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TEX WILLER 16-17 I lupi della frontiera

Ultimo Aggiornamento: 23/02/2020 18:00
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19/02/2020 08:23
 
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Pasquale Ruju & Fabio Valdambrini
La serie dedicata alla gioventù di Ted Miller [SM=x74930] procede spedita, dopo aver superato di slancio il primo anno di vita. Sembra godere di buona salute, tanto che potrebbe essere persino la seconda più venduta dopo Tex. E se non lo è, con le strategie suicide di Recchioni per DyD, lo sarà tra poco.
Non è certo tutto oro quello che luccica. Potersi avvantaggiare di una base di lettori una volta immensa aiuta e 50.000 o 60.000 copie vendute solo pochi anni fa sarebbe qualificato come flop clamoroso. Ma i tempi cambiano e non sempre in meglio.

Se la sto prendendo così da lontano è perché non so che dire dell'albetto in se. Ruju ha preso questa anonima china. Non ci sono rilievi particolari, eccettuato il crescente fastidio per queste figure tormentate che una volta va bene, mentre mettercele sempre irrita.
A me non me ne frega veramente nulla
Testo nascosto - clicca qui
così come di altri precedenti personaggi che il buon Pasquale infila in ogni storia ormai stracciandomi i maroni.
Forse è un problema mio...
Quindi per ora un altro racconto che non emoziona, che non mi fa passare mezz'ora piacevole. E per una serie che dovrebbe mostrarci quella che un tempo era una furia scatenata direi che non ci siamo.

Per fortuna Valdambrini, che credo esordisca con questo lavoro (i dubbi sono giustificati stante l'abnorme numero di disegnatori alle prese con Tex), mi sembra piuttosto convincente. Almeno da questo punto di vista questa testata non delude.
Fosse scritta da un autore con la classe di tale Gian Luigi Bonelli sarebbe una vera cucagna.

Concludo con la copertina. Dotti è davvero bravo, però tutta questa esplosione di colori - mi ricorda un po' i quadri impressinisti, che peraltro apprezzo piuttosto ed anzichenò - per qualche misterioso motivo qui non mi convince. Lo preferisco nei disegni più classici.

La decisione di Myra di evitare come la peste queste uscite per ora si rivela più che condivisibile. Tranne forse che per i disegni che sono di buona fattura.
[Modificato da BertAdams 19/02/2020 08:25]
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Re: Pasquale Ruju & Fabio Valdambrini
BertAdams, 19/02/2020 08.23:

Potersi avvantaggiare di una base di lettori una volta immensa aiuta e 50.000 o 60.000 copie vendute solo pochi anni fa sarebbe qualificato come flop clamoroso.



Su questo non concordo molto: anche ai tempi del massimo splendore bonelliano, il punto di pareggio si aggirava intorno alle 40.000 copie, e una testata che vende 60.000 copie (come questo Tex Willer) sarebbe stata vista come un buon/ottimo successo di vendite. Se poi si paragona il risultato alla situazione odierna, in cui vendere 15.000 copie (come Mister No) è già tanto, le 60.000 di Tex Willer sono moltissime.

Detto questo, può anche essere che 60.000 copie vengano viste come deludenti, visto che si parla pur sempre di Tex, una testata che tutt'oggi raggiunge le 180.000, ma parlare di "flop clamoroso" mi sembra proprio fuorviante.
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19/02/2020 17:57
 
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Per i tempi che corrono, si.
Ma ormai neanche Tex fa più miracoli. Se parti già con queste cifre, quanto puoi sperare di sopravvivere?

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19/02/2020 19:08
 
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Evidentemente non si può certo paragonare i numeri attuali a quelli di 40 anni fa, perché nessuno più arriva a certe cifre, neppure i quotidiani. Il mondo cambia. Tex Willer è un successo editoriale oggi a maggior ragione, ma lo sarebbe stato anche in passato, quando MM si poteva permettere il lusso di esordire in perdita.
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19/02/2020 19:33
 
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Anche il paragone con il 2007 quando uscì la CSAC è impressionante.
Una ristampa con colori posticci che ha avuto tirature da paura (cit.)
Centinaia di migliaia di copie e c'erano già internet, videogiochi figosi e i reality.
Eppure...

