| | | OFFLINE | Post: 11 | Registrato il: 30/10/2016 | Città: BERGAMO | Età: 25 | Sesso: Maschile | Utente Junior | |
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29/07/2020 15:51 | |
Puoi per favore riscrivermi queste azioni correggendo gli errori? Puoi anche cambiare situazioni, così da non annoiarti.
Convertire il cuore+Bere sangue (Notte, luoghi affollati) [Locanda|Bancone]{Materiale, Innate} Poggia il boccale sul piano di legno, scrutando la sala comune con un fare sospetto. Ha in mente qualcosa. Sta appollaiato sul proprio sgabello, girato verso il centro della sala, stasera ci sono pure un paio di bardi a rallegrare l’aria, ma ancora poca gente che si abbandoni alle danze, un’occhiata d’intesa viene lanciata alla ragazza che è venuta con lui [la movimentiamo un po’ sta serata?] una domanda retorica, perché ha già ripreso il boccale in mano, ma non per bere. Comincia a batterlo sul banco, non troppo forte, ma ben udibile nella sala, specie lì dove diversi avventori sono ancora seduti al bancone e ai tavoli circostanti. L’orecchio cerca di captare il battito della ragazza al suo fianco, il più vicino e facile da sentire. Una serie contrazioni leggermente accelerate da quel che ha bevuto finora. E’ da lì che parte, di colpo in colpo allinea il ritmo alla frequenza della giovane, raggiungendo lentamente una sincronia, che ai più passa inosservata, pare solo un tizio con un boccale che fa casino. Ma è ora che entra in gioco il suo cuore, ha ormai raggiunto una buona sincronia, con lei, ma anche con altri ragazzi seduti ad un tavolo, che per costituzione e alcol ingerito dovrebbero sostare su una frequenza cardiaca simile, anche in questo caso cerca di meglio sentire e vedere le contrazioni delle carotidi di quei giovani poco distanti, andando a virare la frequenza di quanto basta per prendere il ritmo di ciascuno, e lentamente allinearli ai colpi che di volta in volta dà sul tavolo. [Convertire il cuore 1\1]
[Locanda|Bancone]{Materiale, innate} Tum, tum, tum, tum. Non si ferma, nonostante le occhiate perplesse che riceve. Oramai il suono va avanti da un po’, e comincia a fare da metronomo per i cuori di quelle poche persone nelle sue vicinanze. La ragazza che è con lui, e quattro giovani ad un tavolo poco vicino. Ci siamo, ormai sono tutti e cinque legati al ritmo dei suoi colpi, che lentamente accelerano, ed accelerano ancora, fino a una velocità di crociera di tre ogni due secondi, come quella della musica che rallegra la taverna. Ci vuole un poco perché si inizino a notare i primi effetti. Un ragazzo che si allarga il colletto della camicia, il respiro della sua vicina di sedia che si fa più pesante. Questi cuori stanno pian piano montando a un ritmo decisamente troppo alto per restare seduti, li vede, si iniziano ad agitare, si guardano straniti, certo, difficile che intendano cosa stia agendo su di loro. Anche al suo fianco inizia a sentire delle variazioni nel battito di lei che è così vicina da poterne vedere la carotide che affiora dal collo lungo e magro, pompando con più forza, e ad un ritmo via via più sostenuto. Ci siamo quasi, oramai può smettere di battere, questo processo si porterà avanti da sé. Non gli resta che ridersela sotto i baffi e guardare il fermento crescente che si sta generando a quel tavolo poco distante a lui.
