata soddisfatta, sebbene non totalmente. Ma permettimi di procedere con ordine: inizierò con David, che è una figura marginale, per poi passare ad Edith.
David è commovente, per l’ingenuità con cui si approccia ad Edith, la sua breve apparizione mi è piaciuta e quasi commossa, per la sua fine così ingrata. L’ho trovato un personaggio plausibile, nel contesto della storia, e la sua caratterizzazione, per quanto marginale, è molto buona.
Edith è più complessa. Nella prima parte della storia la sua caratterizzazione ha risentito parecchio della narrazione, che si è soffermata molto poco sui suoi sentimenti e/o pensieri: di lei si intuisce l’inquietudine e la paura, ma è qualcosa che ti suggeriscono le sue azioni, più che una vera e propria introspezione. La situazione, ancora una volta, migliora radicalmente nel momento in cui muore David, complici i due flashback che fanno chiarezza sulla protagonista, e che permettono finalmente di immedesimarsi meglio in questa drammatica vicenda. Mi è piaciuto molto questo background che hai costruito attorno a Edith, l’ho trovato coerente con il personaggio e la vicenda e, come ho già detto, mi è piaciuto molto.

Utilizzo del genere Angst: 5/5

La storia è tremendamente Angst, ti assegno punteggio pieno.
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Post: 2.943
Giudice*****
08/09/2020 13:33
 
Quota

Quindicesimo classificato

aware_/hyperktesis
L’ipomea o della colpa

Tot: 41/50



Stile: 13/15

La storia è scritta in uno stile molto evocativo e ricercato che, nel complesso, non mi è dispiaciuto, sebbene in molti punti esso risulti troppo “carico” e sembra perdere un po’ di vista la trama per privilegiare la forma. L’incipit è molto “in medias res”, ovvero presenta una situazione già in corso di svolgimento, e ciò mi ha permesso di sviluppare una certa curiosità per la vicenda narrata. Non mi è piaciuta, nella primissima parte della storia, la tua scelta di inserire una frase al presente nel bel mezzo di una vicenda narrata in un tempo passato («dove ogni gesto si proietta (…) le cose sembrano tutte eteree»), non è propriamente scorretto, ma suona quasi innaturale e rompe l’incanto che creano le prime righe.
Per il resto, non ho riscontrato la presenza di ulteriori refusi o errori grammaticali: si vede che hai impiegato una certa cura, nel rivedere questa storia, ed è una cosa che apprezzo molto.
C’è però un’osservazione che vorrei farti: ho notato è che, molto spesso, tendi a scrivere frasi eccessivamente lunghe e piene di metafore ma che, per me, perdono di significato. Sebbene io per prima privilegi uno stile ricco, sia nel lessico sia nelle figure retoriche, qui a volte vi è proprio un’esagerazione e molte frasi sembrano essere quasi prive di senso, rimanendo solamente un esercizio di stile. Molte volte, infatti, ho perso di vista quel che è la parte più importante di ogni storia – la trama – che finiva sepolta tra giri di parole che, spesso e volentieri, erano belli da leggere ma celavano lo svolgimento della storia.
Con ciò non intendo dire che la vicenda non mi sia piaciuta, ma spesso e volentieri sei caduta nel terribile “effetto supercazzola”, in cui il lettore si chiede cosa voglia dire l’autore e non riesce quindi a seguire agilmente la trama. Il tuo stile è sicuramente bellissimo ma, come chiarirò meglio più in avanti, mi ha creato notevoli perplessità.

Originalità: 10/10

La storia è presentata in maniera molto originale: sebbene io stia cercando di colmare le mie lacune riguardanti le Remus/Lily, non credo di aver mai letto una storia simile. O, meglio, cerco di essere un po’ più precisa: la prima parte della storia è molto generica, quindi non è semplice (complice anche lo stile eccessivamente “pesante”) valutarne l’originalità, anche perché almeno inizialmente non mi è sembrata una vicenda particolarmente innovativa. Ciò che, invece, secondo me rende questa trama veramente originale è la conclusione.
Anche qui, mi spiego meglio: di storie riguardanti l’uso dell’Oblivion ne esistono parecchie ma, che io mi ricordi, non ne ho mai letta una con questi protagonisti o, per essere un po’ più generici, riguardante la Vecchia Generazione.
Aggiungo qui una piccola menzione d’onore per il titolo, che mi è piaciuto veramente moltissimo e, secondo me, è la nota più particolare e originale della storia, veramente molto bello.

Gradimento personale: 6/10

Ecco, siamo arrivati al momento in cui ti spiego le mie perplessità: come avevo accennato, per me la più grande “pecca” di questa storia riguarda il fatto che lo stile che hai utilizzato, così complesso e articolato, spesso e volentieri sovrasta la trama, rendendo poco chiari gli avvenimenti. È una storia breve, quindi generalmente avrei potuto soprassedere su una trama che descrivesse uno scorcio di vita, ma qui secondo me ti sei spinta un po’ troppo oltre: leggendola più volte, mi sono rimasti poco chiari decisamente troppi punti. Non capisco bene come si sia arrivati alla situazione iniziale (ma è la cosa dove sono più portata a soprassedere) e, cosa per me ben più grave non è chiara nemmeno la situazione che volevi narrare. Ora, per carità, capisco che la storia sia introspettiva e tutto ma, ti giuro, spesso e volentieri ho inutilmente faticato per capire cosa stesse succedendo. In questa prospettiva, secondo me l’alternare queste parti così pesanti e introspettive ad un dialogo avrebbe potuto essere vincente ma, in questo caso, ha contribuito a rendere ancora più difficile la lettura.
Mi spiego meglio: capisco che il dialogo sia tra Remus e Lily, e fin qui okay, ma perché non metterlo tra virgolette? Senza contare che, un dialogo così secco e breve, intervallato a parti più lunghe e complesse, a me ha creato solamente ulteriori problemi a seguire il filo della storia, perché dovevo sia tenere a mente cosa si erano detti i personaggi sia cercare di capire cosa stesse succedendo nella parte dialogica, e ciò ha generato in me ancora più confusione.
Nel complesso, non posso comunque dire che la storia non mi sia piaciuta, ma penso davvero di averla capita molto poco, forse se fosse stata scritta in maniera più chiara e lineare l’avrei apprezzata maggiormente.

Caratterizzazione dei personaggi: 9/10

Come si fa a valutare la caratterizzazione di un personaggio che, sebbene sia il protagonista della storia, è come un fantasma? L’impressione che avevo avuto di questa storia è che, per concentrarti sullo stile, tu ti fossi dimenticata di molte cose, tra cui di caratterizzare i personaggi: nella prima parte, sono quasi degli assenti, viene dato molto più spazio all’ambiente che ai pensieri dei protagonisti. Questa situazione, fortunatamente, s’inverte verso metà storia, cosa che ho apprezzato molto, perché mi ha permesso di rivalutare questa storia (inizialmente mi ero fatta un’opinione negativa, ma ammetto che ti sei riscattata).
Per quello che mi è parso di cogliere, il tuo Remus è veramente fedele all’originale: mi piace come tu abbia insistito sulla sua capacità di mentire, che credo sia un po’ uno dei tratti principali di questo personaggio. Anche l’aura di segretezza che avvolge questo scambio di battute mi è sembrato convincente, forse l’unica cosa che veramente manca al tuo Remus sono gli altri Malandrini: immagino che, innamorarsi della stessa ragazza del tuo migliore amico, sia una colpa che causi parecchie tribolazioni, sarebbe stato interessante leggere poche righe riguardo questa tematica.
Paradossalmente, sebbene sia descritta solamente tramite Remus e le sue sensazioni, Lily mi è piaciuta molto. L’ho trovata verosimile: incerta, probabilmente destabilizzata da quella situazione e, sinceramente, lei e Remus mi sono sembrati una coppia quantomeno probabile, visto che sono dei personaggi emotivamente simili.
Nel complesso, ho trovato i tuoi personaggi verosimili e ben caratterizzati, sebbene con qualche piccolo appunto. Ti faccio i miei complimenti.