La so può vedere in molti modi, ma imho un vero successo sarebbe stato superare i 100.000 e restarci sopra stabilmente. 60.000 erano immaginabili ipotizzando che almeno una parte dei lettori avrebbe fatto una prova.
Vediamo fra un paio d'anni, quanti saranno.
[Modificato da BertAdams 19/02/2020 19:33]
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20/02/2020 00:55
 
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Io spero sempre che queste iniziative accrescano i propri numeri.
Anche sulla Collezione Storica in realtà non sono d'accordo, non ho appunti da fare: l'ho vista, l'ho letta, il colore lo trovo convincente, la veste ottima (redazionali di contenuti e foliazione difficile da trovare nelle pubblicazioni a fumetti italiane, purtroppo). Il fatto che abbia pubblicato praticamente tutto il pubblicabile è indice che sia piaciuta e molto. Poi, si può discutere se sia il caso o meno di colorare un disegno nato per il b/n, però a mio avviso è un altro discorso.
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Non stavo giudicando la CSAC di cui mi sono disinteressato in quanto sono in possesso degli albi canonici. Facevo solo notare che una ristampa, di questo si tratta, le cui uscite erano settimanali e più costose (anche se incorporavano più di un albo) e con l'aggiunta di colorazione, ha riscosso un successo, quello si clamoroso. Si parla di milioni di albi.
Con TW che in proporzione è poco conveniente a causa della ridotta foliazione, ma che ha un prezzo inferiore all'inedito e contiene storie nuove di zecca mensili, il riscontro farà felici in SBE, senza imho sfondare.

Vuoi che un fumetto che vende quasi tre volte tanto non riuscisse a ottenere questi numeri? Anche solo per la curiosità, i soliti noti avranno provato l'ebrezza di leggere storie che a parola dovrebbero essere "fresche e adrenaliniche". Chissà poi perché la serie classica non dovrebbe fare altrettanto...

Purtroppo il difficile diventa adesso. Se saprà confermarsi e migliorare i numeri allora per me avrà vinto la scommessa. Finora al massimo un pareggio a reti inviolate.
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Re:
BertAdams, 19/02/2020 17.57:

Per i tempi che corrono, si.
Ma ormai neanche Tex fa più miracoli. Se parti già con queste cifre, quanto puoi sperare di sopravvivere?




Le Storie ha iniziato vendendo 40.000 copie ed è calato fin da subito, eppure è ancora in edicola e si avvicina ai 100 numeri. Per dire che questo Tex Willer, a meno di tracolli clamorosi, ha davanti a sé anni e anni di storie.
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Ma perché dovrebbe essere un "pareggio"? Posso capire che non piaccia, non voglio tornare a discutere la qualità della serie, ma 60 000 copie, cioè quasi (o quanto) vende DD, è un successone, anche per una serie che legittimamente poteva aspirare a numeri del genere perché a traino di Tex. Tra l'altro parliamo di 60 000 copie dopo 10-15 nnumeri, quindi superato il primo scoglio di defezioni e stabilizzato un numero di lettori medio.
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Re: Re:
rimatt1, 20/02/2020 08.55:



Le Storie ha iniziato vendendo 40.000 copie ed è calato fin da subito, eppure è ancora in edicola e si avvicina ai 100 numeri. Per dire che questo Tex Willer, a meno di tracolli clamorosi, ha davanti a sé anni e anni di storie.

Le Storie e le altre testate possono rimanere in edicola solo perché c'è Tex, altrimenti credo le avrebbero già chiuse.
Delle nuove solo Dragonero va benino.
Ma per quanto potrà ancora reggere la baracca una serie che perde 10.000-20.000 lettori l'anno?

Io auguro a TW di durare quanto l'originale, ma imho i numeri attuali non garantiscono nulla.

p.s.
Sulla qualita di TW devo dire che è altalenante così come quella di Tex. Non c'è Nizzi e questo è un vantaggio. Per i disegni poi non mi sembra di essermi lamentato.
[Modificato da BertAdams 20/02/2020 22:17]
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Re: Re: Re:
BertAdams, 20/02/2020 22.15:

Le Storie e le altre testate possono rimanere in edicola solo perché c'è Tex, altrimenti credo le avrebbero già chiuse.



