Carissimi,
vi comunico con una punta di orgoglio (lo ammetto!) d'aver or ora pubblicato, sul sito dell'associazione Arte Grande Guerra, l'intervento conclusivo della vicenda di guerra e di prigionia del tenente Anna Felice Sobrero, una testimonianza che si è rivelata via via sempre più sorprendente e interessante, anche perché il militare era un membro di una nota famiglia di industriali piemontesi che (cito dal testo "Incontri reali e anche meno" del noto pittore Ettore Sobrero, figlio di Anna Felice), «come i Buddenbrook di Lubecca narrati da Thomas Mann, hanno tutti, chi più chi meno, inclinazioni artistiche». Negli anni Trenta si appassionarono talmente al Jazz, quando era vietatissimo, da aprire nel loro palazzo il primo locale italiano in cui risuonavano le melodie del nuovo genere, andando ad ospitare artisti del calibro di Louis Armstrong che, nel 1935, vi tenne due concerti, uniche date italiane della sua tornée europea.
Ma la testimonianza di Sobrero è potente in se stessa, riportandoci in presa diretta i suoi pensieri più intimi fin dal maggio 1915, transitando per il periodo nel quale era stanziato sulle montagne innevate delle Dolomiti e quindi sull'Isonzo, sino alla battaglia di Caporetto, ai giorni della cattura e quindi della terribile prigionia in Germania, segnati dal freddo, dalla fame implacabile e dalla tristezza.
Dunque credo sia davvero importante l'aver riportato alla luce una tale testimonianza che era ad un passo dalla dispersione.
Volevo solo dirvelo, anche per stimolare qualcun altro a operazioni di questo genere, poiché mi capita spesso di trovare collezioni di documenti smembrate e ormai irrimediabilmente perdute!
Ripropongo il link alla pagina generale del lavoro:
https://www.artegrandeguerra.it/p/laboratorio_17.html
E questo è il link all'articolo conclusivo della serie, il 53esimo:
https://www.artegrandeguerra.it/2021/03/laboratorio-sobrero-53-mamma-cara.html
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Le opere e gli scritti dei soldati della Prima guerra mondiale