| | | OFFLINE | Post: 10 | Registrato il: 30/10/2016 | Città: BERGAMO | Età: 25 | Sesso: Maschile | Utente Junior | |
|
22/07/2020 11:16 | |
C'è differenza tra fisici e magici, quale?
Dunque in effetti mi son scordato di precisarlo, ma è decisamente importante. I danni fisici sono diretti all’ “involucro” del Drakul, quindi anche se lo compromettessero a tal punto da -in termini off- mandarlo a 0 pf, ne causerebbero la distruzione ma non la morte. I danni magici invece intaccano l’essenza stessa del Drakul e quindi lo possono anche uccidere in modo definitivo, sempre mandandolo a 0 pf.
Riguardo la magia ti chiedo di rappresentarmi il tuo concetto esposto, con l'uso di un paio di skill magiche a tua scelta, che ovviamente possiede il tuo pg in questo momento. Fammi qualche azione d'uso con Jeh Drakul e Jeh mortale.
A lezione con Jehrome (Umano)
[Torre Nera|Salone] Serata tranquilla, niente da fare e nessuna cripta in cui andare ad infilarsi, almeno per oggi. Siede al tavolo con un boccale di birra e un osservato a fargli compagnia. E’ nella solita tenuta “estiva”, un camicione verde, largo, e un paio di pantaloni leggeri di cotone, comunque non abbastanza per sopportare il clima torrido della palustre, diverse chiazze di sudore macchiano le vesti a riprova di ciò. chiaramente il ciondolo ed il monile baluardo sono sempre indosso, perché non si sa mai. […Vuoi vederla… una roba tosta?] se ne esce con un tono un po’ perso. Perso, sì, perché nel mentre è già tutto preso ad accumulare l’ars per dare all’osservato una piccola dimostrazione, anche se probabilmente lo fa più per se stesso che per l’altro. Lenta monta, quella magia a cui ormai è piuttosto avvezzo, come una pagnotta in forno, nel frattempo ascolta distrattamente le parole del compagno, apprezzandole solo in parte, rivolge qualche [hm] ma la sua attenzione è altrove, è su quella piacevole sensazione di potere crescente dentro di sè, che aumenta ed aumenta ancora. Un sorrisetto compiaciuto inizia a formarsi mentre già la dritta formicola, stringendo -per ora- il vuoto. [Conc.1]
Jehrome usa: Caos imperturbabile
[Torre Nera|Salone] Sprigiona infine quanto raccolto negli istanti precedenti, ed è con un allegro [Opplà] che annuncia la comparsa di uno spadino di un fucsia molestissimo nella sua mano destra. Lo guarda per qualche secondo, lo gira, lo fa volteggiare sopra il tavolo per guardarlo da più angoli [figo eh?] commenta verso l'osservato, gonfio di soddisfazione. [Questa è una magia piuttosto utile sai?] prosegue, snodando il polso e continuando a giocherellare con l'arma tenendola tra i due. Non si è ancora levato il sorriso dalla faccia, per qualche attimo ancora si perde ad ammirare il suo operato, ed infine lo fa svanire, così come lo ha richiamato. [La puoi tirar fuori quando ti pare, e passa in mezzo alle armature, tanta roba eh?] ridacchia; la mano resta chiusa sul vuoto per qualche secondo ancora, prima di tornare a poggiar sul tavolo. Prende la birra con la manca e ne butta giù un'abbondante sorsata, seguita da un bel [ahhhh]. Porta gli occhi sul povero osservato che si sta sorbendo ormai da un'ora e passa i suoi discorsi [Che dici, andiamo a cercare Anon?]
