| | | OFFLINE | | Post: 1 | Registrato il: 13/04/2020 | Età: 35 | Sesso: Maschile | Utente Junior | |
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13/04/2020 15:31 | |
Buon giorno, invio la presente per poter candidare il mio personaggio Guewah alla razza chiusa degli Aasimar
Premetto che è un goblin, e da regolamento è possibile ma molto duro ottenere l'approvazione, ma spero che si capisca bene, da quello che indicherò in seguito, come mai ritengo che sarebbe una buona cosa permettere al personaggio questa possibilità.
A seguito inoltro la mia richiesta per la candidatura del personaggio Guewah alla razza Aasimar. Per qualsiasi chiarimento, non esitate a contattarmi, preferibilmente in missiva, in modo tale che lo possa vedere quanto prima.
-Storia Pregressa del Pg:
Guewah è nato all'incirca 17 anni fa. Non lo sa di preciso perchè il primo documento che abbia mai letto in merito, era relativo al suo ingresso nel nosocomio. In una notte di … estremamente piovosa, quando una violenta tempesta flagellava la zona costiera di Narvick, qualcuno busso alla porta dell'orfanotrofio. Nimele, una signora all'epoca di circa quarant'anni, che si occupava della struttura, apri trovando una piccola cesta con all'interno infagottato il minuscolo neonato goblin. Lei lo prese con se, allevandolo insieme agli altri. Sebbene ci fosse molto amore nella struttura, spesso mancavano cibo, medicine e negli inverni, la legna per il camino, con cui scaldarsi. In molti si ammalavano e morivano. Quelli troppo grandi, dovevano lasciare il posto ai più piccoli e andare nel mondo, cercando un occupazione. Il piccolo Guewah ha visto molta sofferenza li dentro, ma anche affetto da parte di Nimele, che è arrivato a considerare una mamma amorevole. Nonostante i goblin non siano molto apprezzati dalle società civilizzate, in quel posto tali distinzioni non esistevano e il piccolo si rendeva si conto che appartenevano a razze diverse, ma non ha mai prestato molto caso alla cosa. Fin da quando ha potuto camminare, ha sempre cercato di rendersi utile come ha potuto, aiutando la donna con i più piccoli (si lo so che lui è piccolino) e nei lavori in casa. Ha pianto quando qualche bambino è morto per mancanza di cure, ed una volta ha avuto una conversazione con Nimele, che lo ha colpito profondamente spingendolo a diventare quello che in parte adesso è.
Il piccolo goblin esce dalla sua camera e viene quasi investito dalla gonna di Nimele che cammina a passo spedito per il corridoio. È molto presto, nemmeno l'alba ed il goblin è sorpreso che la donna, di solito intenta ad occuparsi dei piccoli fino a tardi per poi pulire e rassettare, sia sveglia ad un ora del genere. Lui è sempre solito svegliarsi presto, per primo, per osservare l'alba dal piccolo balcone dell'orfanotrofio. Da la su in alto, riesce a vedere lontano il sorgere del sole sui tetti delle case. Quando è li solitamente aspira profondamente l'aria fresca, cercando di rilassarsi, di trovare, non sa nemmeno lui perchè, un qualche cosa che non riesce ancora a definire. E quindi il piccolo, di appena 9 anni, è sorpreso di veder passare tutta trafelata la donna. Curioso, la segue fino ad un altra stanza la cui porta è stata lasciata accostata dalla donna. Dentro un piccolo e fugace lume illumina un letto con i bordi a cassone, di legno. La donna è inginocchiata accanto al letto. La sua stazza blocca completamente la vista del'occupante del letto al piccolo goblin, il quale non riesce a scorgere chi vi sia disteso. Non è entrato quasi mai in questa stanza. L'orfanotrofio, un vecchio e cadente edificio di tre piani, pieno di spifferi, ha alcune grosse stante in cui dormono molti bambini assieme, facendo si che i piccoli, nei freddi inverni, si scaldino fra loro con il calore che condividono. Solo la donna ha una stanza privata. In cui i bambini non