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Candidatura di Guewah

Ultimo Aggiornamento: 03/01/2021 10:32
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Buon giorno, invio la presente per poter candidare il mio personaggio Guewah alla razza chiusa degli Aasimar

Premetto che è un goblin, e da regolamento è possibile ma molto duro ottenere l'approvazione, ma spero che si capisca bene, da quello che indicherò in seguito, come mai ritengo che sarebbe una buona cosa permettere al personaggio questa possibilità.

A seguito inoltro la mia richiesta per la candidatura del personaggio Guewah alla razza Aasimar. Per qualsiasi chiarimento, non esitate a contattarmi, preferibilmente in missiva, in modo tale che lo possa vedere quanto prima.

-Storia Pregressa del Pg:
Guewah è nato all'incirca 17 anni fa. Non lo sa di preciso perchè il primo documento che abbia mai letto in merito, era relativo al suo ingresso nel nosocomio. In una notte di … estremamente piovosa, quando una violenta tempesta flagellava la zona costiera di Narvick, qualcuno busso alla porta dell'orfanotrofio. Nimele, una signora all'epoca di circa quarant'anni, che si occupava della struttura, apri trovando una piccola cesta con all'interno infagottato il minuscolo neonato goblin. Lei lo prese con se, allevandolo insieme agli altri. Sebbene ci fosse molto amore nella struttura, spesso mancavano cibo, medicine e negli inverni, la legna per il camino, con cui scaldarsi. In molti si ammalavano e morivano. Quelli troppo grandi, dovevano lasciare il posto ai più piccoli e andare nel mondo, cercando un occupazione. Il piccolo Guewah ha visto molta sofferenza li dentro, ma anche affetto da parte di Nimele, che è arrivato a considerare una mamma amorevole. Nonostante i goblin non siano molto apprezzati dalle società civilizzate, in quel posto tali distinzioni non esistevano e il piccolo si rendeva si conto che appartenevano a razze diverse, ma non ha mai prestato molto caso alla cosa. Fin da quando ha potuto camminare, ha sempre cercato di rendersi utile come ha potuto, aiutando la donna con i più piccoli (si lo so che lui è piccolino) e nei lavori in casa. Ha pianto quando qualche bambino è morto per mancanza di cure, ed una volta ha avuto una conversazione con Nimele, che lo ha colpito profondamente spingendolo a diventare quello che in parte adesso è.

Il piccolo goblin esce dalla sua camera e viene quasi investito dalla gonna di Nimele che cammina a passo spedito per il corridoio. È molto presto, nemmeno l'alba ed il goblin è sorpreso che la donna, di solito intenta ad occuparsi dei piccoli fino a tardi per poi pulire e rassettare, sia sveglia ad un ora del genere. Lui è sempre solito svegliarsi presto, per primo, per osservare l'alba dal piccolo balcone dell'orfanotrofio. Da la su in alto, riesce a vedere lontano il sorgere del sole sui tetti delle case. Quando è li solitamente aspira profondamente l'aria fresca, cercando di rilassarsi, di trovare, non sa nemmeno lui perchè, un qualche cosa che non riesce ancora a definire. E quindi il piccolo, di appena 9 anni, è sorpreso di veder passare tutta trafelata la donna. Curioso, la segue fino ad un altra stanza la cui porta è stata lasciata accostata dalla donna. Dentro un piccolo e fugace lume illumina un letto con i bordi a cassone, di legno. La donna è inginocchiata accanto al letto. La sua stazza blocca completamente la vista del'occupante del letto al piccolo goblin, il quale non riesce a scorgere chi vi sia disteso. Non è entrato quasi mai in questa stanza. L'orfanotrofio, un vecchio e cadente edificio di tre piani, pieno di spifferi, ha alcune grosse stante in cui dormono molti bambini assieme, facendo si che i piccoli, nei freddi inverni, si scaldino fra loro con il calore che condividono. Solo la donna ha una stanza privata. In cui i bambini non entrano. Ed è proprio questa. Oltre al letto vi si trovano una scrivania ingombra di carte, un paio di grossi bauli pieni di incartamenti ed un armadio che contiene le sue povere, logore cose. Le pareti sono allegre, tappezzate di disegni, fiori secchi e altri regali, poveri regali fatti per lei con il cuore da tutti quei bambini di cui si prende cura, ergendosi miseramente sola fra loro e la strada con la sua crudeltà ed indifferenza. Viene aiutata da alcuni vicini per le incombenze che non può svolgere da sola. Il goblin non sa da dove vengano i pochi ed insufficienti soldi con cui manda avanti il posto, non sa nemmeno dove gli tenga. Ma adesso allungando il collo si rende conto che vi è effettivamente una figura nel letto. Ogni tanto, fra i singhiozzi della donna, ode dei deboli colpi di tosse raschianti e rantolanti. Con la sua figura sottile ed affilata, il goblin si insinua nella stretta apertura della porta senza doverla aprire. Con i suoi passi leggeri si muove sul vecchio assale del pavimento, fiancheggiando la buona donna. Lei non si sposta. La sente singhiozzare, con il viso incassato nelle logore coperte marroni, che coprono un corpicino esile e fragile. Nella penombra gli occhietti del goblin riescono a scorgere la figura di Marytea, una bambina poco più grande di lui, con grandi e luminosi occhi verdi, capelli rossi ed un sorriso perenne ad illuminarle il volto. Il goblin non ha mai sorriso molto. Ora però gli occhi sono velati e osservano il soffitto. I capelli sono tutti scarmigliati sul cuscino, attaccati ad una piccola fronte sudata che ha patito già troppo. Il sorriso non cè, la bocca fatica già troppo a cercare di ottenere un po d'aria dai polmoni. Il petto si alza e si abbassa velocemente, come un mantice forato che cerca inutilmente di mandare aria ad una brace. La piccola non sembra notare la sua presenza, o quella di Nimele. Osserva il soffitto e rantola. Della bava comincia a colarle lungo l'angolo della bocca, cominciando a scendere verso il collo. Il goblion prende una pezzuola dal comodino e con delicatezza asciuga la piccola. Poi le accarezza la fronte, facendo un passo indietro. Lei non sembra notare niente. Continua a rantolare. Poi con lentezza, sposta lentamente lo sguardo verso il goblin e pare sorridere. Un sorriso velato, quasi un accenno esitante. Una manina si fa largo fra le corti a fatica, verso di lui. Il goblin la prende fra le sue. La mano è gelida. Appoggia la fronte a quella della bambina che conosce da anni e la sente scottare. Istintivamente si ritrae pensando a come sia possibile che vi sia tale differenza di temperatura nel suo corpo? Come se tutto il calore fosse stato convogliato nella piccola fronte imperlata di sudore. La piccola rantola aumentando i respiri rotti e affannosi. Guardando il goblin, che ricambia fermo il suo sguardo. Una lacrima comincia a scendere da quel piccolo volto solitamente ridente. Il goblin ricorda che la piccola abbia preso freddo qualche giorno prima. Dovevano rientrare, ma lei non lo ha fatto. Era rimasta fuori la notte prendendosi cura di alcuni piccoli gattini randagi. Non sa come mai questo l'abbia portata adesso a rantolare in un letto, scossa da respiri smussati e rotti, ma adesso una lacrima scende dal suo volto. Come da quello della bambina. Una sola lacrima. Sente la mano dela bambina stringere di più la sua, come se stesse riprendendo forza. Il goblin stringe a sua volta, speranzoso e preoccupato allo stesso tempo. Magari gli dei sono benevoli per una volta. Proteggeranno questa piccola, sorridente piccola creatura dagli occhi luminosi da un triste destino. Poi così come è venuta, questa forza scompare di colpo, il suo corpicino si affloscia e la mano si fa inerte fra quelle di Guewah, che la stringe al petto, toccando con la sua fronte quella della bambina, della sua dolce amichetta. Le loro lacrime si mischiano sulle fronti giovani ma già colpite dalla cruda verita della vita. Restano così a lungo, poi il goblin sistema la manina sotto le coperte e guarda Nimele. La donna singhiozza ancora al capezzale della piccola. Il goblin, per quanto giovane, si ferma a pensare guardandola quanto questa buona donna abbia già sofferto … quanto soffra ogni giorno pur di portare iun po di felicità a questi piccoli bambini. Prende una coperta di riserva e con fatica la mette con dolcezza sulle spalle della donna, poi facendosi piccolo piccolo si incunea nell'incavo fra il suo corpo caldo ed il lettino. Da quella posizione si rende conto che gli occhi della piccola Marytea continuano ad osservare fermi il soffitto. Ma non osa muoversi. Non sa nemmeno che fare. “perchè dobbiamo soffrire … perchè dobbiamo … così giovani?” chiede a mezza voce il goblin. Questo sembra scuotere la donna, che gli accarezza la fronte dicendo dopo diversi singhiozzi ”è la vita piccolo caro”. Il goblin ci pensa su qualche secondo, prima di rispondere “non è la vita … non può essere così, non è giusto!”. La donna si sposta, osservandolo con attenzione negli occhi, prima di dirgli “non è giusta, ma è così ...” osserva la bambina e dopo averla baciata sulla fronte, chiude i suoi piccoli occhietti, dopo aver guardato quel verde profondo un ultima, lunga volta. “possiamo fare del nostro meglio, piccolo mio … come ha fatto lei”. La frase della donna è l'unica cosa che rompe il silenzio prima dell'alba per un bel po di tempo, o almeno sembra così al piccolo goblin. “io sorrido abbastanza?” chiede lui a Nimele. La donna appare sorpresa. E chiede come mai. Lui si alza in piedi e osservando il corpicino spezzato della bambina afferma con una piccola voce squillante “perchè lei sorrideva … trovava sempre il buono, si prendeva cura di tutti pur essendo la più piccola ed io lo so ...”. si gira ad osservare la donna con sguardo mesto prima di continuare dicendo “lo so che sarò sempre piccolino … ma se sorriderò, se mostrerò sempre gentilezza, se non mi arrabbierò … potrò fare un po come lei … sarà anche cose me”. Ma non finisce la frase. Si limita ad incrinare la bocca, facendo assomigliare la sua espressione mesta ad un sorriso, dicendo solo, dopo un pezzo “e poi tanti non hanno nulla … basterebbe poco perchè qui le cose andassero meglio ed ho visto quanto sono ricchi altri in città … hanno tanto che non possono usarlo nella vita … ed anche questo non è giusto, non posso farci nulla, ma alla fine, posso imparare a fare la mia parte, posso curare, posso aiutare, posso lenire … voglio studiare, voglio … voglio aiutare, nessuno deve più spegnersi troppo presto come la piccola Mary, signora Nim!”. Detto questo sospira. La donna abbraccia il goblin. L'accorciare i nomi era tipico della piccolina. Le lacrime della donna bagnano il collo del bambino.