Jehrome usa: Arma fatua
A lezione con Jehrome (Drakul)
[Torre Nera|Salone]{Materiale|innate} Serata tranquilla, niente di importante da fare e nessuna cripta in cui andare ad infilarsi. Siede al tavolo con una birra ed un osservato a fargli compagnia, la birra è più che altro d’immagine, la beve tanto per darsi un tono, e per continuare il divertente teatrino di Jeh il normale ragazzo umano. Indossa i soliti vestiti, il cappotto marrone che ha comprato qualche mese addietro abbinato alla veste in pelle che gli hanno dato in abbinamento al primo, nonostante il caldo li tiene comunque, tanto non soffre la temperatura e nemmeno suda ormai. Baluardo e ciondolo sono in bella vista, quelli certo non è il caso di dimenticarseli in stanza. Guarda con fare divertito l’osservato, e lo ascolta parlare riguardo magie, progetti e quant’altro [Beh] esordisce [ci sono un paio di trucchetti che dovrai imparare, per tenerti le terga al sicuro] il tono è disinvolto, tranquillo, quasi non si direbbe che sta richiamando l’ars a sé. La sente, parte dal cuore, e lentamente comincia a discendergli lungo il braccio destro, seguendo il decorso dei vasi. Dar forma alla magia ormai è un processo quasi fisiologico del suo stesso essere. La dritta resta aperta sul tavolo, in attesa di essere occupata da quella piccola spada fucsia che più volte gli ha appunto salvato le terga. [Sta a vedere] commenta infine, facendo un cenno con il mento verso la propria mano, e poi tornando a guardare il proprio “allievo”, se così lo si può definire. [Conc.1]
Jehrome usa: Caos imperturbabile
[Torre Nera|Salone] Senza troppi complimenti, l’arma gli si forma in mano in un flusso di fiamme diafane, di quel rosa che fino a poco tempo fa considerava abbastanza ridicolo, e a cui ormai è abbastanza affezionato, a modo suo. Stringe il pugno sulla spada, e porta la mano verso il centro del tavolo, ove anche l’altro la possa vedere con agio [Figo eh?] lo incalza, continuando ad osservarlo, curioso di vedere la sua reazione a questo incanto tanto semplice quanto scenografico. [Questa te la puoi portare dove vuoi, non c’è perquisizione che tenga] annuisce lentamente al proprio dire, lasciando quindi che l’arma si sfaldi dissolvendosi in silenzio nell’aria, così come è apparsa. [E passa attraverso le armature, che non è male] ha una certa credibilità nonostante le fattezze da ragazzino, ma d’altronde l’altro è lì da poco, non è difficile mostrarsi autorevoli di fronte a chi ancora sta processando tutte le stranezze che ti investono quando varchi i cancelli della palustre. Lascia che il discorso si chiuda da sé, o meglio, se ne tira fuori con un sorrisetto soddisfatto, e con la manca va a prendere il boccale, dando un lento sorso alla propria birra. Un leggero sbuffo del naso in segno di gradimento, mera recitazione, visto che non la gradisce più di quanto da vivo avrebbe gradito un bicchiere d’acqua (anche meno a dirla tutta), e nemmeno respirare è qualcosa che davvero gli sia necessario. [Che dici, andiamo a cercare Anon?] favella, mentre già si alza.
Jehrome usa: Arma fatua
Fammi qualche azione sull'uso di questa skill:
Convertire il cuore Drakul Il Drakul appartenente al Regno dei Viventi, sa perfettamente che il cuore e le emozioni che è in grado di suscitare, hanno una loro importanza essenziale. Sbattendo le dita o un oggetto su una superficie qualsiasi che provoca rumore, il Drakul è capace di allineare tale suono al cuore di altri che lo circondano, impiegando UN turno per raggiungerne la totale affinità. Dal turno successivo, se il Vivente accelera o diminuisce il ritmo del battito, provoca rispettivamente adrenalina o affaticamento nel corpo di chi ne è influenzato decidendo come convertire tali emozioni con le parole o con la volontà. L'area di effetto corrisponde all'area di udibilità del rumore. Se fatto su PNG, il risultato e la quantità di PNG influenzati è a discrezione del Master, basandosi sui Punti Mente o abilità di Carisma o Intimidazione. Se fatto invece su PG, ogni vittima nell’area del suono (che varia a seconda del rumore utilizzato) avrà diritto a un tiro salvezza (d6) e se otterrà 5 o 6 sarà immune alla skill. L'entità degli effetti sarà decisa dal master in base ai punti Mente e a eventuali skill di carisma e/o intimidazione. In ogni caso il numero massimo di bersagli non può essere superiore al Livello del Drakul. Skill utilizzabile MAX 1 volta a giocata.