Utilizzo del genere Angst: 5/5

Il genere predominante della storia è sicuramente l’Angst, motivo per cui ti assegno volentieri il punteggio pieno.
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Post: 2.943
Giudice*****
08/09/2020 13:34
 
Quota

Quattordicesimo classificato

Nao Yoshikawa
La ballerina di cristallo

Tot: 42/50



Stile: 13/15

La storia, nel complesso, è scritta molto bene: alterni frasi brevi a frasi più lunghe, il che costituisce un piacevole contrasto tra un ritmo narrativo molto veloce e uno più lento e ragionato, scelta stilistica che ho apprezzato veramente tanto. Nella primissima parte della storia, solamente due frasi non mi hanno pienamente soddisfatto: nel momento in cui scrivi “O forse si era ritrovato a pensare ciò (…)” la frase avrebbe maggiore impatto se scritta come “O, forse, (…)” in modo tale da spingere il lettore a prendere una pausa prima e dopo il forse, caricandolo del significato che mi sembra debba avere. Questa cosa si ripete anche in una frase immediatamente successiva “Si era convinto che se l’avesse toccata lei si sarebbe frantumata”: se l’avesse toccata è una proposizione incidentale, quindi sia grammaticalmente sia a livello di pause andrebbe messe tra virgole.
La seconda frase che non mi suona particolarmente bene è “Se adorava le storie fantasy come lui, oppure preferiva le storie d’amore?”: il se generalmente introduce un’interrogativa indiretta, infatti avevo letto questa frase come un’ipotesi, sorprendendomi poi del punto interrogativo finale. D’altronde, il protagonista nel pensare questa frase sta effettivamente formulando un’ipotesi, quindi il punto interrogativo andrebbe tolto.
Vi è anche un errore di distrazione, che ovviamente ti segnalo, ma che ho deciso di non conteggiare nella valutazione, in quanto ritengo sia estremamente stupido ragionare per sottrazioni di 0.05 punti, un errore del genere può capitare a tutti: nel momento in cui scrivi “Il restituirglielo (…) più paura di prima”, dopo la frase ti sei dimenticata di inserire il punto fermo.
Un altro errore di distrazione è “Daisy arrivo”, dove ovviamente ci vorrebbe l’accento sulla o, dato che la storia è interamente scritta al passato.
Tornando a parlare dello stile in sé, trovo che alcune volte ti perdi in alcune ripetizioni un po’ troppo fini a sé stesse, che tendono ad appesantire inutilmente la narrazione: ad esempio “non piangeva, non c’erano lacrime sul suo viso” è pleonastico.
Un’ultima osservazione che posso muoverti è che è presente una ripetizione, a mio parere superflua, nella frase “in realtà si sentì spento, in realtà pensò che doveva essere così (…)”.
Esclusi questi pochi appunti, la narrazione non presenta problemi di tipo grammaticale. Il lessico usato è semplice, non eccessivamente pesante, e tratta una tematica così pesante in maniera molto leggera. Se posso permettermi, forse anche troppo leggera, ma questo punto preferirei chiarirtelo nel parametro relativo alla caratterizzazione dei personaggi.

Originalità: 7/10

Probabilmente io e questa storia non ci siamo capite come avremmo dovuto. In un certo senso, è come se dalle prime righe io abbia maturato un’idea irrealistica di quel che potevo aspettarmi dalla narrazione: non so bene perché, ma inizialmente mi avevi ricordato una delle storie originali che ho più amato da quando sono su Efp, nella quale si indaga sui comportamenti “strani” di uno dei personaggi, e si giunge a una conclusione spiazzante. In un certo senso, mi aspettavo una conclusione spiazzante anche qui.
Con questo non intendo dire che la depressione sia una tematica banale, perché penso sinceramente che sia uno di quegli argomenti che, se trattato adeguatamente, dovrebbe decisamente essere al centro di molte riflessioni. Ma comunque.
Superata questa piccola incomprensione tra me e la tua storia, rimango comunque abbastanza incerta sul da farsi: la tua storia presenta alcune tematiche che sono ricorrenti, tra cui capeggia un’espressione che ormai ho iniziato a detestare, ovvero gli occhi grigi paragonati al mare in tempesta. Ma immagino che non ci siano molti termini di paragone (?).
Comunque nel complesso è un nì, capisco perfettamente l’intento del colpo di scena rivelando che Daisy era depressa, ma sinceramente non mi ha colpita come avrebbe dovuto, né hai trattato il tema della depressione in maniera particolarmente inedita, o innovativa. Nel complesso la storia è una buona storia, ma per questo parametro tentenno un po’, perché appunto non l’ho trovata così tanto originale, per quanto ben sviluppata: ho comunque deciso di propendere per un 7, che è il classico esempio del voto “nì”, perché sinceramente essendo una storia di qualità non mi sembrerebbe giusto dare un voto eccessivamente basso.

Gradimento personale: 10/10

La storia nel complesso mi è piaciuta: è molto delicata, narra con estrema grazia qualcosa di così pesante come può esserlo la depressione. Forse, in certi punti, è così tanto delicata che fa solamente intuirle, l’abisso emotivo che la depressione crea, quanto questa possa essere distruttiva per te e chi ti sta intorno.
Il titolo è la vera chicca di questa storia: poetico ed evocativo, ma anche perfettamente azzeccato, devo dire che mi ha invogliata parecchio alla lettura.
La storia è interessante, mette una certa curiosità e più volte, nel corso della lettura, mi sono trovata a chiedermi “cosa succederà dopo?”, che è secondo me il principale discrimine tra una storia che funziona e uno che non funziona. L’unico mio rimpianto è che sia durata così poco, perché ne avrei facilmente letta una più lunga, ma tutte le cose belle prima o poi devono avviarsi a conclusione.
Ho trovato il succedersi degli eventi molto veloce ma, d’altronde, la trama è così semplice e lineare che qualunque altro dettaglio in più sarebbe stato percepito come “fuori posto” e/o superfluo.
Nel complesso una lettura bellissima, che si ritaglia un posto nel mio cuoricino, nell’antro riservato alle storie originali.

Caratterizzazione dei personaggi: 7/10

Questo è stato il parametro che, nonostante il punteggio abbastanza alto, mi ha “deluso” di più: sono del parere che, quando si narrano avvenimenti di questo genere, è importante addentrarsi dentro la psiche dei personaggi, esaminarne le ripiegature, i perché, ma anche le sensazioni. La tua scrittura, piacevole e delicata, ha però contribuito a creare personaggi altrettanto delicati, sottili come fogli di carta.
Ian è quello di cui emerge di più, dato che il 90% della storia è narrato tramite il suo sguardo, ma anche di lui si capisce tutto è niente. Cosa faceva prima di conoscere Daisy? Com’è fisicamente? Ha degli interessi, oltre la lettura?
Ma, la lacuna più grande, secondo me è in Daisy, che è ridotta principalmente a pochi tratti abbozzati: il nastro rosa, gli occhi grigi, la danza e le lacrime (la depressione). Sarebbe stato interessante capire di più di lei, che diventa la vera protagonista solo per alcune righe, capire bene che situazione l’avesse portata a maturare il disturbo, ma anche sentirla sfogarsi, disperarsi, insomma qualunque cosa che facesse davvero capire come deve essersi sentita. Perché la depressione è orribile e angosciante, non si riduce al piangere, è qualcosa che ti mangia dentro: questo elemento è presente nella storia ma, vuoi per una scelta stilistica, rimane tratteggiato con mano lieve.
Personalmente avrei preferito una maggiore introspezione, dei caratteri più a 360°, a tre dimensioni, mentre l’impressione generale è che sia tutto narrato da molto lontano, come se il narratore si fosse dimenticato dei dettagli o stesse guardando con un binocolo.


