| | | OFFLINE | | Post: 595 Post: 595 | Registrato il: 21/02/2014
| Città: CASTELVERDE | Età: 73 | Sesso: Maschile | Dominatore | |
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25/04/2020 10:15 | |
Alla fine mi lascio convincere e la compro, mi metto d'accordo per il giorno del ritiro e torno a casa. Il giorno della consegna,durante il tragitto di ritorno a casa,penso come fare per avvisare il papà,sperando di non trovarlo a casa quando arrivo, e così avrei avuto il tempo di preparlo. .Arrivo in cascina(abitavo in campagna) e appena varco il portone d'ingresso,ecco che dalla porta di casa esce il papà.Frittata fatta. Allora non era obbligatorio il casco e quindi mi aveva riconosciuto subito. Si avvicina, senza proferir parola, gira attorno alla moto ,la osserva bene e poi esclama in modo burbero( in dialetto):Seee so propria cuntent,propria cuntent.(Si sono proprio contento,proprio contento) E se ne va nei campi. be' ragazzi ,ci credete? A tavola io ero al suo fianco e per un mese(dico un mese) non mi ha rivolto la parola.Se aveva qualcosa da dirmi,lo faceva per interposta persona,la mamma o i fratelli.
Poi un po' si è ammorbidito,ma che fatica!
Bisogna anche capire la mentalità del tempo, il papà era agricoltore, il lavoro nei campi ti isolava dalla società,non avevi tanti contatti con altre persone al di fuori del lavoro o degli scambi commerciali.(vendita dei prodotti e bestiame)
La cascina era una piccola comunità,dove un problema o la gioia di uno, era condiviso da tutti. Famiglie patriarcali ,praticamente impossibile ribattere un'opinione.
lavoravo in fabbrica ,finito il lavoro tornavo nei campi (facevo i turni) Ho vissuto tutti gli anni della contestazione della rivoluzione industriale ,degli scioperi, del terrorismo,(brigate rosse)In fabbrica crescevo come lavoratore ma anche come mentalità.Vedevi altre realtà.Ti aprivi. Quindi la moto era una trasgressione e sebbene comprata con i miei soldini,non veniva tollerata l'idea di togliere una forza lavoro dai campi,ma soprattutto non veniva tollerata la non ubbidienza. |