Convertire il cuore Role
[Locanda|Bancone]{Materiale|Innate} Poggia il boccale sul piano di legno, scrutando la sala comune con un fare sospetto. Ha in mente qualcosa. Sta appollaiato sul proprio sgabello, girato verso il centro della sala, stasera ci sono pure un paio di bardi a rallegrare l’aria, ma ancora poca gente che si abbandoni alle danze, un’occhiata d’intesa viene lanciata alla ragazza che è venuta con lui [la movimentiamo un po’ sta serata?] una domanda retorica, perché ha già ripreso il boccale in mano, ma non per bere. Comincia a batterlo sul banco, non troppo forte, ma ben udibile nella sala, specie lì dove diversi avventori sono ancora seduti al banco. Certo qualcuno lo guarda un po’ storto, d’altronde non c’è quel tipo di fermento da giustificare quel gesto, ma lui continua imperterrito a battere su quel ritmo sostenuto. Ridacchia, è ben consapevole che il suo cuore stia lentamente infondendo la sua essenza in quei colpi ritmici e veloci, non sincopati, ma di certo abbastanza da iniziare a causare disagio in chi è ancora seduto. E continua: tum, tum, tum, tum, tum, tum. Tre colpi ogni due secondi, un ritmo pimpante e allegro, che porti gli astanti ad alzarsi dal tavolo e buttarsi in pista. E per quanto possa goderne solo a metà… il risultato dovrebbe rivelarsi piacevole alquanto, sia per lui che per lei che lo accompagna. [Convertire il cuore 1\1]
[Locanda|Bancone]{Materiale|Innate} Le prime vittime di quell’incanto iniziano ad alzarsi dai tavoli, probabilmente sentendosi strette, incastrate in quelle scomode seggioline, signorine accaldate, ragazzi col fiatone, non c’è dubbio, è merito suo. La sala da ballo va pian piano popolandosi, aggiungendo qualche partecipante alle danze, l’atmosfera si scalda, alla fine il Drakul ci ha solo messo quella scintilla che ha fatto partire la miccia, ecco altri che si aggregano e vanno a rimpolpare la pista, unendosi alle danze. Altri avventori si esaltano e cominciano a battere i boccali a loro volta, ed il giovane immortale se ne compiace. Con inaspettata grazia gira su se stesso (Sembra quasi che sia diventato stiloso per sbaglio, con la rinascita) e salta giù dallo sgabello, raddrizzandosi il cappotto quanto basta a farlo tornare presentabile. Si volta verso la propria accompagnatrice e con un ghignetto divertito si profonde in un inchino [Mi concedete questo ballo?] la guarda con una punta di malizia, con quel suo fare da canaglia che da quando è morto si è persino spinto più in là piuttosto che acquietarsi; rimane fisso sulla ragazza l’occhio, attraversato da quel misterioso bagliore tipico dei suoi simili. Allunga una mano verso l’altra, che sarà libera di prenderla per essere accompagnata in centro alla pista, in mezzo a tutti quegli scalmanati che un po’ grazie al Drakul, un po’ grazie alla contagiosità stessa del divertimento, ora affollano la sala da ballo. E tra tutti quei cuori palpitanti e sovreccitati, ce ne sarà uno innaturalmente lento e calmo, il suo.
Jehrome usa: Convertire il cuore
E su quest'altra skill:
Bere il sangue Drakul Il Drakul può ricavare il suo nutrimento da un altro essere vivente. Tale skill può venire utilizzata su personaggi dal sangue mortale come Umani, Elfi, Mezzelfi, Nani, Goblin, Mannari, Mutaforma, Sirenidi e Drakaal. Non funziona su Aasimar ed Elementali. Il sangue di un altro pari razza può essere bevuto, ma non si avrà l’effetto nutritivo.
Dopo DUE turni di sottomissione (fisica o mentale, ma non necessaria se consenziente) della preda, il Drakul può berne il sangue. Durante il morso si dovrà tirare un dado pari alla salute della vittima, dove il minimo recuperato saranno 10pf e il massimo i punti necessari al ripristino della salute del Drakul. I punti Salute recuperati saranno tolti alla vittima, che li recupererà in autoguarigione 5 punti al giorno. Il morso genera un tale coinvolgimento fisico e mentale tra Drakul e preda, che lascerà in confusione quest’ultima, la quale non ricorderà assolutamente niente dell’atto, a meno che non sia il Drakul a volerlo (ad esempio, nel caso di vene prescelte).
Se il Drakul è di clan razziale Defunto: il sangue bevuto può essere solo di una creatura vivente. Nel caso appartenga a un pg con Punti Mente maggiori di 110, al Drakul è concesso un bonus (temporaneo) a discrezione del Master. Durata visionabile nel Forum di Razza.