Da li il goblin è cambiato molto. Quello ed altri eventi simili lo hanno segnato. Ma in vece di spegnerlo, hanno fatto si che il suo attuale sorriso si manifestasse. Che acquisisse lucentezza e trasparenza di sguardo. Non ha cercato vendetta contro la vita. Non si è incupito per l'ingiustizia. Non ha cercato di combattere la crudeltà con la crudeltà. Ma con amore e la volontà di curare coloro che siano in difficoltà. E fino ad oggi è andato avanti per questa strada. Anche la morte di Nimele e la conseguente chiusura dell'orfanotrofio non ha fatto si che si arrendesse. E da una parte vorrebbe fare la stessa cosa che faceva la donna. Ma sa chè, specie adesso con la compagnia del firmamento, possiede una possibilità di fare questo e molto di più in grande, per cui vi si stà concentrando. Inoltre stà risparmiando per comperare una casa che poi intenderà sovvenzionare per la cura dei meno fortunati nella città di Narvick, o in una simile. Motivo per cui spende poco per se.

-Tutti gli avvenimenti particolari e azioni degne di nota del gioco on:
(nota) le date potrebbero non essere perfette ma indicative)

[21/02/2020].Assunto come Lavorante per la nobile Eledhven.
[15/03/2020] convince Eldhven a sovvenzionare un nosocomio vagante sotto forma del suo carro medico.
[17/03/2020] si unisce alla compagnia del firmamento di ser Anhur
[21/03/2020] rimane ferito in una quest per soccorrere una donna aggredita da un bandito, portandola poi al nosocomio per le cure necessarie.
[inizio 04/2020] lascia perdere per un periodo i suoi interessi personali per aiutare l'amica Verial in una sua personale e pericolosa ricerca di informazioni, dove nulla aveva da guadagnare e tutto da perdere.

Inoltre in gioco non ha mai avuto comportamenti violenti, non ha mai cercato di ferire o ledere nessuno, interessandosi e mostrandosi sempre aperto con ogni persona che poteva essere in difficoltà per qualsiasi motivo, o anche spaesata.




-Motivo per cui si seglire la razza chiusa Aasimar:

Ritengo che un personaggio come Guewah sia estremamente compatibile con la razza Aasimar. Certo, da regolamento questo è difficile (ma non impossibile) e non scontato, ma se uno ci riflette bene, può far nascere degli ottimi spunti di gioco con l'intera razza goblin. Come razza, a prescindere dall'ambientazione, mi è sempre interessata e senza conoscerne la presenza qui, quando ho scelto il goblin, ho finito per scrivere un BG e giocare il personaggio in un modo estremamente conforme ad essa. E visto che sono un giocatore che ama gli spunti narrativi, non necessariamente in quest chiuse ma proprio nelle giocate, questo genere di possibilità mi intriga molto.


-Motivo per il quale il retaggio da Aasimar si dovrebbe mostrare in quel determinato pg:

Il goblin, come indicato nella sua storia così come ha sempre giocato on game, disprezza la violenza ed il far male. Ha sempre fatto il possibile per aiutare gli altri, sia con le cure quando ha potuto, sia con consigli, supporto, amicizia. Si è sempre mostrato disponibile verso tutti e per lui il bene più prezioso è la vita. È diventato un guaritore, nonostante tutto fosse contro di lui, proprio per poter proteggere la vita. Prima entrando al servizio della nobile Eledhwen presso il nosocomio di Narvick, poi per portare il suo aiuto in un più ampio raggio, ha cominciato a spostarsi con un carro medico. Per lui è la vita che conta, non importa la razza e non fa distinzione fra animali e persone. Infatti possiede diversi animali che considera amici e che ama molto. Inoltre non conosce il motivo per cui è stato abbandonato. Sebbene parlando con Eldhwen sia venuto fuori che non gli interessi avere notizie di chi lo ha abbandonato e che si consideri una persona, non un goblin, da sempre questo ha lasciato in lui un vuoto, e sotto sotto vorrebbe conoscerne il motivo. Potrebbe venire fuori nel tempo che i suoi genitori si sentissero inadeguati nella società dei goblin, e per questo siano andati prima presso gli umani, per poi abbandonarvi il figlio per qualche motivo, cosa che potrebbe far nascere ottimi spunti on game.