Jehrome usa: Convertire il cuore
[Locanda|Bancone]{Materiale, Innate} Ed ecco che le vittime di quell’incanto iniziano ad alzarsi dal tavolo, probabilmente sentendosi strette, incastrate in quelle scomode seggioline, signorine accaldate, ragazzi col fiatone, non c’è dubbio, è merito suo. La sala da ballo va pian piano popolandosi, aggiungendo qualche partecipante alle danze, l’atmosfera si scalda, alla fine il Drakul ci ha solo messo quella scintilla che ha fatto partire la miccia, ecco altri che si aggregano e vanno a rimpolpare la pista, unendosi alle danze. Altri avventori si esaltano e cominciano a battere i boccali a loro volta, ed il giovane immortale se ne compiace. Con inaspettata grazia gira su se stesso (Sembra quasi che sia diventato stiloso per sbaglio, con la rinascita) e salta giù dallo sgabello, raddrizzandosi il cappotto quanto basta a farlo tornare presentabile. Si volta verso la propria accompagnatrice e con un ghignetto divertito si profonde in un inchino [Mi concedete questo ballo?] la guarda con una punta di malizia, con quel suo fare da canaglia che da quando è morto si è persino spinto più in là piuttosto che acquietarsi; rimane fisso sulla ragazza l’occhio, attraversato da quel misterioso bagliore tipico dei suoi simili. Allunga una mano verso l’altra, che sarà libera di prenderla per essere accompagnata in centro alla pista, in mezzo a tutti quegli scalmanati che un po’ grazie al Drakul, un po’ grazie alla contagiosità stessa del divertimento, ora affollano la sala da ballo. E tra tutti quei cuori palpitanti e sovreccitati, ce ne sarà uno innaturalmente lento e calmo, il suo.
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[Piazza]{Materiale, innate} esce dalla locanda, a braccetto con colei che per stasera è la sua signorina, hanno fatto baldoria in sala da ballo, specie dopo il suo “aiutino” che ha infiammato gli animi danzanti degli avventori. Sono entrambi di buonumore, e come non esserlo, dopo una così piacevole serata. Certo, è il motivo per cui lei è contenta, lui invece si sta pregustando la sua personale festa che sta per arrivare. Raggiungono la piazza in giusto un paio di passi, erano proprio dietro l’angolo, fa buio e di luminarie accese ce ne sono ben poche, ma non gli cambia molto, perché in quel caos passare inosservati è abbastanza semplice, e la sua accompagnatrice è alquanto alticcia, sarà facile. Gli sta attaccata al braccio, un po’ perché è riuscito a intrattenerla come si deve nell’arco della serata -è con piacevolissima sorpresa che sta riscontrando di attrarre molto più facilmente le donne, da quando è morto- e un po’ perché ha un equilibrio leggermente minato dal vino. Il sorriso proprio non glielo si riesce a levare dalla faccia questa notte, eccoli in piazza, sembra esserci qualche sorta di rappresentazione, altri musicanti che attirano le folle a sé, tanto meglio. Sono in una zona abbastanza esterna, al limitare delle mura delle case, lontani dall’illuminazione e dai musici che si portano via gli sguardi degli astanti, non che ci sia nulla di sospetto in questa normale coppietta di ragazzi, venuti in piazza a divertirsi. Costeggiano un muro di una casa, muro verso il quale conduce la ragazza, che va detto, al muro ci si lascia mettere più che volentieri. Senza indugio le porta la manca dietro al collo e la dritta al fianco. Una sosta breve quella sul fianco, il piano inferiore pare essere più interessante. Il solito luccichio gli attraversa gli occhi mentre con un ghignetto malizioso le si fa sempre più vicino, lasciando che sia infine lei a chiudere la distanza che separa i loro volti. Inizia a farle abbassar la guardia, per farsi strada verso il suo collo non appena la sentirà più vulnerabile. [Sott. 1]