entrano. Ed è proprio questa. Oltre al letto vi si trovano una scrivania ingombra di carte, un paio di grossi bauli pieni di incartamenti ed un armadio che contiene le sue povere, logore cose. Le pareti sono allegre, tappezzate di disegni, fiori secchi e altri regali, poveri regali fatti per lei con il cuore da tutti quei bambini di cui si prende cura, ergendosi miseramente sola fra loro e la strada con la sua crudeltà ed indifferenza. Viene aiutata da alcuni vicini per le incombenze che non può svolgere da sola. Il goblin non sa da dove vengano i pochi ed insufficienti soldi con cui manda avanti il posto, non sa nemmeno dove gli tenga. Ma adesso allungando il collo si rende conto che vi è effettivamente una figura nel letto. Ogni tanto, fra i singhiozzi della donna, ode dei deboli colpi di tosse raschianti e rantolanti. Con la sua figura sottile ed affilata, il goblin si insinua nella stretta apertura della porta senza doverla aprire. Con i suoi passi leggeri si muove sul vecchio assale del pavimento, fiancheggiando la buona donna. Lei non si sposta. La sente singhiozzare, con il viso incassato nelle logore coperte marroni, che coprono un corpicino esile e fragile. Nella penombra gli occhietti del goblin riescono a scorgere la figura di Marytea, una bambina poco più grande di lui, con grandi e luminosi occhi verdi, capelli rossi ed un sorriso perenne ad illuminarle il volto. Il goblin non ha mai sorriso molto. Ora però gli occhi sono velati e osservano il soffitto. I capelli sono tutti scarmigliati sul cuscino, attaccati ad una piccola fronte sudata che ha patito già troppo. Il sorriso non cè, la bocca fatica già troppo a cercare di ottenere un po d'aria dai polmoni. Il petto si alza e si abbassa velocemente, come un mantice forato che cerca inutilmente di mandare aria ad una brace. La piccola non sembra notare la sua presenza, o quella di Nimele. Osserva il soffitto e rantola. Della bava comincia a colarle lungo l'angolo della bocca, cominciando a scendere verso il collo. Il goblion prende una pezzuola dal comodino e con delicatezza asciuga la piccola. Poi le accarezza la fronte, facendo un passo indietro. Lei non sembra notare niente. Continua a rantolare. Poi con lentezza, sposta lentamente lo sguardo verso il goblin e pare sorridere. Un sorriso velato, quasi un accenno esitante. Una manina si fa largo fra le corti a fatica, verso di lui. Il goblin la prende fra le sue. La mano è gelida. Appoggia la fronte a quella della bambina che conosce da anni e la sente scottare. Istintivamente si ritrae pensando a come sia possibile che vi sia tale differenza di temperatura nel suo corpo? Come se tutto il calore fosse stato convogliato nella piccola fronte imperlata di sudore. La piccola rantola aumentando i respiri rotti e affannosi. Guardando il goblin, che ricambia fermo il suo sguardo. Una lacrima comincia a scendere da quel piccolo volto solitamente ridente. Il goblin ricorda che la piccola abbia preso freddo qualche giorno prima. Dovevano rientrare, ma lei non lo ha fatto. Era rimasta fuori la notte prendendosi cura di alcuni piccoli gattini randagi. Non sa come mai questo l'abbia portata adesso a rantolare in un letto, scossa da respiri smussati e rotti, ma adesso una lacrima scende dal suo volto. Come da quello della bambina. Una sola lacrima. Sente la mano dela bambina stringere di più la sua, come se stesse riprendendo forza. Il goblin stringe a sua volta, speranzoso e preoccupato allo stesso tempo. Magari gli dei sono benevoli per una volta. Proteggeranno questa piccola, sorridente piccola creatura dagli occhi luminosi da un triste destino. Poi così come è venuta, questa forza scompare di colpo, il suo corpicino si affloscia e la mano si fa inerte fra quelle di Guewah, che la stringe al petto, toccando con la sua fronte quella della bambina, della sua dolce amichetta. Le