Segni particolari desiderati:
Altezza 160 cm e fisico meno magro

In attesa di un riscontro porgo cordiali saluti
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14/04/2020 17:42
 
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Buon giorno Guewah e grazie per aver postato la tua candidatura! Ho letto con molta attenzione ed interesse il background del tuo pg, devo dire parecchio strappalacrime XD Comunque, avrei alcune domande da porti:

1. Se non ho capito male Guewah è un piccolo goblin innocuo, dolce d'animo e ripudia la crudeltà. Mi chiedo quindi come potrebbe, da Aasimar, preservare la vita nelle occasioni più difficili. Per farti un esempio: mettiamo caso che Guewah costruisca un orfanotrofio in qualunque città, questa struttura viene però attaccata da un gruppo spietato di briganti. Come reagirebbe, in una situazione simile, il tuo pg?

2. Non mi è del tutto chiaro l'allineamento del tuo pg: caotico buono? Neutrale buono? Legale neutrale? Neutrale puro? Insomma, mi piacerebbe scoprirlo e sapere, soprattutto, come il suo allineamento influisca nella sua vita.

3. Qual è l'opinione di Guewah riguardo la vendetta? Ha mai provato un sentimento simile? Cosa farebbe il tuo pg per vendetta?

Per ora mi fermo, lascio spazio agli altri Aasimar che, se vorranno, potranno esporti i loro dubbi o le loro domande.
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14/04/2020 18:15
 
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Grazie Artemidia per i tuoi dubbi, ed ecco le mie risposte, partendo prima da una considerazione personale

Considerazione personale: dopo circa un mese e mezzo, Guewah si è messo a viaggiare, di base per stare vicino agli amici che nel tempo si è venuto a creare, sapendo che loro necessitavano di aiuto, e lui per quanto inadeguato, non si tira mai indietro. ma anche perchè si sente stretto in un solo luogo. nemmeno a farlo a posta, avendo io letto dopo la cosa, come fanno gli aasimar, secondo il manuale.

1: per quanto riguarda un possibile attacco, ti dico come la pensa lui (ad oggi): di base se si evitano le occasioni di conflitto. prima di tutto perché dei banditi dovrebbero attaccare un povero orfanotrofio? il poco cibo che può contenere? se sparge la voce che i soldi utilizzati per la sua gestione sono tenuti in un altro luogo, vedo molto difficile un simile attacco. inoltre se si dovesse combattere, si finirebbe per sprecare vite, in un lato o nell'altro. cosa che lui aborre. inoltre un altra considerazione. il goblin sicuramente costruirebbe l'orfanotrofio in un posto sicuro, dove risulta difficile che vi siano sfoghi di violenza varia. mica in mezzo al nulla. tenterebbe in caso di attacco di portare in salvo i piccoli, dubito che ad oggi si metterebbe a combattere (ma dopo l'eventuale cambio, chi lo sa?). è un guaritore e opterebbe più per questo che sulla violenza. perchè se preservi la vita, non puoi di base combattere, secondo lui.

2: per quanto riguarda l'allineamento, lui è sicuramente Neutrale Buono. aiuta tutti, senza distinzioni, certo preferisce chi segue le regole, di base (ma basta vedere alcune delle sue migliori amiche che tipi sono), ma solo perchè tali persone sono meno imprevedibili e quindi è più facile che creino meno occasioni di conflitto. ma di per se a lui non fa differenza. se ci fosse un conflitto in città, da parte di un gruppo di gente che vuole un cambio di regime e il regime, entrambi buoni, lui starebbe dalla parte della gente messa in mezzo, cercando di aiutarla al meglio.

3: il goblin non è un tipo vendicativo. non odia nemmeno i suoi genitori per averlo abbandonato. certo non vuole averci a che fare, perché giudica la gente dalle azioni. se subisse un torto o fosse colpito da un evento traumatico causato da una fonte esterna? in quel caso ad oggi direi che cercherebbe semplicemente di lavorare al meglio per sistemare il problema. inoltre così può mostrare al bastardaccio di turno cosa vuol dire essere buoni, con l'esempio. certo, cè chi non si può redimere, ma lui sicuramente tenterà sempre, da questo punto di vista. quando il suo cane Bello è stato ferito, li per li si è arrabbiato con chi lo ha fatto. ma poi si è limitato a fare quanto di meglio poteva per aiutare la persona ferita, il suo cane, arrivando anche a cederlo a skyra perchè fosse più al sicuro, dovendo lui viaggiare con verial e rischiando per questo. ne ha sofferto, ma guarda sempre prima agli altri che a se stesso.

E non dite che è troppo buono e smielato, parlo per esperienza personale.

spero di essere stato chiaro, per qualsiasi altra cosa, non esitate a contattarmi, anche se da questa sera, credo che prima di venerdì sera non potrò rispondere.

grazie
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14/04/2020 20:57
 
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Ciao Guewah e benvenuto anche da parte mia!

Io mi inserisco per una questione che secondo me è di vitale importanza per la comprensione di un eventuale pg che passa da goblin ad Aasimar e che nel primo post della tua candidatura ho visto trattato in maniera marginale:

Come giustifichi la discendenza del sangue Celestiale nel tuo pg?

Mi spiego meglio. Hai fatto leva sul fatto che Guewah è un pg altruista, che ha a cuore la vita altrui e che gli avi, magari per noia o perché sentiti stretti nelle comunità goblin, si sono mischiati con magari degli umani. Potresti approfondire meglio questo discorso, per favore? Chi, tra i suoi antenati, era un portatore di sangue Aasimar e perché questo, dopo tot generazioni, dovrebbe risvegliarsi proprio nel tuo pg?
Anche facendo una sorta di breve albero genealogico se ti trovi meglio, come ti senti tu.

Per il momento non ho altro da dire, rimango in attesa della risposta!
[Modificato da Poelios 14/04/2020 21:03]
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15/04/2020 00:31
 
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guarda chi si rivede poelios quanto tempo e viva la domanda

Dunque per quanto riguarda il quesito da te formulato direi che ti posso rispondere così, partendo dal secondo punto, che è quello più semplice da gestire.

perchè il sangue si risveglia adesso?: perchè è il primo goblin, nelle cui viene scorre tale sangue, a trovarsi in una situazione simile. la situazione di vivere fuori dagli usi e costumi della sua razza, infatti essendo stato abbandonato, ha sperimentato una vita diversa, con concezioni diverse rispetto al goblin tipo. ma potrebbè essere stato abbandonato proprio per questo. magari anche i suoi genitori, o uno dei due che poi ha convinto l'altro, aveva questo retaggio e il suo modo per proteggerlo, era appunto lascialro il più lontano possibile dalle influenze dei clan.

per il punto 1, chi era il suo antenato? ricordiamoci che è passato tantissimo tempo da quando i goblin si sono staccati dal resto del mondo, per cui costruire un albero genealogico sarebbe abbastanza impossibile. ricordiamoci che un tempo i goblin erano simili ad elfi per beltà ed intelletto, ma che dopo aver studiato gli dei, hanno voluto ergersi al pari di essi e da essi sono stati puniti come sappiamo. se fra loro ci fosse stata una goblin, che dai suoi studi ha scoperto dell'esistenza degli aasimar? magari conoscendone uno? è un epoca così lontana che conoscerne fatti specifici è dura, ma se vuoi che sia più specifico, posso scrivere un racconto. facciamo così, per domani mattina entro le 10.00 ne mando uno.

poi sparirò per qualche giorno ma continuate a scrivere, che appena torno dal turno quasi fisso di 36 ore rispondo. morto ma rispondo.
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16/04/2020 17:47
 
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Buon giorno ed eccomi, continuiamo con la candidatura!
Ho letto con attenzione le tue risposte alle mie domande a quelle poste da Poelios e ho qualche dubbio:


perchè se preservi la vita, non puoi di base combattere, secondo lui.