[Piazza]{Materiale, Innate} Una normalissima coppietta che amoreggia in piazza, questo vedono i passanti, e in effetti è quello che sta succedendo, se non fosse che dopo un relativamente insipido -piacevole sì, ma solo per metà, come per tante altre frivolezze che ancora si concede- periodo di sosta sulle labbra della signorina, procede oltre, per raggiungerne l’orecchio. Dolci parole d’amore, accattivanti allusioni, solo i sette sanno cosa effettivamente le abbia sussurrato, fatto sta che in risposta riceve quella risatina acuta ed oblunga di una ragazza ubriaca che ha appena ricevuto una lusinga. Ed ella risponde, divertita, a quel suo gioco di sussurri che li vede vicini, intimi. I canini ormai sono già fuori, è fin troppo vicino alla sua giugulare per poterli tenere rinfoderati. Le poggia le labbra al collo, causandole un fremito, giustamente, può inventarsi tutte le strategie che vuole, ma un suo bacio sarà sempre freddo, specie prima di aver pasteggiato. Prima prova andata a buon fine, resistere alla tentazione è ben più arduo di quanto si aspettasse, ma deve essere sicuro di avere il tempo e la fiducia altrui per poter mordere indisturbato e... sembra sulla buona strada per ottenerli. Qualche ultima parola va all'orecchio della ragazza, di nuovo in un debole sussurro, che di nuovo alza una risatina, prima che la sua manca cambi posizione, scorrendole dal lato del collo alla nuca in quella che sembra una carezza, ma altro non è che un gesto che gli garantirà una presa più salda entro qualche istante. Inizia a scendere di nuovo verso il collo, ci siamo. [Sott.2]
[Piazza]{Materiale, Innate} Di nuovo le poggia le labbra al collo, e di nuovo la giovane si scompone al freddo tocco del Drakul in una zona così intima e sensibile. Ed ecco che in quel momento di maggiore scopertura, va ad aprire la bocca ed affondare i canini. Eventuali divincolamenti saranno compensati dalla mancina, che è ben chiusa sull’altro lato del collo, non dando alla fanciulla modo di spostare la testa. E’ un urletto strozzato quello della ragazza, tranquillamente scambiabile per un gemito di piacere che viene preso in scarsa considerazione da quei passanti che potrebbero girarsi in direzione dei due, per poi di nuovo voltarsi dall’altra parte. Dopo quell’attimo di dolore infatti, entrambi sono colti da quell’intenso e vibrante piacere che ormai lui conosce fin troppo bene, persino l’altra non ha che abbandonarsi ad esso, ora che i denti sono del tutto piantati nel suo collo. Ingolla avidamente tutto il sangue che riesce, nessuna ferita che si richiude. Questa sera si beve per piacere, non per necessità. Assapora con una certa soddisfazione anche l’alcol che in quel sangue si fa ben sentire, alcol che aggiunge quel formicolio extra al solito piacere del morso. Una volta finito si stacca dalla fanciulla, andando a richiudere le ferite e ripulire il sangue rimasto sul collo, rimanendole poi a qualche centimetro dal volto; è chiaramente confusa da quanto è accaduto, non parla nemmeno. Un ultimo sorriso le regala, prima di schioccarle un bacetto a fior di labbra, come quelli che si danno i bambini, ed un occhiolino, che decreta la fine di quel gioco che è stato la sua serata. Si dilegua, quindi, lasciandola confusa e stordita, poggiata ad un muro, presto dimenticherà tutto, sarà stata solo una serata che l’ha vista bere un po’ troppo.
Jehrome usa: Bere sangue
- Fammi qualche azione di trasformazione Nebbia > Animale
Nebbia>Animale [Conca del Tuono|Vicolo]{Immateriale>materiale, innate} Le notti di luna nuova sono le migliori per farsi un giretto nei quartieracci della Conca, per osservare quella bizzarra vita notturna alternativa della valle del duplice, dove l'eleganza e la raffinatezza di costruzioni e prodotti regnano sovrani, così come non visti lo fanno anche dissolutezza e depravazione. E lui non può non godersi almeno la vista di quella dolce bolgia che sono i mercati neri, tutt'altro paio di maniche rispetto al lusso borghese del quartiere commerciale. Sbuca dalla terra, tra le ombre, invisibile ai più, e in ogni caso nascosto anche dalle vie maggiori, questo passaggio è meglio farlo lontani da occhi indiscreti. Esce quindi completamente dalla pavimentazione del viottolo, come se stesse trasudando dalle righe tra le piastrelle, e comincia a richiudere su sè stessa quella forma amorfa e impalpabile, iniziando a delineare una sagoma che lentamente va acquisendo consistenza e peso. Ancora nulla che possa definirsi umano è apparso, ma qualcosa inizia ad abbozzarsi.
