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Da Amnesty International: Cuba ed i diritti umani

Ultimo Aggiornamento: 07/02/2020 22:26
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07/02/2020 22:26

Da Amnesty International: Cuba ed i diritti umani
Non lo dice la gusaneria di Miami che spesso dice stronzate ma Amnesty International....

REPUBBLICA DI CUBA
Capo di stato e di governo: Raúl Castro Ruz

Le autorità cubane hanno continuato a imbavagliare il dissenso mediante detenzioni arbitrarie, licenziamenti discriminatori dei dipendenti pubblici e vessazioni nei confronti dei lavoratori autonomi. Alcuni progressi ottenuti nel campo dell’istruzione sono stati vanificati dalla continua censura sulle informazioni e sui contenuti online. L’accesso a Cuba è rimasto per lo più precluso agli osservatori indipendenti sui diritti umani.

CONTESTO
La revoca delle restrizioni di viaggio per i cubani del 2013, l’abolizione dei limiti delle rimesse dall’estero e il richiamo di paesi senza necessità di visto d’ingresso per i cubani hanno continuato a essere importanti fattori di spinta per l’emigrazione dal paese. Nonostante il mutamento delle relazioni diplomatiche internazionali, i cubani hanno continuato a lasciare in gran numero il paese, spinti da salari ridotti al minimo storico e dai rigidi controlli sulla libertà d’espressione online.

A giugno, l’amministrazione del presidente americano Donald Trump ha quasi completamente ribaltato la linea politica degli Usa verso Cuba. Si è ridotta per tanto la possibilità che il congresso Usa approvasse la legge per cancellare l’embargo economico su Cuba, che ha continuato a compromettere l’esercizio dei diritti economici, sociali e culturali.

Almeno 12 avvocati dell’organizzazione per i diritti umani Cubalex hanno ottenuto asilo negli Usa dopo essere stati vessati, intimiditi e minacciati con il carcere, a causa del loro impegno pacifico a favore dei diritti umani.

Cuba non aveva ancora ratificato l’Iccpr né l’Icescr, entrambi firmati a febbraio 2008, né lo Statuto di Roma dell’Icc.

A dicembre, il governo ha annunciato che il presidente Raúl Castro si sarebbe dimesso ad aprile 2018.

ARRESTI E DETENZIONI ARBITRARI
Sono proseguiti numerosi i casi di vessazione, intimidazione e detenzione arbitraria nei confronti di attivisti dei diritti umani e politici. La Commissione cubana per i diritti umani e la riconciliazione nazionale (Comisión cubana de derechos humanos y reconciliación nacional – Ccdhrn), un’Ngo non ufficialmente riconosciuta dallo stato, ha registrato 5.155 detenzioni arbitrarie durante il 2017, rispetto alle 9.940 del 2016.

Il gruppo delle Donne in bianco, formato dalle familiari dei prigionieri detenuti per motivi politici, è rimasto tra i principali obiettivi della repressione attuata dalle autorità. Durante la loro detenzione, spesso le donne sono state percosse da poliziotti e agenti di sicurezza in borghese.

A gennaio, Danilo Maldonado Machado, conosciuto come El Sexto, è stato rilasciato da un carcere di massima sicurezza. Era stato arrestato a novembre 2016, alcune ore dopo l’annuncio della morte di Fidel Castro, per aver scritto “Se fue” (se n’è andato) su un muro della capitale L’Avana*.

Ad agosto, Yulier Perez, un artista di graffiti noto per ridipingere i muri fatiscenti de L’Avana, è stato arbitrariamente detenuto dopo mesi d’intimidazioni e vessazioni da parte delle autorità, a causa della libera espressione delle sue idee attraverso l’arte**.

PRIGIONIERI DI COSCIENZA
Il leader del Movimento cristiano di liberazione (Movimiento Cristiano Liberación), dottor Eduardo Cardet Concepción, è rimasto in carcere dopo essere stato condannato a tre anni di reclusione a marzo, per aver criticato pubblicamente Fidel Castro***.