Quindi, secondo il tuo pg, è meglio che qualcuno muoia pur di non sporcarsi le mani ANCHE solo per ferire il nemico? Vorrei mi spiegassi cos'è per il tuo pg l'autodifesa e in che termini viene praticata.



posso scrivere un racconto. facciamo così, per domani mattina entro le 10.00 ne mando uno.


No beh... non è necessario scrivere "un racconto", a me interessa piuttosto che tu mi proponga un'ampliamento del background.

Se il tuo pg si trovasse nel bel mezzo di una rissa che coinvolge dei suoi carissimi amici ed un altro gruppo random di gente, come reagirebbe? Soprattutto venendo che il gruppo random sta massacrando di botte i suoi amici?


se subisse un torto o fosse colpito da un evento traumatico causato da una fonte esterna? in quel caso ad oggi direi che cercherebbe semplicemente di lavorare al meglio per sistemare il problema.


Vorrei ti soffermassi maggiormente su questo punto. Lavorare come per sistemare il problema? Vorrei mi proponessi una serie di scenari, ovviamente diversi tra di loro, nei quali il tuo pg riceve un grave torto o viene colpito da un grosso evento traumatico, e mi dicessi come il tuo pg reagirebbe a questi (mi interessa sia la psicologia del pg e sia il suo modo d'agire).

Per il momento è tutto, rimango in attesa!
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17/04/2020 17:36
 
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Per rispondere ad Artemidia:

punto 1: quello che hai chiesto è un decontestualizzato. Si ha presente il discorso di Gandi, no? La difesa non violenta e la protesta pacifica? Su per giù, ad oggi è questo. Quando si è trovato nel vicolo, con la donna aggredita e a sguinzagliato il suo doberman Bello (adesso affidato a skyra per evitare che lo rifaccia in futuro) voleva spaventare e nell'adrenalinico momento, magari anche impedire al tipo di far del male alla sua vittima, anche ferendolo. Non dico che magari non sarebbè disposto a sporcarsi le mani (sapesse farlo però, lui, non io), scattando come una molla magari se vede delle persone in pericolo (che le conosca o meno, di base). Come detto, già una volta ha sguinzagliato un cane, quindi magari potrebbè venire alle mani. Una buona opzione per lui sarebbè procurarsi un qualche tipo di arma debolitante o stordente, così da non uccidere il bersaglio. Come una rete, delle bolas o il gancio/bastone dei shanguain (D&D per chi sa cosa sia l'uno e l'altro). In quei casi credo che sarebbè disposto ad agire. Perchè con un arma comunque letale in mano, non si sa mai come può finire. Inoltre stà finendo di studiare per diventare medico e appena passa (in termini del tutto of, ovviamente, ma ad oggi studia e ho fatto giocate intere dove lo fa) conoscerà tutti i punti deboli del nemico, dove colpire facendo il massimo dolore con il minor danno. Potendo quindi agire di conseguenza (non so se qualcuno ha letto il gladiatore di roma, che come personaggio, inizialmente, è tipo il mio e poi diventa un gladiatore che non uccide) gli si apre un ventaglio di scelte. Per le armi, stavo pensando di trovare qualcuno per costruire un arma simile, in grado di bloccare senza uccidere. E questo è un buon concetto di autodifesa.

2: nel caso della rissa, un suo intervento non cambierebbe molto le cose, è non è così scemo. Il modo migliore per agire secondo lui in un momento del genere potrebbè essere l'attirare l'attenzione fancendo (anche solo credere se necessario) capire che si stanno avvicinando le guardie, e a seconda della città, questo potrebbè bastare. Inoltre come sopra, volevo cominciare a fargli studiare pozioni, potendo così creare qualche cosa dal forte potere distrattivo, ad esempio un fumogeno, magari anche asfissiante. E se usato nella rissa, con tutti che tossiscono e imprecano non vedendo niente, potrebbè (essendo munito di personali contromisure, poiché nessuno è così scemo da far cose del genere senza premunirsi) portare fuori i suoi. Perchè ripeto, se lui fa a pugni, anche se volesse, con il sangue alla testa che gli annebbia il cervello, non credo farebbè molto, e lui lo sa. Ad oggi poi. Se cambia vedrò.

Scenari richiesti: ti scrivo 3 racconti brevi, dove sotto forma di sogno (ma lui non lo sa) accadono cose brutte al pg

Guewah era felice, camminando per le strade di Narvick, tinte di rosso dal tramonto sempre più scuro, mentre la sua ombra e quella di Bello, il suo allegro dobberman, si allungano sui muri vicini mentre i due si avviano verso il porto, con passo svelto e allegro. È un bel pezzo che non hanno modo di stare assieme, da quando pochi giorni dopo un agguato notturno, Bello è rimasto gravemente ferito al volto, perdendo anche un occhio, durante una notte piovosa a narvick. Ogni volta che il goblin ripensa a quel fatto, rimane in dubbio sul fatto di aver ripreso l'animale affidato alle cure della sua amica Skyra. Sa bene che lei sarebbè più facilmente in grado di proteggerlo, e gli spiace veramente tanto che il suo amico sia rimasto ferito in quel triste frangente. Osserva attento mentre camminano il cielo sempre più scuro, ritrovando la vecchia sensazione di farsi guidare dalla vicinanza dell'animale, senza vedere effettivamente dove va. Ritrovando quella vicinanza silenziosa che tanto lo ha reso felice in passato. Sente il volto inumidirsi e si pulisce veloce il viso con il dorso della mano, quando spuntano sul porto. E li vede subito che qualche cosa non va. Mentre la sfera infuocata del sole scende dietro il livello del mare, l'intera scena diventa di un grigio scuro opprimente … quasi un dipinto da incubo. Non si capisce bene nel cambio di luce a cui gli occhi si devono abituare, ed inoltre la scena è molto caotica, ma pare che un albero maestro di una delle navi attraccate alla banchina abbia ceduto, portando con se sartiame, schegge e detriti ed investendo le persone li vicino. Le loro urla terrorizzate e in molti casi agonizzanti fanno subito scattare il goblin. Lascia il guinzaglio di Bello e comincia a corrre veloce verso la calca, ringraziando il fatto di portare sempre con se gli strumenti chirurgici del suo mestiere. Si rende conto subito di un errore. Il cane sfreccia al suo fianco, dirigendosi correndo verso la calca di persone. Il goblin non riesce a stargli dietro e sebbene lo chiami, ormai il doberman salta per entrare fra il sartiame, quando improvvisamente il fiato muore nella gola del goblin. Non si sa come, un ultimo pezzo del relitto, un palo attaccato ad una corda, si spezza e muovendosi come un pendolo, falcia l'aria davanti a se … complendo in pieno Bello e tranciandolo in due. Il goblin non interrompe la sua corsa, ma svolta semplicemente nella direzione del cane, o almeno, della sua parte davanti, e si trova a vedere, dopo pochi passi, un immagine straziante. Il suo amico giace in un bagno di interiora, sangue e pelle lacerata. Non gli vede il volto. Fortunatamente è caduto dalla parte del viso coperto dalla benda e gli è risparmiato almeno questo strazio. Il cuore del goblin comincia a battere più forte, sente un groppo salirgli in gola, poi deglutisce fancendo anche forza con le spalle. Usa il sussulto dato da quel movimento per abbassarsi, piegando un ginocchio e sentire il battito del cane. Anche se sa già. Con il corpo in quelle condizioni, e senza nemmeno un sussulto, il suo amico è morto. Un mesto sorriso gli attraversa un angolo del volto mentre una lacrima scende sul viso. Almeno non ha sofferto, quel buono animale che voleva solo aiutare, è morto senza nemmeno rendersene conto. Le urla continuano ed il goblin si alza in piedi. Senza un momento di esitazione corre verso le persone in difficoltà, urlando di portare i feriti via di li, mentre comincia ad inginocchiarsi vicino ad i primi, per portare i primi soccorsi. È morto dentro, da una parte, per la fine del suo generoso e allegro amico, ma sa che non può fermarsi. Quelle persone necessitano di aiuto e lui non può esimersi dal lavorare perchè siano salvate, o almeno, perchè soffrano il meno possibile. Serrando le labbra salvo quando chiede alle persone di spostare un ferito od un corpo esamine, la cui fila si allunga sempre di più mentre continua a lavorare alla luce delle stelle, il goblin infila le mani le sangue delle persone in difficoltà, senza esitare, senza dare mai di stomaco. Sente che dopro dovrà farlo, che dovrà liberarsi in qualche modo di tutta la tenzione accumulata, ma sa anche che adesso non si fermerà. Tutto diventa sempre più indistinto, la stanchezza comincia a farsi sentire, mentre il goblin continua a fasciare, suturare, fermare emmorragie, togliere schegge di legno dai pezzi di corpo martoriato, risistemare ossa, in un grigiore indistinto, fino al sorgere del sole.