[Conca del Tuono|Vicolo]{Materiale>animale, innate} Ci siamo, dal basso verso l'alto, riacquisisce il proprio corpo fisico, con tanto di armi e vestiti. Sono le suole degli stivali le prime ad apparire, seguite poi dal resto della calzatura, dalle braghe e da quel cappotto marrone che non si cambia praticamente mai. Sotto di esso, di pari passo, riprende forma il suo essere materiale, che va a concludersi con la comparsa delle braccia, ed infine della testa. Ed eccolo lì, un ragazzino si potrebbe dire, apparso dal nulla in mezzo ad un vicolo buio e vuoto. Fa un paio di passi, ma non fa nemmeno a tempo a riprendere confidenza con il proprio corpo che già gli sta dicendo di cambiare di nuovo. Primo indizio di questo cambiamento è un puntino nero proprio in mezzo agli occhi, sul ponte nasale, un punto che si espande correndo lungo i due lati del ponte andando a coprire in qualche istante l'intera orbita, oltrepassandone il bordo e formando una sorta di mascherina che va a coprire gli occhi per intero, da poco sopra il sopracciglio fino al confine con l'osso zigomatico verso il basso, Sfilando lateralmente in due punte che quasi raggiungono l'attaccatura dei capelli. In un battito di ciglia gli occhi, da grigi che erano, diventano due rosse biglie di vetro, prive di sclere, pupille o parvenze di vitalità se non un irreale scintillio riflesso. Piega il ginocchio al passo successivo, e comincia ad inarcarsi in avanti, per quando la sua mano avrà toccato terra dovrebbe già essere diventata una zampa.
[Conca del tuono|Vicolo]{Animale, innate} E la zampa infine si forma proprio mentre raggiunge la pavimentazione, nel mentre che si inarcava per mettersi a quattro zampe il corpo si è notevolmente ridotto in dimensioni, i vestiti e la pelle sono stati sostituiti da una folta pelliccia tutta nera e rilucente, che lo ricopre per intero, lasciando sparire quella mascherina comparsa all'inizio in un unico manto monocromatico. Gli occhi invece sono rimasti le stesse biglie carminie, infine ecco che una soffice e lunga coda gli ha fatto capolino dalla schiena, ed è pronto alla sua passeggiata notturna. In questo posto e in questo momento alzerebbe più sospetti passeggiando a piedi che in quella forma. Di animali strani a conca ne stanno tanti e nessuno ci fa troppo caso, mentre una persona che emana costantemente magia attirerebbe più facilmente l'attenzione. Ha persino imparato delle basi di discrezione il nostro Jeh. Zampetta fuori dal vicolo, guardandosi attorno con lo sguardo curioso tipico della specie in cui è mutato. Come si aspettava, gli sguardi dei passanti o non lo inquadrano proprio, o sostano su di lui per giusto qualche istante. Tempo di farsi una bella vasca nei mercati neri, si sa mai che salti fuori qualche baruffa divertente a cui assistere.
- Fammi qualche azione dove il tuo pg mostra i tratti animali
Tratti [Torre Nera|Sala arcana]{Materiale, innate} Arriva di corsa nella stanza richiudendosi dietro la porta con un po' troppo vigore, tanto da far accogliere il suo arrivo da una delle solite occhiatacce del Maestro [Eccomi, non sono in rit-] si arresta nel parlare, fulminato da un'occhiata particolarmente feroce [Magari sono -un po'- in ritardo ecco] ammette con un'espressione un po' piatta, non può ribattere in effetti, solo beccarsi l'odio del proprio maestro ancora qualche istante. Cambia argomento [Comunque ho un "volto da battaglia" pure io ora, proprio come te e Ghàsh] difficile che l'altro gli creda, ma pare molto convinto mentre gliela butta lì, con fare allusivo e misterioso. Si prende qualche istante per creare della suspance [Ci sei? sei pronto?] accoglie lo sguardo fisso e ben poco amichevole come un tacito assenso, e procede. Porta la dritta di fronte agli occhi, coprendoli con la mano per il lungo, e dopo qualche istante apre uno spiraglio tra le due coppie di dita, scoprendo un occhio sinistro completamente rosso, contornato da palpebre ed orbita nere come il carbone [Ti ho lasciato senza parole eh?] commenta tronfio verso il mezzodemone, che di nuovo si limita a fissarlo con un certo sprezzo.