Se il Drakul è di clan razziale Vivente: il sangue bevuto può essere anche animale. Se si vuole uccidere la bestia, essa viene completamente dissanguata e si otterrà un recupero di punti Salute doppio rispetto al risultato.
Se il Drakul è di clan razziale Ibrido: il sangue bevuto può essere anche di cadavere. Un cadavere completamente dissanguato farà ottenere 3 unità di sangue a disposizione, da d30 punti Salute ciascuna (segnarne in note master il consumo e le unità restanti).
Quest'ultima in questi due scenari:
Giorno, sole a picco, in locanda
[Locanda|Stanza]{Materiale|innate} Ha tirato le tende, e ci ha messo pure il cappotto sopra per limitare l’ingresso alla luce, per quanto possa. E’ di umore nero, e come biasimarlo, la sete lo ha spinto al punto di doversi organizzare in pieno giorno per poterla placare. Le ferite non si richiuderanno certo da sole, altrimenti. Persino più pallido del solito, attende l’arrivo del compare, dovrebbe essere lì a momenti. Se ne sta seduto al bordo del letto, in trepidante attesa di un pasto che urge ora come non mai. Ed eccolo che arriva [oh, ce ne hai messo eh] lo accoglie con un sorrisino tirato, che malcela il pessimo stato in cui versa in questo momento. [Forza] gli fa cenno di sedersi alla sua sinistra, indicando lo spazio vuoto con il mento, e ribadendo il concetto battendo un paio di volte la mano sul materasso. L’altro si prende il suo tempo, ma infine ecco che gli si siede accanto [Mi presti il tuo] ed ecco che già gli porge il collo. Lo guarda con fare un po’ dubbioso [Neanche per sogno, passami il braccio] il collo è una zona fin troppo intima per bere da un uomo. Almeno per lui, Sòrin di questi problemi non se ne è mai fatti. Inizia a rimboccarsi la manica quindi, e lo attende in quel gesto, i canini sono già istintivamente scesi e fanno comicamente capolino dalla bocca, impazienti. Una delle poche cose che gli è rimasta da quando era vivo, è l’acquolina in bocca, certo, non gli viene più per gli arrosti e le torte, ma almeno per qualcosa gi viene ancora. La lingua passa nervosamente da un canino all’altro, scivolando sul labbro durante il percorso. Ed ecco che finalmente gli viene porto quel braccio sinistro su cui pasteggiare.
[Locanda|Stanza]{Materiale|Innate} lo prende tra le mani, una al gomito ed una al polso, quasi come se stesse tenendo in mano un’enorme costina. Deglutisce, si prende un istante ancora per apprezzare quella carne viva, ne riesce a percepire il polso, riesce già a pregustarsi quel buon sangue che il compagno gli offre. E ci si lancia, porta a sé il braccio, avvicinandovisi con la faccia, e vi affonda i canini, lo sente irrigidirsi, i muscoli che fanno resistenza. Ma giusto per pochi secondi, perché come lui, anche l’altro sarà distratto da quel delizioso formicolio che si irradia dalla zona del morso, dando ad entrambi non poca soddisfazione. Ciccia tutto contento da quel braccio, a sazietà, con qualche sporadico mugolio di soddisfazione. Del buon sangue risolleva anche una giornata come questa, nel mentre la ferita al fianco va richiudendosi, come se non ci fosse mai stata, la pelle del giovane non morto si scalda, e ritorna ad avere una parvenza di colorito. Stacca infine la bocca dal braccio del buon compare, ma non prima di ripulire le ultime gocce di sangue con una fugace leccata, che va anche a richiudere le ferite, lasciando solo due leggere ecchimosi a testimoniare il suo passaggio. […Niente da dire amico mio, sei proprio buono] commenta allegro, ripresosi dall’annebbiamento del morso […Forse dovresti mangiare meno salame, era un po’ grassino, lo dico per te eh, a me piace. Niente da dire sul vino invece, ottima scelta] Non è certo come mangiare un piatto vero, ma a modo suo può ancora gioire di cibo e alcolici, almeno in parte. Serafico in volto, torna a guardare l’altro negli occhi, rivolgendogli uno di quei sorrisetti sguaiati che da umano sfoggiava spesso [Molte grazie, carissimo]
Jehrome usa: Bere il sangue
Notte, in piazza con molte persone