Utilizzo del genere Angst: 5/5

L’Angst è presente, sebbene pensando al genere di questa storia mi verrebbe da definirla “Malinconica”, ma comunque la tematica si presta e si evince quel sentimento di angoscia e sofferenza tipico del genere.

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Post: 2.943
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08/09/2020 13:35
 
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Tredicesimo classificato

Fiore di Cenere/ Flos Ignis
Come Back to Each Other – Marry Me

Tot: 42.5/50


Stile: 12/15

La storia si presenta scritta in maniera semplice, seppur con qualche studiato artificio retorico, e si legge in maniera semplice e scorrevole. Non sono presenti problemi di tipo sintattico e/o grammaticale, il lessico usato è abbastanza vario.
Tuttavia, ci sono alcune cose che vorrei segnalarti: come primissima cosa, vorrei parlare di una frase di cui ho faticato a comprendere il significato. «Come era accaduto la prima volta che avevano fatto l'amore, quando ancora temeva che il solo vederlo con il marchio da stregone esposto l'avrebbe fatto fuggire, ma comunque troppo coinvolto nel loro momento speciale per mantenerlo nascosto», la frase è monca, è un insieme di subordinate che però non sono rette da una principale. Capisco la tua intenzione di sottintendere il verbo essere, in quel “ma comunque (…)”, ma sottintendendolo metti il lettore davanti a un periodo molto lungo, senza un verbo cui appigliarsi; è un artificio retorico che, in questa frase, ho trovato superfluo e che appesantisce inutilmente la lettura.
In generale, ho notato che tendi a omettere molto spesso gli ausiliari ma, devo dire, ad esclusione dell’esempio sopracitato questa cosa non mi è particolarmente dispiaciuta, anche se ti consiglio di fare attenzione, perché rischi di rendere difficoltosa la lettura, nel caso di periodi molto lunghi.
Un’altra cosa che ho notato è che, nella prima parte della storia, hai ripetuto molte volte (nello specifico, ne ho contate quattro) la parola “stregone”, il che non è un problema, d’altronde sarebbe scorretto denominare Magnus in altre maniere, ma è risultato essere fastidioso quando mi sono resa conto che in due periodi molto vicini, hai usato di seguito la stessa espressione (“Il suo stregone”), che risulta essere quindi una ripetizione un po’ forzata.
Infine, e con questo giuro che concludo, hai la tendenza a scrivere frasi parecchio lunghe: generalmente non è una cosa che mi infastidisce particolarmente ma, lo ammetto, in certi passaggi (e ti rimando ancora una volta all’esempio di qualche riga fa) si perde un po’ di vista il senso generale della frase.
Nonostante questi piccoli appunti, la storia è comunque scritta in maniera piacevole e non mi è pesato doverla rileggere più volte. Il tuo stile, inoltre, presenta ampi margini di miglioramento, ma è comunque uno stile che, di per sé, risulta essere già ampiamente godibile.

Originalità: 8.5/10

Se posso permettermi di fare uno spoiler, questo forse è l’unico parametro della valutazione che mi ha lasciata un po’ più interdetta: da un lato, apprezzo sempre il coraggio di chi s’impegna a scrivere Missing Moment, perché con questa tipologia di storie è sempre facile cadere nella banalità, dall’altro lato la vicinanza con l’opera di riferimento mi fa sempre domandare cosa ci sia, di più, rispetto ad essa. La tua storia, in un senso che ti prego di non interpretare in maniera negativa, non apporta così tante novità rispetto a quanto vediamo nella serie tv. Però, d’altro canto, non posso dire che sia stata una lettura così tanto scontata o sgradevole, semmai il contrario.
Probabilmente l’incertezza di questa valutazione è dovuta anche al fatto che, nel fandom di Shadowhunters, tendo principalmente a leggere le AU e quindi quasi ogni fic relativa agli avvenimenti canonici è per me una mezza novità. Comunque, per quello che la mia conoscenza consente, ho trovato la tua storia una piacevole novità, nel panorama un po’ monotono delle mie letture. Ammetto che, immergermi per una volta negli avvenimenti del Canon, non mi è dispiaciuto affatto.
Globalmente, quindi, ho trovato la tua storia una piacevole novità, sebbene riconosca che la tematica sia arcinota nel Fandom; nel complesso, quindi, ritengo tu abbia fatto davvero un buon lavoro.

Gradimento personale: 10/10

La tua storia mi è piaciuta molto: generalmente non sono tipa da fluff, tutt’altro, ma ammetto che, uscire dalla mia confort-zone, per una volta si è rivelato piacevole. Di questa fanfiction ho apprezzato sicuramente lo stretto legame con il telefilm, che non viene snaturato, ma esaltato nella sua miglior forma. Anche i personaggi, e qui mi perdo nell’ennesimo spoiler sulle mie stesse valutazioni, agiscono e pensano in una maniera che reputo essere estremamente plausibile, insomma, non li hai snaturati e ho gradito molto questa cosa.
Un’altra cosa che mi è risultata parecchio gradita è l’alternanza che hai impostato tra una narrazione di avvenimenti passati (o ricordi, che dir si voglia) e lo svilupparsi della storia, che invece avviene in un ipotetico presente; ciò ha contribuito a rendere dinamica la lettura, che avviene quindi su due livelli e non si condensa solamente attorno agli avvenimenti presenti. Bello anche l’accenno alla presenza di Isabelle, Jace e Clary, i quali dopotutto sono e rimangono figure fondamentali nel character development di Alec.
Insomma, la tua storia mi è piaciuta parecchio, hai coniugato perfettamente l’introspezione dei personaggi con una narrazione delicata e scorrevole. Forse, l’unico neo che posso trovarci (ma non ti toglierò punti in questo parametro, ma nel successivo) è che non è considerabile come una storia Angst: sicuramente romantica e fluff, ma di Angst ne ho visto molto poco, il genere è più uno sfondo che il vero protagonista.

Caratterizzazione dei personaggi: 10/10

Un altro dramma dei Missing Moment risiede, a mio parere, nella loro profonda relazione con il Canon: snaturare un personaggio in un MM è molto facile, in quanto il riferimento all’opera originaria è dietro l’angolo. La tua storia, in questo senso, mi ha sorpresa: molte volte, specialmente nel fandom anglofono, mi è capitato di leggere caratterizzazioni di Alec veramente improbabili quindi, in un certo senso, mi ero mentalmente preparata a una situazione analoga – cosa che, invece, con mia somma gioia, non si è verificata. Ma andiamo con ordine.
Il tuo Alec è meraviglioso: ha preservato la dolcezza del personaggio originale, che sicuramente è uno degli elementi fondanti del suo rapporto con Magnus, ma anche un elemento che spesso finisce in secondo piano, che è la sua straordinaria determinazione e il suo coraggio. Sono molto contenta di aver letto una caratterizzazione di Alec Lightwood che fosse a 360°, che non si focalizzasse solamente sul suo lato fluff. Il personaggio è credibile, sia nelle sue azioni sia nei suoi ragionamenti.
Anche Magnus è caratterizzato molto bene e in maniera plausibile, ne hai preservato lo spirito d’iniziativa e anche quella sua vena romantica che, a me, piace veramente moltissimo.
Non posso fare altro che complimentarmi, hai fatto davvero un ottimo lavoro, facendomi riavvicinare a un Fandom che avevo messo in pausa da un po’.