Gli altri due a brevissimo, ci stà in giornata
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17/04/2020 19:48
 
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ecco il secondo, il terzo non ce la faccio a farlo, quindi per ora valutate questi e domandate

Il goblin si guarda attorno. Si trova in mezzo alla folla. Il cielo è luminoso e senza una nuvola. Un leggero venticello spazza via il lezzo di quella parte della città. Ma lui non sorride come sempre. Nin riesce a vedere oltre le grosse chiappone di una signora davanti a se, così scuote la testa e comincia a svincolare, cosa fortunatamente resa facile, dalla sua statura, lontano dal palco. Ha tentato di avvicinarsi più che poteva, ma non è stata una buona idea. La sua scarsa statura non è di aiuto, per niente. Arriva al bordo della piazza, dove la folla è più diradata. Tutti premono verso il palvo, anziosi di vedere quello che per loro non è altro che uno spettacolo. Tutti premono nella ressa. Mentre il goblin si fa largo su un gruppo di casse poste in un vicolo salendovi sopra, un boato della folla attira la sua attenzione. Il goblin si volta e socchiudendo gli occhi nella forte luce del sole, quasi al suo zenit, vede un gruppo di guardie portare un piccolo prigioniero. Sono in 3, due con le lance dietro di lui ed uno che lo tiene per una corda. Ma la piccola creatura è piccola, in confronto a loro, ed ha le mani legate dietro la schiena. La goblin inciampa e la folla esluta, mentre senza poter mettere le mani davanti al visi per frenare la caduta, la piccola sbatte violentemente il volto contro l'assale del patibolo. Guewah si lascia sfuggire sfuggire un gemito mentre il piccolo visino di Skyra rimbalza sull'assale, mentre la folla ruggisce contenta. Il goblin è stato costretto a coprirsi per non farsi riconoscere come goblin. Dopo gli attacchi dell'ultima settimana, in cui un gruppo di sui simili sono entrati in città, uccidendodiverse persone e causando disordini, il solo fatto di essere un goblion, è sufficente per finire nelle segrete e poi essere giustiziati. Come Skyra, quella buonissima persona che ha imparato a conoscere in questi mesi. Una persona disposta a fare sempre del suo meglio per gli altri. Le lacrime offuscano per un secondo il suo sguardo ed il goblin si appoggia al muro, facendo oscillare la cassa su cui si è messo in piedi. Quando riesce a riprendersi abbastanza, vede che la goblin è stata portata fino alla fossa del patibolo. Nessuna parola. Nessun discorso. Il ruggito della folla impedirebbè comunque di essere sentito anche a chi possedesse la voce più squillante. Maledetti magistrati, si trova a pensare per un secondo il goblin. Il suo cuore batte all'impazzata mentre riesce a controlarsi abbastanza da prendere uno specchietto da una tasca. Vede la goblin che viene costretta a salire su un piccolo sgabello, sopra cui pende una corda a cappio. Stranamente la botta presa in faccia e che le fa sanguinare il naso e la bocca trasformando il volto in una gignante maschera di sangue, sempra averla resa combattiva. Come se si fosse svegliata dal torpore. La goblin lotta, cerca di saltare dallo sgabello ma viene colpita con un bastone nello stomaco e si piega in due, bocceggiante. Viene tirata con la forza su e il suo collo è stretto nel cappio. A questo punto non può muoversi senza cadere. E guewah non perde tempo. Mette lo specchietto in controluce cercando di colpire con il riflesso il volto dell'amica. Dopo qualche secondo, da una smorfia dei sui occhi, capisce di esserci riuscito e comincia ad agitare una mano. La goblin lo guarda e Guewah continua ad agitarsi, distraendola dai ruggiti della folla, che come un animale ottuso continua a gridarle contro. La distrare dal colpo allo sgabello, che la fa precipitare per un secondo, senza peso, per poi essere trattenuta con forza dal cappio. Skyra si affloscia subito e Guewah si ferma. Almeno deve essersi spezzata il collo e non stà soffocando lentamente, uccida dal suo stesso leggero peso. Il goblin si appoggia al muro per riprendere fiato. E piange. Non odia la folla, spaventata dai recenti avvenimenti. Non odia le persone che l'hanno condotta al patibolo. A compassione per il loro lavoro. Non hanno mostrato niente verso di lei, da veri professionisti. Non odia i goblin per i loro attacchi. Non ne conosce il motivo, e anche se hanno causato tanto dolore, spera che gli bastino e tutto si fermi. Però prima che la folla si disperta, di fascia di nuovo nel manto e si allontana nei vicoli della città. Pochi passi dopo si ferma. Un cane, un vecchio cane alza la testa osservandolo stancamente, mentre divorato dalle pulci, non ha più nemmeno la forza di grattarsi. Il goblin fruga rapido nello zaino e tira fuori un pezzo di carne secca. Non molto, non farà alcuna differenza, ma lo mette vicino al cane, che lo osserva strano. Poi si avventa sul cipo, divorandolo in pochi bocconi. Il goblinvi volta verso i ruggiti della folla, che adesso scemano e sente una mano magnarsi. Si volta e vede il cane che lo lecca. Mentre si allontana, capisce che non può odiare, continuando a farlo il circolo non si fermerà mai. Certo, ci sarà sempre chi odia, chi per paura colpisce, che ama farlo. Ma lui no. Non intende farlo. Non ha paura. O meglio, senti di averne, ma il fatto di essere andato fra la folla oggi per farsi vedere dalla sua amica e darle un briciolo di conforto, dimostra che non è quello il problema. Il goblin si ferma e guarda il cielo. Porterà sempre nel cuore il ricordo di Skyra. Non degli ultimi momenti, ma della sua caduta davanti a lui e Bello quando si sono conosciuti, dei momenti passati insieme a sistemare il carro medico. Della sua corsa a salutarlo quando è partito con Verial. Non potrà mai dimenticarla, e mentre si appoggia al muro, immergendosi nelle lacrime, sa che non si fermerà continuando a lavorare come guaritore, perchè meno persone possibile soffrano. Una volta Nimele gli ha detto, in risposta alla domanda del goblin su come mai facesse questo per gli orfani. Lei rispose che non poteva aiutare tutti, quindi non si crucciava nel farlo. Faceva solo la sua parte, faceva il possibile per aiutare. Ed è quello che lui, per quelle due statuarie donne, intende fare.
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18/04/2020 12:05
 
