| | | OFFLINE | | Post: 3 | Registrato il: 27/06/2020 | Città: TORINO | Età: 35 | Sesso: Femminile | Utente Junior | |
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03/07/2020 20:51 | |
Grazie per l’appunto fattomi!
Riguardo il casato e la linea di sangue. A tal proposito, quando ho creato la storia del casato, che poi era quello che mi serviva al tempo, era più che altro una cosa legato ai cognomi, e alla storia che ho poi creato per lei. In questo caso a livello casato ci si riferisce ai maschi che sono portatori del cognome -vedasi a livello matrimonio- quindi, Eledhwen di per sé è l’anello di congiunzione delle due famiglie, ed essendo che il Drago da me voluto è femminile, è possibilissimo che si sia mischiata con la famiglia Alsaryen. Vero che avrebbe potuto pure scegliere la linea paterna, ma in questo caso, si tratta più di un gusto personale, trovando a mio avviso più...fattibile che la scelta sia ricaduta su elfi caratterialmente più affini.
Detto questo...ecco qui.
1. Nel momento in cui Eledhwen decide di usare le armi(anche se è vero che è l’uso che se ne fa a determinare la morale dell’azione) si mette comunque nella posizione di ferire/uccidere. Come rientra questo nel quadro della sua fede e della sua dedizione alla guarigione?
Questa è una domanda molto interessante. Eledhwen sarà sempre una guaritrice, preferirà sempre curare e preservare la vita, è una sua prerogativa personale. Cercherà sempre prima il modo di arrivare all’obbiettivo di una missione, senza dover per forza usare le armi, ma è vero che è più che consapevole che...può succede, che potrebbe essere necessario. E anche qui...lo farà sempre per difendersi. Non ferirà o ucciderà mai qualcuno perché lo vuole, così come non sarà mai la prima ad alzare un’arma. Per com’è fatta, per com’è cambiata nel tempo, adesso scinde l’essere guaritrice con il dover fare un’azione che in passato non avrebbe fatto... infatti un tempo i sensi di colpa l’avrebbero dilaniata. Ma è anche vero che ha scelto uno stile di vita, che potrebbe metterla nella condizione di ferire qualcuno. E qui, entra in gioco il suo addestramento come membro attivo del Sole Nero -di cui parlo dopo.
Per quanto riguarda la fede, come si è visto, Eledhwen ha portato con sé gli insegnamenti di Morwell nello specifico tutto ciò che è buono e onorevole, ma è anche vero che come tu stessa fai notare sotto, c’è il rovescio della medaglia. Anche le divinità hanno un lato brutale, ed Eledhwen questo lo sa. La sua fede in questo caso...in un certo senso non ne risente, ciò che fa è sempre per arrivare a uno scopo più alto del proprio tornaconto, di fatto se dovesse uccidere o ferire qualcuno è facile che capiterebbe nel mentre si trova in missione. Per arrivare a questo ha fatto un percorso lungo, ha dovuto come detto crescere, affrontare i suoi demoni, affrontare le sue ferite e prendere consapevolezza...solo dopo questo percorso è arrivata a capire il “lato oscuro” della divinità, e a diciamo capire come renderlo una parte sebbene in forma minore parte della sua vita.
2. Di contro, nel momento in cui Eledhwen fa uso delle armi(per difesa propria o di altri) come viene visto ora l’atto? Ed oggi con le nuove consapevolezze e sicurezze personali, come vede l’atto di uccidere il padre? Morwell è dopotutto anche (come tutte le divinità che hanno aspetti sia negativi che positivi) qualcosa di brutale, crudele ed inarrestabile.
Qui in questo caso, si arriva a vedere il frutto della crescita di Eledhwen.
Quando usa le armi come difesa, che sia per sé stessa che per difendere gli altri...lo fa esclusivamente per necessità. Però ti dirò...di solito sono gli altri a proteggerla, vuoi per la rete di amicizie che si è creata, vuoi che nel Sole Nero ci si comporta come in una famiglia, difficilmente capiterà di vederla in una situazione simile...Ma, se anche fosse a oggi uccidere o per difesa è una cosa necessaria alla sopravvivenza. Non lo farà mai a cuore leggero, e fino a oggi, è sempre riuscita a evitare di usare un’arma contro qualcuno...di fatto il suo uso è molto molto basico...quel tanto che basta per non finire come uno spiedino...ecco. Stessa cosa se si tratta di qualcuno che uccide per difesa, per la sua esperienza di vita...non condannerà mai nessuno prima di aver sentito tutta la storia. Vero è che gli si potrebbe mentire, ma è anche vero che se volesse -grazie all’addestramento- potrebbe pure capire se menti.
(Parlando off per intenderci, le skill del ramo scelto servono apposta a scovare menzogne xD)
Per quanto riguarda l’atto di uccidere il padre...è chiaro che non sarà mai fiera di averlo fatto, ed è anche chiaro che agli occhi della legge, quel suo atto, per quanto di difesa...è un reato. Ma è anche vero che se non lo avesse fatto...quella volta probabilmente non ne sarebbe uscita viva. Parlo di probabilmente, semplicemente perché può benissimo essere che il padre non avrebbe sopportato un ennesimo segno tangibile di ribellione nei suoi confronti, e questo spiega il perché della necessità di difendersi, sebbene certamente non fosse premeditato l’uccidere il padre...è stata una combinazione di causa ed effetto. Quindi...non ne è fiera, ma ha dovuto per vivere togliere una vita -che sembra pure ironico- Sa anche che per la sua azione può essere condannata dagli altri...è capitato, e la cosa non è stata piacevole per lei. Ma è anche vero che lei cammina a testa dritta, consapevole che se avesse potuto probabilmente avrebbe agito diversamente, oggi forse sarebbe riuscita a fare le cose diversamente. Ma no, non si pente. Se non avesse ucciso -per quanto sia un’azione orribile- lei non sarebbe qui, e non avrebbe potuto fare -nel suo piccolo- la differenza. Ho giusto giusto una role che ti posto a fine topic...che tocca anche questo argomento.
3. Perché è importante per il Drago attendere? Perché non aiutarla fin da subito e semplificarle la vita? Domanda che vale in generale per tutti i Draghi nella veglia sulla loro Discendenza, tanto quanto in particolare per Freija
Allora...Mi sono messa nei panni di una creatura antica, che ha atteso molto tempo per potersi risvegliare...e che ha una linea di pensiero chiara e ben definita. Questo cosa vuol dire? Semplicemente che non sceglierà a caso il Discendente in cui risvegliarsi, in questo caso...nel caso di Freija sceglierà qualcuno in grado di capire il suo pensiero e quello che muove lei. Quindi per Freija era molto importante aspettare, era fondamentale che la Discendente -in questo caso Eledhwen- cadesse, era importante che trovasse in primis la forza di rialzarsi dalle cadute, che...si formasse la linea di pensiero giusta se vogliamo dirlo.