loro lacrime si mischiano sulle fronti giovani ma già colpite dalla cruda verita della vita. Restano così a lungo, poi il goblin sistema la manina sotto le coperte e guarda Nimele. La donna singhiozza ancora al capezzale della piccola. Il goblin, per quanto giovane, si ferma a pensare guardandola quanto questa buona donna abbia già sofferto … quanto soffra ogni giorno pur di portare iun po di felicità a questi piccoli bambini. Prende una coperta di riserva e con fatica la mette con dolcezza sulle spalle della donna, poi facendosi piccolo piccolo si incunea nell'incavo fra il suo corpo caldo ed il lettino. Da quella posizione si rende conto che gli occhi della piccola Marytea continuano ad osservare fermi il soffitto. Ma non osa muoversi. Non sa nemmeno che fare. “perchè dobbiamo soffrire … perchè dobbiamo … così giovani?” chiede a mezza voce il goblin. Questo sembra scuotere la donna, che gli accarezza la fronte dicendo dopo diversi singhiozzi ”è la vita piccolo caro”. Il goblin ci pensa su qualche secondo, prima di rispondere “non è la vita … non può essere così, non è giusto!”. La donna si sposta, osservandolo con attenzione negli occhi, prima di dirgli “non è giusta, ma è così ...” osserva la bambina e dopo averla baciata sulla fronte, chiude i suoi piccoli occhietti, dopo aver guardato quel verde profondo un ultima, lunga volta. “possiamo fare del nostro meglio, piccolo mio … come ha fatto lei”. La frase della donna è l'unica cosa che rompe il silenzio prima dell'alba per un bel po di tempo, o almeno sembra così al piccolo goblin. “io sorrido abbastanza?” chiede lui a Nimele. La donna appare sorpresa. E chiede come mai. Lui si alza in piedi e osservando il corpicino spezzato della bambina afferma con una piccola voce squillante “perchè lei sorrideva … trovava sempre il buono, si prendeva cura di tutti pur essendo la più piccola ed io lo so ...”. si gira ad osservare la donna con sguardo mesto prima di continuare dicendo “lo so che sarò sempre piccolino … ma se sorriderò, se mostrerò sempre gentilezza, se non mi arrabbierò … potrò fare un po come lei … sarà anche cose me”. Ma non finisce la frase. Si limita ad incrinare la bocca, facendo assomigliare la sua espressione mesta ad un sorriso, dicendo solo, dopo un pezzo “e poi tanti non hanno nulla … basterebbe poco perchè qui le cose andassero meglio ed ho visto quanto sono ricchi altri in città … hanno tanto che non possono usarlo nella vita … ed anche questo non è giusto, non posso farci nulla, ma alla fine, posso imparare a fare la mia parte, posso curare, posso aiutare, posso lenire … voglio studiare, voglio … voglio aiutare, nessuno deve più spegnersi troppo presto come la piccola Mary, signora Nim!”. Detto questo sospira. La donna abbraccia il goblin. L'accorciare i nomi era tipico della piccolina. Le lacrime della donna bagnano il collo del bambino.
Da li il goblin è cambiato molto. Quello ed altri eventi simili lo hanno segnato. Ma in vece di spegnerlo, hanno fatto si che il suo attuale sorriso si manifestasse. Che acquisisse lucentezza e trasparenza di sguardo. Non ha cercato vendetta contro la vita. Non si è incupito per l'ingiustizia. Non ha cercato di combattere la crudeltà con la crudeltà. Ma con amore e la volontà di curare coloro che siano in difficoltà. E fino ad oggi è andato avanti per questa strada. Anche la morte di Nimele e la conseguente chiusura dell'orfanotrofio non ha fatto si che si arrendesse. E da una parte vorrebbe fare la stessa cosa che faceva la donna. Ma sa chè, specie adesso con la compagnia del firmamento, possiede una possibilità di fare questo e molto di più in grande, per cui vi si stà concentrando. Inoltre stà risparmiando per comperare una casa che poi intenderà sovvenzionare per la cura dei meno fortunati nella città di Narvick, o in una simile. Motivo per cui spende poco per se.