Utilizzo del genere Angst: 2/5

Come anticipavo in precedenza, il focus di questo contest erano le storie Angst e qui, di angoscia, ne ho trovata relativamente poca. Sicuramente il genere è, a suo modo, presente, ma viene oscurato dai generi “Romantico” e “Fluff”.

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Giudice*****
08/09/2020 13:36
 
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Dodicesimo classificato (parimerito)

Leaina/Gella
Notorietà

Tot: 44/50


Stile: 13/15

Premessa: ti ringrazio per avermi permesso di giudicare questa storia, perché mi hai involontariamente costretta a fare un ripassino di HG/SS, che avevo dimenticato da un po’, presa com’ero dalla mia passione per terza e quinta generazione.
Detto questo, la storia è molto curata, non ho riscontrato la presenza di refusi o errori grammaticali, il che è un bene, per una storia così breve, dove un errore sarebbe risaltato più che in una storia lunga. Si vede che, nella scrittura, hai messo una certa cura, perché la storia, oltre a essere ben impaginata e scritta con un font leggibile, è anche molto delicata e piacevole da leggere.
La storia è narrata con uno stile abbastanza semplice, seppur con una certa varietà lessicale che lo rende dinamico e interessante, alternando parti dialogiche e altre puramente narrative, in una combinazione che ho apprezzato veramente tanto.
Solamente due cose non mi sono particolarmente piaciute, all’interno di questa storia. In primo luogo, mi ha infastidita la frase iniziale, che poi viene ripetuta a metà storia, “Già sanno di noi”. A parte che, leggendola ad alta voce, per quanto mi riguarda suona proprio male, con questa frase ho proprio un problema di significato. In che senso già sanno di noi? Era preventivato che qualcuno lo scoprisse, prima o poi? Sono stati poco accorti, qualcuno avrebbe potuto intuire? Non ho capito bene come dover interpretare questa frase ed è un problema grosso, dato che su quest’affermazione hai basato il 90% della trama.
In secondo luogo, non mi ha pienamente convinta il modo in cui descrivi come Angelo ed Eugenius si relazionano con Valérie: in alcuni passi sembra quasi che la trattino come un essere non senziente o, per essere più moderati, con una bambina. La parte in cui Eugenius rimprovera Angelo di star spaventando Valérie, personalmente, mi ha quasi infastidita, è un espediente narrativo che mi ha convinta molto poco.
Per il resto, la storia comunque scorre in maniera fluida, mi sono a malapena resa conto di averla finita, quando sono arrivata alle battute finali, quindi nel complesso è comunque un ottimo lavoro.

Originalità: 10/10

La tua storia è assolutamente originale, non ci sono altri commenti da fare: non solamente per la coppia in sé e per la caratterizzazione di Valérie, che ho personalmente trovato assolutamente geniale, ma anche per la tematica che hai scelto di trattare. Non so se sono io che ho lacune in merito, ma è la prima volta che mi imbatto in una storia sul poliamore e, devo dire, è stata una sorpresa molto piacevole.
Una cosa che mi è molto piaciuta è come hai descritto l’incontro tra Eugenius, Angelo e Valerie, la scelta di rendere la Capopalestra una ex Kimono-Girl mi è piaciuta veramente tantissimo e, mentre la leggevo, mi è venuto spontaneo pensare “oh, cavolo, perché non ci ho pensato io!” perché è davvero un’idea assolutamente geniale.
Mi dispiace quasi scrivere così poco, in questo parametro, ma mi hai proprio lasciata senza parole, cercherò di rifarmi negli altri parametri.

Gradimento personale: 7/10

Globalmente parlando, la storia non mi è dispiaciuta ma, purtroppo, non è tra quelle storie che, una volta terminata, è riuscita a farmi pensare “oh, adesso la rileggo”. È una storia carina, ma ha diversi punti che non mi sono piaciuti particolarmente, come accennavo anche in precedenza.
In primo luogo, è una storia breve, ma non di quella brevità soddisfacente, dove è tutto racchiuso in poche righe e sembra non mancare niente. È una storia che mi fa pensare a qualcosa di incompleto, come se avesse dovuto esserci qualche riga in più che, però, è stata cancellata. Mi fa venire voglia di saperne di più, ed è positivo, ma questo più non è mai spiegato, lascia quindi una sgradevole sensazione di irrisolto. Per fare un esempio, mi sarebbe piaciuto leggere di più su come si sono trovati, i protagonisti, in questa relazione a tre, se ne hanno discusso, o se è stato spontaneo, se uno non era d’accordo e lo hanno convinto ecc.
Poi, sempre in relazione a quanto detto prima, la storia ruota attorno alla frase pronunciata da Valérie, “Già sanno di noi”. Non ripeto nuovamente il fatto che questa frase non mi sia piaciuta particolarmente, perché il punto è un altro: la storia si chiama notorietà, la frase preannuncia che qualcuno sia venuto a sapere di questa relazione, ma… chi lo sa? Che conseguenze avrà? Perché è importante che qualcuno lo sia venuto a sapere?
Premettendo che sostengo fermamente che sia giusto e normale che il lettore rimanga con alcune curiosità alla fine della storia, non mi è piaciuto rimanere così tanto in sorpreso, perché non si tratta di una sola domanda, ma ne ho veramente a decine.
Una nota estremamente positiva di questa storia è, passando invece alle cose belle, il finale: io sono una grandissima estimatrice del finale aperto e la chiusura con l’immagine del Venomoth come una falena mi è proprio piaciuta. Mi piace molto quando, in una storia su questo fandom, si riescono a integrare i Pokémon nelle scene come, normalmente, faremmo noi con gli animali.
Nel complesso, quindi, ho gradito la storia, anche perché la trovo scritta bene ed è scorrevole, quindi non me la sono sentita di penalizzarti in maniera eccessiva.

Caratterizzazione dei personaggi: 9/10

Qui è dove ho fatto più fatica a sviluppare un pensiero coerente: in primo luogo, essendo una storia che si basa sul videogioco e non sull’anime/manga, ho deciso di valutare i personaggi senza seguire il Canon, ma valutandone appunto la caratterizzazione.
Per mantenere la suspence riguardo la comparsa di Valérie, ti sei focalizzata prevalentemente su Angelo ed Eugenius, che risultano essere quindi i personaggi di cui si sanno più cose. Su di loro ho poco da dire: sono caratterizzati con pochi semplici tratti, ma in maniera abbastanza efficace. L’unico appunto che potrei farti è che, come dicevo in precedenza, sembra sempre di sapere troppo poco, sia dei personaggi sia della vicenda. Come vivono questa relazione così particolare? Serenamente, qualcuno ha avuto qualche ripensamento, sono felici?
Ma, nonostante questo, devo dire che come personaggi funzionano e non ho fatto particolare fatica nel seguire i loro pensieri e le loro azioni, in un insieme che si è rivelato gradevole.
Quella che mi è piaciuta di meno è, appunto, Valérie. Sebbene tu l’abbia dotata di un retroscena che è assolutamente e indiscutibilmente geniale, ci sono due punti della storia che hanno inevitabilmente condizionato il mio giudizio su di lei. Il primo è, come anticipato in precedenza, la frase – l’unica – che pronuncia nella storia, che per quanto io mi sforzi di comprenderla in virtù del suo significato e in relazione al titolo, proprio non riesco ad apprezzarla, mi suona forzata, quasi innaturale.
Il secondo punto, che avevo accennato, è che proprio non mi è piaciuto come si relaziona con gli altri personaggi. Sembra quasi sottomessa, come se non avesse un carattere proprio: “Stai spaventando Valérie”, scrivi, come se si stesse parlando di una bambina. Inizialmente mi ero spiegata questa frase come una sorta di espediente per descrivere la Capopalestra come una persona fragile, ma è un espediente che cozza con la descrizione fatta successivamente, ovvero di una ragazza composta, dai pensieri insondabili, elegante, forse perfino fredda. Una persona così non so se sarebbe semplice – d’altronde, da quel che ho capito Angelo s’era agitato notevolmente, ma insomma non penso sia sufficiente a spaventare qualcuno – da spaventare. Io sinceramente non so bene come interpretarla, questa tua descrizione di Valérie: in un certo senso, immagino che tu abbia voluto mostrarne un profondo cambiamento interiore, da persona composta e posata a una sua versione più umana e, per questo, più fragile. Ma sono tutte mie supposizioni, quindi spero in un tuo chiarimento in merito, perché davvero mi piacerebbe avere una risposta a riguardo.
Il voto è, comunque, positivo: nessuna delle osservazioni che ho fatto nasconde difetti imperdonabili e, come ho già detto, la storia non mi è dispiaciuta.