Il che vuol dire… il solo modo che aveva Eledhwen per essere atta al risveglio di Freija era...sopportare, vivere e sopravvivere. Eledhwen ha conosciuto la prigionia, la privazione di libertà in molte sfaccettature della sua vita...e ha ottenuto e riconquistato la libertà. Lo ha fatto da sola, ha “dimostrato” di saper lottare e di non voler soccombere...così come -correggimi se sbaglio la linea di pensiero- hanno lottato i draghi per sopravvivere e vivere, arrivando a scegliere una via diversa per poter continuare a esistere. In questo caso specifico, semplificarle la vita non sarebbe servito. Eledhwen non avrebbe potuto conoscere il valore della libertà se non le fosse stato tolto.Avrebbe dato per scontata una cosa...che lo è se non ti è mai stata tolta, e per Freija era fondamentale che questo concetto fosse chiaro e vissuto. Non a caso ho voluto e creato il tutto in modo che fosse una combinazione di due pezzi perfetti tra loro. Questa è ovviamente la linea di pensiero scelta da me per i criteri del Drago, per metterle assieme ecct...Nel caso qualcosa fosse scorretto, son qui anche per migliorare e in caso modificare se qualcosa è sbagliato.
Non sbagli. Non ci sono paletti fissi. Il Drago può avere dei Discendenti tanto positivi quanto negativi, tanto caotici quanto legali. Non è realmente importante, ciò che importa è che in queste Discendenze non deciderà mai di risvegliarsi perché darebbe potere ad una forza che va contro i suoi obittievi. Se vuoi un esempio, il BG di Eloy è fantastico da leggere proprio perché mostra quanto diversa possa essere la linea di sangue a cui il Drago ha assistito nel tempo. Molto esemplificativo
Ho letto il BG di Eloy...due volte xD Effettivamente è davvero fantastico, bisogna essere bravi per riuscire a far incastrare le cose in quel modo...una bravura che ammetto di non avere u.u
4. Hai descritto Eledhwen come un PG che predilige la magia, che ha un profondo legame con la guarigione, quindi com’è nato e si è sviluppato l’ingresso in una gilda che invece è prettamente combattente? Come risulta il quadro di questa scelta senza il Drago e in seguito con il Drago?
Qui bisogna partire praticamente dal principio.
Arrivata a Narvick sono successe due cose fondamentali: ha cominciato a lavorare al servizio di Iago, ed è entrata nel Magisterium. Presi singolarmente possono non avere nulla in comune, ma entrando nello specifico... chiarisco. Al Magisterium, Eledhwen ha cominciato a sviluppare quella che era già una sua attitudine personale: la diplomazia. Lavorando sotto l’ala di Iago, ha potuto mettere a frutto le sue abilità di guaritrice fino a prendere -senza cercarla- la carica di primaria del Nosocomio. Questo è accaduto in un lasso di tempo non indifferente ovviamente. Comunque nel corso del tempo ha avuto modo di conoscere Iago, e di lavorare anche per altri ambiti con lui -il quartiere elfico nato poi a Laguna-, questo fino alla nascita del Sole Nero. Che sì, è una gilda combattente, ma al suo interno ha il ramo della diplomazia/spionaggio e molto altro. Quando Eledhwen è entrata, sapeva bene quale sarebbe stato il suo ramo, il ramo che avrebbe approfondito...non era pienamente consapevole dei rischi, ma questo era per lei...una prova d’esame. Era per lei, un nuovo scalino di crescita importante e necessario per prendere ancora di più consapevolezza di lei, delle sua capacità e di cosa poteva fare.
L’addestramento: apro un vero paragrafo per questo, così che sia ben approfondito. Il ramo scelto da Eledhwen come detto è un ramo molto diverso da quello del combattente. A differenza degli altri rami della gilda, questo ramo (volpe smeraldina) si concentra fondamentalmente su un campo molto differente. In questo campo ha approfondito il ramo diplomatico, il saper gestire situazioni controverse, ha imparato a leggere le persone, a creare veri e propri personaggi, che in parte riflettono il suo carattere, con sfumature aggiunte e studiate per rendere completo abbastanza il personaggio da risultare credibile. In pratica come detto, ha solo sviluppato e migliorato una sua attitudine già presente. In tutto questo ha però dovuto e voluto superare la sua paura delle armi. E’ in questo contesto che ha superato davvero la sua avversione per le armi, è qui che ha capito quanto sia l’uso che si fa che determina tutto. Ma anche qui, ha avuto l’appoggio di persone che credevano il lei. C’era Hersatz, ma a quel punto...c’era anche Iago, che oltre a essere a capo della gilda, essere il re per cui lavorava al servizio suo e della città...era diventato anche un amico. In questo ambito, particolare, c’era l’amicizia, la fiducia e la comprensione che hanno fatto da collante alla volontà di Eled di superare definitivamente le sue paure. Così, in un ambito diciamo protetto, ha cominciato con l’arco e successivamente con lame piccole come daghe e pugnali. Ha la sua infarinatura, non è un’abile guerriera, ma come detto..nel suo ruolo non le compete una conoscenza così approfondita delle lame. In missione lei, così come gli altri di quel ramo, sono quelli sempre protetti. Sono quelli che in una missione potenzialmente pericolosa, vengono messi al centro e coperti da coloro che invece hanno le competenze per combattere. Detto questo, Eledhwen al momento nella gilda non ha un ruolo di punta e non credo nemmeno lo vorrebbe. Non è quel tipo di persona. Lei aiuta con i mezzi che ha, cercando di non essere un intralcio. Essendo una delle poche magiche, in un ambiente e contesto fisico, si adopera proprio della magia per essere di supporto. Questo è spesso il suo ruolo. Ci sono occasioni in cui è fondamentale il suo ruolo di volpe – ma non è la sola- così come la sua attitudine alla magia, serve.
Per chiarire: spesso la sua capacità di percepire la magia mette in guardia i compagni dall’arrivo di qualcosa/qualcuno che loro non possono percepire finché non è abbastanza vicino. Grazie alle sue capacità quindi è un supporto non indifferente. Così com’è capitato in un filone in cui si è trovata nel bel mezzo della battaglia...che grazie a una combinazione di fattori, ha ucciso arcieri -non umani- dell’esercito assediante. Cosa che dei fisici per com’erano messi...non sarebbero riusciti a raggiungerli e debellare il problema prima di finire sotto la traiettoria delle frecce.
Mettendo in questo contesto il Drago, penso che nel tempo le cose potrebbero modificarsi. E parlo di tempo perché...non è che si risveglia e annuncia al mondo che è tornata a camminare nel mondo. Sicuramente, il fatto che la gilda stessa si adoperi per i principi di libertà ed equilibrio nelle vari sfaccettature, sarebbe un buon modo per il Drago stesso di portare avanti quella linea di pensiero che lo caratterizza, e non di meno quelli che sono gli scopi di razza. Questo a livello di gioco si traduce prima in un tipo di crescita, sviluppo e miglioramento della stessa Eledhwen – visto che principalmente e in primo luogo il cambiamento che voglio apportare e proprio in lei, e il che significa anche per me il tempo di sgrezzare il Drago- visto che intendo sviluppare appieno ogni sfaccettatura e nei vari contesti. Poi con il tempo, a un incremento del ruolo nella gilda, che in realtà e con tutta onestà non posso prevedere, in quanto spesso l’ON si muove in maniera differente da quello che immagino.
5. Biografia
Sperando che questa volta vada meglio...ecco qui!