-Tutti gli avvenimenti particolari e azioni degne di nota del gioco on:
(nota) le date potrebbero non essere perfette ma indicative)
[21/02/2020].Assunto come Lavorante per la nobile Eledhven.
[15/03/2020] convince Eldhven a sovvenzionare un nosocomio vagante sotto forma del suo carro medico.
[17/03/2020] si unisce alla compagnia del firmamento di ser Anhur
[21/03/2020] rimane ferito in una quest per soccorrere una donna aggredita da un bandito, portandola poi al nosocomio per le cure necessarie.
[inizio 04/2020] lascia perdere per un periodo i suoi interessi personali per aiutare l'amica Verial in una sua personale e pericolosa ricerca di informazioni, dove nulla aveva da guadagnare e tutto da perdere.
Inoltre in gioco non ha mai avuto comportamenti violenti, non ha mai cercato di ferire o ledere nessuno, interessandosi e mostrandosi sempre aperto con ogni persona che poteva essere in difficoltà per qualsiasi motivo, o anche spaesata.
-Motivo per cui si seglire la razza chiusa Aasimar:
Ritengo che un personaggio come Guewah sia estremamente compatibile con la razza Aasimar. Certo, da regolamento questo è difficile (ma non impossibile) e non scontato, ma se uno ci riflette bene, può far nascere degli ottimi spunti di gioco con l'intera razza goblin. Come razza, a prescindere dall'ambientazione, mi è sempre interessata e senza conoscerne la presenza qui, quando ho scelto il goblin, ho finito per scrivere un BG e giocare il personaggio in un modo estremamente conforme ad essa. E visto che sono un giocatore che ama gli spunti narrativi, non necessariamente in quest chiuse ma proprio nelle giocate, questo genere di possibilità mi intriga molto.
-Motivo per il quale il retaggio da Aasimar si dovrebbe mostrare in quel determinato pg:
Il goblin, come indicato nella sua storia così come ha sempre giocato on game, disprezza la violenza ed il far male. Ha sempre fatto il possibile per aiutare gli altri, sia con le cure quando ha potuto, sia con consigli, supporto, amicizia. Si è sempre mostrato disponibile verso tutti e per lui il bene più prezioso è la vita. È diventato un guaritore, nonostante tutto fosse contro di lui, proprio per poter proteggere la vita. Prima entrando al servizio della nobile Eledhwen presso il nosocomio di Narvick, poi per portare il suo aiuto in un più ampio raggio, ha cominciato a spostarsi con un carro medico. Per lui è la vita che conta, non importa la razza e non fa distinzione fra animali e persone. Infatti possiede diversi animali che considera amici e che ama molto. Inoltre non conosce il motivo per cui è stato abbandonato. Sebbene parlando con Eldhwen sia venuto fuori che non gli interessi avere notizie di chi lo ha abbandonato e che si consideri una persona, non un goblin, da sempre questo ha lasciato in lui un vuoto, e sotto sotto vorrebbe conoscerne il motivo. Potrebbe venire fuori nel tempo che i suoi genitori si sentissero inadeguati nella società dei goblin, e per questo siano andati prima presso gli umani, per poi abbandonarvi il figlio per qualche motivo, cosa che potrebbe far nascere ottimi spunti on game.
Segni particolari desiderati:
Altezza 160 cm e fisico meno magro
In attesa di un riscontro porgo cordiali saluti |