Non è più così ormai da anni, ora le serie che non si reggono da sé vengono chiuse. Del resto, basta vedere quante sono le collane bonelliane che in anni recenti hanno fatto questa fine; se Le Storie rimane ancora aperta, è chiaramente perché alla fine dei conti garantisce un certo margine di guadagno.
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Re: Re: Re: Re:
rimatt1, 21/02/2020 08.47:



Non è più così ormai da anni, ora le serie che non si reggono da sé vengono chiuse. Del resto, basta vedere quante sono le collane bonelliane che in anni recenti hanno fatto questa fine; se Le Storie rimane ancora aperta, è chiaramente perché alla fine dei conti garantisce un certo margine di guadagno.


In realtà, è ormai da un po' che sta fungendo da pubblicatoio di fondi di magazzino già pagati, e per cui tanto vale cercare almeno di ridurre le perdite: credo che una volta esaurite le varie mignaccate, rujate e simili rimaste per anni e anni nei cassetti, chiuderà. Un vero peccato, perché per struttura, ambizioni, potenzialità e iniziali risultati sarebbe dovuta essere una testata da tutelare, spingere con forza; sulla quale investire: in termini principalmente di visibilità editoriale e coinvolgimento di tutti i migliori talenti della casa editrice.




V.

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Re: Re: Re: Re:
rimatt1, 21/02/2020 08.47:



Non è più così ormai da anni, ora le serie che non si reggono da sé vengono chiuse. Del resto, basta vedere quante sono le collane bonelliane che in anni recenti hanno fatto questa fine; se Le Storie rimane ancora aperta, è chiaramente perché alla fine dei conti garantisce un certo margine di guadagno.




Esattamente. Bisogna considerare che Le Storie è arrivato a costare 4,50 euro. Se per le serie da 3,90 il punto di pareggio è sulle 20 000 copie (e anche meno), Le Storie sarà in attivo (anche se risicato) con le sue 10 000. Non bisogna pensare ai ragionamenti che faceva Sergio 20 anni fa, quando il punto di pareggio era 40 000 perché un albo costava 2,70.

Questa cosa di Tex che regge le altre testate, perdonatemi, ma che io sappia non è stata mai vera, e tanto meno lo è oggi. 😅
Un mito che Sergione ha contribuito ad alimentare con le sue dichiarazioni, ma lui diceva un'altra cosa, diceva che Tex era il guadagno sicuro con cui l'editore poteva permettersi di sperimentare. E ci mancherebbe, è sempre così che funziona in ogni azienda, e ancora di più in un editore. Coi proventi sicuri e grossi dei libri di diritto, gli editori rinascimentali potevano permettersi di pubblicare i classici greci, che erano un rischio.

[Modificato da C.Palomar 21/02/2020 10:21]
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Il Tex di Repubblica ha salvato la SBE dal fallimento, riportandola in forte attivo.



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Re: Re: Re: Re: Re:
Juan Galvez, 21/02/2020 08.56:


In realtà, è ormai da un po' che sta fungendo da pubblicatoio di fondi di magazzino già pagati, e per cui tanto vale cercare almeno di ridurre le perdite: credo che una volta esaurite le varie mignaccate, rujate e simili rimaste per anni e anni nei cassetti, chiuderà. Un vero peccato, perché per struttura, ambizioni, potenzialità e iniziali risultati sarebbe dovuta essere una testata da tutelare, spingere con forza; sulla quale investire: in termini principalmente di visibilità editoriale e coinvolgimento di tutti i migliori talenti della casa editrice.




Verissimo, infatti avrei dovuto scrivere che Le Storie è ancora aperta perché alla Bonelli conviene (più che "garantisce guadagno"), per tutti i motivi che hai spiegato. Il resto del discorso mi trova concorde, per quanto il potenziale della testata si sia visto solo a tratti, soprattutto durante le prima (ottime) annate, e per il resto Le Storie sia perlopiù vivacchiata.

[Modificato da rimatt1 21/02/2020 16:16]
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Re: Re: Re: Re: Re: Re:
rimatt1, 21/02/2020 16.15:



Verissimo, infatti avrei dovuto scrivere che Le Storie è ancora aperta perché alla Bonelli conviene (più che "garantisce guadagno"), per tutti i motivi che hai spiegato. Il resto del discorso mi trova concorde, per quanto il potenziale della testata si sia visto solo a tratti, soprattutto durante le prima (ottime) annate, e per il resto Le Storie sia perlopiù vivacchiata.