Testo nascosto - clicca qui E’ a Sylan che la bicentenaria fa il primo vero passo dopo cinquant’anni lontano dalla civiltà. E’ in quella città che fa la conoscenza di Jace un mezzelfo, che nel tempo diventerà uno dei suoi primi amici. E’ in quel tempo, che andando verso Narvick incontra Re Iago che la prende sotto la sua ala, dandole la possibilità di usare ciò che è suo da molto tempo: la capacità di guarire. Infatti,è da lì che inizia il suo percorso di vita, così come in un giorno di pioggia, il suo incontro con Tanis, Regis del Magisterium, le permette di entrare in quella accademia e di lavorare su quella che già di natura è una sua caratteristica: la diplomazia.Nel tempo, la bicentenaria inizia a instaurare rapporti e amicizie, conoscenze che sono si all’interno dell’accademia, ma anche fuori da essa. Ha modo di lavorare con Iago, divenendo non più una semplice lavorante, ma anche un’amica. Nel corso dell’anno le viene affidata la gestione del Nosocomio, divenendone la primaria e lavorando attivamente perché la struttura possa essere attiva e funzionante. Durante le feste elfiche di quello stesso anno, le viene fatto il dono di poter ricordare e vedere il volto della madre morta molti anni prima come se l’avesse incontrata solo il giorno prima e in seguito di superare la sua più grande e attuale paura:suo padre. In quello stesso periodo, l’incontro con il fu mezzelfo Hersatz le cambierà la vita. Un incontro inaspettato, in una terra che è ben diversa da quella in cui lei ricorda di averlo visto. Quell’incontro, segna per la bicentenaria il primo vero passo per il cambiamento. Un cambiamento che avviene con dolore, fatica e lacrime...un cambiamento voluto, che porterà alla fine di travagliate discussioni e tira e molla...con la resa del Drakaal e per lei la conoscenza di un mondo molto più ampio di quello che aveva conosciuto fino a quel momento. Tornare a Narvick porta con sé ulteriori cambiamenti, ulteriori sfide non solo a livello personale, ma anche di coppia. Le viene infatti proposto di lavorare al progetto del quartiere elfico, in una città -che sorgerà al posto di Laguna Verde- e che sarà il fulcro di razze diverse, unite nello stesso posto. La nascita e l’adesione al Sole Nero, porta con sé un ulteriore rinnovamento e crescita per la bicentenaria, così come un ulteriore scalino verso la libertà desiderata. Entra quindi come volpe smeraldina, in quell’ordine che ha come obbiettivo il mantenimento della libertà nelle terre dell’Aengard, è qui che impara l’uso delle armi e supera la sua avversione verso di esse. Il Sole Nero diviene quasi una famiglia per lei, e insieme a loro, si trova ad affrontare sfide che mai prima di allora avrebbe pensato di affrontare, superando di fatto le sue stesse aspettative. E’ con l’arrivo del macellaio del Tiskel che subisce il primo contraccolpo dopo molto tempo, un colpo non indifferente alla sua vita: scoprirà infatti che dei membri della sua famiglia hanno ucciso senza pietà la famiglia di Poelios che scoprirà essere quindi non solo un caro amico e compagno d’ordine ma anche un parente. Decisa più che mai a scoprire di più, incontra il re elfico Rael, e riesce a recuperare le carte che parlano della sua famiglia:gli Alsaryen e i Lossehelin -due casati nobili ormai decaduti- sebbene non scopra poi molto più di quanto già non sappia. Si adopera infine per la riuscita del progetto della città di Laguna, che dopo non poche fatiche viene finalmente alla luce, e con suo immenso stupore le vien proposto di diventare parte della nobiltà di quella città che l’aveva accolta appena un anno prima. Nonostante i successi ottenuti, le amicizie strette, resta in lei una mancanza profonda, una mancanza e un vuoto che nessuna persona può colmare davvero. Ciò che lei definisce in una semplice frase: Troppo poco elfa per essere tale, troppo elfa per essere qualcos’altro. Un vuoto che ogni giorno, nascosto dietro a caldi sorrisi la porterà alla ricerca di sé stessa e del suo posto nel mondo.
6. Ti chiedo, nel frattempo, di farmi 4 azioni (come da manuale di gioco) in cui mi interpreti il passaggio da forma mortale a forma ibrida. Quindi: un'azione in forma mortale, due di trasformazione, una in forma ibrida. Puoi ambientarle dove ti pare e come ti pare.
Mi auguro che non risulti troppo grezzo e impreciso...in caso,ben venga a correzioni :D
Testo nascosto - clicca qui [Fuori Narvick-bosco]E' calata la notte nel Thalas,e con il favore delle tenebre e del vento che soffia imperterrito da quel mattino,la bicentenaria ha lasciato la città per quella che é la sua consueta passeggiata notturna.Vi é stato un tempo in cui quelle passeggiate servivano a schiarirle la mente,a lasciar che tutta la tensione,i pensieri e tutto quello che aveva appesantito la sua giornata,venissero assorbiti dalla fredda e pungente oscurità.Da tempo quelle passeggiate hanno preso un differente sapore,un differente senso.Sembra un tempo lontano a cui pensa in quel momento,ed é proprio mentre i suoi pensieri ripercorrono quei giorni,che Freija fa sentire la sua rassicurante presenza.La smuove da dentro,strappandole un sorriso in quella notte dalla luna splendente.Le iridi dorate roteano andando al cielo e un sol commento vien rilasciato dalle labbra[lo so,lo so...]sono sole in quel bosco,non vi é anima...umana per lo meno.Solo loro nella notte che tutto ammanta con il suo manto scuro,rischiarato a tratti dalla luna che filtra tra le grandi fronde degli alberi del bosco.Leggero é il passo della fu elfa,leggero e aggraziato come lo é sempre stato,favorito anche dall'abbigliamento comodo di quella sera.Ha infatti scelto pantaloni che ne seguono le linee delle gambe,i piedi nudi sull'erba attutiscono quasi del tutto il suo passo,e la camicia bianca dai bottoncini semi aperti,svolazza svelando la pelle candida al di sotto,resa pure più pallida dall'oscurità.Il lungo crine ramato e striato di candido bianco nondimeno vien mosso da quel vento,eppure pare che la cosa sia del tutto indifferente alla bicentenaria,che prosegue per vari metri prima di arrestare il passo.Si guarda intorno una volta raggiunto il centro del bosco.Niente vien celato in quella notte grazie alla vista di chi,al buio ci vede benissimo.Le dita si muovono lente a slacciare i bottoni,per poi liberarsi da essa,facendo lo stesso con i pantaloni.Non ci tiene a rovinarli.[innate attive]
[Fuori Narvick-bosco]I sensi della fu elfa son ben svegli mentre lancia un ultimo sguardo intorno a sé,un ultimo controllo voluto per per infine apprestarsi a fare quello che é lo scopo di quella uscita in solitaria.Si sposta dal mucchio dei propri abiti lasciati a terra,consapevole che da lì non scapperanno di certo,e con un breve ma voluto sospiro chiude gli occhi.Non vi é nulla a turbare la quiete notturna se non la sua sola presenza,una quiete che permane mentre lei si appella a quel legame ancestrale che la lega a lei.Freija...che non aspetta altro che quel momento esatto.Il vento che soffia par fare da sottofondo a quella che é la sua attività notturna e mentre la bicentenaria rilassa il corpo per permettere quello che é il cambiamento ormai in atto,e proprio grazie al proprio sangue,ecco che il corpo comincia lentamente a mutare.Artigli vanno ad adornate le dita di mani e piedi,mentre manciate di scaglie dal bianco perlaceo iniziano a fare la loro comparsa lungo le braccia nude della fu elfa creando un lieve quanto visibile contrasto con la pelle stessa.I canini si allungano leggermente quel tanto che basta da esser visibili e fare notare la loro presenza sulle labbra della bicentenaria.Sul volto scaglie dello stesso colore delle altre vanno a fare capolino lungo la linea degli zigomi e della fronte,e proprio all'altezza delle tempie due corna svettano sottili e bianche lievemente ricurve all'indietro facendo la loro comparsa,seguiti da un progressivo sbiancamento dei lunghi capelli che dal ramato prendono inesorabilmente il bianco totale.{innate attive}{richiamo all'origine 1/2}