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Buon giorno e grazie per aver risposto alle mie domande.

Punto uno: no, nessun decontestualizzato.

Punto due: in sostanza Guewah non prova risentimento verso niente e nessuno, riesce sempre a riprendersi al meglio da qualsiasi situazione traumatica e non si lascia ledere dal dolore. Mi chiedo quanto tutto ciò possa essere veritiero. Più che un goblin mi sembra un automa, per certi aspetti. Mi sembra che il tuo pg sia difensivo e non offensivo, punta a guarire chi è ferito, a risollevare chi necessita di aiuti, insomma, salva la vita di chi gli chiede aiuto o di chi, molto più banalmente, si ritrova casualmente lungo la sua strada. Il ché può anche starci, è un modo come un altro per preservare delle vite, per combattere la morte e la sofferenza.
Ma ho una perplessità: a volte le favole perfette non dispongono di un lieto fine e Guewah sarà realmente in grado di affrontare uno scenario inconsueto?
Creiamo quindi dei contesti e ipotizziamo:
Si, l'orfanotrofio viene decisamente attaccato da un gruppo di banditi. Non banditi qualsiasi, si tratta di assassini, di persone che traggono un piacere smisurato dalla sofferenza. Magari sono demoni, chi può dirlo. L'orfanotrofio non è altro che un rogo, i bambini non sono altro che un cumulo di cenere e del cane di Guewah è stato fatto un barbecue. Ma le cose non devono necessariamente andare in questo modo, si perché a volte le tecniche difensive non bastano, serve passare all'offensiva. E l'offensiva, in effetti, non è sempre il combattimento... oppure si?

In sostanza, desidero tu mi convinca che il metodo pacifico del buon Gandhi sia perfettamente adattabile all'Aasimar, anche perché dalle skill che l'Aasimar possiede, a quanto pare, non è poi così scontato l'abbandono delle maniere forti. Anzi. Vedi "Arma Celestiale" o "Punire gli empi" ed altre.

Comunque ho un'altra domanda per te, ed è la stessa che ho fatto ad Eldingar nella sua candidatura:
Durante un viaggio solitario, lungo un sentiero decisamente poco trafficato, trova un demone in fin di vita. Parliamo di creature che non conoscono il concetto di bene ma che agiscono solo e soltanto soddisfacendo la propria indole malvagia. Guewah lo salverebbe? O lo lascerebbe morire (non necessariamente per mano sua) consapevole che quell'essere potrebbe di sicuro commettere moltissimi altri atti malvagi?

Ci tengo a dirti che sono molto incuriosita dal tuo pg perché, probabilmente, si scosta dai normali parametri che finora le candidature hanno tenuto, motivo per cui le mie domande tendono a mostrare della diffidenza o una certa persistenza.

Resto in tua attesa.
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18/04/2020 14:55
 
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di base mi rendo conto che la concezione base di un aasimar in questa ambientazione è un po diversa dai soliti canoni. ma sono comunque sia persone. il loro è un retaggio che anche se risvegliato e abbracciato, non cambia alcune delle loro convinzioni. se per lui uccidere non è contemplabile, non lo fa. nulla vieta di utilizzare capacità che rechino dolore, blocchino o spaventino i bersagli per evitare che combattano. e questa non è una cosa che credo vada contro lo spirito della razza.e comunque come detto, razza non vuol dire individuo.

1: puntualizzo una cosa, nella storia ci sono state figure che hanno rispecchiato il concetto del mio goblin, io per primo sono famoso per non arrabbiarmi mai e chi mi conosce lo sa bene, ma non sono un automa. certo faccio arti marziali e tutto, ma non vuol dire che io sia buono come lui o a chi può essere più o meno ispirato. il fatto che non provi rancore, o meglio, lo combatta riversandolo verso la parte buona, non vuol dire che Guewah sia un automa. anzi è un tipo pieno di emozioni. prova amore (e siii) e amicizia (tanto). e gentile e ama chiaccherare con la gente. è sempre aperto verso tutti e (fin troppo) credulone su certe cose. quindi non è un automa. è solo buono. niente vieta che un giorno sbrocchi esplodendo, ma ad oggi non accade e nonostante alcuni eventi nefasti, non ci è nemmeno vicino.

2: dopo che gli hanno ucciso tutti? se sono persone tenterebbe di parlarci, secondo me. se vogliono ucciderlo, troverebbe un modo molto semplice per evitarlo nell'immediato (tipo magari un veleno ad azione lenta di cui lui ha l'antidoto, così che possa parlare, o ancora meglio, fa leva sul fatto che se rischiassero di morire e lui non ci fosse, in quanto sarebbero disposti a curarli?). e cercherebbe di far loro capire lo sbaglio.

3: per quanto riguarda il discorso del demone ... credo che lo aiuterebbe, ma non solo con le cure. i demoni sono malvagi certo, ma questo non vuol dire che non si possa pensare di cambiarli. non so se qualcuno di voi ha mai giocato a D&D, ed ha mai letto la classe base presentata nel manuale delle miniature. il guaritore. in pratica è lui, sotto molti aspetti. adesso che ci penso. ritengo che un personaggio come Guewah esiterebbe ben poco di fronte ad un demone ferito. se mai poi cercherebbe di comunicare con lui. faccio una precisazione. se si trattasse di un essere amorfo con cui è impossibile comunicare, magari le cose cambierebbero. non lo aiuterebbe. ma altrimenti perchè non tentare una redenzione? libri, leggende, giochi, film, animazione e altro sono pieni di esempi di questo tipo. perchè lui non potrebbe tentare? va bene, i demoni solo il seme della corruzione. ma credo che ci proverebbe.

inoltre cosa che magari non si è notata troppo, ama la natura. oltre agli animali ama prendersi cura delle piante e della natura in generale. al nosocomio infatti, quando è presente, si prende cura della serra.

magari penserete che è troppo buono. magari penserete che non possa esistere, ma nel nostro mondo esistono le sirene (magari si, ma in via teorica)? ora non conosco le abilita specifiche dell'aasimar, mi piace l'idea e credo si sposi con il pg, ma una cosa buona suono i sensi sviluppati. credo gli sarebbero molto utili come guaritore.

per altre cose mi sono informato per le armi non letali che mi piacciono, e pare si possa fare, un arma in grado di bloccare senza ferire.

spero per ora di aver risposto alle vostre domande
oggi e domani dateci pure dentro che sono a casa

e comunque no, il goblin non è un automa, lo si vede da come si comporta, ed inoltre è innamorato. quindi no automa

a presto
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21/04/2020 00:12
 
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Buona sera, riprendiamo con la candidatura!