Le scarse vendite hanno preferito far battere in ritirata (senza i pendejos per chiudere) piuttosto che rilanciare la testata.





V.

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22/02/2020 20:21
 
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Il fatto che una serie arrivi al pareggio, o anche a un leggero utile, non significa affatto che si regga in piedi da sola.
Una casa editrice come la SBE è un'organizzazione complessa, con una struttura di costi fissi molto articolata, e questi costi necessitano di margini sostanziosi per essere coperti.
Tex oggi, nelle sue varie incarnazioni, credo venda in volumi l'equivalente di tutte le altre serie, o comunque non ci va molto lontano (bisognerebbe vedere dove è precipitato Dylan dopo la cura-Recchioni). Credo sia chiaro a tutti che una serie che vende 100mila copie è molto più remunerativa di cinque serie che ne vendono 20mila ciascuna.
Se domani la SBE restasse con il solo Tex, dovrebbe un po' dimagrire ma continuerebbe tranquillamente a esistere.
Pensate che una casa editrice potrebbe esistere vendendo solo Dragonero?
[Modificato da Bill Pelton 22/02/2020 20:22]



----------
"Nel caso attuale, la giustizia la faremo a modo nostro, usando i mezzi che crederemo più opportuni, e quando saremo riusciti a identificare e smascherare i furbacchioni che hanno messo in piedi questa sporca storia, vi garantisco che ci sarà gran festa all'inferno!"
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Re:
Bill Pelton, 22/02/2020 20.21:

Il fatto che una serie arrivi al pareggio, o anche a un leggero utile, non significa affatto che si regga in piedi da sola.




Ragionamento non condivisibile per diversi motivi. Una serie è in attivo quando tutti i costi per mantenerla in piedi sono coperti e in più vi sono dei guadagni. Se la SBE pubblicasse solo Dragonero potrebbe reggersi in piedi, banalmente l'editore guadagnerebbe molto meno. Si vedano esempi come Ratman, forse il prodotto Panini che vende di più, che si regge comunque su un complessivo basso di vendite, ma anche Diabolik stesso, che è l'unico prodotto Astorina, benché abbia vendite alte.
Ma è del tutto falso che Tex tenga in piedi le altre serie o la baracca, Tex è il motivo per cui SBE è prospera e può permettersi di sperimentare pubblicazioni che per brevi periodi stanno in perdita. Tutto qui (e non è poco). L'idea che ci sia il grande vecchio che tiene su la baracca è lusinghiera per il vecchio, meno per chi si fa il mazzo quotidianamente per proporre altro (fosse anche uno Zagor fatto come si deve).
Se solo Tex fosse la fonte di guadagno di SBE, le altre serie verrebbero chiuse.
[Modificato da C.Palomar 23/02/2020 14:06]
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Il fatto di "tenere in piedi la baracca" non è offensivo per nessuno.
Fa piacere a me che sia uscito Saguaro magari sostenuto da brutti albi di Tex.

Che sia vero come discorso, basta vedere che le testate di Tex stanno svuotando di disegnatori le altre.
Se perfino Freghieri e Casertano faranno un Texone vuol dire che altrove il lavoro scarseggia.
Tra un po' traslocheranno anche i migliori sceneggiatore. Se vogliono restare in SBE.
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Ma guarda, Bert, io sono anche d'accordo sul fatto che l'ammiraglia di un editore riceva risorse in più in un momento di crisi, visto che è quella che porta più guadagni. Però delle due l'una: o Tex sostiene le altre testate e allora dà risorse e personale, oppure Tex riceve risorse e personale dal taglio della spesa su altre testate meno remunerative.
Poi sarà anche vero, io non conosco benissimo le dinamiche della SBE, però appunto mi sembra non ci siano prove di questo... 😅
Insomma, non vorrei che Tex si ritrovi nella situazione mediatica in cui si ritrova la Lombardia: si dice sempre che è la locomotiva d'Italia e che per questo merita di tenersi le tasse, poi scopri che riceve cento volte più fondi da spese storiche, contributi pubblici e privati rispetto alle altre regioni (non parliamo del saldo migratorio interno), e allora ti viene da dire "e grazie al quatso che è la locomotiva" [SM=x74934]
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