[Fuori Narvick-bosco]La calma del bosco pare irreale,tutto tace se non per il vento che sibila accompagnando quella mutazione.Nel centro del bosco,la bicentenaria non emette alcun suono mentre il cambiamento avviene in quel corpo dalle fattezze ancora piuttosto elfiche. La bicentenaria lascia che questo mutamento avvenga nella naturalezza della sua natura ancestrale.Le scaglie bianche finiscono di andare a spargersi lungo il busto e le gambe,aggiungendo particolarità a quel corpo e a quella pelle,mostrandosi nella bellezza di quella forma...per quanto ibrida,figlia di due mondi che vanno a collidere e unirsi in un connubio perfetto.All'altezza del coccige ecco che si allunga la coda,ricoprendosi delle scaglie bianche lisce e lucide della sua stirpe...che alla luce della luna sembrano essere anche più brillanti del normale bianco che le ricopre.Istintivamente il busto si piega leggermente in avanti,mentre all'altezza delle scapole, grandi ali bianche crescono e fanno la loro comparsa.Maestose nella loro forma e grandezza,ricoperte di scaglie anch'esse bianche e lucide, vanno ad appesantire la schiena della bicentenaria,nel mentre torna finalmente dritta.Gli occhi restano ancora volutamente chiusi,mentre la bicentenaria lascia il passo a colei che ha atteso di poter godere di quei momenti,si scambiano...uno scambio equo il loro,ed un suono basso e graffiante viene rilasciato dalle labbra ed infine le palpebre vengono aperte rivelando l'ultimo tratto che la contraddistingue...pupille dal taglio verticale,simile a quelle di rettile.Non più Eledhwen...Ma Freija.{innate attive}{richiamo all'origine 2/2}
[Fuori Narvick-bosco]{F.Ibrida}La mutazione é giunta al suo termine,e immobile resta la figura che non é né elfa né drago,ma il perfetto connubio tra le due.Freija non si muove,anche in quella forma,risalta l'eleganza e la leggerezza del suo essere.Si gode nel silenzio totale,il vento sulle scaglie mentre in quel suo atto che par di beatitudine,smuove lenta la lunga coda.In quel bosco,rischiarato solo dalla luna Freija torna nuovamente a muover passo come entità predominante.Vi é calma,la calma di chi in quel momento non ha fretta,di chi può godere nella solitudine notturna del tornare indisturbata.Lentamente ripiega le pesanti ali dietro la schiena,che sfiorano il terreno erboso sotto di lei.Per lunghi attimi il suo sguardo scandaglia la zona,ma nulla a parte lei sembra essere mutato.Tutto tace intorno a lei,se non per quel vento che par accarezzarla e lambirla con quei suoi soffi che superano la cortina degli alberi che frusciano,creando una sinfonia che pochi sanno apprezzare.Anche immobile,tutto in Freija denomina forza,calma e sicurezza.Sicurezza che si palesa quando infine si muove da quel punto in cui é rimasta immobile.Deciso é il passo di chi,sebbene senza una meta calpesta ora quel terreno,niente pare smuoverla o disturbarla,niente pare distrarla da quello che ancora una volta si trasformerà nel suo viaggio in quel territorio vasto-ma non abbastanza-che é il Thalas.[innate attive]
Qui una Role che quando é stata fatta giusto l'altra sera...non pensavo,ma sembra calzare...quindi la metto.
Testo nascosto - clicca qui 20:49 Anarion [orlo del burrone/montagna] E' forte il vento che spira da sud ovest, continue raffiche che a quell'altitudine sono ancora più insistenti, costringendo l'uomo, seduto sui talloni sul bordo di quel precipizio, a tenere la mano destra guantata, a pugno chiuso appoggiata sulla roccia per evitare di sbilanciarsi. Veste l'armatura delle linci, e non porta appresso nè le braghe marroni nè la camicia bianca, mentre il viso è ancora inscurito, reso bronzeo, dall'intruglio che ultimamente usa praticamente sempre per mutare il naturale colore delll'incarnato di per sè chiaro. Gli accessori propri dell'Ordine sono al proprio posto sotto l'armatura, entrambi alla sinistra, tanto il bracciale sotto la manica, quanto l'anello all'anulare. Gli occhi azzurri, leggermente venati di nocciola dalla pupilla in sfumatura versol'esterno dell'iride, puntano lo sguardo verso il basso, laddove Sha'ira sta, per l'ennesima volta, percorrendo dietro ordine dell'uomo il cammino che dalla base del dirupo giunge fino a lui. Sembra immerso nello studio dei suoi movimenti, al punto d'ignorare le ciocche di capelli neri che schiaffeggiano alle volte, accarezzano alle altre , il viso dai lineamenti delicati, quasi adolescenziali in un'impressione accentuata probabilmente dalla completa assenza di barba ben tagliata quotidianamente. Il gomito sinistro è appoggiato al ginocchio al medesimo lato mentre la mano solo una volta sale a grattare appena in un gesto meramente superficiale la guancia allo stesso lato, calando inine all'angolo della bocca passandovi sopra il polpastrello. Il tutto appena prima che l'espressione seria muti nel momento in cui le labbra, schiudendosi, prendono ad intonare un motivetto a bassa voce, in una lingua probabilmente ai più sconosciuta.
21:04 Eledhwen [Orlo burrone] un gran vento soffia quella sera.Una giornata uggiosa,triste...dal grigio che tutto pare rendere più cupo.Il giorno va calando, e con esso, il campo si appresta a effettuare gli ultimi compiti prima del riposo notturno.Spesso in quei giorni la mente della bicentenaria é stata affollata da pensieri, e nemmeno il fingersi una zingara può cambiare questo fatto.Veste i soliti panni gitani:dalla casacca e dal pantalone troppo largo e i piedi scalzi,il trucco dorato sul viso,le labbra dalle tinte scure del rosso.Il lungo crine ramato e striato di candido bianco,é intrecciato a perline e cordini colorati,tenuti indietro da una fascia in altrettanto tessuto sgargiante.Tutti i monili sono al loro posto:dal medaglione al collo nascosto dagli abiti,al bracciale, all'anello di volontà...Cosí come non manca il mezzelfico monile al suo anulare destro.Cammina solitaria in quel momento, il dopo cena porta sempre con sé il bisogno di passeggiare,di lasciare che le ombre notturne si allunghino come mani su di lei.Una leggera malinconia a tratti ne incupisce il volto della bicentenaria,una malinconia che cela poi dietro caldi sorrisi.Cammina senza una meta nei pressi del loro accampamento,e proprio nel suo camminare le par di riconoscere una figura.Una figura d'uomo.Lento, aggraziato e silenzioso il passo con cui si avvicina,coperto in parte dal vento che soffia.Si ferma solo quando sarà a pochi passi da lui,uno sguardo e poi le dorate si spostano lontano.Non una parola.