[Piazza]{Materiale|innate} esce dalla locanda, a braccetto con colei che per stasera è la sua signorina, hanno fatto baldoria in sala da ballo, specie dopo il suo “aiutino” che ha infiammato gli animi danzanti degli avventori. Sono entrambi di buonumore, e come non esserlo, dopo una così piacevole serata. Certo, è il motivo per cui lei è contenta, lui invece si sta pregustando la sua personale festa che sta per arrivare. Raggiungono la piazza in poco tempo, fa buio e di luminarie accese ce ne sono ben poche, ma non gli cambia molto, perché in quel caos passare inosservati è abbastanza semplice, e la sua accompagnatrice è alquanto alticcia, sarà facile. Gli sta attaccata al braccio, un po’ perché è riuscito a intrattenerla come si deve nell’arco della serata -è con piacevolissima sorpresa che sta riscontrando di attrarre molto più facilmente le donne, da quando è morto- e un po’ perché ha un equilibrio leggermente minato dal vino. Il sorriso proprio non glielo si riesce a levare dalla faccia questa notte, eccoli in piazza, sembra esserci qualche sorta di rappresentazione, altri musicanti che attirano le folle a sé, tanto meglio. Sono in una zona abbastanza esterna, al limitare delle mura delle case, lontani dall’illuminazione e dai musici che si portano via gli sguardi degli astanti, non che ci sia nulla di sospetto in questa normale coppietta di ragazzi, venuti in piazza a divertirsi. Costeggiano un muro di una casa, muro verso il quale conduce la ragazza, che va detto, al muro ci si lascia mettere più che volentieri. Senza indugio le porta la manca dietro al collo e la dritta al fianco. Una sosta breve quella sul fianco, il piano inferiore pare essere più interessante. Il solito luccichio gli attraversa gli occhi mentre con un ghignetto malizioso le si fa sempre più vicino, lasciando che sia infine lei a chiudere la distanza che separa i loro volti.
[Piazza]{Materiale|Innate} Una normalissima coppietta che amoreggia in piazza, questo vedono i passanti, e in effetti è quello che sta succedendo, se non fosse che dopo un relativamente insipido -piacevole sì, ma solo per metà, come per tante altre frivolezze che ancora si concede- periodo di sosta sulle labbra della signorina, procede oltre, per raggiungerne l’orecchio. Dolci parole d’amore, accattivanti allusioni, solo i sette sanno cosa effettivamente le abbia sussurrato, fatto sta che in risposta riceve quella risatina acuta ed oblunga di una ragazza ubriaca che ha appena ricevuto una lusinga. I canini ormai sono già fuori, è fin troppo vicino alla sua giugulare per poterli tenere rinfoderati. Le poggia le labbra al collo, causandole un fremito, e proprio in quel momento di maggiore scopertura, va ad aprire la bocca ed affondare i canini. E’ un urletto strozzato quello della fanciulla, tranquillamente scambiabile per un gemito di piacere che viene preso in scarsa considerazione da quei passanti che potrebbero girarsi in direzione dei due, per poi di nuovo voltarsi dall’altra parte. Dopo quell’attimo di dolore infatti, entrambi sono colti da quell’intenso e vibrante piacere che ormai lui conosce fin troppo bene, persino l’altra non ha che abbandonarsi ad esso, ora che i denti sono del tutto piantati nel suo collo. Ingolla avidamente tutto il sangue che riesce, nessuna ferita che si richiude però, questa era una semplice uscita di piacere. Assapora con una certa soddisfazione anche l’alcol che in quel sangue si fa ben sentire, alcol che aggiunge quel formicolio extra al solito piacere del morso. Una volta finito si stacca dalla fanciulla rimanendole però a qualche centimetro dal volto; è chiaramente confusa da quanto è accaduto, non parla nemmeno. Un ultimo sorriso le regala, prima di schioccarle un bacetto a fior di labbra, come quelli che si danno i bambini, strizzarle un occhiolino e lasciarla lì, a chiedersi cosa sia appena successo. Nel mentre che lei cercherà di rimettere insieme i pezzi, per poi ritrovarsi a pensare di essersi ubriacata al punto di dimenticarsi tutto… il giovane immortale sarà già sparito nella notte, da dove è arrivato.
Jehrome usa: Bere sangue
____________________________________________________________________
Jehrome, Cicciasangue Lv.8
Lob, Pellegialla lv.1
___________________________________________________________________
|