Dunque, leggendo le tue risposte mi è sorto un dubbio... Credi che il tuo pg vivrebbe in maniera attiva o passiva la sua natura da Aasimar, qualora riuscisse a risvegliarla?


3: per quanto riguarda il discorso del demone ... credo che lo aiuterebbe, ma non solo con le cure. i demoni sono malvagi certo, ma questo non vuol dire che non si possa pensare di cambiarli. non so se qualcuno di voi ha mai giocato a D&D, ed ha mai letto la classe base presentata nel manuale delle miniature. il guaritore. in pratica è lui, sotto molti aspetti. adesso che ci penso. ritengo che un personaggio come Guewah esiterebbe ben poco di fronte ad un demone ferito. se mai poi cercherebbe di comunicare con lui. faccio una precisazione. se si trattasse di un essere amorfo con cui è impossibile comunicare, magari le cose cambierebbero. non lo aiuterebbe. ma altrimenti perchè non tentare una redenzione? libri, leggende, giochi, film, animazione e altro sono pieni di esempi di questo tipo. perchè lui non potrebbe tentare? va bene, i demoni solo il seme della corruzione. ma credo che ci proverebbe.



Guewah intenderebbe veramente provare a far intraprendere ad u DEMONE un percorso di redenzione? Il demone potrebbe perfettamente distruggerlo una volta guarito e potrebbe tranquillamente fare del male ad ogni singola persona cara a Guewah. L'ipotetica e lontana redenzione di un demone vale veramente di più di un grave pericolo scampato?

Avrei un'ultima domanda: a volte, in casi estremi, bisogna scegliere chi salvare e chi lasciare morire e, nella vita, è probabile che Guewah si ritroverà dinnanzi a questa situazione. Perciò ti chiedo, come decidere chi salvare e chi no? Quale vita è più importante di un'altra?

Per ora mi fermo, rimango in attesa delle tue risposte.
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21/04/2020 01:00
 
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allora, grazie delle domande, rispondo

1: ritengo che se riuscisse a risvegliarla, Guewah potrebbe vivere in modo attivo la sua nuova natura. mi spiego. è un tipo che è già cambiato per alcune cose. è sempre stato buono, ma per aiutare è diventato nel tempo più gioviale e allegro. la natura dell'aasimar dici dai post precedenti, è più diretta e magari pronta alla pugna. ed io ti dico questo: se uno è già un tipo del genere, buono certo, ma comunque già avvezzo alla lotta, non sarà più sbilanciato in quel lato? uno come Guewah, pacifico, non troverà un maggior equilibrio dalla sua natura di aasimar che si risveglia? ritengo che l'equilibrio di una persona, specie di un aasimar, sia importante e se uno è già più sbilanciato verso un verso ... non so se mi sono spiegato. guewah è pacifico e buono e credo che trarrebbè maggior giovamento dalla cosa rispetto a tanti che invece sono più guerrieri.

2: capisco il dubbio sul demone. e credo che la cosa migliore per lui sarebbe questa, se cè un modo per cui al limite ci rimetta solo lui per il fallimento della redenzione, allora tenterebbe. mi spiego: provo a redimerlo salvandolo. mi uccide? pace. ho provato. ad esempio può fare delle cure a breve termine che sembrino cure a lungo termine al demone. se uccide Guewah, dopo poco rista male e muore. altrimenti merita una possibilità. è lo stesso principio di evitare una causa di rischio come sopra. se riesce ad ovviare al problema, la sua vita conta poco rispetto al tentativo.

3: bè, come in campo medico, esiste il triage. per quanto duro, non si decide chi salvare in base ad un emozione del momento (persona conosciuta o meno, per quanto difficile) o se uno è un bambino e l'altro un adulto, o simili. si cerca di salvare chi ha più probabilità di farcela. e credo che lui farebbe così, in fondo è un guaritore e conosce questa verità. amara certo, ma se puoi curare 3 persone su 5, curi le 3, destinando a loro le risorse, che hanno maggiori probabilità di riuscita

capisco che come personaggio può sembrare troppo buono (non stupido, o almeno, disposto a morire per le sue scelte, se altri non vi rimettono), ma a mio parere, un aasimar non è necessariamente uno che combatte.

sperando di essere stato esaustivo, attendendo risposte, porgo cordiali saluti
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22/04/2020 20:38
 
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Buona sera!


2: capisco il dubbio sul demone. e credo che la cosa migliore per lui sarebbe questa, se cè un modo per cui al limite ci rimetta solo lui per il fallimento della redenzione, allora tenterebbe. mi spiego: provo a redimerlo salvandolo. mi uccide? pace. ho provato. ad esempio può fare delle cure a breve termine che sembrino cure a lungo termine al demone. se uccide Guewah, dopo poco rista male e muore. altrimenti merita una possibilità. è lo stesso principio di evitare una causa di rischio come sopra. se riesce ad ovviare al problema, la sua vita conta poco rispetto al tentativo.



Forse mi sono espressa male e per questo mi scuso, ma che Guewah muoia per mano del demone non era il fulcro della mia domanda. Qualora il tuo pg scegliesse di salvare un DEMONE e si tenerlo al suo fianco per un percorso di redenzione, dovrà SICURAMENTE sopportare una serie di azioni maligne che il demone commetterà nei confronti di chiunque lo circondi, a prescindere da Guewah. Se il tuo pg lo salvasse e lo ospitasse in casa e scoprisse poi che tutto il vicinato è stato brutalmente ucciso dal suo demone, non proverebbe senso di colpa? E' questo che intendevo dire io con la domanda " L'ipotetica e lontana redenzione di un demone vale veramente di più di un grave pericolo scampato?" e con "come decidere chi salvare e chi no? Quale vita è più importante di un'altra?"

Continuo a restare in tua attesa, buona serata.
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22/04/2020 21:19
 
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è una questione difficile, un vero e proprio dilemma morale. ammetto che posta così, sarebbe dura. allora io penso questo, che sicuramente, se il goblin curasse il suddetto demone, di sicuro non andrebbe in città con lui, ma si sistemerebbe in un area isolata, dove parlare con il demone, procedendo per gradi, e solo quando è ragionevolmente certo dell'innocuità del demone, lo porterebbe in un area con altre persone. inoltre già il fatto che il demone non uccida il goblin appena curato, sarebbe indice di qualche cosa che gli frulla per la testa, alla fin fine. ritengo che non correrebbe il rischio di portarlo dove può nuocere, ma che comunque proverebbe a curarlo. alla fine un demone non ha avuto scelta, di essere come è, e magari nessuno gli ha mai mostrato un altra via, per cui ritengo che il mio personaggio procederebbe in tal senso. curarlo ma non portarlo in un area dove può far male.

sperando di essere stato esaustivo, saluto
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22/04/2020 23:16
 
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Buona sera, ed eccomi ancora qua.

Allora, non sono assolutamente convinta di quanto dici, considera che puoi avviare un percorso di redenzione con un assassino, con un ladro, non con un demone, senza neanche abilità magiche che ti possano aiutare.


solo quando è ragionevolmente certo dell'innocuità del demone, lo porterebbe in un area con altre persone.