21:31 Anarion [orlo del burrone/montagna] Non si accorge subito della presenza di Eled a poca distanza da sè, anzi, per diverso tempo ne ignora la presenza, complici la sua innata capacità di muoversi silenziosamente e contemporaneammente gli ululati del vento che continuano a percuotere l'umano udito senza distoglierlo, tuttavia, dall'osservazione di ciò che agilmente, sinuosamente nemmeno stesse camminando su un soffice tappeto, sta risaendo il bordo del precipizio. Continua a canticchiare il motivetto, ed è forse proprio lo stesso vento che gli scompiglia i capelli che potrebbe portare la voce ad elfico udito quando dalla lingua sconosciuta passa al linguaggio comune, almeno per tali parole. {..e tu che mi hai guardato negli occhi in sogno, dicendomi la vita non fà paura..} Qualche attimo di pausa, nemmeno stesse cercando di ricordare le parole e lo stesse facendo con una porzione davvero infinetisimale della mente, al punto che si concede anche il tempo per torcere appena il collo, lo sguardo che continua a seguire la sagoma di Sha'ira. {..dicendomi continua oltre quel disegno....dicendomi..} Continua quel moto della testa, spostandolo man mano nella direzione da cui sta provenendo Eled senza che in realtà l'abbia vista, come se effettivamente con gli occhi stesse cercando altro. Ed è nel momento in cui la testolona tonda della fiera fa capolino dalla sporgenza e con un balzo schizza fuori dalla stessa che conclude. {.sorridi, una volta ancora..} segnando così l'istante stesso in cui la sagoma della creatura si pone, involontariamente, in posizione tale che anche quella dell'elfa rientri nel campo visivo. E' allora che le ciglia sfarfallano di fronte agli occhi una, due volte, prima che un sorriso lambisca leggermente gli angoli dela bocca e poche parole l'accompagnino, senza che tuttavia percorrano la via dei cinque sensi perchè possano essere udite. {*Buonasera, Raggio di Luna.*}
21:43 Eledhwen [Montagna] {orlo burrone}sono sempre costantemente osservati e...non sono soli. Fermi in quella missione che li ha condotti ora a spostare il loro campo. É fastidioso sapere che ogni mossa, ogni parola detta...ogni azione che non corrisponde a quella che é la loro copertura, può mandare all'aria ogni cosa.Ogni tanto sospira, ogni tanto si dilunga in pensieri anche poco carini verso i matti della setta che stanno cercando di stanare...e certe volte il suo pensiero va a chi non é con lei.E lì, la malinconia la sente, una malinconia che caccia per poter stare nel suo personaggio.E di fatto tutto in lei denota una certa grazia e pur un certo orgoglio.Ogni giorno apre gli occhi e sa quello che deve fare.Ma ora,nei momenti in cui é sola,anche per poco lascia cadere quella maschera,la recitazione lascia il posto alla sola bicentenaria...almeno fino a quel momento.Ha individuato l'uomo, ma é rimasta ferma,lasciando che il vento ne scompigli il crine e soffi intorno a lei,immobile e silente le giungono le note in lingua comune, le ascolta sebbene non allontani lo sguardo da un punto indefinito davanti a lei.Ascolta le dolci parole,non ha bisogno di guardarlo per sapere che si avvicinerà,e nel silenzio delle loro bocche, saranno altri i messaggi che giungeranno.I mezzi utili a non fare sentire nulla.Un lieve sorriso si dipinge in volto, prima che lo sguardo infine abbandoni l'orizzonte per tornare al giovane uomo[era una bella canzone]commenta piano[non l'hai nemmeno storpiata]ironica,dallo sguardo divertito,ecco che si usa del bracciale[*raccontami...che é successo ieri?*]eh sì,stasera vuol consumare tutta la sua energia...mentale.
21:56 Anarion [orlo del burrone/montagna] Alterna una sola volta lo sguardo tra Sha'ira ed Eled, e se è verso la prima che lancia un ordine piuttosto secco, per quanto non irato, in linguamadre, un netto {torna.} che conduce il leopardo a corrergli incontro e poi...puff! Sparire nell'anello, verso la seconda adopera un linguaggio certamente più morbido, accentuando il sorriso che palesa sulle labbra e che, ancora una volta, le rivolge. {Eeeccerto che non l'ho storpiata! Mi sto allenando. Che ti credi, che quando dedicherò una canzone d'amore alla mia promessa sposa gliela canterò stonandola? Tsk!} E si finge pure offeso, con tanto di mento che si solleva e ciglia che s'abbassano appena così che Elcor faccia la propria comparsa anche se vestito senza abiti da zingaro, nemmeno fosse sempre quel personaggio che abbia deciso di indossare un tipo di abbigliamento più comodo e meno in grado di farlo appigliare a qualcosa. Si porta in piedi, prendendo brevi passi verso di lei in un avanzare lento ma costante, durante cui le mani si posano sui fianchi rendendolo...sì...buffo. {E tu ti stai allenando a...beh, a fare quel qualcosa che faremo quando saremo marito e moglie? Eh? Eh? Eh?} Ed il finto sguardo indagatorio si esprime in un aprirsi esasperato di un occhio e nel quasi chiudersi dell'altro, con tanto di volto che vien sporto in avanti, ed è proprio allora che le invia un messaggio mentale, rapido come solo il pensiero sà essere, ma non per questo meno protettivo. {*Nessuna cosa gradevole, temo. Ci siamo arrampicati e questo lo sai. Siamo arrivati in cima e questo lo vedi. Ma quello che si prospetta poi, beh, è pericoloso. Sicura di voler andare avanti?*}
22:08 Eledhwen [Montagna] {orlo del burrone}un punto strano per incontrarsi...ma tant'è.Osserva come il leopardo viene fatto rientrare,un tono ben diverso da quello che negli ultimi tempi ha sentito e collega al giovane uomo.Lo guarda, e lui guarda lei...ed Elcor torna,strappandole una lieve quanto calda risata[sei sulla buona strada!]lo incoraggia.Che sia lei o la gitana in lei,questo non é chiaro...ma poco importa[ti svelo un segreto Elcor domatore di bestie feroci]fa una pausa prima di lasciare che un altro sorriso illumini quel volto,eliminando la luce malinconica che prima l'animava[alle donne...donne innamorate non importa se stoni la canzone]é una donna e si, ogni tanto un briciolo della saggezza dei suoi duecento anni compare[é il significato e il gesto che conta davvero]par davvero una persona differente, più antica degli anni che dimostra,si trova ad alzare gli occhi al cielo quando viene ripresa bonariamente[non ho idea di cosa tu stia dicendo]si fa quasi indifferente mentre sposta il proprio corpo verso l'orlo di quel burrone,ed é lì che guardando giù,si siede.Lascia le proprie gambe a penzoloni nel vuoto,mentre giungono nuove parole,si posano nella sua mente,mentre lei guarda lontano,non gli serve guardarlo, gli basta il tono[*perché non dovrei?*]la calma impressa in quelle parole sarà ben udibile[*non sarebbe il primo pericolo a cui vado incontro*]sposta piano il viso per potere incrociare il volto e lo sguardo altrui [*tu sei sicuro?*] Ma non ha dubbi sulla certezza dell'uomo.