[Torre nera|Sala arcana]{Materiale, innate} continua il suo teatrino, togliendo la mano dalla faccia e mostrando il suo “volto di battaglia”, che non è certo paragonabile al completo cambio di fattezze del maestro, ma è sicuramente d’impatto, almeno nella sua testa [figo sì?] cerca sorpresa negli occhi del maestro, ma ci trova solo disprezzo e stizza. Come al solito. [Dai era una cosa simpatica... ho detto che mi dispiace per il ritardo] no, non lo ha detto. Tenta di portare avanti la cosa ma il composto sdegno del mezzodemone basta e avanza per abbattere il suo entusiasmo sempre di più. Sospira, un sospiro teatrale, dettato dall'abitudine [va bene va bene, niente volto di battaglia] borbotta facendo ritirare quella buffa maschera, senza strani giochi di mano, stavolta. E nulla, si guardano per un po', senza dirsi nulla. Un muto dialogo dei loro, uno che guarda l'altro come se lo volesse scuoiare sul posto -intenzione non del tutto improbabile- e l'altro che di rimando lo fissa con l'intensità con cui una marmotta scruta l'orizzonte. Spezza infine il silenzio, il Drakul, rivolgendosi al maestro [Comunque... perchè mi avevi chiamato qui?]
- Fammi qualche azione dove viene usata la Forma Animale (e cerca di mettere tutte le sue peculiarità)
Animale [Boscaglia]{Animale, innate} Stasera nulla da fare, pertanto... si fa un po' il procione in giro. Perchè? Beh… perchè non c'è niente da fare. Zampetta quatto quatto tra un albero e l'altro, piccola ombra nera nella notte, in esplorazione del bosco. La struttura fisica non è agile come quella di un gatto nè stagna come quella di un cane, è una cosa un po' a metà lui, un buffo animale che ricorda un po' un orsetto, ma dalle orecchie triangolari e munito di una coda lunga e soffice. Non presenta purtroppo la livrea tipica, avendo un manto completamente nero, niente mascherina nè coda ad anelli per lui, e gli occhi rossi non concorrono a farlo mimetizzare appieno con la fauna locale. Poco importa, di notte nessuno si curerebbe comunque di lui, nè riuscirebbe ad avvicinarglisi in tempo, visto che ha pur sempre un paio d'assi nella manica, tra i quali: vedere al buio, fare discretamente meno rumore di un essere umano e anche poter contare su una discreta agilità di movimento. Agilità che decide di mettere alla prova su un albero, un grosso salice che da su un piccolo stagno. Arriva ai suoi piedi, osservandolo e valutando la sfida che gli si prospetta di fronte. Poggia la zampa anteriore sul tronco, saggiando la corteccia con gli artigli, dovrebbe riuscire a risalirlo. Porta quindi anche la seconda su di esso, e vi si aggrappa saldamente, tutt'altra cosa che salire su un albero con le normali mani nude di un uomo. Ma per un procione è il piede a far la differenza. Piedi forti ed artigliati a loro volta, che non appena si vanno ad agganciare al tronco gli danno tutt'altro senso di stabilità rispetto alle sole zampe anteriori. Guarda in alto, verso la sua destinazione. È tempo di salire.