Utilizzo del genere Angst: 5/5

Il genere è presente e correttamente utilizzato nella storia.
[Modificato da BessieB 08/09/2020 13:37]
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Post: 2.943
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08/09/2020 13:36
 
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Dodicesimo classificato (parimerito)

Carmaux/Carmaux_95

Vetro temperato

Tot: 44/50


Stile: 15/15

Per prima cosa ti ringrazio per le note a fine storia, che mi hanno permesso di contestualizzare la vicenda: per quanto io conosca i Queen, non li conosco abbastanza da avventurarmi nel Fandom senza le dovute spiegazioni. Detto questo, la storia è molto curata e non presenta evidenti problemi di tipo grammaticale/sintattico, in tutta la fic sono riuscita a trovare solamente una frase di cui non sono certissima, che è la seguente: «Sei il mio migliore amico! Non ti starà venendo la sbronza triste.» dove al posto del punto fermo, per quanto sia una domanda chiaramente retorica, avrei messo un classico punto interrogativo.
Lo stile con cui hai scritto la storia è semplice e piacevole, non annoia al lettore e si arriva facilmente alla conclusione mantenendo alta l’attenzione. Il lessico usato dai protagonisti è adeguato alle loro età (peraltro, la battuta sulla sambuca mi ha letteralmente uccisa, ma sono una fan delle battute squallide) e non è mai fuori luogo o eccessivo.
A livello stilistico non ho grossi commenti da fare: la storia, sebbene la tematica trattata non sia “facile”, è comunque piacevole e si legge bene. Vi è inoltre un buon equilibrio tra le parti dialogiche e quelle descrittive, che contribuisce a mantenere dinamico il testo.
Nel complesso, trovo che tu abbia fatto un ottimo lavoro, non ho fatto alcuna fatica a leggere la storia, che ha saputo coinvolgermi e tenere la mia attenzione alta fino alle ultime righe.

Originalità: 9/10

La tematica che hai scelto di indagare non è semplice né scontata, sebbene sia stata più volte sviscerata in diverse storie che mi è capitato di leggere: la violenza domestica è uno di quei temi che devono essere trattati e sviscerati, conferendo un sotteso scopo pedagogico a tutte le opere che ne parlano. Mi soffermerò in seguito su come hai trattato la tematica, qui preferirei attenermi solamente all’originalità della trama.
Un grosso punto a tuo favore è, secondo me, come sei riuscita a inserire questo tema, così difficile, con naturalezza nel racconto, senza farlo sembrare una forzatura. I protagonisti interagiscono con naturalezza, portando lentamente il lettore a prendere coscienza del comportamento di Roger che, a inizio storia, è ovviamente forzatamente innaturale.
Quel dire e non dire, riguardo ai lividi di Roger, a inizio storia, è secondo me un’arma a doppio taglio: da un lato, fornisci fin da subito un grandissimo indizio (utile per cogliere quello che è il focus della storia) che consente al lettore di formulare ipotesi e fantasticare sul proseguimento della storia, ma dall’altro rischi anche di giocarti l’effetto sorpresa. Io non sono una persona particolarmente intuitiva, ma ammetto di aver fiutato fin da subito dove la narrazione sarebbe andata a parare, per cui la rivelazione che coglie Freddie mi ha probabilmente investita con meno forza di quanto non avrebbe dovuto.
Per il resto, non ho riscontrato grossi “punti deboli” nella trama della tua storia che, nel complesso, ripeto essere stata una lettura tutto sommato piacevole.

Gradimento personale: 6/10

Non sono certa del mio parere riguardo questa storia: è uno di quei spiacevoli casi in cui, facendo la lista di ciò che mi è piaciuto e ciò che mi è piaciuto di meno, mi ritrovo a non avere abbastanza elementi per dire “mi è piaciuta”, ma nemmeno per dire “non mi è piaciuta”. Nel complesso, come ho già anticipato, la storia è scritta in maniera gradevole e scorre molto bene ma, purtroppo, non mi ha coinvolta come avrebbe dovuto.
Secondo me, il problema principale che ho avuto con questa storia risiede nel doverla valutare come un’originale: non sono riuscita a immedesimarmi nei personaggi perché il testo da per scontato che il lettore li conosca, come testimonia il fatto che, per esempio, essi non vengono quasi mai descritti fisicamente (tranne Roger che, se non vado errato, viene descritto come “il biondo” e scrivi che era di corporatura minuta), e quindi ho un po’ faticato a entrare nella vicenda, non riuscendo appunto ad associare un aspetto fisico ai personaggi (tranne Freddie, ovviamente, ma per quel poco di conoscenza personale che ho).
D’altro canto, metto un attimo le mani avanti, ciò non implica che la caratterizzazione dei personaggi non mi sia piaciuta: ti anticipo che è stata probabilmente la cosa che più mi ha convinta di tutta la storia, spero di non prestarmi a fraintendimenti.
Un’ultima cosa che non mi ha convinta è che, sebbene vi siano diverse parti descrittive, ho un po’ fatto fatica a toccare le sensazioni dei protagonisti: penso che sia dovuto al fatto che molti dialoghi avvengano in rapida successione, senza essere intervallati da parti più descrittive, e così al lettore non viene dato il tempo di elaborare i sentimenti di Roger e Freddie. Ovviamente ciò costituisce la mia personalissima opinione, sperando di non aver peccato nell’essere diretta: d’altronde, la storia non è affatto brutta e, se posso permettermi, devi assolutamente continuare a scrivere.

Caratterizzazione dei personaggi: 10/10

Penso che il grande punto forte di questa storia sia, come anticipavo in precedenza, la caratterizzazione dei personaggi. Il lavoro che hai fatto, in questo parametro, l’ho trovato molto accurato: i personaggi sono ben differenziati tra di loro (cosa non scontata) e agiscono con criterio e in maniera coerente tra di loro.
Ma iniziamo con ordine. Freddie è il personaggio che ho apprezzato di più, con quel suo fare un po’ da “papà”, hai fatto un ottimo lavoro nel sottolinearne la profonda umanità e l’affetto che provava per Roger, quel momento di incertezza che deve aver provato nell’apprendere che il ragazzo era vittima di violenza domestica. In particolare, mi è piaciuto il momento dell’abbraccio, che è molto verosimile e ben costruito.
Anche Roger è caratterizzato in maniera eccellente, ho apprezzato molto quella sua vena aggressiva, autodifensiva, che presagiva il vero focus della storia. Mi è piaciuto il suo sciogliersi pian piano, dopo che Freddie ha scoperchiato il famoso vaso di Pandora. E poi, secondo me sei stata brava a rappresentare i ragazzi (includo anche John) ubriachi senza rendere la descrizione irreale o, per usare un termine moderno, cringe.
Anche Brian e John, sebbene siano presenze marginali, sono resi molto bene all’interno della storia, il primo specialmente mi ha colpita nella sua descrizione da fratello maggiore, complementare a quella di Freddie, che si preoccupa dei due minorenni.
Insomma, mi complimento con te per l’ottimo lavoro.