22:25 Anarion [orlo del burrone/montagna] Solleva un soopracciglio alle prime parole di lei, ed un borbottìo guida il portare lo sguardo al burrone {Ambe, se quella è la buona strada...} fà spallucce ancora una volta, sciogliendo la presa delle mani che vanno a ciondolare distese lungo i fianchi al pari delle braccia, quando ancora prende a parlare. {Ma non è meglio se il signiicato ed il gesto son fatti senza stonare? Se preferisci di no, smetto di allenarmi, eh!} Ancora qualche passo, prima di fermarsi di colpo. Sta pensando, questo è chiaro, ed è quando lei risponde con indifferenza che le parole rivolte gli rivengono sbattute in faccia dal cervello con tanto di elenco di doppi sensi possibili scritto sotto, in rosso ed a caratteri cubitali. E le orecchie arrossiscono di colpo, quando anche le mani sventolando di fronte a sè a destra ed a sinistra, a palmo aperto, mimano un "no" prolungato. {No aspetta aspetta aspetta io non..non stavo pensando a quello. Cioè, non è che sia brutto pensarci eh, ma mica con te. Cioè, anche, ma non solo. Nel senso, non che con te ed...ma solo con... No nemmeno così...no dai...} Sospira, ed anche qui non si capisce se a parlare sia Elcor o Anarion, nemmeno quando, sbuffando, abbassa la testa, l'incassa tra le spalle e si lascia cascare seduto sul bordo del burrone accanto a lei. Borbottando, infine, un quasi imbronciato. {Basta, ci rinuncio.} Scuote il capo e rimane qualche altro secondo così i piedi penzoloni, i gomiti sulle ginocchia ed il busto chinato in avanti. E' allora che rilancia un messaggio a lei, invadendole i pensieri senza che quella nota...se così si può definire, di imbarazzo sia svanita. {*Si certo che ci vado. Così tu rischi di meno. Così voi rischiate di meno. E' ovvio che ci vado.*} è tutto quanto, direttamente nella sua mente, esprime.
22:39 Eledhwen [Montagna]{orlo del burrone}il vento non molla la sua presa,ma per lei...la cosa é del tutto indifferente.Invece é nelle parole altrui che tiene ferma la sua attenzione[se non ti piace...cambiala]la strada ovviamente.E si che ogni tanto é ironica...dell'ironia pungente che non tutti approvano.Ma si sa alla gitana Raggio di Luna,quel tipo di parlare é concesso,il tutto condito da un tono di voce bonario.Per lunghi attimi l'osserva,lo guarda con una certa nota divertita,lo sguardo che palesa quanto sia divertente parlare del...niente[non ho detto questo!]quasi par davvero esasperata [se non stoni é meglio visto che io ci sento meglio di un umano]e vuoi che non ricordi le lunghe orecchie?l'udito fine che le nota le storpiature in una melodia? Sì,si usa anche di quei tratti per la gitana.Seduta poi sul bordo, sembra del tutto a suo agio.Rilassata muove le gambe nel vuoto sotto di sé,mentre quasi distratta sente la miriade di parole che l'uomo dice,le ascolta...ma lei ancora una volta non ha ben chiaro cosa abbia scatenato quel fiume...e non lo chiede.Si limita ad aspettare,e nell'aspettare viene ricompensata.L'uomo prende posto accanto a sé,e nello sbirciarlo di nascosto, riesce ancora una volta a distogliere la sua attenzione.Muoverà il busto,con la spalla proverà a dargli un colpetto,per togliergli il broncio dal volto con tanto di[sembri proprio un ragazzino]e un bel sorriso gli verrà rivolto...prima di tornare seria e guardare lontano,le mani in grembo,ascoltando quel che nella mente gli vien detto[*se c'é qualcosa...rischieremo comunque*]le scivola un sospiro[*vedi di non fare l'eroe*]non serve guardarlo,il tono che verrà sentito la dice lunga[*da morto non servì più a nulla*] cupa a quel punto,é la volpe in lei a fare capolino. Non Eled,non Raggio di Luna...ma qualcosa di diverso.
22:55 Anarion [orlo del burrone/montagna] E forse proprio per l'imbarazzo del momento, la prima risposta che le dona riguarda proprio quell'argomento, tanto che la replica risiede in un {Eh..a sapere come fai..} cui segue uno sbuffo piuttosto rassegnato, nemmeno una parte di lui fosse cosciente che non ci può far granchè, ed un'altra, allo stesso tempo, gradisca la cosa. Sospira, infine, ed è risollevando lo sguardo che le piazza un tenue sorriso allorquando il colpetto gli giunge addosso, facendogli perdere l'equilibrio solamente in via laterale, in una perdita facile da recuperare con un semplice posarsi della mano sinistra sul bordo del dirupo. Per eumlarne la movenza anche la destra si posa alla medesima maniera, vicino a lei, sebbene lui non sembri conscio di questo. Riprende a parlare a basso tono, probabilmente consapvole che, in quella postura ed in quella situazione, più che due zingari sembrino un uomo ed una donna isolati in una situazione un po' particolare. {Beh, allora è deciso, riprenderò ad allenarmi.} Ridacchia anche, lanciandole un'occhiatina di traverso e lasciando che la piega lieta degli angoli della bocca, così come il tenue rossore presente alla base della gola, restino visibili. Insomma, lascia che veda anche l'imbarazzo. Ma è tornando infine a guardare il panorama plumbeo, quasi pesante che han di fronte che si concede nuovamente di passare al mero pensiero, mentre il capo viene incassato tra le spalle e lo sguardo tende verso l'alto, al cielo {*Non ho intenzione di donarvi la mia morte, se è quello che credi. Ho intenzione di donarvi quella dei vostri nemici. Ma se mi rendessi conto che per proteggervi fosse necessario il mio sacrificio, non esiterei. Voi avete molto da perdere, e non voglio che succeda.*}
23:08 Eledhwen [Montagna]{orlo del burrone}la notte cala,eppure non v'è traccia di preoccupazione per quel fatto.Piú che al mondo circostante,é concentrata sull'uomo al suo fianco che replica e chiaramente la coglie in fallo[a far.. cosa?]si parlava di strade...ma é certa di essersi ancora una volta,persa qualche pezzo di collegamento.Per motivi a lei sconosciuti,l'uomo e compagno di missione,ha la facoltà di confonderla... già che ci vuole poco,ma così é pure peggio.Vede per quanto possibile,l'imbarazzo per l'uscita precedente, un imbarazzo che però in quel momento non ha fondamento...non sul pensiero della bicentenaria.Al continuare ad esercitarsi,ecco che però mantiene la presa sulla sua recitazione [le mie orecchie ti ringraziano!]usa il tono di chi sembra estremamente felice,quasi entusiasta...e si il volto riflette quella gioia...vuoi che non reciti fino in fondo?Ma quel momento di calma e recitazione passa.Passa nel momento esatto in cui parole che non vuole sentire giungono.Parole che una come lei...non vuol nemmeno che giungano più in là del semplice sfiorarla.Istintivo é l'irrigidimento[*la morte non é un dono*]non può parlare come vorrebbe,ma le labbra si serrano,lo sguardo si assottiglia e resta fermo,immerso nella notte più profonda [*tutti hanno qualcosa da perdere*]continua più lentamente [*é per non perdere quello che abbiamo che lottiamo...che torniamo vincitori,anche se a volte ammaccati*]si ferma per lunghi attimi [*il sacrificio non é contemplato*]e lo dice lei che nel momento del bisogno...ha scelto la strada più utile,che l'ha messa in pericolo.Per una buona causa.