Ma... mi sapresti dare la definizione di demone? Perché temo che possano esserci delle lacune a livello di manuale...
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23/04/2020 21:36
 
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sono coloro da cui discendono i mutaforma, sono coloro che vivono nel piano del caos, che quando si allinea al nostro mondo, cercano di entrare in tutti mi modi. sono esseri di puro caos e quasi sicuramente malvagi (togliamo quasi il quasi). non so per l'aspetto, ma visto i poteri dei mutaforma, presuppongo possano mutare come vogliano, anche se non è chiaro.
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24/04/2020 00:35
 
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Buona sera,

No, no e ancora no. Un demone non è QUASI sicuramente malvagio, è malvagio e basta. Se non lo fosse, evidentemente, non potrebbe chiamarsi demone, sarebbe qualcos'altro. Motivo per cui no, decisamente non si può avviare un percorso di redenzione verso un demone senza ricevere risultati profondamente negativi (per lo stesso pg e per chi gli sta attorno).

Lasciamo un attimo perdere la questione del demone e passiamo oltre.

1. Ho capito che Guewah è molto propenso a preservare la vita, dunque una domanda mi sorge spontanea: cosa farebbe, invece, per combattere il male? Sappi che non mi basta la risposta "quello che fa per adesso".

2. A questa domanda voglio riproporre una che già ti ho fatto ma la cui risposta non ho trovato completa:
"Credi che il tuo pg vivrebbe in maniera attiva o passiva la sua natura da Aasimar, qualora riuscisse a risvegliarla?"
Ovviamente non mi accontento di un semplice "si/no", vorrei anche che me la motivassi, ma nel pratico, non solo nell'ideologico.

3. Per Guewah la morte può essere un modo per salvare una vita? E per alleviarne le sofferenze? Se la risposta è si, come si comporterebbe dinnanzi a casi che ritengono necessari la morte?

Grazie per la pazienza e buona notte (data l'ora).
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24/04/2020 10:33
 
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allora, rispondo punto per punto

1: ci sono molti modi di combattere il male. ad esempio: un organizzazione corrotta sfrutta la gente della città, magari chiede anche la protezione o cose simili. non si lancerebbe urlante contro i responsabili, spada in mano, ma parlerebbe con la gente, gli darebbe e mostrerebbe loro un alternativa. farebbe in modo che facciano fronte unito. se della gente fosse incarcerata per non aver pagato un debito, lavorerebbe per far si che tale debito venga ripagato, non libererebbe le persone con la forza. ad oggi, ovviamente. se si parla di un confronto diretto, ad oggi non è addestrato, ma acquisendo sicurezza (e mi sto informando per le armi) e usando armi non letali, come anche una bella cerbottana con dardi tranquillanti o un bastone bloccante, combatterebbe senza problemi. perché lui non è che ha paura, ma proprio intende cercare sempre un altra soluzione all'uccidere, fino all'ultimo. se poi è troppo idealista, magari l'esperienza lo farà agire e comportare diversamente in futuro.

2: riflettendo sulla cosa, direi di si. mi spiego, il solo fatto di risvegliare, se mai accadesse, la natura di aasimar, ovviamente lo porterebbe a cambiare, mutando, o anche solo comprendendo meglio alcuni lati del suo carattere. ritengo che ad oggi, Guewah possa avere una visione, diciamo parziale, delle cose. ovvero, è già fermamente convinto di lenire le sofferenze e aiutare la gente. credo che ha questo si sommerebbe una maggiore sicurezza in generale. il solo fatto che i sensi di un aasimar (dal lato fisico) siano molto più sviluppati dei suoi, oltre a tutta la consapevolezza del male che un aasimar può percepire, ritengo che gli farebbe vedere in modo diverso le cose. all'atto pratico un semplice esempio. ad oggi quello che il goblin può percepire arriva fino a dun certo limite, questo sia per il bene che può vedere, i bisogni che può percepire, il male che secondo lui esiste. ma aumentando di molto le sue percezioni, insieme alla sua sicurezza per il risveglio della natura, ritengo che lo porterebbero ad una visione più matura delle cose, modificando di conseguenza anche le sue azioni. esempio: vede dei bambini affamati per strada, oggi. gli da da mangiare, ci parla, può indirizzarli. se la natura fosse risvegliata, potrebbe vedere più facilmente al di la ed avrebbe anche la sicurezza per farlo (conosce i suoi limiti ... di solito). potrebbe arrivare a cercare (se ne ha motivo) un eventuale motivo dietro la cosa, un organizzazione criminale, o simili. muovendosi di conseguenza. quindi ritengo che, cambiando sia dal punto di vista (maturando diciamo) mentale (emozionale, caratteriale) che fisico (una maggiore percezione), cambi di conseguenza il come si rapporta. questo rispetto alla risposta precedente vuol dire: se lui che è già buono, risveglia la natura di aasimar, diventa migliore come persona buona. una maggiore consapevolezza interiore e dei sensi lo poterebbe solo a agire in modo più completo. spero di essere stato chiaro.

3: il discorso è questo: ad oggi il goblin ritiene che uccidere sia profondamente sbagliato, punto. ovviamente se una persona che stà curando ma non si può salvare e che soffre, gli chiedesse di porre fine alle sue sofferenze, di base credo che lo farebbe, soffrendoci molto, ma lo farebbe per la persona (se poi venisse fuori che la morte si poteva evitare, credo che ne sarebbe devastato, ma che prenderebbe il fardello su di se, continuando ad andare avanti). Se ucciderebbe per preservare la vita? a mio parere non direttamente. potrebbe addestrarsi per mettere fuori combattimento un aggressore, ad usare armi non letali. ma ad oggi non credo che ucciderebbe. se porre fine ad una vita ne preserverebbe altre? io penso che ritenga che portarsi allo stesso livello di un malvagio, sia sbagliato, se no che differenza cè? certo la differenza sta nel puro fine. quindi è probabile che, con una maggiore sicurezza di se, una visione maggiore e più profonda dei mali che si celano nel mondo, cosa che il risveglio gli darebbe ... ritengo che potrebbe modificare questa visione. e poi ce una considerazione. è disposto a dare a tutti una seconda opportunità, ma ritengo che non creda nelle terze. e quindi dipende anche da quanto (non di base quanto è stato) è ricaduta la persona/essere/altro in basso di chi si sta parlando.

sono discorsi contorti, ma contorto è l'argomento e ovviamente via chat non è il massimo

attendo risposta e porgo cordiali saluti
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24/04/2020 16:28
 
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Buon giorno di nuovo.

Dunque, per il momento è tutto. Mi prendo un periodo di osservazione in cui valuterò il gioco di Guewah. Ci aggiorniamo!
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27/04/2020 21:46
 
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Buona sera, eccomi tornata.

Dunque, sarò sincera con te, in questo momento non me la sento di approvare il cambio razza per alcuni motivi che ritengo parecchio rilevanti. Tra questi credo che Guewah sia ancora un pg eccessivamente nuovo, lo ritengo anche immaturo, inoltre ho notato che ci sono alcune lacune sul manuale, strettamente legate anche a tutto ciò che riguarda l'Aasimar.

Perciò vorrei proporti di ripresentare la candidatura tra tre mesi, durante questo lasso di tempo continuerò a tenere Guewah sott'occhio, vorrei vederlo crescere e consolidarsi.
Dimmi che ne pensi.
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