Una famiglia formata da quattro difensori dei diritti umani è stata arrestata a Holguín, nel sud-est di Cuba, perché accusata di essersi allontanata dalla sua abitazione durante il periodo di lutto nazionale per Fidel Castro nel 2016. I tre fratelli sono stati condannati a un anno di reclusione per “diffamazione delle istituzioni, organizzazioni ed eroi e martiri della Repubblica di Cuba” e “disordine pubblico”****. La loro madre è stata condannata agli arresti domiciliari. Il 2 aprile, dopo un prolungato sciopero della fame, i tre fratelli sono stati rimessi in libertà con la condizionale ma hanno continuato a ricevere intimidazioni da parte delle autorità.

Jorge Cervantes, esponente del gruppo politico d’opposizione Unione patriottica di Cuba (Unión Patriótica de Cuba – Unpacu), è stato detenuto per circa tre mesi tra maggio e agosto. Alcune settimane prima, l’Unpacu aveva pubblicato sul suo canale YouTube un video intitolato “Orrori in carcere”, in cui Jorge Cervantes intervistava un uomo che sarebbe stato sottoposto a maltrattamenti in un carcere cubano e una serie di video che denunciavano la corruzione dei funzionari pubblici*****.

Le autorità hanno continuato a presentare accuse inventate di reati comuni, come strategia per vessare e detenere gli oppositori politici. Questo significa che probabilmente il numero dei prigionieri di coscienza era molto superiore rispetto ai casi documentati.

DIRITTI DEI LAVORATORI
Grazie al suo ruolo di principale datore di lavoro del paese e in quanto regolamentatore del settore privato, lo stato ha continuato a esercitare un forte controllo al fine di reprimere anche il minimo dissenso nei confronti del governo. Le autorità hanno continuato a colpire con licenziamenti politicamente motivati e discriminatori coloro che criticavano il modello economico o politico del governo******. Spesso i dipendenti pubblici licenziati a causa della libera espressione delle loro opinioni sono stati ulteriormente vessati dopo essere diventati lavoratori autonomi, un settore emergente ma altamente regolamentato.

La proibizione de facto dei sindacati indipendenti ha limitato la capacità dei lavoratori di organizzarsi in maniera indipendente e di presentare ricorso contro licenziamenti discriminatori. La forte influenza dell’esecutivo sulla magistratura e gli avvocati ha limitato l’efficacia dei ricorsi nei tribunali.

DIRITTO ALL’ISTRUZIONE
Decenni d’indebite restrizioni all’accesso alle informazioni e alla libertà di espressione online hanno vanificato i progressi ottenuti nel campo dell’istruzione cubana.

Tra maggio e metà giugno, l’Open Observatory of Network Interference ha effettuato una serie di test campione sui siti web cubani, rilevando che 41 siti erano bloccati dalle autorità. Tutti quelli oscurati avevano espresso critiche verso il governo cubano, avevano trattato tematiche inerenti ai diritti umani o discusso di tecniche per aggirare la censura.

Se da un lato l’esecutivo ha continuato ad ampliare l’accesso a Internet, ha favorito più che altro la rete Intranet nazionale, gestita direttamente dallo stato e sottoposta a stretta censura. I costi d’accesso alla rete globale sono rimasti proibitivi per la maggior parte dei cubani*******.

VAGLIO INTERNAZIONALE
Ad aprile, il Relatore speciale delle Nazioni Unite sulla tratta di persone ha visitato Cuba e a luglio il paese ha ricevuto la visita dell’Esperto indipendente delle Nazioni Unite sui diritti umani e la solidarietà internazionale.

L’accesso al paese e agli istituti di pena è rimasto precluso alla maggior parte delle organizzazioni per i diritti umani. Cuba è rimasta l’unico paese della regione delle Americhe le cui autorità hanno continuato a negare l’ingresso ad Amnesty International.



* Cuban graffiti artist released (AMR 25/5545/2017).

** Urban artist at risk in Cuba (AMR 25/7000/2017).

*** Cuba: Activist sentenced to three years in jail after criticizing Fidel Castro (news, 21 marzo).

**** Cuba: Prisoners of conscience on hunger strike (AMR 25/6001/2017).

***** Cuba: Opposition activist in maximum security prison (AMR 25/6671/2017).

****** Cuba: “Your mind is in prison” – Cuba’s web of control over free expression and its chilling effect on everyday life (AMR 25/7299/2017).

******* Cuba’s internet paradox: How controlled and censored internet risks Cuba’s achievements in education (news, 29 agosto).
no es facil!!!
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