23:24 Anarion [orlo del burrone/montagna] Sospira, lasciando perdere del tutto, ora come ora, la recita. Sta guardando il cielo, o melgio la macchia scura che gli corrisponde, priva di stelle o luna ad illuminare i loro volti. Ed ai pensieri che gli rivolge abbassa lentamente lo sguardo, il cappo tenuamente reclinato di lato, un sorriso amaro stampato sul viso, proprio di chi sà che quanto dice non viene gradito, e ne accetta comunque le conseguenze. E via, lascia perdere la via della mente, lasciando che sia la sua voce, quella autentica, a rivelarle una parte di sè. {No, se è fine a sè stessa non lo è. Ma se uccidere qualcuno significa saperti al sicuro, sapervi al sicuro, allora morte sia. Preferisco vedere i cadaveri di altri per terra, se non c'è altra via, che i vostri. Se questo mi porterà a dover stare da solo, ad essere considerato un assassino, un vigliacco, un..non so...un uomo privo di dignità..} Fà spallucce, come se alla cosa si fosse rassegnato. {..allora così sia. Cedo volentieri tutto questo in cambio della vostra incolumità, in cambio della consapevolezza che potrete dormire la notte sapendo che domani vedrete sorgere l'alba.} Di nuovo la guarda, ricambiando la sua espressione indurita con una propria di chi è quasi rassegnato all'idea che ha appena espresso. Quasi fosse consapevole che prima o poi accadrà. Sospira prima di abbozzare un leggero sorriso e guardare per un istante verso il basso, alla propria mano destra, e pi di nuovo incrociare lo sguardo con il suo. E la voce diviene un sussurro appena accennato. {Non so nemmeno chi sono, Raggio di Luna. Non so nulla.} Un istante, ed ancora. {Dimmi. Cos'ho da perdere io..}
23:43 Eledhwen [Montagna] {orlo del burrone} é calato un silenzio che di bello ha poco in quel momento le tenebre sembrano quasi artigliare la bicentenaria,che però non cede il passo.Silenta,e...si stupisce quando non é tramite il bracciale che giungono parole...parole che ancora non vuol sentire.Parole che professano azioni che non vuole vedere.Eppure le ascolta, le metabolizza.E lo sguardo,la rigidità del corpo...parlano molto di colei che é la dolcezza in persona.Ma niente in lei é dolcezza,solo la fredda consapevolezza[uccidere perché non si ha altra possibilità...non farà di te un vigliacco]verbia piano, atona[nessuno ti vedrà come assassino...non i tuoi compagni e nemmeno io]stringe le labbra [a volte si ha solo quella possibilità...ma questo non significa per forza sacrificarsi]lo sguardo resta lontano[vivi da lupo solitario...quando hai un branco,solo che non lo vedi]la voce appena udibile in quel vento[ogni tanto alza gli occhi e guarda chi ti circonda...e riconosci di non essere solo]e lei,la prigione della solitudine l'ha conosciuta.Per lunghi attimi tace,lascia scorrere il tempo,e alla fine scuote il capo[non c'è vittoria nel sacrificio di un compagno,non c'é alba che sia apprezzata se non nel guardarla tutti insieme]sospira,e lo guarda, sì,sposta lo sguardo e li lo tiene sul suo volto, proprio quando parole che ne straziano il cuore e l'animo giungono a lei.Parole che metabolizza lentamente[hai un motivo in più per non perdere la tua vita...non ricordi chi sei, ma esisti, da qualche parte sepolto nella tua mente c'é il tuo passato,c'é quello che ora credi perduto]sospira[e oggi esisti]gli ricorda[oggi,anche senza ricordi,senza memoria...sei qualcuno]non abbassa lo sguardo [non buttare via quello che hai oggi,adoperati per recuperare quello che hai perso]si tace a lungo[hai molto da perdere]piatta[te stesso,il tuo presente e il tuo futuro...dei compagni,degli amici e anche me]si include in tutto questo[non buttare la vita prima di averla conquistata].
00:11Anarion [orlo del burrone/montagna] Continua a guardarla mentre lei parla, sia che lo stia guardando, sia che stia guardando altrove. Non stacca le azzurre sporche dalle dorate per un istante che sia uno, proseguendo quasi nel contemplarla, fin quando il suo dire giunge al termine. Son seduti sul bordo di un burrone, in piena notte, a discreta distanza dalle ultime fiaccole accese del campo, con un vento che chissà chi lo manda, e se ne stan fregando della totalità delle cose, pensando solo a sussurrarsi confidenze. Ed in quelle confidenze, lui, stranamente, sorride, abbassando d'un nulla il capo. resta così per davvero pochi momenti, fin quando l'azzurro torna a cercare l'oro della donna, per quanto il mento resti abbassato. Ed è con un tono lievemente divertito, ma non di certo meno sincero, anzi, che le risponde. {Anche te....anche?} Gli viene quasi da ridere, ma non c'è la pur lontana ombra di scherno in tutto questo. Sembra quasi incredulo, in effetti, del suo essersi posta in fondo alla lista, al punto che, poi, riprende. {Bene, bene. Dunque. Poco fà mi hai chiesto come fai a fare cosa. Adesso te lo spiego.} Inspira a fondo, e per un istante le ciglia occludono la vista, prima di riaprirsi e rivelare l'azzurro macchiato di nocciola fisso su di lei. Le sta parlando a cuore aperto, e gli sta costando. Ma lo sta ffacendo in una serie di emozioni che non cela in alcun modo. {Poelios, Sephiro, Iago. Han provato a scavalcare, ad aggirare, ad abbattere il muro che ho messo attorno a me perchè mi illudevo, e forse mi illudo ancora, che rimanendo distaccato da voi possa fare meglio ciò che voglio, ovvero vedervi al sicuro, e felici. Tu...beh...tu hai guardato quel muro, hai fatto un bel sorriso, lo hai spostato con un soffio e sei passata oltre con la serenità di chi sta facendo una passeggiata su un prato. Ed ora, quella passeggiata te la stai facendo tra i miei sentimenti.} Un solo istante, ed infine. {Sei ancora convinta dell' "anche me", Eled?}
00:35 Eledhwen [Montagna]{orlo del burrone}ancora una volta,si susseguono parole...ancora una volta tutto cambia.Se prima c'era tensione ora...sente quel dolore,quella sofferenza di un tempo che fu.Eppure chiude tutto in un cassetto, perché la sua attenzione viene dirottata dalla voce altrui.Parlano di argomenti sgradevoli per lei,eppure li affronta e ora...non sa, non capisce cosa si agita nell'uomo.Proprio per questo, quando parla gli dona tutta la propria attenzione.Quella risata Per qualcosa che lei ha detto... qualcosa che probabilmente ha una misura differente da quella che da lei.Quel suo "anche" par davvero essere importante.Ma non chiede,tace e vuol capire cosa e dove vuole ora arrivare.Ed é proprio perché non vuole interrompere che resta zitta,chiude le labbra come se da un momento all'altro potessero decidere da sole di proferir parola.Ascolta e a ogni parola che viene detta...si trova a battere le ciglia,immobile come solo lei sa stare,lo fissa,anche in quella oscurità che la circonda,che li circonda,lo guarda e poco importa che si veda poco...conta ciò che dice.Resta zitta,e alla fine si trova ad abbassare lo sguardo.Ancora una volta trova in quelle parole...qualcosa che gli é stato detto,parole che avvalorano tesi che sembrano lontane.E il silenzio scorre,e alla fine lentamente apre bocca[ti illudi si]mormora[l'uomo più forte é quello che fa delle sue paure la propria forza,dell'affetto un motivo per vivere]sospira piano e con esso lo sguardo si abbassa[non sono io]verbia[sei tu ad avermi fatta entrare]chiude gli occhi e li riapre per poi guardarlo[io non ho fatto nulla,se non essere me stessa e...darti la possibilità di vedere un lato che altrimenti non avresti mostrato]scuote il capo[io...io non lo so]ammette ora[non so che valore mi dai]e il fatto che l'abbia chiamata per nome la dice lunga[non darmi più valore di quello che ho]che cosa dire?