Utilizzo del genere Angst: 4/5

Il genere si sente e non si sente: nonostante la tematica complessa e delicata, ammetto di non essere stata investita appieno da quell’aria “asfissiante” propria del genere. Ammetto di non essere stata pienamente convinta dalla storia, da questo punto di vista.
[Modificato da BessieB 08/09/2020 13:37]
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Post: 2.943
Giudice*****
08/09/2020 13:38
 
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Undicesimo classificato (parimerito)

Sabriel_Little Storm
La triste storia dei ragazzi di provincia

Tot: 44.5/50


Stile: 15/15

La storia nel complesso è scritta in uno stile molto chiaro e facilmente leggibile, che ho apprezzato nella sua semplicità. Nel testo non sono presenti gravi errori sintattici e/o grammaticali, ma c’è comunque una minuzia che vorrei segnalarti.
«La ragazza ricordava bene il giorno in cui lo vide per la prima volta, in quella stessa pista di pattinaggio: aveva appena terminato il proprio allenamento quotidiano»: qui, per quanto “vide” non sia una scelta grammaticalmente scorretta, forse sarebbe suonato meglio dire “in cui l’aveva visto”, che s’accorda meglio anche con il tempo verbale successivo.
Per il resto, ho notato una notevole cura nel testo, sia per quanto riguarda l’impaginazione (che è molto gradevole), sia a livello sintattico: nella sua semplicità, il tuo stile è molto accattivante, non si perde in superflui artifici retorici e, per questo, l’ho trovato molto gradevole. La storia ha un buon equilibrio tra parti descrittive, che danno spazio ai sentimenti della protagonista, e parti dialogiche. Ammetto di aver apprezzato particolarmente questo delicatissimo equilibrio, in quanto penso (forse in maniera troppo netta) che una buona storia debba essere equilibrata, senza perdersi in una serie infinita di dialoghi o di riflessioni, equilibrio che, come dicevo, qui ho trovato.
In sintesi, posso dirti che hai sicuramente fatto un ottimo lavoro, la lettura è stata scorrevole e piacevole, fare una rilettura per poter scrivere la valutazione non mi è pesato e sono comunque rimasta con un bel ricordo di questa storia, che è una cosa che reputo molto importante.

Originalità: 7.5/10

Questa storia un po’ è originale e un po’ non lo è. Mi spiego meglio: in alcune parti, che adesso provvederò ad elencarti, ho un po’ storto il naso di fronte a certe scelte narrative che hai compiuto, che mi hanno lasciato addosso quella sensazione di “già visto”. La parte che più mi ha dato questa sensazione è, senza ombra di dubbio, l’incipit della storia: «Si può dire che ci siano eventi, nella vita, che accadono per caso, un po' per gioco... o forse no», che mi ha fatto maturare una prima opinione non molto positiva riguardo la storia, facendomi piombare nel pensiero del “oh, ma ho già sentito una frase del genere?”.
Non so, sinceramente non è stato il classico incipit “acchiappalettore”, è un incipit un po’ cliché che, però, nasconde una storia che si riscatta con il procedere della lettura. Un’altra espressione che non mi ha fatto impazzire è quel «tolte un po’ per caso, un po’ per gioco» che riprende l’incipit e, al pari di esso, non mi ha fatto impazzire o pensare “wow, cosa sarà successo?”.
Anche la trama di per sé, contiene molti elementi che, nella letteratura, sono ricorrenti: la storia di un amore finito, ovviamente, è qualcosa che conosciamo tutti quanti. Questo tema viene però, almeno in parte, riscattato dalla tua scelta di ambientare la storia in Olanda (che è un’ambientazione di cui raramente si legge) e di usare il sottotema del pattinaggio artistico. Probabilmente sono influenzata da Spinning out e Yuri! on ice, che ho visto recentemente, ma il pattinaggio artistico ha decisamente un suo fascino, ed è la prima storia originale che leggo a parlarne. Quindi, tutto sommato, ammetto che la tua storia sia partita in una maniera che non mi ha fatta impazzire, a livello di originalità, ma si sia riscattata piano piano, con l’avanzare della lettura.

Gradimento personale: 9/10

Come anticipavo in precedenza, ho trovato questa storia molto gradevole e poterla leggere è stato un piacere. Mi ha davvero conquistata l’idea di leggere qualcosa legato al pattinaggio artistico che, insieme alla ginnastica artistica è il mio guilty pleasure, e devo dire che hai inserito questa tematica con molta naturalezza nel testo, senza farla sembrare una forzatura. Forse, se proprio devo trovare il pelo nell’uovo, l’unica cosa che mi è un po’ “mancata”, leggendo la storia, è stato il non sapere che tipo di incidesse avesse colpito Sindy: mi pare di capire che, dopo quel momento, lei abbia smesso di pattinaggio. Ma per sua volontà o per una condizione fisica? Cosa è successo di preciso? Insomma, mi hai lasciata un po’ in sospeso ma, d’altro canto, il volere leggere di più di una storia è sicuramente un elemento molto positivo. Mi rendo conto che questa storia faccia parte di una (lunghissima) serie, ma purtroppo sono chiamata a giudicare cosa leggo qui e non nelle altre storie, ma immagino che ulteriori dettagli siano presenti in altre storie della serie? Così fosse, indicami quali, le leggo volentieri.
Mi è molto piaciuta anche come hai ripercorso la storia d’amore, se di amore s’è mai trattato, tra Sindy e Martin, che crea un piacevolissimo contrasto tra il presente in cui Sindy sta lasciando Martin, e il passato in cui entrambi erano persone diverse. Nel momento in cui deve lasciarlo, poi, a mio parere sei stata bravissima nel trasmettere quel tentennamento, quell’incertezza, che spesso e volentieri si prova, nel tentativo di non ferire una persona cui si vuole bene.
Aggiungo solamente un’ultimissima riflessione sul titolo, che ammetto essere risultato, almeno per me, incredibilmente interessante: sebbene la storia di per sé non sia “triste”, è solamente un ennesimo fidanzamento che, nella storia del mondo, s’infrange, mi ha conquistata quel “dei ragazzi di provincia”. L’ho trovato musicale e, a storia conclusa, devo dire che calza perfettamente alla vicenda narrata.

Caratterizzazione dei personaggi: 8/10

Secondo me, questa storia avrebbe potuto avere un punteggio ben più alto, se solamente avessi letto le altre storie della serie: purtroppo, prendendo questa storia come una storia singola, sembra quasi che manchino importanti elementi per la caratterizzazione dei personaggi. Un esempio che posso farti in merito è il fatto che Sindy dice di non essere fatta per amare, ma cosa l’ha portata a maturare questa convinzione? Ci sarà sicuramente stato un pregresso ma, in questa storia, non è nemmeno menzionato, quindi purtroppo mi è rimasto in testa un bel punto interrogativo in merito.
Anche la reazione di Martin, dopo essere stato lasciato, è un po’ strana: capisco l’essere deluso e amareggiato, ma la sua relazione così estrema, nasconde delle motivazioni che, nella storia, non sono esplicite. Afferma di avere sopportato molte cose per Sindy, ma cosa?
Insomma, per quanto questa storia sia inserita all’interno di una serie, mi rendo conto che manchino delle informazioni fondamentali per poterla leggere come storia indipendente. Nonostante questo, il voto complessivo è mediamente alto, perché ho molto apprezzato la tua caratterizzazione di Sindy, sia nel rapporto con il pattinaggio, sia in quello con Martin, mi è risultata incredibilmente umana e ben delineata.
Anche Martin ha un bellissimo potenziale, viste le premesse non è improbabile che io (lentamente) legga le altre storie della serie.