[Boscaglia]{Animale, innate}Ed eccolo che inizia, lento e maldestro, a risalire il salice. Non si può dire che abbia la stessa abilità di un procione selvatico, ma se la cava. Prima l'anteriore in appiglio, poi la posteriore che ben si pianta e permette alla seconda di salire sullo stesso livello, poi l'anteriore opposta, e si ripete speculare. Jehrry scalata, lo chiamavano. Ripetendo quella macchinosa serie di movimenti riesce a raggiungere una biforcazione, e a proseguire su un ramo alto, meno scosceso del tronco ma più piccolo. Anche in questo caso gli artigli aiutano parecchio, ha un equilibrio alquanto saldo su quello stretto stecco di legno che lo sostiene. Ed eccolo lì, acquattato sopra allo stagno, sul ramo del salice. Sarebbe uno scenario degno di un dipinto. Ma non tutti i sogni durano per sempre, ed ecco che una raffica ventosa lo sbilancia proprio nel momento più inaspettato. Scivola di lato, restando appeso per le anteriori al legno, ma c'è ben poco da fare, è questione di secondi prima che perda del tutto la presa e voli di sotto, un tuffo di testa di qualche metro dritto nell'acqua salmastra. Riemerge nuotando in modo sconnesso e sincopato, fino a riportarsi a riva e lasciarsi andare sulla schiena, la pelliccia è fradicia e la figura vaporosa e soffice appare ora smilza e deperita a causa del pelo che gli si è appiattito addosso. Per oggi è meglio smetterla di fare il procione in giro.
- Stessa cosa con la Forma Nebbia
Nebbia [Accampamento|Tenda del generale]{Immateriale, innate} "Oh, mandiamo Gourmet a fare la spia, che tanto può sparire quando vuole" grande idea per una gran bella serata. Ed ora eccolo lì, una nube incorporea nascosta sotto l'ombra di un grosso tavolo. Ferma. Son due ore ormai che se ne sta lì sotto ad ascoltarsi le ciance dei soldati, ma gli è stato espressamente detto di tornare con delle informazioni. E quindi eccolo lì, a fare la muffa in attesa di un generale che sembra essersi perso per le strade del suo stesso accampamento. Ci vuole ancora qualche minuto prima che appaia, chiacchiera amabilmente con i suoi secondi in capo. E Jehrome la nuvoletta ascolta, sotto al tavolo, quello stesso Jehrome che un tempo si sarebbe fatto fregare da un bambino non molto sveglio ora è a fare la spia proprio nel cuore del territorio nemico. Se avesse un volto in questo momento, però, sarebbe decisamente quello della noia. Non è di certo l'intrigante ed avventurosa vita da spia che si aspettava. Nessun inseguimento sui tetti, nessuna corte in cui infiltrarsi, nè fanciulle da sedurre, no. Una nuvoletta ferma sotto a un tavolo che spera di sentir dire qualsiasi cosa che abbia un minimo valore strategico, e si deve invece sorbire tutte le ciarle del generale e del suo cavallo che ha preso una storta. Almeno fin quando non entrano nel pieno del discorso, lì finalmente l'attesa inizia ad avere un senso, è il momento di tirar fuori qualcosa di succoso, signor generale.
[Accampamento|Tenda del generale]{Immateriale, innate} C'è una certa soddisfazione nell'animo del giovane Drakul, i vertici dell'armata stanno spiattellando tutto il loro piano d'attacco segreto, un punto dopo l'altro, e lui deve semplicemente ascoltarli, finchè un mago (uno piuttosto potente, per di più) non dovesse passare nei paraggi, nessuno avrebbe modo di notarlo. Non ha fatto nessuna magistrale infiltrazione nè sedotto ragazze con il suo misterioso fascino spionistico, ma tutto sommato raccogliere informazioni in questo modo è decisamente meno rischioso ed anche più comodo, col senno di poi. Ma non ogni gioia dura per sempre, difatti ecco che alla fine il mago che tanto si sperava non arrivasse (per fortuna non abbastanza potente da sentire che la fonte di magia è proprio in quella tenda) è giunto per allertare della presenza di un'anomalia. Meglio filarsela, non ci caverà più nulla ora, ma qualche spostamento di decurie, e qualche obiettivo dell'armata li ha sentiti, va più che bene per lo sforzo abbastanza irrisorio che gli è costato. Come se non fosse mai stato lì, scende, nel terreno, da sotto quel tavolino, cominciando ad andarsene mentre dei militari confusi setacciano il campo in cerca del nulla. E lui se ne scivola via, sottoterra, muto e privo di espressione, ma ridendo dentro, verso una zona sicura in cui tornare materiale e potersi rimettere in marcia per Dalsida.
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Jehrome, Cicciasangue Lv.8
Lob, Pellegialla lv.1
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