00:58 Anarion [orlo del burrone/montagna] La fissa nel suo restarsene immobile, ricambiandone lo sguardo finchè non è lei ad abbassarlo. E quando lo fà, lui reclina appena di lato il capo in segno orse di incomprensione. Ma non indaga, lasciandole appieno la libertà di prendersi i propri tempi per rispondere, ed è dopo che ha finito che continua a guardarla, schiudendo le labbra di quel tanto che basta perchè da queste escano parole in sussurro appena accennato, consapevole probabilmente che solo lei l'odrà. {Han cercato di dirmelo in cento modi, poi arrivi tu e me lo fai capire.} Scuote appena la testa, sorridendo d'un nulla, una timida, leggera piega assunta dagli angoli delle labbra, ignara del vento che scompiglia i capelli, visto che il cervello ha troppo da fare per tenere a bada il battito del cuore. {Se è stato un moto d'animo a spingerti a sceglierli, che sia la tua anima a battersi per loro. Se non riesci ad isolare i tuoi sentimenti, che siano loro a renderti forte.} Annuisce appena, ed ancora, mentre l'indice della mano destra si solleva a cercare di sfiorare il centro esatto della sua fronte per un sol istante, e che vi riesca o meno, nuovamente mormora. {No, non sono stato io a farti entrare. Hai fatto tutto tu. E non è una colpa, anzi.} Inspira appena, prima di allontanare un po' tanto il volto, quanto la mano che torna a posarsi sulla roccia. {Ma su una cosa hai torto. Non puoi chiedermi di darti più o meno valore rispetto a quello che credi o pensi di avere. Non puoi esser tu a parlare con la voce del mio cuore.} Inspira a fondo, infine, incassando la testa tra le spalle ed andando, poi, a lasciarsi sfuggire un semplice. {Eled...Eled...}
01:21 Eledhwen [Montagna]{orlo del burrone}ancora una volta tutto muta sotto al suo sguardo.Qualcosa che non si aspetta,qualcosa che non sa come affrontare davvero...qualcosa che mai pensava fosse in procinto di accadere.Si limita a guardare il giovane umano al suo fianco,umano,uomo che quella sera nel loro parlare...li ha messi di fronte ad argomenti... inattesi.Le viene da sorridere quando ne sente la voce,quando ascolta quello che ha da dire[l'importante é capirlo...accettarlo e usarlo]mormora convinta,sebbene usi un tono basso,gentile.Lo guarda,lo ascolta e aspetta.sta aspettando che davvero metabolizzi quella rivelazione notturna...mentre stanno seduti in piena notte sull'orlo del precipizio.Che ci sia dell'ironico nel luogo e negli argomenti?Non può che far i conti con quanto viene detto,e nuovamente viene catturata dalle altrui parole[non ho parlato di colpe] commenta piano,non si sente colpevole...non ancora almeno[semplicemente non mi perdonerei se ti facessi del male involontariamente]e questo é un dato di fatto,un dato che non vuole approfondire ora,un dato che perde valore quando le rivelazioni non finiscono,e lei si trova con lo sguardo sgranato,per poi addolcirsi[non parlerò per il tuo cuore...non lo farò mai]sospira piano,a quel punto c'é l'incertezza del dire qualcosa di sbagliato,per questo non aggiunge nulla.Si tace e ascolta il suo nome che viene ripetuto quasi fosse una nenia e alla fine si limita ad avvicinarsi,a provare a toccargli una spalla,quasi a voler dargli conforto e supporto...e non verbia più guardando lontano [*se sarà necessario...ti proteggerò da me...*]non per parole, solo mente,che vanno da lei a lui, accompagnando quella notte che prima o poi andrà a finire.
01:37 Anarion [orlo del burrone/montagna] Guarda di fronte a sè mentre lei parla, volgendosi solamente alla sua terza frase, ed accigliandosi appena quasi non capisse del tutto cosa lei intenda. Ed è evidente dal come le sopracciglia disegnino una sorta di arco che si leva al di sopra del naso avvicinandosi agli occhi alle estremità, sebbene no, non abbia il monociglio. Son le ciglia a sarfallare di fronte agli occhi due o tre volte, prima che infine la sua voce raggiunga direttamente la propria psiche, adagiandosi tra i suoi pensieri e generando un lento, nuovamente rassegnato, sorriso. Che, a sua volta, precede lo schiudersi delle labbra. {E' inevitabile, forse. Se accetti l'esistenza della luce del sole, accetti anche l'esistenza dell'ombra alle tue spalle. Parlandoti di cosa mi succede, ho accettato il rischio, e lo correrò. Mi hai appena detto di vivere. Lo farai anche tu, me ne assicurerò.} Non si oppone al tocco della sua mano sulla propria spalla, restandosene ancora per qualche istante immobile, ma è mentalmente che risponde ad altrettanto mentale messaggio, nel {*No, non lo farai. Perchè se lo facessi volontariamente, mi feriresti volontariamente. Son stato sincero con te. Da te vorrò altrettanta sincerità*} Sorride appena, prima di prendere ad alzarsi sfruttando la postura assunta da lei per aferrarle una mano ed invitarla a fare altrettanto in un movimento sì delicato e gentile, ma non meno deciso. {Forza, andiamo a dormire. Siamo gli unici due imbecilli ancora in piedi, o meglio seduti, a quest'ora. Ti accompagno a fare la nanna, Raggio di Luna.} Ed attenderà che lei replichi, prima di, eventualmente, accompagnarla al suo carro e,, successivamente congedarsi da lei.}[end]
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