Utilizzo del genere Angst: 5/5

La storia è chiaramente e inequivocabilmente Angst, motivo per cui ti assegno con piacere il punteggio pieno.
OFFLINE
Post: 2.943
Giudice*****
08/09/2020 13:38
 
Quota

Undicesimo classificato (parimerito)

DakotaDeveraux/ D a k o t a
Al di là del cielo


Tot: 44.5/50



Stile: 10.5/15

Lo stile in cui è scritta questa storia è molto interessante: leggendola, mi è subito venuto in mente Joyce e il flusso di coscienza, fatto che, personalmente, trovo un po’ un’arma a doppio taglio. Da un lato, è una tecnica narrativa molto intima, che ti permette di indagare al massimo l’introspezione dei personaggi, permettendo in un certo senso al lettore di entrare “nella testa” di questi ultimi. Ma, dall’altra parte, il rischio di questo stile è quello di snaturare le frasi, facendole perdere di significato. Questa lettura ha causato in me entrambe le sensazioni: sono stata sia vicinissima a Richard sia ho faticato a seguirne i pensieri, a causa di molte frasi “inconcludenti”. Secondo me, quello che un po’ è mancato in questa lettura è l’equilibrio: la scelta di usare il flusso di coscienza è sicuramente vincente, ma sarebbe stato meglio mediarla, mettendo una “briglia” ai pensieri fuori controllo di Rich perché, come scrivevo prima, spesso ho avuto la sensazione che le frasi non avessero un senso proprio, forse complice anche la lunghezza veramente eccessiva di alcune di esse (come esempio ti porto il primo paragrafo, che è costituito dalla frase introduttiva e poi un singolo lunghissimo periodo).
Per quanto riguarda i refusi, posso dirne di averne trovati pochissimi e solamente dopo un’attenta rilettura. In ogni modo, sperando di esserti utile, te li elenco.
In primo luogo, per due volte, dopo delle frasi tra parentesi, non hai concluso il periodo con un punto fermo, che invece avrebbe dovuto esserci. L’altro refuso che ho riscontrato è un errore di concordanza: «lei ha i capelli rossi, gli occhi castani e non assomiglia Grace e non gli chiede il suo cuore e un amore che Rich comunque non potrebbe mai dargli». Poiché la frase è riferita alla compagna di Richard, avrebbe dovuto essere “non potrebbe mai darle”.
Non sono presenti ulteriori refusi: la storia è molto curata e si vede. Ho poi apprezzato molto la ripetizione di quel «ma Bristol è ancora casa sua», che mi ha trasmesso un piacevole mix di inquietudine e malinconia, catturando definitivamente la mia attenzione.
Un ultimo appunto che mi sento di farti è che ho trovato un po’ eccessivo l’uso dei trattini: il più delle volte servono a spezzare il discorso e a riprenderlo nel rigo successivo, ma trovo che tu ne abbia fatto un uso un po’ eccessivo, rendendo la lettura eccessivamente frammentaria.

Originalità: 10/10

Faccio una doverosa premessa: è almeno un annetto che non vado a curiosare nel Fandom di Skins e, anche prima di questa lunga pausa, ho letto veramente poche storie sulla terza generazione che, chissà perché, è quella che mi ha sempre incuriosita di meno. Però, ripescando tra le storie che ricordo di aver letto su questa coppia, non ne ricordo nessuna che abbiano trattato del rapporto tra Richard e Grace dopo la (terribile) morte di quest’ultima.
Non me la sono sentita di non darti il punteggio pieno, riguardo questo parametro: sebbene sia abbastanza certa di aver letto altri racconti (di altri Fandom) che trattassero la tematica di una relazione troncata dalla dipartita di un personaggio, comunque è la prima volta che leggo qualcosa del genere riferito all’universo di Skins.
Ha contribuito ad alzare la valutazione dell’originalità anche lo stile con cui hai narrato la vicenda che, sebbene non posso dire che mi sia piaciuto al 100% (per essere puntigliosi, direi che mi è piaciuto circa al 65%), ha sicuramente reso il tutto molto peculiare. Questa è sicuramente una di quelle storie che, leggendole, si fanno ricordare, con pregi e difetti annessi.

Gradimento personale: 9/10

Questa storia è stata una piacevole conclusione di questo contest: la fatica di riguardare quinta e sesta stagione di Skins è stata, a mio parere, pienamente ricompensata. È stata una lettura che mi ha catturata fin dalle prime righe e mi ha tenuta stretta fino alla tristissima, ma inevitabile, conclusione, coinvolgendomi pienamente e permettendomi di entrare dentro i personaggi, seguendone ogni ragionamento e ogni pensiero.
Questa storia ha, a mio parere, solamente un difetto: lo stile in cui è scritta. Come avevo spiegato nel parametro dedicato, l’uso del flusso di coscienza è stato un’arma a doppio taglio. Mi ha ferita, lasciandomi sconvolta e sanguinante, quando ho dovuto riflettere sull’originalità, perché non avevo mai letto qualcosa di simile in una fanfiction.
Ma, nel momento in cui ho dovuto tirare le somme, cercando di capire quanto la tua storia mi fosse piaciuta, è stata un’arma che ti ha leggermente graffiata. Perdonami la metafora, cerco di spiegarmi meglio. A livello di trama, non c’è che dire, è una fanfiction estremamente piacevole da leggere ma, spesso e volentieri, ho dovuto rileggere più volte alcune frasi perché non capivo dove volessero andare a parare, il tutto risultava un po’ “dispersivo”.
Nel complesso, comunque la storia mi è piaciuta molto e, l’osservazione che ti ho mosso sopra, rimane solamente un neo in una lettura che certamente ricorderò con piacere.

Caratterizzazione dei personaggi: 10/10

A costo di risultare ripetitiva: lo stile della storia, in questo parametro, è sicuramente stato determinante. Ma, questa volta, in maniera assolutamente e inequivocabilmente positiva. È stato estremamente facile vedere con gli occhi di Rich, pensare con la sua testa, vivere i suoi ricordi: ogni frase, ogni parola che usi, permette al lettore di immedesimarsi nel protagonista, rendendo la lettura molto personale, creando una sorta di “unione” tra il lettore e Richard.
Per questo motivo, ritengo che la caratterizzazione di Rich sia estremamente valida e, per rispondere alla domanda che hai scritto nelle tue note a fine storia, no, non l’ho trovato minimamente OOC, semmai il contrario. Il tuo Rich è estremamente simile al personaggio della serie tv, sebbene sia chiaramente maturato (ma, d’altronde, farlo ragionare come un diciassettenne sarebbe stato una stonatura in una storia così bella).
Grace è un personaggio più marginale, viva per lo più tra i pensieri di Rich, prima di comparire nella scena finale. Secondo me è anche lei molto riuscita e, sinceramente, la sua apparizione finale l’ho semplicemente adorata: hai reso benissimo quella distanza incolmabile tra i due, lei bloccata per sempre nei suoi sedici anni di vita, lui costretto ad andare avanti, ad innamorarsi di un’altra, sebbene in una maniera diversa. La frase conclusiva, poi, mi ha fatto venire i brividi.
Ti ringrazio per questa storia, è stata davvero una conclusione meravigliosa per questo contest.

Utilizzo del genere Angst: 5/5

La storia è inequivocabilmente Angst, dall’inizio alla fine. Ti assegno più che volentieri il punteggio pieno.
OFFLINE
Post: 2.943
Giudice*****
08/09/2020 13:39
 
Quota

Decimo classificato (parimerito)

Soul_Shine/Soul Dolmayn
No one shines like you anymore

Tot: 45/50



Stile: 15/15

La storia scorre parecchio bene, probabilmente anche grazie all’utilizzo della prima persona, che ti ha consentito di presentare in maniera fluida sensazioni e sentimenti del protagonista. Ti consiglio di fare attenzione alla ripetizione di locuzioni simili, che durante la lettura provocano un effetto di “già sentito”: ad esempio, nell’arco di poche righe, fai dire ad Ethan che l’arrivare in ritardo “non era da lui [Ives]” e poi, poco dopo, “non gli posi alcuna domanda, non era da me”. Questa ripetizione, che avviene con una distanza ridotta (15 righe da pc, per essere precisi) mi ha spinta a interrompere la lettura, per domandarmi “dov’è che ho già sentito questa cosa?”. Però ovviamente si tratta di un disturbo minimo, niente di gravissimo, però ho voluto segnalartelo perché è veramente un peccato interrompere una lettura piacevole per minuzie del genere.
Una cosa che mi è risultata gradita è l’uso di un registro linguistico semi-informale: il rischio della prima persona singolare risiede spesso nel far pronunciare al personaggio parole che cozzino con la sua caratterizzazione. È giusto e corretto che un ragazzo giovane dica parolacce, o indulga in espressioni colloquiali nel parlato, come ad esempio “voglio provare l’ero”. Ho molto apprezzato queste tue scelte, davvero, frasi più costruite e impostate sarebbero risultate quasi ridicole in un contesto del genere.
Mi piace anche come hai introdotto brevi passi descrittivi basandosi sulle sensazioni del protagonista, che mi ha permesso di figurarmi meglio i protagonisti, tramite le loro caratteristiche fisiche, che vengono rivelate gradualmente nel corso della storia (ad esempio Ives eccessivamente magro e con gli occhi azzurri).
Ho anche apprezzato il fare sviluppare la trama su due linee temporali distinte, ma strettamente collegate tra di loro. I flashback, scritti in grassetto, erano ben segnalati e non ho avuto difficoltà a capire quando il protagonista si riferiva ad eventi passati e quando invece parlava al presente, fatto tutt’altro che scontato.
Nel complesso ho trovato lo stile in cui è scritta la storia estremamente gradevole, nonostante la tematica pesante che si sarebbe facilmente prestata ad esagerazioni retoriche. Non sono presenti errori di grammatica o refusi, fatto che denota sicuramente la grande cura con cui la storia è stata scritta.

Originalità: 8/10

Ho un’opinione parecchio ambivalente riguardo questa storia: da un lato la tematica non risulta particolarmente innovativa, ma dall’altro non manca comunque una certa dose di incertezza che spinge il lettore a provare a immaginarsi cosa avvenga in seguito. Ad esempio, nelle fasi iniziali della storia, avevo ipotizzato che Ives fosse morto d’overdose e scoprire che invece aveva contratto l’AIDS mi ha sorpreso, nonostante sia una tematica comunque ricorrente nelle storie di tossicodipendenza. Penso che gli elementi originali di questa storia siano principalmente il ruolo della musica, che è l’elemento caratterizzante dei personaggi e che li accumuna, essendo comunque un forte legame del loro presente.
Per questi motivi, ho a lungo riflettuto su che voto rispecchiasse al meglio la tua storia, e ho deciso di optare per un voto alto, seppur non il massimo, in virtù del fatto che non vi siano elementi che mi fanno urlare “che sorpresa, non avevo mai letto niente di simile”. Per dirne una, il grande classico di Christiane F. (Noi, i ragazzi dello zoo di Berlino) sviluppa idee estremamente simili. D’altro canto, la storia contiene comunque una buona dose di originalità, per cui non ho ritenuto corretto nemmeno assegnarti un punteggio eccessivamente basso. Ho quindi optato per una via di mezzo, che spero rispecchi il fatto che ho gradito molto la storia.

Gradimento personale: 9/10

Come ho anticipato nei parametri precedenti, la storia mi è piaciuta parecchio: si è rivelata una lettura scorrevole e, come mi avevi anticipato al momento dell’iscrizione, non ho avuto problemi nel contestualizzare i personaggi. Sebbene io non sia la più grande fan dell’utilizzo della prima persona singolare, devo dire che ciò non ho disturbato particolarmente la lettura, che s’è dimostrata essere estremamente piacevole e, lo confesso, un’ottima pausa studio.
Interessante il rapporto tra i due personaggi: ammetto che a metà storia ho dovuto fare una pausa e andare a controllare gli avvertimenti, perché non capivo bene se dovevo aspettarmi o meno l’implicazione romantica. Dal contenuto della storia mi è sembrato di capire che non sottintendessi una relazione tra i due, ma ammetto di averci sperato parecchio.
Molto coinvolgente e convincente la spiegazione di come Ives è stato risucchiato dal terribile vortice della tossicodipendenza, partito da un “tanto per provare”, questa parte ammetto che è stata la mia preferita in assoluto. Interessante anche il paragone tra Ives e sua madre, morti entrambi precocemente, e sicuramente convincenti i rimpianti di Ethan.
Devo ammettere che la parte che mi è piaciuta di meno, e che ho fatto leggermente più fatica a leggere, è stata il flashback sulla loro infanzia: sebbene mi renda conto che fosse necessario fornire qualche specifica in più sul rapporto, di lunga data, dei due protagonisti, mi ha coinvolta meno degli altri passi.
Nel complesso la storia mi è comunque piaciuta parecchio (anche il titolo mi ha conquistata, veramente azzeccato!) e la considero una lettura che ricorderò piacevolmente. E, soprattutto mi hai messo addosso una certa curiosità, magari sbircerò volentieri qualche altra storia nella serie di cui fa parte questa.


Caratterizzazione dei personaggi: 8/10

Il grande limite della prima persona personale è che, secondo me, il personaggio che narra le vicende sarà sempre una voce che rimbomba nella testa del lettore, prevalendo su tutti gli altri personaggi. Qui, in un certo senso, è capitato il problema opposto: Ethan è così drammaticamente concentrato su Ives, sulle vicende che lo riguardano, su quel gigantesco senso di colpa che lo opprime, che tende a sorvolare su sé stesso. Ogni sensazione che prova è sempre e solo causata da o riferita a Ives, che risulta quindi essere il personaggio meglio caratterizzato. Di lui è chiaro quanta disperazione debba aver provato, successivamente all’abbandono della zia, e di quanto dovesse essere esausto per desiderare, fino al punto di ricattare il proprio amico, di sprofondare in quel luogo impossibile che è la tossicodipendenza.
Di Ives emerge un ritratto chiaro, che può contare componenti fisiche “parlanti” (come il fatto che la sua fragilità emotiva trovi un perfetto corrispettivo nel suo essere altrettanto fragile fisicamente) ma anche su azioni, aneddoti, sensazioni che ha scatenato in Ethan. Ciò, a mio parere, lo rendono il vero e proprio protagonista della storia perché, per quanto il narratore sia Ethan, il focus è su come la sua morte abbia scatenato in lui una vera e propria tempesta di emozioni.
Ethan è, invece, una figura più sfuggente. Sebbene la storia sia narrata usando la sua prima persona, di lui si sa molto poco: non è descritto fisicamente, mentre di Ives emergono alcuni dettagli fissi che vengono più volte ripetuti. In più, ogni suo pensiero e ogni sua emozione sono inevitabilmente condizionati dal suo amico. Ethan mi è quindi sembrato caratterizzato “per Ives” più che per sé, creando un curioso caso in cui il lettore sa veramente poco di colui che parla. In ogni modo, la mia valutazione rimane estremamente positiva.

Utilizzo del genere Angst: 5/5

Storia inequivocabilmente Angst in ogni sua riga: la tematica è decisamente angosciante, oserei dire quasi asfissiante, da far mancare l’aria. Ottimo lavoro.
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